venerdì 31 marzo 2017

ATTRATTORE STRANO LA PALMA DI ZINCO Jakline Vincenzo






 Carmelina e M. Patrizia ..
                                                        con l’ intento di aprire un dialogo su


                                                    la lettura


                                            ATTRATTORE STRANO


                              Vincenzo Villani e Concetta Berlantini


                        RACCONTI FANTASTICI TRA AMORI, SCIENZA E PENSIERI

                          

Chimico e poeta, professore in cattedra e alunno al primo giorno di scuola, Vincenzo Villani autore di

                                            ATTRATTORE STRANO

                                si rivela Innamorato dell’ amore,

 di quella forza che fa nascere e plasma le  Creature e il Creato tutto, quell’ amore per la vita  che  riesce ad « accenderti » ogni volta che incontri l’altro per scoprirsi e riscoprirsi,  per meravigliarsi ad ogni alba o al tramonto e… le frasi, le immagini di questo volume mi hanno attratta per tre notti  nel tempo magico che  sta per portarti a chiudere gli occhi per entrare  nel sogno,    quando  nel riposo delle membra e del pensiero il cuore continua a battere…

Vita quanto ti amo, sembra ripetere Vincenzo  e le formule chimiche diventano poesia e le poesie diventano formule chimiche alla ricerca consapevole che quello che di noi resterà è Amore: fatti non foste… Cosa altro rimarrà di noi?

Il cuore  è sempre stato in ogni civiltà, a partire dalla civiltà egizia,  la  prova più difficile da superare,  l'ultima:  Anubis portava il morto da Osiride e dai suoi 42 giudici,  che pesavano il cuore del morto con la piuma della Dea Maat. Se il cuore pesava più della piuma il defunto veniva divorato da Ammut, un mostro terrificante,  se il cuore pesava come la piuma andava verso la vita eterna !! La lettura, frase dopo fase, tanto ti intriga da portarti per  i sentieri dell’entusiasmo e ti sprona alla ricerca di quel non so che per vivere appieno questo dono meraviglioso che è la vita.

 La scienza ? La chimica ? La vita ?...

Quando pensi di aver trovato la risposta definitiva, quella risposta si trasforma in domanda  ed ancora domanda in un susseguirsi di dialoghi e di incontri che danno sapore, profumo e significato al nostro esistere su questa piccola,  piccolissima palla eppur parte di un universo dove spazio e tempo all’infinito coincidono .

In ‘Attrattore strano’ tutto è cosi reale da sembrare magico tutto è così magico da sembrare reale!

I miei ricordi di chimica si fermano a CO2 e H2O e alla meraviglia del cerchio di tutti i colori che fatti girare  formano il bianco…   

In questa notte di giugno leggo e rileggo la massima di Kant che il prof. Vincenzo Villani ha scelto per la collana di Aracne editrice da lui fondata e diretta:  ‘Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me’. 

E mi tornano alla mente alcune frasi dai diciassette racconti di cui il libro è composto:

‘L’ interazione tra le retine stabilisce un legame tra i cervelli, la psiche’;

 ‘E’ necessario aprirsi al bene’;

 ‘Sono creature divine e fanno cose fantastiche’;

 ‘In una piatta pagina bianca, dove non era più possibile sciogliere le mani dalla stretta’;

 ‘Ogni cosa appariva eterna, collocata in una dimensione sconosciuta fuori dal tempo’;

‘In che modo i deboli possono far valere le loro ragioni?’;

‘Nell’aspergersi con la lozione satanica, aveva trascurato la testa e le palme dei piedi…’;

 ‘I nanotubi e i fogli monomolecolari di grafene’;

 ‘Celeste’;

 ‘Le trabecole’, come mi piace ritornare ad usare parole antiche…

 ‘Buchi neri’;


‘Certo era un astronomo Paolo… ma non aveva mai visto  cosi  tante stelle  come in quella stanza, intere galassie  e costellazioni…’. E si potrebbe continuare a lungo con immutato stupore!

