giovedì 12 marzo 2009

DIARIO DI CARMELINA

MIMLXXXIV – MM1



Capitolo I

Mostra
Tre edizioni da “favola” di dipinti per un diario
(due anni quasi di preparazione e quasi due anni sarà l’arco di tempo in cui le mostre dialogano con il pubblico…….)

Le parole del diario di Carmelina Rotundo ci immergono in un variopinto caleidoscopio di serene immagini e di sensazioni lievi che temevamo di aver smarrito e che, invece, ci invitano, almeno per un attimo, a dimenticare l’affrettata e grigia quotidianità alla quale il nostro tempo ci costringe. Grazie ad esse per averci regalato preziosi momenti di sospensione dalla banalità del reale e restituito il sottile incanto della semplicità.
Anna Mitrano
Presidente Opera di Santa Maria del Fiore

Il Diario di Carmelina racconta del doppio viaggio interiore e geografico di una donna nitidaumilecologica dal cuore d’acqua quieta dalla Laguna d’Orbetello dove è nata e acqua metafisica sognata dentro le segrete paludi delle pianure di Badia a Settimo, ove Carmelina vive, ama e cresce come donna, madre, moglie, amica e maestra elementare-alimentare. […] E così con passi di seta sulla neve, il cuore in festa e il valzer di Sibelius nell’area, Carmelina respira il paese bianco e la straordinaria avventura della vita, il viaggio fantastico di Esserci.
Tra versi, girasoli e prosa, scorre il Diario di Carmelina, con disarmante semplicità, sulla linea della tradizione che attinge alla nuda creaturalità dell’uomo e risulta, più interessante ancora, leggerlo attraverso le immagini dei pittori che hanno deciso, amichevolmente, di ripercorrere ciascuno con la propria emozione interpretativa il viaggio di Carmelina, una donna in transito.
Ecco la magia di scrivere quadri e dipingere parole all’unisono in un solo bioritmo di sistole e diastole affettive.
Ruth Cárdenas
Responsabile Nazionale programmi culturali Fondazione F.I.D.A.P.A.

Conosco Carmelina Rotundo già dal 1995... Il nostro incontro, infatti, risale, a poco prima che mancasse mio padre, il senatore Luciano Bausi, già sindaco di Firenze. Ci incontrammo una sera, in occasione di una cena organizzata dall’antica Compagnia del Paiolo, della quale mio padre era presidente. Carmelina collaborava alla rivista della Compagnia. Rimasi subito colpita da quella “ragazza” così piena di entusiasmo per tutto quello che riguardava l’arte, gli artisti. Il suo entusiasmo era qualcosa di bellissimo, puro, senza alcuna contaminazione. Ed è proprio l’entusiasmo accompagnato da una gran voglia di esprimere i sentimenti, la propria visione della vita con le sue gioie e dei suoi affanni che mi hanno fatto capire che Carmelina è una persona un po’ speciale. L’affetto che la legava al mio caro babbo e la sua amicizia con lui è stato solo uno dei motivi che ci hanno fatto diventare amiche. Pur essendo fra noi molto diverse, ho sentito in lei delle affinità collegate proprio al modo di “sentire” la vita. […]
La sua capacità di soffermarsi sul mondo in generale che non ci fa più distinguere il nostro piccolo dal nostro immenso che ci ruota intorno, ritengo che sia una dote che gli artisti hanno ben percepito. Siamo sempre affannati a rincorrere tante cose, Carmelina con il suo diario e gli artisti che ne hanno preso spunto ci hanno fatto un gran dono: ci hanno dato la possibilità di riflettere, di ammirare, di percepire. Grazie, davvero.
Susanna Bausi

Questa neve che t’impreziosisce che rende più prezioso ogni angolo ed ogni tetto. Questa neve che rende allegri e ci unisce in un grande girotondo[…]. Lo spazio bianco inghiotte questi nomi che equivalgono ad altrettanti incontri d’anima, la felicità “e nello stesso tempo la paura” di Carmelina e il suo trepido ricorso all’Angelo custode, il ricordo di Dino Campana sepolto nella Chiesa di Badia a Settimo, il richiamo in loco alla musica di Sibelius e al romanzo Silya del narratore Premio Nobel Frans Emil Sillanpää
Vittorio Vettori
Presidente Istituto Superiore per l’Aggiornamento Culturale
“Mircea Eliade”

E’ davvero rara un’opportunità come questa, di vedere riunito un gruppo di validi artisti che presentano ciascuno una coppia di dipinti, secondo un progetto comune, realizzato con entusiasmo, talento e soprattutto con sincera amicizia. L’amicizia per Carmelina Rotundo, che condividendo con loro i pensieri del suo diario, confidando loro le sue sensazioni, li ha talmente coinvolti da convincerli a trasporre su tela o su tavola, con partecipe impegno creativo, le emozioni, i sentimenti di chi ama la vita nella cornice naturale di un luogo così denso di suggestioni quale è la campagna toscana nei pressi della Badia a Settimo o nella vasta Maremma.
Varia è la formazione culturale di questi artisti, alcuni dei quali ho il privilegio di conoscere da anni anche a livello personale, ma notevole in particolare la capacità di rigenerarsi continuamente dal punto di vista tecnico: Amalia Ciardi Dupré, Yvonne DiPalma, Patrizia Pandolfini, autrici intense di splendide sculture, testimoniano una volta di più l’unità sostanziale che lega le molteplici forme dell’arte, secondo la tradizione toscano-fiorentina del primato del disegno, rivelando nella loro pittura una sensibilità ed una dolcezza che ispirano il desiderio di vederle impegnate in altre e più frequenti prove.
Amalia Ciardi Dupré coglie col suo tratto, affettuosamente sinuoso e nello stesso tempo plastico, la forza della natura, degli alberi, del cielo che circonda le figure angeliche e quelle umane, all’ombra dell’architettura possente del campanile della Badia; e tutto è immerso in una colorazione ricorrente, raffinata, che pare quasi rimandare alle radici della vita. Come
ho già riscontrato nelle sue sculture, la Duprè ha la facoltà di rendere con un segno potente e insieme armonioso, la forza e la dolcezza della sua indole.
Yvonne DiPalma, anch’essa sperimentatrice instancabile delle tecniche antiche, illustra con partecipazione gioiosa e vivace cromatismo il motivo di un viaggio, che ispirato da un motivo di lavoro, si trasforma per amore delle due figliolette di Carmelina, nella ricerca di notizie relative a Santa Claus. L’autrice, nella sapiente, piacevole disposizione degli elementi naturali (l’arcobaleno, il cielo), architettonici (la cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore, la cattedrale di Helsinki) mostra la propria complessa concezione dello spazio, unificato dalle ali nere dell’aereo (segno del timore per l’ignoto) e dall’arcobaleno (la positività dell’esperienza conclusa), in cui compare anche l’inserzione affettuosa del visetto di uno dei suoi figli.
Patrizia Pandolfini, un’altra sensibile scultrice, regala sensazioni piacevolmente riposanti, rivivendo i paesaggi e gli scorci in riva all’Arno con una delicatezza di azzurri e verdi avvicinabile a quella dei “Chiaristi”, per la quale l’acqua, il cielo e la vegetazione si trasfigurano in un incanto di luce diffusa.
Il tema poi della luce accomuna due pittori, legati nella scelta dell’astrattismo a livello artistico e nella vita marito e moglie:Vincenzo Zappia e Rosalba D’Ettorre. L’astrattismo di Rosalba è di matrice lirica e preziosamente variegato nella sua complessità, con un accenno sia pure lieve ad uno spazio dinamicamente condiviso tra cielo e terra che si protende con audacia verso il figurativo; l’interpretazione astratta di Vincenzo è geometrica, movimentata a sorpresa da concavità e da convessità, che nella scelta dei motivi lascia scorgere allusioni alla decorazione architettonica del quattrocentesco palazzo dei Diamanti a Ferrara, in una chiave coloristica di particolare suggestione per i delicati accenti cilestrini in combinazione con argentee tonalità di rosa.
Dando modo di riutilizzare quasi una definizione coniata da Maurizio Fagiolo, e cioè secondo un “realismo magico”, si colloca, a mio avviso, la coppia di dipinti di Patrizia Della Valle, capace di rendere con vivida efficacia le espressioni dei bambini, intensi protagonisti in primo piano. L’artista, caratterizzata da una forte carica emozionale e spiccato senso della teatralità, infonde nella sua opera un’efficace percezione della spazialità e acuto senso del colore.
Manuela Minacci da sempre appassionata e profonda indagatrice delle radici simboliche nella spiritualità, interpreta con avvincente fantasia il tema di Orbetello e della Maremma, identificandolo nel labirinto, metafora e immagine di ricerca interiore, in cui predominano la tranquillità dell’azzurro e la sacralità dell’oro. Agli stessi colori si collega l’altra tavola della Minacci, costruita sul tema dell’albero e del giardino, allegorie magicamente preziose del pensiero che ampio si protende e della cultura che nel tempo custodisce i suoi tesori.
Per le tele di Silvia Fossati, dalle allegre note musicali in rosa e celeste che sono sfuggite alle linee di un rosso pentagramma, si potrebbe parlare di sinestesia tra surrealismo e astrattismo: nelle sue opere con coraggiosa audacia l’artista ritenta la sfida, già risalente al tempo delle Avanguardie, di esprimere con segni e colori l’impatto emozionale dei suoni armoniosi delle campane.
Infine un inserto originale, per la tecnica del ricamo e il divertente montaggio trompe-l’œil, il pannello frutto della collaborazione di Maria, Selenia, Maria Teresa, Giuseppina e Cynthia, raffigurante con ingenua stilizzazione un campo di girasoli, una vigna e il campanile di Badia.
Tante sarebbero da richiamare le suggestioni in cui il visitatore si immerge,
grazie a questi artisti; soprattutto viene spontaneo l’augurio che essi non si fermino a questa mostra ma ce ne preparino presto un’altra per offrirci ancora l’occasione gradita di riflettere, contemplare, sognare…

Cecilia Filippini

Dipinti per un Diario

Di, e per, Carmelina Rotundo


Casa del Popolo di Casellina (Scandicci, Firenze) anno 2002.

Dal privato al collettivo, dagli affetti al sociale per un connubio e un intreccio dove l’io vive con e per gli altri ovvero che cosa può succedere se un diario capita in mano a degli artisti contemporanei.
Dalla lettura di un diario inedito di Carmelina Rotundo riguardante temi legati alla piana di Settimo (1989-2001) un gruppo di artisti riunitosi alla Casa del Popolo di Casellina, sta programmando una mostra itinerante che si terrà per la prima edizione nella Casa del Popolo di Casellina (Scandicci, Firenze) tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio 2002.
Oggettivo e soggettivo
è la sfida stimolante la crescita umana e artistica dei partecipanti. Il progetto nasce dal desiderio di comunicare esperienze, fatti, quotidianità messe a confronto.

Gli artisti impegnati sono:
Amalia Ciardi Dupré
Patrizia Della Valle
Rosalba d’Ettorre
Yvonne DiPalma
Silvia Fossati
Giovanni Greco
Manuela Minacci
Patrizia Pandolfini
Vincenzo Zappia
Selenia Baldoin e Maria Bufalo

Per la codifica e la traduzione in inglese di alcuni testi: Cynthia Hillman della Middlebury College, Anthony Via, direttore dell’Università americana Gonzaga.
Per la codifica della favola " C'è o, non c'è ? " Giulia Dolfi, per la traduzione di questa favola Joan Banko Volpi, per il racconto: “Dedica con amore” Yvonne DiPalma e John Caputo.
La lista dei ringraziamenti sarebbe lunghissima: la pittrice poetessa Anna Vittorini, giornalisti Sosio Settembre e Simòn Peproza Lujan, la famiglia Novello, Giulio Prevedello, Gigi Cerruti, Carla Brizzi Paola e Iorio, l’associazione Lib(e)ramente (Antonietta, Andrea, Fiorella, Ilaria, Gemma, Giuseppe), da Walter e Marilù Cangi, Quartiere 4 presieduto dalla dottoressa Matteuzzi con tutti i suoi collaboratori, professor Fabio Paoli, l’A.P.T. di Firenze, Chianti News (Paolo Melani, Nadia Fondelli, Luca Ferrari) L’Alfieri, Dalmazio Masini, Okai!Roberto Alberghetti, dall’estero Charo Marin (Spagna), Marc Werbrouck (Belgio), Sally Poster (America).

In Nome dell’Europa Unita
Nella piana di Settimo, nel prossimo inverno per il progetto Comenius dal titolo “We are Euro kids differerent ,but egual” si incontreranno le insegnanti del II° Circolo didattico di Scandicci ( dirigente sig. Federico Marucelli) insegnanti dal Belgio, paese coordinatore, il Direttore Danny Raemdonck dalla Finlandia l’insegnante Kirsi Laihonen.dalla Spagna l’insegnante Nelia Hernando Ibañez.
Qualcuno crede nel destino, in un filo a cui tutto e tutti sono appesi, ad un percorso che accade perché deve accadere, ebbene... dopo l'uscita nell'aprile 1991 del libro “Che favola!”, edito da Cultura Nuova Editrice di Gianni Giovannoni, dedicato a Sara che viene al mondo il 20 dicembre 1989, nasce Nadia ad ottobre il 22 proprio del 1991.
Raccolsi allora per la secondogenita racconti, poesie, foto, ogni cosa servisse da bussola per narrare e ricordare come quando chi c'era stato con noi quattro, ma non ebbi il coraggio né la forza di realizzare un libro per Nadia come le sarebbe spettato: le dicevo, così per giustificarmi, ma senza un' idea precisa: " Te lo faccio per i tuoi dieci anni " ma in verità non mettevo mano all'opera...
Una promessa da marinaio ma, poco prima del fatidico compleanno, un caso, per caso, durante una riunione di lavoro alla Casa del Popolo di Casellina, per preparare la nota critica per la mostra della pittrice Patrizia Della Valle, nasce per merito di Vincenzo Zappia un gruppo di lavoro che decide di prendere come punto di riferimento il mio diario datato 1989-2001.
Pagine di vita vissuta dal 1989, anno in cui una donna diventa madre, al 2001 in un intreccio dove ora la donna, ora la madre, ora l'insegnante della scuola Aldo Pettini (chiamata da tutti dell’Olmo Pieve) ora la figlia di Rosario e Maria, ora la sorella di Cesare vivono ed interagiscono con e per gli altri...
Il privato nel pubblico, io con gli altri, per gli altri nelle giornate di sole belle e luminose per le quali metti le ali per volare o sotto le tempeste più furibonde capaci di piegarti fino farti piangere.
Soli, piogge, arcobaleni.
Sono felice e nello stesso tempo ho paura, tanta paura, tirando il vestito invocando l'angelo custode.
Allora dico:
Angelo di Dio che sei il mio custode illumina custodisci reggi governa me che ti fui affidato dalla pietà Celeste. AMEN.
Angele dei qui es custos mei me tibi commissum pietate divina virtute rege et guberna Amen.


Riunioni di lavoro.

La prima alla Casa del Popolo di Casellina, in piazza di Vittorio a Casellina
La seconda pure alla Casa del Popolo di Casellina
La terza allo Studio Giambo,Borgo degli Albizi 6
La quarta alla Casa del Popolo
La quinta alla Mostra di Yvonne DiPalma nel Chiostro della Basilica di S. Croce, largo Bargellini.
Con ogni artista ci siamo sentiti, visti, abbiamo fatto passeggiate e molti gli aneddoti da raccontare. Patrizia Della Valle aveva scelto la favola “ C’è o non c’è” dove i protagonisti sono tutti “veri”: lei scrupolosa come sempre decide di fotografare la protagonista la fata Bruna che è appunto la signora Bruna Nardi De Concilio che la settimana dopo le nostre decisioni entra al “Bobolino” residenza per anziani della Misericordia.
Prima spedizione con i bambini.
Tiziano il figlio di Patrizia, Sara e Nadia. Bruna non può fare le fotografie, la “povera”
Patrizia scatta le foto al piazzale ai bambini. Incominciano le telefonate fino a quando
Bruna può farsi fotografare.
Ma Patrizia non aveva mai visto le bambole, il veliero, l’antico veliero e lui il Pierrot rosa.
Intanto le foto del bambini sono da rifare: hanno gli occhi bassi.
Passa quasi l’estate quando Bruna decide di tornare a casa per la posta ed è dopo appena
Ferragosto che a Patrizia vengono presentate da Bruna tutte le sue bambole ( in mostra quasi
cento) l’antico veliero e il Pierrot rosa (pochi giorni dopo tutto scomparirà).
Nel frattempo arrivano le due tavole (70 x 140 ) che Patrizia aveva fatto preparare da un artigiano del legno……..
Manuela Minacci scriverà delle splendide pagine di ciò che ha significato per lei quest’incontro che ha aumentato questa amicizia nata da stimoli artistici.


ADVENTURE IN PROGRESS
ovvero “Anime allo specchio”
To open a dialogue
and to get to know each other
Una squadra di football quasi al completo: dieci giocatori in campo per una partita che inizia a Maggio 2001. Incontri, discussioni anche partecipazione e presentazione a mostre:
Patrizia della Valle alla Casa del Popolo di Casellina
Manuela Minacci in via S.Egidio nella cripta
Amalia Ciardi Duprè alla villa dei Cento Camini ad Artimino.
Yvonne Di Palma nella Basilica di Santa Croce dalla parte di Largo Bargellini, i viaggi a Berlino, la mostra di Patrizia Pandolfini, la Mostra del gruppo internazionale in Portogallo di Silvia Fossati, l’impegno di coordinamento di Vincenzo Zappia e Rosalba d’Ettorre hanno caratterizzato la vita di squadra fin dal momento in cui si è trattato di scegliere il tema su cui lavorare: dieci in partenza e dieci all’arrivo, per iniziare un nuovo gioco in un crescendo di unità d’intenti e di intuizioni che ha visto anzi la richiesta di altri artisti ad aderire alla partita, comeAngela Giuliani Perugi, Roberto Guerri, Dino Migliorini, Nino Gorni ed all’unanimità il gruppo si è cementato intorno all’interpretazione di un percorso di una vita (guarda caso lungo dieci anni).
Ognuno ed insieme con in mano il diario di questi dieci anni (depositato alla Biblioteca Civica Martini, grazie all’interessamento di Sandro Bonechi) ha scelto una pagina,sia essa di prosa o di poesia o descrittiva…la lettura dalla parte di ognuno…l’incontro insieme, la squadra in dialogo, io che apro i segreti del mio animo descrivo le scene “geografiche, porto cartoline, foto; insieme si fanno passeggiate, oserei dire sopralluoghi. Gli artisti elaborano il loro progetto in modo parti. Colare, tanto da far proprio quella pagina. La cosa straordinaria è che senza nemmeno cercarlo è venuto fuori un discorso unitario dove questa vita si può leggere dalla nascita all’amore, alla maternità (madre, moglie, donna) dal privato all’impegno sociale, come docente di inglese e come cittadina fermamente convinta che l’unità europea, per essere sentita, debba passare attraverso la mente ed i cuori; solo così si potrà sperare che la pace regni negli Stati. Tra uomini e donne di buona volontà. La nascita nella laguna di Orbetello viene così interpretata da Manuela Minacci in un dipinto su tela dove oro e azzurro si fondono: acqua, cielo, terra dei presidi, labirinto della vita.
L’amore rifulge a Badia a Settimo, tra campi di girasole ed una piccola vigna nel lavoro tessuto a punto croce e collage da Maria e Selenia e disegnato da una bambina di undici
anni, Maria Teresa. La maternità –interpretata da Amalia Ciardi Duprè dove nei due quadri il tono dei colori ci accomuna: esseri viventi, alberi, terra, cielo; veniamo dalla terra alla terra ritorniamo e qui Amalia Ciardi Duprè raggiunge una poeticità palpitante negli alberi fioriti, nei tronchi architettonicamente custodi delle forme dell’antica Badia.
Palpitare di cuori con amore per un canto di angeli in coro verso l’azzurro.
Bellezza e purezza dell’Arno da quando si andava a villeggiare sulle sue sponde è dipinta con amore: trasparenze di fiume e di vegetazione da Patrizia Pandolfini “Il tempo felice quando Guido faceva traghettare sulla sua zattera i bambini, le persone le auto gli animali da una sponda all’altra ..” non ditelo a nessuno.
Ascoltare le campane e giocare con lo sguardo sulle architetture del campanile e degli spalti i merli noi con la Badia di Settimo è la magia musicale delle due tele, installazione creata da Silvia Fossati con i colori del cielo, dell’argento che forgia, del rosso fuoco delle tempeste e del calore della vita che scorre ( due biglie hanno detto Sara e Nadia , sembriamo quelle
sedute sulla panchina ).
La vita con gli altri, l’amore per il dialogo “Il giardino dei linguaggi” interpretato da Manuela Minacci nella diversità nella valorizzazione delle diversità sta la nostra vera e dura-
tura ricchezza. I giochi delle tre piramidi inquadrate nell‘armoniosa architettura degli archi della Badia a Settimo ed ancora i giochi geometrici dell’anima dentro e fuori, sola con gli altri sono due interpretazioni di Vincenzo Zappia dipinte su tela.
Delicatezza del volo nelle composizioni su tela di Rosalba d’Ettorre: perché chi non ha dentro di sé questo desiderio di volare? Volare al di là delle bassezze dell’essere qui attaccati alla terra ma con gli occhi rivolti al cielo.
L’immersione delle favole, gioco per i bimbi con Sara e Nadia . ..e con la fata Bruna alla ricerca di un piccolo Pierrot rosa che sbadato perde la piuma del suo cappello e con l’avventuroso viaggio del suo veliero che va alla ricerca di antiche massime da scrivere sotto la gonna divisa in petali delle bambole sagge, straordinaria invenzione della fata Bruna; dipinto che ha fatto nascere una bella amicizia fra la pittrice e Bruna che attualmente si trova al “Bobolino” residenza per anziani della Misericordia.
La festa del Carnevale nel chiostro, grande nell’immenso granaio della Badia a Settimo dove bambini e bambine di tutte le età da tutto il paese ed oltre divenute allegre mascherine giocano con il vento e con le armonie di architetture di questa “magica” parte del mondo, sogno e realtà insieme che ci ricorda con i due dipinti su tavola Patrizia della Valle; la vida ha detto Calderon de la Barca es sueğno.
L’esplosione dell’arcobaleno insieme alla gioia negli occhi dei bambini: partire per la Finlandia alla ricerca di un dialogo Carmelina che si incontra con i maestri da tutta Europa per progettare un lavoro di partenariato che sfocerà nell’unione della Spagna.del Belgio della Finlandia per lavorare con i bambini e le bambine della scuola sul progetto Comenius dal titolo WE ARE EUROKIDS DIFFERENT BUT EQUAL perchè avrei voluto amarti di più . Non tornare indietro senza portare notizie su Santa Claus, le interpretazioni pittoriche su carta Fabriano di Yvonne DiPalma. Perché sono felice, perché ho paura, perché prego perché è bello stare insieme, perché nell’unità sta la nostra forza.
Il valore di questo lavoro è stato nell’unità del gruppo tra gli artisti; una unità che ha portato un altro gruppo di persone a collaborare. Hanno già dato la loro adesione alla Mostra:
Casa del Popolo di Casellina
Comune di Scandicci, palazzina direzionale
Circolo culturale sportivo S.Matteo della Chiesa del Buon Pastore di Casellina
Banca del Credito Cooperativo di Castelfiorentino (grazie all’intevento della sig. Fulvia Fanfani)
Testimonianze scritte :
del vice sindaco, assessore alla cultura Simone Gheri
dei presidenti dei due circoli Vincenzo Zappia, Roberto Corsi
Susanna Bausi
Ruth Cardenas
Anna Mitrano
VittorioVettori
Presentazione critica: Cecilia Filippini
Alcuni testi sono stati tradotti in inglese da Cyntia Hillmann della Middlebuy College, aiuti anche della Gonzaga University Padre Antony Via, da Giulia Dolfi
Per l’impaginazione dei testi: Giovanni Graziano.
Si ringraziano l’Associazione Lib(e)ramente, presidente Andrea Peggion ed il gruppo Fiorella, Antonietta Ilaria Giuseppe Gemma presso la biblioteca Luciano Gori dell’Isolotto (viale dei Pini) per la disponibilità a mettere in rete testi ed immagini. La partita è ancora aperta perché è con voi che verrete a vedere questi lavori che apriamo un dialogo per…
A Voi la parola vostra con affetto
Carmelina con amicizia e con la voglia pazza di volare

...non ditelo a nessuno

Guido, che faceva traghettare le persone, gli animali, le cose da una riva all’altra dell’Arno, non si ricordava più quando aveva iniziato.
Tanti, tanti anni fa, quando il fiume era un nastro d’argento, quando gli orti intorno erano molto più curati, quando Carlo il suo amico più caro amava gridargli: «Dai, dai sbrigati a tornar indietro c’è una folla che vuol traghettare!» quando anche allo spuntare della luna era bello stare lì sulla sponda, quando ……… la vita, la sua, degli altri, era passata su quella zattera, oggi Guido, però stava, quasi sonnecchiando, non c’era stato alcun movimento «belli quei tempi, la gente faceva la fila….. tempi d’oro!» Ma un vocio spensierato lo risveglia subito dal torpore, Guido si stropiccia gli occhi lentamente tanto stava pensando, non può essere vero, è sicuramente solo un sogno; eppure stanno proprio avanzando ed hanno intenzione di traghettare, vogliono andare a Badia a Settimo.
Roberta col gruppo più numeroso di bambini è la prima a salire, sta spiegando ancora di quando lei bambina …… che Guido li invita tutti a scendere. E’ si, lui è proprio veloce e non permette a nessuno d’indugiare sulla zattera.
Maria ed io seguiamo con il resto della classe: secondo e terzo turno. Mentre passiamo riguardo l’Arno, non è più d’argento, eppure il paesaggio intorno riesce ancora a richiamare alla memoria il tempo degli orti più ordinati ……..
Una nebbiolina appena in trasparenza e, voltate le spalle al fiume, ci incamminiamo lungo la strada anch’essa nastro d’argento sebbene d’asfalto.
Il cimitero piccolo, raccolto, le chiomone dei cipressi si tagliano scure contro il cielo chiaro, chiarissimo.
Le chiacchiere, le voci, le domande e le risposte, tante in quei cinque minuti prima di arrivare a Badia. Padre Don Furno Checchi 76 anni, portati splendidamente e lì ad accoglierci di fronte al piazzale illuminato dal sole. E’ quasi caldo anche se intorno gli alberi spogli e la leggera nebbiolina ci ricordano che siamo a Febbraio: il giorno della Candelora.
Indietro, indietro, ancora più indietro la macchina del tempo ci trasporta tutti sulla voce del padre Checchi vestito di una lunga tonaca nera; lui non saprebbe più staccarsi dalla sua Badia, la storia di quel luogo gli è rimasta addosso è una parte di lui, della sua vita.
Nessuno, scoprirò che si avvicina alla Badia la può dimenticare e nessuno potrebbe raccontare perché: storia e mistero s’incontrano qui e ti toccano lieve il cuore.
«Prima dell’anno mille c’era soltanto una grande palude e i nomi delle località vicine e delle vie lo ricordano: Padule, Pantano, Via Bassa ……. L’Arno qui straboccava e per risanare questa zona sono stati chiamati i monaci. Un lavoro lungo, ma tenace, prova di quanto l’uomo può fare usando volontà, intelletto e forza.
Si costruiscono vari edifici e nel 1200, con l’aiuto dei Fiorentini, la Badia fu trasformata in fortilizio.
Sulla pianura allora la Badia si ergeva maestosa ben visibile anche a grande distanza, oggi si presenta interrata di 3 metri. Dopo l’alluvione del 1966 nella chiesa durante gli scavi si sono trovati 5-6-7 impiantiti c’e’sempre stata, durante i secoli, l’esigenza di rialzare la chiesa altrimenti vi si sarebbe dovuti entrare in barchetta.
La struttura della chiesa è romanica, nel ‘400 però è stato rielaborato e così nel ‘700 periodo in cui furono rifatti i portali.
Il 4 Agosto 1944 i tedeschi minarono e distrussero lo splendido campanile che nel cadere travolse la cappella di San Bernardo e parte della navata sinistra della chiesa. Una grave perdita tanto che il campanile fu ricostruito nel 1958 come e dove era stato per tanti secoli. All’interno la pianta della chiesa è semplice il rapporto tra ampiezza ed altezza della navata centrale è di 1/15. Le laterali hanno una larghezza quasi due terzi di essa. Bellissimo il coro tutto decorato con piccole testine di angeli che cantano, dono fatto dall’arte della lana a quei monaci che fra i tanti mestieri lavoravano, tingevano anche la lana. Ogni secolo vi ha messo qualcosa: l’altare in pietre dure e lapislazzuli è del Tacca. La cappella a lato è dipinta da Giovanni da S.Giovanni (Giovanni da S. Giovanni ha affrescato le sale di Palazzo Pitti) e dentro l’altare sono conservate le reliquie di Santi tutte opere realizzate a sbalzo dall’oreficeria fiorentina in argento ed oro.
Nella chiesa vi è la tomba di Dino Campana ……… e quelle molto più antiche di Gasdia e di Cilla moglie del conte Uguccione e figlia di Zeuzzo di Borgonovo che morì nel 1096. La storia della Badia è infinita, ad ogni passo in ogni angolo nei grandi chiostri nel granaio, nel luogo dove i monaci erano soliti scrivere per 3 ore al giorno, risuonano echi antichi di testimonianze che danno voce a quelle mura, alle pietre. C’è silenzio, eppure tutto ci racconta di una storia gloriosa.
Badia a Settimo (FI), 2 Febbraio 1989 – Giorno della Candelora


La prima volta a Badia!
Mi perdevo nella grandezza delle cose, nella loro storia,
Ah! I merli, le torri, la Badia…


First time in Badia!
I lost myself in the magnitude of things, in their history,
Ah! The blackbirds, the towers, the abbey…
(Traduzione di Cynthia Hillman)

Illustrazione a cura di Vincenzo Zappia

Avevo sempre sognato nelle notti d’amore
campi di girasoli
e una piccola vigna.

I had always dreamed in nights of love
fields of sunflowers
and a little vineyard.
(Traduzione di Cynthia Hillman)

Illustrazione a cura di Maria Bufalo


Non morirò più
lascerò ai girasoli
eterni il mio
amore
e respirerò con le ali
libere della farfalla
bianca che ogni
mattina viene alla
mia finestra.

I will no longer die,
to the eternal sunflowers
I will leave my
love
and I will breathe with
the free wings
of the white butterfly
that comes every morning
to my window.

(Traduzione di Cynthia Hillman)

illustrazione a cura di Selenia Baldoin

Vorrei come loro
girarmi alla luce del sole,
sempre.
Vorrei come loro
vivere della luce del sole,
sempre.
Vorrei come loro
vivere solo di luce,
sempre.

Like them,
I would like to
always turn to the sun.
Like them,
I would like to
always live by the light of the sun.
Like them,
I would like to
always live by light alone.

(Traduzione di Cynthia Hillman)

Illustrazione a cura di Patrizia Pandolfini

Il vento non si riposa
ha voglia di accarezzare
le piccole piante,
la vigna e toccare
i girasoli che baciano il sole.
Arrivai a Badia d’estate
ricca di campi di girasole
e a quei girasoli
lasciai il mio testamento.

The wind doesn’t rest
it longs to caress
the little plants, the vineyard
and to touch
the sunflowers that kiss the sun.

Traduzione di Cynthia Hillman

Illustrazione a cura di Maria Bufalo


Non so se quando nacqui ad Orbetello c'era palude, oggi donna torno dov'era la palude, a Badia a Settimo.

A Badia volevo morire per essere sepolta nel suo cimitero piccolo,
accanto all'acqua del fiume.
A Orbetello volevo morire per essere sepolta nel suo cimitero piccolo,
accanto all'acqua.

I do not know whether or not when I was born there were swamps in Orbetello, today as a woman, I return to where there was a swamp, to Badia a Settimo.

I wanted to die at Badia so that I could be buried in its little cemetery next to the water of the river. I wanted to die at Orbetello so that I could be buried in its little cemetery next to the sea.

(Traduzione di Anthony Via)

Illustrazione di Manuela Minacci


Non so se per destino o per caso avevo la possibilità di vivere dentro il paesaggio toscano della pianura a Badia.

C'erano gli alberi, la campagna, la stradina del cimitero, c'erano cose che la storia del mondo vuol dimenticare, io no.

Amavo Badia e ne avevo paura, ero sicura che lì avuto il tempo, il tempo di guardare la natura, le cose, il cielo................


I do not know whether it was by fate or by chance that I had the possibility of living in the Tuscan countryside on the plain of Badia.

There were treees, the countryside, the little street of the cemetery, there were things which the history of the world wants to forget but I do not.

I loved Badia and I was afraid, I was sure I had the time, the time to look at nature, things, the sky........

(Traduzione di Anthony Via)

Illustrazione a cura di Amalia Ciardi Duprè


Un tuffo nel verde della Marciola.

Molto verde, verde chiaro e qua e là qualche chiazza di un verde più scuro.
L'asfalto che porta fino a Marciola si snoda in mezzo ad un mare di foglie, di tronchi, di fiori, di piante: acacie, olivi e poi dei lunghi filari di scuri cipressi. C'è un'armonia di colori di terra e di cielo, di odori, di suoni, tutto respira e in lontananza i grandi palazzi, le case più basse del vicino comune. Quello che mi colpisce di più è un alto roseto che si poggia su un muro i larghi petali dei suoi fiori di un rosa arancione sono spampanati, ma ancora vivi.
Mentre guardo e vivo l'intorno lo scuola bus giallo sale e dentro le voci chiassose dei bambini, e quelle sonore delle mie colleghe Melania e Simonetta. Guardatevi intorno, soprattutto osservate si ripete e l'Autista continua a salire su per l'asfalto.
Simone accenna un motivetto e Lara, Viviana, e Michele lo seguono qualcuno vorrebbe già tirar fuori la merenda, ma un cartello ammonisce: "vietato fare colazione sul bus" è vietato insomma sporcare di briciole e carte il nostro pulmino Pena, c'è scritto più sotto "chi sporca pulisce".
Eccoci arrivati nello spiazzale dove c'è posto per parcheggiare e poi a frotta via di corsa sui prati a saltare a raccogliere fiori, a seder ad aspettare chi vuole giocare alla bandiera grida Nada molti si uniscono e il gioco comincia si sente gridare: "Numero uno" poi il silenzio, gli evviva, forza dia qualcuno laggiù saltella felice è una bella giornata e il sole non fa l'avaro questa mattina.
Siamo un po' stanchi e dopo un breve riposo di corsa alla cassetta dove stanno già preparando panini, c'è chi vuole il salame, la mortadella e perché no, dopo una bella e dolce tavoletta di cioccolata fondente; per bere niente paura c'è una fontana vicina, ci si bagna un po' i piedi, ma che importa col caldo che c'è si sta un po' più freschi.
Sulla veranda appena pranzato si chiacchiera un po' ci si siede sotto gli alberi a gruppi e si sentono allegre canzoni.
Ascoltare la musica è il modo migliore di dare l'arrivederci al sole che scende, ai fiori che vanno a dormire ai fili d'erba meravigliosi della Marciola, a noi che riscendiamo verso la nostra scuola.*

Scuola Guglielmo Marconi
II Circolo Didattico di Scandicci ,Via Verdi 11 - 50018 Casellina


Illustrazione a cura di Dino Migliorini

Plunge into the Green of Marciola
Lots of green, light green here and patches of a darker green over there.
The asphalt road that goes to Marciola unfolds in the middle of a sea of leaves, branches, flowers, olives and mimosa and then long strings of dark cypresses. There is a harmony in the colors of the earth and sky; smells, sounds, everything breathes and in the growing distance are the large buildings, the smaller houses of the nearby town. I notice one rose garden in particular growing tall up against a wall the large petals of its flowers, an orange rose, are past full bloom, but still alive.
As I observe and take in the surroundings the yellow school bus climbs and inside the noisy voice of the children and the sonorous ones of my colleagues Melania and Simonetta. Look around you, but above all observe repeats the bus driver continuing up the road.
Simona begins a song and Lara, Viviana and Michele follow it somebody already wants to get out a snack, but a sign warns: “No eating allowed on the bus” in other words what’s not allowed is getting crumbs and trash all over our bus. The penalty, written below “you make a mess, you clean it up”.
Here we are in a little clearing where there’s space to park and then a swarm go run to the lawn to jump and pick flowers, to sit and wait for someone who wants to play bandiera grida Nada many gather around and the game begins shouts are heard: “Number one” then the silence, the cheers, go, come on someone, up there jump happy it’s a beautiful day and the is not stingy with its light this morning.
We’re a little tired after a short rest run to the little house where they’re already making sandwiches, there’s who wants salame, mortadella and why not, afterwards a chocolate candy bar; don’t worry about something to drink there’s a fountain nearby; our feet get a little wet, but with the heat what does it matter, now we’re just a little more refreshed.
On the porch having just eaten we chat a little while everyone sits under the trees in small groups and listens to happy songs.
Listening to music is the best way for us to say goodbye to the setting sun, to the flowers that are going off to sleep to the wonderful grass of Marciola, as we head back towards our school.

(Translation by Cynthia Hillman)


’E’ O, NON C’E’?

E’ un gioco.


Chissà dove è nascosto il minuscolo Pierrot rosa, il più piccolo che Bruna abbia mai creato?
Bruna, la fata lo sa di sicuro: in una delle 12 scatoline, ma in quale?
La fata vuol farlo scoprire ai bimbi più curiosi, ai suoi amici, i quali spesso vengono a trovarla per passare ore liete nel suo regno.
Ed oggi, Bruna
ha preparato proprio una gran sorpresa!
12 scatoline sono davanti al veliero, l’antico veliero che ha solcato in lungo e in largo i mari del globo terrestre, portando di qua e di là, le bambole sagge, alla ricerca di antiche massime da scrivere sotto i petali delle loro preziose gonne, velier oggi ancora in perfetta forma e, sempre pronto, ad intraprendere nuovi, avventurosi viaggi con altre, sempre incantevolissime, bambole sagge .
Ma, dicevamo delle 12 scatoline, una per ogni mese dell’anno, le quali hanno dietro il velier ardito e vicino la grande stella di Natale; ah! Il Natale sempre festa magica e dolcissima!
<> Li accoglie sorridente Bruna, mentre i suoi cari amici si avvicinano curiosi.<>. No, no, il piccolo Pierrot non c’è, ma Giada ha il suo premio ugualmente. Dalla scatolina esce un profumo, che immediatamente si diffonde in tutta la stanza, è bello sentirlo: è il profumo della felicità che invita ad amare le cose semplici e sincere.
Ora è la volta di Sara e Nadia, le quali guardano, riguardano, poi piano, piano si avvicinano ad una delle 12 scatoline, loro hanno scelto quella con sopra il busto di una bimba indiana, così carina, ma così carina con le sue morbide trecce biondissime, fermate ognuna da due margherite di prato, sempre fresche, che non appassiscono mai, né d’inverno, né d’estate.
Sollevano il coperchio, dentro Pierrot non c’è, ma Sara e Nadia sorridono lo stesso. Dalla deliziosa, piccola scatola sta uscendo una fila di bacini rossi rossi e si sorrisi che vanno, i primi sulle labbra, gli altri sulla fronte di tutti i bimbi.
Tiziano e Matteo, i quali sono i cavalieri del gruppo, decisi scelgono la scatolina della signora azzurra vestita con vaporoso cappello, sempre color cielo, rifinito con nastrini celeste più scuro e tante rose, rose rosa chiaro e blu intenso, ma Pierrot non c’è. Tiziano e Matteo, sono sul punto di richiudere la scatolina, che una vocina li ferma: <>.
Loro sollevano di nuovo il coperchio e, nell’angolo più nascosto, vedono un cuoricino rosso rosso che invita a voler bene, perché la felicità sta nell’amar.
Irene, con la sua larga passata bianca, è, oggi splendida più bella che mai e, delicatamente sceglie la scatolina con sopra il busto della signora vestita di rosso fragola col fiocco a caramella rosa chiaro e candido cappello ricamato a minuscoli fiori di campo. Nessuna traccia di Pierrot, ma dentro sapete che c’è? Zuccherini e caramelle dolci, come dolci son i bimbi del mondo inter.
Jessica, Alessandra con Nicoletta, le quali sono rimaste ferme a distanza, guardando tutto intorno, ora si avvicinano, vogliono aprire la scatolina con sopra il busto della signora verde vestita. Intorno al collo la << lady>> porta due fili di perle candidissime, di cui va molto orgogliosa, perché le sono state donate, nientemeno che dall’ardito velier, e sul turbante, in testa sembra spiccare il volo un variopinto ed allegro uccellino realizzato, secondo l’arte dell’origami, con carta venuta direttamente dal Giappone.
Ma dentro Pierrot non c’è anche se, guarda caso, Jessica Alessandra e Nicoletta vi trovano la piccola piuma, leggerissima e fatata del cappello di Pierrot; lui sbadato, deve averla persa mentre girava da una scatolina all’altra per trovare la più comoda, forse per schiacciare un pisolino.
E’ la volta di Paola, che simpaticona!
Barcollando, barcollando, per il gran pannolone arriva accanto al velier per aprire la sua scatolina e, turchina la sceglie, con la testa coperta da un bizzarro cappello ornato di pesciolini di mille colori e fantasie e, dal colletto a marinaio tutto ricamato a piccole onde e coralli, alghe e conchiglie da incantar!
Gli occhioni azzurri, di questa bambolina, sono sorridenti come due stelle marine, ma dentro Pierrot non c’è.
Paola rimette a posto lesta, lesta quella incantevole meraviglia di colori e di cose di mar, ma in mano le sono rimasti tanti allegri cavallucci con corona da piccoli re, li donerà alla mamma e al babbo, Paola è così dolce!
…e a Victoria con Valentina e Chiara la più piccola con vicino Costanza, la quale, invece è la più grande del gruppo, portano la scatolina con l’elegante signora vestita di stoffe blu a quadretti bianche con grande gardenia all’occhiello ed un azzurro delphinium sul cappello, tipo anni ’30.
Eccolo, eccolo è qui il piccolo Pierrot e tutti insieme fanno un bel girotondo intorno a Victoria, a Valentina e a Costanza.
Alberto, Andrea, Giuliana, Marco, Barbara, Claudio, Rossella, Riccardo, Alessandro, Simonetta, Pierfilippo, Mirko, Antonella, Pietro, Alba, Bianca, Luciana, Patrizia, Mauro, Giacomo, Simone, Luigi, Vieri, Andrea, Mario, Romolo, Roberto, Alizèe, Angela, Maurizio,Giulia, Maria, Rosario, Cesare, Antonio, Isabella e Sergio si aggiungono cantando un’allegra canzone, mentre Cesare e Marco suonano la chitarra. Bruna, la fata, li guarda e sorride.
Per domani ha già preparato mille altre sorprese per i suoi piccoli incantevolissimi amici ed anche voi, che state leggendo, se vorrete venire, qualche volta nel regno di Bruna, non dovete far altro che bussare, l’indirizzo è Via del Bel castello, il numero non c’è e nemmeno il campanello, ma non potete proprio sbagliare; sul gran portone il battente turchino è magico: basta toccarlo e tanti e tanti carillon vi daranno il singolare, quanto allegro benvenuto a casa di fata Bruna.

dal volume “Che Favola!” (libro edito nell’aprile 1991 da Cultura Nuova Editrice di Gianni Giovannini)

Carmelina ha scritto questa favola
durante una visita a Bruna: tutto è vero!


Bruna la fata è la signora BRUNA NARDI DE CONCILIO che ha realizzato realmente ogni cosa di questa storia: le bambole, come il Pierrot e che ora vive al “Bobolino”, residenza per anziani dell’ Arciconfraternita Misericordia di Firenze.
2 Alcuni nomi si riferiscono a bambini che sono nati negli anni ’80, Giada è nipote di Bruna.
3 Le bambole sagge sono una invenzione originalissima di Bruna, hanno la gonna divisa in sei petali sotto ognuno dei quali Bruna ha scritto una “massima”.
4 Questi nomi si riferiscono ai nomi di amici, alcuni sono dei collaboratori di giornali da Toscana Oggi, Pègaso, Okay, La Nuova Via, Chianti News, DNA Turismo Notizie, Aghi di Pino……a cui mi onoro di collaborare


IS THERE, OR ISN’T THERE?
By Carmelina Rotundo
It’s a Game
Who knows where the tiny pink pierrot, the smallest created by Bruna, is hidden?
Bruna, the fiary, knows for sure: in one of the 12 little boxes, but which?
The fiary wants the most curious children, or friends, who often come to visit her to pass enjoyable hours in her kindom, to discover it.
And today, Bruna, has really prepared a big surprise.
Twelve boxes are in front of the sailing boat, the antique sailing boat which has ploughed through the seven seas, transporting here and there, sage dolls in search of antique maxims to wrtie under the petals of their precious skirts, a boat still in perfect form, and always ready to undertake new, adventurous voyages with other enchanting sage dolls. But, we were talking about 12 boxes, one for each month of the year, with behind them the bold sailing boat, and beside them the big christmas star; ah! Christmas, forever a magic and dear holday.
“Welcome, welcome” smiling Bruna greets them while her dear friends curiously come nearer. “Let’s see who can find the little pierrot, who is clever and lucky enough.”
Giada’s little hands open the first bos; the bust of an elegant lady dressed in damascus with a necklace of white pearls around her neck, and splendid earrings always of candid pearls, seems to smile faintly from the cover.

No, no little pierrot isn’t there, but just the same Giada gets her prize. From the box, arrives a perfum which immediately pervades the room , it’s a pleasure to smell it. It’s the perfum of happiness which encourages to love the simple and sincere things.
Now it’s Sara and Nadia’s turn, who abserving, and observing again, slowly slowly get nearer to one of the 12 boxes, they have choes the one with the bust of an indian child, so, so cute with her soft, blond plaits held together with two evergreen daisies that never fade whether it’s winter or summer.
They lift off the cover, Pierrot isn’t there. But Sara and Nadia smile the same. Coming out of the delicious, little box is a string of little red, red disses, and also smiles, that go the first ones on their lips, and the remaining ones on the front of all the children.
Tiziano and Matteo, who are the gentlemen of the group, securely choose the bos of the blue lady dressed with a soft hat, always of sky blue, finished with dark blue ribbons and lots of roses, light pink and blue roses, but Pierrot isn’t there. Tiziano and Matteo are about to close the box, when a little voice stops them: “Look, look closer.”
They lift off the lid again, and in the most hidden corner, they see a little red heart that encourages them to love, because happiness lies in loving others.
Irene, with her large white passata is prettier than ever, and delicately chosses the box with the lady on top dressed in strawberry pink with a light pink lolly bow, and a candid hat embroidered with little field flowers. No trace of Pierrot, but do you know what’s inside? Sugar and sweets, the same sweet nature of all the children of the world.
Jessica and Alexandra who have remained at a distance, looking at everything around them now come closer and want to open the box that has a lady on top dressed in green. Around her neck the lady is wearing two strings of candid pearls, which she wears with pride because they were given to her by the daring skipper of the sailing boat, and on the turban on her head a bright, colored bird realized in origami with paper directly from Japan seems about to take flight. But Pierrot isn'’ inside, even though it is by pure chance. They find a little feather there, so light and charming off Pierrot’s hat; that he inadvertently must have lost while he was moving from one box to another. Looking for the most comfortable one, maybe to have nap.
It’s the turn of Paola, so cute! Tottering and tottering because of her big nappy. She arrives at the boat so she can open her turquoise box. She picks it with the head covered by a bizzare hat decorated with multicolored, fantastic fish, and with a sailor collar embroidered with enchanting little waves, coral, seaweed and shells. The big blue eyes of this doll are smiling like two starfish, but Pierrot isn’t inside.
Nimbly, nimbly Paola puts back that enchanting surprise of sea colors and things, but left in her hand she still has merry sea horses wi5th little king’s crowns, to give to her mom and dad. Paola is so sweet!
…And to Victoria, the littlest of all, with beside Costanza who is, instead, the biggest of the group, they bring the box with the elegant lady dressed in blue and white checkered material with a big gardenia in her buttonhole, and a blue delphinium in her 30’s style hat.
Here it is, here it is , it’s here the little Pierrot and all together everyone does a “ring around Victoria and Costanza.”
Alberto, Andrea, Giuliana, Marco, Barbara, Claudio, Rossella, Riccardo, Alessandro, Simonetta, Pierfillipo, Jessica, Mirko, Antonella, Pietro, Alba, Bianca, Luciana, Patrizia, Mauro, Giacono, Simone, Isabella, and Sergio join in singing a happy song, while Cesare and Marco play the giutar. Bruna, the fairy, looks at them and smiles.
For tomorrow, she has already prepared a thousand other surprises for her charming little friends and even you, who are reading, if you sometimes want to come, to Bruna’s kingdom all you have to do is knock. The address is Beautiful Kingdom Street. There’s no number, and not even a doorbell, but you can’t make a mistake; the turquoise door knocker on the big door is magic: All that you have to do is touch it and lots and lots of chimes will ring-o’roses.
Give you the singular as much as joyful welcome to fairy Bruna’s house.
1) Bruna, the fairy, is Mrs. Bruna Nardi de Concilio who has really made everything in this story: the dolls, like Pierrot… And who now lives at “Bobolino” (where old people live).
2) The names refer to children who were born in the 80’s. Giada is the niece of Bruna.
3) The sage dolls are an invatation of Bruna. They have the skirt divided in six petal segments and under each petal Bruna has written a “maxim” a sentence…
4) These names refer to friends. Translation by of Joan Banko.
Magazines Toscano Oggi. Regase Okay. La Nuova, via, D.N.A. or dell’ associaziane …

some of these girls are from Gonzaga University or Middlebury college.


Messer Carnevale 1994

Mi sono sempre chiesta se ai Chiostri dei Conventi potesse competere il singolare primato di essere prediletti dal vento?
Nella loro apertura architettonica il vento sembrava proprio starci di casa volentieri e divertirsi un mondo a giocare scherzi gioiosi a tutti quelli che per schelta o per ventura vi capitavano.
A questa impressione oggi, ultimo giorno del Carnevale ’94 andava ad agginugersi una temperatura veramente, particolarmente gelida.
Un clima polare o giù di lì mitigato dai cappottoni, dalle sciarpe, dai caldi berretti di lana, sotto i quali s’intravedevano piacevolissimi colori di macherine.
Da tutta Badia a Settimo ed anche più in là, l’annuncio della festa del Carnevale per tutti i bambini era stato accolto con gioia nelle famiglie, forse anche con un pizzico di sorpresa e sinceramente tanta curiosità.
Passato frettolosamente il Chiostro meraviglioso, nitido nelle sue linee architettoniche e nei suoi ben definiti spazi Verdi, ognuno viene accolto dal caldo tepore di grandi mura. Un attimo appena per uno sguardo a quelle possenti strutture architettoniche perché la musica e le voci richiamano Sara e Nadia al piano superiore in un ambiente dove gli altissimi soffitti sono sorretti da grandiose capriate in legno, forse l’antichissimo granaio?
Il mio peccato è di godere il gusto di questa festa lasciandomi affascinare da ogni pietra di questo luogo fino ad oggi scononsciuto eppure tanto vicino geograficamente.
Gli amici, i compagni della scuola Materna di S. Lorenzo, tenuta con tanto amore da
Don Furno Checchi, Suor Celestina, Suor Gina, e Suor Lisetta ci son tutti ed insieme anche i papà, le mamme e nonni gioiosamente uniti da lanci di coriandoli e stelle filanti.
Com’è bella la pace e l’allegria!
Cappuccetto Rosso, le streghe, Calimero, Pinocchio…sono indaffaratissimi ad esaudire i desideri dei piccoli servendo loro dolci e bibite.
Colore, calore, luce del Carnevale si son fermati quì a Badia nel cuore della Badia per raccontare una favola da mille e una notte.
Indietro, indietro nel tempo Carnevale è divenuto Messere quel luogo carico di millenni di storia oggi risuona di grida e di giochi di fanciulli e fanciulle, mentre coriandoli colorano prima l’aria, poi ricandendo ogni angolo della pavimentazione, di luci fino ad allora inaspettate.
Alla sommità della scala una grande finestra lascia vedere un enorme albero che ondeggia al vento e prima di andare via non posso fare a meno, nonostante il freddo, di fermarmi nel Chiostro gemma purissima di bellezza…
Attimi magici così possono avverarsi solo nei sogni dei bambini.

Carmelina Rotundo
Con allegria a tutti i bimbi “cotti” e “crudi” in mascherina


4 Dicembre 1999
Magie d’autunno

Tra tenerezze un quattro Dicembre a Badia a Settimo. Quei mucchietti di foglie autunnali sulla Piazza Vittorio Veneto che rumoreggiano sotto il passo della gente come son belli!
Lo sguardo vi si posa per poi riportare alla mente pennellate calde di ricordi.
A questo posto nel mondo mi ci stavo affezionando davvero, a Badia a Settimo ero diventata mamma, prima di Sara e poi di Nadia, qui proprio in quell’edificiodi cui stavo per oltrepassare la porta avevo insegnato inglese per alcuni anni: la scuola Benozzo Gozzolidalle alte finestre e grandi stanzoni da questa sera di Dicembre avrebbe ospitato la Mostra permanente di Minerali e Fossili, voluta dal Gruppo Avis Mineralogia e Paleontologia di Scandicci.
La popolazione accorsa numerosa; vi son anche molti “miei” alunni, Mattia e Giulia che gentilmente mi salutano con i loro genitori.
Il sindaco Giovanni Doddoli e il presidente del gruppo Avis ci introducono alla sala dove ben esposte le vetrine contengono minerali e fossili.
Un punto di riferimento per le scolaresche che vi potranno facilmente accedere.
La ex scuola ( intitolata a Benozzo Gozzoli gloria della Piana di Settimo, celebre pittore del 400’ autore anche della “Cavalcata dei Magi” a Palazzo Medici Riccardi) ha una nuova prospettiva d’uso pubblico.
Io che uscendo, mi rituffo nelle “mie foglie autunnali per accompagnare Sara e Nadia alla Casa del Popolo, Vittorio Masiani dove c’è lo spettacolo teatrale “Le fiabe del bosco”, Cappuccetto Rosso, Riccioli d’oro ancora mi ritrovo tra tanti bimbi della scuola Aldo Pettini, dove ho insegnato inglese, gioiosi allegri Julia, Duccio, Simone, Lorenzo, Leonardo, Francesco, Stefano...Quante cose son successe in questa parte di mondo......e l’Abbazia di Settimo sempre stupenda, vicino alla quale tante volte mi son seduta con accanto le bimbe ad ascoltare armonie di campane, che raccoglie tutte le mie emozioni....!


Illustrazioni di Patrizia Della Valle


Il Gruppo AVIS Mineralogia Paleontologia Scandicci ( Scienze della Terra), è nato nell’Ottobre 1984 a Scandicci ( cittadina che confina con Firenze in Toscana Italia), con il preciso scopo di diffondere, sia la passione per la mineralogia e la paleontologia, sia la cultura del dono del sangue.
Tra le tante e coinvolgenti iniziative dirette ad inserire il gruppo maggiormente nel tessuto sociale e culturale cittadino, la Rassegna internazionale di minerali e fossili che ogni autunno si tiene all’interno dei festeggiamenti fieristici di Scandicci, mostra che in questo anno e giunta alla 18° edizione, si preannuncia sempre particolarmente ricca di sorprese, in questo anno si e tenuta nei giorni del 6 e 7 Ottobre 2001.
Il gruppo svolge ricerche collettive in luoghi d’interesse mineralogico e paleontologico compresi musei d’interesse naturalistico. Dato l’incremento delle attività e del numero dei partecipanti, l’Amministrazione Comunale di Scandicci ha concesso alla fine degli anni novanta, una sede stabile, nella ex scuola elementare “Benozzo Gozzoli ( gloria della Piana di settimo ed autore tra l’altro della splendida Cappella dei Magi in Palazzo Medici Riccardi a Firenze) di fronte all’antica e suggestiva Abbazia di San Lorenzo e San Giuliano a Settimo.
In questi spaziosi locali ferve l’attività per l’ampliamento della mostra didattica permanente di Minerali e Fossili; si organizzano proiezioni di diapositive, conferenze, mostre fotografiche dei materiali raccolti nelle varie località geologiche, nell’immediato futuro verrà esposto qui il fossile di balena, risalente al periodo del Pliocene, della lunghezza di 12 metri rinvenuto a Castelfiorentino Firenze.
Riguardo agli scavi ancora in atto a Castelfiorentino, sono diretti dall’Università degli Studi di Firenze, con la collaborazione del gruppo.

