domenica 16 giugno 2024
YŌKAI Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi
YŌKAI
Mostri, Spiriti e altre Inquietudini
nelle Stampe Giapponesi
a cura di
Paola Scrolavezza e Eddy Wertheim
Un viaggio straordinario tra le creature che popolano l’antico folklore
giapponese, attraverso meravigliose opere del XVIII e XIX secolo
Xilografie policrome, libri rari, maschere, armi ed armature, aspettano il
visitatore insieme alla spaventosa sala delle cento candele, in cui rivivere il
terribile rituale samurai
Vertigo Syndrome porta finalmente a Firenze gli Yōkai. I mostri della tradizione
giapponese, che hanno già conquistato il pubblico a Monza e a Bologna, dal 13 giugno al 3
novembre 2024 arriveranno nei meravigliosi spazi espositivi del Museo degli Innocenti,
grazie a Yōkai. Mostri, Spiriti e altre inquietudini nelle Stampe Giapponesi. Una mostra
totalmente nuova, con un nuovo allestimento, centinaia di opere mai esposte prima e due
nuovi curatori d’eccezione: Paola Scrolavezza, tra le massime nipponiste in Italia, direttrice
del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne dell’Università di Bologna, e
Eddy Wertheim, direttore della Japanese Gallery Kensington di Londra.
Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi torna a proporre al
pubblico italiano il fantastico mondo dei mostri della tradizione nipponica, attraverso più
di centocinquanta opere del XVIII e XIX secolo, tra stampe antiche ancora inedite, libri rari,
maschere, e armi ed armature in prestito dal Museo Stibbert di Firenze.
GLI YŌKAI
Sensazioni, inquietudini e paure dell’epoca Edo
Dopo lunghe lotte intestine, agli inizi del XVII secolo l’epoca Edo inaugurò in Giappone un periodo di pace e
stabilità, destinato a durare oltre duecento anni, e caratterizzato dalla politica del sakoku, il “paese chiuso”,
volta a impedire qualsiasi contatto con l’occidente, da un rigido controllo politico e sociale e da profondi
squilibri economici. Nella produzione artistica – sia figurativa che letteraria – si afferma l’estetica del
“crepuscolo”, in giapponese tasogare, adatta a dar voce a quest’epoca di trasformazioni. Gli yōkai e gli
yūrei,
i mostri e gli spiriti che popolano le leggende giapponesi sin dalle origini, quando venivano tramandate
oralmente, incarnano alla perfezione sensazioni, inquietudini, paure e desideri frutto di questo preciso
momento storico.
Ed ecco che gli odokuro, giganteschi scheletri affamati, i bakeneko, gatti mostruosi, i kappa, esseri acquatici
che importunano le natanti, le kitsune, avvenenti donne-volpi, iniziano ad essere raffigurati da artisti famosi
invadendo così le stampe ukiyoe, dove si mescolano alle scene e agli spazi del quotidiano – i vicoli cittadini,
le abitazioni dei mercanti, le grandi arterie di comunicazione, i quartieri di piacere, i teatri – per raccontare
il riemergere di tutto ciò che si cerca di nascondere, controllare, regolamentare: la paura della notte, con le
ombre che si celano nelle strade o nelle campagne dimenticate dal processo di urbanizzazione; le passioni
che esplodono incontrollate e sfidano i rigidi codici di comportamento; la minaccia delle creature che si
nascondono sul fondo dei fiumi e tornano a reclamare lo spazio e il tempo della natura che l’uomo tenta di
governare.
