lunedì 24 marzo 2008

BADIA DI SETTIMO

DINTORNI DI SCANDICCI


Nei dintorni di Scandicci sorge una splendida ed antica
Badia ,le cui origini risalgono al mille.
Secoli di storia, alterne vicende ne hanno segnato la
grande fortuna,la sua decadenza e il ricupero ancora in
atto.
Come uno scrigno essa si apre oggi per mostrare prodi-
gi..grandi tesori,pezzi unici, come le due tavole di Dome-
nico Bagordi, detto Il Ghirlandaio da pochi giorni restau-
rate e riportate nella sacrestia
Tre,originariamente erano le tavole raffiguranti una la
Adorazione dei Magi, l’altra la sepoltura di Gesù e la terza
non ancora ritrovata , la deposizione e sulla quale era
rappresentato San Quintino le cui ossa si trovano proprio
nel reliquiario della Badia : Gli storici pensano che que-
sti capolavori siano stati presi dalle collezioni medicee o
dati in pagamento per dei libri miniati che già venivano
fatti con grande maestria dai monaci
Tre tavole dunque che si trovavano nella sacrestia e che
nel 1871 furono consegnati alla Soprintendenza di
Firenze.
Dopo la distruzione durante la guerra mondiale le pale del-
l’altare furono distrutte ed un pregevole dipinto di Domenico
Buti fu colpito da alcune schegge ,un danno irrimediabile per
la Badia che venne ad avere gli altari laterali vuoti
Nel 1948 don Furno Checchi,il priore ancora in carica,ricerca
e ritrova nell’archivio un foglio in cui si parla delle tre tavole
sopra menzionate e del fatto accaduto nel 1871 Don Furno si
rivolge al prof.Baldini per chiedere direttamente il suo intervento
al fine di restituire le tavole : Due dipinti sono ritrovati a S:Apol-
lonia , del terzo invece,come già detto, nessuna traccia ed ancora
oggi le ricerche continuano.

Negli anni ’60 i due capolavori sono riportati nella sacrestia dove
col passare degli anni si evidenzia la necessità di un accurato re-
stauro che inizia nel Marzo di quest’anno.In un primo tempo le
opere sono mandate alla soprintendenza, ma dato che per il clima
troppo secco cominciano a piegarsi vengono precipitosamente ripor
-tate nella Badia dove avviene il restauro terminato da pochi giorni.
Attualmente il visitatore può ammirare la splendida luce ed il cromatismo nella sacrestia anche se mancano ancora gli ultimi ritocchi ; le cornici
di cui si sta valutando la scelta.:A tale proposito don Furno Checchi
che dal ’48 ,vive in e per la Badia, ricorda come essa sia sempre un
cantiere aperto e che egli ama definirsi “ il prete del calcinaccio” proprio
perché le cose fatte e da fare sono state e sono sempre molte.

Carmelina Rotundo

Nessun commento:

Posta un commento