Gruppo AVIS Mineralogia Paleontologia Scandicci ( Scienze della Terra)
Piazza Vittorio Veneto 1
50010 Badia a Settimo- Scandicci- Firenze
Tel: 03955/7224141
Orari: Mercoledi: 21.30/23.00
Giovedi: 14.30/17.30
Sabato: 15.00/18.00
E-mail: gruppoavisscandicci@supereva.it


The AVIS Mineralogy- Plaeontology Group of Scandicci was founded in October of 1984 in Scandicci, a city in Tuscany, Province of Florence in Italy.
The Group has as its primary objeective the diffusion of both the love of Mineralogy and the culture of donating blood. It was the many and engaging initiatives of this organization whic inserted this group into the social and cultural fabric of the city.
The international mineral and fossile festival whic is held every autumn is part of the annual Fall Festival of Scandicci.
This exhibit, joined to the 18th edition, promises to be particularly filles with surprises and it will be held this year (2001) from the 6th to the 7th of October.
The Group conducts collective research in places of mineralogical interest along with museum of naturalistic interest. Given the increase in the number of activities and the number of partecipants, the Administration of the Commune of Scandicci from the early 90’s, has granted to the organization a permanent seat in the Elementary School Benozzo Gozzoli ( the glory of Piano di Settimo and the painter of the splendid frescoes in the Medici-Riccardi Palace in Florence) in front of the ancient and beautiful Abbey of S.Salvatore and S.Lorenzo at Settimo.
This spacius location wil house the activities for the enlargement of the permanent didactic exhibit of minerals and fossiles; here there will be organized slide projections, photografphic exhibits of materials collected in the various geological localities. In the immediate future here there will be exposed a fossil of a whale discovered in Castelfiorentino dating from the Pliocene Age which is 12 meters long. Excavations at Castelfiorentino are conducted by the University of Florence wiht whom the Group AVIS is affiliated.

Gruppo AVIS Mineralogia Paleontologia
( Eart Sciences)
Piazza Vittorio Veneto 1
50010 Badia a Settimo
Telephone: 039557224141
E.mail: gruppoavisscandicci@supereva.it
Hours: Wednesdays 9.30-11.00 p.m.
Thursdays 2.30-5.30 p.m.
Saturdays 3.00-6.30 p.m.


Campane
Campane, campane di Badia suonate
suonate, i rintocchi si ripetono e toccano,
ora il cielo, ora il campanile, ora i merli
dell’Abbazia in una fuga di note indimenticabili.
Campane, campane di Badia, suonate,suonate!
I rintocchi si ripetono e toccano
ora i pensieri, ora il cuore
ed io sono felice perchè la piccola
Sara vi ncerca
con 1o sguardo dalla sua carrozzina.
Campane, campane di Badia suonate,
suonate! I rintocchi si ripetono
a diffondere gioia, gioia. Gloria a Te mio Signore,
Carmelina con la piccola Sara.


Innamorata

Innamorata dell'Abbazia di Settimo
ho passato inverni, estati, primavere, autunni
costeggiandola dalla parte destra, da quella sinistra,
abbracciandone gli scorci dall'argine
del fiume Arno.

Ne ho scoperto così prospettive
ogni volta diverse e giochi geometrici sempre nuovi
luci ombre, ombre-luci, canti di uccellini in volo,
profumi, voci e rintocchi
la rendono ogni minuto diversa ed inafferrabile,
splendida e misteriosa.
Erano così passati sotto le sue possenti mura
gli anni in cui da giovinetta ero diventata madre

innamoraio dell'Abbazia,
come il primo giorno,
ancora mi sorprendo a guardarla,
a giocare con 1o sguardo sopra gli spalti
tra le finestre e i merli, ad immaginare
la cappella di San Bernardo,
dove venne sepolto Dino Campana,
ad ascoltare il suono delle campane
che splendidi questi rintocchi
che sospesi fra il cielo e la terra
parlano al cuore.!


Dedica con amore

A te …Perché avrei voluto amarti di più
tua Carmelina.

Se non ci fossero stati i miei alunni, la mie figlie,se non avessi
guardato dentro i loro occhi, questa volta non sarei partita.
Sono stati proprio i bimbi, il loro entusiasmo

“ Carmelina,noi vorremmo venire con te,staremo buoni
buoni in una stanza
Se parti per la Finlandia,non ritornare indietro
senza portare notizie su Santa Claus.
Ti raccomandiamo le foto dei treni ad Helsinki
Se non ti vedremo tornare, mamma, verremo a
tirarti fuori dai blocchi di ghiaccio”

Questa volta non avevo potuto trattenere le lacrime: tutto appariva grande, troppo più grande di me.
Così con i desideri dei bambini nel cuore e con la valigia piena di splendidi disegni.di pensieri,di materiale informativo della scuola e del territorio, dei libri e dei CD della biblioteca Martini, ero decollata con la dottoressa Ilaria Saturni, la straordinaria Ilaria da Peretola,dall’Aeroporto Amerigo Vespucci per un volo Alitalia davvero confortevole.
A Roma Fiumicino, all’Aeroporto Leonardo da Vinci, la lunga sosta di più di cinque ore. Io che mi sento bardata più del dovuto cerco di liberarmi dai vari maglioni per respirare in questa radiosa giornata romana piena di luce.
La ritardata partenza ci permette di continuare un dialogo, di farci scoprire e scoprirci a vicenda: sento in Ilaria pulsare qualcosa di più del solo professionale; donna cittadina del mondo, si avverte che è conscia e felice del nostro andare a condividere idee, a tentare di lavorare insieme per la scuola.
Poco prima dell’imbarco da Roma, l’incontro con la dottoressa Liliana Del Zompo da Cagliari. E’ lei a guardarci, a riconoscerci immediatamentee sappiamo subito che ha un fantastico bimbo di tre anni e mezzo, Gabriele che le sta telefonando per sapere se a pranzo ci sarà.” Pranzo sull’aereo” è la risposta di Liliana che ci fa ascoltare la voce del bimbo.
Il volo dal Leonardo da Vinci ad Helsinki in un grande aereo dell’azzurra FINNAIR ci porta ben presto in una immersione nei colori: azzurro, turchese,celeste,verde,giallo, rosa, blu profondo,viola bianco. Non avevo mai volato dentro l’arcobaleno. Azzurro-celeste nel verde, verde nel giallo, nel rosso viola, ritorna il blù, il celeste chiaro si perde nel verde e il giallo nell’ocra nell’arancio, rosso, ogni colore,tutti i colori insieme che danno la vita al nero.
Sento in quel preciso istante soave una voce dal cuore che mi invita ad essere felice.ad avere fiducia ed io che mi abbandono nell’arcobaleno che affido ad esso le mie paure.
“ Chi incontrerò ?”
“ Con chi potrò unirmi per realizzare il progetto di partenariato?”
“ Vorrà qualcuno condividere le nostre idee sulla nostra scuola?”
Ma a tutte queste paure sembrava rispondere quella voce dolcissima;
“ Carmelina affidati all’arcobaleno. Non opporre resistenza, lascia che sia lui a trasformare il nero di queste paure in colore “
A Liliana la domanda trattenuta “ ma tu quale progetto porti ?”
La sua risposta è quella che volevo sentire: è la mia stessa risposta al collegio dei docenti di Scandicci, a Dicembre:
“porto idee da condividere insieme e materiale che permetta di percepire la bellezza della natura delle cose intorno a noi”
Quando Liliana mi parla sorride ; a lei piace moltissimo Firenze.
“Sai. Ho avuto un po’ di timore quando ho saputo che Cagliari doveva competere con Firenze, la Toscana.”
Non nascondo il mio orgoglio. E’ vero; Firenze, la Toscana, sono straordinarie, ma è altresì vero che ogni regione, ogni Stato ha le sue doti di bellezza. Ogni luogo è unico al mondo!
L’uscita dall’azzurro FINNAIR aeroplane è salutata da una hostess con un english; “ but, we aren’t in the North Pole”. La paura (inculcata) del ghiaccio, del freddo mi aveva condotto a super coprirmi: cappello alla russa grigioperla regalatomi da Sayed, Sara e Nadia la notte prima della partenza, il piumino viola di seta e piuma d’oca della mia amica Gabriella Martino, sciarpa verde speranza, scarponcini da neve della mia amica Loriana per non aggiungere quello che avevo sotto: il maglione verde (lo avevo scelto) gradito regalo di Amalia Ciardi Duprè ed altro …per tutto questo la simpatica osservazione della Hostess, osservazione che aveva creato speranze e fatto sì che non sentissi alla uscita il freddo immaginato. La nostra attesa brevissima dell’autobus 615 che ci permette di ritornare al caldo e di godere di questo viaggio di 40 minuti nella notte finlandese.
Il capolinea è di fronte alla bellissima stazione ferroviaria di Helsinki la breve passeggiata sino all’Hotel Arthur , alla cui porta scintillano ancora gli alberi del Natale ci confermano nella gioia e nella serenità di stare insieme noi tra cittadini del mondo, proiettati verso l’incontro, il dialogo.
Siamo proprio noi,le ritardatarie,le ultime ad arrivare e ricompare in me la paura che i progetti di partenariato siano già avviati.
La responsabile dell’Agenzia Finlandese percepisce nei miei occhi questo timore e mi assicura “ancora nessuna scelta “relax” menu della cena a base di carne di renna “vegetables” ed un buon bicchiere di vino rosso ci riunisce convivialmente, portandoci a scoprire le doti degli altri teachers arrivati da ogni paese della Comunità Europea. (Mancano i francesi e i greci). La gentilezza e la capacità organizzativa dell’Agenzia Nazionale Finlandese. L’animosità del gruppo dei fantastici belgi, il calore delle spagnole, la simpatia prorompente delle portoghesi, la disponibilità degli austriaci della Germania, dell‘irlandese e del Lussemburgo.
La notte confortevolissima, caldissima nella bella e spaziosa stanza dell’Hotel Arthur ed al risveglio, mentre apro la tenda, l’illuminarsi delle finestre di fronte di colori di ogni segno e figure.
E’ Venerdì il giorno del nostro destino!
Ed è l’ampio ed efficiente National Board of Education (NBE), organismo che dipende dal Ministero della Pubblica Istruzione Finlandese, il luogo dove ci riuniamo. La direttrice dell’Agenzia Finlandese, Nina Rekola le parole di presentazione delle sue collaboratrici, la presentazione della scuola e del suo territorio da parte di ogni insegnante nella lingua che ci riunisce l’inglese. Mi salta il cuore in gola, non riesco a gestire le parole con l’intelletto quelle che escono dalla mia bocca sono governate dal cuore. Ho vissuto quest’avventura più grande di me, parlando con i miei alunni. Sono loro, mentre io parlo, ad immaginare con disegni del mio stare qui; grazie a loro e per loro che io sono qui.
(Ricordati Carmelina non tornare indietro non avendo portato notizie su S.Claus)
Scandicci, il suono delle parole italiane viene salutato come musica ed io mi sento salire il fuoco, il rossore al viso.
“This adventure is bigger than I “
Continua la presentazione ed è il direttore Danny Raemdonck dal Belgio insieme all’insegnante finlandese dagli splendidi occhi azzurri Kirsi Laihonen, con la superdolcissima spagnola Nelia Hernando Ibañez ad aprirsi a chiedermi di condividere insieme il progetto di partenariato.
Negli occhi stelle di felicità e, mentre lavoriamo insieme uniti intorno allo stesso tavolo, progettiamo le grandi linee del progetto che si sviluppa su: me/ the family/ the school/ CHRISTMAS con la partecipazione a “Costruiamo il Natale” rassegna internazionale presepi ideata e coordinata da Padre Nicola Scarlatino nella città di Siena, chiesa di S.Francesco, piazza San Francesco.
Where we live.
Si scandiscono le modalità dei tempi di contatto.
Concretezza e linearità del progetto che speriamo verrà approvato dall’Agenzia Nazionale.
Ilaria Saturni che si preoccupa di ogni cosa che ci affianca e ci sostiene che ci incanala nei lavori delle fasi organizzative, mi piace mi dà sicurezza questo suo essere sempre al nostro fianco.
All’unanimità viene eletto per la sua esperienza e capacità organizzativa coordinatore del progetto il Direttore Danny Raemdonck.
Nessuna parola potrebbe bastare ad esprimere la gioia, l’entusiasmo, la volontà di stare insieme ora e di poter continuare ad esserlo: sono gli sguardi a confermarci nel progetto di cooperazione a cui diamo il titolo:

We are EURO-KIDS DIFFERENT BUT EQUAL

Sappiamo tutti che il cammino è duro, irto di spine, ma la speranza dell’inizio, l’arcobaleno invita ad andare avanti.
La mattina dopo, sabato 20 Gennaio 2001, siamo tutti appassionatamente in giro per Helsinki: il paese delle foreste (60 % della superficie) del prelibato salmone, il museo della guerra, il porto Naturale, il mar Baltico che straordinariamente quest’inverno non è ghiacciato, le strade tranquille dove transitano i tram verdi. Senate Square: mi attrae la sua ampiezza ed apertura d’orizzonte tutta coperta di neve con la statua dello zar Alessandro II al centro, i lampioni a 4 braccia, la scalinata alla cui sommità si erge maestosa la Cattedrale più bianca del mondo, la cattedrale che ha di fronte nove cubi ora bianchi.
Mi rimane il desiderio di ritornarci.
La sosta nel parco per le foto di gruppo.
Bellissimo; tutto è così incredibilmente “caldo” ed ancora sul Pullman guidato alla grande che costeggia il mar Baltico l’arsenale dove vengono costruite le navi rompighiaccio….
C’è qualcosa in questo mite inverno finlandese che profuma, che eccita i sensi che ci sintonizza sulla stessa linea d’onda, l’apertura di mente quella disponibilità al dialogo, quel coraggio di abbattere il muro dell’indifferenza, per saldarci insieme anelli di una catena umana, insieme alla natura, al creato … ora Pinocchio, ora Hansel e Gretel, ora don Chisciotte, ora Santa Claus, ora Helsinki che ci conquista: le ambasciate, quella italiana, quella inglese dipinta di rosa…
Market Square, colorato mercato all’aperto, l’isola di Suomenlinna, l’amore per la Natura che si percepisce dalle decorazioni delle stessa case, la mole della nave Carnival line che sta per salpare per i Caraibi.
The wooden Villas; per questo inverno anche gli uccellini sono ritornati confusi dalla mitezza del clima.
La sosta nell’incredibile Rock Church tutta scavata nella roccia con una apertura a vetri del soffitto che cattura ogni raggio di sole e dà vita e calore; “I must find here my lucky coins”.
Questa avventura straordinaria che è la vita mi aveva portato in Finlandia per farmi ancora più sentire che siamo nati per vivere insieme per completarci a vicenda.
Nel ritornare la sera con Ilaria e Liliana in Senate Square, la sorpresa di trovare l’arcobaleno:
Ognuno di quei nove cubi di fronte alla Cattedrale è acceso di colore; mi piace da morire toccare quei colori, penetrarvi ..a te .. perché avrei voluto amarti di più.
Non finisce ancora qui. Vorrei ancora conoscere tante altre curiosità di cui la città è uno scrigno, la sua storia, i suoi artisti, persino l’umorismo.
Ci dicono che un grandissimo architetto di qui sembra balbuziente, si chiama A..a.. RNO.
Del grande compositore SIBELIUS mi hanno regalato un disco che contiene il suo famosissimo Walzer triste, che fa parte del film “ Carnet di ballo”.
Uno scrittore finlandese premio Nobel è Emilio Sillanpää autore del romanzo Silja, tradotto in 17 lingue.


This is dedicated with love…because I would have wanted to love you more.
Yours, Carmelina

If it weren’t for my students, my daughters,
If I had not looked into their eyes,
This time I would not have left.
The children’s enthusiasm was the cause:

“Carmelina, we would like to come with you, we would be so good and stay in a room.”

“If you leave for Finland, don’t come back without news of Santa Claus!”

“Remember the photos of the trains of Helsinki.”

“If we don’t see you come back, Mom, we will come and pull you out of the blocks of ice.”

This time I would not be able to hold back my tears:
Everything seemed to be immense,
Much, much larger than myself.

So, I parted with the children’s desires in my heart, and my suitcase full of splendid, thoughtful drawings, information about the school and territory, and books and CDs from the Martini library. I took off with Dr. Ilaria Saturni, the extraordinary Ilaria from Peretola, on a very comfortable Alitalia flight.
Upon arrival in the transit Airport Leonardo da Vinci in Fiumicino, Rome, I faced the long wait of over five hours for the connecting flight. Feeling more bundled up to face the cold than necessary, I try to liberate myself from layers of sweaters, to be able to breathe during this radiant Roman day full of light.
The delay in our departure permits us to continue our dialogue, allowing us to discover things and find out about each other. I feel that in Ilaria pulsates something much more than a professional woman. She is a citizen of the World, happily conscious of going to exchange ideas in the attempt to work together for the school system.
Just before embarking in Rome, we meet Dr. Liliana del Compo from Cagliari. She is the one to look at us first, recognizing us as her travel companions immediately. Right away we learn that she has a fantastic baby, Gabriele, who is three and a half years old and phoning her to find out if she will be home for lunch “Lunch on the airplane,” is her response, as she lets us hear the baby’s voice.
The flight from Leonardo da Vinci Airport to Helsinki in a big airplane of the light blue FINNAIR quickly causes an immersion in colors; azure, turquoise, celestial blue, green, yellow pink, dark blue, violet white. I had never before flown inside a rainbow. Azure-celestial blue in green, green in yellow, in the violet-reds the blue returned, the light celestial blue lost itself in the green and the yellow hues became ochre and then orange-red-all colors, all the colors together which give life to black.
In that precise instant, I hear a sweet voice from the heart inviting me to be happy and have faith, and so I abandon myself to the rainbow and entrust it with my fears:
“Who will I meet:” “With whom will I be able to unite to make real this project of partenariato?” “Will anyone want to share our ideas about our school?”
But to all these fears, that sweet voice seems to respond: “Carmelina, entrust yourself to the rainbow. Don’t resist it. Let the rainbow transform the blackness of these fears into color.”
I ask Liliana the question I had been holding back, “Which project did you bring?”
Her answer is exactly what I wanted to hear—my same answer that I gave at the teacher’s meeting in Scandicci, in December:“I am bringing ideas to share together and material which allows one to perceive the beauty of the nature of things surrounding us.”
When Liliana speaks to me, she smiles. She loves Florence. “You know, I was a little scared when I found out that Cagliari had to compete with Florence and Tuscany.”
I don’t hide my pride. It is true; Florence and Tuscany are extraordinary, but it is also true that every region, every State has its own gifts of beauty. Every place is unique in the world!
Upon exiting from the azure FINNAIR airplane, a Hostess greets us in English: “But, we aren’t in the North Pole!”
The fear (deeply impressed) of the ice, of the cold had induced me to heavily overdress: a pearl-gray Russian hat given to me by Sayed, Sara, and Nadia the night before I left, the violet silk quilted goose feather coat of my friend Gabriella Martino, a green (symbolic of hope) scarf bought in Paris, my friend Loriana’s snow boots – not to mention what I had underneath—a heavy, green sweater, which I had chosen, and was a pleasing gift from Amalia Ciardi Dupre, and more….
This is what had caused the Hostess’s congenial remark. It was an observation which had caused hopefulness, and made me not feel the cold which I had imagined upon my arrival.
A very brief wait for bus no. 615 allows us to return to warmth and enjoy this 40 minute trip into the Finnish night.
The last stop is in front of the beautiful Railway Station of Helsinki. The short walk to Hotel Arthur, on whose doors still twinkle the Christmas trees, confirms in he feelings of joy and serenity, that we are among citizens who are bent towards encounters and discussions. We are the late ones, the last to arrive, and the fear of the partenariato projects begins to surge again.
The head of the Finnish Agency perceives this fear in my eyes and assures me, “Still no choice. Relax.”
The dinner menu is based on deer meat, vegetables, and a good glass of red wine. It unites us in a convivial manner, bringing us to discover the talents of the other teachers who have arrived from every country of the European Community. (The French and the Greeks are missing.)
The kindness and the organizational ability of the National Agency of Finland.
The animosity of the group of fantastic Belgians, the warmth of the Spanish, the very strong likable quality of the Portuguese, the availability of the Austrians, Germans, Irish, and those from Luxembourg.
The very comfortable night, so warm in the pretty, spacious room of the Hotel Arthur…and upon awaking, while I draw open the curtain, are illuminated in the window in front colors of every sign and figure.
Friday is the day of our destiny!!
It is the large and efficient National Board of Education (NBE), which depends on the Finnish Ministry for Public Education, the place where we meet.
The Directress of the Agency of Finland, Nina Rekola…the words of presentation of her collaborators, the presentation of the school and of its territory by every teacher in the language which unites us—English.
My heart jumps into my throat, I can’t succeed in controlling the words with my intellect. Those words which do come out are governed by my heart.
I lived this adventure, which was much bigger than myself speaking with my students. They are the ones who, through their drawings, and while I speak, imagine my trip. Thanks to them, and for them, I am here.
(“Remember, Carmelina, don’t come back without bringing news of Santa Claus!”)
Scandicci. The sound of Italian words is greeted like music, and I feel a flame arise, a redness in my face.
“This adventure is Bigger than I”
The presentation continues, and the Belgian Director, Danny Raemdonck, together with the Finnish teacher with splendid azure eyes, Kirsi Laihonen, and the extremely sweet Spanish teacher, Nelia Hernando Ibanez, ask me to share with them the partenariato project.
Stars of happiness are in the eyes and, while we work together united around the same table, we design the outline of the project, which develops around: myself, the family, the school, Christmas with participation in the show “Let’s Construct Christmas”, where we live, the Euro.
We specify the ways and time of meeting.
Solidity and linearity of the project we hope will be approved by the National Agency.
Ilaria Saturni worries about all the details and supports us and channels us into the organizational phases. Her continual support beside us pleases me and gives me a sense of security.
The Director Danny Raimdonck is unanimously elected as Coordinator of the Project because of his experience and organizational ability.
No word could be enough to express the joy, the enthusiasm, the desire to be together now and in the future. The glances confirm the project of cooperation to which we give the title:
WE ARE EURO-KIDS DIFFERENT BUT EQUAL

We all know that the path is rough, full of thorns, but the hopefulness of the beginning-the rainbow, invites us to proceed.
The next morning, Saturday, January 20, 2001, we are all passionately touring Helsinki: the country of forests (60% of the territory), delicious salmon, the war museum, the Natural Port, the Baltic Sea which, oddly, this year is not frozen, the tranquil streets where the green trolleys transit.
Senate Square – its large dimension and openness towards the horizon attract me, and it is all covered with snow with the statue of the Czar Alexander II in the center. The 4 lamps with 4 arms each, and steps lead up to the majestic Cathedral-the whitest in the world, which has nine cubes, now white, in front of it.
I am left with a desire to return.
The stop in the park to take the group photo.
Beautiful. Everything is so incredibly “warm” and again we are on the expertly driven tour b us which brings us along the cost of the Baltic Sea. The arsenal where the icebreaker ships are constructed….
There is something in this mild Finnish winter that smells of perfume that excites the senses and synchronizes us to the same wavelength that opens our minds and makes us ready to converse. It is that courage, which allows one to knock down the wall of indifference, welding us together into a human chain, together with nature, all that is created…first Pinocchio, then Hansel and Gretel, Don Chisciotte, and then Santa Claus.
Now Helsinki entices us: the Embassies, the Italian one, the English one painted pink…Market Square, a colorful open-air market.
The island of Suomenlina, the love of Nature which one can perceive though the decoration of the homes, the dock for the ship Carnival Line which is ready to set off for the Caribbean Islands.
The wooden Villas. This year even the birds have returned confused by the mildness of the climate.
The stop at the incredible Rock Church which is all carved out of rock with a glass window opening in the roof that captures every ray of light and gives life and heat.
“I must find my lucky coins here’
This extraordinary adventure, which is life, brought me to Finland to make me feel even more strongly that we are born to live together and to complete each other.
That evening, when returning to Senate Square with Ilaria and Liliana, we are surprised to find a rainbow:
Every one of those none cubes in front of the Cathedral is lit up with color.
I desperately love to touch those colors, to penetrate them.
This is dedicated to you…I would have wanted to love you more.

It is not finished here.
I would still like to uncover other curiosities, which the city holds – its history, its artists, even its humor. They tell us that a famous architect from Florence stutters. He is called A.a..RNO.
They gave me a disk with the very famous “Sad Waltz” from the film “Carnet of Dance” by the great composer Sebelius.
A Finnish writer who received the Nobel Prize is Emilio Sillanpaa, author of the novel Silja, which is translated into 17 languages.
An equal number of Florentine artists could make an exchange with those of Finland.
Really, Florence and Finland (beginning with the same letter) could become two twin cities.

K I E L O

So nice to meet you Finland again ..it’s seems like yesterday

Eravamo partite quasi senza conoscerci ,siamo tornate con il cuore colmo di riconoscenza per aver condiviso esperienze così straordinarie con negli occhi l’arco perfetto dell’arcobaleno di Vihti e con il segreto delle tre Singolarità più famose in Finlandia. Carmelina with European Teachers wondering in a rural school.
Mi viene spontaneo chiedergli a dargli un kiss sulla guancia al bimbo che, assieme agli altri della Harkalan Koulu è in fila ad accoglierci ognuno con in mano un mazzetto di fiori bianchi: nel riceverli in mano vengo, letteralmente “ trasportata” nel loro intenso profumo. Nella stanza dei teachers, nella sala computer.nelle ampie calde classi..i bambini hanno negli occhi stelle di felicità.
What’s Your name ?
How old are You ?
What’s your favorite animal ?
What’s your favorite foreign country ?
Ed è senza alcuna esitazione che dalla bocca esce il suono della parola Finland, Finlandia questo incredibile luogo del mondo, dove per effetto della sua latitudine boreale giorno e notte si alternano nella loro lunga durata, dall’inverno all’estate.
L’insegnante di musica è straordinariamente simpatica; mentre lei suona al pianoforte i bambini seguono cantando su un libro di musica troppo bello, ricco di disegni e note che “giocano” su pentagrammi poi tutti insieme i teachers spagnoli ed italiani coinvolti nella TIRI - TIRI, TEIJAA.
La piccola Nadia che accenna sul pianoforte le note della “ per Elisa “ Nell’aula dove si fa lezione di arte i bambini dipingono verdi su fogli.
Intanto ci fanno scoprire i loro banchi che si aprono come scatole magiche, sollevando il piano di appoggio in legno chiaro che rivela “sorprese “di libri,di penne, quaderni.
Le scarpe? I bambini non ce l’hanno e come si muovono allegramente liberi i piedini nelle calzette colorate.
The Harkalan Koulu;
Tre sono le “ S” più famose in Finlandia e tre sono gli edifici di legno in cui frequentano la scuola primaria questi alunni dal 1°grado, a cui accedono all’età di sette anni fino al 5°grado: (l’istruzione è obbligatoria fino a sedici anni in Finlandia).
Una capatina nel laboratorio di falegnameria ed in quello dove viene insegnato a tessere e cucire, lavori che fanno bella mostra di sé nelle varie classi.
Ripassando per l’aula di artistica ,riscopriamo che i fogli verdi sono diventati chiome di alberi della foresta che, come quelle fuori dalla finestre, dai fiori bianchi candidi come la neve che da poco ha lasciato questa terra di Finlandia , si muovono.
The Snack
Nelle due automobili pilotate da Kirsi e dalla collega percorriamo un piccolo nastro d’asfalto, costeggiato parallelamente a destra e a sinistra da altissimi alberi, dai verdi di ogni tonalità, fino a raggiungere l’abitazione in mezzo alla foresta; prima entriamo nella casetta dei giochi del bimbo per poi scattare le foto sul balcone arricchito di fiori colorati di gioia; all’interno ci piace “essere avvolte nel calore di questa casetta di legno sui cui muri vi è vi è una rara collezione di oggetti da lavoro per la foresta ..mentre Paola Masti scopre la pendola, la stessa che lei ha anche a casa sua e ..chissà quali strade hanno percorso questi antichi orologi da muro, uno approdato nelle terre di Vihti in Finlandia l’altro all’Olmo Pieve, località del comune di Scandicci vicino a Badia a Settimo e a Firenze.
Coffee, tea, sugar, finnish cakes smiles a little finnish language. Spanish, Italian and English.
Ritorniamo alla Harkalan Koulu per assistere al balletto preparato in nostro onore nella grande accogliente palestra.
Nadia, la più piccola del gruppo ( ha dieci anni) ha “volato” per la prima volta che viene portata a cavalluccio a turno dai bimbi e bimbe finlandesi .. quasi in trionfo,… a lei vengono richiesti autografi e naturalmente l’indirizzo per le cartoline che arriveranno. Elena Nannicini propone la consegna dei doni composti in Italia dai bambini delle classi III A, III B, IV A e IV B della scuola Guglielmo Marconi, i braccialetti intrecciati, la carta marmorizzata realizzata con i bambini dell’artista del nostro gruppo la straordinaria Claudia Cinciripini alla quale i bambini finlandesi hanno voluto regalare uno degli alberi della foresta dipinto. Loro, i piccoli, hanno avvertito subito questo link. Nell’occasione regaliamo anche il video realizzato da AnnaLisa Tiribilli alcuni periodici, Toscana Oggi, Turismo Notizie, Il Corriere di Firenze, Metropoli, OKAY!, Pegaso New Auxology Il catalogo donato da Dino Migliorini per Hakkinen, il mio libro “Che favola !” Intanto i teachers europei hanno già ricevuto il diario-racconto dei loro giorni passati in Italia via e-mail da parte del fantastico gruppo AVIS. Mineralogia, paleontologia,scienze della terra che ha ora un Museo permanente nell’ex scuola elementare Benozzo Gozzoli di Badia a Settimo, Colours, colores calor the Joy della semplicità che viene dalla voglia di conoscerci e farci conoscere insieme noi piccoli e grandi. We are eurokids different but equal.
The flight

Dopo il volo air France dall’Amerigo Vespucci sopra Badia a Settimo, sorvolando la visione delle Alpi innevate dopo la sosta all’Aéroport Charles De Gaulle i fantastici sette ( tanti eravamo partiti dell’Italia, 5 Teachers: Claudia Cinciripini, Paola Galli, Paola Masti, Elena Nannicini con il marito Luca, Io, la piccola Nadia Gabl in rappresentanza degli alunni della scuola Marconi.
Sorvolando la Francia, il Belgio, l’Olanda, la Danimarca, la Svezia il Mar Baltico … atterriamo sull’azzurro Finnair Airplane al Ventana Airport per poi salire sul Finnair Helsinki BUS ed attraversare la notte finlandese, da pochi minuti calata anche se sono le 23.

HELSINKI
Tra alberi, luci, case isolate su un diritto nastro d’asfalto come su un tappeto magico fino a raggiungere quella stazione ferroviaria che mi piace da impazzire per le sue linee ora curve ora diritte da cui si staccano due altissime figure che in mano tengono due grandi quasi tonde e sfaccettate “ lumière”!!

HELKA HOTEL tre stelle
The key of better service on friendliness on P. Rautatie Katu 23.
Ad attenderci alla reception l’e-mail del Belgio da parte dell’impareggiabile teacher MARC
“Please enjoy yourselves in this magnificent town !..”
Fa tanto casa ( ci si sente a casa) accolti da un messaggio così gentile!
Il sonno, veloce. E’ già passata l’una di notte; io condivido la 216 con Paola Galli che scoprirò gentilissima nel carattere e Nadia per poi dirigerci verso il centro di Helsinki ed andare ad incontrare la cara Nina Rekola alla N.B.E.( National Board Education )dove lavorano ben 340 persone) indimenticabile perchè è qui che sono approdata la prima volta nel Gennaio 2001 con gli altri 35 Teachers da ogni paese d’Europa ed è qui che è partito il progetto We are eurokinds differen, but equal !
Coffèe, tea, sprite, cookies. Nadia che si diverte un mondo a far vedere i fiori uno tricolore, l’altro con i colori della bandiera finlandese preparato con amore ed entusiasmo da una delle maestre più simpatiche della Scuola Elementare Marconi, Marcella, proprio per il nostro viaggio!( alto senso patriottico !)



Con Nina.
E’ come se ci fossimo lasciate un momento prima: lei che sta preparando con Leena un nuovo Comenius meeting Santa Claus paintings by Yvonne DiPalma, Hakkinnen Formula 1’s boy wonder; Nokia teknology.
The photos of President Tarja Halmonen for Yvonne la quale vuol dedicare una piccola statua al primo presidente donna nella storia della Finlandi, l’undicesima per esattezza, dieci uomini prima di lei entrano in gioco ancora i giornali,che riferiscono del Comenius, San Sebastiano, Pègaso OKAY ! Toscana Oggi , Chianti News, Metropoli, il Corriere di Firenze, Turismo- Notizie che Nina riceve regolarmente continuano il link tra Helsinki e Firenze e viceversa.
Poi, noi tre insieme, Nina, io e Nadia che ci tuffiamo letteralmente nei colori, nei profumi del vicino mercato dei fiori, bellissimi, profumatissimi, coloratissimi.
Gabbiani in volo, in sosta, PAPPAGALLO, il migliore chiosco del gelato, italiano naturalmente; le foto, nel cielo ancora gabbiani in questo fine settimana incredibilmente sereno Nadia è serena e volentieri entriamo nel HAKANIEMINEN ( che scopriamo essere il mercato dove vanno gli abitanti di Helsinki) nel piano inferiore generi alimentari, dalla carne al pane, ai dolci, tutto molto lindo, ordinato; al primo piano negozi artistici, inquadrati anch’essi in cornici di legno su cui spiccano numeri. Al numero 131 ci fermiamo per dialogare con una lady italiana, Silvana Makkonen da Teramo che vive qui perché sposata con un finlandese conosciuto in Gran Bretagna,… è lei che fa scoprire a Nadia i Moomin, tipici pupazzi finlandesi in legno e di cui c’è una intera famiglia.
Noi acquistiamo “la Mamma” con un pacchetto regalo straordinario. Silvana è troppo simpatica e gentile e ci indica di fronte al bar il tavolo dove viene il presidente finlandese.
Ci rituffiamo nel mercato dei fiori che stanno smontando per poi salire sul Tram il 3T, per
un bel viaggio su rotaie per Helsinki, città dagli edifici diritti, squadrati dalle ampie finestre, dalle cubitali insegne pubblicitarie, dal traffico ordinato, lontano dalle rush hour di altre capitali europee.
Al ritorno all’ Helka Hotel un piccolo ristoro e mentre apro il cassetto che ritrovo, come all’Arthur Hotel, il libro della loro religione, la Bibbia luterana.
Mi colpisce questa testimonianza che lega il presente alle radici più profonde di questa terra, alla loro religione al sentirsi e proclamarsi luterani e mi è spontaneo ricollegarlo al profondo senso civico di questo popolo, sugli edifici, molte aste a cui gli abitanti possono attaccare le bandiere, nelle scuole le foto del Presidente.. politica e religione, carte d’identità radici dei finlandesi, segni da interpretare…nel valorizzare le diversità, la ricchezza dell’Unità Europea, un grande insegnamento, sto sfogliando riviste, Hakkinnen ecco che giunge la piacevole chiamata al telefono di Santiago Peña con Maria appena giunti dalla Spagna ed insieme ci dirigiamo verso la Rock Church dove c’è un concerto e, guarda caso, stanno cantando “o’ sole mio” Music, flowers , un drink per essere felici insieme ..
La cena
Passeggiamo per Helsinki dopo le nove di sera in una luce ancora diurna, tocchiamo il porto, ci divertiamo a guardare le vetrine: moda francese, italiana, negozi di oggettistica che rivelano un gusto per il designer davvero singolare .
Luce, luce luce del giorno ancora dopo le dieci di sera. Queste strade diritte dove ordinatamente scorrono i tram su rotaie.
Helsinki mi appare una città moderna dai ritmi antichi, i marciapiedi, poco affollati, volendo si potrebbero contare i passanti….ci fermiamo al Kellarikuvi in a cozy cellar Restaurant nella via Pohjoinen makasiinikai a fewstep from market place veramente singolare; ampissima “cantina” dai tavoli bassi e le panche: Nadia per la prima volta gusta la carne di renna; nei menù lappone, russo, finlandese, formaggi, salmone, aringa, con l’intramontabili saladas, french fries and beer.
Siamo in nove, metà del gruppo decide di tornare in taxi. L’altra parte si tuffa in Helsinki per le sue strade diritte quasi deserte ricche ora della luce, di cubitali insegne luminose pubblicitarie. La pubblicità “al sorriso” di cetriolo che ruota è troppo simpatica. Breve notte finlandese, magica aria pungente di primavera Helsinki che ci conquista, che ci fa ritornare alla Stazione ferroviaria per rivederla ancora, alla reception il portiere ci annuncia che è stata ritrovata al ristorante una macchina fotografica di una italiana.
Risalita alla 216 Paola che quasi meccanicamente chiede ; “La mia macchina fotografica?”
“Hanno già telefonato dal ristorante, domani un cameriere la riporterà”. Paola non ha parole, è felice ed io ancora di più per averle potuto dare una bella notizia come questa .” Il taxi ti ha salvata perché se non lo avessi chiamato come avrebbero potuto rintracciarti ?”
Questi finlandesi, che gentili!
Meeting Kirsi
J am kirsi,we are waiting for You at reception.
L’incontro, l’abbraccio, poi nelle due auto verso Vihti, Otalampi:
Dopo l’incontro indimenticabile con i bambini della scuola, dopo i mughetti profumati, dopo il pranzo in Baita a 7 € siamo condotti a visitare la scuola, ultramoderna, attrezzata “fino ai denti” con le più ardite e sofisticate tecnologie. Saloni luminosi, porte viola intenso colorate ai muri i lavori dei bambini sono disposti come in una galleria d’arte, tanto sono valorizzati.
Anche qui la testimonianza della storia finlandese.le foto dei presidenti in bianco e nero, fino al’attuale per la prima volta una donna da quando la Finlandia dal 1917 ha conquistato l’indipendenza dalla Russia.
Computers, biblioteca efficientissima e fornitissima.sala professori arredata con gusto e molto funzionale; in ogni aula stiamo notando lavandini per lavarsi le mani Da Vihti ad Helsinki. Cena.
Al Leningrad cow boys( vodca traktor sond Roch’n Roll) “migliaia” di quadri alle pareti con uno grandioso, la bianca cattedrale di Helsinki, auto sospese figure di personaggi di legno specialità, aringhe, carne di renna, salmone, l’intramontabile chicken. Questo giorno finlandese che arriva fino alle 11 di sera!
On Saturday morning, Parliament House dalle linee diritte, davanti aiuole di fiori coloratissimi, piccoli “ombrellini” viola intenso. C’è vento, qualche volta gocce di pioggia.
Arriviamo al Museo Nazionale per “immortalarci”con scatti fotografici sotto l‘orso a guardia della scalinata Finland Hall che gioca nelle sue linee ora diritte, ora curve su piani inclinati ondulati, ardita realizzazione di Alvar Aalto, il grande finlandese che ha giocato la carta vincente di armonizzare natura e architettura, cultura, mediterranea e finlandese.
Poi al mercatino dove puoi trovare di tutto, dall’anello al cappello, ai vestiti, ai ninnoli uccellini di vetro alle monete il venditore di monete si intrattiene con Claudia a parlare “italiano”e gentilmente le chiede una piccola ciocca dei suoi capelli rossi-tiziano per una moneta di Lenin.
Nadia per un Euro compra per Sara la bella e simpatica renna dalle corna scozzesi morbida
morbida.
Sulle strade diritte traffico tranquillo, tram verdi, le biciclette al posto dei raggi la circonferenza delle ruote è piena. Stockmann Poi Sokos, grandi magazzini, dove puoi soddisfare ogni tipo di desiderio.


On Saturday afternoon
The forest.
Un respiro di alberi, di foglie, di terra, immersi nella foresta finlandese passeggiamo abbracciati dai verdi; nel sottobosco felci piantine di fiori bianchi, di mirtilli rossi piccoli, piccoli, un prato di muschio più soffice con intenso profumo di funghi, con Paola e con Claudia ci inoltriamo nella foresta come seguendo questo profumo, noi, il cielo, la terra radici alla luce “vorrei trasformarmi in albero per rimanere qui …”
Profumi, odori, ritorniamo alla Baita dove Kirsi Danny Santiago stanno preparando le specialità, un pochito espanol, finlandese, fiammingo, italiano, inglese, peperoni piccanti di Spagna, composè di patate e carote del Belgio buonissimo salmone, salad, birra al gusto di ciliegie dal Belgio, vino spagnolo, Chianti e naturalmente birra finlandese.
La Sauna nella foresta,la passeggiata sul lago.. a raccontarlo che non ci crederà nessuno.
L’insegnante della classe prima si rivela esser la pronipote di Sibelius ci fa ascoltare composizioni del maestro e ci racconta che il nonno le diceva sempre di essere stato fortunato perché Sibelius era davvero un buon papà che lei aveva visitato a due mesi e mezzo la casa di Sibelius e che la mamma le raccontava che lei aveva sempre gridato, ma che la nonna la rassicurava “che bello, poter risentire ancora la voce di un bimbo”, poi dalla custodia il violino di Sibelius che era stato donato al museo e che poi le era stato restituito “ uno strumento è vivo e deve essere suonato, così Sara, lo suonava a dodici anni ed è lei a rivelarci le “ S” più famose della Finlandia ….
Questa cultura che passa nella quotidianità nel sentirsi “grandi e piccoli”, ormai stiamo diventando europei condividendo diversità per crescere nell’’unione il segreto della nostra forza.
Sulla strada del ritorno casette rosse intenso dai tetti grigi circondati da ampi spazi verdi l’arcobaleno un arco perfetto, luminoso e bellissimo.
All’ Helka Hotel il dono graditissimo di Nina che è venuta a regalare a Nadia nientemeno che grande libro di Santa Claus.
Kielo mi ritorna in mente il profumo Kielo, questa parola finlandese che mi richiama il suono di parole giapponesi che mi fa pensare al “cielo” che mi riporta alla musica di Sibelius, al monumento alla piazza a lui dedicata ad Helsinki
Il volo dei desideri chi potrà fermarli?
Ora io lo so ogni volta che desidererò tornare da te, Finlandia, chiuderò gli occhi e dentro al mio cuore pronuncerò per tre volte KIELO, KIELO, KIELO e che è arrivato anche il tempo per svelare le tre cose più famose della Finlandia: SISU (finnish word to power and courage) SAUNA SIBELIUS. Aggiungerei altre 3 S. SantaClaus. Sillanpaa ( premio Nobel 1939) Snow
A te ..perché avrei voluto amarti di più

Sull’autobus verso l’azzurro Finnair Airplane un grido:” Sono maestri! “
E’ un altro gruppo di insegnanti di Lucca che ci racconta con occhi scintillanti di gioia.
“Siamo andati fino al Polo Nord a Rovajemini su un trenino, mentre scendeva la neve:
niente di particolare, però siamo stati così felicì ..
Ci guardiamo intensamente negli occhi, io, Claudia, Paola, Nadia, Elena, Luca; anche noi siamo immensamente felici, anche noi non abbiamo fatto niente di particolare: l’ UNIONE EUROPEA che passa attraverso la mente e il cuore.

CARMELINA che vi dedica con cuore. Kielo Kielo Kielo !


E’ belli…ssimo
Luglio 1983


Passeggiata da Principina a Mare a Bocca d’Ombrone

Stiamo per lasciarci alle spalle file ordinate di ombrelloni. I loro colori arancione acceso con righe verdoni e gialle si stanno appena movendo al tocco di una impercettibile brezza e, avanti ci attrae la voglia di acqua, di sale, di sabbia e di un fiume: l’Ombrone.
Il sole caldo, alto ci spinge a camminare sulla battigia: piedi nell’acqua e poi, eccolo il primo tronco asciutto quasi bianco sulla sabbia.
La spiaggia dimentica qui la sua solitudine per coprirsi di un ripetersi di giochi di tronchi, di rami, alcuni più vicini all’acqua si allontanano dalle loro forme per assumerne altre: escavate, rugose.
Il mare calmo schiumeggia vicino a quei rami, lambisce la spiaggia, ritorna indietro, poi ancora avanti nel ripetersi eterno del gioco dell’onde ora particolarmente tranquille.
L’immersione nelle acque azzurre, le soste per foto e di nuovo il nostro camminare non veloce, ma costante. Laggiù, in fondo sembra una scogliera non si percepisce dove finirà e intanto sono passate due curve di spiaggia; tronchi isolati altri messi insieme a formare capanne dove l’azzurro del cielo gioca a farsi vedere. Quella che sembrava una scogliera è vicina, si distingue, è un tronco emergente dalle acque: esile, ma di deciso colore scuro accoglie file di gabbiani che si posano nuovamente. Sulla pelle: sale, le frequenti immersioni ci permettono di continuare più
speditamente il viaggio: il mare, la sabbia, i tronchi persino foglie ormai secche ancora sui rami e dietro, arieggiano arbusti a protezione delle grandi pinete; un giglio di mare nato da tempo ci guarda passare.
Le acque azzurre ora stanno per lasciare il posto ad acque bianche, più bianche; sotto i piedi affondano su banchi di creta; le acque azzurre, poi bianche stanno per incontrare il fiume.
Distesa verde di acqua l’Ombrone si consegna qui al mare, una barca sta costeggiando, lentamente i verdi argini.
Sulla sabbia sdraiati ai confini del fiume e del mare volgiamo lo sguardo al cielo dove gabbiani si stanno allontanando; una libellula dalle ali trasparenti ci volteggia intorno.
Un respiro non può accogliere insieme tanta natura e il silenzio grande ci permette di odorare e percepire il rumore delle acque: tra i pini lontano un cavallo. Il cavallo si avvicina alla spiaggia, supera i tronchi, si allontana lungo gli argini del fiume. Un respiro grande e di nuovo: spalle al fiume riprendiamo il cammino del ritorno.
Onde più grandi increspano il mare che questa volta ci segue più rumoroso; continuano ancora i giochi dei tronchi.
Seduta su di un ramo vicina alle acque guardo l’azzurro e mentre respiro mi batte sui piedi una paletta azzurra, persa chissà, da un bimbo e riportata dal mare ora per gioco. Granelli di sabbia, la stanchezza si fa sentire e un sole alto ancora più alto.
Al ritorno ci accolgono le sdraio arancione acceso con righe verdoni e gialle che avevamo lasciato sotto ombrelloni, ora mossi da un vento più forte.


Il luogo, la poesia.

28 Settembre 2002
ore 21: 00

inaugurazione Mostra di pittura

Attraverso il “diario” di Carmelina Rotundo

Sala espositiva Casa del Popolo di Casellina
apertura dal 28 Settembre al 14 Ottobre
dalle ore 18:00 alle ore 21:00

^^^^^^^^^
Mostra d'Arte e Concerto di Musica Classica

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2003
Sala Teatro
Parrocchia Gesù Buon Pastore di Casellina - Scandicci (FI)


ore 21:00 Inaugurazione mostra di Pittura:
Attraverso il "Diario" di Carmelina Rotundo

Nove artisti si sono cimentati dopo vari incontri e approfondimenti producendo due opere ciascuno di formato 70x140 ispirate ai contenuti del diario.

Amalia Ciardi Dupré
Patrizia Della Valle
Rosalba D’Ettorre
Yvonne Di Palma
Silvia Fossati
Patrizia Pandolfini
Manuela Minacci
Vincenzo Zappia
Maria/Selenia/Maria Teresa/Giuseppina/Cynthia

La mostra resterà aperta:
Febbraio 7, 8, 9, 14, 15, 16, pomeriggio (ore 17:00 - 20:00), 9 e 16 anche mattino (ore 10:00 - 13:00)

Il Diaro di Carmelina che copre gli anni 1989-2001 è depositato nella sua interezza presso la Biblioteca Civica Augusto Martini, P.zza Matteotti, 31 - Scandicci e può essere consultato on-line grazie all'Associazione Lib(e)ramente sul sito web www.aghidipino.org
FLORENCE TOURIST BOARD
Agenzia per il Turismo Firenze
www.firenzeturismo.it
r.marranci@firenze.turismo.toscana.it marketing@firenze.turismo.toscana.it
Via Alessandro Manzoni, 16 - 50121- Firenze - Tel .++3905523320 – Fax. ++390552346285/6

***********************************************************************************************

8 Marzo: Festa della donna
“MILLE E UN LIBRO”
Care Donne,
desidero quest’anno dedicare la nostra festa ai libri e alla nostra Biblioteca, che molti ne accoglie. E non solo perché tanti sono stati scritti da donne. E’ risaputo infatti che il mondo del racconto è molto vicino alla realtà femminile, basta ricordare il mito di Sherazade delle Mille e una notte.
Ma io dico che è dell’altra metà del cielo anche il mondo del romanzo, delle storie e delle novelle che occupano molte pagine su giornali e riviste, e che in volumi più o meno spessi riempiono scaffali a Villa Bandini. Che vi invito a frequentare, e non solo per amore della lettura; perché lì si realizzano spesso vari e piacevoli eventi culturali. Per concludere, care amiche, auguri e arrivederci in questo bel palazzo, che il Quartiere 3 ha riservato alla cultura e a molte altre cose ancora che possono rendere più ricca e gradevole la nostra vita.
La Presidente del Quartiere 3
Lucia Matteuzzi
In programma per l’8 Marzo
alla Biblioteca Villa Bandini (Via del Paradiso, 5):

- Ore 16,00: In collaborazione con C.E.M.E.A. (Centri di Esercitazione a Metodi dell’Educazione Attiva) “Comunicare con l’arte. La figura della donna nel cinema”. Proiezioni cinematografiche a cura di Goffredo Fofi, scrittore e critico cinematografico.
- Ore 18,00: inaugurazione mostra collettiva di pittura “Attraverso il diario di Carmelina Rotundo”; partecipano gli artisti: Amalia Ciardi Duprè, Patrizia Della Valle, Rosalba D’Ettorre, Yvonne Di Palma, Silvia Fossati, Patrizia Pandolfini, Manuela Minacci, Vincenzo Zappia. Ciascuno presenterà una coppia di dipinti nati dalla condivisione dei pensieri e delle emozioni contenute nel diario di Carmelina Rotundo sulla vita nella cornice naturale della campagna Toscana di Badia a Settimo e della vasta Maremma.
Conosci Villa Bandini?…

Villa Bandini è una bella costruzione, appartenuta a varie famiglie nobili o, comunque, assai in vista della zona fiorentino-ripolina e prende il nome da una delle più significative, quella dei Bandini. Attraverso alterne vicende l’edificio giunse nel 1863 al Comune di Bagno a Ripoli. Colpito dal terremoto del 1895 e prontamente restaurato, nel 1932 passò al Comune di Firenze che lo adibì a varie funzioni. Oggi esso è sede della Biblioteca del Quartiere 3, dell’Ufficio Cultura e di altre attività al servizio della cittadinanza. Così l’edificio sembra essersi riappropriato della vocazione che aveva in antico, quando studiosi ed intellettuali si intrattenevano in appassionate discussioni sia all’interno delle sue stanze che lungo il tragitto che porta ad un bel ninfeo poco distante (recentemente restaurato) o al non lontano complesso affrescato del “Paradiso degli Alberti”.
…entra e troverai…

La biblioteca è stata inaugurata nel marzo del 1999: i posti a sedere (circa 60) sono disposti in ambienti ampi e luminosi; il patrimonio librario, di circa 16.000 volumi, è completamente informatizzato che consente, insieme ad una puntuale informazione bibliografica, di accedere rapidamente alla consultazione e al prestito.
Ricca è la documentazione su temi legati al ruolo della donna e al femminile in genere; oltre a numerose opere di narrativa e saggistica (Jong, Venturi, Wolf, Ravera, Pinkola-Estes, Norwood ed altre), si ricorda la Storia delle donne di Duby-Perrot nonché Le donne in Europa di Anderson-Zinser.
E’ possibile richiedere l’acquisto di volumi per la biblioteca anche tramite e-mail.
…e qualcos’altro ancora:

Sono state promosse numerose iniziative: mostre fotografiche e pittoriche, incontri culturali, presentazioni librarie, eventi musicali, che hanno riscosso larga adesione. Inoltre puoi trovare corsi di pittura e disegno, informarti sulla cultura del cibo e del vino partecipando alle iniziative dello Slow Food, vedere film o ascoltare musica col prestito di videocassette e CD.
L’attività della biblioteca si completa con un intenso rapporto con le scuole ed infatti essa è particolarmente gradita da studenti di ogni ordine e grado, molti dei quali frequentano assiduamente la sala di lettura non solo per studiare ma anche per ritrovarsi.
Gli orari di apertura al pubblico della Biblioteca sono:
Dal Lunedi al Venerdi ore 9-19; Sabato ore 9-13
La Biblioteca Villa Bandini è in Via del Paradiso, 5. Tel. 055/6585124. E-mail: bandiniq3@comune.fi.it
…ti aspettiamo!
Vi sono cose stupende nella vita che si chiamano
Amore,riconoscenza, rispetto, fedeltà,speranza.

Ebbene tutto questo e molto di più è fiorito nel nostro gruppo
dentro e con noi splendidamente per unirci ancora : noi con
gli altri e gli altri con noi per dare testimonianza di un
miracolo d’ amore .


Carmelina dedica al gruppo degli artisti
che con tanta professionalità e passione
ha interpretato le “pagine “ di una vita


Da: DimensioneNaturAmbiente - Bimestrale dell'Associazione Culturale DNA
(Associazione riconosciuta dalla Chiesa Cattolica)
n°36 - LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE - OTTOBRE 2003
Quotidianità che diventa arte
Tre edizioni della mostra “Attraverso il diario di Carmelina”

Quotidianità che diventa arte, arte che diventa quotidianità: un diario di “cose comuni” - di vicende legate alla Piana di Settimo - che si trasforma in pittura per mezzo di un’integrazione di stili e tecniche diverse, attraverso un lavoro di équipe durato quasi due anni.
Dopo la lettura del mio diario, ogni artista ne ha interpretato una pagina particolare: Amalia Ciardi Dupré rilegge il miracolo della nascita giocando su colori che accomunano creato e creature; Patrizia Della Valle rende favola l’incontro dei bimbi con Bruna, l’inventrice di bambole tutte speciali; Vincenzo Zappia dipinge l’incontro tra culture attraverso giochi di colore; Rosalba d’Ettorre con tinte solari racconta della voglia di vivere di luce, volando in alto; Manuela Minacci ci fa immergere nella magia della Maremma con toni di azzurro e di oro: Patrizia Pandolfini interpreta racconti di passeggiate sull’Arno; Yvonne Di Palma nei due lavori uniti da un radioso arcobaleno racconta di un viaggio ad Helsinki dell’autrice del diario per realizzare un progetto si cooperazione scolastica europea; Silvia Fossati ci immerge, attraverso un pentagramma rosso fuoco, nella musica delle campane di badia a Settimo; mentre ad una poesia d’amore ci riporta il pannello ricamato da Maria, Selenia, Maria Teresa, Giuseppina, Cynthia (la studentessa americana del Middlebury College che ha tradotto in Inglese parte del diario, leggibile in rete al sito www.aghidipino.org)
La prima edizione della mostra si è svolta nel settembre 2002 presso la Casa del Popolo di Casellina (presidente Livio Vitali) ed ha riscontrato un successo di pubblico superiore alle aspettative, riuscendo a coinvolgere anche artisti di altre nazioni: la pittrice Charo Marin dalla Spagna ha inviato uno splendido quadro-dedica delle stesse dimensioni delle opere esposte (cm 70 x 140), mentre dal Belgio è giunta una cartolina con una frase assai significativa, che coglie in pieno lo spirito della mostra: “Insieme possiamo vedere oltre”.
Da sottolineare la collaborazione tra la Casa del Popolo e la Chiesa del Buon Pastore di Casellina, sede dell’Associazione San Matteo, presieduta da Pietro Corbizi e promotrice della seconda edizione della mostra (febbraio 2003). Alla serata inaugurale erano presenti rappresentanti degli esercenti che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, come pure membri di varie associazioni culturali del territorio.
L’avventura non si è conclusa, ma ha avuto un inatteso seguito nella terza edizione (marzo 2003) a cura del Quartiere 3 presieduto da Lucia Matteuzzi. Ne è stato promotore l’artista Fabio Paoli, che aveva visitato la prima edizione; la mostra questa volta è stata ospitata presso Villa Bandini, ricevendo lusinghieri commenti dai numerosi intervenuti. Preziosa è stata la collaborazione e la disponibilità del personale della Biblioteca di Villa Bandini, ed alcuni scrittori e giornalisti intervenuti hanno fatto dono delle loro opere alla biblioteca .

Tra me, autrice del diario, e gli artisti del gruppo che con tanta professionalità e passione hanno interpretato le “pagine della mia vita” sono fioriti amicizia, riconoscenza, rispetto, fedeltà e speranza, che ci auguriamo di aver trasmesso anche a quanti si sono trovati a prender parte alla nostra avventura.
CARMELINA ROTUNDO


La rassegna stampa nutritissima ha avuto largo spazio su tutte le testate giornalistiche a cui ha l’onore di collaborare: Toscana Oggi (Alberto Migone), Turismo Notizie (Maurizia Perugi), Chianti News, D.N.A.(Cecilia Romani), Aghi di Pino, Il Grillo (Giovanni Russo), San Sebastian (Maurizio Naldini), Informatore Coop (Antonio Commerci), l’Alfiere (Dalmazia Masini).


1989 – 2001 Frammento di una vita

Quante storie nate in questa terra di Settimo con le persone che qui vivono e a queste persone, alle mie figlie: Sara e Nadia qui nate, ai miei alunni con i quali sono cresciuta e che mi tengono giovane per quell’entusiasmo che gli appartiene e l’energia dell’età; a mio marito come ai miei genitori al mio più che amatissimo fratello Cesare, al Dirigente del II Circolo Didattico – Scandicci e allo staff di Direzione, al Direttore dell’Università Americana Gonzaga, prof. Anthony Via, al vice Direttore Bruno Segatta a tutte le studentesse della Gonzaga University con le quali ho condiviso la gioia delle mie esperienze didattiche ed ultimamente anche a quelle della Middlebury College allaDirettrice prof.sa Anna Barsanti.
A tutti coloro a cui ho voluto e voglio bene, a coloro che mi vogliono bene ed anche a chi mi contrasta o mi consiglia.
Nati in questa terra dove sono diventata madre, questi scritti ritornano alla terra della Piana di Settimo ed alla sua gente.

