lunedì 7 aprile 2008

A PERUGIA

La mia mente voleva far testamento di cose che vanno, che vengono
che si ricordano che si dimenticano
che si amano,che si odiano
che appaiono ,che scompaiono
la... mia mente voleva far testamento
di giuramenti non mantenuti,mai cancellati
La mia mente diventata Don Chisciotte...….
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Eravamo un posto solo occupato in prima fila nella sala dei Notari
le altre 279 sedie vuote.
Io in piedi ,dietro al banco di legno scuro parlavo di che cosa.... non mi ricordo bene…
ah , sì di un amore...
“ E’ presente il signor........ ?”,
Dovevo dirgli una cosa importante.
Non ho ancora finito che il custode accende le luci del grande salone.
La sala così illuminata appare con tutto il suo splendore.
Favole greche,,storie del vecchio e nuovo testamento
Il signore seduto in prima fila annuisce con la testa
“Allora,un attimo appena di esitazione
allora dovevo dirgli che lo amo."
In alto,sulla destra,i vetri di Murano per terra il cotto dell’Impruneta.
Oltre ,passiamo insieme il portale del legno di faggio verso la piazza IV Novembre
la FONTANA MAGGIORE la facciata della Cattedrale di S. Lorenzo ,gente tanta sulle scalette,
piccioni volanti ora sulla fontana,ora vicini alle persona
saltellanti a passeggio come noi per Perugia.
Nessuna cosa aveva dimenticato la mia mente di quel viaggio
ed insieme tutte le aveva versate in quella sala dei Notari
dove erano racchiuse per incanto:
Venezia con i suoi vetri di Murano
Firenze con il suo cotto dell’Impruneta.

una pioggia di foglie verdi
piccole
illuminate dal sole in alto scendendo,
più scure ,fresche portando l’ombra,
le canne all’orizzonte dietro montagne si confondono col cielo ,
azzurro perfetto
come se fosse dipinto
Le foglie al vento parlanti,
gli uccelli
che stanno volando paralleli al lago
Non potevamo parlare , il vento e le foglie parlavano
per noi ,
agli uccelli cantavano per noi
i grilli.
Ah, questa pioggia di foglie su di noi
e la farfalla bianca
nota dolcissima,
tocca l’erba
ora tra le voci
della natura
percepisco
soavissima, più dolce
di tutte il “flotto”.dell’ acqua appena,appena lo senti
. il gabbiano che lascia
ll disegno delle sue ali bianche
Luglio 1987 sotto la pioggia di foglie piccole ......ed io

ASSISI
Come la prima volta, ogni volta che ci andai!

Ad Ancona .
La nostra cabina al Passetto
non aveva ne’ porte,ne’ finestre perché il mare si vedesse sempre
Passetto, Luglio 1987 (Ancona ) io e .....,


GROTTE FRASASSI.

Gocce d’acqua
ognuna ha il suo suono
nessuna uguale all’altra
sorde,sonore,ora lente,ora velocissime
costruiscono immagini ardite
castelli d’acqua.
Nel corpo della grande montagna
si creano colori
nessuno li sa raccontare,
solo agli occhi è concesso raccoglierli
Il minuto ,il secondo,il giorno qui non esistono
esiste l’anno, il secolo,il millennio.
Gocce d’acqua nel corpo della montagna
regina del luogo e del tempo
ognuna ha i suo suono ,nessuna uguale all’altra…..

GUBBIO
Dalla Loggia dei Tiratori
Le case di Gubbio, gemme incastonate al monte Igino
l’una accanto all’altra
arrampicandosi su ,lasciano spazio al visitatore
di godere
della vista di un luogo verde
fino a scorgere la basilica di Sant’Ubaldo.

L’avevo creata così la piazza dei miei sogni
tutta sorretta da arcate
la piazza Grande.

LA FUNIVIA
Tempo e luogo
sospesi;
Tuffati nel verde ,respiriamo il cielo.

Tempo e luogo
aria calda d’estate
coppi sui tetti
di Gubbio
Tuffati nel verde respiriamo,l’azzurro.

Tempo e luogo
nell’aria tra il verde ...


