“ A LA PIZZICA “
Due sono i giocatori
Si disegna per terra un grande cerchio, un giocatore è in piedi vicino al cerchio
e tiene in mano due pezzi di legno : uno più lungo, la mazza, uno più corto ,la pizzica,,
E’ lui che lancia la pizzica colpendola con la mazza,il più lontano possibile : l’azione si dice
ROCIARE
Il secondo giocatore corre ,la raccoglie e subito cerca di gettarla nel cerchio
Se l’altro è svelto con la mazza cerca di buttarla fuori, se non ci riesce e la pizzica cade nel cerchio
si cambiano le parti.
Nel caso in cui la pizzica, lanciata dal secondo giocatore,rimane fuori del cerchio,il tiratore stesso
ha la possibilità dim”pizzicare” almeno tre volte,cioè colpendola con la mazza di allontanarla dal
cerchio,poi con la mazza prendere le misure e conquistare tanti punti per quante mazze riportate
sul terreno.
A LE CONE
Si riuniscono alcuni bambini ; uno si mette seduto su una sedia e tiene in mano una cinta, mentalmente
pensa il nome di una cona del paese.Un altro bambino prende dall’altra estremità la cinta e dice a
voce alta il nome di una cona.: Se ha indovinato,diventa padrone della cinta e può con essa colpire
i compagni alle gambe.
Il gioco continua ,il bambino seduto chiama un altro,per indovinare e così via. Le cone erano i nomi
del paese ed erano quelli del Vento
Vignale
Valluzza alla strada
Serrone
Conicella
Curine de Pietre
CICCANTONI
Possono giocare senza limitazione di numero più giovanotti. Ad un giovanotto viene legato un
fazzoletto su gli occhi e mentre gli altri gli girano intorno lui deve cercare di acciuffarli
MASTRILLO A SOLDI
A Sim pone una pietra verticale per terra e dietro un monticello di monete di metallo
A distanza un giocatore tenta di abbattere la pietra colpendola con un’altra, Se la pietra viene
buttata giù il tiratore acquista il monticello di monete
“ BATTARELLA A LU PALMO “
Due o più giocatori lanciano a turno un moneta metallica; Questa deve battere contro una tavola precedentemente preparata.,Nel rimbalzare a terra il soldo cadrà ad una certa distanza ; l’altro giocatore deve
far battere la moneta contro il legno e da dove cade misurare con la mano la distanza dalla prima
lanciata ; se equivale ad un palmo il secondo,giocatore conquista la moneta del primo e così via.
BATTARELLA A LU PALMO Due o più giocatori con in mano delle monete metalliche
Uno ogni turno lancia la moneta che deve battere contro una tavola di legno e rimbalzare per terra
L’altro tira la moneta dove cade si misura con la mano,la distanza dall’altra appena lanciata.
Se la lunghezza equivale ad un palmo,il secondo conquista la moneta del primo e così via Fa
vincere sempre questa misura.
I negozianti vendevano vino e per intrattenere i clienti prestavano le bocce di legno.
A carte : Per chi non sa giovare c’era il gioco del Piripacchio
due carte ,a tre a tre, si prendevano sempre le carte uguali
.Asso piglia tutto ; il gioco delle carte andava a 41
LE FEMMINE GIOCAVANO A “ LE PETRULLE”
5 petrulle liscie possibilmente di mare.
Si lanciano prima ad una ad una e si riprendono con la mano
poi a gruppi due a due,tre a tre, quattro a quattro tutte insieme.
Il ponte. Con la mano si forma il ponte, con l’altra si cerca di
farne passare sotto il ponte
Le regole del gioco ,quando,si tocca una petrulla non si deve
sfiorare l’altra.
Faticare alla terra me lo,sono dovuto insegnare appresso i genitori che avevano questo mestiere
Da noi c’è il detto :Se vai con lo zoppo, zoppii pure,Noi siamo cresciuti appresso agli agricoltori
loro hanno saputo fare : seminato ortaggi di tutte le maniere ed io, passando il tempo con gli oc-
chi ho imparato 1 Ho visto fare e l’ho fatto.ho visto scozzare le olive e l’ho fatto
In vista vedi fare una cosa e impari ; così ho imparato a fare le fiscelle, i cofani,,i panari. ; le dami-
giane le, ho rivestite io,personalmente,poi innestare,pulire gli alberi.
Vedevo come ricoprivano le sedie e ho imparato anch’io, queste che sono in casa sono tutte fatte da me,
ho fatto anche muri a secco, ho lavorato nei fondi,-Una volta il proprietario del fondo di Risica, don
Federico voleva stimare quante tumina portavano gli ulivi io ho guardato,osservato,misurato e quan-
tificato otto tumina !
Non contento,don Federico interpellò il perito che quantificò otto tumina e mezzo.
A don Federico che si rivolse a me gli dissi “ e il mezzo tumino è per il viaggio “
Qualunque cosa dell’agricoltura tu mi domandi, io ti insegno come devi fare, se ho insegnato di
cose,perchè non sono mai stato invidioso
So innestare viti e qualsiasi lavoro che ho fatto ho cercato di farlo preciso ; Sono stato cresciuto
per l’agricoltura fin dalla nascita. a dieci anni ho imparato a fare cofani,panari
Tutto per esperienza diretta, non per studio,
Io “tengo” la mente aperta ; alcuni vedono fare una cosa e non la fanno,ne’ per io ne’ per i Santi
e ti devi pure arrabbiare
Io , una cosa appena la vedo fare una volta la faccio subito ;feci il carbonaro. il calderaio per la
preparazione della calce.
Vivo oggi per oggi,domani per domani, se mi parli di “dopodomani” non ne capisco.
Oggi la gente si sente tutta presuntuosa e vuole arrivare sopra sopra, l’egoismo è cresciuto
assai, se ha una cosa ne vuole un’altra,poi un’altra
Nella mia vita non ho mai dato,importanza a niente, so stato bello,serio. ho lavorato, non sono stato
egoista, se ho avuto cento lire sono stato sazio e ora invece sono insaziabili , .
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