CENTO CANDELE E TI AVVOLGE LO SPAVENTO
Un antico rituale per trovare il coraggio
La mostra si apre con una sala immersiva che fa rivivere al visitatore l’esperienza della più leggendaria
prova di coraggio dei samurai: il rituale delle 100 candele. Rituale che iniziava dopo l’ora del tramonto e
vedeva i samurai riunirsi in una stanza illuminata dalla luce di cento candele. Ognuno di loro doveva
raccontare ai compagni una storia popolata di yōkai, i mostri giapponesi appunto, con l’obiettivo di testare
il loro coraggio spaventandoli a morte. Al termine della storia, chi l’aveva narrata doveva alzarsi, spegnere
la candela di una lanterna, prendere uno specchio e specchiarvisi nell’angolo più lontano dagli
altri: l’oscurarsi progressivo della stanza accompagnava la narrazione di racconti sempre più spaventosi e
carichi di suspense.
Allo stesso modo i visitatori faranno il loro ingresso in una stanza totalmente buia, illuminata soltanto dalla
fioca luce di cento candele che, con un gioco di specchi sembreranno moltiplicarsi e proietteranno sui loro
volti rosse ombre tremolanti. Le candele si spengeranno poi una ad una, accompagnate dalla voce roca del
fantasma di un vecchio samurai, morto dopo essere impazzito per aver incontrato un vero mostruoso yōkai
nella notte.
Una volta usciti dalla sala delle cento candele, facendosi strada nella fioca luce della mostra, i visitatori
incontreranno le stampe dei mostri, sorpresi da voci, suoni, rochi racconti improvvisi ed evocazioni che
metteranno in scena la paura degli antichi samurai.
YŌKAI, YŪREI, ONI, BAKEMONO, KAPPA E TENGU
In Mostra la Paura
Anfibi bizzarri, oggetti animati, mutaforma, scheletri e fantasmi, ibridi inquietanti e improbabili: l'estetica
del
grottesco e del mostruoso pervade la cultura giapponese fin dalle sue origini, giocando un ruolo di primo
piano nell’arte visiva e nella letteratura grazie all'eccezionale vitalità del suo potenziale creativo che le
permette di reincarnarsi in immagini e narrazioni sempre nuove.
Dalle figure tradizionali di bakemono e yūrei cristallizzate nelle stampe ukiyoe del periodo Edo (1603-1868)
agli esoscheletri esoterico-apocalittici di Evangelion, alla sfilata dei Pokémon, agli inquietanti protagonisti
del J-Horror e del cyberpunk, ai mostri superpiatti di Murakami Takashi e all'estetica urbana del monster
kawaii, il mostruoso conserva la sua eccezionale energia e continua ad affermarsi come simbolo privilegiato
di una cultura percepita come in continua trasformazione.
La parola yōkai è composta da due caratteri, 妖 (yō) e 怪 (kai): il primo suggerisce fascino, incanto; il
secondo significa apparenza, mistero. Le creature che rientrano in questa categoria sono praticamente
innumerevoli. Dopo tutto, il Giappone è la terra delle ottomila divinità, perché ogni elemento naturale -
albero, roccia, ruscello d'acqua - ma anche ogni oggetto nato dal genio o dal lavoro umano può contenere
una scintilla del divino.
La cultura giapponese, quindi, è intrisa di una forma di spiritualità già predisposta alla proliferazione di
creature che nascono dall'intersezione tra fantastico, religione e vita quotidiana.
Lo yōkai “è l'incarnazione di un certo momento culturale - di un tempo, di un sentimento e di un luogo”,
scriveva J.J. Cohen in un famoso saggio del 1994.
Ed è su questo concetto che si basa il percorso proposto in mostra.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La Centralità dei sensi come fulcro di storie che parlano di ansie e paure
A introdurre la mostra una selezione di stampe di maestri quali Utagawa Kuniyoshi (1798-1861) e Utagawa
Toyokuni III (1786-1865) immergeranno i visitatori nelle atmosfere brulicanti di vita e di piaceri dell’epoca
Tokugawa, mentre a concluderla sarà un tuffo in una delle storie più amate dell’ultimo scorcio del periodo,
il Nansō satomi hakkenden di Takizawa Bakin (1767-1848), celebre romanzo fiume in centosei volumi
scritto
tra il 1814 e il 1842, splendidamente tradotto in immagini da Utagawa Yoshitaki (1841-1899) e Utagawa
Toyokuni III.