Con Amore con Entusiasmo vi affido un pezzetto della mia anima.

Carmelina Rotundo


Questo diario non contiene volutamente le pagine del dolore vissute durante la malattia ed è mancante ancora di alcuni racconti e poesie che spero di ritrovare.
Le prime fotocopie furono donate al Collegio Docenti del 13 dicembre 2000, in seguito, grazie all’interessamento del dott. Sandro Benechi alla Biblioteca civica Martini di Scandicci.


DIARIO
E’ nata così, quasi per ischerzo senza pensarci, l’idea del Diario dove con le ragazze studentesse americane della Gonzaga University, diretta da Anthony Via: Amber, Katie, Meghan, Alycia, Chrissy, Molly con Sara e Nadia e gli alunni racconteremo di questa terra a cui io mi sono sempre più affezionata in questi anni di permanenza.
La gioia assomiglia tanto ai raggi del sole giammai avaro nel dispensarli, la gioia assomiglia tanto ai coriandoli, che disperdendosi leggeri nell’aria colorano le cose, i pensieri, d’allegria, La gioia assomiglia tanto alle grida dei bimbi che giammai stanchi di sorridere ti tendono le mani e tu nel porgere loro ricevi sempre di più di quello che dai.

GRAZIE ALLE MIE FIGLIE
AI MIEI ALUNNI
ALLE RAGAZZE AMERICANE
A TUTTI CON GIOIA

Sabato 13 Novembre 1999
Protagonisti Amber, Katie, Sara, Nadia, Vittorio, i cavallini.
Il cespuglio di rose rosa sul cammino rallegra questo sabato di Novembre, sabato di colore atmosferico “imbrunito” per un cielo grigio celeste che ne promette di pioggia!
Nel nostro gruppo with I, Sara, Nadia with Amber, Katie, Kelly siamo state molto fiduciose perché da Badia, dalla via Alfiero Gemmi ci siamo decisamente spinte e senza ombrello verso la Pieve di San Lorenzo. I nostri passi si ripetono sul tornante d’asfalto che quasi si nasconde tra la campagna.
Di fronte alla grande casa colonica: che bello questo cespuglio di rose rosa che ci allontana ancora di più dal rombo e dalle auto della superstrada per Pisa-Livorno per richiamarci la bellezza e l’armonia delle architetture del campanile per poi farsi scoprire più belle che mai con le arcate del porticato!
Costeggiamo tutto il grande edificio della scuola Aldo Pettini, per ritrovarci vicine alla Pieve e poi penetrare nella campagna: a sinistra filari di viti, ormai privi dei loro succosi grappoli, a destra carciofi e bell’insalata.
Vittorio è al lavoro; nella stalla c’è sempre da fare e come è giocoso il suo saluto. Nadia e Sara corrono a salutare i cavallini, Lola per prima, la più anziana. Un’accurata strigliata alla coda di Lola Amber ci indica la sua bionda acconciatura “Pony Tale”.Lola viene bardata di tutto punto ed infine attaccata al calessino, costruito da Vittorio che ci porta a turno per la campagna all’intorno Borgo ai Fossi, Granatieri e Badia a Settimo.
L’allegria è davvero balsamo della vita ed al ritorno il sole è esploso anche lui contagiato dalla nostra fiducia, dispensa raggi e raggi a piene mani.
Le buone pizze preparate da Sayed, con funghi porcini e carciofini ci riuniscono intorno al tavolo a condividere l’allegria e i pensieri, a gustare sapori e odori.
Parlando inglese e italiano ci capiamo Sara e Nadia restano con il naso attaccato ai vetri della finestra per salutare le studentesse che prendono il bus 26.
Nadia volenterosa sta finendo di disegnare per loro un cielo tutto stellato con alberi di Natale e capannuccia, il Natale, si sa, comincia a sentirsi già da tanto tempo prima.


Capitolo II

Badia a Settimo


DINTORNI DI SCANDICCI

Nei dintorni di Scandicci sorge una splendida ed antica
Badia, le cui origini risalgono al mille.
Secoli di storia, alterne vicende ne hanno segnato la
grande fortuna, la sua decadenza e il ricupero ancora in
atto.
Come uno scrigno essa si apre oggi per mostrare prodi-
gi grandi tesori, pezzi unici, come le due tavole di Dome-
nico Bagordi, detto Il Ghirlandaio da pochi giorni restau-
rate e riportate nella sacrestia.
Tre, originariamente erano le tavole raffiguranti una la
Adorazione dei Magi, l’altra la sepoltura di Gesù e la terza
non ancora ritrovata, la deposizione e sulla quale era
rappresentato San Quintino le cui ossa si trovano proprio
nel reliquiario della Badia. Gli storici pensano che que-
sti capolavori siano stati presi dalle collezioni medicee o
dati in pagamento per dei libri miniati che già venivano
fatti con grande maestria dai monaci.
Tre tavole dunque che si trovavano nella sacrestia e che
nel 1871 furono consegnati alla Soprintendenza di
Firenze.
Dopo la distruzione durante la guerra mondiale le pale del-
l’altare furono distrutte ed un pregevole dipinto di Domenico
Buti fu colpito da alcune schegge ,un danno irrimediabile per
la Badia che venne ad avere gli altari laterali vuoti
Nel 1948 don Furno Checchi, il priore ancora in carica,ricerca
e ritrova nell’archivio un foglio in cui si parla delle tre tavole
sopra menzionate e del fatto accaduto nel 1871 Don Furno si
rivolge al prof. Baldini per chiedere direttamente il suo intervento
al fine di restituire le tavole: due dipinti sono ritrovati a S.Apol-
lonia , del terzo invece,come già detto, nessuna traccia ed ancora
oggi le ricerche continuano. (vedi racconto Rocambolesca)
Negli anni ’60 i due capolavori sono riportati nella sacrestia dove
col passare degli anni si evidenzia la necessità di un accurato re-
stauro che inizia nel Marzo di quest’anno. In un primo tempo le
opere sono mandate alla soprintendenza, ma dato che per il clima
troppo secco cominciano a piegarsi vengono precipitosamente ripor-
tate nella Badia dove avviene il restauro terminato da pochi giorni.
Attualmente il visitatore può ammirare la splendida luce ed il cromatismo
nella sacrestia anche se mancano ancora gli ultimi ritocchi; le cornici
di cui si sta valutando la scelta. A tale proposito don Furno Checchi
che dal ’48 , vive in e per la Badia, ricorda come essa sia sempre un
cantiere aperto e che egli ama definirsi “il prete del calcinaccio” proprio
perché le cose fatte e da fare sono state e sono sempre molte.

Carmelina Rotundo


ROCAMBOLESCA
avventura a lieto fine. ( 2001 –1480 )

di CARMELINA ROTUNDO

L’autore compie l’opera che può essere uno scritto, un dipinto, una scultura, una installazione ed essa diventa “CREATURA” che seguirà un destino non tanto assegnatole dall’autore, ma dal lettore, da colui che entrando in contatto con l’opera, ne determinerà fortuna e sfortuna.
Un rapporto dinamico interattivo tra opera e fruitore che ripercorreremo a ritroso nel tempo, dal 2001 al 1480 con il professor Alessandro Guidotti e che in questo caso specifico riguarda la tavola raffigurante la Deposizione dalla Croce che taceva ed ora è ritornata a far parte di una trilogia di opere”creata” per la sacrestia della chiesa abbaziale di Settimo.
Le tre tavole, attribuite a tre “mani” ben distinte hanno in comune la approssimativa data di esecuzione del 1480 circa, l’appartenenza al comune linguaggio figurativo di quegli anni che ebbero in Domenico del Ghirlandaio uno dei suoi protagonisti principali e la stessa cornice ottocentesca in stucco su misura di cm 148 x 148 .
Tutte e tre le tavole: Deposizione dalla Croce, Adorazione dei Magi, Deposizione nel Sepolcro, “partirono” il 19 Gennaio 1884 dalla Badia a Settimo per essere consegnate alla Direzione delle Regie Gallerie per essere restaurate e dopo diversi pellegrinaggi agli inizi del 1900, mentre due ritornavano alla sede principale, la Deposizione dalla Croce, il 2 Marzo 1970 veniva collocata sul primo altare a sinistra della Badia Fiesolana.
Il Sabato 9 Giugno 2001 nell’Abbazia di S.Salvatore a Settimo, la pregevole tavola, attribuita da Bernard Berenson ad uno dei più prolifici e qualitativamente “dipintori” attivi nella Firenze della seconda metà del XV secolo, Francesco Botticini (circa 1446 –1497 ), figlio di un pittore di carte da gioco ed apprendista nella bottega di Neri di Bicci, ritorna a far parte della triade di cui ancora continuano a sfuggire le motivazioni originarie e profonde dei pur
innegabili rapporti, motivazioni che ci auguriamo potranno essere “ scoperte” attraverso le ricerche d’archivio già avviate dalla Associazione degli Amici di Badia a Settimo.
Il felice ritorno è stato salutato da gran parte della popolazione con gioia partecipando alla splendida festa che il parroco, don Carlo Maurizi ha organizzato anche con un concerto del tenore Sergio Spina con musiche di Verdi, Rossini e Bizet, la bellezza compositiva e cromatica del dipinto è di particolare impatto emotivo anche per la sua iconografia: a sinistra del Cristo, sorretto dalla Madonna e da Giuseppe d’Arimatea e baciato su una mano da Maria Maddalena c’è San Bernardo da Chiaravalle, il santo cistercense per eccellenza, mentre a destra San Sebastiano potrebbe far pensare ( ancora non ci sono certezze) al Santo Quintino che solo Badia a Settimo in Italia venerò per secoli tanto profondamente.


LA PROSSIMA DOMENICA
C A C C I A A L T E S O R O
a Badia a Settimo.

Una grande occasione per visitare e rivisitare un monumento della storia e dell’arte di Firenze. L’Abbazia di San Salvatore a Settimo, nel comune di Scandicci, risale al decimo secolo, fondata dai Conti Cadolingi e successivamente residenza di monaci vallombrosani e cistercensi.
E’ famosa per la “prova del fuoco” superata come un miracolo da San Pietro Igneo, il 13 Febbraio 1068, che decretò la sconfitta della simonia commessa da un vescovo poi deposto.
Attraverso i secoli successivi sino al diciottesimo intrecciò stretti legami con Firenze cooperando al suo sviluppo spirituale ed economico.
Spicca nel panorama una poderosa Torre campanaria superiormente esagonale con finestre e merlatura alla cui base si trovano la chiesa ricca di opere d’arte, gli avanzi del monastero ed altri edifici del quattrocento.
Oggi il complesso è valorizzato dall’Associazione “Amici della Badia di Settimo” che si propone iniziative di carattere culturale e turistico.
Come vi si arriva ?
Da pellegrino, si possono camminare una decina di chilometri da Firenze, lucrando forse di qualche indulgenza da sportivi, in automobile si può infilare la strada statale 67, deviando all’angolo di Castelpulci.
Chi preferisce la vita comoda, alla stazione ferroviaria di Firenze può salire sull’autobus numero 26 il cui capolinea è appunto Badia a Settimo.
Ed ecco l’occasione: una CACCIA AL TESORO !
Come si usa, non è soltanto una gara di bravura, ma anche una sfida alla fortuna! Chi partecipa dovrà rispondere ad una serie di domande, scelte a caso e contenute in una busta, dei più diversi argomenti: dagli indovinelli, alle poesie, alle attualità. Per un più sicuro successo si può partecipare a coppie, per reciproco sostegno.
Premiati a no, resterà la soddisfazione di una bella giornata di primavera trascorsa tra antiche mura e fioriti giardini.
Auguri e arrivederci.



Appendice .
Questo manifesto era in origine un progetto per organizzare una specie di “Pesce d’Aprile”ai vitatori di Badia a Settimo. Per riparare alla delusione di non partecipare alla Caccia al tesoro, si sarebbe potuto offrire a loro magari un panettone. Se invece i componenti dell’Associazione intendessero prendere sul serio il progetto per valorizzare il luogo potrebbero comporre un regolamento alla Caccia al Tesoro con premi una raccolta di temi e indovinelli una commissione di esperti per giudicare.
Potrebbero servire gli esempi di altre feste. Gli indovinelli si potrebbero cercare in quel volume che, quando era in voga il gioco della “Zingara” il Comaschi distribuiva ai concorrenti per confortarli, oppure si potrebbe organizzare una specie di Domenica del Villaggio come fa Davide Mengacci alla televisione.


Diversi articoli sul collezionista GIUSEPPE BELLOMO sono stati pubblicati sul settimanale
Toscana Oggi fra cui i seguenti.
La collezione di Cartoline di Giuseppe BELLOMO
“Ho sempre avuto la passione di collezionare e più di trent’anni fa cominciai a fare ricerche di tutto ciò che poteva dirsi attinente a Scandicci e alle sue frazioni.
La passione di collezionare cartoline nasce nel signor Giuseppe Bellomo soprattutto perché attraverso di esse riesce rivivere e far rivivere davanti agli occhi la storia dei luoghi in ogni sfaccettatura, paesaggi di campagna che si urbanizzano, costruzioni antiche che scompaiono fra tutte (basta citare il “Colombaione”) ma nelle cartoline non ci sono solo ambienti, ma anche indicazioni sulle persone, sul modo di vivere e di vestire per non aggiungere la quantità di dati che si possono desumere dalle immagini di feste di campagna e di paese quando le famiglie si vestivano bene.
In una cartolina sulla festa nell’aia si possono riscoprire anche antichi strumenti musicali.
Oltre alle cartoline, Bellomo, attraverso i suoi viaggi in tutta Italia, ha raccolto fatture, ricevute di contratti di bestiame, stampe, locandine, manifesti per le elezioni amministrative, libretti agricoli con i conteggi stemmi tra cui quello di Casellina .
Sull’Istituto Agrario Passerini (siamo negli anni 1912) a Scandicci Bellomo può vantare una collezione unica e rara anche di foto dei professori e degli studenti.
Fra le cartoline che documentano l’inaugurazione del nuovo tram Firenze-Vingone (1911-1912) il num. 16 che dalla centralissima piazza del Duomo, dove rifulge la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, arriva a Vintone.
O ancora il Ponte di Vingone in costruzione, l’Humanitas mentre la costruivano la Casa del Fascio poi divenuta caserma dei Carabinieri, l’inaugurazione della Casa del Popolo di Badia a Settimo ed juna serie unica al mondo sul “Succi”, l’illusionista che si faceva murare o che digiunava anche per 28 giorni un personaggio unico che viveva a Villa Succi, sopra Mosciano.
Della sorgente Roveta – che si trova passato Mosciano – nella collezione Bellomo ci sono calendari firmati (1860), locandine con immagini della fabbrica dove imbottigliavano l’acqua, di Giogoli si può rivivere la vendemmia o rivedere la trattoria “La Lepre” con il padrone e tutti i suoi figli immortalati davanti al loro locale.o il gioco delle bocce ora scomparso.
La preziosità e il valore della collezione messa su con tanto amore ed anche con tanti sacrifici e rinunce ( andando in giro per i mercatini di tutta Italia a ricercare e ancora ricercare) è data da fatto che accanto a tutto questo materiale ci sono anche libri preziosissimi; Un esempio? La Vita di San Zanobi del 1853 scritta da Prezzolino ed ancora potrebbe essere affascinante scoprire dalla colle zione delle rare cartoline con tematiche quali fiori e quelle dipinte a mano una serie di dodici dedicate a lui, al toscano (assieme a Dante) più famoso e tradotto nel mondo, a Pinocchio.
La storia di Scandicci e delle sue frazioni (San Colombano, l’Olmo Pieve, la Badia a Settimo, il Viottolone, Casellina, Giogoli, San Vincenzo a Torri, Vingone, Roveta) attraverso questa collezione può essere vissuta in maniera più partecipata dagli studiosi, dagli appassionati e dai bambini e bambine che proprio in quest’anno scolastico 2000 si trovano a studiare della Badia a Settimo: un lavoro che vede impegnati tutti dai bambini ai genitori agli insegnanti dal quartiere Bruno Cappelli, Sandro Fallani, gli amici della Badia, al Comune, lo stesso sindaco Giovanni Doddoli, l’assessore alla Pubblica istruzione Claudio Raspollini a quanti amano la piana di Settimo.
CARMELINA ROTUNDO
.
SCANDICCI COM’ERA ATTRAVERSO LE CARTOLINE
Tra i tanti tipi di collezionismo, quello delle cartoline è tra i più noti. Piccoli quadretti, ritagli di tempo e di luoghi, alle cartoline va ll merito di fomentare cose del passato, spesso scomparse. Questo è ciò che testimonia anche la collezione di GIUSEPPE BELLOMO che da più di 25 anni raccoglie cartoline foto e documenti d’epoca che testimoniano come era Scandicci e i suoi dintorni. Nella mostra “Scandicci com’era” organizzata dal Centro Culturale Casellina nei locali della parrocchia di Gesù Buon Pastore sono esposte cartoline che documentano, ad esempio la presenza a Scandicci Alto di una scuola di agraria o l’inaugurazione della prima linea tranviaria.
Scandicci appare dunque nelle sue strade, nelle sue piazze, nelle sue feste, nel mercato e nei suoi dintorni. Riguardi alle zone vicine a Scandici le cartoline ripropongono immagini della Badia a Settimo, con il suo colombaione distrutto mai ricostruito, di Borgo ai Fossi, S.Colombano, San Martino alla Palma, Giogoli, dove, come in un quadro dei macchiaioli, è fotografata la vendemmia con i contadini ritratti nei costumi toscani.

Pubblicato su Toscana Oggi del 24 Febbraio 1991


CARMELINA ROTUNJO
C’ ERA UNA VOLTA
Storia di un monumento che non c’è più

Panni stesi, donne che intrecciano la paglia per i cappelli di Signa, cappelli che son diretti a Parigi. Un punto di ritrovo all’aperto e la storia ritorna alla memoria sempre più nitida quando Badia a Settimo poteva vantare una costruzione unica in Toscana: il Colombaione.
Una storia antica che don Furno Checchi parroco di Badia a Settimo dal 1948 al 1994 racconta: fino al 3 Agosto 1994, su lato meridionale della Badia a Settimo la torre del Colombaione, torre di segnalazione, avamposto della fortificazione trecentesca si innalzava verso il cielo con tutto il suo coronamento a beccatelli, piombatoi e merli. Impavido il Colombaione, sfidando i secoli, era giunto fino al 4 Agosto 1944, giorno in cui i tedeschi in ritirata minarono il Campanile della Badia che crollando trascinò nella rovina la Cappella di S.Bernardo da poco rimessa per accogliere i resti del poeta Dino Campana e, dall’altro lato delle mura (della Badia) minarono il Colombaione. Crollata anche questa imponente costruzione, unica in Toscana, per sempre andò distrutto il medaglione - tabernacolo duecentesco in altorilievo di stucco di arte Borgognona dove Cristo, raffigurato in proporzioni naturali, dà la legge monastica ai Santi Benedetto e Bernardo. Due lapidi rimasero, quella in pietra ora sotto il chiostro maggiore e l’altra in marmo.
La lapide in pietra tramanda a memoria futura che il Comune di Firenze fece di aiuto 2200 per fare la presente Torre e fu essa il giglio fiorentino, sempre in pietra, venne messo solamente perché chi avesse visitato la Badia poteva essere accolto con favore. L’altra lapide rimasta ancora sui resti del Colombaione, porta incisa sul marmo che fu Gregorio IX a stabilire che questa Badia esente da ogni diritto di patronato, fosse posseduta pacificamente dall’Ordine Cistercense.

Carmelina Rotundo



FATTI E “DIS”FATTI”

Leggende di antichi “manieri”abitati da fantasmi più o meno cattivi, più o meno burloni ..leggende di cui si parla, di cui si legge e si discute per chi crede e per chi non crede. La leggenda che sto per narrare non racconta, però, di fantasmi abitatori di monumenti, bensì di un “monumento fantasma”, un monumento ridotto ormai all’ombra di se stesso, poco più di un mozzicone, sul quale sono cresciute erbe, erbette, erbacce, e persino un alberello dalle verdi foglie. Fino al 1944, esattamente fino al 3 Agosto, sul lato meridionale della Badia a Settimo la torre del Colombaione, Torre di segnalazione avamposto della fortificazione trecentesca, si innalzava verso il cielo con tutto il suo coronamento a beccatelli piombatoi e merli.
Impavido il Colombaione, sfidando i secoli, era giunto fino a quell’anno,fino a quel giorno, 4 Agosto 1944 , in cui i tedeschi in ritirata non trovarono di meglio che minare il Campanile della Badia che crollando trascinò nella rovina la Cappella di S. Bernardo, ahimè da poco rimessa per poter accogliere i resti del poeta Dino Campana e dall’altro lato delle mura della Badia, minarono il Colombaione. Così anche l’imponente costruzione, unica in Toscana, crollò e per sempre andò distrutto il medaglione tabernacolo duecentesco in altorilievo di stucco di arte Borgognona dove Cristo raffigurato in proporzioni naturali, dà la legge monastica ai Santi Benedetto e Bernardo; rimase la lapide di pietra ora sotto il chiostro maggiore.
Lapide che tramanda a memoria futura che “il Comune di Firenze fece di aiuto 2200 fiorini per fare la presente torre.” Il giglio fiorentino, sempre in pietra, venne messo solamente perché
chi avesse visitato la Badia potesse essere accolto con favore.
La lapide in marmo, ancor oggi visibile, rimasta sui resti del Colombaione, ricorda che “Gregorio IX dette ai Cistercensi il possesso pacifico di questa Badia esente da ogni diritto di patronato.”
Davanti alla porta, un tempo detta dei carri poi completamente murata, le donne del paese, ricorda don Furno Checchi parroco di Badia per quasi mezzo secolo(1948–1994 ), si sedevano a prendere il sole e a lavorare le trecce di paglia per i cappelli di Signa, cappelli che poi venivano mandati niente meno che a Parigi.

Carmelina Rotundo




BADIA A SETTIMO, nuovo splendore per l’antico Refettorio dell’Abate
E’ nel mese di Marzo, il mese in cui l’inverno lascia il posto alla primavera, al nuovo germogliare della vita che torna alla sua originale bellezza il Refettorio dell’Abate del XIII secolo nell’Abbazia di San Salvatore a Settimo.
Un ricupero architettonico, artistico archeologico di grande importanza culturale in quanto risorgono alla naturale altezze le colonne e le lesene ricostruite nelle parti mancanti con tecniche e tipo di materiali dell’epoca, ritornano la sinopia e l’affresco raffigurante la deposizione del Cristo (purtroppo nell’affresco è quasi sparita la figura di Cristo del quale è rimasta l’aureola, mentre è ancora visibile la Maddalena col motivo dei due angeli che si strappano le vesti in segno di disperazione) opera attribuite ad Agnolo Gaddi (figlio di quel Taddeo Gaddi, discepolo di Giotto), inoltre, dato che durante gli scavi sono stati riportati alla luce reperti di ceramica, lapidei, elementi di metallo, si pensa di realizzare un Museo nella futura biblioteca sopra la sacrestia.
Un recupero storico che però è già proiettato verso il futuro, avendo una sua funzionalità, in quanto il refettorio sarà adibito a sacre letture e riunioni pastorali (in antichità era l’Abate a fare gli onori di casa e a sedersi proprio sotto l’affresco del Gaddi). Sempre il17 Marzo sono state riaperte le antiche scuderie, anch’esse ricuperate come spazi al servizio della Comunità, in quanto potranno accogliere conferenze, cineforum, rassegne teatrali, iniziative che possano fungere da incontro e confronto tra culture per un dialogo costruttivo a favore della crescita del genere umano nei valori della fraternità, della solidarietà e della pace.
Completa questo secondo momento del ricupero dell’Abbazia di Settimo, iniziato per volontà e coraggio da don Carlo Maurizi, l’attuale parroco, il restauro del chiostro del Melarancio in cui convivono armoniosamente tre stili: la parte trecentesca. in cotto, quella quattrocentesca e la Loggia dell’Abate del’600, eseguita seguendo un motivo che riprende la cappella dei Pazzi della Basilica di Santa Croce a Firenze.
“Oggi, grazie al coraggio e all’inventiva di ognuno - ha detto il cardinale Piovanelli alla benedizione- si è aperto un capitolo nuovo per la nostra cultura che è entusiasmante”. Determinante è stato il contributo offerto dall’Ente Cassa di Risparmio e di valido supporto l’appoggio dell’associazione Amici della Badia di Settimo che sarà a disposizione anche per
eventuali visite guidate ( tel. 055 7310537).
In occasione della inaugurazione è stato presentato anche un bozzetto in bronzo dedicato a
San Pietro Igneo, opera dell’artista Marcello Tommasi.
Carmelina Rotundo ,
( articolo pubblicato su Toscana Oggi ,in mese di Marzo )
IL SOLE

Il sole si era levato di buon ora stamattina per dare colore e calore ad una splendida giornata. Che bello costeggiare il campo di grano biondeggiante, accanto a casa mia a Badia a Settimo, quello stesso che a Febbraio, appena arato, avevo visto seminare dal contadino. Avanti indietro, indietro avanti, seguendo un ritmo antico e musicale uno, due, tre il seme dalla mano dell’uomo in maglione verde, si era alzato nell’aria creando disegni appena percettibili per ricadere e fecondare la terra, oggi tutta rigogliosa di spighe con qua e là qualche rosso papavero. Ai margini del campo verso l’asfalto, piccoli, grandi fiori gialli e cespugli con sopra come batuffoli bianchi. morbidissimi, che si staccano, appena a carezze di vento.
La Badia, dietro, chiudeva e chiude l’orizzonte cornice splendida ed inesplicabile misteriosa e più bella che mai allora, a Febbraio, sotto un cielo cristallo turchino, accarezzata da bianche nuvole ed ora, in questa radiosa mattina di Giugno, riscaldandosi al caldo sole brillante, specchiandosi in azzurro cielo senza nuvole.
Sara, nella carrozzina blù accanto a me, nel sedile posteriore dell’auto, è sul punto di addormentarsi con le sue due dita in bocca; il babbo questa mattina mi avrebbe accompagnato fino in via dei Della Robbia agli studi di due artisti: della caricaturista più brava d’Italia Mippia Fucini Catarzi e di suo marito, il geniale scultore Bruno Catarzi, mentre lui e Sara si sarebbero fermati da mia madre ad aspettarmi. Di pomeriggio tutti e tre ci saremmo recai a casa de Concilio.
Andare a Firenze, dopo la nascita di Sara e, data la lontananza da Badia era divenuto evento per non dire eccezionale, molto, molto piacevole e desiderato.
Ci accoglie festosa la sua voce dal pianerottolo.
“ venite, venite “.
Un abbraccio, un sorriso sincero, un bacino affettuoso ed una carezza per tutti e tre: l’allegro benvenuto di Bruna Nardi de Concilio si legge nei suoi atti e negli occhi che è veramente felice di vederci un “ciao” anche ad Oreste, il simpatico e cordiale marito che per la prima volta ci conosce.
In fretta, è l’ora del mangiare per Sara, mi ritiro nella grande camera da letto, dal pavimento di legno a spina di pesce.
Bruna, Oreste e Sayed s’intrattengono nella stanza vicina; non seguo i loro discorsi, ma distinguo perfettamente le voci mentre la piccola “amorosa” prende il latte dal mio seno. Appena un attimo, ed, al suono del campanello di casa de Concilio, si annuncia la visita di un’altra carissima amica, Alba Rossi.
Ci ritroviamo tutti allegramente: è un momento a lungo atteso! Alba nella grande busta mi dona la sua biografìa.
Mi piace sulla copertina a sfondo nero campeggia “l’Artista”, uno splendido e volitivo dipinto di Alba. In quella copertina riconosco la mia carissima amica, la sua umanità ed insieme l’artista Alba, la sua indomabile volontà che riesce così magistralmente a trasferire sui quadri con tanto amore ed ardore.
Lo sfoglio, ma troppo velocemente per coglierne a fondo tutta le bellezza e la tenerezza racchiusa in quelle pagine in cui è raccontata Alba pittrice, Alba donna, Alba madre, Alba moglie con il suo primo dipinto dedicato al marito, ma nel pensiero e nel cuore è il fermo proponimento di riprendere in mano l’opera stasera stessa.
“ Ho preparato il gelato, venite”
Nella piccola, ma accogliente cucina brindando con cedrata, aranciata e gustando un delizioso gelato, cioccolato e vaniglia ci intratteniamo.
Sara, in braccio al babbo, guarda, osserva, vuol rendersi conto di dove si trova, chi c’è; elargisce sorrisi a noi tutti, sente che l’ambiente è pieno d‘amore e di serenità: i bimbi avvertono immediatamente i sentimenti!
Alba deve scappare, ha voluto regalarci la gioia della sua compagnia, ma deve andare per dar da mangiare alla zia malata; lei ha sempre aiutato chi veramente aveva bisogno; è per natura donna grandemente generosa ed altruista; una foto insieme e poi di corsa per le scale, sento la sua voce che saluta, promette di ritornare presto.
Oreste e Sayed s’intrattengono davanti al televisore, ci sono i mondiali …e Bruna introduce me e Sara nel suo “regno”. Le bambole inventate dalla sua fantasia e realizzate dalle sue mani di fata, tutte “incantevolissime”, rendono quest’ ambiente di casa de Concilio indimenticabile e molto, molto singolare. Gli occhi fuggono ora in alto, ora in basso a destra a sinistra per cercare di cogliere quelle meraviglie, ma il tempo non basterebbe mai; l’incanto, qui è sovrano ed, oserei aggiungere eterno. Riconosco sulla spalliera del divano il Pierrot rosa, protagonista del libro scritto dalla mia amica “La notte magica di un allegro Pierrot” ed intorno gli oggetti che fanno da cornice a tale narrazione. Rivivo allora i momenti passati in piacevole lettura con le parole di Bruna e gli oggetti li vado pian piano riconoscendo il castello, il drago e tutte le splendide amiche di Pierrot, le bambole.
Bruna ha preso in mano la bambola saggia, la prima da lei realizzata tutta azzurra vestita. Insieme leggiamo petalo dopo petalo le massime da lei qui riportate.
E’ sogno o realtà ?
Non sono in grado di saperlo . Ne’ m’interessa di saperlo.
Le foto: Sara tra le bambole, una azzurra l’altra turchina, io mi sento felice; accanto alle “principessine” di Bruna c’è anche la mia principessa. Sara che dolcemente si va addormentando, mentre dalla spalla occhieggia la testa del giovane Pierrot, curioso ed allegro; a lui è sempre piaciuto stare con i bimbi, fin da quando, appena creato, si divertiva a farsi coccolare da Giada, la splendida nipote oggi diciottenne, di Bruna; è lei che gli ha insegnato a voler bene ai bimbi.
Un attimo appena, ma tornerò; lo dedichiamo alle testine, trovate in condizioni disastrose da un vecchio bambolaio e con amore restaurate, abbigliate da “gran signore” e montate su deliziose scatoline, da Bruna.
Ah, dolce, dolce Bruna, fata delle meraviglie!!


Carmelina Rotundo

CHE FAVOLA

Dal volume
“CHE FAVOLA!” (edito da Cultura Nuova Editrice, di Gianni Giovannoni)
Poesie e racconti ambientati a Badia a Settimo
Le due prime poesie presentano un modo di “vendere” porta a porta che va scomparendo e che mi faceva molta compagnia.
Anche questa tradizione ambulante è un aspetto tipico molto particolare e sarebbe bello approfondirlo con interviste ai venditori che sono dei veri e propri personaggi che portano calore e colore, voci e suoni oltre le cose che vendono.

A BADIA A SETTIMO
L’ arrotino, l’ombrellaio
arrotatevi i coltelli
riparatevi l’ombrello.
Patate, cipolle, susine, pere;
salute, amico mio
vengono i personaggi a Badia.
La carciofaia: un bel mazzo di carciofi
5 mila lire abbiamo gli asparagi
4 mila lire un paio di ciabatte
piatti, bicchieri, spugne, limoni.
Arrivano i venditori a Badia.
Io, dalla finestra ascolto la loro voce,
mi piace immaginarli
dipinti con la mia fantasia,
Sara gira i suoi occhi guarda, sente
non vede nessuno e
ricomincia a bere il mio latte.

Carmelina Rotundo


IL CAMION DELLE SEDIOLINE

Azzurro e bianco danno
il camion delle Tavolini ovali quadrati
seggiole da cucina. rettangolari
Ombrelli, sdrai, valigette per picnic
sedie da giardino E’ lunedì ,5 Giugno
cuscini da letto e l venditore sale su e
e per le sedie. giù per la scaletta di ferro,
Seggiole da bambini scende fa vedere
di tutti i tipi …….
e per sole 10 mila lire, Non si è mai vista
la stupenda sedia una convenienza così grande
mono Block : seggiole da bambini di tutti i
sedia confortevole tipi ed io
elegante per Sara
indistruttibile ; compro una piccolissima
potete lasciarla sediolina, le porterà fortuna !
all’aperto al
sole sotto la pioggia
la neve
e non subirà alcun



Carmelina Rotundo



DEDICA AL MAESTRO DELLA MAMMA

Quando la tenerezza tocca il cuore, i più belli, i più puri sentimenti nascono profumati e, nello stesso tempo delicati come petali di fiori che non puoi stringere forte forte, perché si potrebbero disperdere o rovinare.

Un sentimento difficile da sentire tanto è discreta la tenerezza; la provo ora mentre stringo te, piccola Sara, vicino al cuore e l’ho avvertita, da grande ormai, quando ho incontrato Padre Innocenzo Colosio la prima volta e,poi ancora ogni volta che l’ho visto, finché, oggi 20 Febbraio, è scoppiata nel cuore perché lui è venuto a trovarci con Gabriella Montemagno.

Non mi ricordo più che giorno fosse, anzi se ci penso meglio, mi ritorna alla mente, doveva essere un giovedi’ d’Agosto del 1986 ; ero armata di tutto punto :penna,blocco per appunti e registratore per “redigere” una mappa per conto del settimanale “Toscana Oggi”, delle diverse associazioni ed enti culturali fiorentini. Le vacanze estive proprio in quell’anno cominciai, dato gli impegni di lavoro di mio marito .a passarle così: per Firenze a scovare illustri ed egregie cose..
La biblioteca intitolata ad Arrigo Levasti e collocata sul lato della Basilica di S. Marco che si affaccia sulla via Cavour, era uno dei punti chiave della mappa in questione che già mi aveva condotto alla Colombaria, alla Società Leonardo da Vinci, all’Istituto del Rinascimento, all’Unione Fiorentina, al Gabinetto G.P.Viesseux, all’Istituto Geografico Militare.
E’ il portiere ad annunciare, per citofono il mio arrivo e dal chiostro Giancarlo, dopo il cancello di ferro (di cui si è fatta partecipe del segreto per aprirlo) mi precede per le scale su fino alla, porta della biblioteca.
Il fondatore e direttore padre Innocenzo Colosio, impegnato con i vari visitatori accenna cortesemente di mettere la mia firma sul grande registro e di accomodarmi. Il tempo di guardarmi intorno per sentirmi abbracciata da quei volumi a destra, a sinistra, in basso, in alto.
Il direttore si muove, tocca, prende, sceglie. Nessun libro è per lui mistero, qui senza catalogo egli sa dove sono collocati e li porge al frequentatori, secondo le loro richieste.
A me concede parte del suo prezioso tempo, spiegandomi come e perché è sorta questa biblioteca.
E ..da allora quel personaggio dal viso di dolce profeta è divenuto, almeno io avevo così deciso, il mio mastro, il maestro ideale che da sempre avevo cercato, l’avevo finalmente trovato e non volevo più perderlo.
Sabato poi scoprìi l’altro angolo di paradiso in terra, la biblioteca intitolata a Giacomo Devoto, anch’essa fondata e diretta da padre Innocenzo.
Il sabato, fuggivo per andare in quel luogo ricco di libri d’arte di ogni parte del globo terrestre.
Mi ricordo ancora, le parole usate da Padre Colosio, per presentarmela. “ Dico sempre che sono bigamo perchè ho due mogli la biblioteca Arrigo Levasti e la biblioteca Giacomo Devoto e, come spesso succede, amo più la seconda, la più giovane”.
Gemma rara, incastonata nell’orto giardino del convento la biblioteca di San Domenico di Fiesole mi dava la possibilità di respirare a pieni polmoni serenità conversando con padre Innocenzo tra piante di baccelli pomodori alberi di ciliegie o bionde mimose, a seconda delle stagioni e d’autunno regalavano allegria i colori arancio-accesi dei cachi sugli alberi completamente spogli; nessuna cosa avrebbe potuto eguagliare quei tenerissimi momenti. Quante volte, tutte quelle che ha potuto, la mamma è salita con te nel pancione fino a San Domenico e quanti momenti piacevoli abbiamo passato,ora nel salotto dove sono accolti re, regine e cardinali o, nella Cappella della preghiera con Gesù sulla croce dipinto dal Beato Angelico o nella Cappella della Natività o in quella del campo tra gli olivi detta delle Beatitudini o sul terrazzo da dove lo sguardo può perdersi su verso Fiesole e il monte Ceceri dove il gran Leonardo tentò i primi voli umani. La mamma poi, appena sei venuta al mondo, è volata spesso insieme a te col pensiero verso quei luoghi e quel tempo desiderando tanto parlare ancora con Padre Colosio finché oggi che tu, adorata figlia mia, compi due mesi il mio maestro ci onora di una sua visita.
Sono le ore 10 del 20 Febbraio 1990 e, mentre apro la porta di casa mi fermo sulla soglia, vorrei piangere di felicità, ma il sorriso di Padre Colosio. il suo coraggio mi impedisce di farlo.
Ah !La tenerezza che scoppia,inonda tutta la sala come il sole in questa mattina di Febbraio insolitamente risplendente e luminosa! Padre Colosio e Gabriella, la quale l’ha gentilmente accompagnato in macchina, sono ambedue seduti proprio davanti alla finestra da dove entra la luce .
Mentre mi mancano ancora le parole, vivo i sentimenti, è Padre Colosio a darmi per te il suo dono, il terzo per la verità il primo, il dizionario dei sinonimi e dei contrari me lo aveva regalato a Settembre “affinché -come diceva la dedica- potessi insegnare bene la lingua italiana al nascituro“; il secondo, una tutina con cappuccio rosa e a fiori bianchi per ripararti dal freddo, appena sei nata, a Dicembre, Gabriella me l’aveva portata e , con essa, eri uscita dall’ospedale per andare a casa, la tua prima volta ed oggi il volume “ Amare” di Davide Maria Turoldo.
“ Queste le cose
che ora permangono,
la fede oscura e insieme lucente..
e la speranza che sempre attende..ma la più grande di tutte è l’amore!“(1COR 13,13)

Padre Colosso sente la tua voce “eccola, eccola” ed io corro per trasportare la culla dalla camera in cucina ed anche il babbo arriva.
Siamo in quattro e tutti allegramente circondiamo, la tua culla: “E’ carina “! Padre Colosio ti guarda con amore e continua a farti complimenti.
Gabriella ti mette sulle sue braccia, lei è così brava a farti la sediolina! Padre Colosso anche lui vuole tenerti in braccio ti guarda e i suoi occhi sorridono; io rimango incantata!
Mia piccola Sara, quando sarai grande spero tanto che tu possa avere alcune delle grandi doti del mio maestro: sincerità, umanità, intelligenza, bontà, semplicità e, sopra tutte la capacità di sapersi donare e, per testamento anche quando non ci sarò più, ti lascio una mia volontà.
NON DIMENTICARE DI ANDARE A SAN DOMENICO DI FIESOLE
DI SEDERTI NELLA BIBLIOTECA GIACOMO DEVOTO
E DI RESPIRARE L’ARIA DI QUEL GIARDINO DOVE TUTTO E’ BELLO !
CARMELINA ROTUNDO

Dal libro CHE FAVOLA ! edito da “Cultura Nuova Editrice” nell’Aprile 1991.


I TRE “TOTTINI”

“Erano nati i canini” e tutti e tre eravamo stati invitati da Patrizia a festeggiarli.
Tre morbidi, incredibilmente piccoli canini che si affaticavano dolcemente per succhiare il latte dalla mamma la canina Nina “Guarda Sara, guarda Sara, sono così piccoli che si tengono sul palmo della mano e così deboli che ancora non riescono a reggersi sulle zampine, si chiamano Kimba, Diana e Birba“, così Patrizia, la dolce Patrizia, presentava quei graziosi animaletti a Sara, dimostrando ancora una volta il suo grande amore per la natura.
Che bello festeggiare i ”tottini” anche noi con Patrizia, Mauro Beni suo marito Giacomo, Simone i loro due simpatici figlioli, Alessandria e Claudia. Intorno profumano splendide e coloratissime azalee, gerani begonie del giardino di Patrizia, perché i fiori sono l ‘altra sua grande passione!”
Ciao, piccoli “tottini” buona fortuna anche a voi.
Carmelina Rotundo
Un cane, il grande Zigo
è stato compagno dolcissimo
dei giochi dei bimbi e delle
bimbe a Badia a Settimo
nei giardini (io feci delle foto)

Caro Zigo
grande, bianco, buono
amavi giocare con i bimbi e le
bimbe e loro come si divertivano
ad accarezzati Compagno dei loro giochi,
la piazza ora senza di te è più sola!


FIRMATO CON UNA ROSA

Maggio è il mese dolcissimo perché a Maggio sono nati mamma e papà, perché a Maggio è una festa per le rose che di ogni colore sbocciano.
Quante volte amavo andare con Sara, con Nadia ad ammirarle nel giardino di fronte all’arcana Badia per rubarne il colore ed aspirarne il profumo…
Ed oggi con Fulvia, io e la piccola Nadia lasciavamo per poche ore Badia per una fuga dedicata a Nanda. E’ una giornata luminosa con appena dolcissime carezze di vento che permettono di intrattenerci in terrazza sotto il grande ombrellone di Nanda.
I colori stupendi e le stoffe dei vestiti creati e dipinti da Nanda oggi; indossati da Fulvia, le fragole, le foto ..
Wanda è vicina a Nadia: un momento indescrivibile: la vita è un cerchio dove tutto si ricompone: Nadia e Wanda si capiscono e comunicano più di ogni altra persona qui presente, Wanda ha 92 anni Nadia sette mesi. Le mani della piccola, quelle di Wanda, carezze, infinite d’amore, di gioia.
La dedica che Nanda traccia con la matita sull’acquaforte della chiesa romanica di Arcidosso, sulla figura femminile mentre lei è china i miei occhi sono ancora una volta calamitati dal quadro delle margherite, ed in quell’attimo Nanda firma quest’incontro con una rosa, la più bella tra quelle che sbocciano sul suo terrazzo e che dona a me per Nadia, la quale è stata in silenzio tra le braccia di Wanda.
La vita è un cerchio dove tutto si ricompone
Quanti tesori il cielo ci ha regalato !

SE FOSSI UN PITTORE
DIPINGEREI OGNI ATTIMO
DI QUESTA GIORNATA
CON I COLORI DELLA FELICITA’

C a r m e l i n a R o t u n d o.


GEMMI

La città di Scandicci in ricordo di
Alfiero Gemmi ,caduto dello S C I R E ‘

Sotto un cielo grigio, tipico di una giornata invernale con lo splendido campanile della Badia ergentisi dal cupo verde degli alberi, il 28 Gennaio ’90 alle 11 e 30 è avvenuta a Badia a Settimo (Scandicci) la cerimonia di intitolazione della via ad Alfiero Gemmi e l’inaugurazione del monumento ai caduti del sommergibile Scirè .
Nato nel ’20 a Scandicci, Alfiero Gemmi, detto simpaticamente dagli amici il “moro”dal colore dei suoi capelli era uno dei marinai imbarcati sul sommergibile “ Scirè”. Imprese ardite quelle di questi giovani e di molti altri che svolgevano azioni dirette a mettere mine sotto le navi nemiche e che scoperti furono affondati dagli inglesi a Kaifa di fronte al mare di Israele nel 1942.
Ricuperato nell’84 il sommergibile con ciò che poteva rimanere di quei corpi furono composte delle cassette collocate nel cimitero di Bari.
Il fratello, presente alla cerimonia insieme alle due sorelle di Alfiero, ha ricordato come questa sarebbe dovuta essere l’ultima delle missioni di Alfiero, avendone compiute già quattordici ed essendo quindici quelle previste insieme ai familiari, amici, la popolazione, insigni personalità hanno dato lustro a questa manifestazione e tra loro ricordiamo il Presidente A.N.M.I. gruppo di Firenze C.A. Tullio Sambuco, il Sindaco di Scandicci, Signora Mila Pieralli, il Presidente della Commissione per il ricupero della salme dello Scirè, on. Tommaso Bisagno, il Comandante in capo del Dipartimento Militare Marittimo Alto Tirreno, Amm. di Squadra Francesco Papili e il parroco di Badia don Furno Checchi.
Nel pomeriggio al Palazzo Comunale nella Sala del Consiglio, il Concerto della banda del Dipartimento Militare Marittimo Alto Tirreno, La Spezia, diretto dal m:° Lido Moggi ha concluso la giornata.
Un momento di vita cittadina ed anche “un grande onore per la nostra famiglia ed un rinnovarsi del dolore allora provato” ha sottolineato il fratello di Alfiero,

C ARMELINA ROTUNDO

La storia dello Scire’ la scoprirò in seguito grazie a due viaggi premio per lavori realizzati con gli alunni in terra di Lunigiana di cui allego i due racconti:
IL GRANDE CAPOLAVORO DI UMBERTO NICCOLAI

Duecento foto, trecento chilogrammi di peso, mille e cento giorni di lavoro per realizzare un plastico in ottone che per le sue particolari caratteristiche è da considerarsi unico al mondo. Tutto torna alla perfezione in questo modello che fedelmente riproduce l'intero complesso abbaziale di Settimo in scala 1/50.
Umberto Niccolai l'inizia nel 1997 e lo termina nel 1999, per tre anni tutti i sabati viene a rivederselo questo monumento le cui origini risalgono al mille. Scattate duecento foto, misurata ogni linea con un sistema antico, quello della canna, la Badia entra a far parte di lui, della sua mente come del suo cuore. Da dove ha cominciato? "Dal campanile: mi ha sempre affascinato questa struttura particolare terminante a piramide, intorno ad essa ho lavorato per due mesi". Nel Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana del Repetti ( sei volumi del 1800) il padre Ricotti così lo descrive:"a torre rotonda alla base di forma ottagonale nel rimanente e che termina in piramide".
Mentre mi risponde, Umberto non distoglie lo sguardo dal suo plastico che si trova proprio accanto al campanile dove un tempo sorgeva la cappella di San Bernardo; lo sta ripercorrendo con gli occhi quasi a ricontrollarlo nella sua armoniosità, poi allungando la sua mano sopra i tetti delle case mi invita a toccare i tegolini fatti uno per uno e ad aprire i cancelletti, il cassonetto della spazzatura, a toccare le finestre tutte con i vetri a ripercorre le file dei merli, a condurmi al chiostro grande, al pozzo ottagonale, gli alberi, il filare dei pioppi.
Il primo plastico in ottone Umberto lo realizza e lo dedica a San Martino alla Palma, luogo dove egli vive, e quel plastico in ottone è esposto nella sala consiliare del comune nuovo a Scandicci dove Niccolai si augura che i ragazzi delle scuole possano vederlo. Anch'io non so staccare lo sguardo da quel gioiello perché chiunque si avvicina a questo complesso monumentale architettonico ed urbanistico non potrà più dimenticarlo!
Storia infinita questa della Badia che ad ogni passo in ogni angolo fa risuonare echi, dà voce a queste mura ad ognuna di queste pietre; anche la natura gioca un ruolo importante ed una suggestione unica abbraccia il visitatore quando si avvicina al grande complesso ora immerso tra caldi colori d'ortensie e da sfumature di gerani e tra i gialli violenti dei girasoli, dai verdi delle mille tonalità o dalla nebbia d'inverno che, mentre ne cancella i contorni ne fa risaltare la memoria dei secoli passati.
Umberto Niccolai è felice, lo guardo negli occhi, lo sento mentre dice che egli ha conquistato il Segreto di quel luogo. La sua esperienza artistica viene da lontano perché è lui a divertirsi a creare scenografie e a dipingerle, lui il solerte artigiano che dà vita alla ditta di insegne luminose che oggi con tanto entusiasmo il figlio Silvio continua a portare avanti.

PROGETTANDO UN ROSEO FUTURO
---------------------------------------------------------------------------------
Educational Lunae Viaggi in collaborazione con Longman - Italia
----------------------------------------------------------------------------------

E' indimenticabilmente insuperabile questo soggiorno in in terra di Lunigiana, terra che si prepara al Natale, festa magica, festa d'amor.
Policrome tracce dai diari di bordo
di Carmelina Rotundo.
E' l'azzurro intenso turchese profondo a penetrare gran parte della parete di fondo del Salone nel castello dei Marchesi di Malaspina a Fosdinovo dove "impeccabilmente" il signor Fausto Vallerini, direttore del Programma Italia, introduce i lavori della giornata di presentazione delle vacanze studio mirate all'apprendimento della lingua inglese per ragazzi e ragazze dai 7 ai 13 anni in Italia: a Stresa nella Lunigiana sul Gargano.
E' Nick Dawson, autore ed esperto Longman Italia, ad evidenziare al folto gruppo di insegnanti ( più di cento ) provenienti da ogni parte della Penisola il valore, sia sotto il profilo didattico che umano di una esperienza " nuova" costruttiva e gioiosa per bambini e bambine.
Lo seguono Nicola Di Bari, coordinatore del Centro di Rodi Garganico, Simona Attanasi coordinatrice del Centro di Stresa Pier Paolo Vallerini responsabile operativo del Lunae Viaggi, Valeria Bucci responsabile operativo Beehive Nord Anglia.
Mentre i volumi del cavallo e del cavaliere si vanno staccando dall'azzurro intenso dello sfondo bianchi, rosa, verdi chiarissimi illuminano con gli affreschi, testimonianza della presenza di Dante, questa sala.
E' un rapporto tra colori che ben segue la visione del tramonto appena vissuto con i nostri occhi prima di "espugnare" il castello..
Un rosa acceso intensissimo stacca la terra dal cielo turchino trasparente chiaro. Vette irregolari, ora aguzze, ora stondate delle Apuane brillano bianche di nevi mentre le pendici di queste leggendarie alpi si concedono all'azzurro più scuro prima di toccare la terra.
Intensità di colore rubata al sogno; eppure noi siamo presenze fisiche corporee, pellegrini qui giunti per toccare con mano la validità dei programmi vacanze studio in Italia portati avanti dall'Educational Lunae Viaggi in collaborazione con Longman Italia ed il British Council, programmi che interessano da vicino il futuro delle nuove generazioni sempre pi ù coinvolte nell'apprendimento della lingua inglese (non a caso per i concorsi pubblici è richiesta la conoscenza delle lingue straniere).
La storia data ogni cosa terrena e costui che ritorna è una "interpretazione" di Dante; ed è il Sommo Poeta a ricondurci sulle tracce del suo esilio, sulla sacralità dell'accoglienza, sui versi della Divina Commedia .
Nadia si è addormentata in braccio a Stefania che amabilmente la coccola, Sara vuol veder impaziente il castello.
E' sera quando lo visitiamo ci fa da guida una signora dalla testa a riccioli biondi, vestita da un lungo paltò a bottoni grandi di madreperla; è lei stessa parte di quel "tutto" il castello non potrebbe più fare a meno della sua presenza.
Dall'alto oltre le vetrate.un paesaggio di luci tremolanti alcune piccolissime, altre più grandi: il mare, blù notte, le terre, le città, La Spezia, il golfo dei poeti Porto Venere ...prima di uscire all'aperto, di costeggiare gli spalti protetti dai merli, tutti noi tuffati in un blù di cielo che ha dell'incanto..
Ridiscendiamo a terra per ritornare ai pullmann dove gli autisti Cristoforo e Lodovico attendono per portarci al Castello Don Rodrigo; dal manto azzurro escono luccichii di stelle tante tantissime; Sara e Nadia con Arianna che le inseguono correndo stan saltando di gioia, i bimbi, si sa, sono "stelline " d'amor anche loro..
Davvero sono tante le stelle lassù e la luna che bella occhieggia anche lei in questo incredibile sette dicembre in Lunigiana, più bello delle mille e una notte.
Dal pullman è il castello di Fosdinovo a calamitare ancora gli sguardi. Possente, potente sovrasta tutte le terre che lo circondano ed è lui l'illuminato da luci artificiali a staccarsi dalle tenebre, a contendere alle stelle il primo piano tra cielo e terra. Situato su ridenti colline di Fosdinovo con enormi vetrate a mezzaluna anche il castello Don Rodrigo è "espugnato" dal gruppo, capitanato alla grande da Pier Paolo e Fausto Vallerini.
E' la tavola appesa all'entrata divisa a riquadri a richiamare i Promessi Sposi. Alessandro Manzoni, un mondo di conoscenze che fa parte di noi : la storia di Lucia Mondella e di Renzo Tramaglino.
Tutto è stemperato da una ottima cucina servita "impeccabilmente", cortesia e qualità qui van ben d'accordo, stemperato dalla vivacità canora di John dall'ammirato spettacolo del "giullare Giuseppe" quiz, premi Eko Gecko puppet verde a pois neri sul dorso bianco sotto la pancia e bocca rosso fuoco conquista tutti i bambini che indossandolo come un guanto lo fanno muovere.
Viverla così questa notte al castello Don Rodrigo tra trasparenze di bicchieri, colori di vini, sapori prelibati di vivande gustosissime con un sorriso ed una speranza per il futuro che tutti ci auguriamo pieno di stelle.
E' notte fonda quando ripartiamo e la campagna che attraversiamo lascia intravedere invenzioni luminose di alberi di Natale che giocano a nascondino tra folti boschi.
La nuova notte al Golf Hotel, - dove già avevamo goduto di un impeccabile servizio e di una grande cortesia, letteralmente immerso nel verde di una pineta sulle colline che dominano
Pontremoli, anch'esso impreziosito da una bellissima cascata di luci sul grande albero vicino all'entrata; la " grande fuga" per concedersi poche ore di sonno nella terra di Lunigiana, terra segreta che avevo percorso pilotata alla grande da due impareggiabili Vallerini, Fausto e Pier Paolo.
Zeri l'avevamo "incontrata" dopo una salita a tornanti per un nastro d'asfalto come inserito d'incanto tra alte pendici a strapiombo e vallate incredibili dove nascono alberi quasi sfidando la forza di gravità. I tronchi come sprofondano le radici nella terra, come si divertono a delimitare loro i pezzetti d'azzurro giocando ad intricarsi ora sottilissimi, ora più robusti.
Miniature di linee spesso spoglie, talvolta con foglie dalla tavolozza autunnale, altri verdi, verde intenso.
Gruppi di alberi sotto la luce di oggi, appaiono d'argento, altri con le chiome d'oro, preziosità, capolavori della Natura, profusi a piene mani.
A Coloretta di Zeri (MS) l'Hotel Pianelle, ristorante e pizzeria è lindo accogliente come Lucia che ci riceve sulla soglia e ci introduce nelle camere.
Chira l'enorme canone è davvero gentile e Sara e Nadia non possono non accarezzarlo .
Che bello! Vorrei restare ancora un po', ma il tempo corre ed è Pontremoli, l'altra nostra meta.
Il professore Giuseppe Benelli dell'Università di Genova, appassionato storico della Lunigiana, ci incontra nella piazza già addobbata per il Natale: la lumiera che la sovrasta è davvero speciale; lo sguardo viene conquistato dal biancore della facciata della cattedrale.
Di fianco, le bancarelle con la verdura Tutto qui appare disposto "a modino".
Il tuffo per le stradine lastricate, sconosciute ai rombi delle auto fino al ponte a tre arcate per fermarci sotto il grandissimo albero ora spoglio a scoprire che carezze il vento regala ai fili d'erba che mormorii regala ai sassi del letto il fiume.
Sara e Nadia ed Arianna seguite da Giorgio gettano sassolini nelle acque.
Equi Terme è favola, adagiata com'è nella piccola vallata della zona tosco-ligure,contornata dalla maestosa parete del Pizzo d'Uccello, vetta delle Apuane nella cui propaggine si apre un canion naturale detto" Il solco".
La Buca, le grotte di Equi dove scorre un fiume sotterraneo che proviene dalle più interne profondità delle Apuane.
Le terme di acque minerali solforose con proprietà terapeutiche per la salute, bellezza e relax.
Il gruppo, dopo il prelibato pranzo all'Hotel Terme, giunge alla grotta dove (per la 12a edizione) preparano il Presepe vivente organizzato dall'Associazione "i paesani".
L'ultima mattina, ad Aulla centro sportivo grandioso dove vengono organizzate le mini olimpiadi di ragazzi e ragazze provenienti dai vari centri della Lunigiana.
Poi Lerici col suo castello dove è allestito il Museo geopaleontologico (da Febbraio sarà visibile una sala dove si potrà assistere ad una simulazione del terremoto) il mare, le vele bianche, quelle possenti mura del castello progettato dai Pisani delimitano lo spazio volumetrico nel cielo.
Ritornano gli azzurri, un Regista davvero unico ne aveva dato una buona mano super il cielo
e giù sulla terra.
Terra di Lunigiana
Sogno e realtà tu sei !
Carmelina Rotundo

All'arrivo alla Stazione di La Spezia l'accoglienza clamorosa a casa Seletti.
il pranzo principesco preparato da Antonina in piacevolissima compagnia di
Manuela, del papà, il pittore Sergio Seletti e di Aldo Arena.
Al ritorno alla Stazione di La Spezia, in attesa del diretto per Firenze delle 17 e
35 una piacevole sorpresa . nella sala d'aspetto passeggiano, eleganti come pin-
guini, i piccioni intenti a gustarsi le briciole, avanzi delle merende, ed a fare
piccoli voli, inseguiti da Sara e da Nadia.


