martedì 7 agosto 2018

bozza libro ROSETTA DELLA MONICA



 
7 ottobre 2017


 

Le tende di questa stanza bianche su bianco ricamate traforate con il tocco allegro di due girasoli a mò di fiocco che le tengono raccolte, al di là rosa su celesti, celesti con bambagie di nuvole.

 

COSI ERANO TRASCORSI I GIORNI SERENI DEI DIALOGHI CON LEI ROSETTA

Il taglio dei capelli nero ebano “scolpito” che molto bene incornicia un volto aperto con un sorriso che dice la vita è bella nonostante tutto!

 

ROSA – ROSETTA – ROSETTINA

una rosa che ha profumo e spine, ha petali delicati … sospiri, voli di una donna :

mamma – moglie – nonna – docente

“La finestra un momento di fiducia, il cuore si apre verso una nuova vita”

 

…”mi piacciono le rose” così si esprime Rosetta parlando della sua pittura e dei suoi fiori preferiti.

 

Le chiamano macchine e queste servono a spostarci fisicamente: la luce del giorno che cede il passo a quella della notte una temperatura quasi calda che si sta abbassando per effetto del forte vento e per il temporale improvviso violento intenso, i primo di una lunga serie di questa sesta notte di ottobre.

una macchina niente più dove i pensieri si vanno staccando da CESARE per entrare in SARA e in NADIA.

Figlie, giovani promesse che si trovano ad affrontare percorsi irti di pericoli tanti, tantissimi: inganni false promesse che tentano di negare il futuro, la felicità ai giovani…

 

… avrei voluto piangere, ma il tempo atmosferico lo faceva per me:

gocce di pioggia a ripetizione che creano su vetri tic – ticchettio, i silenzi per ascoltare don Chisciotte di Francesco Guccini

 

“…. Nel mondo oggi più di ieri domina l’ingiustizia,

ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;

proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto

d’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto……

L’ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,

anche l’anima dell’uomo ha toccato spesso il fondo,

ma dobbiamo fare presto perchè più che il tempo passa

il nemico si fa d’ombra e s’ingarbuglia la matassa…

Il “potere” è l’immondizia della storia degli umani

e, anche se siamo della storia degli umani

e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,

sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte:

siamo i “Grandi della Mancha”,

Sancho Panza … e don Chisciotte !

 

 

….. e l’arrivo di notte in una città che è stata la caput mundi :

 

il sorriso di Rosetta e Franco cancellano ogni pensiero legato a Cesare, a Nadia, a Sara, ai giovani così osteggiati nella realizzazione di un futuro sereno.

 

Rosetta l’ho ammirata grazie alle mostre a cui mi ha sempre invitata ed alle belle poesie che mi ha donato (una di queste fa parte dell’antologia “Pianeta donna”, promossa dalla PERGOLA ARTE), perché io le leggessi; un artista della quale amo il tratto, il colore, che mi meraviglia per la padronanza dell’uso delle tecniche: dalla grafia, al pastello, alla china, all’acquarello, all’olio su tela, o carta, o carta vetrata, alla pittura su stoffa, per il collage su legno di monete ( le vecchie lire) e rame a comporre fiori o “preziosi” grappoli d’uva con i lor pampini, opere dove traspare una fede salda in CRISTO e la fiducia nella MADONNA, madre di tutti noi non manca una vasta produzione persin d’arazzi.

 

Accanto alla testimonianza di una profonda e sentita fede, Rosetta narra e dipinge il rispetto per il diverso con opere in cui affronta temi sociali dove le persone in difficoltà, pur con le loro diversità, giocando al pallone sono integrate in contesti di giochi….

 


 

Amore per il Creatore e il Creato tutto nella sua arte

Ad Angri, nella diocesi di Nocera dei Pagani, le radici di ROSETTA.

La vita di Lei attraversa i territori dove ha vissuto don Alfonso Maria Fusco (1839 – 1910), sacerdote fondatore della Congregazione delle Suore di san Giovanni BATTISTA.

