giovedì 20 dicembre 2012

Calenzano, città dei presepi



Chi non ricorda la famosa frase di Eduardo De Filippo nella commedia «Natale in Casa Cupiello» dove l’interprete chiede al figlio nella sua casa povera e fatiscente: «Te piace o’ presepe?» e il figlio risponde di no con grande rammarico del padre che con tanto amore aveva preparato il suo presepe nell’imminenza delle feste natalizie.
A noi piace iniziare da qui questa storia proprio dalla capitale incontrastata del presepe: Napoli.
Quando si parla di presepi il pensiero corre subito a quelli bellissimi napoletani specialmente del ’700 in legno scolpito e in terracotta. Ma non bisogna dimenticare che la Toscana ed in particolare nella zona della Lucchesia nacquero le più prolifiche fabbriche di presepi nei primi del ’900, alcune delle quali ancora esistenti, come Fontanini, Barsanti, Marchi, riconvertite solo nei materiali attuali dei loro prodotti che erano in gesso o in cartapesta ed adesso nelle più moderne resine.
Ed è proprio questa centenaria tradizione artigianale che ha fatto conoscere il «made in Italy» nel mondo che possiamo vedere nella grande mostra «Calenzano la città dei presepi», promossa dal Comune di Calenzano e coordinata da Agostino Barlacchi. Non a caso è stato scelto questo titolo, perché l’evento si sviluppa anche al di fuori delle mura espositive del Centro Eventi St.Art di via Garibaldi espandendosi in tutte le frazioni del comprensorio calenzanese in una sorta di «prologo». Il visitatore viene coinvolto divenendo lui stesso protagonista di questa manifestazione visitando e scoprendo innumerevoli presepi, talvolta stravaganti, in molteplici manufatti, dalla terracotta, alla carta, legno, farina, polistirolo, perfino lenzuola, collocati in chiese, pievi, piazze, tabernacoli, associazioni, negozi, fattorie e nei punti più curiosi, fino ad ammirare, presso Art Defender, il presepe del 14° secolo di Santi Buglioni (nella foto) concesso dall’Arcidiocesi fiorentina in una sorta di percorso di una vera città del presepio che ne valorizza e promuove il territorio.
Il settore denominato «I presepi del territorio» è stato inaugurato l’8 dicembre e si concluderà il 6 gennaio. Da venerdì 21 dicembre prende invece il via – per terminare sempre il 6 gennaio – l’esposizione culturale al centro St. Art dove saranno collocate oltre 5.000 statuette di tutte le misure, fatture, ambientazioni possibili. La rassegna viene inaugurata  alle ore16 nell’Altana del nuovo Palazzo Comunale alla presenza dell’arcivescovo cardinale Giuseppe Betori. Dalla centenaria fabbrica Fontanini di Bagni di Lucca vedremo il grande presepe artistico a grandezza naturale che ogni anno viene esposto in Piazza San Pietro a Roma, mentre di Arte Barsanti sono i personaggi ancora in gesso sformati da antichi stampi e che ogni anno vengono esposti in Piazza Navona. Anche in questo caso non mancano documenti e ricostruzioni sull’antica vita del figurinaio lucchese con i suoi attrezzi e stampi insieme agli esemplari provenienti dal Museo della Figurina di gesso di Coreglia Antelminelli, mentre l’Associazione Italiana Amici del Presepe di Roma partecipa con il presepe sudtirolese del più grande dei maestri intagliatori di Ortisei, Henrich Demetz. Originale il presepe interamente autocostruito di Mario Minuzzo di Pisa con personaggi meccanici in movimento. L’omaggio alla capitale del Presepe arriva dalla Galleria Antiquaria Fiorentina di Giulio Frascione, dell’Associazione antiquari d’Italia, grande conoscitore, estimatore e collezionista di natività napoletane, con un presepe del 1800 con oltre 60 figure in terracotta dipinte a mano e vestite con stoffe antiche.