Carmelina Rotundo

                                                                  














Esotica- colorata - bella dentro

                                                  ”sunshine” vive di luce e di fede, una fede  salda come una roccia

                                                      eccola lei Jakline che

 la prima notte, quando nasce nell’ ospedale militare sulla costa dell’ Algeria,   era stata trovata con un                                 pipistrello sulla testa

 Nella pagine del libro:
 la palma di zinco,

( la palma scoprirò essere il suo albero preferito), ripercorre  la sua vita

                                di viaggiatrice nomade molto curiosa

   e quelle  terre lontane da lei descritte diventano vicine…  si “compongono in quadri,” i paesaggi infatti li chiama quadri e come non poteva chiamarli QUADRI , lei  Jakline il cui cognome Nakash significa pittore scultore!

 Ho amato allora   

i floating market….. barchette di venditori  di tutto..

                                                           “ una vera meraviglia guardavo questo quadro colorato incantata  e mi ricordo ancora una specie di fachiro con un serpente della musica tanti sorrisi …”

 e il suo arrivo  a Djibouti “grandioso e magico”…

“ dall’ oblò vidi  una fanfara militare  che faceva il saluto militare insieme all’ orchestra tutti neri come il carbone vestiti  tutti di bianco  caschi bianchi  strumenti che brillavano  come cristalli mentre  stavamo sbarcando sulla passerella .”  il padre, che dirigeva l’ orchestra, aveva fatto suonare una musica  da  lui stesso composta per l’ arrivo di sua moglie  e dei 4 figli.

Un padre militare artista- musicista direttore d’orchestra che,  insieme all’ arte, le  trasmette il suo credo:                        amore e fraternità e,

 come non “vedere”

Jakline scrivere sulla sabbia  la parola libertà  io che, con mio fratello Cesare,

 l’ abbiamo conosciuta al mare, al mare di OSTIA ! La ragazza che vola perché hostess, ma soprattutto perché bella dentro sempre alla ricerca della luce  e del dialogo  ( tra le lingue oltre il francese, l’ inglese, lo spagnolo, il tedesco, l’ italiano….  conosce anche  l’ arabo )

 …..della domenica,  quando il padre organizzava una serata dedicata al cinema, Jakline  ricorda il

“ film del Creato” che la circondava :


sotto un  cielo nerissimo una luna gigantesca e con il sottofondo dell’ ululato  delle iene …..

 film nel film o nella vita il film?

  Lasciarono la Somalia come prima avevano lasciato l’ Algeria ….

 anche qui con le parole Jakline dipinge un quadro

…..Lasciavano Dijibouti  sotto un sole torrido per trovare la neve a Marsiglia ..

 DA MARSIGLIA a SAN RAPHAEL a PONTOISE  dove avevano vissuto   diversi pittori impressionisti e Auvers S/oise dove Van Gogh visse e dipinse….

  ragazza alla pari in Inghilterra  poi il volo, l’ ambasciata canadese facilitava chi desiderava emigrare in Canada    e Jakline  vola verso il CANADA…

 “valigia più pesante di me una chitarra che strimpellavo,  ma era come un amica  che mi portavo dietro per non sentirmi sola, borsa portafoglio e foglio di immigrazione …”.

 Il furto nella  la sua prima giornata in CANADA;

 il lavoro nella compagnia aerea,  il Messico  felice di essere hostess,

la decisione di trasferirsi a Roma

 giro del mondo  per approdare alla fede


 meraviglioso unico artista creatore dell’ universo di noi uomini  di tutte le razze  colori

  invisibile evidente

 l’ incontro l’ amore con  Dario de Blanck…..

 un certo giorno questo personaggio geniale  si è presentato a casa mia  con una sindone che aveva appena dipinto  e ha iniziato a parlarmi di GESU’ CRISTO …..

immensa varietà di colori e di note continua a trasmettere Jakline..

 Chi siamo ?

Da dove veniamo?

 Dove andiamo?

nella fede le risposte….  al racconto della sua vita Jakline affianca nello stesso volume  una serie di disegni di DARIO accompagnati  da poesie in quattro lingue, si’ perché jakline francese ha amato l’ inglese e lo spagnolo e l’ italiano lingua in cui ha scritto-colorato e arricchito di musica

 questo capolavoro: LA PALMA DI ZINCO .

