giovedì 6 settembre 2007

MAREMMA

………..MAREMMA E' belli…ssimo Luglio 1983 Passeggiata da Principina a Mare a Bocca d'Ombrone Stiamo per lasciarci alle spalle file ordinate di ombrelloni. I loro colori arancione acceso con righe verdoni e gialle si stanno appena movendo al tocco di una impercettibile brezza e, avanti ci attrae la voglia di acqua, di sale, di sabbia e di un fiume: l'Ombrone. Il sole caldo, alto ci spinge a camminare sulla battigia: piedi nell'acqua e poi, eccolo il primo tronco asciutto quasi bianco sulla sabbia. La spiaggia dimentica qui la sua solitudine per coprirsi di un ripetersi di giochi di tronchi, di rami, alcuni più vicini all'acqua si allontanano dalle loro forme per assumerne altre: escavate, rugose. Il mare calmo schiumeggia vicino a quei rami, lambisce la spiaggia, ritorna indietro, poi ancora avanti nel ripetersi eterno del gioco dell'onde ora particolarmente tranquille. L'immersione nelle acque azzurre, le soste per foto e di nuovo il nostro camminare non veloce, ma costante. Laggiù, in fondo sembra una scogliera non si percepisce dove finirà e intanto sono passate due curve di spiaggia; tronchi isolati altri messi insieme a formare capanne dove l'azzurro del cielo gioca a farsi vedere. Quella che sembrava una scogliera è vicina, si distingue, è un tronco emergente dalle acque: esile, ma di deciso colore scuro accoglie file di gabbiani che si posano nuovamente. Sulla pelle: sale, le frequenti immersioni ci permettono di continuare più speditamente il viaggio: il mare, la sabbia, i tronchi persino foglie ormai secche ancora sui rami e dietro, arieggiano arbusti a protezione delle grandi pinete; un giglio di mare nato da tempo ci guarda passare. Le acque azzurre ora stanno per lasciare il posto ad acque bianche, più bianche; sotto i piedi affondano su banchi di creta; le acque azzurre, poi bianche stanno per incontrare il fiume. Distesa verde di acqua l'Ombrone si consegna qui al mare, una barca sta costeggiando, lentamente i verdi argini. Sulla sabbia sdraiati ai confini del fiume e del mare volgiamo lo sguardo al cielo dove gabbiani si stanno allontanando; una libellula dalle ali trasparenti ci volteggia intorno. Un respiro non può accogliere insieme tanta natura e il silenzio grande ci permette di odorare e percepire il rumore delle acque: tra i pini lontano un cavallo. Il cavallo si avvicina alla spiaggia, supera i tronchi, si allontana lungo gli argini del fiume. Un respiro grande e di nuovo: spalle al fiume riprendiamo il cammino del ritorno. Onde più grandi increspano il mare che questa volta ci segue più rumoroso; continuano ancora i giochi dei tronchi. Seduta su di un ramo vicina alle acque guardo l'azzurro e mentre respiro mi batte sui piedi una paletta azzurra, persa chissà, da un bimbo e riportata dal mare ora per gioco. Granelli di sabbia, la stanchezza si fa sentire e un sole alto ancora più alto. Al ritorno ci accolgono le sdraio arancione acceso con righe verdoni e gialle che avevamo lasciato sotto ombrelloni, ora mossi da un vento più forte. Luglio 1983 Q u e s t a M a r e m m a Da punta Ala a Talamone, con toccata all'interno; Scansano. L'attrazione verso questa terra affondava le radici molto profondamente: le origini della mia stessa vitaprendevano alito da qui.Ma quale Maremma? Dopo tanto tempo il mistero, il sogno della terra Maremma si confrontava con larealtà e le tappe ne furono prove e verifiche.Punta Ala: il suo protendersi verso le acque con quell'ala di terra il porto ordinato: motoscafi, grandi barche,pescherecci e velieri ne offrivano l'immagine di zona turistica molto su, persino le scale d'accesso al mare non riuscivano a mimetizzare l'eleganza dei numerosi negozi, degli ombrelloni dal richiamo spagnolo, dei tavoli dei ristoranti: unpizzico di avventura veniva da un angolo di mare dove, vicino alla riva, emergeva quella minuscola isola dello Sparviero. Scendendo la costa, la Baia le Rocchette, la roccia rossa ben distinta e il sole, poco poco che cala, ne cancella i con-torni. Il silenzioso rumore del mare e una lampara si muove; l'uomo in tuta si immerge sotto le acque vicino agli scogli, la luce, prima ben chiara ora gioca sotto le acque a creare chiazze più luminose che si spostano lente..Lontano luci più piccole, una accanto all'altra, si estendono a Castiglione; l'onda lunga richiama il rumore del mareLa notte lascia la luna alla baia mentre noi arriviamo a Castiglione della Pescaia. Le sue salite coperte di verde e ai laticasette antiche da piccoli balconi ornati a geranio: un ripetersi di arcate cantine trasformaste in ristoranti..Giù in basso il movimento turistico, sul molo quell'odore forte di acqua e le voci di donne e venditori di pesce al mercato; tra scogli camminano granchi e in alto domina tutto il borgo e il porto il grande castello.L'odore di pini ci rincorre per chilometri di costa e i riflessi sulla fiumara ci fermano a Marina; il ristorante quasi baracca tra sabbia e pineta: cacciucco e mezza