 


(Rosetta è la prima bambina da destra mentre al centro è Monsignor Vincenzo del Pezzo

e al suo fianco destro la signora Maria, nipote del fondatore)

 


(Monsignor Vincenzo Del Pezzo)

 

La via Campanile, che dal 16 ottobre 2016, viene intitolata a don Alfonso Fusco, orgoglio di tutta Angri, innalzato agli onori di Santità, proprio quel 16 ottobre.

In quella Via, in quella casa Rosetta gioca con Antonietta, figlia di Maria pronipote del Monsignor don Vincenzo del Pezzo. Con loro gioca anche Alba la sua amica del cuore…

Le bimbe giocano, si divertono nei luoghi dove Monsignor don Vincenzo del Pezzo ha dedicato la sua vita all’educazione e alla cura spirituale del corpo dei bambini e dei giovani prevalentemente poveri e bisognosi. La Sua finalità era dar loro una formazione non solo culturale, religiosa e professionale ma anche una preparazione alla vita futura.

Nella casa dove vive Monsignor don Vincenzo Del Pezzo c’è la cappella.

Cappella, appartenuta al Reverendo Alfonso Maria Fusco, fatto Santo da Papa Francesco nel 2016.

 

Stiamo costeggiando il Colosseo, che non avevo mai visto di notte. I fori, i ponti di una Roma ancora imperiale…

Boccea, il quartiere raggiunto a notte inoltrata – quando la Pioggia è cessata !

 

Entriamo nella casa di Rosetta ricevendo un’accoglienza principesca in una camera azzurra: lenzuola, settimino, quadro di dune e palme dell’uomo in viaggio sul cammello.

Un veloce – intenso (sono le una di notte) passeggio nel salone di casa.

 

DELLA MONICA – MANZO

salone che ha accolto ed accoglie le riunioni conviviali di famiglia, feste di compleanno, anniversari: le tende qui son rosso imperiale e bianco papali, il divano rosso ed arancio per toccata e fuga all’esposizione dei quadri, in questo salone appesi, che negli anni ROSETTA ha realizzato…

atmosfera d’artista

“mia mamma Maria Rosaria, una colonna ionica elegante slanciata,

mio padre Alfredo, una colonna dorica salda robusta.

 

 

A mio Padre
A mia Madre
A mio Padre
Oggi ti ho svegliato.
Ti ho stretto a me così forte !
Eri immobile e non hai sentito
Le mie mani accarezzarti ?
Si, t’ho accarezzato dolcemente
come quando, bambina, mi accarezzavi
posando le tue ruvidi mani
sul mio viso ingenuo.
Quante volte t’ho visto
Preoccupato per me, per la mia salute !
Ora temo, ho paura. Si, ho paura
Di quella maledetta, che tutti temono
E che chiamano Morte.
C’è una fievole voce
Che canta.
Essa è dentro di me!
Ho qualcuno che mi ascolta,
riempie i miei vuoti,
la mia solutine.
Sei tu mamma !
Il tuo calore mi riscalda
Ancora Oggi,
come Ieri.
Quel calore che solo tu mamma,
riesci a trasmettere
e placare il mio animo inquieto.

 

 

Rosetta, l’ultima di sei figli.

I genitori svolgono importanti attività lavorative :

la mamma, maestra di tessitura;

il padre, nell’industria conserviera con particolari mansioni. Infatti, solo lui sapeva far funzionare quella macchina che provvedeva …

 

Le sorelle Angela, Sofia, Anna, Gianna, e l’unico fratello Vincenzo seguiranno gli insegnamenti dei genitori svolgendo attività socialmente utili.

 

Alla sorella Sofia era affidato il compito di prepararci per andare a scuola.

