martedì 6 maggio 2014

Roberto Alborghetti: «Così ho raccontato Francesco»

Venerdì 9 maggio alle 21 nei locali dell’Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella (via della Scala, 16 a Firenze) viene presentato il libro di Roberto Alborghetti «Francesco» (editrice Velar), il primo grande volume illustrato su papa Bergoglio. Insieme all’autore intervengono Carmelina Rotundo, Andrea Fagioli, Riccardo Clementi, Giuseppe Saponaro, Maurizio Martini, Giuseppe Piani.
Roberto Alborghetti, giornalista professionista ed autore di numerosi saggi e biografie, ha lavorato a L’Eco di Bergamo. Per la popolare “Collana blu” di Velar-Elledici ha pubblicato testi dedicati soprattutto a protagonisti del cattolicesimo sociale tra Ottocento e Novecento.
Che cosa ha provato quando gli è stato proposto di scrivere la biografia di Papa Francesco?
«Ho pensato che era sicuramente una bella sfida personale, in considerazione della unanime, straordinaria e calda accoglienza con cui era stata salutata la elezione di Papa Bergog
Qual è stata la prima mossa ?
«Dunque, mi sono rimboccato le maniche, inoltrandomi in una ricerca che mi doveva necessariamente portare lontano, ovviamente in Argentina, dove Papa Francesco aveva vissuto i suoi 76 anni prima di diventare pontefice... E così, giorno dopo giorno, rincorrendo fonti e testimonianze, consultando testi in spagnolo - come le omelie e i discorsi tenuti da Bergoglio come arcivescovo di Buenos Aires - le varie tessere hanno riempito il mosaico di una personalità, quella di Bergoglio, sorprendente, della quale pochissimo sapevo (e penso, con me, tanti altri). C’è stato poi lo sforzo di contestualizzare fatti ed eventi personali nell’evoluzione della storia dell’Argentina, dei suoi mutamenti sociali, dei suoi momenti bui e delle sue difficoltà. Non si può assolutamente capire Bergoglio se lo si stacca dalla vita della sua Nazione e dalla sua cultura latina. E dalla sua esperienza di uomo di fede al servizio della Chiesa e di un popolo che ha vissuto periodi di grandi tragedie».
Carmelina Rotundo
lio. Poi, dopo i primi momenti di entusiasmo, mi sono messo al lavoro, e mi sono anche... raggelato, scoprendo che le notizie erano davvero poche su di lui. E gran parte erano state attinte da un libro “El Jesuita”, che raccoglieva una conversazione-intervista che Bergoglio aveva avuto con due giornalisti argentini, nel 2010. Poi, nelle stesse biografie “ufficiali”, avevo individuato informazioni non corrispondenti alla verità, compresa quella che fosse figlio di un ferroviere...»


Pubblicato su Toscana Oggi n. 17 del 4 maggio 2014

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