Chi non ricorda la famosa frase di Eduardo De Filippo nella
commedia «Natale in Casa Cupiello» dove l’interprete chiede al figlio nella sua
casa povera e fatiscente: «Te piace o’ presepe?» e il figlio risponde di no con
grande rammarico del padre che con tanto amore aveva preparato il suo presepe
nell’imminenza delle feste natalizie.
A noi piace iniziare da qui questa storia proprio dalla
capitale incontrastata del presepe: Napoli.
Quando si parla di presepi il pensiero corre subito a quelli
bellissimi napoletani specialmente del ’700 in legno scolpito e in terracotta.
Ma non bisogna dimenticare che la Toscana ed in particolare nella zona della
Lucchesia nacquero le più prolifiche fabbriche di presepi nei primi del ’900,
alcune delle quali ancora esistenti, come Fontanini, Barsanti, Marchi,
riconvertite solo nei materiali attuali dei loro prodotti che erano in gesso o
in cartapesta ed adesso nelle più moderne resine.
Ed è proprio questa centenaria tradizione artigianale che ha
fatto conoscere il «made in Italy» nel mondo che possiamo vedere nella grande
mostra «Calenzano la città dei presepi», promossa dal Comune di Calenzano e
coordinata da Agostino Barlacchi. Non a caso è stato scelto questo titolo,
perché l’evento si sviluppa anche al di fuori delle mura espositive del Centro
Eventi St.Art di via Garibaldi espandendosi in tutte le frazioni del
comprensorio calenzanese in una sorta di «prologo». Il visitatore viene
coinvolto divenendo lui stesso protagonista di questa manifestazione visitando
e scoprendo innumerevoli presepi, talvolta stravaganti, in molteplici
manufatti, dalla terracotta, alla carta, legno, farina, polistirolo, perfino
lenzuola, collocati in chiese, pievi, piazze, tabernacoli, associazioni,
negozi, fattorie e nei punti più curiosi, fino ad ammirare, presso Art
Defender, il presepe del 14° secolo di Santi Buglioni (nella foto) concesso
dall’Arcidiocesi fiorentina in una sorta di percorso di una vera città del
presepio che ne valorizza e promuove il territorio.
Il settore denominato «I presepi del territorio» è stato
inaugurato l’8 dicembre e si concluderà il 6 gennaio. Da venerdì 21 dicembre
prende invece il via – per terminare sempre il 6 gennaio – l’esposizione
culturale al centro St. Art dove saranno collocate oltre 5.000 statuette di
tutte le misure, fatture, ambientazioni possibili. La rassegna viene
inaugurata alle ore16 nell’Altana del
nuovo Palazzo Comunale alla presenza dell’arcivescovo cardinale Giuseppe
Betori. Dalla centenaria fabbrica Fontanini di Bagni di Lucca vedremo il grande
presepe artistico a grandezza naturale che ogni anno viene esposto in Piazza
San Pietro a Roma, mentre di Arte Barsanti sono i personaggi ancora in gesso
sformati da antichi stampi e che ogni anno vengono esposti in Piazza Navona.
Anche in questo caso non mancano documenti e ricostruzioni sull’antica vita del
figurinaio lucchese con i suoi attrezzi e stampi insieme agli esemplari
provenienti dal Museo della Figurina di gesso di Coreglia Antelminelli, mentre
l’Associazione Italiana Amici del Presepe di Roma partecipa con il presepe
sudtirolese del più grande dei maestri intagliatori di Ortisei, Henrich Demetz.
Originale il presepe interamente autocostruito di Mario Minuzzo di Pisa con
personaggi meccanici in movimento. L’omaggio alla capitale del Presepe arriva dalla
Galleria Antiquaria Fiorentina di Giulio Frascione, dell’Associazione antiquari
d’Italia, grande conoscitore, estimatore e collezionista di natività
napoletane, con un presepe del 1800 con oltre 60 figure in terracotta dipinte a
mano e vestite con stoffe antiche.