Era lei che provvedeva a mandarci a scuola in modo ordinato e pulito con i capelli lunghi raccolti a trecce e fiocconi;

Giovanna, risponderà alla vocazione prendendo l’abito delle Suore Battistine, fondato dal Santo Monsignor Alfonso FUSCO, prendendo il nome di Suor Maria Rosaria ed attualmente insegna presso l’Istituto delle Suore Battistine di San Benedetto del Tronto. In passato aveva anche insegnato pianoforte.

Angela, prenderà il posto della mamma tessitrice nella cotoneria meridionali di Angri (SA), oggi deceduta.

Anna, ha lavorato presso la società Marzotto in qualità di cucitrice.

Vincenzo, ha svolto attività di infermiere professionale.

 

C’è la guerra, la terribile guerra inventata dagli uomini per morire e far morire, ma non solo quella del 1940 – 1945.

La guerra non riesce a distruggere l’amore tantè ci sono famiglie unite come quella di Della Monica; nella famiglia unita e i genitori si amano, dice Rosetta.

 

La vittoria insieme come la gioia aumenta

Allo chalet vanno le bimbe perché qui ci sono le primizie più gustose:

l’uva, i mandarini, i cachi perché qui don Vincenzo legge il breviario felice di aver la gioiosa compagnia delle piccole che ne compivano di birichinate, ma chi non le ha fatte a quell’età andando a prendere il chicco d’uva, frutto proibito…

 

Birichinate, che don Vincenzo con pacata calma sottolineava insegnando con l’esempio la dolcezza persino nel rimproverarle. Rosetta ricorda in modo particolare che per scoraggiare don Vincenzo diceva con tono ironico e divertito “non andate allo chalet che c’è il serpente…” ma i bimbi si sa hanno tanta incoscienza da sfidare i pericoli più grandi!

 

Durante i primi anni della frequenza alla scuola elementare, si manifestano sempre più i piccoli problemi motori che non poco preoccupano la maestra durante le ore dedicate all’educazione fisica. Infatti, notava che Rosetta cadeva spesso in quanto non riusciva a restare in piedi… i genitori, al terzo anno delle elementari, che all’epoca c’erano gli esami, consigliati da un grande professore di bologna nel campo ortopedico consigliava di far operare la figlia presso l’Ospedale di Salerno.

 

Era il mese di maggio del 1950

“Mi ritrovai avvolta in un lenzuolo di gesso”

Alba, l’inseparabile amica, va la mattina e torna di pomeriggio. Legge e recita le favole, s’inventa di tutto e di più per distrarre Rosetta.

L’intervento non ebbe l’esito prefissato in quanto gli procurò uno scompenso alla colonna vertebrale, nonostante l’uso della scarpetta ortopedica ed il tutore consigliati dall’ortopedico. In più rischiò di saltare gli esami se non fosse intervenuta la brava e dolce maestra Maria Concetta ROBERTAZZI che Rosetta descrive :

“””alta, formosa, capelli sul rosso, vestita di nero; veniva da Milano ed era rimasta vedova con due figlie; una maestra che capiva le doti di ognuno di noi e le portava a fiorire. Di me apprezzava la capacità di disegnare ed una volta per un mio disegno, ricordo che la maestra, fece fare l’applauso.

Anche il padre era solito dirle “sii tenace” ed aggiungeva la vita si combatte vengono i momenti brutti e quelli belli…””””

 

Mentre frequentava la quinta elementare, il padre la porto per una visita ortopedica di controllo presso l’Ospedale di Napoli ove consigliavano una nuova operazione.

 

Per la seconda volta ROSETTA FU OPERATA

…..non fu possibile a Rosetta di andare a scuola media e i saggi genitori misero la piccola dalle Suore Battistine dove imparava ogni piccolo segreto del ricamo e del cucito.

Ancora oggi, infatti, all’attività pittorica Rosetta affianca dei lavori a maglia, ad uncinetto, pittura su stoffa e creazione di originali uniche maglie e borsette da favola che alla praticità aggiungono il tocco della maglia di originalità: belle, pratiche e leggere.

