composte per il desiderio di testimoniare pace
MICHELE NICCOLAI
LILLY BROGI
GIUSEPPE TOCCHETTI
GINO BROLETTI
con
LA PARTECIPAZIONE STRODINARIA DELL' ISTITUTO MARIA CRSTINA OGIER
Professore universitario, menager di industria, artista a tutto tondo pittore scultore
mosaicista scrittore poeta sperimentatore in pitturae scultura di tecniche
antiche rinnovate da idee geniali GIUSEPPE TOCCHETTI
ha avuto mostre in giro per il mondo.
Ha
intrapreso un percorso artistico con la poetessa scrittrice
giornalista Carmelia Rotundo in un connubio artistico che ha visto l’ organizzazione di
mostre all' Impruneta dove GIUSEPPE TOCCHETTI è anche socio di ART- ART.
E’ socio di LIB(E)RAMENTE -POLLICINO ASSOCIAZIONE AMICI DELLA BiblioteCaNova
Isolotto - Comune di Firenze e scrive
articoli per il periodico AGHI DI PINO.
L'Istituto Maria Cristina Ogier
aderisce all'evento promosso dal Comune di Firenze e dalla New York University in ricordo del crollo delle torri gemelle. Le ragazze della Casa Femminile Maria Cristina, che portano il nome della giovane Serva di Dio,
dipingendo la loro tela vogliono dire a tutti che la pace e solo la pace può salvare il mondo.
aderisce all'evento promosso dal Comune di Firenze e dalla New York University in ricordo del crollo delle torri gemelle. Le ragazze della Casa Femminile Maria Cristina, che portano il nome della giovane Serva di Dio,
dipingendo la loro tela vogliono dire a tutti che la pace e solo la pace può salvare il mondo.
Gino
Broletti San Frediano pittore e artigiano ha iniziato la sua carriera
artistica esponendo molto giovani sotto i portici della Galleria degli Uffizi
le sue opere con il pittore Gianfranco Bosi. Sono anni '70 e anni '70 con amici
di Vinicio Berti,Dino Migliorini, Enzo Pregno, Emilio Malenotti e Giacomo
Delcroix.
Nel 1962 apre uno studio di pittura in via Pandolfini
Firenze
con il pittore Sauro Tasselli e Ennio Lovatti. Nel 1970 apre
un laboratorio che si impegna nell'arte del marmo di scagliola e ardesia
trattando vari aspetti secondo le tradizioni degli artigiani fiorentini e
sottolinea la qualità della rivista toscana nel 1991 nell'articolo
"Insegnanti senza allievi".
Le sue abilità come artigiano e laccatore gli hanno permesso
collaborazioni con il marchio Gucci e l'artista Mario Fantini. La sua arte
pittorica partendo dal paesaggio si evolve in pittura sognante e lamenta
ambientalista per oltre 40 anni nelle mostre in tutta la Toscana.
Mostre:
1980 Mostra personale
Galleria "Lo studio" Livorno.
1981 Mostra personale Galleria
"Elefante" Livorno.
1982 Mostra
personale Galleria "Lo Sprone" Livorno.
1983 Mostra Centro
d'arte "Il Grattacielo" Livorno.
1985 Mostra
Galleria Valiani Pistoia.
1986 Mostra
Galleria Cocchini Livorno.
1987 Mostra
Galleria Mentana Firenze.
1990 Mostra
Galleria "Arte Arte" Montecatini Terme.
Mostra 2001
Saletta Chiostrini Firenze.
Mostra 2007
Galleria Art Black Point Firenze.
2008 Mostra Centro
d'arte Il Fuligno Firenze.
2009 Mostra personale
"Visioni materiche" all'antica corniceria di Maffei di Firenze.
2010 Mostra
permanente Galleria Ponte Vecchio di Firenze.
2011 Mostra
personale alla Limonaia di Villa Strozzi di Firenze.
Mostra 2010
"Polymorphica Ipazia" di Firenze. [2]
2011 Mostra "Art Surrender" alla
galleria La Pergola Arte di Firenze.
Mostra personale
del 2012 presso la galleria Faustini di Forte dei Marmi.
2013 Mostra
palazzo Bastogi di Firenze per il selezionato del XXX premio Firenze.
2014 Mostra Caffè
Giubbe Rosse per il selezionato del XXXI premio [3
2015 Mostra XXXIII
premio Firenze.
2016 Mostra alla
mostra collettiva al palazzo Bastogi di Firenze per i selezionati del XXXIII
premio Firenze
Lilly
Brogi gioca ancora a palla con la Luna
La poliedrica artista non gioca più fisicamente a “Palla con
la Luna” come declina una sua poesia ma in un impeto poetico artistico riuscito
riesce a far giocare una schiera di donne modernissime, filiformi bambine che a
lei ricordano la gioventù perduta intrecciata ai sogni di gloria che pensava di
raggiungere “Nell’arco del suo giorno”.
La Luna indifferente rubava tutti i suoi sogni giovanili.
La Luna indifferente rubava tutti i suoi sogni giovanili.
Mostre:
Mostra personale del 2000 al International Lyceum Club di
Firenze.
Partecipazione dal
2000 al "Premio Rotonda" intitolato a "Mario Borgiotti" e
negli anni successivi nel 2002 e nel 2007.
Nel 2002 ha vinto
l'International Francesco Ferrucci Gavinana Pistoia.
Nel 2002 Fiorino
d'oro e il diploma per il miglior artista dell'associazione collettiva F.
Ferrucci Panteraie a Montecatini Terme.