  PREGA MI DISSE CERCA IL BUON DIO CHIEDI IL SUO AIUTO  E SCOPRIRAI UN TESORO MAI VISTO…….

IO  e Cesare l’ avevamo conosciuta al mare “sunshine” e continuava a spargere luce  e speranza questa meravigliosa creatura   bella dentro…. una stella !!!


 Carmelina Rotundo  con Cesare .

La palma di zinco


di


Jakline Nakash

 

 

   Una vita fuori dal comune quella di Jakline Nakash, nata in Algeria e vissuta in vari continenti, come una vera “cittadina del mondo”. Già il suo cognome sembra aver avuto un significato profetico: Nakash nella lingua araba-libanese ha il significato di “pittore/scultore”: inoltre Jakline deve aver assorbito dal padre, militare e musicista, le passioni per l’arte, la pittura e la musica, che sono le doti caratteristiche del suo animo e le attività della sua vita. Ed è sempre stata, fin da piccola, una “ribelle”, fuori dalle regole e anticonformista per natura. “Viaggiatrice, nomade, molto curiosa” si definisce lei stessa e la sua vita ne è davvero un esempio chiaro ed evidente.

   Nata a Costantine, in Algeria, passata poi a Gibuti, dove per qualche anno era stato trasferito il padre, ritorna poi con la famiglia in Francia, a Marsiglia, dove vede per la prima volta la neve, spettacolo indimenticabile, per stabilirsi poi a St. Raphael e a Pontoise, vicino a Parigi.

   Ma il suo desiderio di autonomia e di avventura la porta in Inghilterra per un anno, vicino a Manchester presso una famiglia, per studiare l’inglese e occuparsi della cucina per i due ragazzi di 18 e 20 anni.

   Dopo l’esperienza inglese, tuttavia, la Francia non accontentava più il suo spirito ribelle e avventuroso, che la spinge ad emigrare in Canada armata di un valigione e di una chitarra.  

Arrivata a Montreal, non riceve una buona accoglienza in quella città, e, con una botta in testa, si ritrova per terra privata della borsa con passaporto, foglio d’immigrazione e 50 dollari !

   Trovare lavoro non era facile, ma dopo vari inutili tentativi e un periodo passato a lavorare in un albergo, conosce una hostess, che le consiglia di partecipare ad un concorso per assunzioni all’Air Canada e alla Canadian Pacific.        

   Poi un viaggio attraverso gli USA la fa arrivare in Messico, ed infine … la sorpresa ! : una lettera della Canadian Pacific la informa di aver superato il concorso e poter dunque iniziare a Vancouver un training per il volo e per una nuova vita !  Trasferita poi da Montreal a Toronto, con il suo lavoro da hostess può arricchirsi di esperienze interessanti e conoscere gente di ogni genere e di ogni colore.

   Dopo tante esperienze di volo in tutte le parti del mondo, con tanto entusiasmo e gioia di vivere, un sentimento particolare tuttavia la spinge verso l’Italia. Così Jakline decide di trasferirsi a Roma, ma la vita monotona della città le fa rimpiangere la sua vita girovaga e avventurosa, così tenta un nuovo concorso per la TWA e viene assunta dalla compagnia.

   Poi alcuni viaggi, ad Honolulu, alle Hawai, a Tahiti, alle Isole Fiji, dove le capitano alcune pericolose disavventure, le danno nuovamente vigore e sprint per affrontare nuove sfide ed emozioni.

   Poi ancora viaggi a Giacarta, Singapore, Bangkok, Hong Kong A Tokyo, dove i suoi piedi con scarpe n.39 suscitano la curiosità e l’ilarità dei giapponesi, abituati ai piccoli piedi delle loro donne,

Jakline ha anche l’esperienza del terremoto. Il suo carattere cordiale e gioviale le fa avvicinare persone speciali e particolari, la cui conoscenza le procura sentimenti e sensazioni che lei rivive pienamente nei ricordi, pieni di nostalgia e malinconia.