 

Di quel periodo le passeggiate nel Viale tra il Palazzo d’Oria e la Villa D’ORIA

Il Palazzo, da sede dei Principi è diventato Palazzo Comunale ed oggi è un Centro Congressi; anche il Viale se l’è portato via la modernità con le sue romantiche panchine di legno.

Nel Viale allora le corse e pur con i suoi limiti per prima al traguardo arriva anche lei Rosetta perchè tutti ce la possiamo fare, tutti anche i diversi se insieme e nella gioia del dialogo e del rispetto dei diversi….. Rosetta quel dialogo e quel coraggio l’aveva ben imparato dai genitori; infatti, il padre era solito ripetere:

SII TENACE

Insegnamenti arricchiti dagli esempi di un sacerdote grande nella vocazione come nella missione di educatore dagli amici da chi si incontra in questo cammino di nostra vita.

 

Gli studi a Napoli, i viaggi all’alba su treni e le volte che Rosetta ritardava

Ecco c’era sempre qualcuno che apriva gli sportelli del treno perché non partisse finchè lei rosetta arrivava. Lei, La diversa, Amata, era la Principessa. Il treno, non partiva senza di Lei tant’è che molte volte era lo stesso capotreno a controllare, prima di dare il fischio della partenza che Rosetta fosse salita.

Sono gli anni di un grande amore

L’amore per quel giovane educato gentile SALVATORE che gli porta ogni giorno una rosa con il quale progettavano un villino dove poter condividere la gioia del matrimonio e la ventura se Dio lo concedesse dei figli.

Sono passeggiate di innamorati che si siedono sulla panchina per scambiarsi le prime carezze, i primi baci, …. Ma tornato dal militare SALVATORE si ammala e muore.

Muore tra lo scoccare dell’ultima notte del 1968 a l’alba del 1969 tenendo la sua mano in quelle strette dell’amata Rosetta che avrebbe dovuto sostenere di li a pochi giorni il concorso per l’insegnamento.

Si chiude nel dolore, ma la notte prima del concorso …… un sogno, le coperte si alzano quasi ad invitarla ad alzarsi e una voce sembra dirle che deve andare…. per amore, per amore Rosetta si veste e appena scesa come nei sogni passa quell’autobus che la porterà a Napoli.

Il concorso verte sulla progettazione di un villino di millecinquecento metri quadri con un angolo per i giochi…

I sogni la realtà?  Quante volte si uniscono si confondono si sovrappongono perché la vita è avventura, è dolore e gioia, è speranza e disperazione, è…? Quello che tu vorrai seguendo sinceramente il cuore.

La vincita del concorso vede il salpare, accompagnato dal fratello Vincenzo, in terra di Sardegna precisamente ad Jersu (NU).

……nuovi orizzonti, nuovi paesaggi, la gente le vuole bene…… alloggia a casa di una vedova, parrucchiera, madre di tre bimbe che diventeranno per Rosetta come dei figli.

Intanto, da Pompei è arrivato Franco che lavora alle poste, anche lui giovane.

I due si innamorano e costruiscono una vita insieme.

La Sardegna ha rappresentato per Rosetta quell’insegnamento da lei tanto desiderato e l’ha portata a saper conciliare l’insegnamento dei genitori e l’esempio di don Vincenzo accanto alla pittura dei paesaggi dell’Isola tanto da conquistarla nel “ritrarre paesaggi” in un anelito di speranza.

 

 

JERZU

I tuoi monti sembrano castelli fatati.

Li guardo, li ammiro,

mi soffermo, mi dispero,

sognando, mi addormento.

Un tintinnar di campanelle

Fa svenire i miei sogni,

sei tu pastore che

con le tue pecorelle,

mi risvegli, riportandomi

ad una triste “ realtà “.

