Che cosa c’è tra Fiesole e me ?
Ovvero confessioni di una donna nata in Maremma.
Che
il territorio di Fiesole appartenesse alla mia sfera più intima era stato
determinato da pure casualità, da quella voglia di lasciarmi andare nelle
cose……Con il piacere di godere di quelle belle e con il dolore di soffrire per
le avverse e…così dopo la visita a
villa
Peyron al bosco di
Fonte Lucente (un nome che già mi affascina) mi è venuto desiderio di
cercare di riannodare i “nodi”
nel tempo e
nello spazio…
In quel di Vincigliata
avevo continuato a conoscere, lei Amalia
Ciardi Duprè, mi ero persa nel paesaggio del luogo: una terrazza tra
Fiesole e Firenze, e in quel suo capolavoro interamente in terracotta; attraverso
le mani Amalia aveva fatto si che trionfasse l’amore per il Creatore e per il
Creato tutto: una preghiera, un atto di fede il suo…
da lì a Borgunto
per un piacevolissimissimo itinerario, a Ponte a Mensola
dove grazie a Sally e Robert Posner,
le mie poesie erano state esposte, per una intera estate negli U.S.A.: in una
mostra dedicata alla Toscana e a me; d’altra parte oltreoceano ero già arrivata
all’università di Boston Mugar Memorial Library grazie alla mia adorata sorella
di penna Luciana Damiani Serantoni.
Elizabeth Chaplin che avevo conosciuto grazie ad Andrea uno
degli uomini meravigliosi incontrati nel cammin…e che mi avevano reso
Pitti…così familiare.
Un Natale alla cattedrale
di Fiesole avevo avuto l’onore (mi sentivo piccola piccola) di trovare
stampato su un biglietto color rosa una parte del mio articolo, pubblicato su
Toscana Oggi sul presepe di Carlo Reggioli; sempre sul presepio che dire dei
Natali passati in ammirazione di quelli realizzati in alternanza con paesaggio
toscano ed arabo da quel Rolando Jayer, fotografo di Fiesole antica e per
rimanere in tema Franco il fotografo delle mia vita che l’ha documentata da 30
anni e più il quale sostiene che le più belle foto le ha scattate sull’ara del
teatro romano di Fiesole anche se io propendo per quelle di Boboli e della
villa Medici…
A Castel di Poggio
“intimata” da Manlio scriverò il mio primo tentativo di sceneggiatura per un
film fiaba intitolato:
” Imperciocchè”
una parola di Boccaccio che tanto mi piace per quel suono
per quel non so che…(Imperciocchè si può leggere sul sito donatomi da Giulio
http://tundoro.altervista.org (per lasciare un messaggio andare su poesie e
AMORE)…
a San Domenico
l’incontro degli incontri ,lì viveva il mio maestro ideale, quello che avevo
ricercato tutta la vita e che ho avuto il dono di incontrare quel mitico Padre
Innocenzo Colosio dagli occhi azzurri limpidi come il cielo sereno che vivendo
tra San Marco e San Domenico mi aveva insegnato cose bellissime purissime
rendendomi partecipe ora delle bellezze del Beato Angelico, della poesia del
piccolo cimitero accanto alla chiesa, ora del presepio che in tutte le chiese
dei Domenicani è fisso conversando- guardando quel monte Ceceri da cui Leonardo
tentava il primo volo umano, ora dei segreti delle sue biblioteche la Giacomo
Devoto, la Levasti, ora insieme a
raccogliere, a seconda delle stagioni, ciliegie diosperi, o rose o le olive nel
campo al di là del confine del loggiato del convento dove i nostri conversari
si dilungavano nelle cappella delle Beatitudini…ogni foglia ogni carezza di
vento, ogni cosa divina e naturale era qui semplicemente nelle mie mani per quel
mistero che fa talvolta della vita un miracolo.
…oggi un mercoledì di Settembre meravigliosissimo in cui il
sole ha proprio deciso di mettere fuori ogni suo più lucente raggio approdavo
per la prima volta a Villa Peyron, non che questo nome non avesse prima
rimbalzato nella mia mente, ma oggi era la prima volta fisicamente.
Dopo la conferenza stampa perfetta organizzata da Federica e
il Barletti, dopo le parole sempre all’altezza, colme di saggezza del
Presidente dell’Ente Cassa Di Risparmio avv. Edoardo Speranza, del Sindaco di
Fiesole Fabio Incatasciato del segretario generale della fondazione parchi
monumentali Bardini e Peyron Michele Gremigni del Presidente della società
trasporti LI-NEA Maria Grazia Nencioni Martignoni del vicepresidente dottoressa
Marcella Antonini; dopo lo scambio di parole con i colleghi il grande Giuliano,
Gianni, Raffaella e la conoscenza di Silvia che lavora nell’ufficio cultura di
Fiesole e di Cecilia una ragazza eccezionale (ci bastano poche parole per
capire che siamo in sintonia ) grazie ad un bus navetta LI-NEA siamo
felicemente, comodamente condotti nel cuore della villa. Subito alla discesa mi
affascinano gli alti cipressi chissà perché, quando li vedo mi ritorna in mente
Van Gogh e gli obelischi egiziani, la giuda ci spiega che il cipresso più
longevo più grande ha il nome di Garibaldi ci introduce alla storia di questa
villa un tempo semplice dimora di Paolo Peyron che aveva solo 8 anni quando
muore il padre e che, una volta diventato adulto dedica alla villa ed al bosco
ogni suo avere materiale, ogni suo pensiero facendone un gioiello
indimenticabile agli occhi e al cuore. A proposito dell’inizio della
costruzione del giardino Peyron ricordava ”La prima cosa che ho pensato è stata
quella di realizzare uno squarcio nel bosco per aprire la vista verso il
paesaggio”. Una ricerca di luce che mi richiama direttamente che la proprietà
deve il nome alla presenza di un rigoglioso bosco dal quale emergono giardini
all’Italiana e una fonte cinquecentesca posta a monte della villa, che fornisce
per caduta l’acqua necessaria al funzionamento della 29 fontane e di un
laghetto.
Mi colpisce il profumo che giunge da una pianta precisa che
conosco per la prima volta L’OSMANTO…questo
profumo mi giunge direttamente al cervello che forti sensazioni mi provoca
sotto questo cielo accarezzata dal vento baciata da questi raggi lucenti di
sole mi penetra rendendomi incapace di fare un passo.
La piscina d’acqua purissima con i tritoni, gli ulivi i
gerani vorrei raccoglier con lo sguardo ogni angolo ed ogni foglia,
impossessarmi di questi verdi, ma questo profumo non mi lascia libertà di
sguardi mi conduce a Paolo alla generosità dell’uomo che nel 1998 dona alla
Fondazione il complesso monumentale di Villa al bosco di FONTE LUCENTE con la
volontà di rendere gli altri partecipi di questo miracolo di dedizione perché
altri possano godere del fruscio di ogni foglia della regalità dei cipressi, di
ogni verde…
mio Dio questo profumo…la prima volta la prima volta a Villa
Peyron al bosco Fonte Lucente per questa voglia….
Pulchara
Sunt Quae Videmus Beautiful is what we
see
Quae Scimus
Pulchriora More beutiful is what we know
Longe
Pulcherrima Quae Ingnoramus Most beautiful by far is what we still ignore
dedico questo mio narrare a Cecilia una ragazza in gamba.. a
lui Profumo…e naturalmente a Paolo
Carmelina Rotundo Auro
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