La mia mente voleva far testamento di cose che non ricordava che perdeva
che annullava .
La mia mente voleva tornare in quei luoghi per respirarli di nuovo
di notte di giorno.
La mia mente era diventata matassa arruffata di fili dorati
CARMELINA ROTUNDO

CRMLNRTND
SECONDA PARTE


Una donna è seduta dietro ad una scrivania,sulla quale ci sono molti libri ; vicino e di lato sta funzionando un computer.
Da una inquadratura frontale si passa ad una laterale,dove la donna inizia a programmare sul computer alcune domande:"Che cos’è la vita?Che cos’è l’amore ? "
Sul monitor compare una linea piatta


***
Una donna di notte si trova nella piazza di una città, seduta su una panchina,accanto c’è un ragazzo;
insieme guardano l’insegna luminosa di una pubblicità, dove appaiono una stella marina e le onde del mare. ( si possono trovare altre forme di pubblicità).
Si baciano.
Riprovano a baciarsi. Intanto si sente un rumore avvicinarsi : è la macchina della pulizia notturna delle strade
Lei fa l’atto meccanico di alzarsi subito, ma lui la trattiene e le dice ( quasi a modo di sfida ):
Aspettiamo, dai, la serata è tanto calda !
Gli schizzi di acqua della macchina della pulizia continuano ad avanzare sino a toccare i piedi di lui.
A questo punto tutti e due scattano in piedi, tenendosi per mano ( la prima volta ) sembrano fuggire dal luogo,dove si trovavano-
Dopo una corsa animata,i due si fermano e si abbracciano teneramente. Intorno c’è la gente e le luci della città ,ma non se ne accorgono : ora tutto è così bello!


***
Si erano conosciuti la sera prima ; galeotta era stata sempre una panchina.
Lei stava scrivendo alcune cartoline agli amici ; era l’ora del pomeriggio in cui la luce del giorno non era definitivamente cambiata con quella della sera, ma stava per mutare.
Chissà da quanto tempo lui era rimasto accovacciato ai suoi piedi,senza far rumore,senza dire una parola ?
Lei l’aveva notato solo al momento in cui, finito di scrivere le cartoline, aveva alzato gli occhi per cercare intorno una buca per impostarle ed andare via.
In tutto il tempo che era stata in silenzio lui doveva averla osservata molto bene ; anzi ora addirittura sembrava di conoscerla, tanto che la salutò “Ciao !”un “ciao” vivace come si dice ad una amica , ad una compagna che si è conosciuta da tanto tempo. Lei non aveva trovato tanto di meglio da
dirgli :"Che ci stai a fare tu ,qui ?"
Lui con il suo tono di voce dolcissimo le rispose :
“Anch’io volevo scrivere delle cartoline, poi ho visto te e ho cambiato idea, mi sono fermato qui”!
Uno sguardo verso di lei, gli occhi dentro gli occhi. : Lui le propose :
“ Facciamo un passeggiata insieme ?”A lei sembrò una cosa normale accettare ; camminarono, senza prendersi per mano, ma uno vicino all’altro.
Lei disse : Le serate così mi mettono dentro qualcosa .. vorrei fuggire,vorrei rimanere ,non so ancora se è giusto che io mi fermi “!’
Lui raccolse un sassolino da terra, lo gettò in aria e ,senza cercare di riprenderlo, lo lasciò cadere a
terra. Lui si abbassò nuovamente prese un altro sassolino, lo diede a lei dicendole “ Fai come me !
Tiralo !” Lei ebbe un attimo di esitazione ; lui dal basso diede una spinta alla sua mano e le fece tire il sasso, Allo stesso tempo le disse .Devi provare sempre ! Non devi fermarti. Hai visto quel sassolino ,l’ho tirato in alto, più in alto possibile, poi si sa è ricaduto, ma io ho riprovato e tirarlo con te”
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime, ma non voleva farsi vedere ; il suo non era dolore .era quasi un rimprovero, per tutte le volte che nella vita non aveva lanciato il sasso.
Lui :”Ti va di andare a mangiare insieme ?
Quell’idea ,così stupida in un momento di tensione, ebbe il potere magico di far tornare indietro
tutte le lacrime.
Già tutti e due erano davanti alla vetrina di un ristorante a leggere il Menù ,
( Lettura a voce alta del Menù )
Tortellini in brodo
Pollo arrosto con patatine fritte
Frutta, formaggio,dolce, caffè ,liquori.
Lei :” Questo va quasi bene, ma proviamone un altro”
Continuano a camminare e al secondo ristorante dopo aver letto il Menù.


