venerdì 26 maggio 2017

un novello PETER PAN

Un novello Peter Pan

Cesare viveva in un paese vicino a Firenze.
Da qualche tempo era rimasto solo e sentiva ogni giorno di più il desiderio di ritrovarsi con sua sorella, l’unica persona  che le era rimasta dopo la morte dei suoi genitori.
Per vari e imperscrutabili motivi questi due fratelli non riuscivano più a stare insieme.
Cesare allora si rifugiava  nei suoi ricordi per rivivere i bei momenti che aveva passato con la sorella.
Più spesso si ricordava quando lei gli leggeva le favole, in special modo ne ricordava una, quella di Peter Pan.
Era rimasto affascinato da questo ragazzino che riusciva a volare.
Ecco anche lui ora sentiva il bisogno di volare per andare dove voleva e stare con chi voleva .
Un giorno, disteso nel suo letto, guardava i libri sulla mensola di fronte e gli parve di sentire una vocina uscire dal libro di Peter Pan.
Infatti pareva proprio che quel libro si muovesse come se volesse uscire dalla fila dei libri che lo circondavano.
Cesare osservava incredulo, poi il libro cadde e si aprì
sul pavimento.
Tutta indolenzita e col suo bel vestitino sgualcito vide seduta davanti a lui Campanellino, la compagna di      avventure del suo eroe preferito.
Campanellino guardandolo disse.
-     Ho sentito che tu vorresti volare come il mio amico Peter, ebbene anch’io avrei voglia di sgranchire le mie ali che da troppo tempo stanno accartocciate tra le pagine di questo libro.
Il tuo desiderio
mi ha dato la forza di uscire e io ti voglio aiutare a volare per andare dove vuoi. C’è una cosa però che devo fare per poterti aiutare a volare. Devo farti tornare bambino, altrimenti non riesco a trascinarti in volo con me.
-      Sono disposto a tutto- rispose Cesare- pur di uscire da questa stanza e volare per cercare mia sorella.-
Campanellino alzò tre volte la sua bacchetta magica finchè non uscirono tante stelline che avvolsero Cesare, poi le stelline sparirono e comparve il piccolo Cesare: era diventato un bambino di circa 9 anni.
-Bene- disse soddisfatta Campanellino-
-Così va bene, ti posso trascinare in volo con me.
Dammi la tua mano che si parte.-
I due si sollevarono da terra e, proprio come faceva Peter Pan, Cesare si trovò sospeso sopra la sua città.
-Ma dove vogliamo andare? – chiese Campanellino.-
-Di preciso non lo so, ma so che voglio andare da mia sorella.-
- Dimmi come si chiama e che lavoro fa.-
_Carmelina ed è insegnante.-
-     Bene sorvoleremo  tutte le scuole di questo paese.-
Non erano tante le scuole e, dopo poco, Cesare vide una testa di riccioli chiari che somigliavano molto ai capelli di sua sorella.
- Campanellino, per favore avvicinati a quel giardino laggiù, forse ci siamo.-
In basso c’era  il giardino di una scuola e dei bambini stavano seduti davanti all’insegnante. Faceva caldo ed erano scesi in giardino, sotto l’ombra di un grande albero a fare lezione.
 Stavano facendo dei compiti in inglese.
-     Eccola! - Esclamò Cesare_ È lei, è mia sorella!-
Campanellino atterrò dietro il grande albero e Cesare piano, piano, senza essere visto,  si unì al gruppo di quei bambini che avevano più o meno la sua età.
L’insegnante non si accorse del nuovo venuto, ma sentiva su di sé uno sguardo diverso, guardò nella direzione da dove le sembrava  partisse quello sguardo e incontrò due occhietti sorridenti.
In quel momento suonò la campanella, era finita la lezione e tutti rientrarono in classe e poi andarono a casa.
Carmelina rimase nell’aula ormai vuota come ad aspettare qualcuno. Infatti vide fare capolino dalla porta quel viso di bambino con quei due occhietti sorridenti.
-     Sei un nuovo alunno? Eppure mi sembra di conoscerti- chiese Carmelina- Come i chiami?-
Entrò in quel momento anche Campanellino volando e, tutta affannata, disse.
-Cesare, ma dove eri finito, non ti ho più visto.-
Carmelina allora capì, quel bambino era suo fratello, allora guardando Campanellino chiese:
-     Tu sei un personaggio fantastico e vorrei chiederti di continuare a usare la tua magia per farmi
incontrare ancora mio fratello.-
Campanellino guardò sia Cesare che Carmelina e con le mani sui fianchi e una voce importante rispose:
-     Cercherò di utilizzare tutta la mia forza magica per farvi stare insieme sempre, com’ è giusto che sia. Ci vorrà un po’ di tempo, ma spero proprio di non deludervi.-
Le favole hanno sempre un lieto fine, possiamo pensare che anche questa trovi il suo lieto fine? 
 la favola è scritta da una  insegnate GRANDE  

