l Museo diocesano d’Arte Sacra di S. Stefano al Ponte, è in corso – inaugurata il 7 marzo – una singolare mostra per «Spazio Incontri di Arte Contemporanea». Singolare intanto per la suggestiva cornice in cui è inserita – il chiostretto col delizioso pozzo – al quale si accede dalla piazzetta S. Stefano – e la peculiarità della mostra appunto, in cui si ripropone ad ogni piccolo stand, il connubio tra arte e poesia. Le fotografie degli angoli più noti di Firenze, per lo più notturni, sapientemente «mosse», in un’interpretazione tutta pittorica, sono di Francesco De Masi.
Per ognuna, le commenta le poesie di Carmelina Rotundo, tratte dal poemetto «Verso la luce»: un percorso che va dalla Fano archeologia ai bronzi dorati di Cartaceto a Pergola. E la mostra tutta parla di luce «Luci della Città», appunto. Perché di luce parlano i gioielli: «le cose preziose» di Ugo Bellini e ancora gioielli di Gianni Testa e Paolo Vanturini, espressioni di un artigianato tutto nostro.
Per esprimere l’impatto emotivo con questa bella mostra, verrebbe da usare alcuni versi di Carmelina Rotundo: «Come raccontarti? / le parole non sono sufficienti / le frasi non sono abbastanza intense».
Fanno da sfondo, nella parte coperta del chiostretto, le lapidi sepolcrali dei primi secoli dopo il Mille che incuriosiscono il visitatore. Ecco una delle più «giovani»: «per i fratelli della venerabile Compagnia de’ Santi Antonio Abate e Riccardo Vescovo dette de’ Cocchieri» MDCCLXII. E per il cristiano non sono anche queste proiettate verso la Luce? La mostra, allestita, con raffinatezza, dall’architetto Nicoletta Perrone, si conclude il 29 marzo.
Mariella Cambi
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