Alla Lucchesia è dedicato tutto un importante settore che
non si limita a far conoscere e ammirare la Natività come presepe, ma
approfondirà l’affascinante storia del «Presepe e i suoi personaggi» in un
percorso scientifico e storico attraverso appunto le statuette che
rappresentano mestieri, i pescatori, contadini, la vita del mare, i venditori
dei mercati, delle taverne, pastori, greggi, animali, fattorie. Possiamo anche
seguire l’evoluzione e la riconversione di queste fabbriche negli anni dal 1930
al 1960 e dei loro prodotti immessi sul mercato, quando ci si accorse ben
presto che non era sempre periodo natalizio e, per sopravvivere tutto l’anno,
si pensò di introdurre qualcosa che potesse andare in mano ai ragazzi per i
loro giochi ludici in qualsiasi periodo. Ecco allora gli asinelli tolti dalle
capannucce divenire muli per someggiate per gli Alpini, oppure dromedari o
cammelli tolti dai loro Re Magi messi accanto a truppe di Libici o Ascari,
oppure animali tolti da case di contadini o fattorie e immessi in zoo o piste
da circo. Ma in molti casi ecco apparire accanto alle figure delle fabbriche
della valle della Lima anche altre ditte specializzate Italiane come
Confalonieri, Valentino Landi, Xiloplasto, Salpa, Rovello, Nardi, Chialù, Figir,
Celloplasto tutte con i loro settori rivolte ai presepi. Dall’estero arrivano
colossi tedeschi come Elastolin, Lineol dal Belgio, Durso, Durolin. E ancora
Schusso, Leyla Incamin, o la prolifica Tipple Topple, tutte fabbriche che
avevano raffigurati nei loro cataloghi animali, carri, personaggi civili di
misure piccole, medie, grandi. Scopriamo poi che questi personaggi erano in
«pasta», un impasto che molte fabbriche modificarono aggiungendo ingredienti
come carta tritata, gesso, caolino, colle animali, segatura, che molti stampi
erano in bronzo, la coloritura era data in fabbrica ma molte volte anche dalle
donne o addirittura da carcerati che riempivano le loro giornate guadagnando
qualche cosa; le statuette venivano «cotte» in forni a bassa temperatura ed
erano poi ripulite dalle «bave» dello stampo. Vediamo diorami con
rappresentazioni dalla Sacra Bibbia con l’Arca di Noè, e le sue coppie di
animali, fattorie con contadini, pecore, galli, galline gabbie di zoo o
centurioni romani. A guida dei visitatori c’è la stella cometa di Lara
Molinari, disegnatrice di punta della Walt Disney, che li porta come avvenne
con i Re Magi alle tante capanne del bambinello Gesù, ad ammirare presepi
etnici di tutto il mondo della grande collezione Panci, presepi in carta provenienti
dalla famosa collezione Bombelli, a quelli relegati nel piccolo quadrato di un
francobollo a cura dell’Associazione Italiana Filatelia tematica, ai bellissimi
in movimento provenienti dalla fabbrica artigiana Nicla di Portici, o quelli
miniaturizzati dell’Associazione «Presepi in miniatura» di Napoli collocato in
una noce, oppure in una lampadina, in un oliva, sotto un ramo di corallo. Non
mancano i presepi in composizione
tedeschi, del Belgio, della Francia, dalle collezioni Piccione, Roveri,
Raugei, Paoletti. Ci saranno anche
presepi bidimensionali di Wiliam Sweizer di Diessen, ultimo peltraio
della Germania, con stampi creati dalle ardesie della Turingia e i pezzi fusi
in stagno di spessore di 1 millimetro. Tutto ciò contornato dalla sezione «Presepe
Arte» curata da Carmelina Rotundo con opere di Seletti, Amalia Ciardi Duprè,
Mario Caciotti, De Fazio, Tocchetti, Attanasio, Maiucci, Cirri, Da Re, Dal
Bello.
Pensiamo proprio che questa volta visitando la mostra , alla
domanda di Edoardo De Filippo se ci piace il presepe, bisognerà proprio
rispondere di sì, tante saranno le curiosità da vedere, ammirare e
apprezzare in questa grande «Città dei
presepi» di Calenzano. Ma sarà anche bello ricordare in questo contesto la
leggenda di Cristoforo Colombo che, sbarcato in America, trovò sulla spiaggia
un viandante che vendeva… statuine del
presepe della grande tradizione artigianale lucchese.
Orario mostra: dal lunedi al venerdi, 15-19.
Sabato, domenica e festivi, 10-13 e 15-19.
1° gennaio 2013: chiuso.
Domenica 6 gennaio, ultimo giorno, la chiusura è anticipata
alle 18,30
Pubblicato su Toscana Oggi n. 46 del 23/12/2012
Nessun commento:
Posta un commento