Nel 2003 partecipazione al Concorso Calindri di Certaldo.
Nel 2003 l’artista ha
ricevuto premio speciale dall'Associazione ANLA Toscana "per la sua azione
appassionata e intelligente di operatore culturale, che si impegna a promuovere
la diffusione in ogni area della bellezza".
Esposizione personale intitolata "Il mondo delle
donne" alla Galleria Provincia di Via Larga di Firenze nel 2004.
Nel 2006 mostra
personale "Seduzione dei colori mediterranei" presso il Consiglio
Regionale della Toscana Palazzo Panciatichi Via Cavour a Firenze.
Mostra personale
"Omaggio alla Repubblica" a Villa Bandini Firenze comune nel 2007.
Mostra con Domenico
Asmone, Nicola Giusfredi e Ladislao Nocentini per "La Pergola Arte"
di Firenze al Consiglio regionale della Toscana Palazzo Panciatichi Via Cavour
Firenze nel 2008.
Mostra Sic e
Simpliciter con Nicola Giusfredi, Loris Manasia, Luigi Piscopo alla galleria La
Pergola Arte nel 2009.
Mostra per la
"Antica Compagnia del Paiolo" presso la Galleria Via Larga di Firenze
nel 2011.
Mostra Artè al Caffè
Giubbe Rosse con Ornella Fiorentini, Michael Musone, Gregorio Rossi, Lilly
Brogi e Daniele Menicucci nel 2014.
Nel 2016 Mostra
collettiva Artè a Colle Val d'Elsa Palazzo dei Priori.
Esposizione personale
dal titolo "Artisticamente Lilly Brogi" Sala delle Eroine nel Comune
di Pontassieve nel 2016.
Mostra personale dal titolo “Flowers” Auditorium Cr di
Firenze via Folco Portinari.
Mosta collettiva
Arteè a Palazzo Bastogi, sede del Consiglio Regionale della Toscana nel 2016.
Mostra personale dal titolo “L’Etrusca fra i colori di
Tuscia” Auditorium Spadolini Palazzo del Pegaso sede del Consiglio regionale
della Toscana 2017.
Michele
Niccolai
nasce a Livorno nel 1953, ma cresce a Cecina a stretto contatto
col fiume di cui condivide le crete, i mattoni “fatti a mano” poi cotti nel
forno a carbonella della fornace del nonno. Si scontra con la scultura ancora
bambino. Solo più tardi, universitario, lavora a fianco dello scultore
Livornese Mainardi, finendo di
appropriarsi dal Maestro della crudezza e durezza delle forme. Ha così inizio
il vagabondare tra stili e reminiscenze di figure storiche sempre alla ricerche
del “nuovo”, spaziando tra personaggi classici e religiosi. Insoddisfatto delle
patine a freddo che tolgono volume e forza alle opere, presta attenzione alla
cromia degli smalti ceramici, attratto dal fascino del“colore cotto”.
Nell’intento di riabilitare la terracotta nei confronti della pietra o del marmo,
viene traghettato in questa nuova esperienza, “alla ricerca del colore e volume
perduto”, dalla ceramista Gabriella Zazzeri, un vero e proprio “Mangiafuoco” in
gonnella, che lo porta dritto nella tecnica Raku. Qui la sua istintività prende
forma e corpo, esplode. Fare presto per lui non è più un gioco, ma un
imperativo. Le sue opere, una competizione con il tempo che tutto cambia, e
modifica, perfino le idee. Di questo periodo (1980/90) le sculture di soggetti
sacri che trasudano forza e fede quasi assente, misteriche dalle movenze
materiali. Dal misticismo al simbolismo, fino all’essenzialismo, per tuffarsi
poi nella astrologia, nella magia-alchemica.
Nel periodo (1990/2000) le sue donne, diventano quasi madri
frettolose dal ventre sempre gonfio, ma pudiche, e senza mai abbandonare la
sperimentazione per realizzare impasti per la mono-cottura e il bucchero.
Cambia radicalmente vita dopo la nascita della figlia Giulia. Dopo due anni
forzati di “astinenza artistica” si ripropone con una nuova produzione che
sembra capovolgere radicalmente le sue convinzioni iniziali. Le sue donne non
sono più fatali o sguaiate, ma acquistano quella grazia morbida e giocosa
dell’innocenza dei fanciulli,
e anche l’esposizione un po’ sfacciata dei sessi, non violenta l’occhio, ma li mostra pudicamente, come una etichetta che identifica: marca e taglia. Queste ultime opere si lasciano ammirare e affrontando la critica con rinnovati stimoli, facendo riaffiorare qua e là, sapientemente celati, le chiavi del simbolismo magico, nei corpi che si mescolano armonicamente a oggetti, come attratti dal vortice della danza.
e anche l’esposizione un po’ sfacciata dei sessi, non violenta l’occhio, ma li mostra pudicamente, come una etichetta che identifica: marca e taglia. Queste ultime opere si lasciano ammirare e affrontando la critica con rinnovati stimoli, facendo riaffiorare qua e là, sapientemente celati, le chiavi del simbolismo magico, nei corpi che si mescolano armonicamente a oggetti, come attratti dal vortice della danza.
Linee curve e morbide, in contrasto con i pieni e vuoti che
travalicano la materia stessa.
Anche nel RAKU trasmigra parte di queste sue nuove esperienze e i suoi RAKU diventano
“unici”, vere e proprie sculture che manifestano la confidenza propria degli
oggetti del nostro quotidiano.
Giovanna
Maria Carli
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