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Promosso da:
Consorzio della DOP dell’Olio delle colline di Pisa
Comune di Palaia
APT di Pisa
In collaborazione con ARGA Associazione interregionale giornalisti agricoltura ambiente
Emilia, Romagna, Marche, Umbria ovvero gustar di… soddisfare tutti i cinque sensi davvero non è cosa da poco, eppure questo educational raggiunge in pieno l’obiettivo!
Colore e gusto ci conquistano piacevolmente al moderno, tradizionale, funzionale e storico frantoio Manminiatese ( località La Serra di San Miniato ) per un'interessante visita al frantoio dove tutto è alacremente in movimento: persone, macchine e naturalmente loro, le Reginelle, le olive.
La nostra guida è davvero d’eccezione: Alberto Bellesi, agricoltore della zona. Anche il proprietario, rappresentante della famiglia Annessi, è presente.
Nella Cucina grande (ci verrà spiegato che questo funzionale ambiente, dove c’è anche un grande camino, è a disposizione di chi volesse fermarsi a ristorarsi portando anche cibi propri da cuocere) ci vengono offerte delle degustazioni, tutte rigorosamente a base di olio extravergine prodotto completamente a freddo, che ci fanno riscoprire antichi sapori e gustosissime qualità, mentre l’Assessore del Comune di Palaia fa egregiamente gli onori di casa. E’ preparato, ma anche coinvolto, radicato ed orgoglioso del “suo” territorio, sia dal punto di vista enogastronomico che paesaggistico che storico e culturale.
Uniti riprendiamo l’itinerario del pulmino, abilmente guidato dal simpatico Diego, noi, i magnifici sette: Roberto Zalambani in primis (segretario generale dell’ARGA), Nino e la moglie Emanuela, il vice presidente dei reporters Pasquale Spinelli, Riccardo (del Resto del Carlino). Precedono il pulmino l’Assessore di Palaia, che con la sua auto apre la pista, e Moretti (de La Nazione) e signora che lo seguono in una seconda auto.
Una campagna autunnale “selvaggia” si presenta dinnanzi a noi: alberi spogli, alberi sempreverdi, filari di cipressi, fogliame di numerose variazioni di colore, verde, giallo, oro e rosso-marrone; sotto un limpido cielo di un azzurro che mi richiama paradisi di eternità in un continuo bellissimo penetrare, costeggiare, accarezzare paesaggi dove la Natura è Regina.
Mi piace tutto di questi momenti: la compagnia, le voci, i colori, i sapori, i panorami di una Toscana “ inedita”, ornata di colline dove prosperano mirabilmente insieme colture di ulivi e viti coccolati nel clima mite determinato dalla vicinanza del territorio pisano al mare.
Palaia mi piace: le case, le une vicine alle altre, quasi a farsi compagnia; le persiane aperte, semiaperte e chiuse, la bandiera nazionale e quella europea che sventolano sul Municipio, i nostri passi, i silenzi, la campagna tutta intorno.
L’Assessore ci riporta alla mente quell'antico detto “ Peggio Palaia”-“Meglio Palaia”
in uso al tempo delle lotte con Firenze, quando i palaiesi dettero a Firenze filo da torcere prima di sottomettersi.
Godiamo anche della visione dell’antica e solitaria Pieve di San Martino (patrono di Palaia), attualmente in restauro, per poi gustare in piazza un ottimo caffé al Bar “Peggio Palaia”, un locale molto accogliente ed il cui gestore fa veramente del suo meglio per accogliere i clienti che vi giungono.
Il parroco della Cattedrale di San Pietro Apostolo ci mostra tesori come il Crocifisso tridimensionale snodabile di Giovanni Pisano, le due statue della Madonna del Carmine, una, opera di Francesco Valdambrini, l’altra attribuita a Luca della Robbia, e il pregevolissimo dossale in terracotta invetriata, opera di Andrea della Robbia, meraviglioso.