Cenno sulle località.

Aulla: Borgo alla confluenza dell'Aulella con la Magra.
Sull'eminenza di gabbro rosso che domina la strada di Fivizzano e del Cerreto, pittoresca antica fortezza ora villeggiatura detta la Brunella costruita da Adamo Centurione nella prima metà del XVI secolo Nell'884 vi fu fondata l' abbazia di S .Capraio "in loco et finibus Lunensis" Di qui a Fosdinovo, bellissima escursione per varietà di panorama con rovine di un castello già dei Malaspina di Aulla e dei marchesi di Fosdinovo. Paese di 4.000 abitanti dominato dal castello medioevale, conserva la parrocchiale barocca di San Remigio e il sepolcro gotico di Galeotto Malaspina. Vi risiedeva un ospedale del XIV secolo ed il fabbricato della zecca: i Malaspina per privilegio imperiale vi battevano moneta.
Lunigiana, nome generico di un territorio che corrisponde in sostanza al bacino della Magra: il nome deriva dall'antico centro di Luni.
Pontremoli cittadina dominata dall'antico castello in una cerchia di colline coperte da vasti castagneti su una lingua piana nella confluenza della Magra e delVerse, con tre ponti sull'una e tre sull'altro: tra le due piazze si trova la Torre dell'Orologio centro di una luna cortina terninante con due altre torri comunicanti una sul Verde, scomparsa, l'altra sulla Magra mutata in campanile; cortina fatta costruire da Castruccio nel 1322 per separare il paese, di sotto ghibellino, di sopra guelfo.
Equiterme. Alla confluenza del Lucido di Vinca e del Lucido di Equi. Residenza di uno stabilimento di bagni d'acqua termo solforosa. Nei dintormi di Equi: la "Buca" caverna spaziosa, scavata nel marmo che ha rivelato importanti resti di antiche civiltà il "Solco" stretta forra che ha origine dal Pizzo d'Uccello, in cui si trova incastrato un grosso macigno chiamato il "Paiolo".
( dal volume Toscana di SELEZIONE ) TRE GIORNI DA SBALLO NELLA TERRA DI LUNA

Vissuti da Carmelina con gli altri
Wishing all your dreams come true

L’idea di partecipare alla Supergame: inventare un gioco-gara in inglese lanciata in tutta Italia dal giornale OKAY ! (giornale diffuso a livello nazionale per le scuole elementari e medie) ideato e diretto da Roberto Alberghetti e partita dall’idea di Fausto e Pierpaolo Vallerini della Lunae Viaggi aveva stuzzicato la fantasia dei miei alunni ed in me rafforzato l’idea che essa potesse costituire valido stimolo all’uso “pratico” della lingua inglese ed arricchito il vocabolario dei miei alunni.
Con questa fiducia nel cuore eravamo partiti con proposte, discussioni, tentativi da cui era emerso il desiderio di conoscere, approfondire, confrontare le feste in giro per il mondo.
Attorno a questo desiderio si concretizza l’idea di creare il gioco-gara che si sviluppa attraverso varie fasi:
(1) Mappatura temporale
Svolta con gli alunni sul calendario per individuare date: mese, giorno di festa.
(1A) Attraverso ricerche su libri e con l’aiuto diretto delle studentesse dell’Università Americana Gonzaga e Middlebury College, individuiamo e approfondiamo caratteristiche delle varie feste: date/mese/giorno/simboli/attività/parole collegate/cibi tipici preparati/doni/ vestiti indossati/colori che caratterizzano le feste.
(2) Realizziamo a gruppi, disegni su piccoli rettangoli ( cm. 18 x 10,5). Gli alunni si ispirano a notizie trovate, alle letture fatte in classe ed ogni gruppetto di 2-3 bambini disegna la “sua” festa, quella che piace di più (sono così venuti dei disegni molto piacevoli e coinvolgenti)
(3) Uniamo i rettangoli fino a formare una striscia (strip) che segue la sequenza del calendario scolastico.
Columbus day
Halloween
Thanksgiving
Christmas.
St, Valentine’s day
President day
Easter
Mother’s day
Father’s day
Indipendence day
La scelta delle striscie è data dal fatto che si può anche proiettare con l’epidiascopio e creare discussioni insieme generando interesse e stimoli nuovi a ricercare ancora.
(4) Contemporaneamente vengono individuate dieci domande scritte sia su schede che su un grande cartellone e compilate altrettante schede: dieci risposte per ogni festa in inglese.
La classe, divisa in due squadre deve tentare di rispondere correttamente a più domande possibili. Il massimo punteggio è 100 punti (dieci punti per ogni risposta esatta)
(5) Decidiamo di aggiungere i movimenti: schede e poster dove vengono scritti dieci movimenti che, se eseguiti bene da tutti i componenti la squadra, fanno guadagnare altri 100 punti (10 per ogni movimento). Un lavoro interdisciplinare questo che ha portato alla realizzazione del materiale con cui la lingua inglese ha”convissuto” con il disegno e le diverse tecniche di realizzazione: ricerche, letture in italiano e inglese che ci ha portato a conoscere meglio popoli e paesi diversi evidenziando che è nella valorizzazione della diversità la vera ricchezza di ognuno di noi cittadini del mondo e impegnati e desiderosi di costruire un mondo in pace.
Ci eravamo divertiti a ideare, progettare, realizzare il gioco-gara e l’avevamo spedito con gioia, felici di partecipare alla SUPERGAME, l’annuncio della vincita (più di trecento scuole d’Italia che partecipano) ci coglie di sorpresa e ci entusiasma; ci proietta verso nuovi orizzonti di confronto con lavori creati da altre scuole. Nel conoscere i vari giochi potremo costruire un patrimonio didattico nuovo utile per tutti nell’unità la nostra forza il nostro progredire.
Alla riunione con i genitori comunico l’entusiasmo della classe ed alla unanimità viene designata rappresentante l’alunna della classe V A Alice Bertelli con la quale ci prepariamo a partire per il soggiorno premio. Una avventura davvero piacevole e dalla quale sono sbocciati fiori di amicizia giungiamo al Golf Hotel a Pontremoli in provincia di Massa Carrara attraverso un percorso piacevolissimo nel verde di una “Terra di Luna” in Toscana al confine della Liguria, toccata dall’Emilia-Romagna. Intanto scopriamo che è al Golf-Hotel che si svolgerà la seconda giornata nazionale della pesca a mosca. Aree a regione speciale ovvero come integrare salavaguardia ambientale a pesca dilettantistica. L’importante porto di Luni
(così chiamato per la sua forma di luna) ne ha determinato la storia affascinante fatta di approdi e di partenze al largo, di incontri e di dialogo, in un crocevia di emozioni dolcissime e di feste: secolari castagneti. altezze di faggi, itinerari medievali della via Francigena, il percorso del fiume Magra del fiume Varda. L‘ accoglienza e la disponibilita di Pier Paolo Ballerini e il top che si potrebbe chiedere si fa in quattro per renderci tutto piacevole.
Il gruppo formato dagli allievi delle elementari e medie e insegnanti d’inglese genitori, nonni, è di provenienza varia, dalla Lombardia, Lazio, Campania, Puglia, Toscana .. viene invitato a salire su un giallo-verde trenino che ci conduce allegramente a Pontremoli questo gioiello di cittadina dove a grappoli fioriti il glicine profuma, nelle sue stradine lastricate di pietra lo avvertiamo caloroso questo abbraccio stretto stretto di case per poi ritrovarci in Piazza della Repubblica dove gli sguardi sono attratti da una vetrina particolare quella di Aichta antica pasticce ria gelateria degli svizzeri fondata nel 1842. Entriamo, attratti dall’ambiente, dai mobili, dai dolci che fanno bella mostra di sé, che profumano; scopriamo così che la specialità è amor e spongate ( pensate che c’è anche un sito WEB www.aichta.com dove trovare news aggiornato sui prodotti e su fantastiche ricette da poter fare a casa ).
Saliamo a Castello Sant’Ilario dove la solerte guida con un linguaggio ricco di particolari ci introduce ai segreti della prima torre con la porta piccola che costringe i nemici ad entrare a capo chino e ad essere così facilmente vulnerabili dalla scala a chiocciola che sale in senso in-verso, accorgimenti che ben presto saranno insufficienti a resistere alle nuove armi, cannoni.
Indietro, indietro nel tempo, viviamo sensazioni davvero particolari nel museo delle statue –stele – idoli di pietra che risalgono a duemila anni prima di Cristo, testimonianza di una antichissima civiltà; si pensa a migrazioni di popoli africani in Europa.
Queste statue stele ci parlano delle nostre radici del desiderio degli esseri umani di mandare un messaggio che travalichi limiti di tempo e spazio; l’uomo che viene rappresentato con le armi, la donna con prosperi seni, la forma di alcune teste ci richiama alla Luna, immagine che ci rimanda alle radici del nome Lunigiana. A cena in una accoglientissima sala pranzo del fantastico lo stiamo scoprendo Golf-Hotel; arredato con gusto, assaggiamo per la prima volta Testaroli al pesto, specialità di pasta di questa “Terra di Luna”. I bambini cominciano a socializzare; la mascotte più piccola di tutte è Claudia che viene con papà e Suor Piera da Casale Monferrato. Parliamo di tutto e di niente: della scuola, della famiglia, della gioia per questa vincita inattesa, alcuni bambini sorteggiati esclamano:
“Io sono stata supercontenta quando è stato sorteggiato il mio nome”
“Sentite il suono di questi bicchieri di cristallo?” è Domenico, il nonno di Alice a parlare ed in essi assaporiamo un gustoso “Rosso di Casale”.
Le camere calde, confortevoli, io condivido la 227 con Giuseppina da Sorrento che è venuta con le due supercontentissime alunne e che si sta laureando in lettere antiche con una tesi su iscrizioni che sono state ritrovate in Turchia Alice. La bambina che rappresenta la scuola Aldo Pettini è nello stesso piano, il secondo all’onore della cronaca.con Nadia e, sempre al secondo, le camere della professoressa Milena Bugori di Canonica d’Adda, Isabella Giraudo di Borgo San Dalmazzo Dania Perlini di Milano e, tra il 2° e il 3°, quelle dei” piccoli” Erasmo, Giuliano, Sara, Serena, Mariagrazia, Lorenza, Claudia, Federica.
Nella notte dal “romantico” terrazzino della camera 227 mi piace scrutare la foresta di alberi che si estende appena al di là del vetro, se non fosse già tardi e non avesse piovuto come mi piacerebbe entrare dentro di essa per cercare la luna nel cielo! Al mattino di Sabato 13 Aprile dalle 7 alle 7.30 colazione all’americana per poi salire sul pullmann che ci condurrà a Genova.
Suor Piera Bonadè si rivela animatrice instancabile, simpaticissima: mille e più sono i suoi indovinelli che coinvolgono e divertono i bimbi. “Ho un cesto con cento uova che devo romper uno per uno, tutti in una volta: Come farei ? “
“Che cosa fa una lumaca sopra una tartaruga?”
“Qual’ è quella parola inglese che comincia per “ e “ e termina per “ e che contiene una lettera “ ?
Erasmo da Terracina che ne risolve alcuni è un bambino eccezionale nella matematica. Il paesaggio che ci abbraccia è “magico”. L’aria celeste-grigio dopo la pioggia dalle vette si alza la nebbia a banchi leggeri impalpabili sospesa tra terra e cielo a mo’ di corona alle terre della luna all’orizzonte. Ogni tanto spruzzi di rami colorati di rosa, di bianco, fiori gialli, rosa intenso verdi dalle mille tonalità un percorso da fiaba per giungere all’Acquario di Genova il più grande d ‘Europa nel, porto antico e tuffarsi nelle acque azzurre dove vivono pesci da ogni parte del mondo Azzurri negli occhi, azzurri nel cuore come se ci fossimo conosciuti da sempre. Ai bambini piace un mare toccare le razze bagnandosi così mani e braccia, seguire il guizzo del pesce Picasso, dipinto con i più bei colori che tavolozza natura potesse inventare ed ancora vedere muoversi pesci “stagnola d’argento”, quanta bellezza ha in seno il mare! Il mare, che meraviglie ci può rivelare e quante storie raccontare:“Ari”la tartaruga che proviene dalle Maldive viene portata in Italia nel 1994 come “souvenir delle vacanze”da un turista che l’affida al Delfinario di Riccione da dove viene trasferita per garantirle una migliore vita nell’Acquario di Genova dopo avere preso atto che è impossibile rimpatriarla; “Ari” è lunga un metro e venti centimetri e pesa centotrenta chilogrammi!
Ci sono anche i coccodrilli del Nilo che dopo aver mangiato “piangono“ sempre e sapete perché? Anche questo è un indovinello che le schede stampate grazie al Mulino Bianco disponibili nell’Acquario rivelano.
Al di là del tempo e dello spazio, noi con il mare, con la vita che pulsa nel mare; le trasparenti meduse quadrifoglio, i pesci azzurri che nuotano nell’altissimo cilindro.. con le meraviglie del mare trascorriamo ore indimenticabili.
Ci divertiamo, siamo felici tra gli azzurri!
Nelle vasche che bello accarezzare ancora le razze.
Con gli occhiali “magici” entriamo nella sala proiezioni dove possiamo tuffarci nel mare a contatto con i pesci anche quelli “futuribili”, noi che stiamo nuotando godendo della freschezza delle acque. Passato, presente e futuro. La storia le speranze è bello immergerle nel mare e diventare delfini, salire in superficie solo, per poco, poi inabissarci nei colori, rumori suoni di mari lontani.
Alice e Nadia comprano le collanine con i delfini. L’orologio reale che corre ci porta all’uscita dove incontriamo l’uomo dei fischietti che vende pezzetti di mare che puoi toccare, stringere, dove puoi anche entrare con tutta la mano. giocare e Nadia ne compra uno con un giallo pesciolino a strisce marrone.
Pranzo al sacco. Alle nostre spalle il chiaro celeste del muro dell’Acquario, dentro cui nuotano bianchi pesci; di fronte la strada trafficata, alti edifici di cemento uno vicino all’altro, un battello sta allontanandosi dal molo per permettere dal mare di abbracciare tutta questa città di Genova - grande, superba, elegante con le sue sculture, facciate e terrazzini, mentre i “Vu cumprà” fanno proposte di orologi, cassette, CD braccialetti.

P o m e r i g g io .

La visita al museo navale della Spezia ci porta a conoscere la gloriosa ed affascinante storia degli uomini di mare Zattere, minuziose ricostruzioni di navi egizie, vichinghe e, attraversando i secoli le tre caravelle. L’ardimentoso Cristoforo Colombo intraprende un viaggio che a sua insaputa lo porterà a conoscere un nuovo continente.
Anche noi nella nostra “striscia delle feste” abbiamo scoperta che in America il 12 Ottobre si celebra il Columbus Day ed è questa festa ad aprire la serie. Uno scatto fotografico immortala il gruppo con la Nina, la Pinta e la Santa Maria. Scopriamo così la collezione di armi, siluri macchine mitragliatrici (Una in particolare l’abbiamo vista all’Acquario di Genova tutta deformata dalla pressione delle acque.) ed ancora polene, nodi, bandiere, carte geografiche. Scopro non senza commozione che è stato qui che Guglielmo Marconi ( guardacaso, l’altra scuola del secondo circolo didattico di Scandicci ne porta il nome) compì l’esperimento grazie a cui il 17 e il 18 Luglio 1897 riuscì a stabilire un collegamento via radio con una stazione ricevente il Rimorchiatore num.8 e quindi con la nave San Martino in mare, ad una distanza di oltre dieci miglia.
A ricordo di questo grande avvenimento, tappa di un progresso tecnico a salvaguardia della vita umana in mare, viene apposta una lapide commemorativa sulla facciata dell’edificio del Museo.
Una reliquia particolare: il brandello dell’uniforme indossata da Nazario Sauro quando il 31 Luglio 1916 fu catturato dopo l’incaglio del sommergibile Pelino.
“Il ricordo di tutti coloro che portarono sui mari il tricolore della Patria e che per essa donarono la vita“ -scrive il Capitano di Vascello (CM) Enzo Tanga sembra sintetizzarsi in alcuni cimeli del sommergibile Scirè che 20 anni fa i subacquei della Marina Militare ricuperarono nelle acque di Haifa, una garitta per imbarcare i siluri, una piccola parte dello scafo sarà custodito così nel museo insieme all’urna contenente sabbia di quel fondo marino.
Lo Scirè giace sommerso su un fondale di 32 metri davanti al citato porto che il 10 Agosto 1942 avrebbe dovuto forzare con un equipaggio di 59 uomini tra marinai ed incursori al comando del triestino Bruno Zelich.
Lo Scirè, la cui bandiera era stata decorata con medaglia d’oro al valor militare, era riuscito in precedenza a violare le basi navali di Gibilterra per tre volte e di Alessandria. La nave Anteo ricuperava dallo scafo del sommergibile i resti mortali dei componenti che vennero tumulati nel Sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari. Una storia affascinante attorno a cui mi appassiono anche perché la via dove attualmente vivo è intitolata ad uno di questi uomini ad Alfiero Gemmi – caduto dello Scirè. All’inizio della strada, a ricordare l’evento, è stata messa una grande ancora; all’intitolazione era presente anche il fratello di Alfiero ed io feci delle fotografie.
Pier Paolo Vallerini che ha fatto il militare proprio in marina ci sta dando indicazioni, ci parla delle famose navi a vela del mondo Amerigo Vespucci..
Palinuro
Le vele, il “volo” delle vele sempre mi affascina: essere, poter essere tra mare e cielo tra cielo e mare.

La cena al Golf-Hotel è sempre all’altezza per qualità e gentilezza e dopo tutti coinvolti nel FunSong method di Charles Goodger. I bambini che cantando mimano.
La stanchezza delle giornate, belle sì ma mattiniere ci fa tralasciare la presentazione dei giochi inventati che speriamo potremo conoscere con fortuna ancora insieme. Quindici Aprile, Domenica Pilotati alla grande dal nostro simpatico autista che ha risolto anche qualche indovinello di Suor Piera giungiamo al castello Malaspina a Fosdinovo un castello “vivo” dato che nell’estate diviene residenza degli stessi marchesi.
Piace questo presente che ci unisce al passato. La nostra guida Monica è preparatissima ed ha in più la dote dell’amabilità, che le permette di tenere tutti, proprio tutti a bocca aperta. Veniamo a conoscere dalla sua voce delle leggende di Bianca che paga con la vita l’amore per lo stalliere. Il padre infatti, con una severità oggi improponibile la fa murare viva con il cane e il cinghiale. Una macchia nel soffitto ricorda le fattezze dei tre e si dice che ancora oggi Bianca vaghi nel castello.
Che dire dell’antilope dipinta a ricordare al marchese nei secoli l’onta del tradimento della moglie?
Della cassaforte che poteva essere aperta solo con tutte e cinque le chiavi?
Ed ancora del letto del Marchese sopra il quale passando la mano si sente ancora il soffio del suo respiro e che dire di quando accostando l’orecchio alle quattro melograne di legno di quel letto si può ascoltare il battito del cuore del Marchese?
Tutti ne siamo testimoni. Sorprese di passaggi segreti. La scoperta della camera dove si dice che Dante in esilio soggiornò.
Il salone affrescato dove c’è anche il grande cigno, unico superstite di una giostra da mille e una notte, sugli spalti lo sguardo può abbracciare tutto il paese di Fosdinovo, tegola dopo tegola, camino dopo camino; un tempo tutte le casa erano comunicanti per permettere, in caso di guerra, agli abitanti di trovare rifugio nel castello e al Marchese di “visitare”, ”penetrare”, ”controllare” quelle case ed i suoi abitanti a suo piacere.
Al di là dei merli ghibellini del castello, la acque del fiume Magra che si consegnano al mare; attimo magico in cui acque dolci e salate sono una cosa sola, si uniscono.
Paesaggio incantevolissimo verso il mare Ligure e Tirreno, la via d’acqua aperta verso le isole d’Elba la Corsica e la Sardegna.
Dietro di noi le Apuane; ed ancora la storia dei tre fratelli Malaspina che si uccidono per sete di potere, la fortunata nascita del maschio che viene posto nella culla di ferro.
Nel viaggio di ritorno ci fermiamo per una “toccata e fuga” a Sarzana dove veniamo coinvolti per una festa dell’AVIS per l’acquisto di una nuova ambulanza e ci vengono offerti salatini dolci e spumante. Sulla strada negozi particolari: quello che ha alla porta, come guardia del buon gusto, le grandi forme dell’ Emmental svizzero.
Consiglia (nonna di Alice) puliva le grandi forme con degli straccetti con l’acqua, quelle in cui fanno bella mostra i grandi cerchi dei testaroli, queste vetrine spongate, su un negozio l’insegna “Gemmi”.
Dalla porta ritorniamo lesti indietro nella piazza da cui siamo partiti dove sta passando un ombrello arcobaleno … Serenità di stare insieme; i nostri cuori stanno cantando per la gioia di aver vissuto questa “favola in terra di luna” e ringraziando OKAY e Lunae viaggi.
C A R M E L I N A
Chissà quante belle storie ancora seguendo l‘ombrello arcobaleno ci aspetteranno a noi tutti insieme e ad ognuno con il suo OMBRELLO ARCOBALENO !!!!
Gli indovinelli :
(1) Per rompere le uova le lancio ad una ad una contro la volta (soffitto)
(2) Due lenti a contatto
(3) Envelope



PER UN PROGETTO DI PACE

Scoprendo insieme la forza rivoluzionaria della fede e della verità .
di Carmelina Rotundo.
Badia a Settimo con Vallombrosa

Indietro, indietro nel tempo le possenti mura della Badia si ergono imperiose dall’umile terra mentre in alto le sue linee delimitano spazi di cielo, proprio come fanno le montagne in un paesaggio naturale. E’ lei, la Badia, presenta oggi con tutta la sua storia le sue bellezze la imponenza e la leggerezza che la rendono unica a riportarci a quello Anno Domini 1068.
Accanto ben le si accosta il campanile, lanterna appesa al cielo, oggi arricchita di sette campane, oggi capaci di intonare un concerto celestiale che conquista l’animo e fa vibrare le corde più intime del cuore.
Al di là del frastuono e delle tenebre, la luce, la storia di Pietro Igneo, il monaco vallombrosano che, passando illeso tra una catasta di fuoco e di carboni accesi, dimostrò al popolo, qui accorso allora come oggi (nel 1068 furono tremila le persone che si mossero da Firenze per andare a Badia, oggi sono cinquemila giunte da ogni parte) quanto potente è la forza della verità e della fede.
Siamo noi capaci di tanta fede capaci di gettarci nel fuoco, sicuri che Dio ci salverà ?
Badia a Settimo circondata e contornata dal corteo degli ottantasette figuranti del popolo qui accorso, ancora una volta il tuo fascino misterioso superando i limiti del tempo giunge intatto ai nostri cuori.

Grazie Badia !
Questa era la seconda edizione, ma gia’ per la prima………….
Dopo mille anni!!!!!!!!!!!!!
Il settimanale Toscana Oggi nel n. 35 dell’8 ottobre 2000 pubblicava un mio articolo La Prova del Fuoco Mille Anni Dopo.


LA COMETA
di Carmelina.
Tutti in cammino,seguendo la cometa verso la luce e la speranza. Ecco il significato della scelta di un nome per una LIBRERIA di Scandicci, che si propone come luogo di incontro e di stimolo un luogo per riflettere fermando le cose che ci attanagliano ogni giorno.
Un momento di gioia e di speranza che proprio ci voleva.

I tre Re Magi arrivavano seguendo la stella
ad umil capanna
anche noi leggendo arriviamo
ad aprire la mente.

La cometa .. oppure no?
Opinioni sulla scelta di un titolo per una LIBRERIA,
c’è un elemento positivo a favore.
La cometa cui si allude è quella che apparve a Betlemme sopra il presepio.
Era quella che illuminava la scena. Dice appunto il racconto “che si fermò”.
Il cielo notturno è favorito da una luce che nega le tenebre.
Anche la notte di Pasqua si giova di un Plenilunio.
Chi adotta l’ insegna LA COMETA forse l’illumina come un faro
ed anche nell’interno vi sono delle lampade conformi.

Carmelina Rotundo
All’inaugurazione della libreria “ La Cometa”
a Scandicci -



Una storia fiorita tra le mani
e donata agli altri per amore

CAPIRE PER AMARE

Quella notte di Primavera a Badia a Settimo nel chiostro dei melaranci, c’erano tutti: sguardo attento, cuore sospeso per il debutto di una compagnia teatrale, davvero singolare che era riuscita, superando impavida gravi e piccole difficoltà a mettere insieme un testo del tutto inedito.
La meravigliosa leggenda
della terra di Settimo e della sua Abbazia.
Durante un campo scuola a Montepoli (vicino a Scarperia) nell’estate del 1996 nasce l’idea di far conoscere meglio a tutta la popolazione di Badia a Settimo (Scandicci) il suo passato, le sue radici culturali e storiche.
La passione per l’arte, l’amore per l’Abbazia dell’attuale don Carlo Maurizi, sacerdote di grande talento, instancabile prodigo di idee, trova fertile terreno nell’entusiasmo di alcuni ragazzi impegnati nell’ambiente di attività di catechismo e ricreative.
Da principio, cinque sono i volonterosi .
Sara Giovannini
Sara Raspollini
Giovanni Neri
Elena Nidiacei
Federica Romoli.
Un fulcro intorno a cui si aggrega un gruppo di venti “ attori”, tutti alla loro prima esperienza teatrale, di età fra gli anni otto (la mascotte Elisa Gragnanelli e Fabio Mecocci frequentano infatti la terza elementare ) e gli anni quindici di Ivan Nigro e Lorenzo Mori .
I venti volonterosi, superando se stessi, interpretano centodieci ruoli diversi.Le musiche, curate da Paolo Capecchi e Filippo Corsi, sono scelte, dopo approfondite ricerche nel campo medioevale. Degli ottantacinque costumi se ne parla come di una leggenda.
Giuliana Colzi che lavora come attrice e costumista nella Compagnia Arca Azzurra li disegna e li taglia avvalendosi dell’aiuto di Donatella Salvanti.
Per ogni tipo di abiti è importante anche il colore e spesso le stoffe grezze vengono tinte in modo da poter ottenere quella sfumatura particolare, perché si armonizzino con gli altri.
Per gli accessori, la ricerca fruttuosa è fatta in continuazione nelle soffitte.
Per cucire le vesti, i punti delle mamme e delle nonne sono dati a catena e fino all’ultimo giorno.
Particolari gli effetti di luce e curatissimo il fondale: una tela di otto metri per quattro, dipinta apposta dal direttore di scena del Teatro Comunale, Alzubadi Adnan con le due Sara e Federica e su cui è stato ricreato l’ambiente paludoso e selvaggio della Piana di Settimo; sono dipinte su legno le quinte, la Badia.il Campanile ed anche il Colombaione. Nel chiostro dei Melaranci, per l’occasione illuminato con le fiaccole dell’Associazione di Badia, la suggestione è stata veramente unica.
Tornati indietro nel tempo, gli abitanti del luogo hanno, potuto ascoltare della nascita dell’Abbazia di Settimo dalla fine del primo millennio su una selva paludosa, dei monaci benedettini, dell’abate Guarino di San Giovanni Gualberto, di Pietro Igneo, di Galgano Guidotti (colui che aveva prodigiosamente infilata nella roccia la sua spada come croce per dedicarsi a Dio) e di San Quintino.
Una storia leggenda, incorniciata all’inizio e alla fine dal suono delle campane. “ La bellezza di questa esperienza - ha dichiarato entusiasta la regista Daniela Bozzoli - è di aver visto nascere un gruppo che ha lavorato in piena armonia nonostante le disparità di anni e come ognuno ha proposto modifiche e dato suggerimenti. ”
Suor Gina, suor Gianna e suor Celestina hanno detto che questa realizzazione teatrale è andata al di là di ogni più rosea aspettativa.
Proposta aggregante e formatrice per i giovani, auspicio per il popolo di Badia per mantenere quel senso di appartenenza all’ambiente e di identità alla piana di Settimo.
Questo stare gioiosamente insieme per donare agli altri ha fatto anche nascere degli immediati progetti futuri.
Dal testo teatrale si passerà alla realizzazione di un volume che, poiché scritto in linguaggio semplice potrà essere utilizzato nelle scuole per conoscere la storia di Badia.

Carmelina Rotundo.

PER UNA SPERANZA D’AMORE

Il verde intenso degli alti cipressi, stemperato da verdi più chiari il glicine in fiore, papaveri, rosso fuoco margherite, ulivi:
è primavera!
Un caldo sole, luminosissimo accompagna il nostri andare a Pozzolatico.
I pioppi hanno fermato le fronde. E’ solo da vicino che si possono vedere le loro foglie muoversi impercettibilmente mentre un cielo turchino segna i confini della millenaria Badia di Settimo. I sassolini nel piazzale antistante la chiesa risuonano di grida, di suoni, di corse gioiose dei bimbi; è primavera! Pozzolatico e Badia a Settimo si sono unite così oggi nel mio cuore.
* * *
L’avventura della vita scorreva, ora tempestosa, ora serena scandendo il tempo: anni, giorni, attimi; tutto poteva avvenire sotto la celeste cupola nella quale, in questo fine Aprile, il Sole regalava luce e calore alle cose quasi a farsi perdonare le giornate grigie e buie che avevano preceduto questo 29 Aprile. Di mattina la sosta alla Parrocchia di S.Stefano e S. Caterina a Pozzolatico è accolta gioiosamente da don Virgilio Pagliai, il quale aveva preso la dolce abitudine di regalare caramelle alle piccole, a Sara e a Nadia.
Un colloquio con Paola Falciani, direttore responsabile de “La Voce” di Pozzolatico; un saluto al giardiniere dalla bianca chioma che sta lavorando nel giardinetto dove la statua di Padre Pio è benedicente.
Il nostro salire che si conclude all’Istituto Pro Juventute, don Carlo Gnocchi per un abbraccio a Maurizio Perugi.
Un incontro atteso dal mio cuore che Maurizio piacevolmente “colora” con gli acquerelli che la moglie presenterà a Maggio al Palazzo della Torre di Greve in Chianti; delle passeggiate alla scoperta di scorci pittoreschi, godendo della natura che prodiga si offre a chi la sa guardare.
Quella Antologia di Angela è un po’ anche di Maurizio. Un accenno a Turismo Notizie.
Dalla finestra completamente spalancata la luce inondante del sole e i colori degli alberi in fiore ci richiama alla gioia e al saluto festoso di Angela accompagnata da Firmino, Sara e Nadia, le margherite, la poesia scritta su azzurro per augurare a Maurizio di aprire una finestra su un cielo azzurro, sempre più azzurro la sosta del Maestro Bino Bini, artista e uomo eccezionale, ed il ritorno a Badia a Settimo, in attesa delle festa dedicata a don Carlo.
La telefonata della mia dolcissima “sorella di penna”, Luciana Damiani Serantoni in America.
La Badia affollatissima, la voce del Cardinale Silvano Piovanelli il tappeto azzurro che dalla chiesa conduce alla Tinaia, superbe composizioni di alloro, frutta e fiori, le margherite, fiori, ancora fiori, profumi delicatissimi, emozioni, sensazioni.il calore della gente, di tutto il popolo di Badia.
L’avventura della solenne investitura a Parroco di Badia a Settimo di don Carlo Maurizi è vissuta da me a metà tra l’ascoltare la sacra celebrazione e il correre nel Piazzale davanti alla Chiesa per prestare attenzione alle bimbe, Sara e Nadia infatti hanno ensato di unirsi infatti al folto gruppo di bimbi e bimbe che giocavano ai labirinti nel rande chiostro della Badia oggi aperto: Veronica, Mattia, Benedetta, Lorenzo, Giada, Elena, Andrea, una splendida foto; sotto l’arco in pietra, una piccola bimba in cappottino sta dando la mano ad un carabiniere che, lasciando da parte ogni austerità la introduce nel chiostro.
A metà tra il sacro e il profano tra il sogno e la realtà vivo questo momento sotto i grandi tigli che segnano i confini del piazzale di quella Badia i cui contorni stanno per sfumare nel tramonto inoltrato per poi esplodere di nuovo alle fiammelle di candele e di luci elettriche.
Gli spazi si ampliano: i segreti della Tinaia del Chiostro grande sul campanile ed ancora profumi questa volta di pastasciutta, di ogni ben di Dio, servito da mani cortesi.
Don Carlo, salutato festosamente dalla popolazione, dalle suore tutte accorse, Suor Gina, Suor Celestina, Suor Giannina .. la festa di luci, la musica stupenda che riempie lo spazio nascondendo un po’ le voci. Il Cardinale Piovanelli, seduto ad uno dei tavoli nel piccolo chiostro dietro la scuola materna S.Lorenzo è sorridente, ed amorevolmente risponde al saluto di tutti… Ogni gioia, divenuta stella, rischiara questa notte d’Aprile, in cui don Carlo è stato consacrato Parroco di Badia a Settimo e nel mio cuore si suggella la unione tra Pozzolatico e Badia a Settimo,mentre leggo “Gesti di misericordia spirituale”, un libro in cui don Gnocchi a chiare lettere, invita ad essere disposti a dare una mano ad aiutarci, perché le opere materiali e spirituali siano sempre legate insieme.
La cortesia di donVirgilio Pagliai, gli occhi di Maurizio Pertugi, il coraggio di Angela l’altruismo di Firmino che tanto aiuto dà all’Istituto don Orione dove opera anche l’impareggiabile don Arturo Filippini, i sorrisi dei bimbi, il Cardinale Silvano Piovanelli, don Carlo, la gente dell’Istituto don Carlo Gnocchi a Pozzolatico, il popolo di Badia, gli alberi e i fiori, il sole e il cielo, il vento e le fronde dei cipressi dei tigli e gli ulivi si erano uniti in una unica speranza d’amore per un mondo di pace.
Margherite, margherite, margherite
Vezzi vezzi vezzi
Vezzi di perle
distrattamente persi da Primavera
Carmelina Rotundo 29 Aprile 1995
Questo racconto ,apparso su “ La Voce di Pozzolatico” è testimonianza del “cambio di guardia” alla parrocchia fra don Furno e don Carlo a Badia a Settimo.


L’Abbazia di san Salvatore a settimo sarà oggetto di un articolo corredato da immagini a colori pubblicato su TURISMO NOTIZIE n.4, settembre 2001.


BADIE E CHIESE AL SETTIMO MIGLIO

Gli aerei che arrivano a Firenze sorvolano nell’ultimo tratto del volo una striscia di pianura compresa tra le colline a ponente della città e l’Arno. Dagli aerei si fa appena in tempo a vedere, sulle colline a meridione dell’Arno e della pianura, la villa seicentesca di Castel Pulci e verso levante il bel campanile di San Martino alla Palma, luogo di sosta per i pellegrini che venivano dalla Francia. Poi ben di rado può accadere che lo sguardo dei viaggiatori abbandoni la visione della cupola di Santa Maria del Fiore e si rivolga in basso, sotto i finestrini.
Su questo tratto di pianura convergono l’autostrada del Sole, la superstrada e la ferrovia che arrivano da Pisa. Fin dai primi tempi della civiltà toscana qua arrivavano le barche dal mare, navigando l’Arno, e qua un traghetto faceva trasbordare gli etruschi che da Volterra si incamminavano verso gli Appennini, verso Spina, il Po, le ancora lontane Alpi, il nord.
Di quel remotissimo passato troviamo commoventi resti, le ultime tracce della regolare e squadrata divisione del terreno disegnata dai Romani quando colonizzarono gli stagni e i pascoli. E quando fu fondata Firenze questo territorio che era al settimo miglio dalla città divenne luogo di sosta e di ristoro prima dell’ingresso in città.
L’Arno scorre rettilineo come un canale ma una volta era tortuoso e pieno di meandri, come nel 1503 lo disegnò Leonardo da Vinci nelle sue mappe oggi conservate a Windsor. Intorno la pianura appare come un variegato, a volte caotico, mosaico di inserimenti urbanistici modernissimi in mezzo agli ultimi orti e ai terreni ancora destinati a un’agricoltura intensiva. Pare una moderna parabola: dopo la fine del libero Comune di Firenze, i Medici vollero piegare anche il fiume ai loro voleri, studiarono le mappe e gli appunti di Leonardo, decisero di raddrizzare l’Arno e alzare l’Argin Grosso lungo la sponda diventata rettilinea, in una utopica perfezione da idea platonica e rigore aristotelico. Cominciarono a scomparire allora quelle aree umide che tanto erano utili per il clima di Firenze. Quando la ferrovia sostituì la navigazione fluviale gli uomini finirono per voltare le spalle all’Arno, oggi per molti tratti inaccessibile oltre la vegetazione disordinata e vecchie cave di sabbia.
I comuni di Scandicci, Lastra a Signa, Firenze, stanno elaborando piani per restituire dignità paesaggistica a questo territorio. C’è chi ha proposto perfino di istituire una linea di navigazione turistica nell’Arno. Nell’attesa è possibile proporre un percorso dedicato ai turisti che vogliano seguire l’itinerario degli insegnanti di Progetto Comenius, una inziativa per costruire l’Europa con la ricerca delle radici comuni della nostra cultura.
Punto di partenza è Lastra a Signa, sull’attuale strada nazionale Tosco Romagnola. Alle eleganti mura, iniziate nel 1377,si dice che abbia lavorato poco dopo il 1424 anche Filippo Brunelleschi. Accanto alla chiesa di Santa Maria alla Lastra ci sono le sette famose arcate dell’Ospedale di Sant’Antonio.
Si oltrepassano il torrente Vingone, il nascosto Palazzaccio e la villa dei Granatieri, dalle statuette in terracotta come pacifiche sentinelle, e si raggiunge la chiesa di San Colombano, ricordo di remoto passaggio di pellegrini.
Ormai il campanile della Badia a Settimo fa da guida tra le vie nei campi. Nell’anno 1068 alcune migliaia di fiorentini accorsero davanti alla Badia a Settimo ad assistere alla prova del fuoco che un monaco dell’allora nuova congregazione di Vallombrosa affrontò per chiedere maggior rigore di vita per gli ecclesiastici e i governanti e maggior libertà per i cittadini. E’ storico che il coraggioso monaco vinse la prova e dette nuovo vigore all’autonomia del Comune di Firenze. Si visitano la chiesa di san Salvatore e Lorenzo, i chiostri, il refettorio.
Un alto filare di cipressi indica un altro monumento da scoprire, la pieve di San Giuliano a Settimo. Fino a qualche tempo fa l’abside si specchiava in un canale che ha lasciato memoria nel nome della via di Porto. San Giuliano era il protettore dei battellieri che qua facevano ormeggio. L’abside e il campanile conservano lo stile romanico, la facciata ha la sobria eleganza del tardo rinascimento fiorentino del Seicento.
E’ vicina ormai l’ultima tappa da riscoprire, San Pietro a Sollicciano. Un documento medioevale, nota enigma per gli studiosi nella sua dubbiosa formulazione, attesta l’antichità della chiesa. Qua ci fermiamo, vicino alla confluenza della Greve nell’Arno. I resti di mulini sono i segni dell’antica vita sul fiume. Fino a mezzo secolo fa i ragazzi già a metà aprile si tuffavano in queste acque, come immagini di affreschi del Rinascimento.
Su questo territorio è in programmazione una mostra itinerante di nove artisti contemporanei, scultori, pittori, che per realizzare i loro dipinti nelle tecniche più varie, si sono ispirati ai testi in prosa, poesia e descrizioni di sensazioni ”Emozioni” vissute, in un intreccio tra privato e sociale interiore.


Nereo Liverani – Carmelina Rotundo

Nel numero del 3 giugno 2002 il Turismo Notizie pubblica l’articolo con splendide immagini a colori ed il dipinto realizzato sul filo di questo itinerario dall’artista Yvonne DiPalma.



Capitolo III

Progetti

STORIA DI UN PROGETTO D’INTERCULTURALITA’ E DI EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA’ PER LA PROMOZIONE DI UNA CITTADINANZA UNIVERSALE


Come, perché e dove è nata l’attività di tirocinio di studenti della Università Gonzaga diretta dal prof. Anthony Via nel 2° Circolo didattico di Scandicci, direttore didattico Federico Marucelli.

Per una scuola che sia al servizio della personalità in formazione.
Di Carmelina Rotundo.

Obiettivo:Coinvolgimento dcll’alunno nella sua globalità e di stimolazione dell’interesse attraverso l’insegnante di lingua straniera.
Organizzare un continuo e formativo rapporto con le istituzioni culturali che ci circondano è stato il segno concreto di una scelta strategica che ha orientato l’intero percorso didattico insegnamento-apprendimento per favorire a 360° e a tutti gli effetti l’inserimento delle lingue straniere nella scuola elementare fin dall’inizio della mia sperimentazione avviata nel 1981.
1981/82 Progetto ministeriale I.L.S.S.E delle classi seconde e conclusione nelle classi quinte.

1982-83/1983-84 Successivamente ho continuato l’insegnamento della lingua straniera fino all’anno 1988-89, prima con il distacco degli insegnamenti speciali, dopo ai sensi del 6° comma art. 144 della legge 27° del 20/05/1982.

1991 L’insegnamento della lingua straniera anche nelle classi seconde delle scuole Marconi e Olmo Pieve.

1998/99 – Sperimentazione nelle classi prime delle scuole Marconi e Pettini.
Occuparsi dell’inserimento della lingua straniera nelle scuole elementari è stato uno stile di vita, di lavoro imperniato sulla metologia di ricerca con un’attenzione particolare nei confronti di tutto ciò che ci circonda al fine di offrire un insegnamento che integri le competenze linguistiche, capacità di comunicazione e conoscenza delle culture diverse da noi che aiuti gli alunni, ogni alunno a crescere.
La ricerca metologica didattica si è accresciuta positivamente perché favorita dalla cooperazione degli altri insegnanti del 2° Circolo Didattico di Scandicci: Renza Crociani, Elena Nannicini, Rosetta Pappalardo, tutte insegnanti coinvolte nell’inserimento della lingua straniera nelle classi del 2° Circolo Didattico di Scandicci, progetti tutti favoriti dall’appoggio e dall’autorizzazione del Direttore Didattico Federico Marucelli, dal sostegno dei genitori degli allievi e dalla costruttiva collaborazione del direttore della Università Gonzaga, prof. Anthony Via.
Firenze è un microcosmo di attività culturali. Allo scopo di creare un rapporto con l’università, ho posto delle domande:
POTREBBE il mondo dell’Università mobilitare attenzione ed energie per considerare maggiormente le specifiche necessità dell’apprendimento della lingua straniera nella scuola elementare?
POTREBBE un’università diventare partner stabile per l’inserimento della lingua straniera nelle elementari e mettere a disposizione innovazioni e proposte?
Ho proposto questi quesiti al Direttore dell’Università Americana Gonzaga, di Firenze, prof. Anthony Via il quale ha individuato nel tirocinio di futuri insegnanti od operatori della scuola americana la risorsa da attivare per favorire il contatto tra Università e Scuola elementare.
Chi sono i tirocinanti? Studentesse che hanno scelto di frequentare in Italia un anno accademico con un curriculum di studi universitari miranti ad inserirle nel mondo della scuola negli U.S.A.
Realizzazione del progetto.
Osservazione e conoscenza della struttura della scuola elementare in Italia e dei loro curricoli.
Individuazione all’interno della programmazione curriculare annuale di unità didattiche da poter svolgere conl’insegnante specialista di lingue da attivare con gli alunni.
Realizzazione di materiale linguistico: dalle parole a frasi, dialoghi, canzoni, fumetti, scenette mimate, disegni, foto, video. I bambini ricordano meglio ciò che imparano quando durante il processo di apprendimento vengono attivati tutti i canali sensoriali ( T.P.R.) di Asher.
Interscambio tra alunni tirocinanti di lingua madre inglese e alunni che imparano la lingua inglese nelle classi della scuola elementare

Stimolo alla ricerca degli interessi.
Costituzione di una rete informativa: genitori degli alunni italiani e genitori dei tirocinanti.Coinvolgimento,questo, che ha portato spesso le famiglie dei tirocinanti a voler venire a visitare i figli e contemporaneamente conoscere gli allievi, dove essi svolgono le attività di tirocinio.

La professoressa di psicologia dell’Università Americana, Janet Burcalow, ha vissuto in prima persona l’esperienza di coinvolgimento delle lingue straniere nelle elementari,esperienze che poi ha consigliato a studenti del suo corso.
Nascita di iniziative dirette a sollecitare e sostenere l’nteresse e l’apprendimento delle lingue straniere (corrispondenza).
L’offerta ad entrambi (studenti ed alunni) di nuove occasioni di partecipazione ha contribuito a rendere più vicina una lingua straniera . l’italiana per gli americani e l’inglese per gli alunni italiani.
I tirocinanti hanno favorito il sorgere di un clima positivo, contribuendo a migliorare le competenze relazionali e aumentando e possibilità di confronto:valutazione dei buoni risultati e stimolo alla crescita di conoscenze linguistiche.

Aspetti educativi motivazionali.
Crescita di una nuova solidarietà tra le discipline (Progetto Natale, Progetto Cibo) nati ambedue e portati avanti con gli insegnanti di lingua italiana del Circolo.
La gioia di vedere trasformarsi semplici conoscenze in amicizie.
L’avvio di questo laboratorio di sperimentazione per il rinnovamento, nel rispetto della riforma dell’autonomia, non solo prevede l’autogestione della scuola in un rapporto più diretto e ricco tra le scuole e il territorio, tra scuola e famiglia, ma prevede anche la costruzione di percorsi formativi personalizzati.


UN PROGETTO DIDATTICO…UNA FAVOLA!

Un progetto didattico che si è rivelato una favola …perché quando entra di mezzo il cuore ciò che può venir fuori è solo favola.
Come? Quando? Perché? Da chi è partito questo progetto?
Nella scuola elementare “Aldo Pettini” di Olmo Pieve (2° Circolo Didattico di Scandicci –Dirigente Scolastico Federico Marucelli) gli insegnanti delle classi quarta A - B, Alfredo Biondi, Anna Serrani, Rosetta Pappalardo, Carmelina Rotundo e Maria Bufalo, hanno deciso di portare avanti, nel corrente anno scolastico 1997/98, un progetto didattico dedicato ai “sentimenti “.
Gli obiettivi sono stati quelli di stimolare i bambini ad esprimere “i moti dell’animo“, presentando ed analizzando brani di autori vari, noti e meno noti, che sono stati selezionati in base ai sentimenti di gioia, paura, amore, nel rispetto delle persone, delle cose e degli animali.
I brani scelti sono stati di Tombari, Arona, Moravia, Gomez, Cerdà, Evtuscenko, Collodi, Alice Sturiale, Carmelina Rotundo.
Un itinerario che ha condotto gli allievi a scrivere racconti emotivamente partecipati e che è culminato con la lettura di una fiaba scritta da Bruna Nardi De Concilio, una nonna di 84 anni, dedicata alla sua nipotina Giada .
La favola, letta personalmente dall’autrice nelle due classi con la partecipazione di Giada, s’intitola “La notte magica di un allegro Pierot”(vedi recensione sul n 1279 de L’Attenzione), suscita forti emozioni e sentimenti di tristezza e consapevolezza del tempo che scorre, ma anche e soprattutto di gioia e amore.


Carmelina Rotundo.
Pubblicato sulla rivista
“L’attenzione “

Si allega un elaborato di uno scolaro, particolarmente significativo, perché l’alunno che l’ha redatto e di madrelingua francese. Elaborato che si ispira alla lettura di “London London” (una dichiarazione d’amore a una città) .



PROGETTO SOCRATES

Spunti di riflessione di Carmelina Rotundo

Comunico ai cortesi colleghi, all’egregio Direttore, le domande che spontaneamente mi sono posta all’indomani dell’annuncio delle possibilità di partecipare, da parte della nostra scuola, ad un progetto Europeo
Crediamo nell’Europa unita?
Vogliamo credere nell’Europa unita?
Dobbiamo credere nell’Europa unita?
Interrogativi impegnativi, coinvolgenti a cui siamo chiamati a rispondere per un dovere di essere umani, di genitori, di persone che operano nella scuola nell’intento di contribuire al processo formativo dell’individuo.
Un individuo che si trova sempre più a confrontarsi: gli inserimenti di bambini stranieri sono in aumento, gli apporti culturali si moltiplicano facendo da specchio al bombardamento continuo, alle amplificazioni di notizie da ogni parte del globo terrestre; viviamo in una dimensione accelerata dove è nostro dovere trovare ed usare i mezzi per dare sicurezza, per recuperare nel rispetto delle varietà una unità.
Una unità che non è qualcosa di precostituito, di dato perdono, ma che va costruita tutta insieme attraverso la conoscenza, il confronto, lo scontro, il dialogo ed un modo per realizzare il dialogo passa anche attraverso progetti europei che stanziano fondi per mettere in condizione di effettuare scambi che non sono solo di idee, ma anche materiali.
Questo progetto di Paternariato, parola dal suono strano che nel suo significato primitivo mi richiama Partner ci offre la possibilità di poter aprire un dialogo con scuole di altri paesi, nel caso specifico attraverso diversi gradi, favorendo un incontro tra insegnanti di vari paesi. I quali parteciperanno ad un convegno sull’EURO e sulla comunicazione e saranno parte attiva; ognuno si farà portavoce del progetto della propria scuola.
In base agli interessi, i partner si sceglieranno e potranno continuare il dialogo attraverso le linee del progetto presentato e discusso.
Per la nostra scuola occorre un portavoce, un ambasciatore che presenti il progetto, può essere chiunque, l’importante che possa comunicare e comprendere in una lingua comune che in questo caso è l’inglese.
Il II° circolo didattico di Scandicci attua progetti di una certa portata; uno che mi sembra più adatto ad aprirsi verso una dimensione europea è quello sulla piana di Settimo che pone l’attività degli alunni in un contesto più ampio, chiamando in causa insegnanti, famiglie, il quartiere, il Comune, le Associazioni presenti nel territorio, quali gli Amici della Piana di Settimo, l’Associazione ”L’Invetriata”. Un progetto a 360 gradi che ben si coniuga con un’apertura europea.
Ho sempre sostenuto che non solo l’Università sia da considerare centro di ricerca, ma ogni ordine e grado di scuola e questa è una grande occasione per aiutarci e provare le nostre capacità. Quale dovrebbe essere la funzione dell’ambasciatore? Propositiva e coinvolgente, a tale scopo si auspica che egli possa portare: materiale riguardante la scuola - materiale del territorio.
Da questo punto di vista proporrei la stesura di una lettera circolare, da indirizzare all’Assessore alla Cultura, Claudio Raspollini, al quartiere, all’Associazione culturale “L’Invetriata” (Dr. Lorenzo Bertolani), all’Associazione Amici di Badia, al nostro parroco della Badia, don Carlo Maurizi e delle Pieve don Leopoldo, ai signori Sandro Fallani e Bruno Cappelli, all’Agenzia turistica.
Riguardo alla conoscenza del territorio, potrebbero essere di grande aiuto foto e disegni utili per allestire una mostra per la durata del convegno di due giorni.

Allegato programma della B.D.P
Proposta. Si potrà conoscerci e farci conoscere, attraverso la cooperazione dei nostri alunni.
Per lo scambio della corrispondenza che attuiamo nelle classi IV della scuola Aldo Pettini, grazie alla collaborazione di tutte le insegnanti di classe, Patrizia Mignolli, Lucia Papi, Daniela Pierini, Maria Bufalo, Laura Nuccitelli, abbiamo già realizzato dei disegni che sono stati inviati per permettere ai bambini della Westwood primary School di conoscerci.
I lavori che considero di un forte impatto emotivo sono stati presentati ai genitori prima di partire alla volta dell’Inghilterra. Questo tipo di lavori lo riproporrei per “presentare” il progetto della scuola. Conoscere la capacità creativa è qualcosa di coinvolgente, entusiasmante, efficace ed interessante.

Per i contatti con la B.D.P., l’insegnante ha svolto ore di lavoro documentabili attraverso attestati di presenza e partecipato, in vista del Convegno al Teacher training programme.
“L’Euro - Progetti economici e dimensione simbolica” dal 27 Novembre al 2 Dicembre.
Al Convegno sul Tirocinio, Università americane e italiane, rispettivamente due intere giornate.

Entusiasmo
Perché il mio entusiasmo?
Giunge Mercoledì 8 Novembre 2000 una telefonata alla scuola Aldo Pettini. Sono della B.D.P. del progetto Socrates e desidero parlare con l’insegnante d’inglese del plesso.
La telefonata è presa dall’insegnante Lucia Papi. Nella stessa giornata uno dei responsabili del progetto Socrates parla con me: io prendo la decisione di recarmi alla B.D.P. in via Michelangelo Buonarroti per conoscere di che si tratta.
Giorno 13 Novembre ore 8,45-11
Prima riunione B.D.P. in cui percepisco l’entusiasmo e la partecipazione a questi progetti del personale preposto. La Dott.ssa Ilaria Saturni mi spiega che si tratta di partecipare ad un primo seminario di contatto che si terrà dal 18 al 21 Gennaio in Finlandia (allego programma).
Mi viene subito in mente di portare il lavoro della Piana di Settimo, dato l’entusiasmo con cui tutte le insegnanti condividono e portano avanti il progetto.
Bocciatura del progetto considerato da alcune insegnanti ideale, da altre nebuloso.
Si consolida la necessità di avere altri dialoghi e nuovi incontri alla B.D.P. per chiarificazioni.
Incontro con il Direttore Didattico Federico Marucelli presso la scuola elementare G: Marconi il 18 Novembre.
20 Novembre nuovo incontro alla B.D.P. colloquio ore 10,30-12,00
5 Dicembre B.D.P. colloquio ore 11-12,15.
Partecipazione al Corso di Aggiornamento con altri insegnanti del Circolo, Renza Crociati e Laura Zingoni, “Dalla comunicazione alla conoscenza” per otto ore il 25 Novembre 2000, organizzato dal Diesse, centro per la formazione e l’aggiornamento didattico ed innovazione scolastica.
In precedenza avevo partecipato al Seminario “La formazione degli insegnanti” tra Università degli Studi di Firenze per sei ore.
Dato che il tema dell’EURO sarà oggetto del Seminario di contatto partecipo al Seminario Teacher training Programme “L’EURO, aspetti economici e dimensione simbolica” (27 Novembre-2 Dicembre) per 27 ore.
Va concretizzandosi sempre più la convinzione che tra il Progetto ideale dell’Europa Unita e la nostra quotidianità, il nostro stare a scuola, essere insegnanti dei futuri cittadini d’Europa, le nostre difficoltà, le nostre paure; tra i due estremi devono essere strade da percorrere ed una di queste strade mi si chiarifica come PROGETTO SOCRATES per l’aiuto materiale le possibilità che esso offre, prima di tutto l’incontro e il dialogo tra insegnanti di diversi Paesi europei.
Un altro elemento si aggiunge e cioè che nel 1981 ho iniziato con questo circolo didattico (40 città pilote in Italia) la sperimentazione dell’insegnamento della lingua straniera (inglese) nella scuola elementare. Allora l’adesione degli insegnanti fu totale tanto che si rese necessario un sorteggio.
Ebbi la fortuna di lavorare per quattro anni con l’insegnante Anna Maria Giorgi Scarselli con la quale abbiamo vissuto una delle esperienze didattiche ed umane più coinvolgenti della mia vita scolastica. Una conferma? Esperienze didattiche realizzate con quella classe sono state pubblicate a più riprese su riviste quali “Frontiera 2000” (con dibattito settimanale) sulla rivista “Lend” e su “Scuola e lingua moderna” (mun.8 Ottobre 2000).


CHRISTMAS PROJECT

Nella convinzione che un’immagine agisce sulla nostra mente e sul nostro cuore più delle parole e vi rimane più a lungo costruiamo materiale: un albero di Natale a dodici stelle. “Stella“ perché ha luce e irradia luce e calore.
Richieste: al fine di allestire lo stand di presentazione del II Circolo di Scandicci richiedo in occasione del Collegio del 13-12-2000, materiale documentario, al Direttore Didattico, agli insegnanti, all’Assessore alla Pubblica Istruzione, ai rappresentanti del quartiere, agli Amici della Piana di Settimo.
Dono in copia originale del diario inedito dei miei dieci anni di vita nei luoghi e con le persone della Piana di Settimo.
Continuazione del progetto di gemellaggio con l’Università Americana GONZAGA ed altre e richiesta di un’assistente lingua madre seguendo il Progetto Socrates (AZIONE LINGUA).

