mercoledì 9 marzo 2022

In anteprima poesie e foto dell' architetto Gigi Ceruti

In anteprima poesie e foto dell'architetto Gigi Ceruti che ho intervistato mossa dalla curiosità e dalle emozioni che la lettura delle sue poesie, la visione delle sue foto e dei suoi quadri, hanno suscitato.


 

DUE PAROLE CON L’ARCHITETTO GIGI CERUTI

 

D.  buongiorno architetto o preferisci semplicemente “Gigi”?

R.  preferisco  semplicemente “Gigi”

D. bene, Gigi, parlaci della tua vita, la carriera e la passione per poesia, fotografia e pittura

R. si..sono nato nel 1966, mi sono laureato in architettura a Venezia nel 1993 e poi, per interesse personale, una seconda laurea in Urbanistica nel 1999; sono architetto per mestiere, urbanista per caso e artista chissà , per passione.

D.  interessante questa distanza che poni tra l’architettura e le altre arti

R.  purtroppo l’architettura che mostrano i media è quella affidata a pochi nomi fortunati e mai osteggiati da normative e limitazioni, quella degli illustri sconosciuti come me è una continua lotta con la burocrazia per le minime proposte. Una realtà che spegne gli entusiasmi creativi. Non può essere arte.

D.  perché dicevi prima: “artista chissà”?

R.  se fai caso c’è troppa gente che si definisce “artista” con una certa facilità, per non parlare di troppa gente che definisce “arte” la produzione di qualcosa di squallido e totalmente indifferente. Non voglio correre il rischio di entrare nella categoria dei “presunti artisti”. Scrivo , fotografo, dipingo e poi … se piace è arte altrimenti no. Di conseguenza in alcuni casi sono “artista” mentre in altri no. Credo sia importante il prodotto, l’emozione che dà , non la firma che ne giustifica l’artisticità.

D.  falsa modestia?

R.  no, cerco di evitare l’autentica superbia

D. bene, come sei entrato in contatto con il Blog di Carmelina?

R.  ho conosciuto Carmelina una ventina di anni fa grazie ad un viaggio in Portogallo organizzato da amici comuni, poi, anche a causa della distanza geografica, ci siamo persi di vista ma, merito di Carmelina, magari una volta all’anno  si rinnovava l’invito a tenersi ricordati. In seguito ho saputo del blog e, devo riconoscere, mi sono riavvicinato a Carmelina l’anno scorso dopo aver seguito la sua partecipazione ad una trasmissione televisiva. Da allora ci siamo sentiti più spesso, quindi il blog, l’invito a parteciparvi e..ora sono qui, geograficamente lontano ma emotivamente più vicino

D.  passiamo alle tue..mi permetti?  Opere

R.  vedo che hai capito il mio imbarazzo a definire la mia produzione come raccolta di “opere”. E’ legato ai miei dubbi su arte e artisti. Ma dobbiamo parlarne e definiamole così.  In generale le..opere sono nate dal mio vivere a Venezia. Anche quelle che non la nominano o sembrano distanti da essa. Venezia è malinconia, silenzi, riflessione ma anche umanità, incontro. Quando  arrivo o parto da Venezia tutto mi sembra diverso visto da “continentale che ha scoperto Venezia”.

D.  hai seguito qualche modello, qualche corrente nel realizzarle?

R.  non credo ci siano riferimenti colti, in caso non sono stati volontari. Io scrivo, dipingo..poi mi accorgo che c’è la neve di Sisley, di Monet, ci sono prospettive di De Chirico o altro ma neve e vuoto sono silenzio e allora..la colpevole è ancora Venezia

D. per la poesia?

R.  ecco, mi ripeterò ma so che la poesia per essere tale ha metriche, rime e regole. Numerose ma definite. I miei sono piuttosto brevi pensieri, descrizioni che cerco di minimizzare in numero di termini per amplificarne il significato. In alcuni casi mi rendo conto, a posteriori, che potrebbero essere lette “alla Gaber”. Ironica malinconia?