   Quando poi Jakline smette di volare e si ferma a Roma, comincia a sentirsi depressa, “un mal di vivere” lo definisce lei stessa. Viene chiamata dalla madre a Nizza e, arrivata là in treno, trova il padre già morto.

   Rientrata a Roma ancora più frustrata e arrabbiata, un bel giorno, passando davanti ad un negozio con materiali artistici, entra ed acquista una tela e dei colori. Poi, a casa, con il sottofondo musicale di Beethoven e seduta per terra su un cuscino, comincia a dipingere, e da quel momento inizia la sua produzione artistica mai più abbandonata. Ed è proprio la pittura, specialmente quella di Gauguin, che lei prende a modello, che riesce a darle forza e serenità, a farla riflettere e meditare sul suo passato e sul significato della sua vita.    

   Poi l’incontro fatale e decisivo con Dario De Blanck, personaggio eclettico, pittore, poeta, scienziato, pianista, che un giorno si presenta a lei e che diviene il suo “grande unico amore”. Lui le offre una “Sindone” da lui appena dipinta e comincia a parlarle di Gesù Cristo.

Jakline s’innamora di quest’uomo, che sposerà nel 2000, condividendo con lui la passione per la pittura e avvicinandosi alla religione con una fede profonda, universale, espressa  e corroborata da un substrato artistico che unisce pittura, poesia  e musica.   

   Nasce così, insieme con la dedizione totale all’amatissimo marito, la sua produzione pittorica incentrata sulla sua ritrovata fede, basata sull’incontro delle diverse religioni che si riconducono all’Unico Vero Dio.

   Dopo la morte del marito, questo suo libro autobiografico vuole dunque essere, oltre alla descrizione della sua vita con tanti ricordi ed esperienze vissute, un omaggio ad un uomo eccezionale ed un inno alla vita illuminata da una fede sincera e profonda.      

   Vorrei dunque concludere con una frase di un pittore estone, Konrad Magi, i cui quadri sono esposti in questi giorni in una mostra al Museo del Novecento qui a Firenze, che ben si addice alla storia e all’esperienza di vita di Jakline:


     “L’arte è l’unica via di salvezza, perché nei momenti in cui l’anima è colma della sofferenza eterna della vita, rende possibile ciò che la vita non sa darci. Nell’arte si può trovare la pace.”.
      M.PATRIZIA CALABRESI       





Attrattore strano

di

Vincenzo Villani

 

 

   Stile astratto, metaforico, surreale quello di Vincenzo Villani, professore di chimica e autore di questo volume, “Attrattore strano”, che raccoglie brevi racconti fantastici, forse in parte anche autobiografici. E’ ideatore anche di un piccolo opuscolo in cui ha voluto riportare brani dei suoi racconti affiancati da alcuni disegni di Dario De Blanck, sottolineati da brevi commenti esplicativi.

   Uno scienziato che scrive come un letterato, che con grande
 
libertà e creatività rappresenta e descrive episodi di vita reale come metafore dell’esistenza.

   Una raccolta di descrizioni di imprevedibili situazioni, sentimenti, sensazioni, che rivelano una fantasia che s’intreccia con la vita, nella ricerca di qualcosa che è sempre un divenire incerto e continuo. Un fluire immaginifico di situazioni e di personaggi che appaiono come in sogno, a volte addirittura come un incubo, nella ricerca appassionata di emozioni e sensazioni.

   Così Paolo, Olga, e gli altri personaggi si presentano nella loro fragilità, nei loro dubbi, nell’espressione delle loro debolezze, che sono le debolezze di tutti, raffigurati come emblematiche figure di questa vita metafisica e surreale.

   Una lettura che pone degli interrogativi, che suscita emozioni diverse e contrastanti, rappresentate da immagini surreali.

  E ciò che unisce Vincenzo e Jakline è l’Amore, Amore per la natura ed il Creato, Amore di Dio verso tutti noi, e che noi dobbiamo ricambiare verso di Lui e verso tutti i nostri simili.
                                                                               M.PATRIZIA CALABRESI

  

  
                                                              
                                                                                                                                                        


 

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