La Galleria dell’Accademia di Firenze apre al pubblico martedì 28 novembre 2023 la prima mostra
monografica in Europa dedicata a Pier Francesco Foschi (1502-1567) pittore fiorentino, allievo di Andrea del
Sarto, che ha collaborato anche con Pontormo, la cui lunga e fortunata carriera si svolse durante i decenni centrali
del Cinquecento.
L’esposizione è a cura di Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze, Elvira Altiero,
Funzionario Storico dell'arte, responsabile del dipartimento storico-artistico della Galleria dell’Accademia di Firenze,
di Nelda Damiano, che ha curato la mostra Wealth and Beauty dedicata all’artista al Georgia Museum of Art,
University of Georgia (Athens, USA), e di Simone Giordani, docente di storia dell'arte, studioso della pittura
fiorentina rinascimentale e tardo rinascimentale e specialista del pittore Pier Francesco Foschi.
“L’obiettivo di una rassegna così ampia e accurata - racconta Cecilie Hollberg, direttore della Galleria - è quello
di fornire per la prima volta in Europa gli strumenti per comprendere la personalità artistica di un maestro come il
Foschi e il suo ruolo nel contesto della pittura fiorentina del Cinquecento. Un artista da riscoprire, caduto nell’oblio
dopo la sua morte. Grazie a questa nostra esposizione, oltre a mostrare opere dimenticate, sono state attivate
importanti azioni di restauro di dipinti collocati in vari luoghi del territorio, come ad esempio una delle pale nella
Chiesa di Santo Spirito a Firenze.”
L’artista
Pier Francesco Foschi nacque a Firenze da una famiglia di pittori. Il padre, dal quale apprese presumibilmente i
primi rudimenti, era membro della bottega di Sandro Botticelli. Così come racconta il Vasari, si formò con Andrea
del Sarto e le sue prime opere, infatti, sono stilisticamente influenzate dal classicismo del suo maestro: ne riflettono
la grazia del disegno, l'uso raffinato di luci e ombre e l’audacia del colore.
La sua carriera autonoma ebbe inizio già negli anni Venti del Cinquecento. Foschi ricevette numerose commissioni
da famiglie di spicco di Firenze, come i Medici, i Pucci e i Torrigiani. Tra 1536 e 1537 fece parte, col Bronzino e
Jacone, degli aiuti scelti dal Pontormo per la decorazione della loggia della villa di Careggi, voluta dal Duca
Alessandro de’ Medici, e per quella della villa di Castello, commissionata da Cosimo I. Fu coinvolto, nel 1539, nella
realizzazione degli apparati effimeri allestiti per le nozze del giovane duca con Eleonora di Toledo. Il suo successo
raggiunse l’apice nel corso degli anni Quaranta del Cinquecento, quando si aggiudicò la commissione di ben tre
pale d’altare per l’importante chiesa di Santo Spirito, le sue sole opere menzionate da Vasari, nella Vita di Andrea
del Sarto. Insieme a Vasari, Bronzino, Michele di Ridolfo, Francesco da Sangallo e Giovann’Angelo Montorsoli, fu
tra i maestri incaricati di riformare l’antica Compagnia di San Luca nell’Accademia del Disegno, tra il 1562 e il 1563.
Negli ultimi anni della sua vita, ancora molto attivo, partecipò alle principali imprese collettive promosse dalla
neonata Accademia: gli apparati effimeri per i funerali solenni di Michelangelo e quelli per le nozze di Francesco I
con Giovanna d’Austria. Il pittore morì nel 1567 e fu sepolto a Santo Spirito alla presenza degli Accademici.
Nonostante il successo riscosso in vita, dopo la sua morte, Pier Francesco Foschi cadde nella completa oscurità. Il
Vasari non gli dedica una biografia ma ci tramanda poche note legate alla sua partecipazione a imprese collettive.
Tale “dimenticanza” - come scrive Cecilie Hollberg nel saggio in catalogo - “…fu uno dei motivi del precoce oblio del
Foschi”. Solo nel Novecento con la riscoperta del Manierismo e dei suoi protagonisti, il suo nome riaffiora più
frequentemente negli studi, dapprima con qualche contributo filologico e, poi alla metà del secolo, con un breve
studio seminale di Roberto Longhi (1952). Ad oggi gli interventi critici di maggior rilevanza rimangono gli articoli
monografici di Antonio Pinelli (1967), imprescindibile per comprendere lo sviluppo artistico del Foschi, come
possiamo percepire dal suo testo nel volume di questa mostra, e quello di Louis A. Waldman (2001), che ha
aggiunto preziose informazioni e punti di riferimento cronologici per la ricostruzione della sua carriera. Non ultimo, il
contributo di Simone Giordani, che si è occupato di Foschi dal 2007, e di Nelda Damiano, preziosi collaboratori
nell’esposizione alla Galleria dell’Accademia di Firenze.