L’intero percorso espositivo si costruisce, quindi, dando voce ai luoghi, agli spazi, ai sentimenti e alle
sensazioni che gli yōkai incarnano per arrivare al cuore della creazione di un immaginario profondamente
radicato nella cultura giapponese e attraverso di esso esplorarne le pieghe più intime, nella quali si
nascondono sensazioni, inquietudini, paure e desideri vivi, reali e materici.
Così, nella sezione Trepidazione - viaggiare con la fantasia, troviamo Lo sterminio dei demoni da parte di
Momotarō, attribuita a Katsushika Hokusai o alla sua scuola. La stampa raffigura uno dei momenti più
iconici
della celebre fiaba giapponese di Momotarō, il “bambino pèsca” che riesce a sconfiggere i terribili oni –
creature mitologiche simili ai demoni e agli orchi - nell'isola di Onigashima, riconsegnandola al signore del
luogo. Ancora, è esposta qui Shoki che cattura un demone in sogno, un’opera tratta dall’incredibile serie Le
nuove forme dei trentasei fantasmi di Tsukioka Yoshitoshi, in cui l’artista, considerato l'ultimo grande
maestro dell'ukiyoe, illustrò trentasei dei suoi racconti preferiti ispirati alle storie e alle leggende
giapponesi, con il suo peculiare stile che rendeva le opere oltremodo terrificanti.
Dalla serie mai completata di Katsushika Hokusai Cento storie di fantasmi proviene la celebre stampa Il
ghigno della donna demone, in cui il maestro riprende una antica leggenda buddhista, che racconta di
Hariti, una crudele e terrificante orchessa decisa a mangiare tutti i bambini della città di Rajgir, in India. La
storia si conclude con la conversione della temibile orchessa in una divinità benevola, protettrice dei
bambini, ma Hokusai sceglie di ritrarla nella sua versione più spaventosa, facendone un simbolo del lato
oscuro del femminile e della minaccia che esso rappresenta per il potere maschile.
È infatti dal bisogno di arginare questa minaccia che la cultura profondamente patriarcale del Giappone
antico ha generato innumerevoli racconti di cui sono protagoniste vecchie streghe che divorano uomini
vittime dei loro sapienti inganni, fantasmi vendicativi e demoni crudeli che si nascondono dietro le fattezze
di splendide e seducenti fanciulle.
I personaggi fantasma erano molto presenti nelle rappresentazioni del teatro kabuki, e gli artisti delle
xilografie si ispirarono proprio ai drammi teatrali per immortalarli in molte delle loro opere. Non a caso una
sala dell’esposizione è intitolata A teatro per esorcizzare le paure.
Di questa fanno fa parte, ad esempio, gli splendidi trittici di Toyokuni III Utagawa – prolifico artista della
stampa su lastra di legno che divenne noto appunto come “il pittore di attori” – tratti da alcuni dei più
popolari drammi del tempo come Meiboku sendai hagi, scritto attorno al 1780. La pièce si basava su fatti
realmente avvenuti nel Seicento: una disputa per la successione all'interno di una famiglia di stirpe
militare.
Raccontano di lealtà e vendetta le diverse stampe proposte in mostra dedicate alla vicenda storica dei
quarantasette ronin di Edo che, nel XVIII secolo, vendicarono il loro signore per poi infliggersi la morte
attraverso il seppuku. Tra queste, L’omaggio dei quarantasette ronin al loro signore di Kuniyoshi Utagawa,
maestro nelle stampe di guerra.