D.  bene, grazie Gigi, speriamo di…verificarti un po’ alla volta. Non hai mai citato la musica tra le tue passioni

R.  è la mia passione principale. Non ho mai provato a scrivere niente per non offendere la musica ma..un colpo di testa potrà sempre capitare. Ciao e grazie

 

BACARI

Quattro stagioni all’anno

Dodici mesi all’anno

Di fronte allo stesso bàcaro

Difficile ricordare

Il momento di un incontro

La prima recita sincera

Sul piccolo palcoscenico sincero

Di un locale ormai amico

 

A-SOCIAL?

In un angolo

Occhi bassi

Non saluta

Non vuole parlare

Non vuole la gente

La gente che respira, si muove, ride, piange, si guarda

Tra poco sarà a casa

Col suo social network

Potrà comunicare con migliaia di sconosciuti che gli hanno concesso l’amicizia

 

ALLA MEMORIA DI CHI NON HA RETTO

Se penso ad entusiasmi da rottamazioni..

Se penso ad entusiasmi da rivoluzioni..

Se penso ad entusiasmi da sobrietà..

Se penso ad entusiasmi da equità..

Se penso che una persona, prima di fare quella scelta

Deve fissare una corda ad un sostegno

Se penso che una persona, prima di fare quella scelta

Deve salire in piedi su una sedia

Se penso che una persona, prima di fare quella scelta

Deve infilare la testa in un cappio

Se penso che una persona, prima di fare quella scelta

Deve spingere la sedia sotto i suoi piedi

Se penso che un suicida, prima di fare quella scelta

Avrà pensato a famiglia, affetti, fatiche e sacrifici

Se penso che tutto questo non è riuscito a fermarlo..

Se penso che non ci dovrei pensare..

 non capisco ma per questo ci voglio pensare

 

VITA

Restano mille porte socchiuse

Che nascondono stanze confuse

 

TRENO

Treno, sei villaggio mobile

Di concittadini per tratti di spazio e tempo

Treno, sei battello che mostra panorami

Panorami lontani, mai visti così lontani

Treno, sei una lunga campana di vetro orizzontale

Metti a contatto confidenze, bugie, indifferenze

Treno, sei schermo di pellicole musicate da radio portatili

Zapping di immagini veloci, istantanee

Treno, nebbia da-a, pioggia da-a, neve da-a

Progresso legato al binario, al suolo

Treno, la gravità ti tiene a terra, non voli

Su di te si vola, senza le ali

 

RIFLESSI

L’acqua è la sua tela

Il vento la ritrae

Venezia è il soggetto

 

RIVOLUZIONE

 

Vento, tu spazzi le foglie, le carte e la polvere

pulisci i piazzali

le strade e le calli

ma…altro vento

da altri piazzali,

altre strade, altre calli

porta altre foglie, altre carte, altra polvere

 

DUE MONDI, DUE VITE

 

Plic..plic..plic..

un fastidioso gocciolio mi disturba il riposo

tra un po’ mi alzo e chiudo il rubinetto

plic..plic..plic..

il tubo arrugginito sotto la sabbia..

dov’è questa perdita!..

ho sete..ho sete..

poche gocce mi possono salvare la vita..

 

 

L’acqua è la sua tela Il vento la ritrae Venezia è il soggetto altre magiche foto

e ora alcuni quadri sempre realizzati da Gigi, anche in questi quadri il gioco delle trasparenze dell'indefinito non finito crea atmosfere in cui pensare oltre 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 commenti:

  1. sono l'autore, vorrei comunicare al tecnico che l'impaginazione è ora perfetta e ringraziarlo per il disturbo recatogli.

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  2. Bellissime le poesie, adoro "riflessi" belli i disegni/dipinti silenziosi ma pieni di suoni d'acqua e vento, Giovanna

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