lunedì 28 settembre 2009

Trappole e gabbie

TRAPPOLE E GABBIE. RACCONTI STELLARI.
Overro un percorso verso la libertà

Sono ben forgiate le “armi” che l’autore mette in campo per tenere avvinti ragione e sentimento, sorriso e sgomento. Fausto Sbaffoni conia abilmente nuove parole e, per suoni e forme le compone in frasi che legano lo sguardo alle righe, alle pagine, anche se Sbaffoni in questo caso è solo il traduttore di un volume scritto in galattico antico, trovato dall’amico ed astronauta Dan, da un rigattiere di una luna di Basis ad una quindicina di anni luce, nella costellazione dell’Ariete. Composizione del linguaggio e contenuto hanno creato nella mia mente un “cortocircuito” la mente umana che non procede matematicamente, uno più uno non fa solo due, può dare tre, quattro... percorsi non lineari, ma labirintici (la copertina del libro riproduce il Mosaico del labirinto di Calvatone).
“Tutto era incredibilmente stupido e ottuso, ma non c’era nulla da fare”, Guerric, il protagonista del primo racconto Il Visto “rinunciava a pensare, rinunciava a capire, rinunciava a reagire...”
Sull’ottusità umana?
“Sembra non avere limiti”
Equilibrio ambientale, perizia e lungimiranza dei governanti?
Autoincensazione e constatazione della distruzione dell’ecosistema.
Sulla sfida umana?
10 alla google: se si volesse sviluppare la potenza scrivendo gli zeri dopo l’uno non basterebbe una vita!
Sulla capacità di trovare armonia tra le diverse categorie di lavoratori?
Sulla presenza del male (fame, ignoranza, morte...)?
sul disguido di una manopola di apertura della cabina telefonica che non funziona e crea un colossale equivoco?
“Sbarbarsi o non sbarbarsi?” Scegliere o non scegliere quando anche non scegliere è scegliere? Scegliere di non scegliere appunto. Come uscire dal dilemma ben più che amletico?
Non è più il paradiso di una volta!

Un percorso di dodici racconti separati, ben distinti uno dall’altro , e nello stesso tempo uniti da una cornice comune: gli spazi interstellari e intergalattici (sono ambientati su differenti pianeti extrasolari); e da un un tema comune: l’ingabbiamento, l’intrappolamento, dove ogni tentativo di uscire diventa un nuovo motivo di imprigionamento.
Il commesso viaggiatore dell’ultimo raconto “Dal chiosco al chistro” appare come il personaggio che lega tutto, perché in lui sembrano risolversi le lancinanti contraddizioni che dominano i diversi racconti. Egli infatti , a conclusione del suo e nostro travagliato viaggio “percepiva con estrema chiarezza come il mondo che aveva lasciato non era altro che un labirinto di trappole e gabbie e lui ne era uscito”
E, sempre nell’ultimo raconto, la storia del canarino che pur potendo vivere libero preferisce tornare nella gabbia che a sua volta si trova dentro un chiosco.
Qual’è il limite tra il dentro e il fuori?
Tante provocazioni e tante domande cui il libro cerca di dare una risposta in un universo nel quale tutto sembra far disperare di trovare una via di uscita, una soluzione.
Ma l’ultimo racconto ci indica una chiave per superare i dedali del gigantesco labirinto fisico e concettuale
Un’opera da leggere e rileggere che si rivela ogni volta nuova per quei opercorsi che la mente sa e non sa, il cuore sa e non sa, per stupirsi ancora.
Si colloca tra l’altro molto bene nell”Anno dell’Astronomia”, per la sua ambientazione cosmica in concomitanza con le celebrazioni galileiane,
Caso, causalità? destino, non destino?, vuole che io lo leggo il 15 agosto dopo aver appena consultato il catalogo della serie di mostre e di eventi che in Toscana sono state organizzati per onorare Galileo, il primo scienziato della modernità, primo ad aver puntato lo sguardo verso quei mondi lontani che costituiscono lo scenario in cui si svolgono le vicende a volte comiche, a volte grottesche, a volte tragicomiche, ma sempre profondamente umane di questo libro, certo singolare, ma senza dubbio altrettanto avvincente e coinvolgente, capace di varcare gli angusti limiti della banalità quotidiana e proiettarci verso gli abissi profondi dell’universo e le insondabili profondità dell’animo umano.
Edizioni NERBINI 2009.
Carmelina Rotundo

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