IL MUSEO STIBBERT
Un’importante collaborazione con Firenze
La mostra Yōkai si avvale della preziosa collaborazione del Museo Stibbert di Firenze, che concede in
prestito per l’occasione un nucleo composto da due straordinarie armature samurai, una delle quali, in
acciaio, seta, cuoio, legno e crine, risalente al 1738 e costruita da Myōchin Muneakira, il più abile artigiano
di loriche del Giappone del periodo Edo, ma anche elmi e antiche spade tachi, lunghe e incurvate, usate
principalmente dalla nobiltà a cavallo.
I pezzi provengono dalla preziosa armeria giapponese dello Stibbert, tra le più ricche al mondo, che vanta
esemplari del periodo del cosiddetto Sengoku jidai, l’epoca del paese in guerra, quando a partire dal XV
secolo, in un mondo dominato dal timore della morte, il guerriero si trasforma esso stesso in uno yōkai. Le
forme delle armature prendono sempre più spesso ispirazione dalle figure terrifiche create
dall’immaginazione popolare, che iniziano a popolare anche i pesanti elmi e le else dei pugnali.
LA MOSTRA NELLA MOSTRA
Le illustrazioni di Giulia Rosa
Come ogni progetto firmato Vertigo Syndrome, anche Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle
Stampe Giapponesi presenta l’immancabile “mostra nella mostra” con una selezione di opere realizzate
appositamente per l’occasione da giovani artisti o artiste contemporanei. Stavolta, le tavole inedite sono
dell’illustratrice Giulia Rosa, che ha scelto di raccontare – con il suo tratto onirico e delicato – la vita, le
relazioni, l’amore e le altre crisi esistenziali quotidiane che tutti ci troviamo ad affrontare, lasciandosi
ispirare dal favoloso mondo degli yōkai. Seguita da più di 600.000 followers su Instagram, Giulia Rosa ha
pubblicato i suoi disegni su riviste nazionali e internazionali e collabora con le maggiori case editrici italiane
per la realizzazione di volumi e copertine editoriali.
L’ESTETICA DEL GROTTESCO NELLA CULTURA GIAPPONESE DI OGGI
Da Son Goku a Demon Slayer
La mostra si completa con una selezione di illustrazioni, poster e locandine contemporanee realizzate per
gli anime di oggi, da Son Goku, l’iconico protagonista della serie animata Dragon Ball, ispirato allo
Scimmiotto del celebre classico cinese Viaggio in Occidente, fino a GeGeGe no Kitarō, a Pom Poko e al
successo mondiale Demon Slayer. I capolavori di Miyazaki Hayao, Toriyama Akira e di altri grandi autori
mostrano come l'estetica del grottesco e del mostruoso, che pervade la cultura giapponese fin dalle sue
origini, sia ancora oggi protagonista indiscussa nell’arte visiva, grazie alla incredibile vitalità del suo
potenziale iconopoietico, che le consente di reincarnarsi in immagini e racconti sempre nuovi.
LA MOSTRA YŌKAI E’ ADATTA AI RAGAZZI?
La mostra Yōkai è molto adatta ai bambini e ai ragazzi.
Saranno proprio loro, i bambini dai tre ai dodici anni quelli più stupefatti, divertiti e incuriositi dalle
innumerevoli attività pensate proprio per loro che si trovano alla mostra. Tutti i bambini che arriveranno in
mostra saranno accolti dall’invito a partecipare ad una caccia al tesoro all’interno delle sale della mostra
per trovare delle tracce lasciate da un fantomatico Ambrogio, esploratore di yōkai, che ha bisogno del loro
aiuto.
Al termine della caccia al tesoro, ogni bambino riceverà come premio una delle ambite dieci spille da
cacciatore di tesori raffiguranti uno yōkai. In uno degli spazi della mostra, sarà creata una sala gioco piena
di mostri da colorare, un gioco di carte realizzato da noi dove ogni bambino potrà creare il proprio yōkai
personale e uno scenario dove far scorrazzare gli yōkai ricevuti in regalo. Questo permetterà ai genitori (o
almeno a uno dei due) di godersi la mostra dedicandole tutto il tempo che merita senza timore di dover
intrattenere un bambino annoiato che vuole tornare a casa a giocare con i videogiochi.
