mercoledì 30 agosto 2017

Florence QUILT PEACE 2017 Michele- Lilly- Giuseppe- Gino Istituto Maria Cristina Ogier

 5 ARTISTI  5 OPERE 


composte per il desiderio di testimoniare pace
 MICHELE  NICCOLAI
LILLY BROGI
 GIUSEPPE TOCCHETTI


 GINO BROLETTI
  con


 LA PARTECIPAZIONE STRODINARIA DELL' ISTITUTO MARIA CRSTINA OGIER
Professore  universitario, menager di industria,  artista a tutto tondo pittore scultore mosaicista scrittore poeta sperimentatore in pitturae scultura  di tecniche  antiche rinnovate da idee geniali GIUSEPPE TOCCHETTI  ha avuto mostre in giro per il mondo.


 Ha  intrapreso un percorso artistico con la poetessa scrittrice giornalista  Carmelia Rotundo  in un connubio artistico che ha visto  l’ organizzazione  di  mostre  all' Impruneta dove  GIUSEPPE TOCCHETTI è anche socio di ART- ART.

  E’ socio di LIB(E)RAMENTE -POLLICINO   ASSOCIAZIONE AMICI DELLA BiblioteCaNova Isolotto - Comune di Firenze e scrive  articoli per il periodico AGHI DI PINO.

 

L'Istituto Maria Cristina Ogier

aderisce   all'evento  promosso dal Comune di Firenze  e dalla New York University in ricordo del  crollo  delle torri gemelle. Le ragazze della Casa Femminile Maria Cristina,  che portano il  nome della giovane Serva di Dio,

dipingendo la loro tela vogliono dire a tutti  che la pace e solo la pace può  salvare il mondo.





Gino Broletti San Frediano pittore e artigiano ha iniziato la sua carriera artistica esponendo molto giovani sotto i portici della Galleria degli Uffizi le sue opere con il pittore Gianfranco Bosi. Sono anni '70 e anni '70 con amici di Vinicio Berti,Dino Migliorini, Enzo Pregno, Emilio Malenotti e Giacomo Delcroix.

Nel 1962 apre uno studio di pittura in via Pandolfini Firenze

con il pittore Sauro Tasselli e Ennio Lovatti. Nel 1970 apre un laboratorio che si impegna nell'arte del marmo di scagliola e ardesia trattando vari aspetti secondo le tradizioni degli artigiani fiorentini e sottolinea la qualità della rivista toscana nel 1991 nell'articolo "Insegnanti senza allievi".

Le sue abilità come artigiano e laccatore gli hanno permesso collaborazioni con il marchio Gucci e l'artista Mario Fantini. La sua arte pittorica partendo dal paesaggio si evolve in pittura sognante e lamenta ambientalista per oltre 40 anni nelle mostre in tutta la Toscana.

Mostre:

 1980 Mostra personale Galleria "Lo studio" Livorno.

    1981 Mostra personale Galleria "Elefante" Livorno.

    1982 Mostra personale Galleria "Lo Sprone" Livorno.

    1983 Mostra Centro d'arte "Il Grattacielo" Livorno.

    1985 Mostra Galleria Valiani Pistoia.

    1986 Mostra Galleria Cocchini Livorno.

    1987 Mostra Galleria Mentana Firenze.

    1990 Mostra Galleria "Arte Arte" Montecatini Terme.

    Mostra 2001 Saletta Chiostrini Firenze.

    Mostra 2007 Galleria Art Black Point Firenze.

    2008 Mostra Centro d'arte Il Fuligno Firenze.

    2009 Mostra personale "Visioni materiche" all'antica corniceria di Maffei di Firenze.

    2010 Mostra permanente Galleria Ponte Vecchio di Firenze.

    2011 Mostra personale alla Limonaia di Villa Strozzi di Firenze.

    Mostra 2010 "Polymorphica Ipazia" di Firenze. [2]

    2011 Mostra "Art Surrender" alla galleria La Pergola Arte di Firenze.

    Mostra personale del 2012 presso la galleria Faustini di Forte dei Marmi.

    2013 Mostra palazzo Bastogi di Firenze per il selezionato del XXX premio Firenze.

    2014 Mostra Caffè Giubbe Rosse per il selezionato del XXXI premio [3

  2015 Mostra XXXIII premio Firenze.

    2016 Mostra alla mostra collettiva al palazzo Bastogi di Firenze per i selezionati del XXXIII premio Firenze

Lilly Brogi gioca ancora a palla con la Luna

La poliedrica artista non gioca più fisicamente a “Palla con la Luna” come declina una sua poesia ma in un impeto poetico artistico riuscito riesce a far giocare una schiera di donne modernissime, filiformi bambine che a lei ricordano la gioventù perduta intrecciata ai sogni di gloria che pensava di raggiungere “Nell’arco del suo giorno”.
La Luna indifferente rubava tutti i suoi sogni giovanili. 

Mostre:

Mostra personale del 2000 al International Lyceum Club di Firenze.

 Partecipazione dal 2000 al "Premio Rotonda" intitolato a "Mario Borgiotti" e negli anni successivi nel 2002 e nel 2007.

 Nel 2002 ha vinto l'International Francesco Ferrucci Gavinana Pistoia.