Scopriamo poi il Borgo disabitato Villa Saletta con le sue superbe ville Medici Ricciardi, con i casolari e 750 ettari di territorio é leggenda. Dal proprietario Niccolai Gamba Castelli l'intero borgo è stato acquistato nel 199 da“Mister Gay”, un avvocato della corte inglese il quale a scadenza quindicennale organizza per i suoi amici inglesi battute di caccia che poi terminano in cene di gala al Borgo.
Diego racconta di queste serate, delle signore, tutte in abito lungo, dei Misters e della loro eleganza.
A Villa Saletta è stato girato anche il film Io e Napoleone e tanti frizzi e lazzi sul dietro alle quinte la gente dei dintorni ha da raccontare. Il fascino di Villa Saletta resta avvolto nel mistero del silenzio.
La limpida giornata va assumendo i colori della sera e la sosta da Savini a Forcoli è ricca di sorprese.
Un’azienda, una famiglia.
Una famiglia che da tre generazioni infatti si trasmette l’arte dei tartufi vere e proprie gemme della Natura. Per noi sono pronti assaggi di burro al tartufo cubetti di formaggio, sempre al tartufo con brindisi al vino bianco.
Lo speaker è davvero all’altezza! Discendente della terza generazione, Cristiano
gira il mondo per promuovere la tradizione di famiglia con convinzione, con l’impeto e la gioia della sua giovane età, ma anche con profonda preparazione. Si uniscono a lui il fratello minore, l’assaggiatore e la madre, bellissima signora dai biondi capelli. Del nonno si parla di quando era fattore, della sua passione per il tartufo che lo portava con una Vespa 50 a girovagare sempre alla ricerca del prodotto di qualità. Qualità è infatti il biglietto di presentazione della Savini che ha come motto:"Esperienza e passione".
Cristiano e tutta la sua famiglia sono entusiasti del locale funzionale, appena inaugurato e arredato con gusto, ricco di ogni specialità al tartufo.
La sera ormai assume i colori della notte, una notte di plenilunio con un paesaggio dove si vanno accendendo le luci dei borghi e dei casolari.
La dislocazione perfetta in agriturismo vede: Nino e consorte, Moretti e consorte, mentre io, Emanuela e Riccardo siamo accolti a Colleoli in amplissime camere dotate
di ogni confort. Io ho addirittura quattro letti, di cui il lettone con una spalliera in ferro nero dipinta a fiori, che mi piace da morire, ed un copriletto del mio colore preferito: azzurro. Invece Roberto e Pasquale sono dislocati a Palaia.
Ci vediamo poi per la cena all’Agriturismo Colleoli, ci sistemiamo tutti insieme in una grande tavolata e ci raggiungono qui i sindaci di Lari e di Palaia con le rispettive consorti e l’Assessore regionale. Grande assente invece è il presidente dell’APT di Pisa, Ermanno Bonomi, che io ho avuto la fortuna di conoscere all’APT di Firenze, il cui lavoro é molto apprezzato e sostenuto per quelle sue capacità di coinvolgersi e di coinvolgere.
Questa cena ha del mitico: piatti curati nei minimi dettagli che ci permettono di gustare ogni più particolare specialità. Rifulgono l’olio, i vini, il tartufo bianco su dei tagliolini da mille e una notte, i formaggi, il cinghiale con le olive, il puré con le castagne che io assaggio per la prima volta, dolci, crostate e delle sfoglie che assomigliano ai brigidini che qui chiamano "nozze". Non esiste desiderio di gusto che non sia esaudito.
La seconda giornata si avvia sotto un cielo coperto da grandi nuvoloni che però non sembrano promettere pioggia. Ancora un' immersione in una campagna straordinaria: scopro i calanchi con dirupi quasi a strapiombo, in vallate ora nude, ora verdi, e la bellezza di luoghi segreti e preziosi agli sguardi ed al cuore di splendente purezza diamantina.