 

 

 


 

 

Rosetta viene trasferita a Roma

dove insegna presso il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Maccarese per 35 anni. E’ madre di due figli: Annalisa e Gianluigi.

Annalisa, docente presso l’Istituto Comprensivo Via Boccea, 590, Roma.

Gianluigi, impiegato presso l’aeroporto Leonardo da Vinci.

 

Il ritorno nel salone

dove paesaggi della Sardegna dipinti o disegnati sono accanto a scorci di Roma, a scorci di mare e fiori: i tulipani, i girasoli, le amatissime rose, i papaveri nella loro esplosione di rossi dove le maternità raccontano di Rosetta del suo essere insegnate – madre.

Madre insegnante con lo stesso alito anelito a dare, a dialogare, ad insegnare e ad imparare sempre come la prima volta facendo anche perché no birichinate tanto non diventeranno mai grandi le insegnanti per quel stare con chi ha negli occhi sincerità e fiducia, incoscienza e coraggio per quel accogliere la mano di chi più debole la tende per chi non sa scrivere e leggere e l’insegnante lo porta a saper essere indipendente a volare, a essere libero, a seguire la luce sempre e comunque.

 

Anche a Roma il critico d’arte Sergio LINCHE’, nel 1973, organizza una personale per Rosetta nella Galleria “IL PENNALLACCIO” sita in Roma, Piazza dell’Accademia di S. Luca.

 

 


 

 

 

Il treno è in fuga

Corriamo

Tutti insieme dobbiamo salirci.

La gioia non aspetta nessuno

Ed è troppo veloce a passare.

 

I temi sacri, la maternità, la crocifissione, i ritratti delle sorelle mentre una ricama, l’altra cuce gli storpi che giocano a pallone, le piante, l’albero piangente che “piange” con l’umanità, tutto sperimenta Rosetta in vista anche di quella che è stata la sua professione:

dalla grafica all’uso della china che con il pennello, il pennellone, i pastelli in una suggestione scenica che sa di favola.

“Il sorriso di don Vincenzo è stato lezione di vita !!”

 

 

 

11° giornata al mare

chi può impedire al mare di baciare la sabbia, di bagnarla?

chi può impedire a questo sole di ottobre di riscaldarci il corpo e il cuore?

chi può impedire di raccogliere conchiglie?

Rosetta è seduta non può camminare con me sulla spiaggia tanti e tanti anni fa…

“ero avvolta in un lenzuolo di gesso”

“nei miei sogni correvo sui prati, nel mare”.

Come vorrei che Rosetta corresse con me in questa 11° giornata di ottobre;

come vorrei che Cesare fosse con me d’estate nel 2014 a raccogliere conchiglie,

lui si che le sapeva trovare

ci sono esseri umani che tentano di fermarti nelle corse

che ti tolgono un fratello, negare l’amore

voglio negare al mare di baciar la sabbia, di bagnarla

ed io mi fermo a piedi nudi nell’acqua di questo mare di Roma

ed abbraccio Rosetta per dirle che le voglio bene.

 

In questi giorni abbiamo imparato a conoscerci di più seguendo lo stesso percorso incoraggiate dai genitori, insegnanti, da amici … perché vogliono correre insieme sui prati a piedi nudi nel mare.

 

7 ottobre 2001

Papa Giovanni Paolo II proclama Beato Don Alfonso, che confidando nella Divina Provvidenziale, fonda la Congregazione delle Suore di San Giovanna BATTISTA.

 

Fin da piccola le problematiche dovute alle gambe ad interventi inopportuni avrebbero dovuto limitare Rosetta nella voglia di correre ma …. amici molto intelligenti e sensibili un’eccellente sacerdoti, una brava maestra …. un bravo marito, di avere in dono due stupendi figli, ha permesso la realizzazione del diverso tutti diversi ed uguali ed abbiamo sempre molto da imparare dall’altro….

 

Carmelina a Rosetta

 

20 ottobre 2017 nel giorno de suo compleanno

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