Il progetto in dettaglio fa parte della rassegna Stampa in fotocopie insieme al progetto di un gioco-gara sulle varie festività collegate ai paesi inglesi: Gran Bretagna, America, Australia.
Questa holiday guess movement game grazie al concorso promosso dal mensile Okay! giornale nazionale rivolto alle scuole elementari e da Lunae Viaggi ci ha permesso di vincere con la classe un viaggio premio in Lunigiana.
“Supergame” per supercampioni.
Gli alunni della scuola pettini hanno inventato un nuovo gioco. Premiati con questo ciaggio, l’articolo è stato scritto da Michela Lanza e pubblicato su Metropoli.


LA COMPRENSIONE

Conoscenza
Interesse
Motivazione

Di Carmelina Rotundo

La comprensione e la partecipazione ad un progetto è condizione determinante per la vitalità del progetto stesso.
In particolare il punto di forza del progetto stesso (secondo me) è nel bisogno di contribuire a realizzare la trasmissione di conoscenza di valori.
Da questo bisogno profondo è derivato il mio entusiasmo e l’impegno verso questo progetto di partenariato europeo che si è manifestato cercando di inserirmi in un lavoro già in fase di realizzazione che concretamente si sta portando avanti.
Proposte:
1- approfondire/tradurre il progetto nella Piana di Settimo
2- la Pieve che si vede quotidianamente dalle nostre finestre
Vedendola attraverso i suoi quattro punti “cardinali” immersa nelle quattro stagioni.
Essa infatti cambia “fisicamente” luce e colore ed emotivamente la percezione dei colori può essere oggetto di una più attenta osservazione ed analisi per rendere più vicina questa realtà storico-ambientale-culturale ed umana. Rendere quotidiane le tradizioni.
A Holiday guess movement game
3- Christmas project
Alla ricerca di un equilibrio tra globalizzazione e identità con l’impegno di percorrere questo cammino con gli alunni: testimonianze di una propria identità e dall’altra testimonianze di futuri cittadini europei, aperti al dialogo e al confronto, se necessario allo scontro, quello costruttivo che porta dietro il NO le motivazioni e le ragioni di essere.
Ripercorrere la nostra realtà in un particolare momento dell’anno: Christmas.
Ripercorrere il nostro significato ed il significato del Natale, per aprirci al confronto con altre realtà umane, personali, familiari, sociali, culturali, politiche, religiose tenendo fede (nell’edificazione del progetto Christmas) della qualità della realtà umana e naturale del paese d’origine nel rispetto della conoscenza di altre.
L’Europa parla Natale (Christmas). I tipici Natali incontrano altri Natali (intendendo per “tipico”il Natale vissuto dall’alunno in famiglia, a scuola, nell’ambiente circostante in un dialogo aperto e con sintonia).
I nostri Natali patrimonio unico.
Portando in superficie le cose più tipiche quotidiane e le grandi tradizioni della nostra Terra (Benozzo Bozzoli, autore della Cappella dei Magi a Palazzo Medici a Firenze, è nato nella Piana di Settimo).
Protagonisti del progetto gli alunni che rappresentano la “stella” da cui si irradia la ricerca e l’indagine.
Stimolazione dell’interesse intorno al progetto attraverso riunioni con i genitori, i nonni coinvolgendoli attivamente per farci conoscere le differenze di Natali attuali e passati per realizzare una vetrina di informazioni dove alunni e genitori possano “esporre” e far conoscere i “segreti” di una festa le più sentite e partecipate del mondo.
Uno strumento efficace per realizzare questa “vetrina” sono le interviste attraverso un percorso didattico.

I Fase di preparazione del “compito” con
1- La discussione in classe del tema di indagine (alunni, genitori, nonni)
2- Formulazione sul tema di domande e la loro trascrizione
3- Individuazione degli strumenti e delle condizioni organizzative
4- La preparazione anche con attività di simulazione in classe all’incontro ed alla interazione con altri alunni (genitori, parenti, amici, Amministrazioni Pubbliche, gruppi di volontariato)
Strumenti:
Schede da preparare con le domande, registratore blocchi per le trascrizioni

II Fase
Realizzazione del compito con interviste

III Fase
Prodotti i processi le valutazioni
1- Stesura e discussione delle interviste
2- Illustrazione dei momenti dell’esperienza con disegni
3- Il confronto tra le conoscenze precedenti degli alunni e le risposte ottenute con quelle di altri Paesi
4- La discussione dei vari aspetti e momenti dell’attività e del loro livello di riuscita e di
gradimento
5- Eventuali modifiche

Dal confronto e dalla discussione in classe emergeranno i significati del Natale personale, in famiglia, con gli altri nell’ambiente circostante, con gli altri di altre culture e lingue.
Osservazioni valutative:
tutti noi potremo utilizzare anche la lingua inglese come elemento di comunicazione ed attuare scambi di grande valore nella semplicità.
Il dialogo ed il confronto porteranno alla realizzazione di un libro o di un video.


L’UNITA’ EUROPEA CHE PASSA ATTRAVERSO LA MENTE E I CUORI.

Nel Gennaio 2001 i maestri (in media due in rappresentanza di ogni paese europeo) si incontrano ad Helsinki alla N.B.E, (National Board of Education, direttore Nina Rekola) in nome del progetto scolastico Comenius e grazie alle agenzie nazionali per l’Italia I.N.D.I.R.E. (Istituto Nazionale di documentazione per l’innovazione e la ricerca educativa, direttore dott.Giovanni Biondi) in rappresentanza dell’Istituto è presente ad Helsinki la dottoressa Ilaria Saturni per valutare la possibilità di far parte di un partenarianato di lavorare su un progetto comune con gli alunni delle diverse scuole elementari.
Tra il 19-21 Gennaio 2001 in Finlandia (presenti 35 maestri) si costituiscono diversi gruppi di lavoro fra cui questo di cui fa parte il II° circolo didattico di Scandicci dirigente Federico Marucelli, scuole Marconi ed Aldo Pettini, l’insegnante Carmelina Rotundo (presente ad Helsinki) si uniscono le scuole del Belgio, Lovendegem Vinderhoute dirigente Danny Raemdonck, della Finlandia, scuola Harkalan (Otalampi) insegnante Kirsi Laihonen, della Spagna (ColegioPublico San Lorenzo Ezcaray ( La Roja) insegnante Nelia Fernando Ibanez.
Per l’anno scolastico 2001-2002 le insegnanti della scuola Marconi portano avanti insieme alle altre il progetto scolastico dal titolo “e are EURO KIDS different but equal” .
Nel progredire del progetto sono previsti incontri fra cui questo in Italia nella Piana di Settimo ed a Firenze, città molto amata dal Gruppo che arriva costituito dal dirigente e dall’assessore alla Pubblica Istruzione del Belgio dal dirigente e dall’insegnante della scuola finlandese, dal dirigente e dall’insegnante della scuola spagnola. Dal 30 Gennaio al 3 Febbraio 3002 allego il programma nella speranza che possiate intervenire.
31 Gennaio, visita alla scuola Marconi.incontro con il dirigente Federico Marucelli e con le dodici insegnanti e gli alunni delle due classi III e due classi IV attive nel progetto Comenius. E’ previsto l’intervento dell’assessore alla Pubblica Istruzione, prof.Claudio Raspollini
1° Febbraio visita alla Scuola Aldo Pettini (Olmo Pieve)
ore 13 : Pranzo
ore 15 “ Tea Party “ con la partecipazione di una classe V° elementare e di alcuni genitori; saranno donate le copie del libro Dondola, dondola, cavallino a cura dell’Associazione L’Invetriata, presidente dottor Lorenzo Bertolani.
ore 17 visita guidata all’Abbazia di Settimo, a cura degli Amici della Badia di Settimo, Luciano Graziani.
ore l9, incontro al Museo Paleontologico c/o ex Scuola Benozzo Bozzoli (di fronte all’antica Abbazia) in Piazza Vittorio Veneto 1, a cura del gruppo AVIS mineralogia, paleontologia Scandicci Scienze della terra, presidente Marcello Cei, vicepresidente Valerio Paletti.
2 Febbraio. Per gentile interessamento del Presidente dell’Opera del Duomo, dottoressa Anna Mitrano e dell’Ufficio Tecnico diretto dal dottor Osticresi visita alla Cattedrale, suo Museo e Battistero.
Pomeriggio a Santa Croce: Basilica, Museo dell’Opera e Museo di Pietro Parigi; visita allo studio artistico di Yvonne DiPalma.
Escursione a Vincigliata: per visitare uno dei maggiori capolavori dell’arte contemporanea opera di Amalia Ciardi Duprè. Per maggiori chiarimenti
Telefono della scuola Marconi 055752094 Fax 055753397
Telefono della scuola Aldo Pettini 055721310. Tutti i giorni ore 13,30 - 16.00
Insegnante di, inglese, Carmelina Rotundo
Articoli su questo, progetto Comenius sono stati già pubblicati sulle riviste:
“Turismo Notizie” – Maurizio Perugi
“ Chianti News” Nadia Fondelli
“ D.E.A”, didattica espressione ambiente Silvana Grippi
“ D.N.A.” Dimensioni natura ambiente – Carmelina Rotundo
“ San Sebastiano “ Maurizio Naldini
“ OKAY ! ” Roberto Alborghetti
“ New Auxology “Ivan Nicoletti
Hanno dato la loro disponibilità ad intervenire il prof. Ivan Nicoletti,
la dottoressa Ambra Ceccarelli dell’Istituto Sassetti,
dott. Sandro Bonechi della Biblioteca civica Martini di Scandicci,
la dott.ssa Cecilia Romani in rappresentanza dell’Università di Firenze,
con lo studente tirocinante Emiliano per l’occasione la Sezione COOP,
di Firenze ha offerto tre serie di undici calendari ciascuno “ Toscani da sempre”
riproducenti cartoline d’epoca. Gli uffici di informazione turistica hanno
offerto Posters e materiale turistico e cataloghi. L’artista Patrizia Della Valle i suoi
cataloghi e così Manuela Minacci.
A cura di Carmelina Rotundo.



DIARIO DI UN INCONTRO...PER LA VOGLIA DI VIVERE IN UN CAMPO DI STELLE

L’ UNITA’ EUROPEA CHE PASSA ATTRAVERSO LE MENTI E I CUORI

COSE VISSUTE DA UNA CITTADINA DEL MONDO

(PER UN PICCOLO CONTRIBUTO ALL’ UNITA’ EUROPEA)

CENNI STORICI
Tutto era cominciato “per colpa” di un viaggio ad Helsinki a cui partecipano per l’ Italia: in rappresentanza dell’ I.N.D.I.R.E. (Istituto Nazionale di documentazione per l’ innovazione e la ricerca educativa, agenzia nazionale Socrates, direttore Giovanni Biondi) la straordinaria dott.ssa Ilaria Saturni; in rappresentanza del 2^ Circolo Didattico Stoccolma di Cagliari la dott.ssa Liliana del Zompo ed in rappresentanza del 2^ Circolo Didattico di Scandicci io, Carmelina Rotundo...
...durante uno straordinario inverno nordico, quando confusi dalla mitezza del clima, gli uccelli erano ritornati già in Finlandia.
Seguendo il volo libero di quelle ali anche noi maestri europei (35 per l’ esattezza) ci eravamo riuniti per conoscersi, per presentare le nostre realtà scolastiche con l’ intento ed il desiderio di lavorare insieme ai nostri alunni su un progetto comune.
Tutti ed ognuno, profondamente convinti che l’Unità Europea deve passare, per essere sentita, attraverso le menti e i cuori.
Intorno al progetto, a cui diamo il titolo “WE ARE EURO KIDS, DIFFERENT BUT EQUAL” ci riuniamo quattro paesi: Belgio(a cui affidiamo l’ incarico di paese coordinatore), Finlandia, Spagna ed Italia; Danny con Kirsi, Nelia con Carmelina.

ATTUAZIONE PRATICA DEL PROGETTO
Da quei 18-19-20-21 di gennaio 2001 al 30 gennaio 2002 i mesi non passano invano.
Le classi terza A (18 alunni), terza B (20 alunni), quarta A (20 alunni) e quarta B (24 alunni) della scuola Guglielmo Marconi, via Verdi 11, 2^ circolo didattico di Scandicci con al timone le maestre Claudia Cinciripini, Anita Galati, Paola Masti, M.Grazia Pratelli, Laura Barducci, Lina Rossi, Lucia Tarocchi, Paola Galli, Elena Nannicini, Laura Zingoni, Loredana Gianpaoli, Maria Bufalo, si scambiano.
UNITA’ DIDATTICHE
Con gli altri tre paesi impegnati nel progetto Comenius vengono scambiate le carte d’identità che sono messe insieme in un CD dal tirocinante del 4^ anno Emilianio Mazzetti dell’università di Scienze della formazione di Firenze, seguito dall’impareggiabile tutor Cecilia Romani, perchè ogni alunno, presentandosi, possa aprire il dialogo.
A queste singole carte d’identità segue la presentazione delle famiglie e del video realizzati allo scopo di far conoscere la propria scuola nelle diverse sfaccettature: persone, luoghi, attività, desideri.
Un lavoro “a specchio” questo che vede singolarmente e tutte insieme le quattro scuole realizzare cartelloni al fine di scoprire differenze e sominglianze, contribuendo così a far germogliare e con la speranza di far fiorire nell’anima dei bimbi, una coscienza dell’ Unità europea che prenda la sua vitalità dalla gioia di stare insieme per favorire il dialogo nel rispetto di noi stessi, degli altri, delle cose e dell’ ambiente che ci circonda.

LA GIOIA DI VIVERE L’ EURO
Proprio in questi mesi con gli alunni delle quattro scuole europee è iniziata una nuova fase del progetto mirante a far conoscere l’ euro, moneta che accomuna dal 1° Gennaio 2002 quindici paesi europei per un totale di popolazione di 318 milioni e 20 mila abitanti.
Un momento della storia unico e irripetibile... noi stiamo vivendo la straordinaria avventura dell’Unità moneteria europea che ci invita a partecipare tutti uniti anche se diversi!

L’ INCONTRO
All’aereoporto Amerigo Vespucci a Peretola l’ accoglienza alle delegazioni europee è affidata a due adulti e due bambine: Paola Galli con me e le piccole Sara e Nadia, una allieva e l’ altra ex allieva della scuola Marconi; li accompagnamo ai rispettivi Hotels (ad onore della cronaca) Hotel Machiavelli in via Nazionale ed Hotel Gioia in via Cavour per poi offrire loro il primo tuffo nell’ Italianità e nella Unità Europea.
Il gruppo Finlandese, composto dal dirigente Ville Kiuru e dall’ insegnante Kirsi Laihonen, insieme al dirigente Belga Danny Raemedonck viene “quasi catapultato” da noi nella sala convegni della Cassa di Risparmio di Firenze (via Folco Portinari 5) perchè è lì che si conclude il 5° concorso internazionale di canto promosso dall’ Istituto Europeo (per la diffusione delle lingue e della cultura italiana) con lo spettacolo “amor difforme” (studio su rigoletto) musica di Giuseppe Verdi concertazione e direzione S.ORI progetto Regia R. Tommasi.
LE SCUOLE
E’ il dirigenle del 2^ circolo didattico di Scandicci Federico Marucelli a pilotare nell’ itinerario che da Firenze Fortezza da Basso (davanti a Fontani) a Bellosguardo ci condurrà a Scandicci alla scuola Guglielmo Marconi che guarda caso, si trova proprio in via Verdi 11.
Il benvenuto preparato dalle 11 insegnanti e dai 100 alunni delle classi impegnate nel progetto della scuola Marconi (guarda caso conosciuta da tutti come “la” Verdi) è gioioso, accompagnato da addobbi che abbelliscono l’ambiente: i corridoi, le classi particolarmente “allegre” perchè come in Europa si sa, qui da noi per tutta la penisola ferve il carnevale festoso, allegro, reso ancor più colorato alla Marconi da festoni realizzati con bandierine dai colori d’Europa e dai saluti in spagnolo (HOLA), in fiammingo (HEIPPA MOIKKA) in finlandese (HEI MOI!).
Una puntatina in segreteria dove ad accoglierci ci sono i sorrisi e la gentilezza di Rita, Rossana, Lucia, Silvana, Luigi e Stefania.
Nell’ atrio del piano superiore le maestre delle quattro classi con l’ insegnante d’ inglese Elena Nannicini hanno preparato allegre canzoncine di benvenuto.
I colleghi EUROPEI del Belgio ci presentano e ci regalano gli euro con l’effige del re insieme alla bella borsa rossa ed alla maglietta gialla con il simbolo della Gemeente school e dalla Finlandia non può mancare il dono di un libro su Santa Claus che vive proprio vicino alla Harkalan Koulu da cui provengono sia Kirsi che Ville, i quali hanno portato anche dolcetti per tutti.
Le insegnanti italiane Rossi e Tarocchi illustrano alle delegazioni Belga e Finlandese (gli spagnoli giungeranno il pomeriggio) i cartelloni realizzati per evidenziare quelle somiglianze e quelle differenze che durante il lavoro coi bambini hanno reso più vicini agli occhi e al cuore sia i Belgi che i Finlandesi che gli Spagnoli.
CONOSCERSI PER AMARSI!!
Il pranzo è rallegrato da fiori che profumano la tavola, dalla cortesia della Dina della Marconi, l’impareggiabile Dina, mentre il pomeriggio è tutto dedicato al dialogo con gli allievi delle classi impegnate a portare avanti il progetto “We are Euro kids different but equal” per poi “tuffarsi” con Paola e Laura nel Piazzale Michelangelo, andare a S. Miniato da dove, ai nostri graditi ospiti, è offerta Firenze by night!!
VENERDI’ visita veloce alla redazione del settimanale “Toscana Oggi” dove ci sono ad aspettarci Claudio Turrini e Riccardo Bigi.
E’ ancora il dirigente Federico Marucelli con l’ insegnante Lucia Tarucchi a venirci a prendere alla Fortezza da Basso per condurre le tre delegazioni al completo (è giunta in effetti la spagnola composta dal dirigente Santiago Pena, l’insegnante Nelia Hernando Ibanez e Andrès Palacios) alla scuola G. Marconi per un saluto festoso a tutti in segreteria, nelle classi agli alunni, ai docenti e al personale che a diversi livelli opera nella scuola.
Ad accogliere le tre delegazioni europee oggi c’è anche, in rappresentanza dell’ università di Firenze, facoltà di Scienze della Formazione, la prof.ssa Cecilia Romani.

FAVORIRE LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO
E’ proprio in vista della successiva fase del progetto Comenius, che prevede la realizzazione di un CD che raccolga informazioni ed immagini del territorio che con le insegnanti della Marconi abbiamo insieme concordato un PROGRAMMA che prevede, in tarda mattinata, la visita alla Pieve di San Giuliano a Settimo guidata da uno dei più grandi storici delle pievi, il giornalista Nereo Liverani che ci conduce per millenni; dall’età Etrusca, Romana, Longobarda, all’11° secolo fino al 21° secolo, ai giorni nostri, quando nel Gennaio 2002 sono iniziati i lavori di restauro.
...”Qui alla Pieve la Pasqua viene due volte...”
E’ proprio vero, alla Domenica della Resurrezione segue l’ altra con la celebrazione della “Madonna dei Fiori”, una festa particolarmente sentita dalla popolazione che contribuisce a raccogliere i fiori per gli addobbi della chiesa e del carro su cui viene portata in processione l’immagine qui venerata, una Madonna che tiene in braccio il figlioletto ritratto in un atteggiamento molto umano: mentre tiene in bocca il ditino. La tavoletta di marmo venne dipinta nell’ 800, fu ritrovata da un contadino in un campo e portata nella Pieve.
Quanti segreti scopriamo guidati dalla voce di Nereo ed a rendere più bella la compagnia, a Cecilia Romani si sono aggiunti Gemma Scalise e Lucia Rossello, studentesse di scienze politiche che sono state allieve alla “Verdi”, il giornalista del Corriere di Firenze, il simpaticissimo Stefano, inviato dall’ impareggiabile direttore del corriere, il grande Mauro Avellini ed a immortalare l’evento il cameramen Annalisa Tiribilli in rappresentanza dei genitori.
L’intermezzo della passeggiata sul calesse attaccato al cavallo Pierino e guidato da Vittorio Susini porta Nelia per la piana di Settimo.
Entrati nella scuola Aldo Pettini c’intratteniamo nella hall intitolata a Benozzo Gozzoli, gloria della piana di settimo e autore fra l’altro degli affreschi delle cappelle dei Magi in palazzo Medici Riccardi a Firenze.
Nell’aula d’ inglese vengono donati i disegni realizzati appositamente per i colleghi europei dagli allievi della Pettini, disegni che “parlano” del territorio che ci circonda e degli usi e tradizioni italiane.
C’è un disegno con un bello scorcio della Pieve di S. Giuliano a Settimo, uno del giardino della scuola, come si vedono dalla finestra della Pettini, realizzati dagli allievi delle classi 4°A e 4°B, altri disegni della Badia di Settimo e tra i tanti non poteva mancare una bella pizza dipinta...disegni questi realizzati dalle classi quinte.
Intanto si è aggiunta alla compagnia Sarah Burgess in rappresentanza dell’università americana Gonzaga (con le università americane c’è infatti una lunga storia che nasce nel 1981 con la Gonzaga University, dall’ anno 2000 anche con la Midbury College che vede studentesse impegnate in attività di tirocinio) e Donatella Lenci e Lorena Lorini, rispettivamente responsabili per il comune e per la ditta privata dei pasti, circa 3000 che vengono serviti ogni giorno nel comune di Scandicci alle scuole materne, elementari e medie.
Una breve intervista ai rispettivi insegnanti ci svela che la Finlandia è l’ unico paese d’Europa dove il pranzo è a pagamento per gli insegnanti e gratuita per i bambini.
Kirsi precisa anche che c’è solo un “main course” (piatto unico).
Nelia ci spiega che fanno un ottimo pranzo a scuola perchè i pasti vengono giornalmante preparati dal cuoco, il quale cura molto i pranzi serviti nel collegio pubblico San Lorenzo che ospita solo 53 allievi e 10 insegnanti.
Anche nella scuola di Danny c’è la cucina dove vengono preparati i pasti di ogni giorno per i bambini sia del kinderngarden che della scuola elementare che frequentano la Gemeente school.
Da Kirsi invece i pasti arrivano a scuola già pronti e vengono solo riscaldati.
Tutti insieme ci dirigiamo verso la dining hall sulle cui pareti spiccano le bandierine d’ europa e due bei cartelloni di Benvenuto dipinti con amore dagli alunni, col testo: “WELCOME! EUROPEAN FRIENDS TO FLORENCE. I HOPE THIS WILL BE A WANDERFUL EXPERIENCE”.
“DEDICATED WITH LOVE TO YOU...
FROM A TALE OF MY JOURNEY TO FINLAND
A GIFT AN EXPERIENCE OF A LIFETIME AND MORE THEN A DREAM
WITH ALL MY HEART
CARMELINA!!”

PERCHE’ SIAMO NOI CHE POSSIAMO RENDERE UN FATTO QUOTIDIANO UN EVENTO.
Il pranzo è davvero eccezionale per compagnia e per portate.
Ai rappresentanti europei si sono uniti il dirigente Federico Marucelli, Cecilia Romani, Sarah Burgess, Valeria Dessollini e la delegazione dell’ Assessorato alla Pubblica Istruzione di Scandicci, Giorgia Contemori, Daniela Bonechi e l’ Assessore Claudio Raspollini.
L’apertura è data dal taglio del Dirigente Marucelli alla gigantesca pizza a forma di cuore realizzata da Sayed che porta incastonata una frase di benvenuto in Italia; tutti nell’ italianità riuniti con in “bocca” quel sapore delle cose fatte con amore; passiamo a gustare tortellini, saltinbocca alla romana con contorni di piselli ed insalata e, per finire, una splendida torta mille foglie decorata da rose rosse con spumante dolce e secco donati, per l’occasione, dal Marucelli.
CHE GIOIA!! Questo sentirsi uniti intorno allo stesso tavolo ed è l’ assessore a regalare ai maestri della delegazione splendidi volumi,”Vivere a Scandicci” ricchi di notizie ed immagini del nostro territorio.

L’ INVETRIATA, PER DONDOLA DONDOLA CAVALLINO
E’ con gioia che presento alle delegazioni i miei alunni di quinta che hanno partecipato solo perchè trascinati dal mio entusiasmo, soprattutto, perchè a loro ho narrato ogni cosa, dal viaggio, all’ incontro, al progetto.
Sono loro infatti i testimoni di questa avventura straordinaria che ho giudicato più grande di me... ed è il presidente dell’Associazione Culturale l’ Invetriata Lorenzo Bertolani a portare in dono, fresco di stampa, l’ antologia “Dondola dondola Cavallino”, un libro nato tra la gente di Badia e diretto ai bambini del mondo.
Lorenzo, che rivela il suo perfetto inglese, con il cuore legge alcune pagine; bambini e adulti siamo tutti visibilmente commossi, “la poesia quando viene dal cuore” arriva direttamente ai cuori.
Insieme lanciamo da questa classe l’augurio a la speranza che nello spirito del dono, l’antologia possa essere tradotta in altre lingue.
Uno sguardo alle tre favolose copertine realizzate dal pittore curdo Fuad Aziz che ci raccontano di sogni su cavallini a dondolo e di voli liberi di aquiloni...
Una sosta nelle classi presenti nel pomeriggio alla Pettini per un caloroso saluto alle insegnanti (nella fretta mi dimentico di entrare in una classe, un peccato che compio involontariamrnte e del quale chiedo scusa).Gli alunni ci accolgono con frasi di benvenuto e canzoncine.
TEA PARTY
E’ la generosità e disponibilità dei genitori delle classi quinte a rendere questo tea party un evento!
Mariella Bertolani, Cinzia Chiodi, Caterina Bufalo e Monica Beni sono eccezionali per il gusto del “tea”, per i dolcetti a stelle offerti mentre Annalisa generosamente riprende i bambini impegnati in un’ intervista agli ospiti europei.
Sappiamo così che hanno figli piccoli (ad eccezione di Santiago) che amano la pizza, gli spaghetti, lasagne, e la nutella è graditissima... in Spagna il piatto tipico è la paella, in Belgio le patatine fritte e in Finlandia la carne di renne.
I miei alunni sono felici lo sento, qualcuno a voce alta si lascia andare ad espressioni di gioia, di gradimento per il tea e per la compagnia davvero eccezionale.

A BADIA A SETTIMO NEI SEGRETI DELL’ ABBAZIA DI S. LORENZO E GIULIANO A SETTIMO
Seconda tappa “d’obbligo” nel programma di conoscenza del territorio, la Badia a Settimo, Maestosa e indimenticabile i cui segreti vengono svelati da una guida davvero eccezionale, Luciano Graziani, che questa volta supera se stesso e per ben un ora e mezzo ci conduce a scoprire ora la tomba del poeta Dino Campana, ora l’altare in pietre dure del Tacca (il quale ha realizzato la fontana nella piazza SS. Annunziata), al volo di angeli in terracotta bianco e celeste dietro l’altare in alto, manufattura dei della Robbia.
Nella sacrestia l’ammirazione per le tavole di scuola del Ghirlandaio è davvero intensa.
E’ con la luce che volge alla sera che entriamo nel piccolo chiostro dei Melaranci, nell’antico refettorio dell’abate nelle scuderie, intorno al campanile, rifatto com’era e dov’era dopo che i tedeschi lo abbatterono.
Un momento importante questo che ci unisce ancor di più, le radici della Piana di Settimo sono qui!
Al museo Paleontologico, che ha sede nella ex scuola elementare Benozzo Gozzoli, l’accoglienza da parte dei “padroni di casa”, il gruppo AVIS paleontologia, mineralogia di Scandicci (scienze della terra), è spontaneo, calorosissimo. Sono davvero fantastici!
Valerio Paoletti è la guida perfetta nel percorso che ci conduce per le vetrinette dove sono esposti i minerali, alcuni di pirite vengono dalla terra de espana dalla Roja, zona che Valerio definisce tra i più bei luoghi del mondo.
Santiago, il dirigente del Collegio Pubblico San Lorenzo, è davvero “incredibile”, sempre interessato e cortese, simpaticissimo insieme ad Andres e Nelia.
Danny ci rivela il suo grande amore per l’archeologia e Kirsi e Ville seguono con particolare interesse le vetrinette dove sono esposti reperti di animali e fossili.
Intanto sono giunte le colleghe italiane del Comenius, il dirigente Marucelli; in rappresentanza dell’ I.N.D.I.R.E. la dott.ssa Ilaria Saturni con il marito, il bravo Alessandro; in rappresentanza degli amici della Badia la nostra eccezionale guida Luciano Graziani; della biblioteca civica di Scandicci Martini il dott.re Sandro Bonechi con la moglie; Stefania Ciabatti in rappresentanza dello stuff della segreteria del secondo circolo Scandicci; Sandro Cappelli per il quartiere.
Mentre ammiriamo bellezze di mondi di minerali al microscopio si dà l’avvio alla cena.
COME LA CORTESIA PUO’ RENDERE MAGICA UNA CENA
Il grande tavolo è d’azzurro rivestito e abbellito di fiocchi azzurri e gialli, è il più bello che si potesse preparare.
MENU’
Iniziamo con il Comenius cocktail, crostini toscani, pizzette, ribollita, due primi: penne al pesto della Liguria e orecchiette con capperi, olive e prezzemolo, della Puglia.
Schiacciata all’olio, pane e affettati misti.
Bresaola rucola e parmigiano, fagioli, tonno e cipolle, sformati di cavolfiore e spinaci, carciofi olio crudo e limone, bocconcini di pecorino con miele.
DESSERT
Cantuccini di Prato con vinsanto, schiacciata alla fiorentina, torta all’ananas, torta della nonna, panna cotta, cenci, castagnaccio, vini birra e spumanti.
TUTTO E’ COSI’ MAGICO!!
LA CONSEGNA DEI DONI
I doni in argento comprati alla gioielleria Romano Balatri della centralissima via Cerretani vicino al Duomo vogliono ricordare Firenze, così abbiamo scelto il Giglio per gli uomini e dei girocolli con attaccati, ad uno il David ed all’altro il Ponte Vecchio, per le donne.
Le riprese di Annalisa, le foto ricordo nella sala di esposizione del museo, siamo felici insieme!!
SIAMO NATI PER VIVERE GLI UNI CON GLI ALTRI.
E il piccolo presepe portato da Danny è una testimonianza della nostra voglia di VIVERE IN UN CAMPO DI STELLE.
I bambini dell’ asilo e della scuola elementare belga hanno realizzato piccoli personaggi in pasta di sale.
In mezzo ad essi su stelle è scritto in fiammingo: Pace.
Danny da una bustina fa cadere a mò di pioggia stelline d’argento che ora vanno a toccare i personaggi, ora il piano d’ appoggio del presepe.
Qui stiamo dando TUTTI ED OGNUNO IL NOSTRO CONTRIBUTO ALL’UNITA’ EUROPEA
SABATO: LA VITA una avventura straordinaria.
L’ artista Yvonne Di Palma presenta in anteprima ai colleghi europei i due dipinti 70x140 che s’ispirano al mio viaggio ad Helsinki “This adventure is bigger then I”.
Sotto il grande arcobaleno vengono raccontate:
LA PARTENZA, volti sorridenti di bambini mi ricordano “Carmelina non ritornare senza portare notizie di Santa Claus” mentre l’ aereo sorvola la Pieve di Settimo da cui si staglia nel cielo il campanile e da una nuvola viola ben distinta emerge la cupola del Brunelleschi con il campanile di Giotto;
DURANTE IL VIAGGIO l’ala nera dell’ aereo (le mie paure di non riuscire nell’ impresa) si colorano volando nell’ arcobaleno da cui sorridenti spiccano i volti dei bambini del mondo ad infondere coraggio nel mio cuore, mentre ci avviciniamo alla “bianca” cattedrale di Helsinki davanti a cui “come per miracolo” si ricompone “l’ arcobaleno” e si crea il nostro gruppo di lavoro, io, Danny con Nelia, Kirsi, Ilaria e naturalmente accanto nientemeno che papà Natale in persona!!
Dedica con amore a te...perchè avrei voluto amarti di più (avevo avuto così poco tempo per amare Helsinki, la Finlandia, la sua gente). Yvonne presenta anche parte della sua affascinante Installazione Presepiale della Pace che incontra i gusti degli europei, realizzata in un percorso che dura più di 20 anni (più di 200 le statue realizzate).
Per la visita nel CUORE di FIRENZE era stata la disponibilità della gentilissima ed eccezionale Presidente dell’ Opera del Duomo la dott.ssa Anna Mitrano e dello staff dell’ufficio tecnico col dottor Osticresi a rendere interessante e piacevolissima la visita guidata da Andrea Martini a dalla giovane dott.ssa Barbara Fedeli che “teniamo a battesimo” perchè è questo il suo primo tour in inglese al Battistero di S.Giovanni dai mosaici luminosi, alla cattedrale di Santa Maria del Fiore oggi inondata da una luce particolare che penetra attraverso il ciclo straordinario delle vetrate... nella sacrestia dove l’ attuale vescovo Mons. Ennio Antonelli si prepara per le celebrazioni eucarestiche ammiriamo i miracoli d’ intaglio in legno e sulla porta in bronzo l’ autoritratto di Luca della Robbia.
Il museo dell’ Opera del Duomo è a dir poco stupendo perchè all’ importanza e rarità dei capolavori qui esposti, la Pietà di Michelangelo, la Maddalena di Donatello, si coniuga
l’“efficienza” di questo museo all’ avanguardia poichè esso può essere visitato da persone con difficoltà e anche dai non vedenti.
Un momento davvero unico per intensità emotiva è vissuto dal gruppo europeo davanti al cartiere dove Andrea e Barbara ci spiegano del Brunelleschi, della sua genialità di portare a termine la realizzazione di una cupola di cui ancora oggi non si conosce il segreto di costruzione.
Nel Cortile le Formelle restaurate della Porta del Paradiso rifolgono nei loro ori bellissimi, capolavori realizzati da Lorenzo Ghiberti.
INSIEME SEMPRE PIU’ VICINI
A S.Croce per una visita ed un omaggio alle tombe dei grandi, per una veduta ammirata degli affreschi di Giotto e della Scuola, per le vetrate meravigliose.
La guida trovataci da Anna è stupenda davanti al cenotafio di Galileo Gelilei ci congediamo per andare a godere del sole sulle panchine di P.zza S.Croce perchè il gruppo ha deciso di riunirsi per la progettazione delle future fasi del lavoro.
Stasera andranno a cena alla Lampara per assaggiar “la fiorentina”, gli spaghetti allo scoglio e la pizza.

PER LA VOGLIA DI FARLA SVENTOLARE NEI NOSTRI CUORI QUELLA BANDIERA AZZURRA ILLUMINATA DA STELLE

CON LA VOGLIA DI PACE
VOSTRA CON AFFETTO
Carmelina Rotundo.
“Un’esperienza di cooperazione scolastica europea.
Il progetto Comenius raccontato da un futuro insegnante”
a cura di Emiliano Mazzetti,
tirocinante del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria
Facoltà di Scienze della Formazione – Università di Firenze

PROGETTO COMENIUS: Presentazione

Il progetto Comenius, a cui la scuola elementare "G.Marconi" del 2° Circolo di Scandicci ha aderito durante l’anno scolastico 2001/2002, ha visto impegnate in attività progettate in comune le rappresentanze di varie nazioni Europee: il Belgio, la Finlandia, la Spagna e naturalmente l'Italia.
L'insegnante che ha coordinato il gruppo della scuola Marconi (costituito da due classi terze e da due classi quarte), la dott. Carmelina Rotundo, ha partecipato già nell’inverno 2001 ad un primo incontro in Finlandia – da lei ampiamente documentato - che è servito a far incontrare insegnanti e dirigenti dei diversi paesi e a fissare le tappe principali del lavoro: poi ciascuno avrebbe proposto le attività alle proprie classi, condividendo poi i materiali prodotti e partecipando ad ulteriori incontri di scambio e di verifica nei diversi paesi inseriti nel progetto.
Prima di arrivare alle fasi operative del percorso c'è stato un incontro tra le insegnanti coinvolti nel progetto e un secondo incontro tra l’insegnante Rotundo e i genitori dei bambini che dovevano partecipare allo scambio “a distanza” con le altre scuole europee. Fondamentale è stato l’utilizzo del computer e di software per lo sviluppo di ambienti ipertestuali: questi mezzi hanno permesso la produzione e la condivisione dei materiali prodotti, ed hanno consentito una efficace comunicazione a distanza.
Il mio ruolo di tirocinante si è giocato su due fronti: da un lato ho messo a disposizione le mie conoscenze tecniche per l’utilizzo dei mezzi informatici e per la trasposizione su supporti multimediali dei materiali prodotti, con lo sviluppo di tre ipertesti, due su CD ROM e uno su Floppy Disk; dall’altro sono intervenuto direttamente nelle due classi quarte costruendo un percorso di studio con i bambini, sia teorico - in quanto abbiamo approfondito in classe cosa significa comunicare e come l'uomo lo ha fatto per tanto tempo - sia pratico, perché abbiamo imparato tutti insieme qual è il primo passo per fare multimedia con il computer.
Mi sono potuto così inserire, con la qualifica di "tecnico informatico", all'interno della realtà formativa della classe, ma ho potuto anche seguire il lavoro delle insegnanti impegnate in questo esperienza. Gestire esclusivamente il ruolo di tecnico informatico mi avrebbe allontanato infatti dalla "vita" nelle classi impegnate in questo "scambio internazionale" con altre scuole elementari Europee. Di conseguenza mi è sembrato naturale creare con i bambini un piccolo percorso di studio, rivolto alla conoscenza storico-teorica e pratica dello strumento che maggiormente ha aiutato le insegnanti e la scuola a portare a termine (con esito molto positivo) l'esperienza.
La Lingua inglese è stata la materia più “coinvolta” in quanto utilizzata per lo scambio delle comunicazioni e dei dati anche tra i bambini stessi. Ma parallelamente a questa anche altre discipline hanno avuto spazio nel progetto. E' il caso della Matematica, che ha trovato diritto di cittadinanza nel momento in cui il progetto ha analizzato l'Euro, la nuova moneta unica; anche la Storia è emersa quando si sono raccolti gli elementi per creare il CD in cui si parlava della "storia locale" e del territorio di Scandicci.

PROGETTO COMENIUS: "Euro kids: different but equal"
Le tappe del percorso

Il lavoro per realizzare il progetto "Ragazzi d'Europa: diversi ma uguali" si è sviluppato nell'arco di sette mesi e i nuclei principali sono stati sei.

- PRIMA FASE (Settembre-Ottobre)

A) Me e la mia famiglia: crea la tua carta d'identità con la presentazione della tua famiglia e dei tuoi hobby.

In questo caso i bambini erano impegnati nella creazione di materiali cartacei, in cui si presentavano ai loro compagni europei. Gl'insegnanti hanno pensato che "una carta d'identità" (realizzata su un foglio A4) sarebbe stato un ottimo modo di farsi conoscere.
Allegando una foto, o facendo un piccolo autoritratto, il bambino avrebbe anche dovuto raccontare qualche cosa sulla sua famiglia e sui suoi hobby

B) Fai un video (massimo dieci minuti) in cui presenti la tua scuola, la tua classe e la tua lingua.

Qui è evidente l'intenzione di far conoscere ai partner Europei il contesto territoriale. Il fatto di voler inserire nel video determinate parole di lingua Italiana (accompagnate dalla traduzione inglese) non è da considerarsi un timido accenno di nazionalismo a tutti i costi, ma è semplicemente un modo per far capire ai bambini come attraverso il linguaggio passino diversi modi di vedere la realtà. Creare un filmino denota la voglia di entrare nel progetto in modo approfondito, facendosi vedere in azione, parlando e facendo vedere i luoghi in cui i bambini quotidianamente studiano. Una serie di foto sarebbe sicuramente stata un'iniziativa più impersonale, che avrebbe attivato in modo minore i bambini e gl'insegnanti.
Nella prospettiva dello scambio di questi lavori si presume che l'incontro a distanza con altri bambini possa far sviluppare in ciascuno la consapevolezza delle diversità ma anche delle somiglianze tra le culture.
In questo caso il mio lavoro è stato quello di creare un CD Rom contenente le carte d'identità dei bambini ovvero l'obiettivo del punto A); di conseguenza ho dovuto effettuare l'intervento successivamente all'esecuzione dei lavori “cartacei” in classe. Dopo aver acquisito sul computer tutti i disegni fatti dai bambini (72 carte d'identità) tramite uno scanner, con le insegnanti ho preparato un progetto per creare un ipertesto, che avrebbe reso migliore la gestione del CD Rom.
Per prima cosa ho dovuto creare un piccolo programma (in Visual Basic) che permettesse l'auto-avvio del CD Rom; la prima schermata permette di scegliere da quale classe si può partire facendo un giro "virtuale" all'interno di semplici pagine in cui sono elencati, divisi per classe di appartenenza, i nomi dei bambini. Cliccando su un nome è possibile visualizzare la corrispondente carta d'identità. Più che su effetti grafici si è puntato sulla semplicità di uso dello strumento, per favorire una tranquilla visione anche a chi, non avendo determinate librerie sul proprio computer, non può visualizzare effetti più elaborati. Il dover acquisire il materiale cartaceo è stato il processo più lungo, insieme al fatto di dover ridimensionare certe immagini, perciò non ho avuto il tempo di curare i piccoli dettagli.

SECONDA FASE (Novembre-Dicembre)

A) Registriamo alcune canzoni natalizie e impariamo quelle degli altri

Le canzoni Natalizie sono uno dei tanti tratti che rendono l'idea di come un popolo può vivere un determinato periodo di feste e celebrazioni. La musicalità poi può dare ancor di più l'idea di come una certa etnia possa rappresentarsi.
I bambini hanno registrato su nastro magnetico la loro interpretazione corale delle canzoni e l'hanno spedite ai loro compagni comunitari che hanno fatto altrettanto.
B) Facciamo dei cartelloni che rappresentano le più famose storie natalizie.

In questo caso le insegnanti delle classi hanno deciso di far creare ai bambini dei cartelloni con disegni e scritte ispirate al Natale, come del resto hanno fatto anche gli altri partner europei che hanno realizzato anche dei piccoli libri illustrati. Mi sembra interessante far notare che in questo caso si assiste a uno scambio comunicativo a livello grafico non tra diverse nazioni ma fra “bambini di nazioni diverse”: infatti il linguaggio del "disegno" è quello che i bambini di tutto il mondo conoscono e con il quale, spesso, riescono a esprimersi meglio. Grazie a esperienze di questo tipo l'insegnante può capire effettivamente che significato può assumere un determinato concetto nella mente di un bambino.

C) Facciamo delle miniature sulla pace e messaggi che riguardano il Natale per l'esibizione che si terrà in Italia.

L'idea preminente è stata il ceppo natalizio, (un elemento della tradizione popolare toscana) realizzato in classe con la collaborazione di tutti gl'insegnanti e dei bambini.
Alla fine di questa tappa gl'insegnanti degli altri paesi europei che hanno aderito al progetto sono venuti in Italia a visitare le scuola e a vedere i lavori che erano stati prodotti dai bambini. L'accoglienza degli ospiti stranieri è stata molto vivace e i bambini hanno dimostrato un reale coinvolgimento sia nella preparazione precedente che nell'incontro diretto, durante il quale non hanno esitato ad utilizzare l'inglese che conoscono per capire e farsi capire.

TERZA FASE (Gennaio-Febbraio-Marzo)

A) Facciamo un CD Rom sulla nostra zona, il paese e la città

Il lavoro degli insegnanti e dei bambini è stato rivolto allo sviluppo di alcuni materiali che fossero rappresentativi rispetto al loro paese di appartenenza. Sono state scattate foto, fatte ricerche e disegni sulla zona di Scandicci e sui posti più rappresentativi. Le insegnanti hanno colto tempestivamente l'occasione per fare una bella gita con i bambini all'interno delle "antiche mura" della cittadina in cui essi vivono, per realizzare sul campo un servizio fotografico.

B) Presentiamo agli altri la nostra storia regionale, i personaggi famosi, i palazzi e le piazze d'interesse per i bambini inserendoli in un CD Rom

Collegandosi al punto precedente si è voluta realizzare una ricerca per dare una "memoria storica" a quelle foto e disegni che altrimenti sarebbero stati solo immagini frammentarie del presente.

C) Noi costruiamo un sito Web con le altre scuole.

Purtroppo questo punto non è stato sviluppato. I materiali c'erano, l'interesse degli insegnanti pure, i mezzi e le conoscenze necessarie per realizzarlo non mancavano, ma per evitare complicazioni (mi riferisco a problemi di “privacy” che erano stati sollevati da alcuni genitori nella riunione preliminare) si è preferito non realizzare nessun sito Web.

QUARTA FASE (Aprile-Maggio-Giugno)

A) L'introduzione: come vanno le cose con il cambio di moneta?

B) Se tu avessi 50 Euro cosa compreresti?

C) Componi la lista della tua ricetta preferita e i relativi costi (da confrontare tra paesi diversi)

D) Fai una lista di venti prodotti base e cercali nei negozi. Dicci il prezzo che hanno nella tua città.

E) Facciamo un libro sull'Euro

In questa ultima fase (che non ho seguito analiticamente) si è voluto creare un percorso per i bambini che così possono familiarizzare con l'introduzione della nuova moneta Europea. Penso che i punti B) e C) siano veramente idee ben pensate che hanno permesso, anche creando semplici giochi, di poter entrare in contatto con quelle 1936,27 Lire che hanno fatto impazzire gran parte dell'Italia.
Certo si deve riflettere anche sul fatto che probabilmente i bambini, avendo un'esperienza molto limitata con i soldi, non hanno subito un condizionamento pari a quello delle persone adulte. E forse proprio dagli questi adulti viene la preoccupazione di tenere i bambini in "allenamento mentale" per questo momento di passaggio; perché sono proprio gli adulti ad essere spaventati dall'introduzione della nuova moneta. Se non si cade nell'eccesso di creare bambini "Euro-dipendenti" insistendo esageratamente sull'argomento, i punti che ho elencato prima possono rivelarsi una buona introduzione ai concetti di cambio, moneta, valuta, Europa, Unione Europea etc… . Per quello che ho avuto modo di vedere alla "Scuola Marconi" tutto è stato svolto nella maniera più rilassata possibile, dando ai bambini piccoli spunti per i lavori che da loro sono stati prodotti e che li hanno avvicinati un po’ di più all'Euro e a cosa vuol dire avere una moneta "in tasca" spendibile anche fuori dai confini nazionali.
Alla fine di Giugno oltretutto sono stati previsti sei giorni in cui gl'insegnanti coinvolti nel progetto hanno fatto visita ai colleghi spagnoli.

QUINTA E SESTA FASE (Luglio)

In queste ultime fasi sono stati previsti sei giorni di ulteriore scambio con ospitalità da parte del Belgio e della Finlandia, quest'ultima meta del viaggio conclusivo degli insegnanti italiani.

Partecipazione al Premio Label Europeo
(riconoscimento europeo per progetti innovativi nel campo dell'insegnamento-apprendimento delle lingue).

Il Label Europeo è un riconoscimento promosso dal Ministero della Pubblica istruzione rivolto tra l’altro ad iniziative che promuovono l'apprendimento delle lingue straniere. Per il lavoro svolto nell’ambito del progetto Comenius l'insegnante d'inglese dott. Carmelina Rotundo ha pensato di inviare i dati richiesti per aderire a questa iniziativa e vedere così riconosciuta, anche a livello Ministeriale, l'attività di scambio comunicativo che ha visto un ampio uso dell'Inglese.
Le motivazioni del premio si concentrano su un'attività o un corso allo stadio finale di progettazione, sul miglioramento qualitativo e quantitativo dell'insegnamento, sulla dimensione europea, sul carattere di trasferibilità delle conoscenze, su progettazioni e risorse innovative, sui bisogni linguistici degli allievi e su elementi stimolanti e motivanti per l'apprendimento linguistico.
Il modulo che il Ministero richiede di compilare per partecipare è diviso in molte sotto voci che chiedono:
A) Dati sul contesto territoriale e culturale (Contesto locale, Iniziative di formazione linguistica sul territorio)
B) Dati sul progetto (L'idea del progetto, Fabbisogni cui il progetto risponde, Finalità del progetto, Obiettivi del progetto, Durata del progetto, Soggetti coinvolti e loro caratteristiche, Connessioni con altri progetti o programmi)
C) Dimensione Europea(Attività di contatto con altri paesi, Contenuti Europei)
D) Innovazione (Caratteristiche innovative o qualificanti del progetto, Modalità di approccio e soluzione per i seguenti aspetti problematici, Valutazione)
E) Approcci metodologici (Metodi previsti dal progetto per lo sviluppo della competenza comunicativa, Materiali, Sussidi didattici, Laboratori utilizzati per il progetto, Attestati e certificazioni)
F) Sviluppi per il futuro (Diffusione)
G) Dati sul promotore del progetto (Istituto in cui si attua il progetto, Docente responsabile del progetto, Persona di contatto per le attività legate al riconoscimento europeo, Indirizzi dell'istituto, Numero di telefono, Numero di Fax, Indirizzo di posta elettronica).
Considerato il mio ruolo nella realizzazione del progetto, anche io ho dovuto partecipare alla compilazione del suddetto modulo in particolare per il punto E). Riporto qui sotto il mio contributo:
"Nel quadro delle tecnologie educative individuate dalla pedagogia moderna nell'uso del computer e di software per lo sviluppo di ambienti ipertestuali e parallelamente al progetto, i bambini hanno prodotto la propria descrizione in forma di carta d'identità in lingua inglese. Grazie alla fusione del lavoro di programmi inerenti la grafica (come Photoshop) e altri riguardanti la costruzione di Pagine Web (I.B.M. Top Page e simili) è stato prodotto con i lavori dei bambini un CD ROM multimediale di stile "Ipertesto-Pagina Web" per riprodurre con la struttura ad albero i dati (le carte d'identità) delle varie classi coinvolte.
E' stato poi pensato di spiegare ai bambini come un lavoro del genere possa essere stato prodotto tramite l'uso del computer. Si sono organizzate allora le classi in piccoli gruppi, presso il laboratorio informatico della scuola, per capire come funziona un "link" o collegamento ipertestuale, che è la base per creare ipertesti. In previsione di tale esperienza è stato programmato un piccolo studio sulle tecnologie comunicative e sulla loro evoluzione nella storia dell’uomo”.

Riflessioni conclusive sull’esperienza

L'avventura nella quale mi sono trovato mi ha fatto notare molti aspetti della realtà formativa di una classe e della scuola intera, visto che ho avuto modo di osservare molti ambiti della vita scolastica. Il lavoro svolto dalle insegnanti di questo istituto è stato veramente impegnativo e tutte sono state davvero molto occupate a rispettare i tempi e a produrre materiali interessanti e utili per i bambini. I bambini dal canto loro si sono trovati a gestire una esperienza che inizialmente poteva essere reputata troppo “virtuale”; per fortuna il contatto con le altre nazioni europee è stato più concreto di quanto un rapporto a distanza facesse prevedere. Ma grazie all'insieme degli sforzi delle maestre e alle idee che sono state proposte e sviluppate mi sono reso conto che alla fine i bambini in qualche modo hanno vissuto effettivamente un periodo di tempo a "contatto" con altre realtà culturali spagnola, belga e finlandese.
L'unico appunto che posso sollevare rispetto all'iniziativa è quello inerente al mancato sviluppo della pagina Web che avrebbe potuto permettere una maggiore interazione con le altre nazioni, ad esempio inserendo al suo interno una Chat, ed avrebbe permesso forse al progetto di continuare a svilupparsi, magari anche saltuariamente, creando un effettivo collegamento permanente tra le scuole coinvolte.


Emiliano Mazzetti, marzo 2003

Da: DimensioneNaturAmbiente - Bimestrale dell'Associazione Culturale DNA n°33 GENNAIO - FEBBRAIO 2003

Un piccolo contributo per un’Europa unita

L’ UNITA’ EUROPEA CHE PASSA ATTRAVERSO LE MENTI E I CUORI

Dal 18 al 21 Gennaio 2001 trentacinque insegnanti di scuole elementari provenienti da tutta Europa si riuniscono ad Helsinki per conoscersi e presentare le proprie realtà scolastiche con l’intento di lavorare insieme - insegnanti e alunni - in un progetto comune. E’ così che nasce il progetto Comenius dal titolo “We are EURO kids, different but equal” che riunisce scuole del Belgio, paese coordinatore, della Finlandia, della Spagna e dell’Italia.
Per l’ Italia partecipano Ilaria Saturni in rappresentanza dell’ I.N.D.I.R.E.(Istituto Nazionale di documenazione per l’innovazione e la ricerca educativa), Liliana del Zempo per il 2^ circolo didattico di Cagliari e Carmelina Rotundo per il 2^ circolo didattico di Scandicci. La scuola elementare “G.Marconi” di Scandicci partecipa all’iniziativa con gli alunni delle classi 3^A e B, 4^ A e B ed i rispettivi insegnanti.
Il progetto inizia con lo scambio delle carte d’identità e della presentazione delle famiglie dei ragazzi raccolti in un CDrom (con la collaborazione tecnica di Emiliano Mazzetti, tirocinante al quarto anno di Scienze della Formazione Primaria dell’università di Firenze). Viene quindi realizzato il video che fa conoscere la scuola e aprire un dialogo tra gli alunni, i quali realizzano poi cartelloni sulle quattro scuole per scoprire differenze e somiglianze. Ciò contribuisce a far nascere in essi la gioia di lavorare insieme proprio nel momento storico dell’entrata in vigore dell’euro.
Un’altra pagina di questo progetto è stata scritta tra il 31 Gennaio e il 2 Febbraio 2002, quando sono stati accolti a Firenze gli insegnanti belgi, finlandesi e spagnoli, venuti a visitare la scuola, i colleghi, gli alunni e il territorio della Piana di Settimo. I maestri appena arrivati sono accompagnati nella sala convegni della Cassa di Risparmio di Firenze, dove si conclude il 5° Concorso Internazionale di Canto promosso dall’Istituto Europeo, per la diffusione della lingua e della cultura italiana. L’itinerario conduce alla scuola Marconi di Scandicci, dove 100 alunni e 11 insegnanti danno il benvenuto ai maestri europei e dove si svolge il rito dello scambio dei doni: dolci tipici finlandesi, libri, magliette ed euro con l’effige del re belga. Dopo il pranzo tutto italiano alla mensa della scuola e il pomeriggio dedicato al dialogo con gli alunni, la serata si conclude al Piazzale Michelangelo dove gli ospiti ammirano lo spettacolo notturno di Firenze. Il mattino seguente le tre delegazioni sono condotte alla Pieve di S.Giuliano a Settimo, dove lo storico e giornalista Nereo Liverani guida gli interessati ospiti dall’età etrusca ai giorni nostri. La visita si proietta verso la fase successiva del progetto che prevede la realizzazione di un CDrom contenente informazioni e immagini per favorire la conoscenza del territorio. Nella vicina scuola “A. Pettini” gli alunni donano agli ospiti europei i disegni realizzati sul tema del territorio che li circonda, gli usi e le tradizioni locali. Nella scuola stessa si svolge il pranzo, aperto dal taglio di un’enorme pizza a forma di cuore. Interviene poi l’assessore alla Pubblica Istruzione di Scandicci, prof. Claudio Raspollini, che dona ad ogni ospite il volume “Vivere a Scandicci”, con notizie e immagini sul territorio. Un altro dono è offerto dal presidente dell’associazione culturale “L’Invetriata”, Lorenzo Bertolani, che omaggia gli ospiti dell’antologia fresca di stampa “Dondola Dondola Cavallino”, un libro nato tra la gente di Badia e diretto ai bambini del mondo. Dopo un tea-party organizzato dai genitori degli alunni, i docenti visitano l’ Abbazia di Settimo, i cui segreti sono svelati dalla guida Luciano Graziani, ed il Museo del Gruppo di Mineralogia e Paleontologia di Scandicci, che ha sede nella ex scuola Benozzo Gozzoli, dove Valerio Paoletti illustra agli ospiti minerali e fossili.
Sabato si apre con la presentazione in anteprima dell’artista Yvonne Di Palma dei due dipinti ispirati al viaggio dell’insegnante Carmelina Rotundo ad Helsinki, punto di partenza del progetto. Quest’ultimo giorno le delegezioni ammirano, grazie all’interessamento di Anna Mitrano, presidente dell’ Opera del Duomo, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore guidati da Andrea Martini e Barbara Fedeli; tappa d’obbligo a Santa Croce per visitare le tombe dei “grandi” e gli affreschi di Giotto.
Questi intensi giorni di scambio hanno fatto sì che le tre delegazioni straniere sentissero la Piana di Settimo e Firenze come parte viva di un Progetto da proseguire per ripartite portando con sé un indimenticabile ricordo, consapevoli di aver aggiunto un piccolo tassello al non facile processo di integrazione europea.

CARMELINA ROTUNDO


RICADUTA PRATICA

all’interno del II° circolo di Scandicci (Dirigente Federico Marucelli)
del Seminario di contatto.

