lunedì 2 giugno 2008
LO SCOPPIO DEL CARRO
STORIA FIORENTINA
LO SCOPPIO DEL CARRO
Si chiamavano PAZZI ma non erano tali.
Storia di uno scoppio del Carro attraverso i secoli
Dal fuoco ( piros ) alla pirotecnica,
Al fuoco, elemento, primordiale come all’aria, all’acqua, alla terra da parte degli alchimisti è stato sempre attribuito un carattere di sacralità
Presso gli etruschi, i greci, i romani il fuoco stava sugli altari e le vergini vestali lo custodivano-
Il vangelo accenna alle vergini stolte o sagge che devono servire l’olio per le loro lampade
Nelle nostre chiese arde una lampada a indicare la presenza dell’Eucaristia.
Così pure, durante i giochi delle Olimpiadi si accende una fiamma al termine dei una fiaccolata condotta e scambiata tra i corridori di tutti i paesi. E quella appunto si chiama la fiamma olimpica.
A Firenze leggendo e storia risalgono nei secoli ad una cerimonia del fuoco che, oltre alla sacralità del fuoco ed alla austerità delle cronache, accomuna la bellezza artistica e la prorompente vitalità di una feconda stagione ,quanto la Primavera. E’ pure questo un fragoroso “scoppio” di stimoli e la celebrazione d’una festa.
E’ una festa che a Firenze, per otto secoli, si celebrò al Sabato Santo e successivamente al mezzogiorno della Pasqua, per merito di un componente della famiglia dei Pazzi.
Fu il guerriero crociato Pazzino dei Pazzi, al seguito di Goffredo di Buglione, a inalberare sugli spalti di Gerusalemme il vessillo della Croce. Era il capitano delle milizie fiorentine e ricevette la decorazione della corona murale.
L’arme della famiglia Pazzi reca due delfini dorati in campo azzurro,seminato di croci che araldicamente significavano la partecipazione alla crociata del 1088.
Pazzino dei Pazzi, oltre alla decorazione, portò da Gerusalemme un eccezionale trofeo: delle schegge di una pietra focaia ricuperata dal Santo Sepolcro, eccitando le quali si ottiene un fuoco, appunto un fuoco sacro di cui beneficiava Firenze.
Qui il racconto si complica: entrano in conflitto storia e leggenda.
La storia si può dire, fra l’ altro, una lunga treccia di fili che talora di smagliano in singoli riccioli.
Uno di questi è la storia dei Pazzi. Questi Pazzi forse ignoti a Dante Alighieri, col tempo diventarono famiglia prepotente, forse alleata agli Albizzi e avversa a Cosimo il Vecchio e i suoi figli.
Altrove questa storia è raccontata.
Ed altre storie e leggende decorano Firenze. Pagine e pagine di documenti ed immagini, ma è più bello accettare tutto, in buona fede.
Noi guardiamo lo spettacolo dello scoppio dl Carro come è oggi, come vengono ad ammirarlo gli stranieri. come spicca alla televisione, come ne traggono auspici i coltivatori dei campi.
Leggiamo in un volantino.
Le scaglie di pietra focaia, provenienti dal Santo Sepolcro,portate nella Chiesa di Santa Mariasopraporta
e poi, in quella dei Santi Apostoli servivano ad accendere il sacro fuoco che veniva portato in Duomo la mattina del Sabato Santo, donde poi una cerimonia più articolata: lo scoppio del carro..
Lo spettacolo lo guariamo oggi, da noi, non avviene più al Sabato Santo, ma alla Domenica di Pasqua
Ecco come lo descrive un giornalista dei nostri tempi.
E’ mezzogiorno in punto davanti ala Cattedrale di Firenze, la Domenica di Pasqua
Mentre in Cattedrale si intona il Gloria ,dall’altare scatta una razzo, la “colombina” che guidata da un filo raggiunge una specie di castello il “Carro” che alttende nella piazza dinanzi al Battistero.
Succede un finimondo, fischiano girandole predisposte sul Carro, impazziscono le campane, si spaventano i piccioni, si commuove la grande folla degli spettatori. D’un momento mistico infatti si tratta .
E il giornalista si diffonde con esempi di altre analoghe celebrazioni, con riferimenti sulle meridiane..
Continua in chiesa la messa per i devoti, che ascoltano l’omelia di Sua Eminenza il Cardinale, si scambiano i segni di pace e si ritirano le uova portate a benedire.
BUONA PASQUA anche a chi riceve questo racconto che trasmettiamo via Fax
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