racconto nato per le gite domenicali PERUGIA ASSISI
di cui ho scritto la prefazione;
le condizioni atmosferiche sono troppo cambiate penso dato le basse temperature di non avventurarmi nel viaggio e di aspettere tempi migliori
le telefono comunque il racconto è stato illustrato da diversi artisti contemporanei per la sua originalità, io non sono nè una santa nè una suora, eppure...!?
la vicinanza di Perugia ad Assisi, meta delle gite domenicali della nostra famiglia, ha creato questo rapporto con il presepio davvero particolare
E’ GIOIA
La mia storia col Presepe inizia molto presto nel tempo
e, quasi sicuramente, aiutata da una precisa ragione geografica: la mia
famiglia – papà, mamma e mio fratello Cesare – ha vissuto per undici
anni vicino ad Assisi, città divenuta meta preferita delle “gite”
domenicali. Mio padre, anzi, per motivi di lavoro doveva trasferirsi
proprio ad Assisi, ma scelse Firenze per potere stare accanto a sua
figlia che aveva deciso di frequentare all’Università la facoltà di
lingue e letterature straniere. Ancora oggi mi chiedo che cosa sarebbe
stato di me se io fossi andata a vivere ad Assisi (forse mi sarei
dedicata alla preghiera e non alla famiglia).
Lasciando da parte i se, ritorniamo al Natale, festa magica, festa dei colori, delle luci, degli abeti addobbati, dei pacchetti da scartare, di Babbo Natale, della neve …, ma al di sopra di tutto, quello che aspettavo era andare ad Assisi a Natale, in (mi sia concessa la parola) pellegrinaggio per Presepi, pellegrinaggio che iniziava dalla Basilica di San Francesco per arrivare alla Chiesa dedicata a Santa Chiara, su, su fino al castello.
Allora godevo dei giochi d’acqua, del vedere il sole che dava il posto alla luna e alle stelle, della stella cometa, dei pastori, della neve che scendeva, guardavo Gesù Bambino, S. Giuseppe, la Madonna, il bue, l’asinello; in quella capanna: in ogni capanna si compiva un miracolo, il miracolo della Natività.
Mio padre e mia madre non parlavano, preferivano far vedere a me e a Cesare ed io vivevo quell’esperienza con gli occhi da bimba senza capire molte cose, però ero felice, molto felice.
Dopo vari anni, adulta, sono ritornata ad Assisi, poco prima di diventare madre e, rivedendo i Presepi, ho sentito ritornare un sentimento, questa volta più consapevole, per quel grande mistero che è la Natività: Gesù Bambino, il Verbo incarnato, Gesù venuto in terra per condividere in tutto e per tutto, eccetto che nel peccato, la nostra condizione umana!
Oggi madre di due piccole, Sara - nata pochi giorni prima di Natale, il 20 Dicembre 1989 - e Nadia, nata il 22 Ottobre 1991, mi chiedo che cosa devo fare per riuscire a trasmettere quell’ amore, quella gioia che i miei genitori hanno donato a me, al di là dei doni, al di là della curiosità dei pacchetti da scartare, al di là delle luci dell’abete e dei dolci. Ed è forse per questo che ho cercato di ricostruire un itinerario dei presepi cercando di spaziare nell' universo…da Badia a Settimo - piacevole località dove abbiamo abitato - a Firenze, più che straordinaria "incredibile" città, alla Toscana, alle terre dell'Umbria…nel cielo, dove ancora oggi - nonostante l'inquinamento, possiamo ad occhio nudo, vedere la costellazione del Cancro che include un ammasso di stelle al quale fu dato il nome di "Presepio" o "greppia".
Pensando a queste stelle Plinio il Vecchio diceva: "Sunt in signo Cancri duae stellae parvae aselli appellatae, exiguum inter illas spatium obtinente nubecola quam praesepia appellant." ( Naturalis Historia, l. XVIII, 353 ) .....scoprendo così che chi fa un Presepe è spesso un poeta, un cantore di amore e dolcezza, perché quel grande mistero d’amore,
(don Benso Benni di Città di Cstello, a proposito del sentimento fondamentale che crea e regge la famiglia, scrive, nel libro di prossima edizione dedicato a SAN GIUSEPPE:" è l' amore che insegna a dimenticare l' esistenza di un tu ed un io per vivere con gioia il nuovo modo di chiamarsi: noi) quel miracolo della Natività, porti ancora pace e amore a tutti gli uomini di buona volontà e gloria nell’alto dei cieli.