Per le scuole e per i campus estivi saranno pensate sia visite guidate classiche che visite gioco con la caccia
allo "yōkai d'oro" all'interno della sala delle cento candele, che entusiasmerà i giovani esploratori.
I mostri giapponesi sono entrati nella nostra cultura televisiva a partire dagli anni ‘50 con Godzilla,
portando usi e costumi della società nipponica nel nostro paese. Cambiano le serie, i film e le generazioni
che li guardano, ma loro, i mostri giapponesi, sono sempre lì ad incantare i giovani attraverso nuovi canali,
nuovi media e nuove storie. La visita in mostra per un ragazzo appassionato o curioso di anime e manga
può diventare spunto per un’analisi delle origini dei suoi personaggi preferiti. I ragazzi più piccoli si
divertiranno a ritrovare nelle raffigurazioni dei vari yōkai le fattezze di mostri e mostriciattoli protagonisti
dei loro cartoni e film di animazione.
VERTIGO SYNDROME
Una crociata contro l’uggia delle mostre d’arte
Vertigo Syndrome è stata fondata da Chiara Spinnato e Filippo Giunti nel gennaio 2022 e si occupa di
ideazione, organizzazione e produzione di mostre “dall’idea al chiodo”.
Le mostre di Vertigo Syndrome sono concepite apposta per sfidare le regole che generalmente governano
le modalità di circolazione delle esposizioni d’arte.
L’idea dominante infatti è che una mostra viene allestita in una città, poi smontata e rimontata in un’altra
in un modo più possibile simile alla prima.
Invece le nostre mostre sono pensate per esaltare le differenze e le complessità di ogni spazio espositivo.
Non esistono mai due mostre uguali anche se facenti parte dello stesso tipo.
Il filo rosso che collega insieme tutte le mostre Vertigo Syndrome è la volontà di incoraggiare una nuova
cultura della curiosità. Tutte le mostre sono escogitate e costruite come una intensa esperienze culturale
per chiunque sia curioso di scoprire qualcosa di nuovo e desideri avere argomenti interessanti da
condividere con altri.
Non ci dilunghiamo mai in lunghe biografie o spiegazioni interminabili: sappiamo che leggere pannelli fitti di
date e dettagli tecnici non è divertente e non avvicina nessun visitatore alla conoscenza di un artista o delle
sue opere. Una volta uscito dalla mostra, non conserva memoria quasi più di niente.
Chiediamo al visitatore di agire. Non soltanto di osservare. Vertigo Syndrome è una dichiarazione di guerra
alla noia della maggior parte delle mostre d’arte.
INFORMAZIONI
YŌKAI. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi
Firenze, Museo degli Innocenti (piazza Santissima Annunziata)
13 giugno – 3 novembre 2024
Orari
Da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
sabato e domenica dalle 11.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Aperture straordinarie
Lunedì 24 giugno 2024
Giovedì 15 agosto 2024
Biglietti
Intero € 16,50 | Ridotto € 14,00 (fino a 18 anni non compiuti, over 65 con documento, accompagnatori di
disabili) | Gruppi € 14,00 (min. 15 – max 25 persone + 1 accompagnatore gratuito) | Scuole € 5,00 (2 docenti
gratuito)*
*per gruppi e scuole obbligo di prenotazione a gruppi@vertigosyndrome.it
Giovedì Universitario (con tesserino) e possessori biglietto del Museo degli Innocenti e Museo Stibbert € 13,00
Bambini da 6 a 12 anni € 5,00
Gratuito per bambini sino a 6 anni| disabili con certificato | guide turistiche abilitate | giornalisti accreditati
dall’ufficio stampa Davis & Co. | soci I.C.O.M.