La mostra
La mostra riunisce circa quaranta opere autografe del Foschi, tra dipinti e disegni, tra cui la pala d’altare, la Sacra
Famiglia con San Giovannino (1526-1530), appartenente alle collezioni della Galleria dell’Accademia di Firenze, un
dipinto cruciale per capire la sua produzione giovanile e come ha fatto propri gli insegnamenti di Andrea del Sarto.
È suddivisa in cinque sezioni che approfondiranno i principali aspetti della sua prolifica attività, a partire proprio
dalla formazione presso Andrea del Sarto fino alle commissioni di grandi pale d’altare e ai numerosi ritratti, genere
in cui ottenne notevole successo.
Troviamo un importante nucleo di studi giovanili tratti da modelli del maestro, insieme ad accostamenti tra alcuni
originali di Andrea del Sarto e le repliche che Foschi realizzò, confronti che serviranno per comprendere meglio la
sua personalissima declinazione della maniera sartesca. In particolare, si offre per la prima volta il confronto tra il
Sacrificio di Isacco di Andrea del Sarto del Cleveland Museum of Art, e la copia su tela dello stesso soggetto
eseguita da Foschi, oggi conservata nella Villa di Poggio Imperiale a Firenze, e restaurata in occasione di questa
mostra.
Nella sezione dedicata alle pale d’altare, si espongono insieme elementi di polittici smembrati, come ad esempio la
Pala della Madonna del Piano, realizzata nel 1539 per il convento di San Benedetto a Settimo (Cascina, Pisa),
riunita con le sue predelle. Si presenta inoltre la straordinaria Resurrezione della basilica di Santo Spirito.
L’esposizione propone una selezione di dipinti destinati alla devozione privata di soggetto mariano, insieme a rari e
preziosi quadri legati ai temi dell'Antico Testamento.
Si conclude con un cospicuo numero di ritratti, genere in cui Foschi ottenne notevole successo. Il pittore affronta
tipologie diverse, dalle effigi a mezzo busto, di tono intimo e penetrativo, a quelle di formato ampio e solenne, ricche
di elementi simbolici o allusivi allo status sociale dei personaggi raffigurati e dei loro interessi.
Le opere esposte provengono da musei pubblici e privati, enti ecclesiastici, gallerie d’arte e collezionisti privati tra i
più famosi in Italia e nel mondo: Galleria Borghese, Palazzo Spinola, Accademia Carrara di Bergamo, Museo
Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid, Morgan Library & Museum, New York, Rijksmuseum, Amsterdam,
Cleveland Museum of Art.
Restauri
Per l’occasione, grazie all’impegno della Galleria dell’Accademia di Firenze, in accordo con il Ministero della
Cultura, sono stati finanziati importanti restauri di alcuni dipinti del pittore fiorentino non necessariamente per averli
in prestito ma per valorizzarli e renderli nuovamente visibili. Tra questi, il più impegnativo, la pala con la
Trasfigurazione, commissionata per la basilica di Santo Spirito a Firenze nel 1545-1550, attualmente nella cappella
Capponi d’Altopascio, situata nel transetto destro della chiesa. Sono state restaurate inoltre, grazie a Fabrizio
Moretti, due tavole con San Rocco e San Sebastiano ubicate nella Propositura dei SS. Antonio e Jacopo a
Fivizzano (Massa-Carrara), insieme alle due predelle con Il martirio di San Sebastiano e San Rocco soccorso da
cane, della Fondazione Longhi. Altro importante intervento è stato quello sulla tavola raffigurante Il Sacrificio di
Isacco, derivato dal modello di Andrea del Sarto, conservato nella collezione di Villa di Poggio Imperiale a Firenze.
Pier Francesco Foschi (1502-1567) pittore fiorentino, aperta fino al 10 marzo 2024, è accompagnata da un
catalogo scientifico ampiamente illustrato, pubblicato da Silvana editoriale, che comprende: saggi di Cecilie
Hollberg, con Carlo Falciani, Elvira Altiero, Nelda Damiano, Simone Giordani e Antonio Pinelli; schede critiche dei
dipinti esposti e un repertorio con tutte le opere dell'artista. Uno strumento prezioso per conoscere un grande
maestro del Cinquecento.
Una nuova App
La Galleria dell’Accademia di Firenze ha realizzato un App per questa speciale occasione che consentirà al
visitatore di avere informazioni sulla mostra e sull'autore, contatti e prenotazioni, un’audioguida ufficiale in italiano e
inglese. Sarà scaricabile ai seguenti link
Android: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.audioguide.foschiexhibition&gl=IT
iOS: https://apps.apple.com/it/app/pier-francesco-foschi/id6471837756
A breve (con successivi aggiornamenti) saranno disponibili anche il Virtual Tour, per seguire la mostra ovunque, e
il Gioco, adatto anche ai più piccoli!
Galleria dell’Accademia di Firenze
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