NONNO CESARE
LA PARTENZA
( Quando ho avuto un’ape nel capo mai
“ mi potè piare sonno )
del mio lavoro : la domanda di impiego mi era stata rifiutata e ingiustamente.
Svegliati dal primo sonno,decidemmo di alzarci per andare ad aspettare
l’ arrivo della,corriera sulla strada.
Passava il tempo e faceva tanto freddo , per non soffrire quelle basse
temperature, ci incamminammo con l’intenzione di fermare la corriera non appena questa si fosse vista.
Quando attivammo a Taverna : 12,15 all’orologio della piazza della corriera
nemmeno l’ombra naturalmente.
Mesi di Gennaio, continuava a fare freddo, non potevamo aspettare e cammina arri-
vammo a Catanzaro all’alba.
QUANT’E’ GRANDE IL MONDO
Quando vado alla posta,cento firme devo fare , chi sa fare a croce e chi a mala pena
il suo nome:
Se prendo un foglio per scrivere una lettera non finirei mai,mi vengono in mente tante e tante cose
A Magisano venne un professore che faceva scuola e da lui presi il certificato di
quarta.
E dovevi portare l’inchiostro nel calamaio,la penna,il libro
Mi ricordo che il maestro era giovane e buono :Nopito di Vincolise.
Tutti noi andavamo in campagna a faticare ,chi andava a badare alle pecore, il maiale,
.la capra, ; fin da quando avevano 4- 5 anni dovevi andare a faticare ; per questo a
scuola una volta eravamo in 7-8 , l’altra in due o tre. ==
IL CARNEVALE
In Argentina d’estate è molto caldo e a carnevale c’era l’uso di bagnarsi ; andavano sopra i tetti femmine,uomini e gettavano acqua.: Ho visto tanta gente
con i panni attaccati alla pelle…tanto erano zuppi di acqua.
Se esci in quei giorni,non c’è speranza . ti bagnano tutto,non c è rispetto ne’ per
i forestieri,ne’ per gli stranieri,
Anch’io giravo ,seguendo l ‘uso e i modi di quella gente ; avevo preso un secchio
e gettavo acqua a più non posso
Per diversi giorni, la gente si riuniva nella grande via centrale,tutta vestita di ogni colore e si divertiva a gettare serpentine e coriandoli .tanti e tanti da ricoprire la strada,
A Magisano a carnevale usava vestirsi e girare di casa in casa dove uno aveva gli amici si fermava a scherzare,a bere e a mangiare..
Ora dei grandi non si veste più nessuno.
Prima,fino al 1957,circa, per le strade veniva realizzata la “ farsa” ,un’operetta messa in scana da una trentina di persone
Recitavamo una volta sulla strada,davanti al rione Bardi e alla chiesa.la gente del paese ci seguiva come in processione e alle nostre battute e si fermava ad ascoltarci
Eravamo solo giovanotti , le donne non recitavano e le parti come la “Rosetta”, la vecchiettina erano interpretate da uomini
Tutte piccole parti . Rosetta diceva :
Io son la Rosetta,,son Rosettina
e son d’amore e son d’aspetto
il giorno vedo tante “luminare”
la notte …
Pulcinella,lo chiamavano Pulicinella.
C’era un solo,libro e tutti studiavano in una sala dove ognuno recitala la sua parte
fino a saperla a memoria,
Nella parte di Giacinto questo personaggio diceva :
Io su Giacio e su Giacinto ! Quello che porta la spada d’argento !
Avevamo dei bei vestiti e qualche cosa la preparavamo anche da noi
una spada di legno ed un cestino,
E sempre Giacinto continuava
e se per caso la tiro da questa cinta rifaccio a “repulare” a tutti quanti “
.C’era la patte del pidocchioso. (piducchiuso)
Nu jurno le piducchie me mazzullarono
entro nuvalle senza codarone
Le parti più difficili erano il capitano che doveva entrare più volte
Ho fatto,le farse per quattro anni dal 1912 al 1916
Tanti e tanti personaggi sono ancora vivi nella mia mente
.La vecchierella col fuso che filava
Un’altr’anno venni da soldato ,mi ricordo era il 1917, arrivai di notte e nessuno mi vide.
Il giorno dopo era Carnevale e così decisi di vestirmi da donna
non riuscirono a scoprire la mia identità fino a quando non la svelai.
Mi piaceva tanto la parte di un personaggio che chiamavano Carnevale anzi,come diciamo noi “Cannivelare”
Io Cannivlare
su sceruso
non mi è mai passata una mosca per il naso
e lo sapete dove sono valoroso
per quei maccheroni con su il cacio
e di salciccia e soppressate non mi basta
una barca caricata
Mi mangerei tutti i somari di Crotone
e tutte le ragazze di Gimigliai.
Il Pezzaro
Che vende roba fine !
Non costa niente,solo se mi farete mettere
una mano tra i vostri seni per cacciare la mia malinconia
Va proprio così il mondo.
<
PARTE E CANNILLEVARE
Io Cannillevare
su sceruso
Non ma passata mai una mosca per il naso
u sapite dove signo valuruso
a quelli maccheroni su u naso e susizze e soppressate non me basta
una barca caricata
Mi mangeria tutti i sumeri di Crotone
Tutte e baldascie scette a Gimigliano
U Pezzarua “ che vinne sta roba fine
avere quattro zugerelle.
Non costa niente quanto me facite
mentire a a mano sopa ste minne,
ma mi mino a malinconia…
VA COSI’ IL MONDO
Dici che arrivi là , invece non ci puoi arrivare, trovi degli ostacoli.
Il mondo è cambiato così !
Come li rifarei i figli se torno un’altra volta indietro :ne faccio dieci
dodici. Se si allontana un figlio ne resta un altro , io invece vivevo in-
una famiglia di sette figli più due genitori eravamo nove,
Riguardo al matrimonio come mi sposerei !
Prima di tutto sei padrone e s e ti va di dormire dormi, se ti va di bere,
bevi, di mangiare
Seconda cosa che sta in compagnia
Terza, se tu fai un lavoro,versi lì quello che guadagni ,ti fai la casa. la vigna
e cresci i figli.
Se stai in casa di tuo padre se acquista .il genitore, tu non sei mai padrone.
Quarto, se la fortuna ti aiuta fai un progresso.
Quando sei in due e d’accordo puoi riuscire facilmente : ti devi volere bene,però
Da solo non si può stare mai ; devi essere condannato dalla fortuna
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