lunedì 10 ottobre 2016

QUADRI DELLA MONTAGNA PISTOIESE


QUADRI  DE LA MONTAGNA PISTOIESE

           Questa montagna pistoiese cosi bella intricata  ed aperta, silenziosa e maestosa verdeggiante dove  giungiamo a

 VICO ..

 in cattedrali  che hanno per soffitti chiome di alti castagni  le cui foglie  giocano  a nascondere il cielo oggi terso turchino,  la tavolata il buon vino, i dolci, la tombola, i grandi cani,  i canti,  i balli del gruppo

                                          GIGETTO DEL BICCHIERE che prende il nome dal poeta nato a RIVORETA  ..Gigetto..in un villaggio agricolo, su dove allinga il faggio, nacque lo scorso secolo .. tipico personaggio   Gigetto ( Luigi Ferrari 1841-1930) lo chiamarono, in molte arti fu esperto studiando su le pagine del monte libro aperto di quella terra…….

   l’ anima respira, si abbevera   a paesaggi  bucolici… 
mi piace la fisarmonica ed ogni parola e nota … quei tronchi hanno forme  volti e volumi  come colonne di una cattedrale plasmate da tempeste e da carezze di vento, dalle piogge  ora leggere, ora a scroscio!

 Che bello il trescone, la quadriglia balli popolari gli uomini  van levando il cappello e salutano in segno di grande signorilità, le donne sventolano le gonne…   fino all’ ultima nota di canzoni quali: l’ ortolano,  il Sor Cesare, Maremma amara, il Rispetto, I miei cavalli..

  rimango  ammirata  ed applaudo contenta a quella festa cosi semplice  e cosi festosa … grazie a tutti a Clara a  Claudio, a SARA,  la più piccola del gruppo  a Ugo  dalla bella voce, a ……

 Questa montagna pistoiese carica di buoni odori e di mirtilli,  di lamponi, dove per la prima volta assaggio caffè d’ orzo corretto al vino,  confetti dalle superfici  bitorzolute, caffè d’ orzo con panna…pizza napoli della rosticceria PORT’ ARSA..

  San MARCELLO  che avevo raggiunto al  tramonto  in cui vivevo  oggi l’ alba in una casa da favola dove la mia stanza che  ha una finestra a cui si affaccia il sole e la luna dove nel giardino mi sovrasta in altezza l’ altissima pianta d ortensie bianca e l’ ombra l’ avrò sotto l’ albero portafortuna del trifoglio..  leggendo il volume:”

 l’ arte del rilassamento” di Jacobsen

facente parte di la  collezione di divulgazione scientifica la scienza e la vita

 e mi abituo a veder  api che fanno all’ amore con corolle di fiori ….

 Maresca

 una sola strada su cui a destra e sinistra   case….

 dalla macchina, ormai immobile, della tramvia su fino al grande cinema ora chiuso, all’ edicola , alla chiesa al tempio sacro dove sulla parte laterale scopro il monumento alla solidarietà sulla targa  sono incise le parole “ci  sono momenti della vita che anche ricevere un semplice buongiorno è grande come una casa”Germano Pacelli… un monumento  vandalicamente colpito in una oscura notte da ……. Ma quel dolore che mi sta prendendo viene allontanato dall’ arrivo   dell’autore un uomo dallo sguardo vivace pieno di luce  e forza:  la grande scultura in cemento nasce   dal cuore  da un vero episodio di guerra

 mi colpiscono le uova in mano all’ uomo  e come calamitata, dopo aver portato locandine e inviti de

” la sposa cibernetica  dalla civiltà contadina all’ epoca del social evento convegno ideato interamente realizzato da FRANCA BLASONE

   mi imbatto alla mostra di quell’ artista incontrato  accanto alla chiesa

 Germano PACELLI  

entro in una atmosfera unica nei suoi dipinti  c’è la guerra, l’ amore per la moglie, il racconto  della sua emigrazione  una atmosfera incantata  “con i colori non si può mentire”

 Le parole del racconto della sua vita s’ intrecciano con l’ amore verso gli altri,  quei ricordi terribili della guerra si amalgamano con i disegni  che la suora  spesso gli faceva ricopiare dai santini..

  la storia  di Maresca 
  “offesa” da   3 bombardamenti si intreccia con il coraggio della gente  che, scappata nel bosco..  ritornava per   ricominciare a costruire ed è musica sentire Germano ricordar della scuola elementare la cartella fatta di pezza della mamma le più belle  di fibra i libri ce li passavamo da sorella a fratello da amici…..  c’ era il calamaio e l’ inchiostro lo dava la maestra,   penne e pennini a scuola  si faceva anche ginnastica le parallele la corda” io ero abituato  nel bosco a fare Tarzan tutti i bambini di allora imitavano  gli eroi dei cartoni animati” dopo le lezioni si tornava a casa a mangiare dove la mamma ci aspettava con delle belle fette di pane con marmellate  e, finite le elementari, a piedi  San Marcello   km di strade per i boschi stemperate nella gioia di veder i fiori di sentirsi parte della natura

..”  i colori non si possono dominare
sono i colori a dominare obbligano ad essere sinceri”  ed in  mezzo a quei quadri  respiravo la solidarietà il coraggio, l’ amore di un grande la bellezza di fiori ritratti come nel sogno.. bellissimi  

  MARESCA   .. città da raccontare che si estende a destra e sinistra di una strada dove belle gelaterie promettono delizie di gelati   e salendo ancora con per guida Germano bellezze di ortensie alcune azzurre,  molte rosa bianche  dove  s’ incontrano gruppi statuari realizzati da Germano  che danno il benvenuto nella sua ampia dimora dove tutto ricorda  la Vita,  le persone  amate

  eravamo divisi ed uniti nello stesso tempo ognuno poteva svolgere la sua attività, Neliana mia moglie   lavorava con l’ ago e il filo io a scolpire i bimbi a giocare… che meraviglia aver incontrato un grande un uomo grande nel coraggio nella solidarietà nel rispetto nell’ amore verso gli altri …….

 nella mani  è restato un acquerello l’ ho scelto io mi ispirava la mancanza, 
s’ intitola la mancanza mi dice PACELLI una sedia vuota in una immensità del paesaggio

                                                                                     mancanza di mio fratello Cesare per me …..

 la pace ?


….. difficle  quasi una illusione .. mi sta parlando Pacelli ….che si illumina raccontandomi del campo di ciclamini che ogni stagione con la moglie andavano a vedere…..

 Carmelina dedica
....
 parlando di sé Germano dice :
Sono Germano Pacelli, ultranovantenne ex operaio ed ex emigrante per lavoro, come tanti altri.
.... un'autodidatta sia per la pittura, sia per la scultura. Da amici ho avuto incoraggiamenti e ascoltato insegnamenti

         Riconosco che il convivere ha bisogno di geometrie,  però il sovrapporsi di queste ostacola l'uomo nel manifestare il suo senso pratico e umano che gli permette di sopravvivere e di progredire. i quadri sono 55x31 in tela montata su pannello
 il primo, 49x59  su pannello
 il secondo e 40x61 in tela montata su pannello il terzo, tutti eseguiti con la tecnica della tempera all'uovo.

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