Per un segno, un contributo allo sviluppo cognitivo, sociale ed affettivo di ogni bambino

Al fine di garantire una partecipazione piena ed attiva alla realizzazione pratica ed alla scelta del Progetto Socrates sia da parte di quelli insegnanti che hanno aderito al progetto che degli alunni, l’insegnante Rotundo al suo rientro ha provveduto a scrivere ed a consegnare - al dirigente scolastico copia della relazione e dei racconti scritti in riferimento alla straordinaria esperienza didattica ed umana vissuta ad Helsinki all’insegnante Paola Galli lo stesso materiale perché lo facesse conoscere alle colleghe.
Proposta di riunioni da svolgersi con modalità e tempi da definirsi. Con gli alunni la docente di inglese Rotundo, grazie anche alla collaborazione dell’insegnante di religione del plesso Aldo Pettini Maria Bufalo ha raccolto materiale su come gli alunni hanno vissuto questo viaggio ad Helsinki (sopratutto di segni di particolare impatto)
Hanno progettato e cominciato a realizzare il libro “aperto” europeo.
Per partecipare all’Europa unita attualmente composta di varie sezioni: sezione generale informativa, relazione, racconti, sezione di presentazione dei partners realizzata attraverso immagini e parole che aiutano ad entrare in altre culture, partendo dalle scuole in maniera particolare nelle scuole belga, spagnola, finlandese, attraverso
1. Immagini di edifici
2. Immagini di insegnanti ed alunni che svolgono attività (questa parte ha suscitato
positivi commenti da parte degli alunni (“come sono simpatici ”)
1. Immagini del territorio

Il libro “aperto “ si offre sia come strumento di dialogo e di ricerca dinamica sia come stimolo alla curiosità per suscitare, cioè l’interesse verso la nuova dimensione storica, politica, sociale europea. Esso è disponibile per essere consultato da alunni, insegnanti, genitori e da chiunque ne volesse prendere visione e naturalmente soggetto alla discussione dell’evoluzione in quanto tutte le parti presentate sono e saranno oggetto di modifiche, aggiunte, aggiustamenti, approfondimenti.
Da questo punto di vista, ben vengano i consigli e le possibili integrazioni da parte di insegnanti, alunni, genitori, enti e associazioni del territorio e fuori di esso.
Nella sua piccolezza questo libro si fonda sul rispetto dei valori di libertà, responsabilità solidarietà, di pace che sono alla base della nostra stessa Costituzione, in armonia coi principi sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (fatta a New York il 20 Novembre 1985) e che quindi stanno alla Base della formazione di una identità forte e comune
Della “Patria Europea” dei futuri cittadini d’Europa Aperti al mondo.
I nostri alunni sono cittadini dell’Europa Unita.


MOMENTO

E’ un momento storico importante per, l’educazione per l’istruzione: metodo, sistema, struttura, relazioni, aperture, cooperazioni a tutti i livelli; ogni epoca vive le sue “rivoluzioni” nella scuola Mettersi in discussione; cercare il confronto, fare proposte è necessario per non dire vitale. Educare implica il dovere di aprire la mente, di accendere la curiosità nelle generazioni. Star bene in famiglia, a scuola, in società nel mondo (divenuto sempre più piccolo) con noi stessi e con gli altri. Ecco allora che salta agli occhi l’ importanza di convegni come questo svoltosi a Firenze e sapientemente organizzato da AACUPI e Centro di cultura politica, fratelli Rosselli, le Università americane sono sul nostro territorio in Italia non solo geograficamente, ma anche con noi, con la volontà cioè di costruire insieme il presente collegandolo al, passato e proiettandolo verso il futuro.
Io che ho sempre creduto anche come insegnante di lingua e civiltà inglese nella necessità di apertura di scambio e interscambio propongo la testimonianza di questo lavoro.
Una “storia”umana e didattica insieme in cui sono evidenti le tracce fruttuose e gioiose di cooperazione fra le classi dove insegno lingua e civiltà inglese e l’Università Gonzaga di Firenze.
Sono disponibili :
1 * Alcune lettere di studentesse americane tirocinanti
2* Lettera del direttore didattico del II° Circolo di Scandicci (Federico Marucelli) dove si svolta la sperimentazione
3 * Lettera del direttore dell’Università Americana,Anthony P. Via S.J. –Altro materiale può esser reso disponibile :lavori realizzati con le classi e le studentesse (L’Alaska Christmas
( spaghetti and Hamburger)
4* Articolo da Turismo Notizie (n. 4-5 Ottobre ’99) rivista a cui mi onoro di collaborare e pagina della stessa rivista, di una relazione da me tenuta a Rapolano Terme

Una piacevolissima testimonianza la mia, una goccia nel mare dell’educazione che mi auguro riesca a trasmettere con l’entusiasmo e quell’amore che nutro per la materia da me insegnata, entusiasmo alimentato negli anni proprio da questa cooperazione: sono i miei alunni e le studentesse dell’Università Americana a tenere viva quella curiosità e a far sgorgare ancora
quella gioia che riesce a convincermi che è bello insegnar la lingua e la civiltà inglese condividendo ombre e luci di questo difficile cammino. Vorrei arrivare alla proposta di favorire scambi anche fra gli insegnanti di altre scuole (di ogni ordine e grado) con le varie Università presenti nel territorio.

A VOI TUTTI GRAZIE
Carmelina Rotundo

An Encounter of Fellowship
February 1, 2002

My name is Sarah Burgess. I am an American student studying in Florence, Italy through Gonzaga University of Spokane, Washington. Since 1981, students from the program have traveled to Scandicci, outside of Florence, to volunteer in the classroom of Carmelina Rotundo, an English teacher at Guglielmo Marconi and Aldo Pettini School.This year, Wednesday has been my day to visit Carmelina Rotundo’s fourth grade classroom. Early in the semester, on an ordinary Wednesday, Carmelina invited me to attend a European teacher’s meeting she was planning for that coming Friday. She suggested that I would enjoy and learn from the experience, so I decided to take her up on the offer.
I took the number 26 bus from the station at 11:30...a bit behind schedule. I live a half an hour bus ride away in a pensione in the center of Florence. Carmelina had said to meet her at the church at 11:30! There was really no way I could make it to the conference on time. Since I was late, I also wasn’t certain where to meet the group. I waited in the classroom for an hour before I saw a group of adults, Carmelina, and Annalisa Tiribilli with a video camera walking towards the school. This was my first meeting with teachers from Spain, Belgium, and Finland. Danny Raemdonck, from Belgium, was tall and thin Santiago Pena from Spain was short and more, shall we say, stocky in figure. His traveling partners were a fellow Spanish teacher, Nelia Hernando Ibanez and her husband Andres Palacios. Two teachers from Finland, Ville Kiure, headmaster of his school, and Kirsi Laihonen, completed the group.
From outside, we were led into a classroom to drop off coats and packages and pass out papers of children’s drawings. Lorenzo Bertolani, president of Invetriata, gave everyone the gift of a paperback back book entitled Dondola, Dondola Cavallino with poems and illustrations from local artists. It was suggested that we translate the book into our own languages so that the gift of these words can be taken around the world.
From the classroom, a group of students escorted us to the dining room for lunch. We were served an Italian meal: courses of tortellini, meat and vegetables, dessert, red wine and spumanti, and espresso. My tummy loved me. As a student my usual meals, in comparison, are dull and rather tasteless. The ambiance of the room was also welcoming and pleasing. Taped on the walls around us, handmade signs of each country welcomed one and all to the table. On the table sat a pizza made by Carmelina’s husband Sayed, specially decorated with the welcome message “Benvenuti in Italia” in cooked pizza dough Federico Marucelli, the Dirigent of Marconi and Pettini schools, dropped in for good wishes and a short speech. Assessore Claudio Raspollini gave us each a book in English entitled Vivere a Scadicci with pictures of Scandicci and the surrounding countryside.
During lunch, Carmelina ducked out to attend to her class meeting that hour. Within forty minutes or so, the whole class came into the dining room to pick us up and lead us on a tour of the school. Though the tour had been scheduled, we must have looked quite funny passing from classroom to classroom. Into each classroom down the hall entered a mob of students and teachers, greeting the teacher, hearing a bit from the kids and moving to the next room. The tour ended in Carmelina’s English room where the students sang for us, a song about bottles falling off walls.
Ten green bottles, standing on a wall
Ten green bottles, standing on a wall,
and if one green bottle should accidentally fall
there’ll be nine green bottles standing on the wall
Nine green bottles…
Somehow Carmelina coerced me into singing with the children, though I confess ignorance of ever hearing the song before. If, in the future, I again encounter it, I now have a memory that will instantly come to mind!
Before school ended, we shared tea and cookies with the children, thanks to the planning of the childrens parents. The kids asked us, in practiced English, questions like “What is your name” and “What is your favorite color” and we went around the table answering.
Do you have any children? What are their names?
Do you have any pets?
What is your favorite animal?
What is your favorite food?

Annalisa was back with the camera, asking us each to say something in our own language. Again we were herded out and taken to Badia a Settimo, a nearby church, for a tour. The tour was fantastic with much more to see than I expected when we entered. Luciano Graziani of Amici di Badia, our guide, spoke only in Italian. Though Carmelina translated, I still missed a lot. My limited Italian also was not sufficient enough to understand most of what he was saying, and Carmelina only translated a portion of the tour. So I saw all, and heard some!
From there we moved to an Archeological Museum at Ex Benozzo Gozzoli School. Dinner followed a tour of the museum and consisted of a wonderful assortment of Italian dishes, brought in by the Italian teachers and set up buffet style. We ate and talked for hours, learning from each other the issues of our separate lives and cultures. After dinner, we were driven back to Florence. I said goodbye to the people I had spent so long with. They were gearing up for another busy day, and I, my homework and another day of traveling. So ended my day of unanticipated fun and pleasure.

On the Didactic and Human Experience between Elementary and Gonzaga University Students

Since 1981, American students from the Gonzaga-in-Florence program have been able to work with younger Italian students through the classroom of Carmelina Rotundo. Carmelina has been teaching English for many years, and through the contact of the students of Gonzaga University, has seen the unification of students of different cultures. Since 2000, students from Middlbury College have also visited the classroom. This cultural contact allows Carmelina and her students to keep working with the language that is very much alive and changing.
American students leave parts of themselves behind for the young Italians. There is the example of the student, Rose Alokolaro, who made a star with the name of each students in the classrooms of the four classes she visited. This was her message to the students, that though she was out of the country this star could remind them of the light they brought into her life when she visited the school. Janet Burcalow, a teacher from Gonzaga spending a semester with Gonzaga-in-Florence, left behind gifts for everyone she had worked with researching the difference between Italian meals and American meals. John Caputo, a teacher in Gonzaga connected to the students who volunteer in Carmelina’s classroom, wrote to her “Two of the greatest adventures this last spring was being able to bring my Gonzaga students to a meeting whith the American Counsel General Lari Martinez and second, a day of visiting Carmelina Rotundo at her school. My American university students are able to visit at the school and interact with the Italian children both formally in the classroom and informally on the playground. Whether teahcing a lesson about America, helping with reading, or trading drawings and letters, these experiences offer a richness to cross-cultural contact for these young people that last a life-time.” The museums and churches of Florence are enough to take your breath away. But even more important for us are the people of Florence. And Carmalina Rotundo is one of those very important people. And Lyn Cunningham, another teacher chose to sacrifice a day of touring Florence to come out and work with the classroom.
The pupils know and understand the sacrifice of time the Gonzaga students make to be with them, and they appreciate their visits so much more for it. Through this exchange of cultures American students, elementary students, and Carmelina experience the didactic and human experience of cross-cultural exchange. “With them,” says Carmelina on behalf of her students “we learn and we do activities [such as] parties, pancakes, and tea party [that] we enjoy a lot. What a sorrow [for us] when they leave. We hope always they return back.”

On the School in which Carmelina teaches English

The school itself is named after a headmaster, Aldo Pettini (1922-1994). The largest room is named after Benozzo Gozzoli, the glory of Piana di Settimo and the painter of the splendid frescos in the Medici-Riccardi Palace in Florence. His murals in the palace were inspired by Epiphany processions that used to take place in Florence on the 6th of January, past the site of palace. Today this procession, called Cavalcata dei Magi, is recreated each January from the Pitti Palace to the Duomo, thanks to the Opere di Santa Maria del Fiore under the direction of president Anna Mitrano.
Another building in Badia a Settimo bears the name Benozzo Gozzoli. Until the 90’s it was an elementary school. Now the AVIS Mineralogy-Paleantology group of Scandicci (founded in October of 1984) have transformed the school into a museum. It houses a permanent exhibition of minerals and fossiles and slide projections.
Carmelina Rotundo, with the help of Sarah Burgess


DO NDOLA
A CURA DI CARMELINA ROTUNDO
Dondola, dondola ,cavallino dalla piana di Settimo per i bambini del mondo Ovvero una seconda antologia, scritta dal popolo che vive, opera, ha un legame con la Piana di Settimo
(La prima dal titolo Scritti della piana di Settimo era stata edita nel 1998).
Nata dalla gente, ritorna alla gente per altre emozioni colori per far divertire ancora con e per quel gusto delle cose semplici che sole possono toccare profondamente i cuori e farli
vibrare d’amore.
Racconti, poesie, filastrocche si snodano tra le pagine abbellite da piacevoli illustrazioni.
E’ un progetto di dialogo e di apertura che la ASSOCIAZIONE CULTURALE “L’INVETRIATA” con in prima linea Lorenzo Bertolani ha realizzato con il Comune di Scandicci, l’Assessore alla cultura, Simone Gheri alla pubblica istruzione, ai servizi sociali, Claudio Raspollini a Scandicci cultura, istituzione di servizi culturali al Consiglio di Quartiere num.3 ”Piana di Settimo” con il contributo della COOP, sezione soci di Scandicci.
Tra le particolarità del libro, tre le copertine create da Fuad Aziz dove dal sogno “Dondola, dondola, cavallino,” si passa alla realtà degli occhi del bambino che poi si unisce alla corsa gioiosa di altri bimbi con in mano gli aquiloni
Con tutti i bimbi del mondo
Per tutti i bimbi del mondo
Dondola, dondola cavallino.
Prefazione di Sergio Zavoli. Introduzione di Paola Zannoner. Si trova presso: Centro libro Scandicci, Cartoleria Miriam a Badia a Settimo.

Un libro fra le mani,guardarlo con gli occhi, toccare con lo sguardo le sue geometrie i suoi colori sfogliarlo..sentire la carta, assaporarne le immagini, i colori, i profumi leggerlo appassionatamente dalla prima all’ultima riga per poi riprenderlo in mano e ritornare sulle tre copertine che ora ti parlano del contenuto di questa antologia semplice e preziosa, piacevole ed interessante dal titolo
DONDOLA ,DONDOLA, CAVALLINO.
Chi non ha mai sognato del, e sul cavallino a dondolo chi non ha mai corso nel cielo con l’aquilone in mano?
Storie nate dal cuore che ritornano ai cuori che ritornano a noi tutti, perché è bello aprire il dialogo stringersi la mano ed amarsi uni gli altri nella convinzione che l’amore passa proprio attraverso la conoscenza il rispetto.
Sotto questo cielo ci sentiremo profondamente uguali ed ancora avremo voglia di giocare con i bimbi, per i bimbi, con i nostri figli con gli alunni, con tutti leggendo filastrocche e poesie, favole e racconti, intonando le nostre preghiere da questa antologia nata nella piana di Settimo per aprirsi al mondo in un mondo dove tutti possiamo e dobbiamo alimentare la fiaccola dell’amore.

E’ L’ASSOCIAZIONE CULTURALE “ L’INVETRIATA”.

Con il suo presidente Lorenzo Bertolani che amorevolmente ha lanciato l’invito alla gente di Piana di Settimo di tirar fuori dal cassetto le cose del cuore, scritte col cuore e la risposta è stata davvero incredibilmente appassionata.
LEGGERLA PER CREDERE !
Per maggiori informazioni chiamare al telefono 055.790013


LONDON, LONDON
di Carmelina Rotundo

Ho amato Londra come si possono amare le cose più belle e l'ho vissuta con gioia e con paura sotto un sole caldo, luminoso, senza ombrello o paraventi.
Ho amato i suoi parchi verdissimi, e il corpo ha goduto del contatto dell'erba, delle margherite, delle numerose foglie secche rimaste: foglie che per civetteria l’inverno ha voluto lasciare a convivere con la lussureggiante estate.
Ho amato Londra per i suoi double decker rossi, i suoi eleganti taxi neri, i trasparenti cancelli di Buckingham Palace e le guardie rosse e nere, nere e rosse.
Ho amato Londra come si possono amare le cose più desiderate e l’ho vissuta con gioia e paura nelle profondità di una terra senza cielo.
Ho percorso le sue distanze sulle linee colorate della metropolitana ma il corpo ha avuto paura di perdersi nell’anonimato, nelle scritte pubblicitarie, nelle precise indicazioni di marcia.
Ho allora desiderato di vedere il cielo e di bagnarmi a un temporale d’estate.
Ho amato Londra per i suoi bus rossi, per gli inconfondibili taxi neri, per le Houses of Parliament, per il Big Ben, per il British Museum, Waterloo Station, Docklands…
Ho amato la pace dei giardini inglesi: oasi di verde e di fiori ritagliate lontano dal frastuono della città ed il mio cuore ha gioito nel giardino di Joyce e di Arthur Chown, mentre prendevo il tè in splendide tazze di porcellana cinese vicino alle sculture in legno di Arthur.
Ho amato al mattino il cinguettio degli uccelli, e alla sera scrutare fuori dalla mia finestra sotto il tetto le fronde di grandi alberi.
Ho amato il colore del tè, la colazione con pane, burro e marmellata, quella buonissima di arance fatta da Joyce.
Ho amato l’ospitalità di Lena McGee, le sue sorprese, la stanza sotto il tetto e il melon boat.
Ho amato i colori del mondo dell’ “International House” e mi sono sentita anch’io un poco regina studiando così vicino a Buckingham Palace.
Ho amato Londra come si può amare la prima volta nella vita, l’ho vissuta con gioia e con paura sotto il cielo o cercando l’azzurro.
Ho amato la musica del carretto dell’omino dei gelati, i giornali venduti per strada, il Tamigi con le sue sponde e i parchi verdi, verdissimi, piccole margherite, grandi fronde ondeggianti e il rumore che fa tra le mani una foglia secca.

LONDON, LONDON
di Carmelina Rotundo
I loved London as one loves the most beautiful things in life and I lived it with joy and fear under a warm, bright sun, without umbrella or windcheater.
I loved its green, green parks and my body enjoyed the feel of the grass, the daisies, the many dry leaves which winter had teasingly left behind to share the luxurious summer.
I loved London for its red double decker buses, its elegant black cabs, the transparent gates of Buckingham Palace and the guards, red and black, black and red.
I loved London as one loves the things one most desires and I lived it with joy and fear in the depths of a world with no sky.
I travelled its many miles on the coloured lines of the underground, I loved its punctuality and efficiency, but I feared getting lost in the sea of anonimity, publicity posters and street signs.
Then I wanted to see the sky and be bathed by the rain of a summer storm.
I loved London for its red buses, its unmistakable black taxis, the Houses of Parliament, Big Ben, the British Museum, Waterloo Station, Docklands…
I loved the tranquillity of English gardens, oases of green and flowers far from the hubbub of the city. My heart rejoices in Joyce and Arthur Chown’s garden, drinking tea from splendid china cups next to Arthur’s wooden sculptures.
I loved the bird song in the morning and in the evening the searching sounds of the branches of the large trees outside my window.
I loved the colour of the tea and the breakfast of bread, butter, jam or marmelade, especially Joyce’s home made marmelade.
I loved Lena McGee’s hospitality, the surprises, the attic room and the melon boat.
I loved the colours of the world of the “International House” and I felt a little like a queen myself studying so close to Buckingham Palace.
I loved London as one loves for the first time in his own life and I lived it with joy and fear under the sky or searching for the blue.
I loved the music of the ice-cream seller’s van, the newspaper sold in the street, the banks of the Thames and the green, green parks, the daisies, the swaying branches of the trees and the noise a dry leaf makes when crushed in your hand.

«Londres, Londres...»
Yo he amado Londres como si uno amase las cosas màs hermosas en la vida y yo he vivido con alegrìa, pena, debajo de un sol caluroso, luminoso sin paraguas o biombos. He amado sus parques verdes, verdìsimo y me cuerpo ha gozado, el sentirlo, el contacto con la hierba de las margaritas, de las numerosas hojas secas abandonadas; con el invierno ha querido abandonar para convivir con el lujurioso verano. Yo he amado a Londres por los «red double decker buses», por sus elegantes taxis negros, por los trasparentes «cancelli di Buckingham Palace e le guardie rosse e nere, nere e rosse». Yo he amado a Londres como se podrìa amar las cosas màs bellas, màs deseadas y yo he vivido ello; con alegrìa y la intensidad de la pena de una tierra sin cielo. Yo he viajado en Londres muchas millas sobre las lìneas pintadas del metro. Yo he amado Londres con todo el ser y con la pena de quadarme en el anonimato, sin pasar a la publicidad posterior sin hacer la indicaciòn precisa de la caminata. Luego yo he deseado de ver el cielo y de decharme en la estaciòn calurosa de verano.
Fragmento de Carmelina Rotundo


Beneath another sky.
I arrived there, via blue skies, cotton wool clouds like baby lambs, the white snows of the Alps and the blue of the English Channel.

This black taxi of “mine” does not wish to concern itself with rules and regulations; it has made up its own mind. I am immersed in the 400 years behind the SPIRIT OF LONDON.

“Welcome to Madame Tussauds, where the people meet the people.”

This black taxi of mine does not really want to follow a straight line. It shakes itself and me about as though it were a dice cup and I a die. Up and down, up and down, pleasurably guiding me through a route of images, personalities, smells; the atmosphere of London.

“MIND THE DOORS!”

Madame Tussauds, a museum party, exhibitions, the circus, adventurous spectacles, entertaining, all simply fabulous.

Have your ever tried to close your eyes to listen to a
concert in St. James’ Church in Piccadilly?

These moments of mine in London really do not want to concern themselves with rules and regulations; they have made up their own mind. I am immersed in the caresses of the wind, in the light of streets overrun with fleets of black taxis and red buses, the double deckers.

Have you ever tried to experience the pleasure and the horror of being alone in the middle of a crown diving into the bowels of the earth in a vastly efficient London underground train?
“MIND THE GAP!”
These friendships of mine in London really do not want to concern themselves with boredom or sadness;l they have made up their own minds. I am immersed in kindness and good manners, in education and never-ending surprise. Joyce and Arthur Chown, Bronwen Davies, Margaret and Bill Stallybrass, Martin Reid, Lady Reid, Pam Cook, Yvonne Harper-Scholar, Lena and Harry McGee, Mrs. Forrester, G Beach, Sheena Hamilton, Fiona Gow, Mariella Riccucci, Angela Rugani, Mario and Barbara Campanale, Ann Samson, Charles Lowe, Conrad Leonard, Elizabeth and Francis Brown. . .

Have you ever tried to live in the swarm of colours, odours and voices; the animation of Camden Market?

These trips of mine along the banks of the Thames do not really want to concern themselves with routing and with confusion; they have made up their own mind. I am immersed the rhythms, in the flow of the silvery waters and depths of the Thames, on banks kissed by fronds of weeping willow. Now at Little Venice on the Regent’s Canal and Grand Union Canal, at Hampton on paths half hidden on princely carpets of flowers so recently fallen from great green crowns.
Have you ever tried to join in conversations among a group of people who believe in the value of peace on earth; and this at the Westminster Theatre at 12 Palace Street?

These incursions of mine into the life of London do not really want to concern themselves with rules and regulations; they have made up their own minds. I am immersed in the fascination and invention of the mystery of Sherlock Holmes, his pictures on the tiles of the Underground Station at Baker Street, the Sherlock Holmes Memorabilia Company at 230 Baker Street.

Have you ever tried to solve the riddle of the tesserae of the mosaics on the floors of International House, or to look at the decorated ceilings of that venerable building; the oldest that exists in Piccadilly?

This wish of mine to run to Victoria Station to watch the Orient Express leaving for Venice, and to imprint onto these luxury carriages my dreams of a European voyage of 1001 nights.

Have you ever thought of living an Italian day on English soil in the company of two hundred innocents, marvelously involved in an adventure that leads them one moment to sing “O Sole Mio”, or “La port un bacione a Firenze”, to cook pizza, tagliatelle, spaghetti; to make jewellery to be sold on the Ponte Vecchio, to sew green, white and red flags, to draw the dome of Brunelleschi or the Campanile of Giotto?

These unforgettable moments of mine at Westwood Infants’ School in Kent; losing myself in the innocence of children’s eyes, wishing to have my own little ones near me; Sara and Nadia, and Sayed their daddy.

Have you ever thought of intoxicating yourself with the yellow of the “Sunflowers” of Van Gogh, with the gold of Giotto or Duccio, with the radiant light of the paintings of Turner or Caravaggio, or with the plasticity of the drawings of Michelangelo?

These pleasurable sojourns of mine in the parks of London, oases of peace, do not really want to concern themselves with a flattening our of colours and scents; they have made up their own mind. I am immersed in nature, in the world of art, populated by forms and colours, shaped in defiance of egoism and desperation. The white of marguerites mingles with the wood sculptures of Arthur Chown. The red of geraniums at Springwell Avenue, at the McGees. The red, yellow and pink of roses, the red of poppies at Carson Road with the painting of Margo and Martin with Bill; music at Alwyne Road listening to Conrad Leonard playing the piano, an exceptional composer and painter, born in 1898 into a family of musicians.

Have you ever enjoyed the beauty of the paintings of Poussin, Rubens, Van Dyck, Murillo, Rembrandt, Tiepolo and Canaletto at the West Dulwich Picture Gallery and been touched by the efficiency of a project aimed at bringing every facet of the age closer to art?

This toccata and fugue of mine through London exhibitions: The Royal Academy of Art Summer Exhibition, the Manet and Gauguin exhibition, the immense and unforgettable National Gallery at Trafalgar Square; pigeons, lions, red telephone boxes, fire red letter boxes; Fish and Chips, Jacket Potato. . .

Have you ever though of immersing yourself in the vastness and mystery of celestial space, the universes of stars in the struggle of human ingenuity in order to penetrate the secrets of the cosmos at the London Planetarium?

This spreading myself on the roots of the great plane trees in the part between Buckingham Palace and Piccadilly, drunk with the green of it all, removed from my role of mother, wife, daughter, sister, seeking that blueness that I penetrated, across skies, cotton wool clouds. .

Lovely people – Lovely weather – Lovely days, deeply in myself!



IL FRANCOBOLLO
raccontato da Carmelina Rotundo)

( E’ il bollo che rende franca la corrispondenza)

E’ discreto, non ingombrante, piccolo per dimensione, ma grande per valore e significato, leggerissimo e nello stesso tempo capace di sostenere il carico e il fascino della storia su di “LUI” i protagonisti e le leggendarie imprese delle sapienze e del coraggio umano trovano valido sostegno’ lui che da 161 anni ci permette un dialogo, uno scambio di idee, di informazioni che talvolta possono fare sorridere, altre volte disperare o consolidarci in amicizie e amore.
Prima del 1840 il “Signor Francobollo”non esisteva.
Il pagamento della tariffa, segnato sul fronte della lettera,era lasciato a carico del destinatario. Per la cultura dell’epoca si riteneva poco cortese pagare in partenza il porto di una lettera indirizzata ad una persona di buon senso (se si pensa che la cultura era appannaggio di pochi) quasi non fosse in grado di pagare.
Ma un giorno Mr. Rowland Mill, maestro elementare inglese assistette alla scena di una ragazza inglese che, scusandosi per non avere i tre pence si rifiuta di pagare il ”porto dovuto”. Alla gentilezza di Mr.Rowland che si offriva per aiutarla la ragazza si giustificava dicendo che era inutile pagare per una lettera di cui conosceva già il contenuto perché spiegò – il suo innamorato – per evitare di farle pagare i pence – all’ esterno della lettera le faceva dei segni da cui poteva capire se andava tutto bene oppure no.
Così molte altre persone non ritiravano, o rifiutavano la missiva, non corrispondendo il relativo “porto”. L’inconveniente non era davvero di poco conto per una amministrazione postale. Su suggerimento di Mr.Hill che a ragione si può considerare l’ideatore della riforma postale la Camera dei Deputati e la Camera dei Lord per evitare la crisi introdusse una tariffa minima per tutto il Regno ed il 1° Maggio 1840 nasce il primo francobollo, il Black Penny che dura in circolazione diversi anni insieme al two pence azzurro seguiti dal Red Penny.
Ad avere l’onore di essere effigiata fu la Regina Vittoria, madre di Edoardo VII. Del Black Penny furono stampati molti esemplari ed attualmente il suo valore commerciale si aggira da un milione di lire da quello nuovo a 400-500 mila lire per quelli usati. Del valore di un soldo era invece il primo francobollo, color giallo ocra, messo in circolazione proprio il primo Aprile 1851 in Toscana. Il 1851 è un anno di transizione perché l’obbligo d’uso del francobollo viene sancito il 22 Ottobre 1852 e diventa obbligatorio il 1° Novembre dello stesso anno.
L’incisore Giuseppe Niderost approntò il bozzetto raffigurante il Marzocco, (il leone di Donatello scudo e giglio) con la corona granducale.
Cinque i valori della serie stampati dalla tipografia Cambiagi: un Soldo di colore giallo, due Soldi di colore rosso chiaro, due Grazie (*) di colore celeste, quattro crazie di colore turchino e sempre per rimanere in tema di Re, il primo francobollo del Regno di Sardegna era con l’effigie di Vittorio Emanuele II° che sarebbe poi divenuto re d’Italia.
Ai re e regine, l’editore Bolaffi dedicò una interessante pubblicazione dal titolo “Victor Vittoria”.
Il primo francobollo dove compare per intero la parola italiano del valore di quindici centesimi con l’effigie di Vittorio Emanuele II° è del 10 Febbraio 1863 dopo l’Unità d’Italia.
Un avventura che unisce curiosi aneddoti e storie di re e regine, scoperte ed inventori questa dei francobolli che si affianca a quella degli annulli postali, dell’instradamento che prima avveniva per tre vie: la via ferroviaria. per diligenza a cavalli o via mare, per poi arrivare al servizio postale regolare di linea aerea in America nel 1918, in Europa nel 1919; ed il francobollo continua ancora all’età di 161 anni ad essere messaggero per contenuti e per la sua utilizzazione in funzione di dialogo, tanto è vero che in fatto anche di unità europea il francobollo ha da dire la sua.
L’idea di arrivare ad una forma di regolamentazione sul territorio europeo venne al direttore delle Poste di Berlino Heinrich von Stephan basandosi su intese già esistenti nei vari Stati tedeschi. L’assemblea dei direttori delle Poste europee (per l’Italia partecipava il piemontese Barbavara) a Berna del 1874 per una prima intesa dette poi origine qualche anno dopo alla Costituzione dell’Unità Postale Universale che attualmente fa parte dell’ONU ed è la più grande organizzazione mondiale.
Riguardo ai paesi europei che aderirono ad una forma di regolarizzazione dopo l‘Inghilterra, la Svizzera (le Poste cantonali di Zurigo) Ginevra nel 1843, seguite da Basilea. Nel’45 le Poste passarono in gestione alla Federazione e il primo francobollo svizzero è del ‘49-50.
Del 1845 è il 1° francobollo policromo di Basilea e porta effigiata la Colomba della Pace; oggi esso vale da 25 a 27 milioni di lire la Francia seguì nel 1849, il Belgio nel 1850 e così la Spagna, la Svezia, nel 1853, la Finlandia nel 1858.
Ogni Nazione continuerà ad emettere i francobolli, perché l’uitilità per l’amministrazione è di qualche centinaio di milioni l’anno.
La decisione di stampare francobolli commemorativi per l’Italia è affidata ad un organismo che si chiama “Consulta filatelica nazionale” diretta dal Ministero delle Comunicazioni e Poste italiane che generalmente si riunisce a Giugno per varare il programma delle emissioni annuali e a Dicembre per confrontarsi sulle scelte e se necessario farne ulteriori in base in base alla circostanze.
Emesso in Gennaio 2001 è un foglietto di 4 valori che celebra il teatro lirico Italiano: uno è dedicato a Giuseppe Verdi nel centenario della morte, gli altri a Vincenzo Bellini, Domenico Cimarosa e Gaspare Spuntini, per il futuro.
Tre le emissioni commemorative dei 150 anni di emissione del primo francobollo, per le città di Parma, Modena e dello Stato Pontificio.
A coloro che sono interessati a comunicazioni periodiche riguardanti il circolo Filatelico fiorentino ed il collezionismo, rivolgersi: Via P. Toselli 137 –Casella Postale 62 50100 Firenze Domenica 9 –12 Giovedì 16.19

(*)” Grazie” era una moneta virtuale del valore di cinque quattrini.


RISPOSTA DI UN LETTORE

E’ bello e gradito il racconto della storia del francobollo. Si sfogliano volentieri le 64 pagine del volume Toscana 2001 in occasione delle manifestazioni di Marzo-Aprile.
Ma resto dubbioso, dopo tanta gloria di 150 anni, sulla storia del francobollo e della posta di domani.
A partire dal 2002 sappiamo che la moneta nazionale sarà sostituita dall’EURO, moneta europea.
Quali francobolli e con quali prezzi, definiti in EURO, occorreranno per affrancare le nostre lettere?
Potremo spedire in tutta Europa le “cartoline postali con risposta pagata” come un tempo si usava da noi?
Come le banche sostituiranno i libretti degli assegni bancari con altri indicanti i valori in EURO, anche l’Amministrazione delle Poste emetterà dei nuovi moduli di Vaglia postali?
Mi incuriosisce, a pagina 52 del volume, un “avviso” dal Municipio di Arezzo con cui si attua un “pubblico e gratuito insegnamento sul nuovo sistema decimale”.
Per la massa degli “utenti” comparirà in qualche modo un pubblico insegnamento sull’EURO, decimali e multipli e sua volgarizzazione. (come si pronuncerà l’EURO nelle diverse lingue?)

L’INAUGURAZIONE DELLA SCUOLA ELEMENTARE ALDO PETTINI A SCANDICCI

E’ meraviglioso e divertente accostarsi
al caleidoscopio
e scoprire fantasie di luci, linee ardite,
giochi scintillant,
arabeschi di fiaba..
La prima scuola in onore di Aldo Pettini grazie ad una scelta giusta, intelligente e doverosa…..
di Carmelina Rotundo.

Profumo di piante, bellezze di fiori, sereni arcobaleni di colori stanno ad incorniciare, questo 27 Maggio dell’anno 2000 in un gioco di armonie naturali che vezzose e leggiadre si rispecchiano in un contesto di armonie umane.
Un sabato di Maggio, profumato, luminoso, da competere col soggiorno delle Muse sul Parnaso, che illumina qualcosa che va al di là delle parole.
Un nome, Aldo Pettini, che diventa ritratto tangibile, scultura a tutto tondo, vicino alla mente e al cuore che ci sprona a continuare sulla via del confronto o del dialogo per regalarci a piene mani, sicurezza e fiducia nell’avvenire.
La solennità e l’importanza dell’evento nulla toglie alla commozione, all’affetto alla dolcezza per unire tutti felicemente con amore.
Credere nell’investimento formativo è stata la testimonianza concreta data dall’Amministrazione Comunale, sia con l’incisivo pertinente intervento del Sindaco di Scandicci Giovanni Doddoli, che dell’Assessore alla Pubblica Istruzione, Claudio Raspollini,
(il quale ha sottolineato che eventi come questo danno slancio per il futuro per una scuola sempre più aperta al confronto anche con altre culture, a tale proposito ha voluto pubblicamente elogiare gli insegnanti per la recente riuscita dell’esperienza con i bambin i di Sarajevo) nonché l’impegno della impareggiabile Gigliola Sbordoni, di Franco Gentile…..
E’ il Provveditore agli Studi prof. Giovanni Pedrini a contagiarci con il suo entusiasmo e la carica umana veramente grande, richiamando alla mente quell’Aldo Pettini , ragazzo di San Frediano, nato e cresciuto in questa “ città nella città” l’uomo FRENETICO, DEFINIZIONE CHE LO STESSO Aldo amava usare sia per il suo amore per le tecniche innovative del Freinet (fu lui ad introdurre negli anni ’50 le teorie del Freinet in Italia) sia perché era vivace, sempre attivo.
Porto dentro il mio cuore la figura di quest’uomo che ha saputo affrontare la vita con grande dolcezza. Il Provveditore ha indicato Pettini ad esempio per gli insegnanti che devono cercare di costruire sicurezza per permettere ai bimbi di affrontare la complessità della vita.
“Era solo, ma non era mai solo perché aveva accanto la sua Bianca: Egli parlava sempre delle sue fortune e mai delle sue sfortune”.
Il professore universitario Domenico Izzo definisce Pettini “schietto, fedele a sé stesso… il suo ascendente su tutti noi dipendeva da queste lealtà.
Marcello Trentanove, del gruppo C.E.M.E.A.(Centre d’Entrainement aux Mèthodes d’Educaction Active ) ci configura quel clima di rinascita in cui ebbe la fortuna di incontrare il pedagogista fiorentini e di mettere in risalto la generosità che lo ha sempre contraddistinto. “La vicinanza di Aldo Pettini e i suoi consigli mi permisero di svolgere il mio compito con sicurezza e fiducia…
Chi lo ha conosciuto in privato, chi ha avuto la ventura d’incontrarlo restava ammirato, contagiato dalla disponibilità al dialogo, dalla chiarezza di idee politiche e sociali, dalla mai sopita fiducia nell’uomo e nelle possibilità di crescere”
“ Mio marito sarebbe stato felice di vedere questa scuola che porterà il suo nome e che tanto risponde alle sue idee di apertura e di dialogo”
Ed è Lei, Bianca, a definire davanti ai nostri occhi il ritratto di Pettini ,che tanto sta diventando a noi caro, con quattro caratteristiche:
à Il grande amore della mia vita.
à Il padre dei miei figli.
à Il maestro della mia professione.
Il compagno che ha condiviso gioie e dolori, capace di una totale apertura verso gli altri, dotato di capacità e disponibilità all’ascolto, alla comprensione, capace di suscitare meraviglia in chi si disponeva ad ascoltarlo; lui accettava veramente tutto e tutti.
Nessun raggio di sole ha perso la sua splendente luminosità, anzi l’arrivo azzurro dei bimbi festosi che con gioia assistono allo spettacolo d’animazione del Mago è un invito a scintillare ancora di più, a riscaldare i nostri cuori per condividere insieme a loro, ai protagonisti della scuola, ai bambini e alle bambine operatori scolastici, dal Provveditore agli Studi al nostro caro Direttore Didattico Federico Marucelli, agli altri Direttori intervenuti, il Direttore Didattico del Terzo Circolo di Scandicci Pilato, i Direttori della Scuola – Città Pestalozzi e della Scuola elementare Don Milani di Firenze, dal Presidente del Distretto 17, prof. Renzo Buselli ai solerti operatori Ivo,Stefania, Maria, Patrizia, Gloria, dai rappresentanti del Consiglio di Quartiere Bruno Cappelli e Sandro Fallani, all’insuperabile Annalisa Tiribilli, Presidente del Consiglio di Circolo, da tutti i relatori e tutti gli insegnanti (Patrizia, Lucia, Manuela, Mariella, Maria, Donatella,Claudia, Sandra, Alfredo), agli amici e amiche Renata, Yvonne e al rappresentante delle forze dell’ordine, maresciallo Mario Nuccitelli, (scusandomi per le omissioni) una profonda gioia.
Nei giardini è la varietà dei fiori, dei loro colori e profumi a renderli più attraenti, in un concerto; la diversità di esecutori di strumenti, note, temi e ritmi a rendere più gradevole l’insieme; in una scuola è la varietà degli interessi, delle culture a rendere più bello e piacevole il lavorare, lo stare insieme rispettosi e rispettando per riuscire a creare un mondo unito e in pace, un mondo meraviglioso.
Paolo Lampronti dedica ad Aldo Pettini la poesia “Alla Luna” di Leopardi
“E pur mi giova la ricordanza e il noverar l’etate del mio dolore”
e gli scrive una lettera immaginaria “Caro Aldo mi hai dato la forza di essere “imprudente” e riconosce a Pettini la capacità di tenere insieme la parte più alta con le azioni più concrete della vita, con le ombre interiori, con le motivazioni.
“ I nomi che noi lasciamo nel mondo sono le costellazioni che ci aiutano ad orientarci …”
Il professore universitario Gastone Tassinari ricorda Pettini come maestro di bambini ed insieme maestro di adulti, e di educatori e caratterizza la figura del Maestro, del Direttore Didattico, del pedagogista, dello scrittore, del traduttore con parole come entusiasta, preparato, organizzatore, vivace.
La Signora Bianca Pettini, visibilmente commossa, non esita a definire l’evento “splendida iniziativa”.
La sera non poteva concludersi al meglio leggendo il ricordo scritto col cuore.
Da Maurizio Naldini sulla prima pagina de “La Nazione”.
Un ricordo bello, appassionato e dolcissimo come solo un allievo che ha veramente amato il suo maestro può testimoniare: ed è questa testimonianza d’amore e gratitudine che vado rileggendo prima di consegnarmi al sogno di una notte di primavera.
Dedicato a Lei, Signora Bianca,
coraggiosa e dolce compagna del Maestro Aldo Pettini
ed a tutti i miei amatissimi alunni, perché è nel mare
dei loro sorrisi, nella sincerità dei loro occhi, delle birbonate,
del loro essere attenti e distratti ho navigato e navigo gran parte
della mia stessa vita.
(***) nota biografica
Aldo Pettini (1922 – 1994), fiorentino, è stato con Giuseppe Temagnini fra i fondatori del “Movimento di Cooperazione Educativa “e fra i propugnatori in Italia della “pedagogia Freinet”.
Laureatosi in pedagogia nel ’47, iniziò nello stesso anno ad insegnare nelle scuola elementare.
In contatto con il gruppo di Ernesto Codignola e di “Scuola Città Pestalozzi di Firenze, fu subito attento alle impostazioni innovative delle “scuole nuove “.
Fece parte del gruppo che costituì il C.E.M.E.A. Partecipò all’attività del C.E.M.E.A. di cui divenne anche istruttore sino al 1962

(***) seconda nota biografica
Freinet Celestino (1866-1896) educatore e pedagogista francese.
Iniziò la sua carriera di maestro nel 1920 in un villaggio delle Alpi Marittime dove comprese la necessità di rinnovare profondamente la pratica scolastica così da poter soddisfare le esigenze più vive delle classi popolari. Per consentire a tutti gli insegnanti di svolgere con efficacia il proprio compito, promosse forme di collegamento e di cooperazione, fondando nel 1928 la Cooperative de l’einseignement laic.
Nel 1930 si fece trasferire a Saint Paul de Vence, ma qui l’ostilità da parte dell’estabiishment provocò il suo allontanamento dall’insegnamento; egli iniziò allora, a Vence, di una scuola popolare fondata sulle sue proteste educative che si sono poi diffuse sempre più in campo internazionale (in Italia sono state raccolte dal Movimento di Cooperazione Educativa ).
Con la sua opera di rinnovamento, Freinet vuole , in primo luogo, creare una scuola che tenga conto delle naturali esigenze dei bambini, aiutandoli a procedere per tentativi nella costruzione della propria personalità e attribuendo un valore primario alle attività creative ed espressive.
La prima realizzazione di Freinet è infatti il testo libero che i bambini scrivono quando ne sentono il desiderio, traendo spunto da esperienze vissute.
Ogni giorno, poi, si sceglie un testo particolarmente significativo che viene stampato dai bambini stessi con un “complessino tipografico”; problemi e metodi propri del mondo del lavoro entrano così nella classe, superandone il tradizionale isolamento.
L’elemento che caratterizza l’opera di Freinet è, infatti, la sua fiducia nel dialogo e la cooperazione tra insegnante e alunno e tra gli insegnanti.


Capitolo IV

Pieve di S. Giuliano a Settimo

Convolvoli azzurri

Ai convolvoli azzurri.
Tra finestrelle di cielo
delimitate da canne
si attorcigliano i convolvoli
azzurri ed io ne raccolgo
ogni domenica due per regalarle
uno a Sara,la mia prima figlia
l’altro a quella che sta per nascere
Ogni Domenica prima di arrivare
alla Pieve di S. Giuliano a Settimo Mamma Carmelina 1991

Questa parte del Diario è dedicata alla Pieve e si intitola “Ai convolvoli azzurri” perché sono stati questi fiori (gli azzurri sono i miei colori preferiti) ad accompagnare lo sguardo e il cuore nelle passeggiate con Sara, la mia primogenita, in attesa della seconda, Nadia, dalla Badia a Settimo alla Pieve, passeggiate che per tanti anni ( 9 circa ) ho avuto il piacere e la gioia di fare, .. ( Ora la scuola,la raggiungo comodamente con il servizio eccezionale del personal-bus ).. in ogni condizioni atmosferiche anche per raggiungere la scuola denominata Aldo Pettini che allora si diceva “ dell’Olmo Pieve”.
Mi è sempre piaciuto immergermi completamente nella natura, camminare circondata da ogni cosa del creato sentire la pioggia come il sole, la nebbia come la notte, i colori, i profumi, i sapori.
Queste passeggiate sono state per me le oasi che mi hanno aiutata a superare talvolta lo stress delle fatiche quotidiane.
Non mi sono mancate le avventure e le disavventure delle scarpe infangate, delle calze inzaccherate, ma tutte hanno contribuito a creare ed aumentare questo rapporto e il dialogo con la natura, le persone della Pieve di Settimo, con questa terra che profondamente amo perché in essa ho avuto la buona ventura di diventare madre di crescere come insegnante credendo nell’ínsegnamento della lingua straniera e ad amare gli alunni.
Sono “cresciuta” e a distanza di anni queste pagine vogliono essere testimonianza di una vita, di una donna ed aprirsi al dialogo con tutti
felice di donarmi questi poveri scritti nati da questa terra
tra questa gente e che ritornano a questa terra e questa
gente.alle mie figlie come ai miei alunni a mio marito come
ai miei genitori, al mio amato fratello Cesare, alle mie colleghe
a tutti coloro a cui ho voluto bene e che mi hanno voluto
bene ed anche a chi mi ha contrastato e consigliato


SETTIMO
Nei secoli dei secoli la Pieve di S.Giuliano a Settimo
Passato e presente.

Nell’affresco seicentesco della lunetta sul, portale centrale si vede la Madonna in atto di sollevare il panno per mostrare il Bambino Gesù addormentato mentre S.Giuseppe e gli angeli assistono alla scena.
Un’immagine indimenticabile, anche se porta evidenti i segni del trascorrere del tempo e che costituisce uno dei tanti tesori della Pieve di S.Giuliano a Settimo pieve antichissima, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, addirittura al VI secolo d.C. quando i territori della Chiesa di S.Reparata di Firenze confinavano sulla Greve con la Plebaia di Settimo. Il portico a tre archi inquadrati da lesene ed ornato di vasi di terracotta sul coronamento è addossato alla facciata semplice di stile romanico.
All’interno la Pieve conserva l’originario impianto basilicale a tre navate, poggianti su pilastri quadrangolari mentre l’intonaco nasconde un universo di segreti, in parte scoperti altri ancora sconosciuti. E’ stato accertato, attraverso dei saggi direttamente fatti sull’intonaco, nell’anno 1988, che esisteva una decorazione graffita e dipinta su tutta la chiesa, fatto singolare se si pensa che in Toscana un altro esempio di graffiti è visibile a S .Miniato al Monte e solo su una superficie di 2 mq. Alle partiture cromatiche dell’interno su aggiunga che al di sopra dei pilastri vi erano dei quadri presumibilmente raffiguranti i dodici Apostoli e che ogni quadro era raccordato all’altro da festoni vegetali tutti diversi, se ne sono scoperti di quercia, di lauro, d’olivo. Quando colori e graffiti abbellivano la Pieve era il 1700 ed una lapide a sinistra del portale centrale in fondo alla chiesa porta inciso in latino. A decoro di questa chiesa, Gambassini Pievano con somma diligenza restaurò ed ornò a proprie spese, 1735 “Non solo i graffiti, ma anche l’originaria pavimentazione non è più visibile. La chiesa interrata, attraverso i secoli, di m.3.20, oggi mostra una pavimentazione in cotto dell’Impruneta che nasconde al di sotto, tra i due livelli venutisi a creare, il cimitero che venne usato per seppellire i morti fino al
1730, anno della terribile peste.
Anche il soffitto originario a capriata è scomparso nascosto dalla copertura a volta.
C’erano un tempo e non ci sono più.. ma il fascino che l’antica Pieve, se pur modificato emana, è ugualmente intenso e particolare ed ancora i suoi innumerevoli tesori parlano al cuore e alla mente. Riportato allo splendore originario nella Pieve di S.Giuliano a Settimo
si può ammirare il Fonte Battesimale: forse l’originale dell’antica chiesa, fonte a forma esagonale lavorato in pietra che porta lo stemma dei Bandini tardivamente aggiunto. Dietro il fonte campeggia l’affresco seicentesco originale, restaurato nel 1988 che“narra” del Battesìmo di Gesù.
Un secondo pregevole affresco si ammira in alto, dell’absidedove l’incoronazione della Vergine con spighe di grano è completata dagli angeli in cielo e da popolane in terra. Quest’opera restaurata per volontà e grazie ai fondi della parrocchia col controllo delle Belle Arti di Firenze, proprio nel 1992 risulta ancor più oltre l’arco della navata centrale anch’esso restaurato e riportato interamente alla purezza della pietra serena, arco che porta inciso “Bartholomaeus Baldinus plebanus anno Domini 1665“ In chiesa esiste ancora (anche se non funzionante del tutto) l’organo maestoso a due tastiere,la prima realizzata dall’Amati, la seconda aggiunta da Filippo Tronci di Pistoia.
Il grande organo è chiuso da due tele rappresentanti David e Santa Cecilia, i patroni della musica ed a questo proposito proprio della Pieve era la più vecchia e prestigiosa banda musicale della zona che fino al 1990 ha accompagnato tante celebrazioni e feste, non solo alla pieve, ma in tutti ii dintorni di Scandicci…. il nostro “osservare!”. Si sofferma ancora su due immagini che la Pieve dona a chiunque voglia scoprire i segreti di Scandicci; la tela vicino all’altare maggiore nella navata di sinistra rappresentante S.Margherita e S..Agata, la prima protettrice delle partorienti, la seconda delle madri allattanti. datata 1666 circa ed in fondo alla chiesa una nicchia in pietra serena scolpita nella parte esterna con una corona di Angeli,nicchia che conserva la MADONNA DEI FIORI, bassorilievo in terracotta policroma dove Gesù Bambino, fatto unico e singolare nella storia dell’arte è con un dito in bocca.
“In un campo dell’attuale Via di Porto un contadino della zona lavorando la terra nel periodo invernale fu colpito dal vedere un roseto ancora splendidamente in fiore, sotto il quale si rivelò la preziosa terracotta“. A ricordare l’evento del 1658, prima Domenica dopo la Pasqua, si celebra la Festa della Madonna dei Fiori. Sullo stesso altare prima del ritrovamento della terracotta, era collocato lo splendido quadro dedicato alla Madonna “Mater Dei“ anche oggi visibile nella navata di sinistra. Alla purezza ed ai segreti dell’antica chiesa si aggiunge l’armonia del chiostro quadrangolare col pozzo centrale ed il loggiato sorretto da colonne col capitello ionico. Al pozzo si poteva attingere l’acqua più fresca della zona, tanto che il Pievano di allora (siamo agli inizi del secolo) durante la mietitura e la battitura aveva stabilito dei turni per attingere l’acqua riservando il turno delle dodici per la necessità della chiesa. Nel chiostro una lapide porta inciso: “Pro tempore estivo orandi 1730 “ e ricco di piante fiorite e di verde veramente questo luogo invita alla preghiera al riparo dalla calura estiva. Il campanile che conserva in basso la parte originaria ha subito poi per il resto molti rifacimenti.
E arrivando e lasciando la Pieve di S.Giuliano a Settimo la cosa meravigliosa che rimane impressa nel cuore e nella mente è quell’armonia fra tuttala struttura architettonica ed il paesaggio intorno, un equilibrio che tutto mantenuto per secoli fino alle soglie del duemila
PIEVE DI SAN GIULIANO A SETTIMO , Km. 7 da Firenz, nel Comune di Scandicci, sulla via Pisana fra le località OLMO e VIOTTOLONE.

CARMELINA ROTUNDO

NADIA GABL


La Pasqua delle rose.
Io e la mia sorella Sara abbiamo la fortuna di vivere tra due campanili quello della Abbazia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo e l’altro dell’antichissima Pieve di San Giuliano a Settimo.
Alla Pieve la Pasqua viene due volte perché la Domenica dopo Pasqua c’è la bellissima festa della Madonna dei Fiori che prima si chiamava Pasqua delle rose.
Una signora ha raccontato alla mamma che quando era giovane veniva sempre qui tutta elegante e le famiglie erano molto unite.
Un’antica leggenda narra che un contadino mentre lavorava la terra in una fredda giornata d’inverno vide spuntare delle rose stupende e con la sua vanga colpì qualcosa che poi – finito di scoprire – si rivelò una immagine sacra che fu portata alla Pieve.
Questa immagine sacra mi piace molto perché c’è la Madonna che ha in braccio il bambino Gesù che tiene il dito in bocca (purtroppo io che ho sette e più anni il dito in bocca lo tengo ancora). In questo giorno arrivano tante bancarelle di dolciumi e di fiori e la chiesa viene tutta abbellita con fiori di tutti, i colori e la Madonnina che di solito è in fondo alla chiesa viene messa sull’altare.
Dopo la Messa, accompagnata da canti, viene portata sul carro dei fiori che è stato preparato nel chiostro. Con un trattore il carro viene condotto nel, piazzale della Pieve, dove gli mettono sopra una corona e due angioloni tutti dorati.
Così tutto è pronto e inizia la processione: i sacerdoti vestiti a festa di bianco e d’oro, i chierichetti, la banda musicale e il coro - ho per fortuna cantato anch’io - e tutta la gente mentre il sacerdote dice le preghiere, la banda suona e il coro canta. Finita la processione, la Madonna viene riportata in chiesa e tutti vanno a darle un bacino e quest’anno io ne ho dati due alla Madonna e al Bambino. Dopo ho ballato con la banda che suonava canzoni regionali. Speriamo che il prossimo anno sia una bella giornata così piena di sole come questa del 1999.
NADIA GABL


SARA

Storie di fiori
Riguardo ai fiori con la mia famiglia c’è una storia particolare.
A nonna Maria piacciono tantissimo i fiori ed ha sempre rimproverato il nonno perché non le mandava mai fiori.
Tanto ha detto che nonno Rosario un bel giorno, ha prenotato un motocarro Ape, l’ha caricato di fiori e scritto un biglietto Cara Maria, questi sono per tutte le volte che non te li ho mandati e per le volte che non te li manderò più .
Così ha pagato il debito.
Alla mia mamma Carmelina non piacevano i fiori. Però quando ha cominciato a fare la maestra, tanti anni fa gli alunni le portavano spesso i fiori ed uno in particolare. Demetrio, non si scordava mai di raccogliere un fiore per lei ogni mattina Tanto che Demetrio mi racconta la mamma, le ha insegnato ad amare i fiori E sapete quali sono i fiori preferiti di mamma?
Le calle
I miei sono le magnolie
Quelli di Nadia le gerbere.
A scuola dalla mamma, da più di dieci anni vanno a fare tirocinio delle studentesse americane della Gonzaga University diretta dal prof.Anthony Via.
Spesso capita che le studentesse vengano a conoscere noi e i nostri amici tra i quali la Dina una nonnina eccezionale di novantanove anni, nata a Rocca San Casciano (Forlì) il 6 Giugno 1900, alla quale piacciono i fiori e in casa tiene alcuni rampicanti addirittura e molti sul terrazzo che ha davvero grandissimo.
Quando le ragazze americane vengono da noi ci raccontano tantissime cose interessanti e quest’anno l’intervista l’ho fatta per il concorso dei fiori (bandito dal giornalino OKAY diretto da RobertoAlborghetti) a Melissa

S A R A G A B L


MELISSA

Intervista a Melissa da parte di Sara e Nadia Gabl
Nome Melissa Baumbach
Abita a Portland, Oregon in the United States
Portland è chiamata The city of Roses perché vi fioriscono delle rose veramente stupende ..
“ In Portland it rains a lot, this is why we have such beautiful roses”
In Portland c’è il festival delle rose
Portland Rose Festival.
La festa è a Giugno e dura tre settimane.
Durante la festa ci sono tre “parades”.
Una dei bambini , una della notte e una dei grandi.
La “junior parade” è il Mercoledì . Gli alunni finiscono la scuola a mezzogiorno, perché la “ parade” comincia alle 15 del pomeriggio.
A questa “ parade” partecipano solo i bambini delle elementari, femmine e maschi.
Alcuni gruppi di bambini camminano a piedi, con i loro animali anche loro decorati con i fiori. Ci sono comitive di musicisti, di amici e di boy scouts. La “parade “della notte è il Sabato mattina ed è chiamata “Grand Floral Parade” ed è davvero straordinaria. Questa Parade è l’evento più importante del Festival delle rose. Durante la grande parade sfilano 25 “FLOAT” (barche di strada).
Le barche sono decorate con fiori e piante, ma soprattutto rose di colore rosso, arancione, giallo, rosa, bianco, color pesca.
Anche nella “parade” c’è la banda, molte bande e quelli che suonano hanno molte rose nei cappelli; c’è il gruppo dei danzatori e persone che vanno a cavallo. Pure i cavalli sono decorati con rose. In ogni “parade” c’è una regina con dodici principesse. Queste della Grand Floreal Parade vanno a scuola superiore e hanno 17 e 18 anni, cavalcano una barca della strada. La festa è anche uno spettacolo di fiori, una gara con l’arco e spunta il carnevale. Ci sono gare di barche, dragoni cinesi, le navi militari degli Stati Uniti d’America. “There is an air show, where many airplanes perform and there are dragon boat races, on the river Willamette”
Durante il festival c’è la caccia al tesoro: Il primo premio che si vince è un automobile. La principessa viene scelta dalle più brave. La principessa porta sempre il bouquet e la corona e saluta in modo particolare.
“ They wawe done by the princesses and the queen is like the wawe of the Queen of England: The girls wear white gloves and wave elbow-elbow wrist-wrist-wrist. elbow elbow, wrist, wrist wrist, By the end of the parade their arms are very tired. The festival has many activities and is a lot of Fun,

CARMAPRILE 2001

1° Aprile 2001.