Informazioni e prevendita sul sito www.mostrigiapponesi.it
Catalogo mostra: Skira (skira.net)
Vertigo Syndrome
Tel. + 39 351 6560343
info@vertigosyndrome.it | www.vertigosyndrome.it
FB @vertigosyndrome tra gki eventi collateraliQuesto sabato al Museo degli Innocenti
la conferenza
Rōnin: l’evoluzione di un’icona pop dal cinema di cappa e spada
a Quentin Tarantino
con la curatrice dell’esposizione Paola Scrolavezza
comunicato stampa
Questo fine settimana, nelle sale del Museo degli Innocenti a Firenze, gli eventi collaterali organizzati
in occasione di Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi ci portano a
scoprire una delle più celebri storie impresse nell’immaginario popolare del Sol Levante: quella dei
quarantasette rōnin, gli intrepidi samurai che nel Giappone feudale dei Tokugawa si sacrificarono per
vendicare la morte del loro signore. A raccontarcela, sabato 20 luglio alle 16, arriva in mostra Paola
Scrolavezza, curatrice dell’esposizione e direttrice del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture
moderne dell’Università di Bologna, che terrà la conferenza Rōnin: l’evoluzione di un’icona pop dal
cinema di cappa e spada a Quentin Tarantino.
I 47 rōnin sono divenuti l’incarnazione dell’etica del bushidō, dello spirito del guerriero e dei suoi
valori, lealtà, fedeltà, coraggio, ma anche un potente simbolo di resilienza e ribellione alle regole, in
nome di un più alto ideale di giustizia. Ad immortalare la loro vicenda fu, per la prima volta, la pièce
teatrale giapponese più famosa di tutti i tempi, il Chūshingura, portata in scena nel 1748 a Osaka. Ma
la loro fama di eroi romantici, indomiti e passionali ha continuato ad affascinare e ad alimentare
l’immaginario degli artisti e del pubblico, ispirando la letteratura, il cinema di cappa e spada alla
giapponese, il jidaigeki, fino a registi come Quentin Tarantino.
Per partecipare agli eventi collaterali di Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe
Giapponesi occorre prenotarsi scrivendo alla mail info@vertigosyndrome.it. Tutti gli incontri sono ad
ingresso libero per i possessori del biglietto della mostra, valido per la giornata in corso. Il pubblico può
anche partecipare soltanto all’evento collaterale desiderato, senza acquistare il biglietto
dell’esposizione, ma soltanto uno dedicato al singolo evento, al costo di € 5,00.
Tutte le informazioni alla pagina degli eventi collaterali del sito www.mostrigiapponesi.it.
Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi, prodotta da Vertigo Syndrome e curata
da Paola Scrolavezza ed Eddy Wertheim, direttore della Japanese Gallery Kensington di Londra, è visitabile
fino al 3 novembre al Museo degli Innocenti a Firenze. L’esposizione è un viaggio straordinario tra le
creature che popolano l’antico folklore giapponese, attraverso meravigliose opere del XVIII e XIX secolo.
Xilografie policrome, libri rari, maschere, armi ed armature, aspettano il visitatore insieme alla spaventosa
sala delle cento candele, in cui rivivere il terribile rituale samurai.
INFORMAZIONI
YŌKAI. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi
Firenze, Museo degli Innocenti (piazza Santissima Annunziata)
13 giugno – 3 novembre 2024
Orari
Da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
sabato e domenica dalle 11.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Aperture straordinarie
Giovedì 15 agosto 2024
Biglietti
Intero € 16,50 | Ridotto € 14,00 (fino a 18 anni non compiuti, over 65 con documento, accompagnatori di
disabili) | Gruppi € 14,00 (min. 15 – max 25 persone + 1 accompagnatore gratuito) | Scuole € 5,00 (2 docenti
gratuito)*
*per gruppi e scuole obbligo di prenotazione a gruppi@vertigosyndrome.it
Giovedì Universitario (con tesserino) e possessori biglietto del Museo degli Innocenti e Museo Stibbert € 13,00
Bambini da 6 a 12 anni € 5,00
Gratuito per bambini sino a 6 anni| disabili con certificato | guide turistiche abilitate | giornalisti accreditati
dall’ufficio stampa Davis & Co. | soci I.C.O.M.