 Nel 2002 Fiorino d'oro e il diploma per il miglior artista dell'associazione collettiva F. Ferrucci Panteraie a Montecatini Terme.

Nel 2003 partecipazione al Concorso Calindri di Certaldo.

 Nel 2003 l’artista ha ricevuto premio speciale dall'Associazione ANLA Toscana "per la sua azione appassionata e intelligente di operatore culturale, che si impegna a promuovere la diffusione in ogni area della bellezza".

Esposizione personale intitolata "Il mondo delle donne" alla Galleria Provincia di Via Larga di Firenze nel 2004.

 Nel 2006 mostra personale "Seduzione dei colori mediterranei" presso il Consiglio Regionale della Toscana Palazzo Panciatichi Via Cavour a Firenze.

 Mostra personale "Omaggio alla Repubblica" a Villa Bandini Firenze comune nel 2007.

 Mostra con Domenico Asmone, Nicola Giusfredi e Ladislao Nocentini per "La Pergola Arte" di Firenze al Consiglio regionale della Toscana Palazzo Panciatichi Via Cavour Firenze nel 2008.

 Mostra Sic e Simpliciter con Nicola Giusfredi, Loris Manasia, Luigi Piscopo alla galleria La Pergola Arte nel 2009.

 Mostra per la "Antica Compagnia del Paiolo" presso la Galleria Via Larga di Firenze nel 2011.

 Mostra Artè al Caffè Giubbe Rosse con Ornella Fiorentini, Michael Musone, Gregorio Rossi, Lilly Brogi e Daniele Menicucci nel 2014.

 Nel 2016 Mostra collettiva Artè a Colle Val d'Elsa Palazzo dei Priori.

 Esposizione personale dal titolo "Artisticamente Lilly Brogi" Sala delle Eroine nel Comune di Pontassieve nel 2016.

 

Mostra personale dal titolo “Flowers” Auditorium Cr di Firenze via Folco Portinari.

 Mosta collettiva Arteè a Palazzo Bastogi, sede del Consiglio Regionale della Toscana nel 2016.

Mostra personale dal titolo “L’Etrusca fra i colori di Tuscia” Auditorium Spadolini Palazzo del Pegaso sede del Consiglio regionale della Toscana 2017.

Michele Niccolai
      nasce a Livorno nel 1953, ma cresce a Cecina a stretto contatto col fiume di cui condivide le crete, i mattoni “fatti a mano” poi cotti nel forno a carbonella della fornace del nonno. Si scontra con la scultura ancora bambino. Solo più tardi, universitario, lavora a fianco dello scultore Livornese  Mainardi, finendo di appropriarsi dal Maestro della crudezza e durezza delle forme. Ha così inizio il vagabondare tra stili e reminiscenze di figure storiche sempre alla ricerche del “nuovo”, spaziando tra personaggi classici e religiosi. Insoddisfatto delle patine a freddo che tolgono volume e forza alle opere, presta attenzione alla cromia degli smalti ceramici, attratto dal fascino del“colore cotto”. Nell’intento di riabilitare la terracotta nei confronti della pietra o del marmo, viene traghettato in questa nuova esperienza, “alla ricerca del colore e volume perduto”, dalla ceramista Gabriella Zazzeri, un vero e proprio “Mangiafuoco” in gonnella, che lo porta dritto nella tecnica Raku. Qui la sua istintività prende forma e corpo, esplode. Fare presto per lui non è più un gioco, ma un imperativo. Le sue opere, una competizione con il tempo che tutto cambia, e modifica, perfino le idee. Di questo periodo (1980/90) le sculture di soggetti sacri che trasudano forza e fede quasi assente, misteriche dalle movenze materiali. Dal misticismo al simbolismo, fino all’essenzialismo, per tuffarsi poi nella astrologia, nella magia-alchemica.

 

Nel periodo (1990/2000) le sue donne, diventano quasi madri frettolose dal ventre sempre gonfio, ma pudiche, e senza mai abbandonare la sperimentazione per realizzare impasti per la mono-cottura e il bucchero. Cambia radicalmente vita dopo la nascita della figlia Giulia. Dopo due anni forzati di “astinenza artistica” si ripropone con una nuova produzione che sembra capovolgere radicalmente le sue convinzioni iniziali. Le sue donne non sono più fatali o sguaiate, ma acquistano quella grazia morbida e giocosa dell’innocenza dei fanciulli,
e anche l’esposizione un po’ sfacciata dei sessi, non violenta l’occhio, ma li mostra pudicamente, come una etichetta che identifica: marca e taglia. Queste ultime opere si lasciano ammirare e  affrontando la critica con rinnovati stimoli, facendo riaffiorare qua e là, sapientemente celati, le chiavi del simbolismo magico, nei corpi che si mescolano armonicamente a oggetti, come attratti dal vortice della danza.

Linee curve e morbide, in contrasto con i pieni e vuoti che travalicano la materia stessa.

Anche nel RAKU trasmigra parte di queste sue  nuove esperienze e i suoi RAKU diventano “unici”, vere e proprie sculture che manifestano la confidenza propria degli oggetti del nostro quotidiano.

 

                                                                              Giovanna Maria Carli

 


 

Nessun commento:

Posta un commento