Inaugurazione dei nuovi locali della storica biblioteca dell’Isolottoin viale dei Pini

Non era passato un giorno, neppure un mese, neppure un anno neppure dieci anni, ne erano passati TRENTA dalla prima volta che ero approdata a Firenze e più precisamente in via dell’Argin grosso,vicino all’Isolotto, quartiere di cui però a Perugia si seguivano le vicende legate a don Mazzi, un quartiere in fermento….e ne erano passati VENTOTTO dal 1973, primo anno che mi introducevo“ufficialmente” nel mondo del lavoro, come maestra alla Montagnola.
Mi piaceva arrampicarmi sul Bussone verde, a due piani per arrivare a scuola e rifare il percorso inverso verso casa, per il viale dei Bambini e quello dei Pini
Quelle passeggiate tra il verde sono ritornate a piacermi quando da Badia a Settimo andavo alla Pieve, dove si trova la scuola oggi denominata Aldo Pettini ( che raggiungo da questo 2001 comodamente con il servizio efficientissimo e puntualissimo del PersonalBUS)
Oggi 1° Aprile 2001 ritornavo alla “ Montagnola” e scendendo dal Bus num, 26 avevo voluto rifare quel percorso fermandomi all’edicola dei giornali in piazza vicino alla “Montagnola”: qui il primo incontro con il passato al chiosco; c’è il papà e la figlia, mia ex alunna della scuola elementare della Montagnola; sono loro a gestire l’edicola: un abbraccio ed un tuffo al cuore; quanti anni sono trascorsi! E’ proprio vero, il tempo è galantuomo e passa senza far rumore.
Dall’edicola entro nei giardini e per il viale dei Bambini, superata la chiesa nel viale dei Pini dove c’è la Biblioteca.
L’animazione è grande: intere famiglie, nonni, genitori, bambini, sono presenti; mi unisco a loro cercando con lo sguardo persone conosciute. Incontro il direttore della biblioteca Martini il gentilissimo signor Sandro Bonechi, Fuad Aziz illustratore ed autore di libri per bambini e Raffaela pittrice dei “sogni”
Insieme ci fermiamo ad ascoltare le parole di Eros Cruccolini, presidente del quartiere 4 e del primo cittadino di Firenze, Leonardo Domenici.
La parte inaugurale si apre all’utenza degli universitari; circa un centinaio quelli presenti nel quartiere come luogo di dialogo e di incontro fra culture, due obiettivi da sempre perseguiti in questa biblioteca che vuole essere stimolo per una partecipazione attiva degli utenti, per fare “cultura” insieme convinti che è nell’unità la forza per affrontare le sfide della società sempre
più tecnologia.
Questa biblioteca porta il nome di Luciano Gori., sta parlando Eros Cruccolini un nome, solo un nome …
Mi si affaccia alla memoria il “cubo” di cartongesso costruito dopo quasi un mese di scuola nel 1973 in cui c’eravamo noi:
- la maestra Carmelina e gli alunni di una classe 1a altrimenti destinata a turni pomeridiani non considerati idonei dai genitori che tanto fecero finchè non videro realizzato il sogno di mandare a scuola i propri figli la mattina. Io ero in mezzo a delle classi “vere”tra quelle del maestro Maestriani e quella del maestro Luciano Gori.(Il Direttore, mi ricordo, mi raccomandò di stare in equilibrio, di non pendere da una parte o dall’altra, perché i due, a quanto pare, erano su fronti opposti).
Ero troppo timida, chiusa, troppo “preoccupata” di questa nuova esperienza per riuscire ad uscire dall’aula: i contatti con i colleghi non erano come si auspica in questa nuova scuola dell’autonomia; erano più di buona educazione e l’insegnante era il “solo” in classe ed il lavoro in team era lontano a venire; fatto sta che non approfondii nessuna delle conoscenze con i colleghi, anche se al contrario i miei rapporti con gli alunni furono tanto curati che con alcuni di loro ancora ho avuto modo di incontrarmi proprio come poche ore prima.
Ci accodiamo dietro il primo cittadino di Firenze per visitare le varie sale.
Caso vuole che mi si affianchi una signora con la quale continuo a voce alta quasi seguendo, il filo dei ricordi.
“Allora questa biblioteca è intitolata a Luciano Gori,lui è stato un mio collega” e lei senza lasciarmi finire; “io sono la sorella“ e con amorevole gentilezza mi fa vedere il libro intitolato al fratello a dieci anni dalla morte che porta la data del 1995.la foto di lui in classe: i posters colorati realizzati con gli alunni e con un lavoro lungo e paziente restaurati amorevolmente da lei.
Venga a vedere insieme il film dove vengono raccontate le opere realizzate da Luciano per i bambini.
Stava diventando un giorno davvero speciale questo primo di Aprile venuto di Domenica e di cui mi ero un po’ rammaricata per non aver potuto ritrovarmi con qualche pesce attaccato alle spalle dei bambini a scuola.
Il giardino dove di solito, si riuniscono i lettori, il Bibliobus, geniale trovata che porta i libri a tutti.. il sole di primavera mi riporta alla realtà Sara e Nadia mi stanno aspettando per andare insieme a Maria Bufalo e Maria Teresa alla Villa Caruso di Lastra a Signa per assistere al Concerto dove partecipa anche il piccolo Alessio Attanasio di sei anni figlio della mia Amica Yvonne diPalma.
Una corsa per riprendere l’autobus, sempre il numero 9, ma non più a due piani non più quello verde a due piani, ma l’arancione lungo a serpentone.


MICHELANGELO IN CITTA’
di Carmelina Rotundo

Nasce con la pubblicazione del volume “Michelangelo in città” in giro per la città di Firenze alla scoperta delle opere di un genio del Rinascimento, la nuova originale interessante collana di guide artistiche rivolta al pubblico dei giovanissimi edita dalla Casa Editrice Nicomp di Firenze.
Il libro si snoda lungo tre traiettorie che si intersecano e completano a vicenda:
l’itinerario per le vie della città
i luoghi dove si trovano le opere d’arte
episodi della vita del genio, inseriti nell’ambiente dell’epoca
Al linguaggio semplice che apre un interessante e stimolante dialogo si abbina un felicissimo connubio tra le ben riprodotte immagini dei capolavori e le invenzioni grafiche di particolare gusto e leggerezza di Fulvio Petri, diegnatore del gruppo dei 4 bambini: due maschietti, una fanciullina con un poppante a traino e che hanno per amici un cagnolino ed un gattino.
Il libro potrà costituire un interessante pretesto per riunire le famiglie intorno all’itinerario dedicato alla straordinaria traccia lasciata da Michelangelo nella bella Firenze ed essere strumento didattico per gli insegnanti che vogliono accompagnare gli alunni in un viaggio d’arte, durante cui, seguendo il testo, si possono acquisire o ricomporre in un quadro composto anche nozioni di storia e di geografia sul territorio. Questo volume potrà anche essere uno strumento didattico utile anche per i docenti di inglese per un esercizio nella lingua che ormai rappresenta per tutti un indispensabile complemento culturale.
Il libro scritto in italiano e inglese è di 56 pagine, formato 19 x 26 in quadricromia, con 34 riproduzioni di opere d’arte e oltre 30 disegni illustrativi, osservazioni e interventi per stimolare l’attenzione dei giovani lettori Testi a cura del Centro Studi Auxologici di Firenze diretto dal Pof. Ivan Nicoletti; Consulenza; Dr.ssa Pina Ragionieri, direttrice dell’Ente Casa Buonarroti.
Editore Nicomp L.E. Firenze . www auxologia it/ bookshop £ . 18.000
Distribuito in Libreria da The Courier International srl
Firenze - Fax 055 3022000 e-mail the courier@flashnet.it


Capitolo V

Gianni Rodari, il maestro
Dino campana, il poeta


UEL SIGNORE DI SCANDICCI ...

“Tanta gente non lo sa,
e dunque non se ne cruccia
la vita la butta via
e mangia soltanto la buccia”

(da “I bravi Signori” di Gianni Rodari).

Ho partecipato a queste tre giornate dedicate alla creatività sulle orme di Gianni Rodari grazie ad una idea del Ministero della Pubblica Istruzione - Per merito di Sara e Nadia, le mie piccoline:
“Mi piace proprio”
“Mi piace troppo”
“Mi sono divertita un sacco”
“Vogliamo rileggerle”
Per quelle parole, ma soprattutto per la luce che brilla nei loro occhi facendone risplendere tutta l’espressione del volto di gioia mi sono lasciata coinvolgere (troppo poche volte purtroppo) nel gioco che più di tutti piace a Sara e Nadia: stare buona, buona, attenta, attenta ad ascoltarle, a sentirle leggere e divertirsi con quelle “invenzioni brillanti” di Rodari.
Una motivazione in più arriva dalla scelta del luogo dove si sarebbe tenuta l’iniziativa la Badia di Settimo che ha, da quando sono venuta ad abitarvi vicino, esercitato un grande fascino per la mia mente, come per la mia immaginazione ... e quella Badia, uno dei luoghi del territorio in cui vivo che ho trovato spontaneo collegare con l’altro, la scuola Aldo Pettini dell‘Olmo Pieve dove insegno inglese e coinvolgendo le tre maestre delle classi IIIA e III B (Lucia Papi, Patrizia Mignolli e Daniela Pierini)siamo andate a vedere con tutti i bambini la Mostra, non mi piaceva l’idea di andarci da sola. Volevo ascoltarli, parlare dei loro lavori e di quelli degli altri compagni.
Così per la seconda volta, la prima c‘ero stata Giovedì con Sara e Nadia, sono tornata nel chiostro grande, rallegrato da quelle coloratissime sculture realizzate dagli studenti dei Liceo Artistico Leon Battista Alberti.
Figure a tutto tondo ispirate ai disegni della figlia di Gianni Rodari, Paola, disegni colorati, riprodotti su posters, locandine, programmi, cartelle per queste tre giornate.
(Una curiosità, nella cartella del Convegno c‘era anche una matitona rossa e blu che mi ha ricordato che il maestro un tempo segnava in rosso o blu gli errori a seconda della loro gravità, forse un invito?)
Mi aveva colpito come il colore celeste chiaro fosse decisamente preminente nella statua del Signore all’entrata ed anche nell’altro sopra il pozzo nel Chiostro grande. Che belli gli azzurri.
Due visite diverse per la luce e i l’atmosfera, per incontri e dialoghi tra colleghi genitori, nonni e bimbi, ma ambedue sicuramente allegre e accompagnate da quell’incontenibile desiderio di correre tra le siepi, intorno al pozzo tutti insieme dei bimbi. “Solletico” (programma televisivo) che spasso! .. .l‘approdo all ‘isola delle poesie, dove alle parole frutto è concesso, com’era conteso e desiderato!
Colori, forme, sotto il cielo di Badia tra la sua storia e le sue piante, il suo presente tra la sua gente, pensando al futuro serenamente: Che favola!
La full immension nei libri di Rodari, nel giornalino “Il Pioniere” nelle tante e tante traduzioni nella musica della cassetta con la voce di Sergio Endrigo che canta le filastrocche di Gianni, nei videogiochi che tanto appassionano Sara e Nadia ed ancora al Granaio in un crescendo di animosità del Seminario di produzione creativa condotto con tanta simpatia e competenza da Raffaele Iosa con la sua voce bene impostata e piacevolissima, la presentazione della creatività nella scuola elementare di Ponticelli (Napoli) da parte del simpaticissimo direttore Raffaele Piccardi, l’ascolto della voce di Gianni Rodari che legge le sue opere, l’incontro con un gruppo di ardimentosi maestri di Potenza e di Salerno con Anna Maria Monaco che parla con gioia della sua scuola di Buccino (SA).
“Solletico” ha proposto un video di due scuole del Nord per la creatività di fare storia e geografia.
Il Convegno nella “Tinaia”, 1’ho vissuto dalla testa alla coda senza mai registrare un calo di temperatura nel termometro dell’entusiasmo che, nella fantasia, avevo collocato proprio tra l’arcobaleno e i posters celesti da cui spiccava il volto di Gianni sorridente.
Tutti: relatori, organizzatori, testimoni hanno saputo animare con passione, con creatività, con fantasia con calore e con colore i vari interventi e trasmettere ottimismo verso la vita stessa, la scuola e le cose; ottimismo che può portare tanto di buono per creare e ricreare una scuola, una società dove sia sempre più piacevole stare insieme bambini, insegnanti, persone di custodia (personale ATA), genitori, dirigenti, amministratori, provveditori, ispettori, ministri, VIP…
Come non concludere con un augurio dal profondo del cuore che la speranza di cose belle e serene, buone e utili illumini tutti noi cittadini del mondo.


(Di Gianni Rodari


da “I bravi Signori”..
Un signore di Scandicci
buttava le castagne
e mangiava i ricci.)


QUEL SIGNORE DI SCANDICCI
Ovvero la polpa della vita

Una grande occasione per il mondo, pedagogico e non solo, d’Italia queste tre giornate coinvolgentì, divertenti, interessanti dedicate alla creatività sulle orme di Gianni Rodari.
Un segno dei tempi particolarmente significativo questa articolata iniziativa, la prima del 2000 che dedicata a Rodari e, nata da un’idea dello stesso ministro della Pubblica Istruzione, si è rivelata piacevole palestra in cui hanno esercitato la capacità di stare insieme scuola e territorio, territorio e scuola, dal Ministro Luigi Berlinguer al Provveditore agli studi Giovanni Pedrini, all’Ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione, Raffaele Iosa ai direttori didattici, fra cui Raffaele Picardi (scuola elementare Ponticelli di Napoli) ai docenti di ogni ordine e grado provenienti da varie regioni d’Italia (numericamente superiori quelle delle scuole dell’infanzia e delle elementari) rappresentanti del Comune di Scandicci dal Sindaco Giovanni Doddoli all’Assessore alla Pubblica Istruzione Claudio Raspollini ai rappresentanti di Istituti ed Enti Culturali, di musei per la B.D.P. (Biblioteca di Documentazione Pedagogica di Firenze) Giovanni Biondi per la compartecipazione di aziende prèsenti sul territorio, quali la Gucci S.p.A e non poteva mancare la televisione che ha stimolato la partecipazione di bambini a “Solletico” e portato testimonianza dell’ideatore del programma Gianfranco, anche lui un ex maestro che ha detto di aver cercato di uscire dalla visione epidermica della realtà ed entrare nelle scuole per essere portavoce dei bisogni dei bambini, proprio con “Solletico”.
La famiglia di Rodari ha fatto sentire la sua partecipazione attraverso la testimonianza della figlia Paola la quale ha dichiarato di avere per la prima volta (a distanza di vent’anni dalla morte del padre) preso la decisione di partecipare ad una iniziativa dedicata al padre. Ho creduto in chi l’ha organizzata, ho creduto in quest’incontro tra la scuola italiana e mio padre, Paola ha anche creato e disegnato i quattro personaggi che hanno accompagnato allegramente dal 23 al 25 Marzo 2000 i vari ed articolati momenti di questa splendida iniziativa, essendo riprodotti su posters, programmi, locandine e cartelle. Due dei disegni di Paola Rodari sono divenuti tridimensionali (il “Signore” all’entrata e l’altro sul pozzo del chiostro grande della Badia a Settimo) grazie all’operosità degli studenti del Liceo artistico Leon Battista Alberti di Firenze, Tanti altri ragazzi sono stati coinvolti; quelli dell’Istituto Alberghiero, dell’Istituto Tecnico Agrario, dell’Istituto di Istruzione Superiore B.Russell Newton.
La presentazione attraverso la Mostra nel chiostro grande di prodotti, oggetti, esperienze delle scuole comunali dell’infanzia, elementari e medie di Scandicci ha rivelato la ricchezza creativa
della scuola che ha saputo porre al suo centro il Bambino, ogni Bambino come quel fatto nuovo e miracoloso con il quale il mondo ricomincia sempre daccapo.
La Mostra ha contribuito a coinvolgere genitori, nonni, amici in un dialogo per consentirci di parlare con fiducia di una scuola sempre più moderna, capace di valorizzare, presentare le proprie potenzialità, guardando all’universo intero, favorendo la partecipazione più ampia possibile in un clima di serenità:
Il Provveditore agli Studi, Giovanni Pedrini in sede di Convegno non ha mancato di ringraziare e congratularsi con il Ministro per l’idea e per aver pensato di realizzare queste tre giornate in Toscana.”Vedo Rodari - ha aggiunto- attualissimo in una scuola dell’autonomia “.
“Una favola” al microfono, l’ha simpaticamente definita l’Ispettore Raffaele Iosa, coordinatore competente e vivace di due momenti significativi: il Seminario di Produzione di creatività ed il Convegno.
Una favola che continua oggi nell’80O dalla nascita di Gianni Rodari “universalmente riconosciuto come un classico della letteratura, un grande del 900”
La nostra grande scommessa - ha sottolineato il Ministro- è quella per una scuola che abbia un alto obiettivo di operare con serenità.
Per il futuro
Varie le iniziative dedicate alla Creatività sulle orme di Gianni Rodari. A Cosenza il Centro C.M.R. per la musica, nato con l’intento di promuovere la ricerca e la produzione della letteratura musicale per ragazzi, ad Orvieto le pubblicazioni” C’era due volte”.
Comincia proprio da Scandicci: dal 23 Marzo una mostra, un convegno e altro il sito promosso dal MPI e realizzato della BDP con la voglia di creare sulla rete uno spazio su Gianni Rodari che serva a far conoscere l’uomo, le opere 41 suo lavoro nella scuola e per la scuola. “la Torta in rete”.
Nell’ottica rodariana la BDP ha tentato di disegnare uno spazio aperto, non una vetrina sul passato, ma un laboratorio di idee per ragazzi ed insegnanti. Quello che si troverà è quindi un punto di partenza, un contenitore da riempire col contributo di tutti coloro che avranno idee, materiali, proposte.
Ad Omegna, sul lago d’Orta, dall’autunno 2000 inizia tutta una serie di manifestazioni che culminerà nel Gennaio 2001 con l’inaugurazione del Parco Rodari e del Centro di documentazione e nell’Estate 2001 col Parco della Fantasia, un luogo magico da visitare ed usare ispirato a Gianni Rodari.

Carmelina Rotundo
Appendice. Gianni Rodari era un uomo prezioso, buono.
“Il dovere di chi è rimasto è di farlo più conoscere” scriveva lo stesso Rodari per ricordare l’amico BRUNO CIARI “in un paese più attento ai cantanti ed ai calciatori che ai suoi veri maestri”

E sulle orme di Rodari, lo stesso assessore alla pubblica istruzione ha composto la
Seguente FILASTROCCA

Cosa potrei dire di questo evento?
Che senz’altro non è un tormento!
Cosa potrei dire di questo Convegno?
Che senz’altro non è un legno!
Cosa potrei dire degli insegnanti?
Che senz’altro non son dei santi!
Cosa potrei dire della Creatività?
Che senz’altro non ha età!
Che cosa potrei dire: di quest’Abbazia?
Che senz’altro non è di mia zia
Che cosa potrei dire di Rodari?
Che senz’altro è un genio dei più rari
Che cosa potrei dire dell’Amministrazione?

Che senz’altro non costruirà una stazione!
11 mio discorso è finito, vi saluto
con un sorriso, ma la festa non è finita
Evviva la vita
Claudio Raspollini
Assessore alla Pubblica Istruzione
Del Comune di Scandicci

W W Il Rodarino!
Che belle le storie di Rodari
con tanti scherzi e tante gioie
tanti giochi e tante pulci
per far rider noi bambini !

Che belle le storie di Rodari
Con tante stelle e tante lune
Tanti soli e tanti pesci
Per far volare noi bambini!

Che belle le storie di Rodari
Con tanti azzurri e celestini
Tanti gialli e tanti rossi
Per far sognare noi bambini
Che siam tutti birichini !

Sogni d’oro, sogni belli
Sogni d’oro ai cotti e crudi
Sogni d’oro ai signori e alle
Signore di Scandicci


SARA E NADIA GABL.


DI RODARI NON SI PUO’ FAR SENZA…..

Il Ministro dell’Istruzione
ha preparato il Convegnone
per Maestri e Direttori
per Bambini e Genitori.
Il Raspollini e la Sbordoni
l’han servito con amore ed eleganza
Da ogni parte
sono giunti alla Badia
insegnanti preparati fino ai denti
per dar prova di sapienza e intelligenza
di creatività ed autonomia
I bambini son presenti
abbelliti nei capelli
di capricci e fantasia
per gridare tutti insieme
ritroviamo l’allegria
dipingiamo di colori
questa scuola del Duemila
giro, giro, tondo, siam fratelli
siam amici giro giro tondo
Che bello il Convegnone
W W Berlinguer
W W il Convegnone
W W Iosa
W W la Scuola del 2000


Carmelina Rotundo

Dedicato al Maestro Gianni Rodari

Scolari e scolarette
avean dimenticato colori e forme:
Quanta noia c’era in classe!!
Quasi, quasi su quei banchi ci dormivan.
Con l’arrivo del Rodari
stan all’erta tutti attenti
per acchiappare
con ingegno e con impegno
le parole…..
e fare a iosa temi e filastrocche
e persino dei pasticci prelibati di dolcezze e fantasia
da far piacere agli insegnanti, ai direttori
ai genitori e persino ai nonni

G r a n d e R o d a r i !


Carmelina Rotundo
Dedica in occasione di “Quel signore di Scandicci”
dopo il seminario di produzione creativa diretto dall’Ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione Raffaele Iosa e la partecipazione di Raffaele Picardi direttore didattico Scuole elementare Ponticceli (Napoli) di Anna Maria Monaco in rappresentanza di un gruppo di insegnanti da Salerno, di maestri da Potenza 23 24 25 Marzo 2000 Badia a Settimo - Scandicci


IMMERSA NEL SOLE
Avrei voluto essere Luna
Avrei voluto essere Sole.
Camelina Rotundo
in onore del poeta Dino Campana.

Le fiammelle rendono l’incanto del chiostro grande della Badia di Settimo perfetto: tremule rivelano segreti della siepe a cui non è ancora concesso di consegnarsi alla notte. La siepe nasconde voci di bimbi che giocano a rimpiattino, Bianca, Carlotta, Francesca, Giulia, Mattia, Chiara la più piccola, Sara, Nadia. Alessandro, Lorenzo .. corrono felici di tanto in tanto, si fermano a guardare quelle fiammelle, le sfiorano con lo sguardo con il corpo. Alto si ritaglia il suo spazio perfetto, oltre gli archi, al di sopra dei “caldi” coppi il campanile, lanterna luminosa appesa al cielo azzurro intenso, non scuro quasi non volesse, non desiderasse mai lasciar sfiorire questa notte del 22 Maggio. Le tre esposizioni allestite in onore di Dino Campana accolgono visitatori sempre più entusiasti; la mostra fotografica di Alfonso Bietolini nella sala del Colombaione è un cantico intenso alle forme, ai colori dei e nei versi di Dino, narrata nel suo pellegrinaggio da Marradi al Santuario della Verna, il tramonto, la falce di luna, gli alberi, il fiume, i sassi, le rocce a strapiombo su cui nasce il “Santuario della Vema”, il mare .. .queste fotografie l’ho viste in tre tempi diversi ed ogni volta come la prima volta ! I ragazzi e le ragazze della scuola elementare Aldo Pettini (Olmo Pieve) - secondo circolo didattico Scandicci, direttore didattico Federico Marucelli - rallegrano il cuore e gli occhi con disegni e poesie ispirate all’amore per la natura in Dino…splendida la mostra allestita in collaborazione con il Centro d’Arte Modigliani e la Pro Lastra Enrico Caruso, in cui dieci artisti di livello internazionale rendono omaggio al poeta di Marradi nella sala Capitolare. Un risultato questa rassegna di un coinvolgimento totale di tutta la popolazione e che era “miracolosamente” riuscito per un connubio davvero felice tra l’Associazione Città Campaniane (sorta nel 1998 e che riunisce Marradi, Scandicci, Firenze, Faenza e Bologna) presidente Giuseppe Matulli, il Comune di Scandicci, il Consiglio circoscrizionale num.3 capeggiato da Bruno Cappelli e l’Associazione Culturale L‘Invetriata con in prima fila un devoto di Campana, Lorenzo Bertolani..
A Campana, a Dino Campana, per Dino Campana, sepolto nella Badia di Settimo sotto una lapide in pietra serena, le massime autorità cittadine con il sindaco Giovanni Doddoli, Franco Gentile, assessore alla cultura di Scandicci portano l’omaggio floreale della “selvaggia” ginestra che apre i suoi fiori giallo violento morbidissimi su steli lunghi, quasi rigidi, di un verde chiaro intenso, la lampada accesa, la preghiera di don Carlo Maurizi…
L’assegnazione del premio letterario al poeta Giovanni Raboni con il suo Quare tristis unisce la voce splendida di Marcellina Ruocco alla musica divinamente eseguita col violino da Paolo d’Amico.
Entusiasmo e commozione contagiano tutti.
Chi è al di là del tavolo, Giuseppe Matulli Sergio Zavoli, presidente della giuria, il quale ha parole di lode anche per i poeti della scuola elementare Marco Moretti, Giovanni Doddoli, Franco Gentile e noi, pubblico.. Un crescendo di emozioni che il poeta premiato rende piacevolissimo, leggendo egli stesso le sue poesie.
Gli incontri si erano supersommati, il poeta Andrea Aterini con Saida e i figli Alessandro e Lorenzo, il poeta Evaristo Righi, il quale mi ridona un racconto ed una poesia ritrovata…i due nomi sono legati strettamente ai tempi del Circolo Matteotti, alle nostre prime battaglie poetiche, antologie, mostre. Renata Mari si dimostra davvero simpatica e gentilissima; Alessandra Bencistà ci conquista con il suo brio che incanta Sara. Tra i due c’è un duetto di canti popolari sostenuto dalla gentilissima moglie. La Ventura vuole che conosca l’interprete, nel film, quel dottore che offre a Dino la sua amicizia, dimostrando ammirazione per le sue poesie nel periodo in cui Campana si trova rinchiuso a Castelpulci (1918-1932 ) ed è da Castelpulci quasi una sfida di rinascita che nel film realizzato poeticamente da Marco Moretti, Campana racconta di sé, viaggiare lontano, lontano....Ardengo Soffici Giovanni Papini, la perdita del manoscritto, la disperazione di Campana la pubblicazione di Canti Orfici a cura dell’editore Bruno Ravagli, l’amore travolgente con Sibilla Aleramo. Questo pomeriggio luminoso di Maggio era cominciato così, con l’immersione in una vita di un poeta che ha lottato in nome della poesia, “come nella fossa dei leoni i primi cristiani gettati”. Da ognuna delle quattro finestre della sala del Granaio dalle imposte ora chiuse la luce filtra diversamente per colore e per spessore, dalle ultime due quasi per nulla, mentre scorrono sullo schermo le immagini del film di Marco Moretti (restaurato per volere della città di Scandicci e che sarà documento importante nell’archivio di Marradi) ed io mi ritrovo a ricercare l’intensità del Sole che inondando questo pomeriggio di Maggio vuoi dare forma e colore ad ogni cosa della natura, ad ogni linea architettonica della Badia…calore per il cuore di ognuno questa giornata immersa nel Sole…

Avrei voluto…………………………
CARMELINA

Nel contesto delle manifestazioni campaniane sono stati presentati due volumi:
Dino Campana da Castelpulci a Badia a Settimo a cura di Lorenzo Bertolani e Marco Moretti, con letture a cura di Patrizia Giovannoni e Paolo Santangelo.
“Giurando noi fede all’azzurro”
Tredici poeti per Dino Campana.
A Dino con la speranza

Voglia di essere fiore
Azzurro
Cielo
Voglia di essere fiore
Per specchiarsi al mattino nel cielo.

Mare
Rugiada.
Voglia di essere fiore
Per vivere di luce.

Azzurro Cielo
Mare Rugiada
Caldo Sole
Voglia per essere fiore CARMELINA.



Per un’idea del Ministero della Pubblica Istruzione

INAIA

QUASI UNA MAGIA
In una notte di Giugno
è esplosa una bomba d’amore
a Badia a Settimo
“ le stelle sono bottoni di madreperla
e la sera si veste di velluto” (L’Invetriata)
Quando i pensieri giungono al cuore.
Le corse di Nadia vestita di celeste tra le siepi ben tagliate che fiammelle tremule illuminano nel chiostro grande della Badia a Settimo.
Sara che è più silenziosa. Il cielo ha lasciato cadere le stelle e la luna si è nascosta per guardare e non essere vista Stanotte – dieci Giugno – nella piana di Settimo è scoppiata come una bomba d’amore che contagia la nostra pelle al solo contatto con la parola poesia.
Stasera è di scena la POESIA. Le colonne della Tinaia, l’ambiente più antico del complesso abbaziale di Settimo sembrano aver lasciato da parte austerità e solennità per rendersi leggiadre agli sguardi anche loro contaminati da questa esplosione d’amore intensa, molto intensa dolce, dolcissima, ancora di più Trenta voci, ognuna col suo timbro, ognuna con la sia melodiosità con cuore hanno composto una antologia per raccontare di Badia a Settimo profumi, colori per condurci per mano in luoghi a ritrovare il piacere di passeggiare sulle rive del grande fiume Arno per ricordare difficoltà per affermare speranze.
Al di là dello spazio del tempo la calda voce dell’attore Renato Scarpa attraversa potente e melodiosa i secoli: quel passato così carico di storie (la Vinaia è stata adibita dai monaci a laboratorio della lana poi ad ospitare i pellegrini ed in seguito fu usata come cantina) si sta riunendo al presente per quell’arcano gioco per cui ogni essere umano è legato all’altro ed insieme tutti alla Natura ed a ciò che ci circonda.
Dice Dante che l’uomo fu creato per seguir virtute e conoscenza. All’uscita dalla Tinaia nel cielo azzurro ed intenso, ma non cupo che fa da splendida cupola naturale al Chiostro di Badia a Settimo, di stelle se ne contan tante, accese dal buon Dio come auspicio e speranza d’amore e specchio di esse in tremule fiammelle dalle “cere” innalzano la loro luce ad incontrar le altre. Al di là delle siepi tagliate, corse di bimbi e bimbe e le loro vocine si alzano fin sugli archi del chiostro, poi raggiungono il cielo. E’ qui in questa terra di Badia che sono divenuta madre di due creature: Sara, la quale nasce il 20 Dicembre 1989 Nadia che vede la luce il 22 Ottobre 1991. Quando i pensieri giungono al cuore è M A G I A. Ci sono storie che si ricordano, ci sono storie che si dimenticano; questa non apparteneva ne’ all’una ne’ all’altra era MAGIA e tremula la sera fatua; è fatua la sera tremula, ma c’è .. Carmelina dedica al Sindaco di Scandicci Giovanni Doddoli ai cortesi “padroni di casa” i sig.Tanini, a Sandro Fallani, presidente della Commissione culturale a Lorenzo Bertolani presidente dell’Associazione culturale “L’Invetriata” al poeta Michele Miniello, all’attore Renato Scarpa.
Un grazie di vero cuore va a Carla Brizzi la quale ha gentilmente immortalate con una registrazione le voci di questa magica serata e le immagini con scatti fotografici insieme ad Alfredo Biondi, a Maria Bufalo. Un grazie a tutti gli amici intervenuti che con la loro presenza hanno manifestato interesse, da Ruggero, Maria, Fabio, Lucio, Antonella, Sara, Nadia, Vincenzo, Maria Teresa, Carlotta, Matilde.


Capitolo VI

Il Natale

IL PRESEPIO numero 163 – settembre 1995
Rivista dell’Associazione Italiana Amici del Presepio

E’ GIOIA!

La mia storia col Presepe inizia molto presto nel tempo e quasi sicuramente aiutata da una precisa ragione geografica: la mia famiglia, papà, mamma e mio fratello Cesare, ha vissuto per undici anni vicino ad Assisi, città divenuta meta preferita delle “gite” domenicali.
Mio padre, anzi, per motivi di lavoro, doveva trasferirsi proprio ad Assisi, ma scelse Firenze per
poter stare accanto a sua figlia che aveva deciso di frequentare all’Università la Facoltà di lingue
e letterature straniere.
Ancora oggi mi chiedo che cosa sarebbe stato di me se io fossi andata a vivere ad Assisi (forse mi
sarei dedicata alla preghiera e non alla famiglia).
Lasciando da parte i se, ritorniamo al Natale, festa magica, festa dei colori, delle luci, degli alberi addobbati, dei pacchetti da scartare, di Babbo Natale, della neve… ma al di sopra di tutto, quello che aspettavo era andare ad Assisi a Natale in (mi sia concessa la parola) pellegrinaggio per Presepi, pellegrinaggio che iniziava dalla Basilica di S. Francesco per arrivare alla Chiesa dedicata a S. Chiara, su su fino al castello. Allora godevo dei giochi d’acqua, del vedere il sole che dava il posto alla luna e alle stelle, della stella cometa, dei pastori, della neve che scendeva, guardavo Gesù Bambino, S. Giuseppe, la Madonna, il bue, l’asinello in quella capanna si compiva un miracolo, il miracolo della Natività.
Mio padre e mia madre non parlavano, preferivano far vedere a me e a Cesare, ed io vivevo quell’esperienza con gli occhi da bimba senza capire molte cose, però ero felice, molto felice.
Dopo vari anni, adulta sono ritornata ad Assisi, poco prima di diventare madre, e rivedendo i Presepi ho sentito ritornare un sentimento, questa volta più consapevole, per quel grande mistero che è la Natività.
Gesù Bambino il verbo incarnato, Gesù venuto in terra per condividere in tutto e per tutto, eccetto che nel peccato, la nostra condizione umana.
Oggi madre di due piccole, Sara, che è nata pochi giorni prima di Natale, il 20 Dicembre 1989, e Nadia che nasce il 22 Ottobre 1991, mi chiedo che cosa devo fare per riuscire a trasmettere quell’amore, quella gioia che i miei genitori hanno donato a me, al di là della curiosità dei pacchetti da scartare, al di là delle luci dell’abete e dei dolci ed è per questo che forse, ho cercato di ricostruire con le bimbe un itinerario dei Presepi, che tenta di spaziare nell’ universo…da Badia a Settimo, luogo suggestivo dove viviamo, a Firenze, città più che straordinaria “incredibile”, alla Toscana, alle terre dell’ Umbria…nel cielo, dove ancora oggi nonostante l’ inquinamento è percettibile a occhio nudo quella costellazione del Cancro che racchiude un ammasso di stelle, che ricevette il nome di “Presepe” o di “Greppia” e a proposito delle quali Plinio il Vecchio diceva: “sunt in signa Cancri duae stellae parvae aselli appellatae, exiguum inter illas spatium nubecula quam praesepium appellant”.
Ho scoperto così che chi fa un Presepe è spesso un poeta, un cantore di amore e dolcezza, perché quel grande mistero d’amore, quel miracolo della Natività, porti ancora pace e amore a tutti gli uomini di buona volontà e gloria nell’alto dei cieli.

Carmelina Rotundo


It is joy
by Carmelina Rotundo

My story with the Cribs starts very early in my life and almost certainly it no doubt was encouraged by a specific geographic reason: my family daddy, mummy and my brother Cesare, lived for eleven years near Assisi, the town which have become our favourite place for Sunday outings. For reasons of work, my father probably should have moved to Assisi, but he preferred to remain in Florence where he could be near his daughter who had decidedto enroll in the Department of Foreign Languages and Literature at the University.
Even now I ask myself what would have become of me had I gone to live in Assisi (I might have dedicated myself to prayers rather than to my family.)
Leaving aside the ifs, let’s go back to Christmas, the magic feast, the feast of colours, of lights, of decorated trees, of parcels to unwrap, of Santa Claus, of show... but above all, what I was waiting for was the trip to Assisi at Christmas.
I looked forward to (let me use this word) pilgrimage to the Cribs, a pilgrimage that would start at Saint Francis’ Basilica, then move to the church dedicated to Saint Claire, and then up to the castle looking at the Cribs, I would enjoy the cascading water, seeing the sun give place to the moon and the stars, the comet, the shepherds, the falling snow. I would look at the Baby Jesus, Saint Joseph, the Madonna, the ox and the donkey in the shack: in fact, in every shack there was a miracle, the miracle of the Nativity.
My father and my mother would not speak, the preferred to let Cesare and me see. And I lived than experience with the eyes of a child without understanding many things, but I was Happy, very happy.
After many years as an adult I went back to Assisi, just before becaming a mother. Seeing the Cribs again, I felt even more aware this time, of the great mistery of the Nativity.
Baby Jesus is the Word made flesh. Jesus came to this earth completaly our Human condition in every way except sin.
Today, mother of two little ones - Sara, who was born few days before Christmas on 20th of Dicember, 1989, and Nadia who was born on 22nd October, 1991 - I ask myself what can I do to transmit that lovw, that joy that my parents gave me, beyond the presents, beyond the curiosity of the parcels to unwrap, beyond the lights of the tree and beyond the sweets, and it is perhaps for this reason that I have tried to re-map itinerary of the Cribs, trying to wonder in the universe...from Badia a Settimo - Charming place where we live - to Florence, more than extraordinary “incredible” city, to Toscana, to the Umbria lands...in the sky, where still today - despite the pollution - we can, with the naked eye, see the Cancer constellation including a heap of starts, that was given the name of “Presepio” or of “greppia”. Thinking about these stars Plinio il Vecchio used to say: “sunt in signa Cancri duae stellae parvae aselli appellatae, exiguum inter illas spatium nubecula quam praesepium appellant”.
I so discovered that he who builds a Crib is often a poet, a singer of love and sweetness, because that great mystery of love, that miracle of the Nativity, can bring peace and love to all men of good will and give glory to God in the highest.

DA BADIA A SETTIMO
Località Grioli.
Gli amici del Presepio danno testimonianza d’amore e lanciano un massaggio di pace perché la buona novella parli ancora agli uomini di buona volontà.
In Toscana, terra di grandi, vicino a Firenze, culla del Rinascimento, a tredici chilometri di distanza, prima di giungere a Lastra a Signa, tra San Colombano e borgo ai Fossi, sorge Badia a Settimo, popoloso attivo paese che vanta la splendida Badia di San Lorenzo gioiello di preziosità, scrigno di bellezze artistiche..e sul prolungamento della via che costeggia questo capolavoro architettonico, sulla via degli Stagnacci, per andare a San Colombano, nella località di Grioli, per Natale, ogni Natale dal 1990 avviene qualche cosa che fa parlare di sé.
Artigiani, valenti ed operosi, da Ottobre mettono a disposizione tempo e talenti per realizzare un
presepe accolto in una serra allestita all’uopo.
Tutto cominciò nel 1990 quando ad Eraldo e Daniele venne in mente di realizzare un piccolo pre-
sepe su una “bancarella” coperta.
Un presepe, tangibile segno di amore, un messaggio di pace che calamita sin da allora attorno a sé
ben presto l’attenzione dei cittadini; anche il Sindaco di Scandicci viene ogni anno ad inaugurarla
dal 1993 e la tradizione si conserva ancora oggi; con lui c’è il maresciallo dei Carabinieri in rappre-
sentenza delle forze dell’ordine e il parroco di Badia, don Carlo, con don Rossano, parroco di Ugnano e Mantignano.
Per migliorare sempre di più Eraldo e Daniele vanno a Roma per conoscere e vedere personalmente l’ Associazione italiana del presepe, ove traggono suggerimenti, idee e tanto, tanto entusiasmo.
Entusiasmo ed interesse verso il presepe di Grioli crescono in maniera direttamente proporzionale
anche alle sue dimensioni; da piccolo, grazie al contributo volontario della gente del luogo, il
presepe diventa grande (attualmente si estende su una superficie totale di trentacinque mq.)
Per contenerlo viene allestita dal 1992 una serra, donata da Fabrizio, nel giardino messo a disposizione da Giovanni e sotto quella serra piccoli e grandi accorrono con serenità e gioia.
Ad Eraldo e Daniele bnen presto si aggiungono altri volonterosi: Luciano, Roberto, Francesco, Giovanni Guido e Fabrizio, tutti mettendo a disposizione talenti e tempo: c’è chi costruisce le casine, curate nei minimi dettagli, chi crea i personaggi in movimento; così c’è la donna che rimesta la polenta nel paiolo piccolo, piccolo di rame sopra un camino acceso e la polenta bella e calda è venduta a fette sul desco accanto al vasaio alacremente all’opera¸ la donna al fiume lava i panni sull’asse. Il pastorello di notte alza in alto il lume per rischiarare la strada e nella capannuccia il Bambinello si muove, mentre l’asinello gira lentamente la testa. Anche con il computer ci sanno fare e da vedere vi sono gli effetti.
Al cielo stellato, dove passa la cometa, segue l’effetto sconvolgente del temporale che poi si rasserena in uno splendido arcobaleno e il sole luminoso che al tramonto cala lentamente, cerchio rosso fiammeggiante dietro la grande grotta dove i pastori si sono riuniti attorno al fuoco scoppiettante I Re Magi , sontuosamente dipinti, portano oro, incenso e mirra al Redentore.
L’effetto della carta da pacchi lavorata a mano è proprio quello della roccia che tutto circonda in una prospettiva particolare, coinvolgente.
Il segreto del risultati positivi ottenuti in pochi anni?
Nell’amore per il presepe, nel piacere di fare le cose insieme per donarle agli altri, nell’avere tanta, tantissima pazienza nell’ideare invenzioni, nel realizzare nuove ingegnosità con grande passione per le cose semplici, nel rispetto della Natura, specchio meraviglioso del Creatore.

G r i o l i è facilmente raggiungibile in macchina
dall’uscita dell’Autosole per Scandicci o Lastra a Signa:
Il presepe a Badia a Settimo in via degli Stagnacci è visibile
dalla notte santa a tutto Gennaio.

Carmelina Rotundo

ECCE AGNUS DEI

E’ nella cripta che costituisce il nucleo originario dell’Abbazia di Settimo, edificata prima dell’anno mille, che si può ammirare il presepio.

di CARMELINA ROTUNDO

Alla fontanella l’acquaiolo il quale ha appena riempito le brocche, si è voltato verso il cielo a rimirarlo!
Ogni stella brilla di più mentre passano la cometa e la luna.
Che osserva tutto, mentre passa l’angelo.
In terra i fuochi scoppiettano; è notte santa !
Di giorno l’asinello muove la testa da destra a sinistra a rimirare il Bambinello che si solleva e si gira nella culla, la Madonna ha incrociato le mani sul petto e San Giuseppe è in adorazione..
In lontananza nel paesaggio desertico, popolato di palme i Magi sono in cammino.
Il pescivendolo sta gridando a squarciagola per esaltare la freschezza della sua merce, mentre il contadino fa bella mostra dei funghi raccolti nella cesta .
Quante belle pecorelle, pastori e pastorelle!
Mentre si odono canti natalizi, io riguardo la cripta: una rarità, le colonne interrate, una diversa dall’altra, i cinque fori misteriosi sulle volte ricoperti d’argilla, il grande foro da cui proveniva l’acqua piovana che qui è stata raccolta per dieci anni.
Abbazia di Settimo, una meraviglia tu sei !


E NEL BENE

UNA ESCURSIONE NEL MONDO DEI PRESEPI
Dalla Misericordia di Firenze alla Comunità delle Pie Discepole.

Vi sono esperienze nella vita di cui si possono dimenticare i contorni, ma giammai il loro contenuto.
Esse sono formative, ci aiutano a crescere, a rafforzare il nostro spirito di solidarietà.ad aprire il nostro cuore agli altri, a capire ed essere capiti, a costruire e convivere con amore a condividere la gioia di essere creati per seguir virtute e conoscenza, come dice Ulisse nel ventesimo sesto canto dell‘Inferno di Dante.
Con speranza dedico questa mia avventura in nome del presepio, ai miei affetti più cari, ai miei alunni prediletti, a tutti coloro che mi vogliono bene.

MIRACOLI DEL NATALE
in Piazza del Duomo a Firenze.

Ci sono dei momenti della vita che aprono il cuore al sorriso.
Ci sono luoghi della Terra che permettono all’anima di respirare di bellezza.

Carmelina Rotundo in cammino, seguendo la cometa;
cronaca di una straordinaria scoperta sui presepi

E’ sempre bello poter sostare qui, in questa parte di Firenze, dove l’ingegno umano ha realizzato opere mirabili.
Anche il colore del cotto della cupola del Brunelleschi, i bianchi, i rossi, i verdi dei marmi sembrano essere stati coordinati per andare d’accordo con i celesti del giorno, con i blù della notte del cielo che tutto raccoglie ed è proprio qui la Porta del Ghiberti, detta da Michelangelo stesso “del Paradiso”
L’eleganza delle forme della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, l’aerea leggerezza del Campanile di Giotto si innestano al centro di una corona di edifici, luoghi.in cui la gente vive, attività pulsano, associazioni dimorano, tra cui il Bigallo, la Venerabile Arciconfraternita della Misericordia.
Ad entrarci ti senti subito a tuo agio; tanta è la gentilezza di chi qui opera, ognuno animato da un profondo amore per il prossimo, per chi soffre e a Natale, come è ormai tradizione da sette anni, nella sala della Compagnia dove sostano i confratelli in attesa del servizio e, dove passa il pubblico per accedere ai vari uffici, splende un bel Presepio, voluto dal Maestro Terzi e da mons. Ristori.
E’ nato con tre personaggi: Gesù Bambino, la Madonna e San Giuseppe; ed è stato subito graditissimo da parte di tutti, tanto che negli anni successivi si è andato completando con i pastori, le pecorelle, i Re Magi e l’Angelo.
Ma seguiamo con il sagrestano, l’impareggiabile Luciano Giannoni (autore anche delle fotografie) le fasi di preparazione: su una gradinata fatta di legno,rivestita da un tappeto poggiano in scala i personaggi. Intorno, una corografia di Stelle di Natale e sopra tutto il drappo celeste su cui “vola” l’Angelo.
Segno significativo e molto bello e particolarmente sentito è questo Presepio della Misericordia di Firenze che ricorda il meraviglioso evento della venuta al mondo del Salvatore, segno che ben si ricollega al messaggio della stupenda Pala di scuola robbiana del ‘600 che si trovava, sino alla fine del secolo scorso, alla Badia Fiesolana e che fu acquistata con una modesta cifra dell’Arciconfraternita per essere posta nel’Oratorio, sopra l’altare.
Nella Pala spicca l’immagine di Maria, la figura che ricorda la Costituzione della Confraternita stessa nel 1244, allora con il nome di Santa Maria della Misericordia e, sempre nell’Oratorio, Maria Santissima è raffigurata nel piccolo, ovale di scuola fiorentina del ‘500, mentre apre il mantello per mettere tutti sotto la sua protezione.
Per i confratelli è molto significativo questo riferimento, perché termine della celebrazione eucaristica ad ogni vestizione dei nuovi confratelli e consorelle, il Provveditore rivolge una preghiera di consacrazione a Maria Santissima.
Dall’Oratorio ritorno di nuovo nella Sala della Compagnia, per rimirare il Presepio e domandare chi ne è l’autore.
Ed è di nuovo il Maestro Terzi a indicarmi che tutte queste statue sono state acquistate, dopo un’accurata scelta, nel negozio dell’Apostolato Liturgico in Piazza del Duomo 14r, (negozio che si trova al di là della Cattedrale di fronte alla fermata dell’autobus 14-23 dell’ATAF) luogo che egli mi invita a visitare anche per la vasta collezione di presepi che qui si può ammirare.
Sotto un cielo grigio che promette pioggia, attraverso il corridoio tra la facciata della Cattedrale la porta del Paradiso, per tuffarmi la prima volta in questo luogo,ampio luminoso, reso ancora più accogliente dalla dolcezza e dalla disponibilità delle Pie Discepole del Divin Maestro che, avvolte in un abito color celeste intenso, mi appaiono come angeli. A me tocca la buona sorte di aver per guida Beatrice che non solo, mi mostra la vasta collezione di presepi, ma mi apre i segreti delle Pie Discepole del Divin Maestro che appartengono alla Famiglia Paolina, che sulle orme di San Paolo, annunzia il Vangelo a tutti gli uomini con i mezzi della comunicazione sociale.
Nate il 10 Febbraio 1924 ad Alba (Cuneo), grazie ad una idea di don Giovanni Alberione che ebbe a dire Discepole di Gesù Maestro significa voler stare alla scuola del Maestro Divino non solo è un programma, è una vita.
Attualmente operano in 103 paesi del mondo ed in Italia sono ben dodici i centri attivi.
Ascolto Beatrice sempre più meravigliata e chiedendo ancora spiegazioni sulla loro attività, vengo a conoscere lo spirito che le anima.
Come Maria Santissima partecipò alla vita del Figlio suo, così le Pie Discepole servono Gesù Maestro nel sacerdozio ministeriale e la loro attività assume una particolare rilevanza nel campo della liturgia; il loro servizio si esprime con corsi incontri biblico-liturgici, con la pubblicazione di una rivista mensile specifica per l’animazione liturgica, la composizione, animazione e registrazione musicale con un intenso lavoro nel campo dell’arte, preparando dei “Centri di Apostolato Liturgico” tutto ciò che può servire per la Chiesa, per la pietà dei fedeli e per raggiungere con un messaggio anche i lontani..
Le Pie Discepole utilizzano in maniera mirabile ogni forma dell’arte, perché attraverso l’opera umana si possa contemplare l’infinita bellezza di una divina creatura, la gloria di Dio e aiutare l’uomo ad incontrarlo nella preghiera..
I miei occhi non cessano di estasiarsi ai presepi, tutti pregevoli, realizzati anche da suor Michelangela e suor Angelica; alcuni veramente originali sono dedicati ai più piccoli con personaggi che sprizzano simpatia da ogni poro ed ancora di particolare bellezza i capolavori di pietra ollare della Valtellina, in vetro di Murano, in alabastro di Volterra, in ceramica attraverso la tecnica iconografica, i ricami degli abiti sacerdotali e sulle vesti dei bimbi per Battesimo, la Cresima e Comunione. Un mondo di bellezza che ha condotto le Pie Discepole e realizzare a Roma, in via Portuense, un meraviglioso Santuario dedicato a Gesù, Divin Maestro. Dalla posa della prima pietra nel 1964 alla progettazione architettonica al portale di dodici metri con sculture in bronzo, intervallate di foglie d’olivo, al cristallo agli arredi al mosaico di fondo, Beatrice mi introduce alle altre sorelle, Assunta, Bernardetta, Fidelia ed una che si chiama appunto Carmelina come me. Ci stringiamo in un grande abbraccio; il mio carico di gratitudine per aver avuto, la buona sorte di incontrarle; il loro carico d’amore l’avverto e questa sera, prima che Sara e Nadia consegnino gli occhi a Morfeo, racconterò loro questa storia, miracolo d’amor, avveratosi grazie alla mia perpetua ricerca di presepi che la gioia di Natale illumini ogni cuore!
Vi voglio tanto bene
Auguri dalla vostra
mamma CARMELINA .


Capitolo VII

Museo di Mineralogia e Paleontologia di Badia a Settimo

BALENA
23 Luglio 2002
Sulle rive dell’Arno a Badia a Settimo nella sala B al primo piano della ex scuola Benozzo Bozzoli dalla fine degli anni ’90 divenuta Museo Permanente del gruppo AVIS Mineralogia e Paleontologia (Scienze della Terra) di Scandicci oggi approda una balena!
Molte le cose che si sanno, altre no, rimarranno nel mistero contribuendo ad aumentare il fascino intorno a lei, femmina, la balenottera vissuta tremila e cinquecento anni addietro nelle acque di un calmo mare in clima tropicale.
Allora nel Pliocene la Terra non era come oggi si presenta a noi e a Castelfiorentino, la cittadina toscana dove la prima vertebra è stata trovata, non era nemmeno pensabile.
Chi per primo ha avuto la ventura di imbattersi nella balenottera? Come e quando la scoperta?
Perché da Castelfiorentino a Badia a Settimo? A questo e ad altri quesiti Carmelina Rotundo cercherà di dare una risposta insieme proprio a loro i fantastici 50 del gruppo AVIS “mineralogia e paleontologia ( scienze della Terra) “di Scandicci.
Simone Casati, socio del Gruppo, un giorno d’autunno del 1999 decide di andare a Castelfiorentino alla ricerca di conchiglie fossili, una giornata come tante che a sua insaputa stava
per divenire, di lì a poco memorabile.
Il sig. Simone si imbatte in un oggetto coperto d’argilla ed al primo ne seguono altri tre.Egli decide di prendere 3 pezzi e di lasciare, dopo aver provveduto a ricoprire il 4° come segnale del luogo.
Telefona a Roberto Caiani presidente del gruppo AVIS il quale consulta il dott. Menotti Mazzini dell’Università di Firenze (Museo di Storia naturale, sezione di geologia e paleontologia).
Si scopre così che questi oggetti sono vertebre di una balena, e dopo avere adempiuto a varie procedure si provvede al sopralluogo.
Iniziano gli scavi e con entusiasmo tutti i soci del gruppo AVIS si dichiarano disponibili a partecipare all’impresa. Prima vengono dissotterrate le vertebre, 24 in tutto, poi vengono ritrovate le costole e, caso eccezionale, anche la testa. Una scoperta, la prima di questo genere che ha portato a lavorare improvvisando perché le difficoltà si risolvevano insieme“ dando fondo alla fantasia, all’inventiva, alla capacità di chi c’era”. Un lavoro impegnativo, ma di grande soddisfazione che ha visto unirsi le due“anime” del gruppo quella paleontogica e quella prettamente mineralogica. Sotto il sole, sotto la pioggia, e con il vento, sotto i colpi del martello, con “coltellini” e pennelli sopratutto grazie a industriose mani la Balenottera riappare e di pari passo cresce l’impegno del Gruppo Avis.
“Il momento più grande delle soddisfazioni ?”
“ Quando è apparsa anche la testa!”
Simone mentre parla ha negli occhi la balenottera: questa ormai è parte di lui, della sua famiglia, del gruppo AVIS e naturalmente quando sarà tolto l’imballaggio e il gesso, in cui è stata messa per rendere possibile il trasposto da Castelfiorentino al Museo, di chi avrà voglia e desiderio di vederla nella sua maestosità.
12 metri di lunghezza, 1740 Kg compreso il gesso, il torace; 740 Kg; la testa.
Per inserirla nella ex-scuola Benozzo Gozzoli è venuta in soccorso la professionalità della ditta Caf, che ha dato prova di essere all’altezza e non poteva essere diversamente visto anche le imprese precedenti: il ponteggio della cupola di Santa Maria del Fiore, il pennone di legno sul Campanile di Giotto, i ponteggi di Assisi.
A Dicembre si pensa di poter quasi ultimare la pulitura, togliere il gesso, perché la Balenottera sia godibile da tutti.
Niente è affidato al caso. La Balenottera che si arena, l’argilla che la ricopre e ne permette la conservazione, impedendo agli squali di dilaniarla…silenzio….., poi un uomo del nostro secolo si imbatte nella prima vertebra e fa scattare la molla per intraprendere un lavoro da “certosino” essendo passati 3500 anni, un tempo lunghissimo, al di là di ogni ricordo, la testimonianza di questa balena ci riporta alle catena umana, al palpitare noi con il creato tutto.


UNA BALENOTTERA VICINO AL FIUME

Ovvero dal passato di 3500 anni addietro al presente 2002 dalle acque alla terra

Favole vere vissute da Carmelina.

