martedì 4 marzo 2008

AL GIARDINO DEGLI ANANASSI

LA PRIMA VOLTA
E’ la linea del segno,avvolgente a tirarti dentro,a farti entrare in queste opere straordinarie,veri capolavori,nella scultura,come nelle ceramiche

C’è qualcosa in questa solare giornata di Maggio che la sta per condurre quasi al confine del reale,dove,..
il mio peregrinare per Boboli mi stava per portare a scoprire il giardino degli Ananassi,chiamato anche il giardino della Botanica Superiore per la prima volta… e dire
che Boboli è stato tra i miei più grandi amori.Appena arrivata infatti da Perugia a Firenze agli
inizi degli anni ‘70 mi sedevo lì ,all’uscita del cortile di Palazzo Pitti, per cercare con gli occhi di rubare la magia e la bellezza del giardino e sempre con la paura di perderlo, vi riapprovavo
appena possibile ( l’ingresso allora era gratuito)
Il mio peregrinare questa volta sotto un caldo sole di Maggio trova lieto fine grazie all’indicazione
del giardiniere che mi aiuta a raggiungere la meta.
La presenza di tante personalità,della stessa Direttrice dott. Di Litta Maria Medri delle sue collaboratrici Costanza alla gentilissima Maria Galassini che mi onora della Sua amicizia,
poi è lui,l’artista Antonio Manzi a “prendere”tutta la scena, Se il pennello avesse avuto i toni della commozione e della gratitudine con essi lo avrei dipinto.
Antonio è visibilmente commosso per la gioia di avere qui,in questo luogo,tra i più belli del
mondo una sua esposizione ed il suo cuore trabocca di gratitudine.si avverte negli atti,nel moto del suo corpo, attraverso gli occhi , gratitudine per ciò che sta accadendo in suo onore, un riconoscimento del suo coraggio e dell’alto valore artistico del suo creare.
Con passione, con tenacia con tenerezza,con la tecnica e la professionalità che Antonio ha acquistato con l’umiltà dell’ascolto con il saper osservare .
La sua semplicità lo eleva ad altezze e quando ci introduce per il percorso delle sue opere ne vengo letteralmente conquistata.
La mano è tentata di accarezzare e seguire il movimento delle linee di Antonio Manzi ed allo stesso tempo la mia mano è fermata dalla riverenza che si prova di fronte alle cose sacre... ed è la BELLEZZA
a rendere sacre le opere di Antonio Manzi . Nelle sue sculture in marmo,sia in quelle di grandi di- mensioni, i “Lottatori” l’Amore”,sia che nelle creazioni di più piccole dimensioni mi piace da mo- rire quella tecnica che riesce a coniugare il non finito,l’abbozzato col finito , il levigato e le sue “creature”nascono dal blocco di marmo con il travaglio ed insieme la gioia della nascita con leg-.
gerezza,con intensa potenza , con tenerezza con forza, con …
Mi attrae il profumo della rosa scolpita nel marmo che è tutt’uno con il ritratto della sua Maria Rosa di sua moglie e come non aver voglia di portare il cappello così leggiadro della scultura anch’essa in marmo bianco di Carrara :.” Donna col cappello”ed a fatica riesco ad allontanarmi dalle mani che si cercano.
Dal Tepidario Grande al Tepidario,Piccolo ( le serre realizzate dall’artista architetto Giuseppe
Cacialli) per godere delle ceramiche splendide nel loro effetto cromatico ( Antonio ci tiene a
sottolineare il merito anche della Colorobbia di Montelupo fiorentino) per le linee che tutte mi coinvolgono in una rete di bellezza mentre lo sguardo corre proprio come tanto tempo fa a scoprire ora sulle originalissime forme delle ceramiche elementi decorativi di squisita finezza,
figure umane, piante, fiori,animali...le mani quella bellezza del Creato che palpita in ognuna
e in tutte le opere di Antonio Manzi.
dove questo tempo ,quando questo spazio le hanno già fatte proprie in una coralità fra
terra e cielo, fra cielo e terra.
Carmelina dedica a te ed alla tua famiglia,Antonio.

Ho rubato il mio bocciolo di rosa

Il cielo sopra di noi
il cielo e poi le stelle
e poi il mare
e poi una ..
scala di legno .
Uno,due tre pioli
quattro, cinque e al sei ,
oltre il muretto un bocciolo di rosa
Lo guardo,lo colgo
e, discendo dal sei
giù fino a terra
Anch’io ho rubato
il mio bocciolo di rosa
alla vita che scorre.

UN FIORE
Puoi disperdere tutti i suoi petali
nel vento e poi,
calpestarli..
Che tu lo voglia o no
un fiore avrà sempre la forza di
rinascere

Carmelina Rotundo

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