Alla Lucchesia è dedicato tutto un importante settore che non si limita a far conoscere e ammirare la Natività come presepe, ma approfondirà l’affascinante storia del «Presepe e i suoi personaggi» in un percorso scientifico e storico attraverso appunto le statuette che rappresentano mestieri, i pescatori, contadini, la vita del mare, i venditori dei mercati, delle taverne, pastori, greggi, animali, fattorie. Possiamo anche seguire l’evoluzione e la riconversione di queste fabbriche negli anni dal 1930 al 1960 e dei loro prodotti immessi sul mercato, quando ci si accorse ben presto che non era sempre periodo natalizio e, per sopravvivere tutto l’anno, si pensò di introdurre qualcosa che potesse andare in mano ai ragazzi per i loro giochi ludici in qualsiasi periodo. Ecco allora gli asinelli tolti dalle capannucce divenire muli per someggiate per gli Alpini, oppure dromedari o cammelli tolti dai loro Re Magi messi accanto a truppe di Libici o Ascari, oppure animali tolti da case di contadini o fattorie e immessi in zoo o piste da circo. Ma in molti casi ecco apparire accanto alle figure delle fabbriche della valle della Lima anche altre ditte specializzate Italiane come Confalonieri, Valentino Landi, Xiloplasto, Salpa, Rovello, Nardi, Chialù, Figir, Celloplasto tutte con i loro settori rivolte ai presepi. Dall’estero arrivano colossi tedeschi come Elastolin, Lineol dal Belgio, Durso, Durolin. E ancora Schusso, Leyla Incamin, o la prolifica Tipple Topple, tutte fabbriche che avevano raffigurati nei loro cataloghi animali, carri, personaggi civili di misure piccole, medie, grandi. Scopriamo poi che questi personaggi erano in «pasta», un impasto che molte fabbriche modificarono aggiungendo ingredienti come carta tritata, gesso, caolino, colle animali, segatura, che molti stampi erano in bronzo, la coloritura era data in fabbrica ma molte volte anche dalle donne o addirittura da carcerati che riempivano le loro giornate guadagnando qualche cosa; le statuette venivano «cotte» in forni a bassa temperatura ed erano poi ripulite dalle «bave» dello stampo. Vediamo diorami con rappresentazioni dalla Sacra Bibbia con l’Arca di Noè, e le sue coppie di animali, fattorie con contadini, pecore, galli, galline gabbie di zoo o centurioni romani. A guida dei visitatori c’è la stella cometa di Lara Molinari, disegnatrice di punta della Walt Disney, che li porta come avvenne con i Re Magi alle tante capanne del bambinello Gesù, ad ammirare presepi etnici di tutto il mondo della grande collezione Panci, presepi in carta provenienti dalla famosa collezione Bombelli, a quelli relegati nel piccolo quadrato di un francobollo a cura dell’Associazione Italiana Filatelia tematica, ai bellissimi in movimento provenienti dalla fabbrica artigiana Nicla di Portici, o quelli miniaturizzati dell’Associazione «Presepi in miniatura» di Napoli collocato in una noce, oppure in una lampadina, in un oliva, sotto un ramo di corallo. Non mancano i presepi in composizione  tedeschi, del Belgio, della Francia, dalle collezioni Piccione, Roveri, Raugei, Paoletti. Ci saranno anche  presepi bidimensionali di Wiliam Sweizer di Diessen, ultimo peltraio della Germania, con stampi creati dalle ardesie della Turingia e i pezzi fusi in stagno di spessore di 1 millimetro. Tutto ciò contornato dalla sezione «Presepe Arte» curata da Carmelina Rotundo con opere di Seletti, Amalia Ciardi Duprè, Mario Caciotti, De Fazio, Tocchetti, Attanasio, Maiucci, Cirri, Da Re, Dal Bello.
Pensiamo proprio che questa volta visitando la mostra , alla domanda di Edoardo De Filippo se ci piace il presepe, bisognerà proprio rispondere di sì, tante saranno le curiosità da vedere, ammirare e apprezzare  in questa grande «Città dei presepi» di Calenzano. Ma sarà anche bello ricordare in questo contesto la leggenda di Cristoforo Colombo che, sbarcato in America, trovò sulla spiaggia un viandante che vendeva… statuine  del presepe della grande tradizione artigianale lucchese.

Orario mostra: dal lunedi al venerdi, 15-19.
Sabato, domenica e festivi, 10-13 e 15-19.
1° gennaio 2013: chiuso.
Domenica 6 gennaio, ultimo giorno, la chiusura è anticipata alle 18,30


Pubblicato su Toscana Oggi n. 46 del 23/12/2012

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