Una bella giornata di un luminoso luglio 2002 con sulla scena il sole con tutti i suoi raggi questo Martedì 23.
Nella piazza Vittorio Veneto i bambini a giocare sono ancora pochi, ma si fanno sentire, mentre tranquilli siedono sulle panchine alcuni abitanti di Badia a Settimo.
Un caldissimo, torrido sole come si immagina potesse essere in quel lontano millenario secolo e quando sovrane fluttuavano le onde del mare cullando in seno, pesciolini, pesci e addirittura grossi cetacei o balene.
Due grosse macchine dai lunghissimi e ben saldi bracci di ferro sono di fronte all’edificio intitolato a Benozzo Gozzoli (illustre pittore gloria e vanto di questi luoghi con opere quali la cavalcata dei Magi a Palazzo Medici Riccardi di Firenze) due enormi casse pesanti una 1170 Kg e l’altra di 740 sono state sin qui trasportate da Castelfiorentino, distante circa trenta chilometri.
Gli uomini della“Scaf” li fanno sollevare dai bracci di ferro per portarla all’altezza del primo piano.
Le chiome dei platani e dei pini della piazza si agitano come se anche loro volessero sapere.
Gli occhi rivolti in alto”sospesi” nel momento in cui la prima cassa quella contenente la testa entra dalla finestra. Rumore di argani, mi riportano indietro nel tempo, salgo le scale in fretta per non perdermi l’entrata della prima cassa. Un’entrata “sofferta” fatta di sospensioni e di tentativi. La pozizionatura tutto è così incredibilmente vero! Foto, videoregistratori, persone che parlano raccontano, ricordano. E’ la volta della seconda cassa, più difficile per il suo peso da far passare dalla finestra rumore di argani…… chiudo gli occhi, voglio solo ascoltare!
Quante emozioni, quanto lavoro, la balenottera potrebbe raccontare! Per lei ci possono parlare qualche zoologo e qualche specialista della paleontologia. Il primo ci squaderna alcuni grossi volumi di storia naturale. Da una parte ammiriamo le figure degli animali invertebrati con qualche pagina sulla vita meravigliosa delle formiche e delle api, dall’altra la descrizione degli animali vertebrati e qui entrano in causa i mammiferi e tra questi si distinguono i cetacei nei sottordini degli odontoceti e misticeti e questi ultimi nelle famiglie dei Balenotteridi e dei Balenici. Impariamo della vita delle balene dove dimorano, come si nutrono, come si riproducono.(Sono diffuse in molti mari a diverse latitutidini, si nutrono di plankton e di animali minori di cui sono voraci, non hanno denti, ma altri apparati di masticazione, i fanoni, la loro gestazione dura oltre un anno).
Lo specialista della paleontologia ci riporta indietro nei millenni e ci descrive i fossili come appunto questo scheletro di Castelfiorentino.
Anche se questi remoti esseri viventi possedevano già le emozioni e i sentimenti di noi lontanissimi posteri; madre Natura li aveva già indotti ai due principali adempimenti: la sopravvivenza di ogni individuo attraverso il nutrimento, la conservazione della specie attraverso la riproduzione.
A quest’ultimo fine ci sarà stata una scelta tra i componenti dei due sessi? In una parola, c’era già quello che noi chiamiamo “amore” (Oggi l’amore si distingue in tre gradi , dall’amor proprio tipico dell’egoista, all’amore coniugale, nobilissimo, all’amore materno ancora superiore a questo).
Questa ipotesi di un amore fra le balene è tutta nostra fantasia, ma ci piace coltivarla per la gioia dei nostri ragazzi.
Immaginiamo una famiglia con una balenottera mamma, con vari rampolli allevati al suo seno, un babbo che va a caccia di preda per mantenere il sodalizio, le gelosie, le lacrime, i dispetti.
Forse un suicidio della balenottera che si abbandona nel fondo del mare e qui il suo scheletro col passare dei secoli si ricopre d’argilla…
E dal silenzio una mano di uomo, quella di Simone Casati millenni e millenni dopo ne scopre, coperta da quest’argilla una parte.
Il primo istinto è di lasciar andare quell’”oggetto” poi il palpito, c’è qualcosa che fa trattenere nel palmo della mano quell’oggetto. L’”oggetto”viene ripulito insieme ad altri tre; viene alla luce un foro si scopre che quelle sono vertebre. Si fanno i dovuti sopralluoghi e gli scavi si possono iniziare.
Gli uomini del gruppo AVIS, mineralogia, paleontologia, vertebra dopo vertebra con la gioia nel cuore riporta alla luce la coda di “mamma” balenottera, poi appaiono costola dopo costola, il torace e, meraviglia delle meraviglie, la testa. Mani operose ed amorevoli la ricompongono tutta, così dal silenzio riportano alla luce quello che è stato. Lo ricoprono di gesso per permettere il trasporto al Museo di mineralogia e paleontologia accanto al corso del fiume Arno tra una antica Abbazia quella di Settimo, ed il piccolo cimitero perché lei, la Balenottera, possa parlare a tutti grandi e piccini.

In futuro si potranno scrivere favole e trovare storie e leggende dove la balena ha fatto da protagonista………(ai lettori il compito)


BALENABIS

Una bella famiglia viveva nelle isole dell’atollo cristallino di un mare tranquillo lei, mamma Balena, lui babbo e figlioletti più allegri e vispi che mai. Quante meraviglie da scoprire: la vegetazione lussureggiante delle isolette e quanti amici pesci!
Trascorrono così gli anni, ma un giorno un terremoto impedì alla famiglia di riunirsi. Mamma Balena non era più lei. Dalla gioia alla tristezza, stanca si abbandonava di qua di là. Ora non le piaceva più giocare a nascondino le mancavano troppo i suoi balenotteri papà baleno ferito si era lasciato andare. Non c’era più niente che potesse consolare quella povera balenottera. Anche gli amici pesciolini si davano un gran da fare e la solleticavano nel tentativo di distrarla dai suoi pensieri; qualche pensiero glielo toglievano, ma poi le lacrime cominciavano a cadere di nuovo da quegli occhini. Al tramonto in un lontano giorno la Balenottera decise che non avrebbe più mangiato; si sarebbe lasciata andare su quel fondo argilloso.
Un sole tramontava seguivano notti stellate, un sole si alzava i giorni passavano senza far rumore finchè l’argilla la coprì tutta impedendo agli squali di fare scempio del suo corpo.
Nascosta e protetta dall’argilla passò i millenni dal ploiocene al XXI secolo.
Silenziosa come era andata via, una cosa sola con il battito del mare che si ritirò per dar posto alla terra, anche allora la balenottera si unì al battito del mare all’unisono con il creato, notti stellate, giorni assolati, tempeste, terremoti, arcobaleni una cosa sola anima di balena palpito di terra e di cielo nel segreto più segreto vivendo… e dal silenzio una mano di uomo ne coglie una parte.
Ci sono cose intense che riuscendo a superare limiti di spazio e di tempo, parlano a noi anelli riuniti di una catena che viviamo nel presente per un nostro passato legato a radici che saldano il tronco della Terra protendenti chiome rigogliose verso il cielo, perché tutto nel creato è indissolubilmente legato e il cuore gioisce facendo battere altri cuori, soffre facendo soffrire altri cuori nati per vivere insieme e il Sole che è stato a guardare andrà a raccontare all’altro emisfero che c’era una balenottera, bianca o nera, così bella mamma di dieci balenotteri che ………..
ed ora che noi di Badia andiamo a nanna tocca ad un altro paese nell’altro emisfero a continuare la storia, BUONA NOTTE … e nelle vacanze non dimenticate di scrivere una cartolina a lei, la balenottera più simpatica e più maestosa, più azzurra ….. ci sono cose così forti che parlano nel silenzio.

C a r m e l i n a

osservazioni.

Il termine Balenottera indica il rampollo di un animale, come il puledro di un cavallo, il cucciolo
di un cane, la papera di un’oca.
Qui invece si tratta di un fossile di balena ai professori di paleontologia spetta usare dei termini esatti.
L’età di questo fossile è da indicare come approssimativa e da confrontare con quella di altri fossili
catalogati a Montevarchi.
Volendo ricavare qualche meditazione, suggerisco di ispirarsi ad altro fossile: la Conchiglia fossile
di Giacomo Zanella.di 14 strofe.
“Occulta nel fondo
d’un antro marino
del giovine mondo
vedesti il mattino;
vagavi co’ nautili
co’ murici a schiera
e l’uomo non era


Capitolo VIII

Incontri

SU E GIU’ PER FIRENZE

Alla maniera di Yorick figlia.
Un pomeriggio fiorentino di Carmelina Rotundo. Questa vigilia di Ferragosto a Firenze per un tuffo nella Basilica di Santa Croce; che belle le sue vetrate multicolori che riempiono gli occhi e il cuore di gioia. Con padre Nicola Scarlatino parliamo di presepi per la mostra organizzata dal prof. Paolo Tagliasacchi, esposizione che si terrà a Dicembre nel museo da lui appassionatamente diretto quello delle figurine di gesso e dell‘ Emigrazione a Coreglia Antelminelli (Lucca). Poi una passeggiata senza meta per il quartiere di Santa Croce, lasciandomi trasportare così senza desideri, ne’ pensieri. Su via S.Giuseppe due folti gruppi di turisti…spagnoli, giapponesi, si muovono in direzione della Basilica dove riposano i grandi (Galileo, Michelangelo, Machiavelli). Anziani che passeggiano in via dei Macci; scorgo la facciata di Sant ‘Ambrogio e mi tuffo nel mercato…… su un grande banco, vestiti colorati a prezzo conveniente da lire tremila a diecimila. Guardo qua e là; sollevo, ripiego; mi piacciono le fogge “antiche”delle vesti, le fantasie libere delle stoffe; sto quasi per andarmene che il signore con occhiali neri mi chiede “lo vuol comprare quel quadro? “
Faccio tutto il giro del banco; appeso ad un palo c’è il quadro con sotto scritto “lo vendiamo”;
Uno sguardo un tuffo nel cuore: quelle architetture le riconoscerei tra mille: l’acqua e un angolo di Venezia sotto un cielo color nero. Venezia, Venezia e la mia mente senza freni vola alla laguna, alle acque che lambiscono quelle fondamenta, le calli.. sogno Venezia, appena visitata con Antonella ed Eva,Venezia che amo. “ Sì amici “ vede mi sta spiegando quel singolare venditore di vestiti “cerco di dare rilievo alle mie pitture”
E’ vero, sembra che lui voglia tenersi in bilico tra architetture e colore nel desiderio di dar corpo alle forme della “Serenissima”“ Che cosa ne pensa?
La mia risposta a voce alta è immediata “Mi richiama Van Gogh”
(E’strana la vita: trovare al mercato di Firenze l’opportunità di unire le mie due passioni del momento,Venezia e Van Gogh). Rituffo le mani e gli, occhi nel banco tra i vestiti alla ricerca di qualche cosa di azzurro; il mio colore preferito. Una gentile signora mi consiglia e per prima salta all’attenzione tra tutte una giacchetta celeste chiaro con tre bottoncini azzurro scuro.
“Roma, per me, è la città più bella del mondo. L’ha visto il Pantheon? A Napoli dove sono nata sono ritornata dopo 5-6 anni: volevo rivedere il quartiere spagnolo, ma l’ho trovato molto lasciato andare. “ Nonostante Roma o Napoli, lei si sente che ama Firenze è vero? “ Come non si può amare questa città? Il Rinascimento, Leonardo, Michelangelo. “E’ stata una congiuntura astrale davvero fortunata: un destino segnato nelle stelle “Mi interrogo”. Sono state le condizioni economiche che hanno permesso questi grandi di potersi esprimere? Anche Napoli sarebbe alla pari di Firenze se fosse più curata.
Ci pensa Lei alle singolarità di Pompei ed Ercolano, esempi unici nel mondo?
Intanto ho trovato un vestito a fantasia blù ed un altro ancora con spicchi celesti. Mi rituffo fra le stradine di Santa Croce, con i miei sogni azzurri nel sacchetto: Venezia, Venezia, Van Gogh, la magnifica sua pennellata. In queste estate fiorentina al mercato di Sant’Ambrogio si può comprare di tutto un po’.
La conclusione nel manoscritto non convince. Manca anche una firma. Di chi ?
MA SOPRATUTTO VA CAMBIATO IL TITOLO. UNA VOLTA AVEVO DATO A LEGGERE UN BEL LIBRO DI RUSKIN MATTINATE FIORENTINE. ANALOGAMENTE SI POTREBBE SCEGLIERE IL TITOLO”POMERIGGI FIORENTINI” MEGLIO ANCORA CI SAREBBE UN TITOLO CHE È IDENTICO A QUELLO DI UN BEL LIBRO DA LEGGERE SU E GIU’ PER FIRENZE SCRITTO DA YORICK , FIGLIO DI YORICK, FIRENZE, BARBERA 1926.
E CHI ERA QUESTO YORICK? ERA PIETRO FERRIGNI, UN NOTO SCRITTORE CHE FORSE FIGURA ANCHE NEL LIBRO DI RAFFAELLO BARBIERA SU FIRENZE, FIGURE E FIGURINI DEL SECOLO CHE MUORE.


Capitolo IX

Un’insegnante si racconta

CARO DOCENTE,
CHE SCUOLA "SOGNI"?
Rispondere a questa domanda ha significato per me riordinare i perchè, le motivazioni profonde che hanno spinto la mia mente e il mio cuore a scegliere, a cercare di fare la maestra, un compito assai difficile, io direi una missione, per l'impegno che ha come obiettivo formare l'uomo, il cittadino che sappia bene stare con se stesso e con gli altri e l'insegnante calzano i versi di Dante come:

Facesti come quei che va di notte
E reca seco il lume e sè non giova,
Ma dopo sè fa le persone dotte.

Carmelina Rotundo ideatori dando
Grazie così alle sollecitazioni del gruppo Amici di Maria Elisabetta Mazza, ideatori e promotori di
questo concorso tra i docenti d'Italia, è maturata la idea di raccontare della scuola attraverso la mia personale esperienza, dando il titolo: storia di un intreccio non risolto.

LA SCUOLA E LA MIA VITA
La scuola è quella cosa che ha coinvolto e talora "sconvolto" la mia vita e che l'ha attraversata dall'età di sei anni (non ho frequentato l'asilo perchè mamma Maria è casalinga) fino ad ora che sto superando a vele spiegate gli anni nel mezzo del cammin di nostra vita.
Ho frequentato la prima e la seconda classe a Castelfiorentino in una scuola, ricordo circondata da un grande giardino ghiaioso con alberi; la terza, quarta e quinta le ho frequentate a Perugia.
Il ricordo del mio maestro della scuola elementare Armando Zuccherini è piacevole e nitido: era una persona dolce come il suo cognome, indimenticabile per noi bambini, dalla fisionomia bonaria, sempre elegante in completo (ricordo spesso di color marrone) cravatta con borsa e cartella anch'essa di color marrone che io gli portavo volentieri (forse doveva essere il suo colore preferito). Era bravissimo con tutti noi e cercava sempre di conciliare le piccole liti che potevano sorgere tra noi bambini.
" Vedi, Carmelina "- mi suggeriva quando andavo a riferirgli di qualche dispetto -" può darsi che volesse farti solo un complimento." Dei compagni, allora i maschi portavano il grembiule nero,noi quello candido. Mi ricordo l'Ugolini, Marco Rondini ed il fatto singolare che io, perchè buona di carattere e calma nel comportamento ero nella fila dei maschi che spesso non me lo perdonavano e si divertivano a tirarmi l'elastico, sui capelli, a mo' di fionda, anche se poi prevalse la collaborazione.
La "scuoletta" che frequentavo la raggiungevo su una verde montagnola (sulla via Cortonese) per un piccolo breve sentiero in salita tra orto-giardino campagna che mi piaceva tantissimo.
Ora quel sentierino e quel giardino dove giocavamo spesso a bandierina non esistono più, la modernità se li è portati via. Piazze, quale piazza "del Bacio" ed edifici avveniristici hanno preso il posto del verde.
Non mi ricordo, a colpo d'occhio la scuola media dove l'avevo frequentata..
La Magistrale me la ricordo benissimo. Ho infatti vissuto per undici anni a Perugia, la città celebrata dal Carducci nel "Canto dell'amore", restando innamorata della Rocca Paolina e delle antiche mura, della Fontana Maggiore,delle lunghe scalinate e delle specialità gastronomiche (dai voluttuosi "Baci Perugina", alla Torta al formaggio, alta, gialla, bella che in piena estate si erge come un pagliaio nella verde campagna, alla "Ciaramicola", prodotta dalla Pasticceria Piselli con dentro l'alchermes e fuori cosparsa di chiara d'uovo ed abbellita di argentati e colorati zuccherini).
In questa capitale dell'Umbria ho conseguito il diploma magistrale in una scuola Assunta Pieralli, che (chissà perchè?) a distanza di anni mi ha sempre ricordato il clima del "Giornalino di Giamburrasca di Vamba.
In classe eravamo trentun allieve tutte femmine! La sede si raggiungeva passando sotto un arco per una stradina delimitata da possenti bastioni di mura. Ricordo le mie compagne, alcune bellissime dai lunghi capelli .. una con la trecciona.. e tra i professori quello di filosofia che talora ci chiamava "galline" e che mi ha dato moltissimo da imparare, costringendomi allora a prendere appunti a velocità supersonica, velocità nello scrivere che tanto mi è stata utile a scuola nei convegni, ricordo la giovane bionda professoressa di italiano, il burbero dall'animo buono professore di storia Accardo, la professoressa di matematica, l'altro professore di matematica Germini il vice preside, la professoressa di inglese elegantissima il professore cieco che talvolta aiutavo ad attraversare la strada al mattino.
Mentre Perugia è teatro di parte della mia vita tra banchi, nella mia famiglia matura l'idea di trasferirsi a Firenze dove avevo scelto di frequentare all'Università la facoltà di lingue e letterature straniere.
Seconda parte
Nel 1971 giunsi a Firenze.
Firenze,che cosa è stata per me ?
Firenze ha significato per me una nuova rinascita:
la scuola, un dono per il futuro!
Firenze mi affascinava: la percorrevo per le strade, ammirando i paesaggi tra le antiche mura, musei, torri, campanili... Il mio punto di riferimento costante fu la cupola del Brunelleschi alla quale sempre riapprodavo prima di arrivare a Santa Maria Novella,allora capolinea dello autobus num. 9, un autobussone verde a due piani che ora non esiste più.
Di Boboli rimasi incantata, tanto che la prima volta mi fermai lì, impietrita, sulla scalinata a rimirare le possenti mura di Pitti, la fontana del carciofo ed alle mie spalle lo scenario della Cupola del Campanile di Giotto, di Palazzo Vecchio, senza neppure potermi muovere materialmente.
La cappella Brancacci fu per anni la mia preferita (allora c'erano le foglie sui corpi di Eva e di Adamo prima del restauro) anche perchè gli affreschi di Masaccio e di Masolino erano nella chiesa del Carmine ove io che mi chiamo Carmelina, celebro l'onomastico il 16 Luglio.
Gli Uffizi, troppo belli! Vi passai per vederli negli anni successivi; una settimana non bastò. Il David, Santa Croce, Santo Spirito, con quelle curve architettoniche troppo, troppo perfette. Una musica, intonata attraverso pentagrammi di cieli d'estate, invadeva attraverso gli occhi, la mente, penetrava nel cuore.
Quanto ti ho amata bella Firenze! Quanto ho cercato di scoprirti e riscoprirti, di svelarti rimanendone, come oggi mi capita, sorpresa, tanto sorpresa. Alle motivazioni scolastiche che avevano condotto la mia famiglia a Firenze si aggiunse una sorpresa insperata.
Nel 1973 divenni insegnante elementare: il mondo del lavoro si apriva con una speranza entusiasmante per il contatto diretto con i bimbi e le mie giornate erano così divise fra la scuola come docente e l'Università come discente, tra via San Gallo per i corsi di inglese (vi fu una parentesi in via Bolognese) e la via Parione (dove nel 1998 mi ritrovai piacevolmente a ritornare) per i corsi di Spagnolo, tenuti dall'eccellente prof Oreste Macri.
Al tempo del terzo esame di lingua e letteratura inglese affrontai con Angela Villani per la prima volta l'Estero.
Il senso di marcia, la guida per me, continentale, era al rovescio; per gli inglesi ero io "alla rovescia".
La queue fu una vera scoperta. I pasti differenti per orario e quantità; a me piaceva da morire la colazione inglese. Per il the avevo trovato il "mio" paese ideale; a me infatti piace il the e non prendo caffè.
Che dire della marmellata d'arance?
La mia preferita, la sola "Marmelade", detta così dagli inglesi che la distinguono dalle altre che chiamano "Jam".
Eastbourne sulla Manica (quella Manica ancora lontana dal pensiero che sarebbe stata attraversata dal tunnel Parigi-Londra miracolo di ingegneria) la vissi da "straniera studente" (Sono ritornata in seguito in Gran Bretagna tre volte ed ho ricevuto altre sensazioni; erano cambiate la mia età e le mie esperienze come insegnante e come madre di due bimbe. Ed a questi ritorni ho dedicato tre racconti.
L'esperienza di studio scelta con la E.F.ad Eastbourne fu molto funzionale e mi aiutò allora a superare l'esame ed a laurearmi - più felicemente che mai - con lode.
Nel 1981 altra grossa novità per il mio lavoro: comincio in quest'anno, seguendo il progetto ministeriale I.L.L S.S.E (Insegnamento Lingue Straniere nelle Scuole Elementari) ad insegnare la lingua inglese nella scuola elementare.
Le lingue su cui avevo costruito la mia indipendenza, mezzo per uscire al di là della famiglia, della mia Nazione di me stessa, stimolo di confronto e conoscenza continua a livello umano e didattico, mi conferivano quella splendida possibilità di trasmetterle ai bimbi che avranno in mano il mondo.
Ho viaggiato nella Spagna, godendo del colore-calore della lingua del popolo spagnolo, in Grecia cercando di assimilare vocaboli alla ricerca dell'antica storia greca, in Olanda parlando inglese. Di questi viaggi ho scattato fotografie di persone e di luoghi ed ho steso diari.
Nella scuola ho cercato di facilitare il contatto con la "nuova lingua" anche attraverso la corrispondenza che considero utile strumento di lavoro sia sul piano dell'arricchimento lessicale che umano: fonte di informazione per conoscere storia, geografia, usi e costumi del popolo che parla quella lingua (Mi hanno aiutato per i collegamenti Luciana Damiani Serantoni, mia sorella di penna, Berte Goldberg, Andrea, Eleonora, Virginia, Pam Cook, Joyce e Arthur Chown, Yvonne, L.Harper Scholar, Helen Hawker, Lena McGee, Mariapia Pieri ....)
Nella mia esperienza di viaggio, capisco che, più mi immedesimavo nel cercare di parlare la lingua, di vivere luoghi, di conoscere persone del posto, più capivo di quel Paese e più mi era caro e mi sentivo a mio agio e così sono nate tante esperienze anche con gli alunni tra le quali: - Una insegnante, Sheena Hamilton della Westwood Infants School è venuta in Italia per conoscere la "nostra scuola"; io sono andata a ricambiare la visita per "vivere" la loro esperienza educativa ed è nato l' Italian Day. Un giorno dove tutti gli allievi della Westwood sono coinvolti in attività che riguardano il nostro Paese. - Un gemellaggio ricco di stimoli è quello con l' Università Americana Gonzaga, diretta da Anthony Via, esperienza a cui dedico l'articolo allegato.
Terza parte.
La scuola dei miei "sogni" ovvero proposta di idee per portare un contributo al progetto: Costruiamo una buona scuola dove gl'insegnanti stiano bene con i bambini e viceversa i docenti stiano bene con se stessi, con il direttore e tutto il personale che lavora nella scuola, da quello preposto agli uffici, di Segreteria ai custodi e in ambienti ampi, luminosi, puliti, attrezzati, efficienti.
L'idea di raccontare prima della mia esperienza personale nasce fondamentalmente dall'amore per la scuola per la cultura propria e per le altre,nella convinzione che la pace, la fratellanza siano obiettivi che attraversano anche i banchi della scuola.
Scrivere le proprie esperienze personali, per conoscersi meglio per apprezzare le proprie identità e trovare nella conoscenza di altre esperienze l'arricchimento reciproco. Nei giardini, oltre l'abilità del giardiniere è la varietà dei colori, e delle specie dei fiori a renderli belli.
In un concerto musicale insieme all'abilità di chi esegue è la varietà delle note e dei toni degli strumenti a renderli più piacevoli; e allora perchè non guardare alla varietà di esperienze scolastiche come stimolo e mezzo per costruire un mondo con pace e con amore? Per "costruire" la scuola dei miei sogni, se una parte rimane strettamente legata a questi anni, prima tra i banchi, poi tra i banchi e la cattedra, l'altra si è voluta aprire ad un confronto con i colleghi per cercare di individuare insieme la scuola "ideale" dove tra le attività connesse al lavoro dell'insegnante risultino gradevoli: intrattenere rapporti con le colleghe insegnare in classe da sola insegnare in compresenza con insegnanti di classe partecipare alla programmazione del team...intrattenere rapporti con il personale di segreteria ricevere i genitori degli alunni. intrattenere rapporti con il dirigente scolastico partecipare alla programmazione di circolo tra gli elementi presenti nell'ambiente scolastico:
Elementi positivi Elementi negativi
Ingegno Ansia
Rispetto delle regole "routine"
Competenza competizione
Nei rapporti con i colleghi.
Mancanza di invidia
Mancanza di aggressività
Dialogo
Mancanza di competenza
Attenzione verso gli altri
Libertà
Fiducia
Collaborazione
Entusiasmo
Serenità
Creatività
Mancanza di individualismo
Riconoscimento dei meriti
Umorismo.


Tra i fattori che ostacolano o favoriscono nel complesso il lavoro scolastico..
favoriscono ostacolano
atteggiamento verso la professione
i colleghi
preparazione professionale superiore
iniziative d'aggiornamento
Stati d'animo al termine di una giornata di lavoro.
Positivi Negativi
Voglia di riprendere Noia
Stanchezza Rabbia
Serenità Senso di inadegutezza
Soddisfazione Delusione
Gratificazione Desiderio di cambiare
Desiderio di cambiare Frustrazione.
Tra gli elementi all'interno del lavoro di gruppo sono positivi.
Rispetto - Tolleranza -Attenzione verso gli altri- Apertura Motivazione - Dialogo-Riconoscimento-
Mancanza di competizione

_________Altro elemento per una scuola "ideale"-

La presenza di una biblioteca scolastica stabile e circolante.
che contenga i classici per ragazzi ,da Collodi a De Amicis o le scrittrici di novelle da Ida Baccini (1) ad Anna Vertua
(2) o la Matilde Serao delle "Piccole anime"agli almanacchi dell'igienista Paolo Mante gazza. sino ai racconti di avventura e di scienza del Salgari e di Giulio Verne. E accanto il Dumas, il Dickens, la Alcott
(3) e altri americani. E in più i vari periodici dell'editrice San Paolo.E' da queste letture che nascono le vocazioni, gli esempi che preparano un gio vane alla vita; appunto le biblioteche sono il vivaio dei maestri di domani (Io conservo tra i miei libri alcuni volumi provenienti dalla biblioteca di un'altra maestra educatrice dei primi del Novecento: Maria Domenica Pelleschi, di Pistoia )


TEMI DA SVOLGERE

STORIA DELL'INSEGNAMENTO

Vecchi maestri nella storia Brunetto Latini da cui Dante imparava "come l'uom s'eterna", San Filippo Neri e il suo oratorio a Roma Vittorino da Feltre
(4) e le sue istituzioni scolastiche L'attività di Maria Montessori
(5) e i suoi programmi di insegnamento.

Conclusione.

Caro Collega,
Hai letto le mie vicende, non diverse da quelle di altri colleghi,ma pervase dal mio sentimento che avevo già definito ."fare la maestra,specialmente se donna e madre è una missione".
Ma ora vado oltre e mi ricollego ad un episodio della storia fiorentina. Ci fu un tempo in cui attorno alla costruzione della nuova Cattedrale di S.M.del Fiore la piazza era cosparsa di marmi. Su di essi il popolo andava a sedersi e a conversare. Così fu che Anton Francesco Doni scrisse un volume saggistico che portava il titolo I Marmi tuttora specchio degli umori del popolo fiorentino.Così si racconta che, tra quegli operai che si affacendavano in quei lavori, si ritrovasse anche uno scalpellino tutto impegnato a rifinire una lastrina destinata ad un altare un lavoro che poteva sembrare assai modesto anche se faticoso.Ma quello scalpellino, richiesto di che cosa facesse rispondeva :" Io costruisco la Cattedrale"!
Forse anche la quotidiana fatica di noi maestri potrebbe avere una analoga definizione. A tozzi e bocconi, come si dice,noi pure costruiamo una cattedrale, il tempio di una nuova educazione e di una nuova cultura, quella del terzo millennio!
Riferimenti storici .
(1) Ida Baccini (Firenze 1851-1911 )educatrice e scrittrice di libri per l'infanzia,Dal 1884 diresse la rivista per signorine: Cordelia.
(2) Anna Vertua Gentile,( Como,1850- Lodi 1925) scrittrice italiana..Pubblicò romanzi rosa, un tempo assai popolari
(3) Louisa May Alcott. (Germantown 1832- Boston 1889 scrittrice statunitense. La sua fama è legata al romanzo Little women ( Piccole donne. 1868) in cui svolge modelli di comportamento femminile.
(4) Vittorino da Feltre .( Feltre 1378- Mantova 1446) Si occupò dell'educazione dei figli del duca Gianfrancesco Gonzaga , trasformò una villa nella Casa Giocosa, scuola lieta e serena,
(5) Maria Montessori ( Chiaravalle.Ancona,, 1870- l'Aja 1952) Iniziò a creare delle case dei bambini,In esse la presenza della maestra non interferisce nelle attività dei bambini, ma ne favorisce e rispetta la spontaneità .
Sono allegati ; un racconto :
PER UN PEZZETTO DI CIELO AZZURRO
e la Storia di un progetto di interculturalità per la promozione di una cittadinanza universale-anni 1981-2000 e seguenti, gemellaggio con l'Università Americana Gonzaga


PER UN PEZZETTO DI CIELO AZZURRO.

A tutti i miei ai alunni perché trovino la forza di aprire sempre una finestra su un cielo azzurro.
Carmelina.

Il Sole, prodigo, ci regala ogni suo raggio e luminosissimo accompagna il nostro andare da Badia a Settimo al Teatro Tenda a Firenze.
Nell’auto, pilotata alla grande da Fioretta, tutte donne, Carla, io, le piccoline Sara e Nadia. Nell’altra auto, sempre pilotata alla grande da Maria, cinque bambini Andrea B., Andrea F., Alessio,Valentino e Gabriele.
E’ un viaggio veloce ed allegro quello che ci conduce al Teatro Tenda ed è contagiosa la gioia che ci accomuna in questa festa in onore di 1500 studenti, tra cui quelli di tre mie classi IV, due della scuola Aldo Pettini, una della scuola G. Marconi.
I bambini con i loro genitori sono quasi tutti presenti e partecipano a questa festa che vede la premiazione del progetto multididattico “la salute a scuola” ideato e realizzato da AFAM (Azienda Farmacie Municipali) di Firenze, un progetto che, come sottolinea il provveditore agli studi dott. Giovanni Pedrini, apre una nuova era nel modo di proporsi da parte di Enti ed Istituzioni nel mondo della scuola. Due parole sulla storia dell’iniziativa rivolta alle classi IV della scuola elementare e alle 2° delle medie inferiori dei comuni di Firenze, Calenzano, Campi Bisenzio e Scandicci che ha coinvolto 1500 studenti, di 55 classi e 150 insegnanti, coadiuvati e supportati a seconda delle esigenze progettuali individuate di volta in volta da una serie di esperti.
Ogni classe partecipante ha ricevuto alcuni materiali didattici ed un piccolo fondo in denaro per le spese di produzione dei lavori conclusivi, inteso nella direttiva sostenuta dall’AFAM e sottolineata dal suo direttore Alberto Schiaretti di sostegno professionale e materiale.
Nella luminosa mattina del 5 Giugno dedicata ai ragazzi al Teatro Tenda di Firenze, nove le borse di studio assegnate e suddivise, tre per le scuole elementari e sei per le medie, ciascuna di dieci milioni per il primo premio, sette milioni per il secondo e cinque per il terzo.
Agli insegnanti delle classi premiate una medaglia d’oro coniata dalla UNO A ERRE disegnata, per l’evento,da Venturino Venturi, il quale ha voluto fare una finestra con due colombe che volano nel cielo della fantasia.
Su 44 lavori presentati il dott. Giacomo Viccaro si è espresso in sede di cerimonia di premiazione con parole di lode rivolgendosi a tutti i ragazzi presenti con l’aggettivo FORTE: “siete forti, fortissimi!” sostenendo il pensiero degli altri validi collaboratori, prof. Lauro Seriacopi e dott.ssa Mercati.
Significativa la rappresentanza dell’ARPAT (Azienda Regionale per la Protezione della Toscana) e dell’ASL 10 - Firenze.
Anche le classi delle scuole Guglielmo Marconi ed Aldo Pettini - secondo circolo didattico Scandicci, direttore Federico Marucelli ricevono come riconoscimento una targa ricordo. Un passato positivo,un presente glorioso, un futuro che si preannuncia ricco di sorprese.
La prima? La pubblicazione degli elaborati dei primi classificati e la loro diffusione in tutte le scuole dell’obbligo di Firenze e provincia, perché tale esperienza risulti un patrimonio di cultura per tutti, divenendo insegnamento di vita, oltre che materiale didattico.
La seconda? All’interno della manifestazione “Star bene” alla Fortezza da Basso, prevista in autunno l’esposizione di tutti i lavori realizzati, perché ognuno possa individuare all’interno dei “quaderni di ricerca” le linee guida per il mangiar sano e l’atteggiamento volto al benessere.
Nel mio cuore tanta gratitudine per tutti i piccoli che sono la gioia del mio operare scolastico e per i genitori così generosi nell’offrire la propria collaborazione. Una corrente di stima, dico di più, di amore da cuore ad ogni cuore, si era generata… perché é bello vivere di gioia, con gioia, condividere la stessa battaglia operando per un futuro luminoso dove splenda il più possibile il Sole, quello stesso che, uscendo dal teatro Tenda, ci regala gemme luminose da conservare per le tempeste che la vita ci riserverà.
Per un pezzetto di cielo azzurro, dove brilli di giorno il Sole e di notte brilli bella la Luna e sempre una buona Stella.

A tutti i miei alunni e ad ognuno di essi con amore
Carmelina
nel giorno 5 del mese di Giugno dell’anno 1999
per la festa dedicata al premio AFAM prima edizione
anno scolastico 1998-1999.


Carmelina Rotundo


BAMBINE E BAMBINI
Signore e Signori

Silence please: spring is happening

Diario di una serenissima giornata vissuta da Carmelina con gli altri.

Questa terra che profuma,questa intensità di palpiti di foglie,questa tavolozza dei colori, dei fiori, delle erbe, questo dialogo tra terra e cielo sentire, questo vedere immaginare le movenze del minuetto tra Inverno e Primavera,fra Primavera ed Inverno; siamo qui 1500 persone: piccoli questo e grandi nella tenuta presidenziale di Castelporziano a16 chilometri da Roma.
Un ventuno di Marzo,illuminato dal sole,gioioso,felice che risplende di tutti i raggi che egli tiene in serbo solo per eventi “magici “. Che onore essere invitati dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi nella tenuta di Castelporziano!
Tutti, i nonni, i genitori,i bimbi,i rappresentanti del quartiere, Bruno Cappelli, Sandro Fallani Giuseppe Cicalese dell’Associazione “L’Invetriata” Lorenzo Bertolani, l’ assessore alla Pubblica Istruzione Claudio Raspollini, la presidente del consiglio di circolo in rappresentanza dei genitori, signora Annalisa Tiribilli.il dirigente scolastico Federico Marucelli, in rappresentanza del personale ATA il sig Ivo Tronconi, i docenti Alfredo Biondi, Sandra Cioni, Maria Teresa Martini, Maria Rosaria Zarrella, Mariella Pratesi,Renata Ugori,Maria Bufalo,Lucia Papi,Daniela Pierini,Patrizia Mignoli, io stessa Carmelina avevamo atteso e desiderato questo viaggio e che la giornata fosse bella e luminosa come questa.
All’entrata della tenuta di Castelporziano veniamo affidati alle cure di due guide davvero speciali per gentilezza e cortesia per preparazione e disponibilità. Dai finestrini del pullman godiamo così della bellezza di questa tenuta,grandiosa superba; essa si estende infatti per 6000 ha. Tra i verdi, sorprese, di animali riusciamo a vedere anche due piccoli cinghiali. cavalli,mucche,il bisonte e intanto le nostre solerti guide ( tutor) ci dicono che qui vivono caprioli,cervi,daini,la volpe,l’istrice, il tasso, la martora, le lepri , i conigli selvatici e ,tra i volatili, fagiani, ghiandaie, picchi ed un consistente numero di rapaci diurni e notturni, la poiana,l’allocco, la civetta e il barbagianni.
L’ambiente di questa tenuta è ideale rifugio anche per uccelli migratori, colonie di nibbio bruno, di colombaccio,lumiccoli e di anatridi.
Un mondo da ”mille e una notte”.
I bambini sono eccitati dalla gioia, gli animali,si sa, sono a tutti molto cari e poterli vedere in questa radiosa giornata è straordinario!
Alla prima discesa dal pullman le nostre guide ci fanno vedere come vengono catturati i cinghiali e ci spiegano alcune delle battute di questa “mitica”caccia che termina per il cinghiale nel “chiusino”.
Il mare è vicinissimo a noi, quasi ne sentiamo il respiro e,nella nostra immaginazione,azzurre ci appaiono le onde che oggi lo muovono impreziosite da questo sole.
Lasciamo il pullman al castello per immergerci completamente nell’aria di questo magico inverno-primavera, felici, con i piedi su una terra palpitante, gli occhi rivolti ai merli del castello in parte nascosto da impalcature per permetterne dei restauri.
Nel piazzale opposto dove abbiamo lasciato il pullman sempre vicino al castello la banda militare intona brani di musica e sinceri sono gli applausi che scandiscono la fine di un brano e l’inizio di un altro.
Dietro i musicisti alte betulle dai rami completamente spogli e dall’altro lato rigogliosi lecci dalle chiome di piccole foglie di verde intenso scuro.
L’appello di tutte le scuole presenti da parte della dr.ssa Maura Rugi è accompagnato da calorosi “Urrah”.la nostra scuola che viene presentata con il lavoro raccolto nel volume Un tuffo nel passato e Dondola,dondola cavallino ; seguono i ringraziamenti del direttore della Tenuta e la performance di alcune scuole tra cui il coro di voci bianche della scuola elementare G. Modugno di Monopoli (Bari) e della scuola media A.Manzoni di Lucera (Foggia) con il balletto “Non uccidere l’innocente… Uniti nella gioia per testimoniare forte la nostra speranza di pace, andiamo tutti nel terreno ex,camposantino vicino dove, per volontà del Presidente Ciampi ,sta nascendo il bosco delle scuole d’Italia. Alla nostra scuola viene assegnata la pianta di Lentisco (*).
Le foto, le riprese che immortalano l’evento,l’arrivo del parroco ,don Enzo Pacelli; stiamo vivendo un momento di unione fraterna,insieme stiamo gridando al mondo la nostra voglia di pace perché non vi siano più ingiustizie, perché la luce dell’amore sia forte come i raggi del sole e pura come sono innocenti gli occhi di un bimbo.
La pausa-pranzo invita tutti a sedersi sull’erba ed è ancora più lieta per la presenza delle nostre guide della generosa offerta da parte del Presidente Ciampi di bibite, aranciate,Coca-Cola e dulcis in fundo una delizia : gelato per tutti.
Cortesia e gentilezza vicino a noi; il cielo negli occhi di quei mille e più bambini, bambine, ragazzi e ragazze.
La visita agli Stands, allo spazio espositivo delle poste Italiane con bacheche e pannelli che presentano il concorso nazionale “Posta e Risposta”-, la visione del film Una sera di sole ci commuove, ci unisce ci rafforza nella convinzione che è la pace il bene più grande per l’umanità
Al nostro stand è presente anche la dr.ssa Maura Rugi ed è qui che possiamo assistere alla proiezione delle 45 diapositive preparate dal fotografo d’eccezione Alfonso Bietolini e spiegate da Sandro Fallani.
L’omaggio dei giornalini dell’Azione Cattolica è graditissimo.
La visita della chiesa che è stata il primo nucleo costruito dal quale si è poi sviluppato tutti il resto del castello intitolata a San Filippo Neri noi ancora ci tuffiamo nei lavori portati dalle altre scuole d’Italia per poi riunirsi di nuovo al di fuori del Castello.
Il sole non ha dimenticato di regalarci il suo calore nemmeno,per un attimo e noi con la consapevolezza di aver vissuto una serenissima giornata da tenere nel nostro cuore a rischiarare le difficoltà che si attendono nel “cammin di nostra vita”, ripercorriamo quel giorno ricco di emozioni tra piante di sughera, di eucalipti, di pioppi, di platani, di querce e come in tutte le favole VISSERO FELICI E CONTENTI anche se un po’ stanchi.
Al ritorno in classe ho parlato come è mia abitudine con gli alunni chiedendo loro di esprimere un pensiero sulla giornata appena trascorsa.
Ecco alcune frasi . “ All’andata mi è piaciuto vedere l’alba”
“ Mi è piaciuto tutto”
“ E’ stata la più bella giornata della mia vita”
“ Giornata stupenda ! Peccato che non si è visto il Presidente”
“ Non faceva ne’ troppo caldo, ne’ troppo freddo e si stava bene “
“ Mi è piaciuto il castello, la musica,il film mi ha commosso”
“ Mi è piaciuto visitare il parco e il castello.vedere gli animali”
“Mi è piaciuto quando abbiamo giocato al calcio sul prato”.
“ Mi sono piaciuti gli stands delle scuole “.
“ A me è piaciuto di più quando ci siamo trovati nel prato davanti al castello,
perché mi sembrava di essere in una fiaba”
( Come si disse sopra )


LENTISCO

PISTACIA LENTISCO

Il lentisco è considerato da molti l’arbusto più abbondante della macchia mediterranea, adatto alle zone aride dove può vegetare anche in piena estate.
Ha foglie pennate, cuoiose, lucide, persistenti di un verde cupo superiormente, più pallido nella pagina inferiore e che diventa rossastro durante la stagione fredda, emanano un odore resinoso.
In autunno la pianta si copre di piccole drupe rosse, nere a maturità. Raggiunge qualche metro di altezza, ma può vivere prostrata, abbarbicata ai dirupi rocciosi della costa.
Incidendo la corteccia sgorga una resina nota sino dall’antichità col nome di mastice di Chio che masticato, a quanto si dice, rafforza le gengive e profuma l’alito.
Dai frutti si ottiene un olio anche commestibile. Le foglie sono ricche di tannino e vengono utilizzate nella concia delle pelli.

( Da Encicl. Giardinaggio Curcio )


ALTRE NOTIZIE

SUL LENTISCO ( Da Cattabiani)

Col mirto, il corbezzolo, il leccio, l’olivastro, la tamerice, il ginepro e l’alaterno il lentisco (Pistacia lentiscus) forma macchie di arbusti lungo le coste, sopratutto rocciose, del Mediterraneo.
Le sue foglie sempreverdi emanano un intenso odore di resina, quella che è stata chiamata “mastice di Chio”perché la sua produzione era abbondante nell’isola greca, dove mastiche indicava originariamente proprio la resina chiara, prodotta dalla pianta con l’incisione del fusto e dei rami.
Il mastice di lentisco contiene vari acidi resinosi, principi amari, olii essenziali.
Oggi lo si usa per la preparazione di vernici o mastici comuni, per aromatizzare vini e liquori e come masticatorio per aumentare la secrezione salivare.
Fin nell’antichità naturalisti e medici, da Dioscoride ad Ippocrate, a Galeno, ne avevano apprezzato le molteplici proprietà. “Siano le drupe, sia la scorza e la linfa del lentisco” scriveva Plinio” sono diuretiche e arrestano il flusso ventre mentre il suo decotto cura le ulcere serpiginose” ecc.
I frutti, drupe color rosso cupo e quasi bruno a maturità, venivano conservati in epoca romana per aromatizzare le carni. Oggi il lentisco è apprezzato soprattutto per le sue proprietà balsamiche, mentre a Chio la resina è tuttora consumata per conservare un alito fresco e profumato.
Era consacrato in Grecia a Dictymna, una ninfa di Artemide che amava adornarsene.


INCONTRO con il santo padre

La gioia inonda il cuore lo colora facendolo volare, volare, volare in azzurro

PRIMO QUADRO
La notte che va togliendo il suo blu’ intenso manto dai tetti di una Firenze
“particolare“ sospesa tra l’attesa, la paura, la curiosità , di vedere per le sue strade di snodarsi il percorso del corteo del social-forum domande incertezze a cui solo la realtà può dare una risposta…. i manifestanti ..le forze dell’Ordine Piazza Baldinucci è animata da voci, il loggiato della Chiesa del Sacro Cuore del Romito tutto illuminato (per un anno scolastico questo luogo l’avevo visto due volte al giorno, passandovi con l’autobus 14, prima di arrivare alla scuola elementare Marconi di Firenze in una classe favolosa indimenticabile, dove ad insegnare religione veniva padre Michelangelo del Romito). Mi faceva così piacere rituffarmi in questo paesaggio, un tempo entrato nella mia quotidianità; oggi godere di questo calore di voi di chi come me è giunto qui per intraprendere un viaggio verso l’incontro con il Santo Padre Sono quasi le ore 5 quando arriva anche don Enzo Lo Castro, il nostro capogruppo e naturalmente i due autopullman pilotati alla grande; da pochi minuti per prendere posto Ivana e don Enzo che ci indirizzano dai finestrini, una Firenze insolita: i viali sono completamente liberi dal traffico e soprattutto da auto in sosta e cassonetti.
Incominciamo a conoscerci: molti sono della parrocchia del Romito, da Toscana Oggi. C’è Bruno Daddi, Donatella Righini con i suoi bravissimi bimbi ed i genitori, manca Mariella Cambi.

SECONDO QUADRO
Il cielo, sempre più chiaro ci accompagna in una tranquilla Roma Bella questa città eterna dove avevo tanti ricordi della mia vita: i soggiorni “regali” a casa di Maria Caporusso a Monte Parioli con giardino e tanto di vasche e pesci rossi, una storia di musica un incontro alla fontana di Trevi, i pulcini alla Stazione Termini, i Natali a Piazza Navona, le mie poesie dedicate a Shelly e Keats, Piazza di Spagna, la Barcaccia.

T E R Z O Q U A D R O
Un sole caldo, luminosissimo, ci accoglie questo Sabato, Nove Novembre alla Città del Vaticano, di fianco all’abbraccio del colonnato del Bernini.
Siamo veramente in molti, giunti qui da ogni parte d’Italia per questo Convegno Nazionale:
Parabole Medianiche fare cultura nel tempo della comunicazione, la più grande attesa d’incontrare il Santo Padre GiovanniPaolo Secondo, rende leggerissimo questo stare in fila per l’ormai affermato inesorabile controllo sulle borse e sulla nostra persona attraverso il Metal detector & Co. Dopo il grande cancello le guardie vaticane con colorata uniforme (arancio, giallo, marrone) il simpatico omaggio dello zainetto azzurro intenso che si scopre “prezioso” per i gradito doni del “foulard” dai colori vaticani, arancio, giallo, marrone, bianco dell’azzurra penna dell’utile materiale informativo del “progetto culturale” che ci illustrano le pubblicazioni “scritture “ percorsi critici attorno al testo biblico.
IN BLU, la radio con tante radio dentro (200 radio locali insieme) del nuovo giornale Avvenire di SAT 2000, una televisione tematica sostenuta dalla Fondazione Comunicazione e Cultura della C.E.I, diffusa sul satellite e non poteva mancare un blocchetto per appunti e la copia del Nove Novembre 2002 del quotidiano cattolico Avvenire rinnovato nella sua veste grafica: dallo stesso grafico che ha rinnovato Toscana Oggi.
Manca qualche minuto alle ore dieci che già ci siamo accomodati nella luminosa sala Paolo Sesto; mi affascina questo gioco di luce solare attraverso le vetrate multicolori; Due grandi occhi, uno a destra e l’altro a sinistra rispetto alla fila dove siamo seduti attraverso cui il sole splendente testimonia la sua presenza e fa rifulgere ogni sguardo di serenità perché, anche se non ci conosciamo per nome, ognuno prova la certezza che accanto a noi ci sia un fratello, una sorella ..un’armonia intonata ci fa sentire comunità in ascolto, comunità pregante, il soffitto che ci ricopre richiama grandi volte di cattedrali ed ogni segmento è illuminato, sul palco la grane scultura in bronzo di Messina ci abbraccia tutti.

Q U A R T O Q U A D R O
Interventi brevi ed incisivi, semplici, profondi, chiari ed insieme densi di contenuti e di proposte.
I relatori Sua Eminenza il Cardinale Ruini Sua Eminenza il Cardinale Joseph Razim lo storico Giorgio Rumi il direttore dell’Avvenire Dino Boffo, ci confermano nell’impegno per la comunicazione della cultura nell’incontro con il Vangelo che genera il bisogno di dare a tutti la Buona Novella. In un mondo dove le identità si vanno sempre più dissolvendo è necessario poter dire “Ecce homo” Cristo è l’unica parola che salva. L‘operato del coltivatore del Sicomoro, capace di operare questo taglio che trasforma un frutto inappetibile in saporito è da prendere ad esempio, dal comunicatore di cultura che impavido e coraggioso deve saper operare nel momento giusto nel tempo appropriato.
Quest’opera fa lievitare nel nome di Cristo la massa Occorre che ci siano buoni libri, buona televisione..Dobbiamo mantenere una sorta di vigilanza critica per essere uomini più sereni nel rapporto con se stessi e con gli altri.
Questo convegno nazionale è stato definito l’appuntamento della svolta e ci ha coinvolto ad essere popolo della Comunicazione sociale.
Q U I N T O Q U A D R O
L’arrivo del Santo Padre è salutato da canti. Il suo nome è scandito e ritmato da battute di mano,
Confidando in Colui che agisce sul nostro cuore, il Papa porge il più cordiale benvenuto a chi partecipa a questo incontro agli operatori della cultura qui arrivati da tutte le regioni d’Italia.
Il Papa nella consapevolezza che le rapide trasformazioni tecnologiche stanno determinando una nuova condizione per la trasmissione del sapere, per la conoscenza tra i popoli, per la formazione degli stili di vita ha invitato ad impegnarsi con onestà per il bene comune ed ha aggiunto Potremmo sentirci inadeguati e impreparati, ma non dobbiamo tuttavia scoraggiarci.
Non stanchiamoci di fissare lo sguardo su Gesù di Nazaret, il Verbo fatto carne permettendoci di veder attraverso di Lui il volto del Padre, in nome della Comunicazione che cresce al servizio dell’uomo a servizio del progresso integrale di tutta l’Umanità. La Chiesa ha intrapreso un coraggioso cammino; alcuni esempi: il giornale Avvenire è impegnato in una importante operazione innovativa di rilanciare e nuove possibilità si sono aperte con le trasmissioni radio TV nella consapevolezza della responsabilità anche rispetto ai soggetti più deboli. “ Cari operatori della Comunicazione della Cultura, avete davanti a voi una grande sfida, guardate con fiducia e speranza al futuro, spendendo le energie migliori confidando nel sostegno del Signore, quanto la questione culturale sia centrale per l’evangelizzazione e quanto i media possano contribuire ad un profondo rinnovamento culturale illuminato dal Vangelo è chiaro.
Il Papa ha concluso: “Maria che ha ricevuto con gli Apostoli il donoì dello Spirito Santo ci accompagni e ci sostenga con l’augurio che possiate ancora testimoniare il Vangelo con la vita e con l’impegno della comunicazione della cultura.
Stiamo tutti applaudendo, travolti dall’amore, al telefonino di don Enzo Anna Vittorini la mia amica che non vedo da cinque anni sta comunicando che si è alzata in piedi su una sedia per farsi
trovare è incredibile, è vicinissima a me e subito la raggiungo, un abbraccio, lo scambio di piccoli doni, le consegno anche delle cose per Alberto Finizio per la rivista “ Il Presepio” degli Amici del Presepio, per don Giorgio Bruni che tanto avevo sperato di riabbracciare…
La partenza con i pullman verso il monastero delle “suore addolorate” un veloce spuntino alla tavola imbandita dalle suore, la Santa Messa celebrata da don Cuba e don Enzo “dolcissima partecipata “..la telefonata di don Giorgio Bruni, che gioia!!! i complimenti per il rinnovato “Toscana Oggi “, quante “battaglie” giornalistiche insieme.. Turismo Notizie che ci lega con un filo di informazioni e che ora ha pubblicato a cura mia e del direttore Maurizio Perugi l’intervista al centenario. Alle personè che collaborano settimanalmente all’Osservatore Romano, il saluto e l’augurio di un incontro.
Sono felice.
La sosta alla Basilica di San Paolo che brilla con i suoi mosaici e l’interno maestoso con le colonne.
Sul pullman l’intreccio dei racconti di vita, di pellegrinaggi, di storie, di dolore, di speranza che diventano fiori alla luce della fede “Siamo di passaggio su questa terra per diventare angeli “storie di famiglie, intanto a Firenze notizie sul corteo che si sta snodando pacificamente. Dal Romito il fortunato passaggio per Badia a Settimo. Se potessi allungare questo tempo felice, se potessi…. accarezzo i ricordi di questa straordinaria giornata A voi tutti, compagni e compagne di viaggio vostra con affetto
CARMELINA


Tutto l’accurato e lunghissimo riordino non sarebbe stato possibile senza l’impareggiabile ed instancabile aiuto di:
Maurizio Perugi, Roberto Marranci, Michela Rapi, Patrizia Acquafredda, Vincenzo Iuorio ed il sostegno delle mie amiche.


La vita questa straordinaria irripetibile avventura tra radiosi soli mpetuose tempeste, tra paure e felicità, oscurità ed arcobaleni proprio vicino al compimento dei cinquant’anni (sono infatti nata il ventiquattro Novembre millenovecentocinquantatre) mi sta offrendo una possibilità a dir poco straordinaria, poter mettere a disposizione di futuri docenti la mia trentennale esperienza didattica, culturale (sono entrata in ruolo nelle scuole elementari il 1° Ottobre 1973 ) essendo stata richiesta (in regime di semiesonero: 12 0re alle elementari e 18 all’Università) per seguire le attività di tirocinio nel corso di laurea della formazione primaria della Università di Firenze, Facoltà delle Scienze della Formazione.
Continua la mia avventura. Nel 1981 sono selezionata ed entro a far parte di un gruppo di insegnanti pilota per l’introduzione della lingua straniera nelle scuole elementari, progetto ministeriale I.L.S.S.E .
1991, insegnante della lingua inglese nelle classi prime e seconde .
2001, realizzazione di un progetto europeo Socrates che vede unirsi scuole del Belgio, Finlandia, Spagna, a quella italiana.

A tutte le persone che mi sono state vicine aiutandomi a crescere, mi hanno sostenuto consigliato ed hanno creduto in me
GRAZIE
perché è la fiducia che più costruisce e più ancora ringrazio il mio amico Edoardo che mi ha detto
questi versi danteschi che d’ora in poi saranno il mio vessillo;
Per correr miglior acque alza le vele omai la caravella del tuo ingegno .
Carmelina Rotundo riconoscente .

Dona questi versi
La vita è una mattonata in testa e una gondola a Venezia
Un Fiore
Puoi disperdere tutti i suoi petali
nel vento e poi
calpestarli.
Che tu lo voglia o no
Un fiore avrà sempre la forza
di rinascere.


Through radiant sunshine and violent storms, fears and happiness, darkness and rainbows, I approach my fiftieth Birthday ( I was, in fact, born on November 24, 1953).That extraordinary unrepeatable adventure which is called “Life” is now offering me an incredibly unique chance to share my thirty-year didactic, cultural and humanistic experiences (I have been a permanent Elementary School teacher since October 1, 1973) with students enrolled in the University of Florence and majoring in the Educational Sciences. I have been requested to guide these future teachers’ activities in Elementary Education training for 18 hours a week, because I have been partly relieved of my Grade School teaching which I now continue for 12 hours weekly.
My adventure proceeds onward…


- 1981, I was chosen to become part of the I.L.S.S.E. ministerial project group of teachers for the purpose of introducing the teaching of foreign languages into Elementary Schools.
- 1991, I taught the English language to the first and second grades.
- 2001, I took part in the European Socrates Project which united schools in Belgium, Finland, Spain, and Italy.

THANK YOU
to all of those people who have been
near me, who have stood behind me
counseling me and helping me to grow
while believing in me, because faith is
the thing which is most constructive.

Again, THANK YOU to my friend Edoardo
who told me these verses from Dante
which will be my motto from now on;
Per correr miglior acque alza le vele
Ormai la caravella del “tuo” ingegno.

Gratefully yours,
Carmelina Rotundo A Flower

You can lose all its petals
I donate these verses: in the wind and then
step on them.
Life is a brick Whether you like it or not
In the head and A flower will always have the force
A gondola in Venice. to be reborn.

1 commento:

  1. CIAO
    Lo spettatore è qui per condividere la mia testimonianza su come finalmente mi sono unito al quartiere degli Illuminati e sono diventato RICCO, FAMOSO E POTENTE, ho fatto del mio meglio per diventare un membro del quartiere ma sono stato derubato più volte, prima di imbattermi finalmente in una testimonianza su la rete così ho contattato l'agente, avevo tanta paura che mi chiedesse un sacco di soldi prima che potessi unirmi alla cappa ma con mia sorpresa ha chiesto solo di comprare gli oggetti che ho fatto e oggi sono così felice di dirlo al mondo che è ricco ed ha saputo costruire tante attività con tutto questo, ho la somma di 20 milioni di dollari sul mio conto personale e sono anche conosciuto in tutto il mondo per gli affari che mi sono stati affidati dagli Illuminati e che hanno anche il potere di fare quello che voglio ... So che molte persone possono essere sulla mia strada e cercare aiuto qui è la loro e-mail ufficiale: templeexcellent2@gmail.com
    www.gaia.com/article/what-is-the-illuminati
    Fai attenzione ai truffatori e devi avere più di 18 anni.
    WhatsApp: +1-912-200-8671

    RispondiElimina