fegati con il bianco di Pitigliano.Poi dalla spiaggia pianeggiante gli scogli di Talamone, la storia di Garibaldi vi pulsa forte; più forte; la piazza a lui dedicata, la grotta dove si dice che l'eroe dei due mondi nascondesse le sue armi e, percorrendo via dei Mille. Lassù la torre,Dall'alto di essa, senti il maestrale e godi la vista di un azzurro di mare e di cielo toccato da gabbiani e rondoni e, oltre il respiro del mare, macchie ricoperte dalla folta vegetazione mediterranea; sentieri a grandi, larghi ciottoli ti portano ad alture e a viste aperte di nuovo, di mare.Dalle coste all'interno. Una campagna ampia profumata, mai completamente piatta: qualche albero si innalza semprequa e là case coloniche, gruppi di pecore al pascolo mucche dalle chiazze bianche e nere; quell'enorme ripetersi dicampi di girasoli dal capo giallo diretto verso la luce; staccionate e nascosto dal verde qualche cavallo. A Scansanola torre dell'orologio e oltre, l'arco di pietra, un mondo passato o presenteUn merlo nero in gabbia ti dà il benvenuto accanto alla trattoria Grotta d'Azzurro, e poi per le vie del paese il silenzio a la pace si incontrano: strade piccole fatte per i passi dell'uomo senza automobile, tra una casetta e l'altra scorci ditegole contro celesti di cieli; sulle soglie siedono ancora le nonne, raccolti i capelli sulla nuca a fare la calza, oppure sedute guardano calme l'intorno ; loro lo sanno che vivere è anche posarsi a respirare i cieli e la terra .CARMELINA AL PORTO (Talamone, Luglio 1983) Il mare grande azzurro appena increspato, dietro il verde chiaro, piu' scuro e poi scalature di cielo A TALAMONE Azzurro In alto luce d'azzurro lontano nebbia d'azzurro in basso specchio d 'azzurro. TALAMONE Un piccolo pugno di case un forte vento maestrale abbracciato da un grande azzurro MARE (Baia le Rocchette, luglio 1983) Mare che spazio infinito il mare e il cielo Sei solo? BAIA LE ROCCHETTE La sabbia ha perso il calore del sole una luna, una stella una rupe. Onda lunga che muove l'azzurro. SULLA TORRE (a Talamone) Volano grandi alte profonde maree. Lo spazio abbracciato dagli occhi diventa più grande la Torre più in alto Il maestrale scompiglia i capelli. Gli azzurri dicono che non hanno limiti. AL CHIARO DI LUNA ( Baia, le Rocchette Luglio 1983) Sentilo ha una voce di sirene, è il mare Aspiralo ha un profumo di alghe, è il vento Lontano azzurri più scuri al confine cieli più chiari. A CASTIGLIONE DI PESCAIA ( Luglio 1983) Rondoni aprono ali il cielo, le grandi migrazioni i mari da superare. Rondoni aprono ali i limiti del mio pensierole vette dei miei desideri Rondoni aprono ali oltre.. C A R M E L I N A MARMAREMJMALE CORSE DEI COLORI DEI FIORI sulle mura a Grosseto Luglio 1983 Gialli, rossi,viola le alte palme i grandi profumi dei fiori Il sole che gioca a nascondino dietro fronde di alberi che dolcemente si muovono al vento Il vento, il cielo la ghiaia panchine di pietra, due piccioni sul palo della luce guardano in alto. Una cassettina di pietra col tetto a capanna e i tavolini verde chiaro disseminati tra il prato giallo verde bianco di graniteA GROSSETO( convento di S. Francesco) Una palma contro il cemento per terra ancora mucchi di foglie piccole, gialle e dietro, la chiesa del Santo Francesco. Una visione metallica di automobili in sosta, tante se le foglie potessero dire CONVENTO DI SAN FRANCESCO ( a Grosseto, Luglio 1983) La calma sporgenze di tetti comignoli rossi finestrelle piccole, Un cinguettio frequente gerani. Il chiostro è al centro il pozzo senese della “Bufala La calma un selciato grigio piccoli mattoni rossi un fraticello raccoglie dei fiori. Il Chiostro e fuori, la piazza che pulsa a battiti metallici di una, sessanta automobili in sosta SULLE MURA LA VITA ( a Grosseto, Luglio 1983) Una coppia: l'affetto 3 vecchi: la calma Uno studente: la voglia di conoscere una mamma: l'amore un bambino la gioia di vivere e la terra che profuma di fiori. ANGELO BIONDO Dipingo tra le dita le chiome più bionde l'azzurro di una maglietta più chiara i suoi occhi di festa. D'estate si sa che gli angeli biondi scendono sempre a giocare coi bimbi Carmelina. AL CASTELLO (Montepo, Luglio 1983) L’alto muro sale su un leggero declivio gioco i tetti e di bastioni in cerca, l’inferriata. Che vento che c’è dà voce alle fronde vicine e un grillo ripete il suo verso. La porta chiusa, margherita gialla riposano lievi ed un cerchio perfetto di sole si allontana su una tranquilla campagna QUESTA TERRA ( Luglio 1983) Questa terra porto di vento e di mare distese di girasoli e di pini approdo di gabbiani e di rondini.. Questa terra sede di torri e di castelli regno di cinghiali e di cavalli bellezze di parchi e di paludi Questa Maremma di odori e di sapori di colori e di sudori nacque con cuore. SCHERZI DI VENTO Si muove ondeggiando le foglie scomposte Si ferma un momento poi di nuovo scompone le foglie Che fresco questo profumo di vento. C a r m e l i n a

Nessun commento:

Posta un commento