( Questo mio amore per il PRESEPE mi conduce a condividere esperienze:
con la Rivista AMICI DEL PRESEPIO, -Alberto Finizio-
con la cura di mostre, quali quelle mitiche
nella basilica di Santa Croce a Firenze con Padre Nicola Scarlatino:
a San Godenzo, collaborando con Giuseppe Piani e Tullio Parronchi..... fino a Calenzano con Agostino Barlacchi.......in un moto continuo di scambi, di arricchimento, di conoscenze tra le quali mi fa piacere ricordare: la grande, indimenticabile artista Yvonne di Palma, la collezionista Maria Batignani Bindi, Lucia Spadi, Francesco Dalla Colletta, Donata Arnaboldi Pagani, Silvia Nanni , Fausto Sbaffoni, Giovanna Muraglia, Maria Antonietta Lemmi, Maurizio Martini, Valentina di Gabriele .... direbbe Galileo Galilei perchè non esiste cosa cristallizzata nell' immobilità!)
Carmelina Rotundo
carmelinarotundo@yahoo.it
Lasciando da parte i se, ritorniamo al Natale, festa magica, festa dei colori, delle luci, degli abeti addobbati, dei pacchetti da scartare, di Babbo Natale, della neve …, ma al di sopra di tutto, quello che aspettavo era andare ad Assisi a Natale, in (mi sia concessa la parola) pellegrinaggio per Presepi, pellegrinaggio che iniziava dalla Basilica di San Francesco per arrivare alla Chiesa dedicata a Santa Chiara, su, su fino al castello.
Allora godevo dei giochi d’acqua, del vedere il sole che dava il posto alla luna e alle stelle, della stella cometa, dei pastori, della neve che scendeva, guardavo Gesù Bambino, S. Giuseppe, la Madonna, il bue, l’asinello; in quella capanna: in ogni capanna si compiva un miracolo, il miracolo della Natività.
Mio padre e mia madre non parlavano, preferivano far vedere a me e a Cesare ed io vivevo quell’esperienza con gli occhi da bimba senza capire molte cose, però ero felice, molto felice.
Dopo vari anni, adulta, sono ritornata ad Assisi, poco prima di diventare madre e, rivedendo i Presepi, ho sentito ritornare un sentimento, questa volta più consapevole, per quel grande mistero che è la Natività: Gesù Bambino, il Verbo incarnato, Gesù venuto in terra per condividere in tutto e per tutto, eccetto che nel peccato, la nostra condizione umana!
Oggi madre di due piccole, Sara - nata pochi giorni prima di Natale, il 20 Dicembre 1989 - e Nadia, nata il 22 Ottobre 1991, mi chiedo che cosa devo fare per riuscire a trasmettere quell’ amore, quella gioia che i miei genitori hanno donato a me, al di là dei doni, al di là della curiosità dei pacchetti da scartare, al di là delle luci dell’abete e dei dolci. Ed è forse per questo che ho cercato di ricostruire un itinerario dei presepi cercando di spaziare nell' universo…da Badia a Settimo - piacevole località dove abbiamo abitato - a Firenze, più che straordinaria "incredibile" città, alla Toscana, alle terre dell'Umbria…nel cielo, dove ancora oggi - nonostante l'inquinamento, possiamo ad occhio nudo, vedere la costellazione del Cancro che include un ammasso di stelle al quale fu dato il nome di "Presepio" o "greppia".
Pensando a queste stelle Plinio il Vecchio diceva: "Sunt in signo Cancri duae stellae parvae aselli appellatae, exiguum inter illas spatium obtinente nubecola quam praesepia appellant." ( Naturalis Historia, l. XVIII, 353 ) .....scoprendo così che chi fa un Presepe è spesso un poeta, un cantore di amore e dolcezza, perché quel grande mistero d’amore,
(don Benso Benni di Città di Cstello, a proposito del sentimento fondamentale che crea e regge la famiglia, scrive, nel libro di prossima edizione dedicato a SAN GIUSEPPE:" è l' amore che insegna a dimenticare l' esistenza di un tu ed un io per vivere con gioia il nuovo modo di chiamarsi: noi) quel miracolo della Natività, porti ancora pace e amore a tutti gli uomini di buona volontà e gloria nell’alto dei cieli.
( Questo mio amore per il PRESEPE mi conduce a condividere esperienze:
con la Rivista AMICI DEL PRESEPIO, -Alberto Finizio-
con la cura di mostre, quali quelle mitiche
nella basilica di Santa Croce a Firenze con Padre Nicola Scarlatino:
a San Godenzo, collaborando con Giuseppe Piani e Tullio Parronchi..... fino a Calenzano con Agostino Barlacchi.......in un moto continuo di scambi, di arricchimento, di conoscenze tra le quali mi fa piacere ricordare: la grande, indimenticabile artista Yvonne di Palma, la collezionista Maria Batignani Bindi, Lucia Spadi, Francesco Dalla Colletta, Donata Arnaboldi Pagani, Silvia Nanni , Fausto Sbaffoni, Giovanna Muraglia, Maria Antonietta Lemmi, Maurizio Martini, Valentina di Gabriele .... direbbe Galileo Galilei perchè non esiste cosa cristallizzata nell' immobilità!)
Carmelina Rotundo
carmelinarotundo@yahoo.it
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