Visitiamo la fattoria di Gizzano, gestita dalla famiglia Venerosi Pesciolini, poi ci dirigiamo verso la Torre dell’antica dimora, che sovrasta tutto il paese che é andato formandosi attorno ad essa nel corso dei secoli. Da lì dominiamo con lo sguardo tutto intorno: dai confini tra Lucca e Pisa, al mare di Viareggio, a Volterra distesa di coppi che, strano per me, hanno linee più rettangolari che curve e tante macchie giallo-arancio. Dipenderà dal clima?
Ancora lo sguardo si perde verso le dolcissime colline, le distese di olivi, viti e ricchezze della zona.
Giungiamo alla meravigliosa VOLTERRA, città “segreta”, dove in Piazza dei Priori
c’è il cambio di consegna: l’Assessore di Palaia, che ha avuto ogni accortezza per noi, lascia il nostro gruppo ( dodici persone, ora che sto scrivendo le “Memorie”, mi sovviene del numero: tanti erano gli Apostoli ! ) all’Assessore di Volterra.
Stranamente, a detta di molti, Volterra è quasi senza venti ed in questa Piazza dei Priori, il tempo segnato dal nostro orologio non sembra proprio essere esatto:l’atmosfera è medievale!
Ci accolgono il Sindaco e la guida. Entrando nel Palazzo dei Priori, oggi sede del Municipio, la guida ci ricorda che qui un tempo i Priori erano obbligati a risiedervi. Questo palazzo è il più antico d’Italia, le sue fondamenta furono gettate nel 1208 e la sua costruzione fu completata nel corso del secolo.
La facciata del Palazzo, però, ha subito dei rimaneggiamenti, soprattutto quando Volterra perse la libertà comunale nel 1472.
Tanti sono i tesori di Volterra: il sale, l’alabastro, la panchina, pietra usata per costruire palazzi e pavimentare strade.
Continuiamo la visita con una passeggiata per i vicoli e l’ampia Via Nuova ci conduce al Museo Etrusco Guarnacci. La bravura della Guida, che ci tiene a sottolineare, è nata a Volterra, mi coinvolge tanto da sentirmene conquistato. Mi affascinano le urne cinerarie con figure di uomini e donne ritratti sul coperchio, e sculture che narrano il viaggio nell’al di là sulle casse. Una sala è dedicata alle urne dove è scolpito il mito di Ulisse, poi vediamo il bronzetto "L’ombra della sera" e infine ammiriamo l’ urna degli Sposi. In quest’attimo mentre guardo l’urna, i volti degli sposi, la modernità delle forme del bronzetto le parole cessano di essere suono per divenire palpiti del cuore.
Sono così felice di toccare e ritoccare con lo sguardo questi capolavori dove l’essere umano è riuscito ad annullare il tempo in un assoluto presente.
Belle, bellissime, straordinarie plasmate dalla mano, concepite dal cuore, sono qui davanti a noi a raccontare della nobiltà dell’animo umano.
La nostra Guida ci lascia mentre il sogno di bellezza continua con “Volterrragusto”, “Regina d’Autunno”, seconda edizione dedicata alle specialità enogastronomiche della tradizione volterrana e della Val di Cecina. In questa occasione conosciamo anche gli addetti stampa Marco Guelfi e Nicola Utzeri.
Il pranzo è servito al primo piano della splendida sala consiliare dello stesso Palazzo dei Priori. Ci vengono offerte tante prelibatezze: olio della fattoria, servito con pane fatto artigianalmente con ceci e fagioli, cinghiale con olive, formaggi stagionati e fresche marmellate tra cui quella di fichi acerbi con arance che per me è divina. Assaggiamo un profumatissimo risotto al tartufo bianco e tante pietanze servite con vini bianchi e rossi della cantina; e per il bianco assistiamo anche al lancio di un nuovo prodotto. Un gustar divino…! …
Ripartiamo con gli occhi ubriachi di bellezza, il gusto appagato, l’olfatto inebriato in tutto, l’udito ammaliato di storia, di leggenda, di ricette, di sapori, di profumi e di sensazioni.
In un bozzolo di bellezza, di terra, di cielo in mirabile congiunzione è arrivato l’approdo a Volterra.
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