Nel pomo della seggiola del pontefice si riflette in parte il suo rosso manto e una finestra, finestra da cui vien la luce che illumina la scena dove prendono forma e corpo, colore e gestualità tre personaggi per dar vita ad un capolavoro che Raffaello Sanzio ha interamente concepito e dipinto. Opera complessa armonica che pone l’ artista tra i sommi tra coloro che posso stare nell’ Olimpo. Il colore che predomina è il rosso nei sui mille toni, nelle sue variegate ”consistenze” perché l’ artista riesce a dare al rosso una “percezione tattile” che ci permette di distinguer i vati tipi di tessuti: ed il è il panno rosso a ricoprire il tavolo, rosso di velluto la mantella e il copricapo di Leone X e rossi son le vesti di seta dei due personaggi ritratti accanto al papa; i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi. Rossi sono i nastri e le nappe ..ma le sorprese che coinvolgeranno il visitatore sono anche sugli oggetti rappresentati la campanella d’ argento, il codice minato che il papa ha appena appoggiato sul tavolo una Bibbia oggi conservata al Kupferstichabinett di Berlino eseguita a Napoli verso la metà del XIV secolo che probabilmente Giovanna d’ Angiò commissionò per essere donata a un membro della famiglia francese Roger per Pierre che fu papa Clemente VI o per suo fratello. Le preziose decorazioni di questo codice sono opera di Cristoforo Orimina il quale, insieme ai suoi aiuti e collaboratori aveva a Napoli la più importante bottega miniatoria; il codice è aperto sul principio del vangelo di Giovanni un omaggio del pittore di Urbino al nome Giovanni papa Leone X che ha in mano la lente cerchiata d’ oro, quasi il suo segno identificativo data la miopia.
Rossi, ori, luce sguardi, oggetti rappresentati arricchiscono la scena ed ad ogni visitatore la scoperta sarà sempre “nuova” perché Raffaello è il Maestro padrone della tecnica e il regista attento nello stabilire l’ insieme come i particolari, gli sguardi-le espressioni come la collocazione spaziale di ognuno e di ogni cosa! Nel piccolo pomo quel lembo di manto rosso e la finestra aprono a nuovi orizzonti a scoperte di un periodo storico artistico su uno straordinario artista del quale ancora c’è molto da dire.
Il capolavoro arriva alla reggia di Pitti dopo l’ esposizione alle scuderie del quirinale che celebravano i cinquecento anni dalla morte di Raffaello e dopo i due anni di restauro da parte dell’ Opificio delle pietre dure . L’originale sarà visibile con tutte le tavole didattiche nella sala delle Nicchie della Galleria Palatina di palazzo Pitti fino al 31 gennaio 2021.
Carmelina Rotundo Auro
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