DUE PAROLE CON L’ARCHITETTO GIGI CERUTI
D. buongiorno
architetto o preferisci semplicemente “Gigi”?
R. preferisco semplicemente “Gigi”
D. bene, Gigi, parlaci della tua vita, la carriera e la passione per poesia, fotografia e pittura
R. si..sono nato nel 1966, mi sono laureato in architettura a Venezia nel 1993 e poi, per interesse personale, una seconda laurea in Urbanistica nel 1999; sono architetto per mestiere, urbanista per caso e artista chissà , per passione.
D. interessante questa distanza che poni tra l’architettura e le altre arti
R. purtroppo l’architettura che mostrano i media è quella affidata a pochi nomi fortunati e mai osteggiati da normative e limitazioni, quella degli illustri sconosciuti come me è una continua lotta con la burocrazia per le minime proposte. Una realtà che spegne gli entusiasmi creativi. Non può essere arte.
D. perché dicevi prima: “artista chissà”?
R. se fai caso c’è troppa gente che si definisce “artista” con una certa facilità, per non parlare di troppa gente che definisce “arte” la produzione di qualcosa di squallido e totalmente indifferente. Non voglio correre il rischio di entrare nella categoria dei “presunti artisti”. Scrivo , fotografo, dipingo e poi … se piace è arte altrimenti no. Di conseguenza in alcuni casi sono “artista” mentre in altri no. Credo sia importante il prodotto, l’emozione che dà , non la firma che ne giustifica l’artisticità.
D. falsa modestia?
R. no, cerco di evitare l’autentica superbia
D. bene, come sei entrato in contatto con il Blog di Carmelina?
R. ho conosciuto Carmelina una ventina di anni fa grazie ad un viaggio in Portogallo organizzato da amici comuni, poi, anche a causa della distanza geografica, ci siamo persi di vista ma, merito di Carmelina, magari una volta all’anno si rinnovava l’invito a tenersi ricordati. In seguito ho saputo del blog e, devo riconoscere, mi sono riavvicinato a Carmelina l’anno scorso dopo aver seguito la sua partecipazione ad una trasmissione televisiva. Da allora ci siamo sentiti più spesso, quindi il blog, l’invito a parteciparvi e..ora sono qui, geograficamente lontano ma emotivamente più vicino
D. passiamo alle tue..mi permetti? Opere
R. vedo che hai capito il mio imbarazzo a definire la mia produzione come raccolta di “opere”. E’ legato ai miei dubbi su arte e artisti. Ma dobbiamo parlarne e definiamole così. In generale le..opere sono nate dal mio vivere a Venezia. Anche quelle che non la nominano o sembrano distanti da essa. Venezia è malinconia, silenzi, riflessione ma anche umanità, incontro. Quando arrivo o parto da Venezia tutto mi sembra diverso visto da “continentale che ha scoperto Venezia”.
D. hai seguito qualche modello, qualche corrente nel realizzarle?
R. non credo ci siano riferimenti colti, in caso non sono stati volontari. Io scrivo, dipingo..poi mi accorgo che c’è la neve di Sisley, di Monet, ci sono prospettive di De Chirico o altro ma neve e vuoto sono silenzio e allora..la colpevole è ancora Venezia
D. per la poesia?
R. ecco, mi ripeterò ma so che la poesia per essere tale ha metriche, rime e regole. Numerose ma definite. I miei sono piuttosto brevi pensieri, descrizioni che cerco di minimizzare in numero di termini per amplificarne il significato. In alcuni casi mi rendo conto, a posteriori, che potrebbero essere lette “alla Gaber”. Ironica malinconia?
D. bene, grazie Gigi, speriamo di…verificarti un po’ alla volta. Non hai mai citato la musica tra le tue passioni
R. è la mia passione principale. Non ho mai provato a scrivere niente per non offendere la musica ma..un colpo di testa potrà sempre capitare. Ciao e grazie
BACARI
Quattro stagioni all’anno
Dodici mesi all’anno
Di fronte allo stesso bàcaro
Difficile ricordare
Il momento di un incontro
La prima recita sincera
Sul piccolo palcoscenico sincero
Di un locale ormai amico
A-SOCIAL?
In un angolo
Occhi bassi
Non saluta
Non vuole parlare
Non vuole la gente
La gente che respira, si muove, ride, piange, si guarda
Tra poco sarà a casa
Col suo social network
Potrà comunicare con migliaia di sconosciuti che gli hanno concesso l’amicizia
ALLA MEMORIA DI CHI NON HA RETTO
Se penso ad entusiasmi da rottamazioni..
Se penso ad entusiasmi da rivoluzioni..
Se penso ad entusiasmi da sobrietà..
Se penso ad entusiasmi da equità..
Se penso che una persona, prima di fare quella scelta
Deve fissare una corda ad un sostegno
Se penso che una persona, prima di fare quella scelta
Deve salire in piedi su una sedia
Se penso che una persona, prima di fare quella scelta
Deve infilare la testa in un cappio
Se penso che una persona, prima di fare quella scelta
Deve spingere la sedia sotto i suoi piedi
Se penso che un suicida, prima di fare quella scelta
Avrà pensato a famiglia, affetti, fatiche e sacrifici
Se penso che tutto questo non è riuscito a fermarlo..
Se penso che non ci dovrei pensare..
non capisco ma per questo ci voglio pensare
VITA
Restano mille porte socchiuse
Che nascondono stanze confuse
TRENO
Treno, sei villaggio mobile
Di concittadini per tratti di spazio e tempo
Treno, sei battello che mostra panorami
Panorami lontani, mai visti così lontani
Treno, sei una lunga campana di vetro orizzontale
Metti a contatto confidenze, bugie, indifferenze
Treno, sei schermo di pellicole musicate da radio portatili
Zapping di immagini veloci, istantanee
Treno, nebbia da-a, pioggia da-a, neve da-a
Progresso legato al binario, al suolo
Treno, la gravità ti tiene a terra, non voli
Su di te si vola, senza le ali
RIFLESSI
L’acqua è la sua tela
Il vento la ritrae
Venezia è il soggetto
RIVOLUZIONE
Vento, tu spazzi le foglie, le carte e la polvere
pulisci i piazzali
le strade e le calli
ma…altro vento
da altri piazzali,
altre strade, altre calli
porta altre foglie, altre carte, altra polvere
DUE MONDI, DUE VITE
Plic..plic..plic..
un fastidioso gocciolio mi disturba il riposo
tra un po’ mi alzo e chiudo il rubinetto
plic..plic..plic..
il tubo arrugginito sotto la sabbia..
dov’è questa perdita!..
ho sete..ho sete..
poche gocce mi possono salvare la vita..
L’acqua è la sua tela Il vento la ritrae Venezia è il soggetto altre magiche foto
e ora alcuni quadri sempre realizzati da Gigi, anche in questi quadri il gioco delle trasparenze dell'indefinito non finito crea atmosfere in cui pensare oltre
sono l'autore, vorrei comunicare al tecnico che l'impaginazione è ora perfetta e ringraziarlo per il disturbo recatogli.
RispondiEliminaBellissime le poesie, adoro "riflessi" belli i disegni/dipinti silenziosi ma pieni di suoni d'acqua e vento, Giovanna
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