giovedì 10 febbraio 2022

Foto digitalizzate, al mare

al mare... (continua sotto)
in Maremma E' belli…ssimo Luglio 1983 Passeggiata da Principina a Mare a Bocca d'Ombrone Stiamo per lasciarci alle spalle file ordinate di ombrelloni. I loro colori arancione acceso con righe verdoni e gialle si stanno appena movendo al tocco di una impercettibile brezza e, avanti ci attrae la voglia di acqua, di sale, di sabbia e di un fiume: l'Ombrone. Il sole caldo, alto ci spinge a camminare sulla battigia: piedi nell'acqua e poi, eccolo il primo tronco asciutto quasi bianco sulla sabbia. La spiaggia dimentica qui la sua solitudine per coprirsi di un ripetersi di giochi di tronchi, di rami, alcuni più vicini all'acqua si allontanano dalle loro forme per assumerne altre: escavate, rugose. Il mare calmo schiumeggia vicino a quei rami, lambisce la spiaggia, ritorna indietro, poi ancora avanti nel ripetersi eterno del gioco dell'onde ora particolarmente tranquille. L'immersione nelle acque azzurre, le soste per foto e di nuovo il nostro camminare non veloce, ma costante. Laggiù, in fondo sembra una scogliera non si percepisce dove finirà e intanto sono passate due curve di spiaggia; tronchi isolati altri messi insieme a formare capanne dove l'azzurro del cielo gioca a farsi vedere. Quella che sembrava una scogliera è vicina, si distingue, è un tronco emergente dalle acque: esile, ma di deciso colore scuro accoglie file di gabbiani che si posano nuovamente. Sulla pelle: sale, le frequenti immersioni ci permettono di continuare più speditamente il viaggio: il mare, la sabbia, i tronchi persino foglie ormai secche ancora sui rami e dietro, arieggiano arbusti a protezione delle grandi pinete; un giglio di mare nato da tempo ci guarda passare. Le acque azzurre ora stanno per lasciare il posto ad acque bianche, più bianche; sotto i piedi affondano su banchi di creta; le acque azzurre, poi bianche stanno per incontrare il fiume. Distesa verde di acqua l'Ombrone si consegna qui al mare, una barca sta costeggiando, lentamente i verdi argini. Sulla sabbia sdraiati ai confini del fiume e del mare volgiamo lo sguardo al cielo dove gabbiani si stanno allontanando; una libellula dalle ali trasparenti ci volteggia intorno. Un respiro non può accogliere insieme tanta natura e il silenzio grande ci permette di odorare e percepire il rumore delle acque: tra i pini lontano un cavallo. Il cavallo si avvicina alla spiaggia, supera i tronchi, si allontana lungo gli argini del fiume. Un respiro grande e di nuovo: spalle al fiume riprendiamo il cammino del ritorno. Onde più grandi increspano il mare che questa volta ci segue più rumoroso; continuano ancora i giochi dei tronchi. Seduta su di un ramo vicina alle acque guardo l'azzurro e mentre respiro mi batte sui piedi una paletta azzurra, persa chissà, da un bimbo e riportata dal mare ora per gioco. Granelli di sabbia, la stanchezza si fa sentire e un sole alto ancora più alto. Al ritorno ci accolgono le sdraio arancione acceso con righe verdoni e gialle che avevamo lasciato sotto ombrelloni, ora mossi da un vento più forte. Carmelina Rotundo Luglio 1983

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