********

Sono seduti uno di fronte all’altro in silenzio , Il primo a rompere il ghiaccio è lui :
“ Non mi hai ancora detto che fai “
Lei rispose :
“ Scrivo canzoni. o meglio le parole delle canzoni”
Lui :Te ne ricordi una a memoria ?”
Lei . “ No ! non voglio ricordarmi nessuna cosa a memoria, le parole delle mie canzoni
le scrivo, le do' al musicista e le cancello dalla mia mente”.
Lui le domandò ancora :” Hai fatto sempre questa cosa o prima ti interessavi d’altro ?”
Lei gli rispose : “ Della mia vita, ricordo solo come se fosse ora,il momento in cui ho scritto
la parole della mia prima canzone, solo il momento .però avevo diciassette anni,ero triste”
Lui la interruppe immediatamente : “ Cosa vuol dire triste “?
Lei lo guardò, guardò la sua mano appoggiata sul tavolo e gli rispose :
“ Forse sino allora non avevo tirato un sasso in aria, anzi non l’avevo cercato per terra ,
ora lo sai ( prese il bicchiere in mano ) mi verrebbe voglia di alzare in aria questo bicchiere
e di brindare :”sono felice “
Lui che aveva tenuto sempre ferma la mano sul tavolo,l’allungò ; accarezzò dolcemente la mano di lei e ,cambiando completamente espressione le disse “Non voglio farti soffrire !”.
Quella frase arrivò come una pugnalata nel cuore di lei,
“ Come ? avevo pensato per un attimo di aver trovato il grande amore,il principe azzurro delle favole ; invece, quale significato poteva avere questa frase ?”
Mentre i pensieri di lei erano fissi su questa idea lui le ripeté :
“ Non voglio farti soffrire” .
Lui tirò indietro la sua mano :” Lo sai, la mia vita è in continuo pericolo : il mio è un lavoro dove non ci si ferma mai “
Lei quasi spaventata gli disse :No ! e lui le rispose : So cosa vuol dire il tuo “No” ; stai dicendo “no” alla mia vita che corre, vorresti che mi fermassi un attimo con te ,ma rispondimi,
è giusto che io abbandoni le persone che credono in me ? Sono molte ed hanno bisogno del mio aiuto ; se le lascio potrebbero,perdersi potrebbero arrivare a morire..la mia vita, è dedicata ad aiutarli..
Sai …in questi ultimi cinque anni che mi sono interessato di ricuperare ragazzi drogati; ho capito che per dare la vita ad uno di loro quell’attimo di luce che rischiarerà la loro vita, è necessaria tanta pazienza.tanto amore,se puoi chiamarlo così. In certi momenti sono così forti che riescono a farti credere che il loro,punto di vista è giusto, Che si combatte a fare ? Questa vita che
ti sfugge tra le mani,che corre sempre,senza fermarsi a nessuna stazione ; che ti dà le cose e poi te le toglie ; che te le fa sembrare tue, quando non lo sono”
Il cameriere era arrivato con il primo piatto che i due , quasi senza accorgersene,avevano ordinato.
Ci fu una pausa di silenzio ; mangiavano e si guardavano ,
Lei aveva capito il compagno che aveva incontrato e la risposta che si dava a voce alta è questa :
“ E’ vero ! Non ci si può fermare. ! Bisogna sempre lanciare un sasso in aria”.
Uscirono dal ristorante senza toccarsi,uno vicino all’altro.
La domanda più strana fu quella di lui :
“ Fra due giorni partirò, vorrei rivederti prima ; te la ricordi la panchina ?
Ti aspetterò lì domani notte “
Lei scappò via .
Lui sapeva per certo che lei sarebbe tornata alla panchina domani notte....MA NON FINISCE QUI, PERCHè IL SEGUITO è SUL SITO WEB DI CARMELINA ACCESSIBILE DIRETTAMENTE DA QUESTO BLOG NELLA SEZIONE RACCONTI SCENEGGIATURA PER UN FILM

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