                                                      DANIELA 
 Un incontro casuale  ???

 ……  è anacronistico scrivere favole ???

 E’ impossibile che i miracoli avvengano ?? 

                …….. alla Mostra dell’ Artigianato 81° edizione, davanti allo stand ” ENERGIA “  di TATIANA FAETTI

( la quale  libera fantasia  con tanto buon gusto su creazioni di gonne e vestiti,  gioielli che  giocan a farsi e a far  belle  perché di energia positiva certo che Tatiana ne trasmette nel suo operar)

 … davanti allo stand ENERGIA  mi riconosce lei, DANIELA  siamo state colleghe  INSEGNATI…..

 a  vicenda siamo interessate a sapere come va la vita….  il discorso ci porta   alla nipotina per la quale scrive favole,  una passione che è venuta a DANIELA  per comunicare quello che la nonna ha  nel cuore,  alla bimba che vive oltre oceano in CANADA (il papà è disegnatore della Walt Disney e si sono conosciuti con la figlia di DANIELA  a Firenze per motivi di studio ) mi viene spontaneo invitarLa a scrivere una poesia per partecipare all’ antologia:

                                        “ Pianeta donna”,,,,,, il discorso  arriva a mio fratello Cesare  abbiamo conoscenze in comune colleghe … Alessandro……

 ci salutiamo per percorre i sentieri di bellezza alla mostra dell’ ARTIGIANATO  con il

                                          desiderio-promessa di tenerci in contatto …  e  poco prima della presentazione il 29 maggio  dell’ antologia poetica alla SALA ANNIGONI che Daniela  mi telefona anticipando  l’ invio della favola che ha scritto   …… una favola avete capito bene……  è anacronistico scrivere favole ????

 E’ impossibile che i miracoli avvengano ??

                                                                     Daniela  una insegnate scrive favole,  sottolineo una insegnate capace di  vedere nell’ altro i suoi elementi positivi  per poterli valorizzare,  una insegnate  categoria che si può vantare di aver dato l’ opportunità ad ogni professione di venire fuori e di fiorire  una insegnate che  nel suo DNA ha:  la dolcezza e il rispetto,  che conosce e favorisce  il dialogo   perché ogni professione si realizzi….

 .. Daniela  che fa incontrare  a CESARE   Campanellino IL QUALE  ha voglia

 di SGRANCHIRE LE ALI DA TROPPO TEMPO  ACCARTOCCIATE  TRA LE PAGINE .”

 ANELITO AL VOLO  come  Cesare, come ognuno di  NOI  per un desiderio  che  da’ la forza di  uscire per aiutare  a volare ….. l’ insegnate non solo in questa favola, ma nella realtà   riesce a ritrovare  in se’ stessa ed ognuno  INGENUITA’ L’ ESSERE BIMBO…..

 E NEL GIARDINO DELLA SCUOLA, NEL GIARDINO DELLA CONOSCENZA   sotto il grande albero, CESARE incontra Carmelina “

  “ stavano facendo dei compiti in inglese …”

 è vero io sono andata da mio fratello,  dopo la morte dei genitori, con questo spirito  aiutarlo ad essere indipendente  perché io sono 6 anni più grande di Cesare  e non volevo che dopo, la mia dipartita terrena  si trovasse in difficoltà…… le figlie  grandi già volavano e volano ….

  io con  CESARE tornavo ad essere  l’ insegnate  quel mestiere che  ogni giorno ti pone nella bellezza nella sincerità di occhi che hanno dentro  gioia, la speranza di diventare, con la tua guida

                                        “GRANDI” e volare, volare ritornare a volare  ogni volta che cadiamo .