Informazioni e prevendita sul sito www.mostrigiapponesi.it
Catalogo mostra: Skira (skira.net)
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Ufficio Stampa
Davis & Co.
Caterina Briganti +39 340 9193358 - Lea Codognato
info@davisandco.it | www.davisandco.it
in giappone a fine luglio torna SAM YŌKAI
Mostri, Spiriti e altre Inquietudini
nelle Stampe Giapponesi
Questo weekend doppio appuntamento
con gli eventi collaterali della mostra Yōkai
Domenica 28 luglio lo show cooking
“Cucina di Yōkai e di Dei” con il food influencer Sam di @pranzoakonoha
Sabato 27 luglio la conferenza Yōkai a fumetti
comunicato stampa
Doppio appuntamento, questo weekend, con gli eventi collaterali organizzati in occasione della mostra Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi, in corso fino al 3 novembre al Museo degli Innocenti. Domenica 28 luglio, alle 16, torna ospite dell’esposizione il food influencer Sam, che con la sua pagina Instagram @pranzoakonoha divulga ricette, curiosità e aneddoti della cucina giapponese con un’occhio di riguardo al mondo degli anime, per portarci alla scoperta delle leggende nascoste dietro ad alcuni dei piatti più iconici della tradizione del Sol Levante in un fantastico incontro a metà tra dimostrazione culinaria e conferenza, intitolato Cucina di Yōkai e di Dei - show cooking con @pranzoakonoha. Sabato 27 luglio, alle 17, l’arte è protagonista nella conferenza Yōkai a fumetti, tenuta da Camil Valerio Ristè, autore, ricercatore in lingue, letterature e culture moderne e fumettista.
Il mondo degli yōkai, vasto e misterioso, è sempre stato presente nella cultura pop giapponese, sin dagli albori, ed oggi le kitsune, volpi mutaforma che si trasformano in avvenenti fanciulle, i tanuki, cani procione che amano sbeffeggiare le persone, insieme a molte altre creature del folklore nipponico, hanno letteralmente invaso manga, fumetti, anime e non solo, diventando protagonisti di successi come Naruto, Dragon Ball, One Piece, Pokémon e tanti film d’animazione. Nelle sale di Yōkai, insieme a Camil Valerio Ristè, esploreremo alcune delle opere che li vedono come protagonisti, e il modo in cui essi colorino ancora la narrazione contemporanea del Giappone.
Per partecipare agli eventi collaterali di Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi occorre prenotarsi scrivendo alla mail info@vertigosyndrome.it. Tutti gli incontri sono ad ingresso libero per i possessori del biglietto della mostra, valido per la giornata in corso. Il pubblico può anche partecipare soltanto all’evento collaterale desiderato, senza acquistare il biglietto dell’esposizione, ma soltanto uno dedicato al singolo evento, al costo di € 5,00.
Tutte le informazioni alla pagina degli eventi collaterali del sito www.mostrigiapponesi.it.
Yōkai. Mostri, Spiriti e altre inquietudini nelle Stampe Giapponesi, curata da Paola Scrolavezza, tra le massime nipponiste in Italia, direttrice del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne dell’Università di Bologna, e Eddy Wertheim, direttore della Japanese Gallery Kensington di Londra, propone al pubblico italiano il fantastico mondo dei mostri della tradizione nipponica, attraverso più di centocinquanta opere del XVIII e XIX secolo, tra stampe antiche ancora inedite, libri rari, maschere, e armi ed armature in prestito dal Museo Stibbert di Firenze.
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