martedì 2 agosto 2016

LA STANGA, IL PAN DI LEGNO E L' ACQUE BIANCHE

..... per ritornar  a conoscere ad amare il fiume,
 fiume  generoso e potente che  ha dato tanto alla città;
  per ritornar ad amare  l' ARNO    che ha inondato- sconvolto la città
 quel dio fiume placido e tranquillo, irato e turbolento, tortuoso via di trasporto importantissima..... e .......
                                                           appena uscita dalla TORRE DELLA ZECCA
                                                                   mi ritrovo in via de' Malcontenti solitaria  di pedoni,
                    appena dopo le due tempeste
 le chiamano bombe d' acqua a voler riallacciarsi  agli attentati ?
 Via de' Malcontenti
 fiancheggiata da auto in sosta fitte fitte che non lascian  "respiro".
 Via San Giuseppe,
 lo sguardo si ferma su una vetrina dove sono esposte scatole- gatto;
  arrivando da questa parte Santa Croce sembra un campo minato
  nella piazza invece " Francesco" suona la chitarra
  mi siedo su
 una panchina di pietra semi asciutta ad ascoltar le note  a ricomporre
 la performance:
 LA STANGA, IL PANE DI LEGNO e L' ACQUE BIANCHE
 ARCHEOLOGIA NARRANTE
 FRATE MILLANTA di PROFESSIONE TRAGHETTATORE e FODERATORE
 La torre è maestosa   solitaria isola circondata da un incessante cerchio di traffico cittadino
 al lato che guarda l' ARNO vi è stata  apposta, su quelle possenti, mura una lapide che
 porta incisa  di  Dante
 poesia pura sublime che alleggerisce il mio pensiero
« Per mezza Toscana si spazia
/ un fiumicel che nasce in Falterona, /
 e cento miglia di corso nol sazia. »
(Pg XIV, 16-18)
 possenti mura altiSSIMI soffitti, poche aperture.
La musica
 una fisarmonica a bocca che ci accompagnerà per tutto il percorso-narrazione
 atmosfere...mentre agli alti gradoni come  fosser palcoscenico entra in scena
 Lorenzino  salvato dal fiume insieme alla madre  dal Millanta,
  in un gesto di generosità spontanea immediata che lo rende  caro al cuore :
  gesti comuni di gente di strada
 Millanta  un innamorato del fiume di cui conosce segreti  in
una comunione completa tanto che
 lui ascolta il fiume ed il fiume ascolta lui
 in una simbiosi dove -quando l' uno non puo' più far a meno dell' altro,
  anche  a me sembra di sentirlo l' Arno  affascianta in questo percorso,
 dal millanta- traghettatore di cose  e
persone
 la stanga robusta di faggio e di castagno il legname che dalle foreste del casentino
  giungeva per costruir la Cattedrale,
  il Millanta   che, sentendosi vicino all' ultima tappa della sua vita
 vorrà essere portato vicino all' Arno per poi  lasciarsi  andare  per diventare parte di fiume ......e
 a Lorenzino suo degno erede, spetterà ancor traghettare
al  primo, al secondo piano, all' ultimo  prima del terrazzo
Ritorno con lo sguardo a Piazza Santa Croce :
di bianco scintillante la facciata dopo la tempesta,
  di fronte a "lei" sui tetti  un cielo
grigio nuvoloso. il sole sta lasciando la sua luce 
 Storie  di "fantascienza archeologica" proposte da
 ARCHEOLOGIA NARRANTE
  di ALESSANDRO FANI  con ALESSIO SARDELLI ,
 SIMONE BELLUCCI,  GIUSEPPINA CARLOTTA CIANFERONI.
 Regia di CARLO SCIACCALUGA
 musiche originali  dal vivo ALESSANDO MASINI
ARNO d' ora in poi come mi siederò ad ascoltarti!!!
 MILLANTA.... LORENZINO.... OCCHIO BELLO ..
gocce d' Arno  piccole gocce, ma parte  d' immensità che scorre.....
dal monte per raggiungere il mare  e..
.musica di fisarmonica musica d' Arno musica
 che sto ascoltando qui in piazza SANTA CROCE
 il cuore va a CESARE
 chitarrista anche lui .
.Il libro di Casprini sui foderatori dell’Arno diventa una pièce teatrale
libro che  approfondisce la storia dei: “Foderi, foderatori e porte foderaie" tre parole ormai scomparse dal parlare comune e che per molti ne è sconosciuto anche il loro significato. A queste tre parole era legata la fluitazione dei tronchi d’albero quando le strade non erano facilmente praticabili e ancora non esistevano le ferrovie. Quei tronchi, specialmente d’abete, provenivano dal Casentino e da Vallombrosa e sono serviti all’Opera del Duomo per la costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore e nei cantieri navali di Limite, Pisa e Livorno.

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