  “Campanellino guardò  sia Cesare che Carmelina e con  le mani  sui fianchi  e  VOCE IMPORTANTE:

  RISPOSE .  cercherò di utilizzare tutta la mia  forza magica  per farvi … felici ……. Le favole hanno sempre un lieto fine??  ……  oggi  in questo percorso il destino di una sorella e di un fratello  è  nelle mani di potenti ai quali tutti chiedo di aggiungere

   a potere  volere e il cuore  perché anche questa favola trovi un lieto fine    ……

 

……….  è anacronistico scrivere favole ???

 E’ impossibile che i miracoli avvengano ???

E’ ANACRONISTICO ESSERE INSEGNATI,  persone al SERVIZIO  per  costruire insieme   una società  serena  ognuno con  le sue doti e i  propri limiti  ?

Capaci di attraversa tempeste per costruire arcobaleni  perché

                     NON ABBIAMO ALTRE STRADE CHE QUELLE DELL’ AMORE

  REALIZZATE  IL MIRACOLO SCRIVETE IL LIETO FINE

 Offrite a CESARE  l’ opportunità  di un recupero,  attraverso  l’ inserimento a

 CASA MARIA CRISTINA OGIER .. il sorriso di LEI  giovane donna per la quale è in corso, la causa di Beatificazione ….. compirà il miracolo  almeno proviamoci

 confido  in DIO che  non abbandona nessuno   e vi invito ancora una volta ad aggiungere

                                    a potere volere e il cuore  

 



Mi chiamo Daniela, sono stata insegnante elementare per circa 30 anni nelle scuole di Scandicci. Ho sempre considerato il mio lavoro estremamente importante per la responsabilità non da poco di aiutare i nostri piccoli a crescere come persone. I bambini sono il nostro futuro se non li aiutiamo a trovare la loro identità e a scoprire tutte quelle che sono le loro potenzialità avremo un mondo fragile e insicuro. Sono diventata nonna da poco più di un anno e sto scrivendo un libro di favole per Tilda, la mia nipotina. Per Tilda scrivo storie con il desiderio di suscitare in lei la voglia di leggere. Fin da piccola vorrei che capisse l 'importanza della lettura in tutte le sue forme. Leggendo si impara, si viaggia, ci si emoziona, è uno strumento di cui non si può fare a meno, perché può essere anche un mezzo per comunicare, per esprimersi, per stare con gli altri. Ho incontrato qualche settimana fa una mia cara collega, Carmelina, nella deliziosa cornice della Mostra dell'Artigianato, un incontro del tutto casuale durante il quale abbiamo parlato di quello che stiamo facendo adesso. Carmelina, sapendo che scrivo favole,mi ha invitato a scrivere una poesia sulle favole, ho accettato e ho scritto questa per l'antologia " Pianeta donna". La mia poesia è molto semplice , ma vorrei, in onore della donna, citare una frase di Shakespeare che mi commuove ogni volta che la leggo. " Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l'ignoranza in cui l'avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna." Ed ecco la mia modestissima poesia Le favole Da piccola leggevo le favole e immaginavo un mondo sereno. Da grande ho cercato di vivere in un mondo sereno. Da vecchia ho capito che il mondo reale e' migliore di quello delle favole. Nel mondo reale, chi lo vuole veramente, può trasformarsi da ranocchio in principe. Nel mondo delle favole è sempre il solito ranocchio che diventa principe. Con queste poche righe ho voluto dire che nella vita, pur con le sue difficoltà, dovremmo cercare di realizzare i nostri obiettivi con determinazione perché, a volte, possono trasformarsi da sogni a piacevoli realtà . Daniela Belardi

1 commento:

  1. Commovente fiaba per 2 fratelli che si vogliono bene, ogni tanto il mondo diventa fiabesco, è questo il mio augurio, nella certezza che Cristo ha vinto il mondo e lui solo sa cosa davvero è meglio che accada nelle nostre piccole vite...

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