Recensione
‘Biforcazioni’
di Carmelina Rotundo
Come su un pentagramma
musicale i racconti e i saggi scorrono per-su le
pagine di questo libro di Vincenzo Villani che porta il titolo Biforcazioni,
alludendo appunto alla sintesi dei Saperi.
Biforcazioni, un libro da leggere e rileggere sempre
con immutato piacere perché lui l’ autore mette a buon profitto le
sue diverse doti, dall’ essere Chimico ( laurea in Chimica alla prestigiosa
Università Federico II di Napoli e
professore di Scienze dei Materiali Polimerici al Dipartimento di Scienze dell’
Università della Basilicata) ad essere un viaggiatore
attento, un pioniere con vocazione interdisciplinare, vocazione che mette sempre in atto anche
come relatore in importanti convegni: proprio in uno di
questi, organizzato dall’ Università di Firenze, l’ho conosciuto anni fa, nella
presentazione di una ricerca sul legno.
La sensibilità
e l’ attenzione del professor Villani va oltre le sue
competenze professionali, il suo cuore-poeta gli permette di vedere la Storia e
l’Arte con una attenzione agli accadimenti ed agli incontri degni di
un filosofo.
In Biforcazioni si susseguono luoghi
reali che si ammantano di sogno e viceversa, in un gioco
dove tutto può succedere ed ogni giorno è una sorpresa!
Nella mia lettura d’estate, immersa nella
dimensione del racconto, mi piace tracciare un percorso dove alcune città
conosciute, o altre ancora mai viste assumono una fisionomia nuova
.
Nel saggio Quando
a Napoli ci fu il boom della Chimica, città che da sempre vorrei
conoscere e che nell’ immaginario comune è legata alla pizza, al mandolino, ai
babà, a Pulcinella è descritta come il teatro di un portentoso sviluppo della
chimica, quando vi arriva nel 1960 Alfonso Maria
Liquori napoletano con
un curriculum unico: laurea in chimica a La
Sapienza, esperienze al Polytechinc Institute di New York e al Cavendish
Laboratory di Cambrige. Vincenzo, spettatore nelle sale dell’ Istituto Filosofico
di Napoli quando Lelio Mazzarella e Guido Barone presentano una biografia del
maestro, ripercorre l’esperienza intellettuale di Liquori
nel contesto socio politico in cui operò.
In La pittura inglese verso la modernità al
chiostro del Bramante ci porta a Londra
quando, capitale dell’ impero britannico nella seconda
metà del settecento, era la più grande e ricca città d’ Europa. Siamo nel pieno
della prima rivoluzione industriale, quello che manca nella mostra,
scrive Vincenzo è il prezzo sociale che i più deboli pagarono nel Nuovo
e Vecchio mondo… Cause complesse e profondamente immorali
furono all’origine di grandi sofferenze. L’ho studiata anch’io la rivoluzione
industriale oltreoceano in America in uno dei mie esami di
Letteratura Nord Americana e molto avevo sofferto per quel duro prezzo pagato,
e mai risarcito, dai lavoratori.
In Matematica e Cultura a Venezia,
troviamo la storia dei fratelli Zen, dove scoperte geografiche, cartografia e
grande storia appaiono mirabilmente intercalate. Da questa
lettura apprendo la meravigliosa storia interdisciplinare
di come Venezia scoprì l’America, che Vincenzo mi rinarrerà….
In Arte e Scienza tra i capolavori del Musee
d’Orsay, la Mostra romana di Monet, Degas, Sisley, Pissarro, … ci spinge
a chiederci come si arrivi alla rivoluzione dell’ Impressionismo?
Innanzitutto, la fotografia e i nuovi pigmenti di sintesi, scrive Vincenzo!
Innanzitutto, la fotografia e i nuovi pigmenti di sintesi, scrive Vincenzo!
Ogni racconto rivela quella grande dote
del docente: porre domande, proporre risposte in un
percorso dove ci saranno ancora domande e ancora risposte… Per
tutto il libro, per tutta la vita!
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