lunedì 11 marzo 2013

A Vincigliata un tesoro dell’arte contemporanea

«Le nostre radici in cielo» è il libro appena uscito che ripercorre la vita e l’opera di Amalia Ciardi Duprè che per un lungo periodo ha lavorato e impreziosito la chiesa di Vincigliata a Fiesole. Il libro sarà presentato il 15 marzo alle ore 17 presso la sala delle Miniature in Palazzo Vecchio a Firenze.

E' ormai istintivo sedermi nello studio di Amalia Ciardi Duprè in via degli Artisti (nella stessa via dove lei è nata) e sentirmi nella luce che inonda, grazie all’ampia parete a vetrate ed ancor più sentirmi avvolta nelle linee delle sculture e dei bozzetti da lei realizzati: maternità, storie di amore, di tenebre: mafia, desparecidos, immigrazione, di fede, di miti spesso inserite in un contesto di natura. Nello stesso studio gravitano studenti e studentesse che si avvicinano o si inoltrano nel percorso della scultura coinvolte dall’ arte e dalla sensibilità di questa grande artista contempornea, insegnante al Liceo artistico e poi all’ istituto d’Arte di Porta Romana nella quale confluiscono tendenze di varie epoche: dagli etruschi, all’ arte romanica, al Rinascimento in una unione, in cui anelli di una catena giammai disgiunti, si consolidano, si personalizzano percorsi-messaggi contemporanei ( vedi le tematiche sociali).
Una vita per e con nell’arte che conosce periodi particolarmente ispirati come quello vissuto a Vincigliata, terra della diocesi di Fiesole città dove da piazza Mino Da Fiesole, parte la via intitolata ad un suo grande indimenticabile antenato quel Giovanni Duprè che ebbe lo studio anche a Firenze nella piazza San Simone e le cui opere nel mondo restano a gloria e vanto di una italianità gloriosa e attiva.
Del felice e prolifico periodo di Vincigliata, Amalia vuole lasciare anche una testimonianza scritta desiderio espresso fin da quando la conosco, anzi aggiungo che dopo aver istaurato un colloquio con lei per una mostra alla galleria delle Arti e del Disegno in piazza San Marco ( dovevano essere gli anni ’90) mi invitò a Vincigliata a scoprire uno dei capolavori più eccezionali e geniali dell’arte contemporenea, ne fui a tal punto colpita da associare spessissimo l’artista a quei luoghi, a immaginarmela al lavoro in un contesto favorevole e molto importante per lei .
Ed ecco ritornati al motivo e momento dell’ incontro con Amalia, nel gennaio-febbraio 2013; perchè vuole raccontarmi «Come, perchè questo libro?».
Un volume in cui Amalia Ciardi Duprè riveste 3 ruoli: per la prima volta scrittrice (anche se aveva esordito con un racconto per l’ associazione Lib(e)ramente), artefice della creazione delle opere d’arte a Vincigliata e committente del volume stesso.
Il libro, che dalle mani di AMALIA passa alle mie, mi riporta ad immagini di famiglia: alcuni volti che ho conosciuto: il marito, il fratello, la sorella... della nonna Adele musicista sapevo il grande affetto e la complicità artistica che le univa, complicità ricreata, in un secondo tempo con Paolo, il marito.
Amalia mi spiega che per realizzare le foto del ciclo dell’abside fu necessaria una impalcatura alta 6 metri e che provengono alcune dall’archivio fotografico di famiglia mentre le altre sono state scattate da: Cedrone, Bardazzi, Lewis, Martinelli.
Un libro fortemente voluto per una circostanza che Amalia, tende giustamente a sottolineare: una comunità di fedeli ed amici si era raccolta intorno alla chiesa di San Lorenzo a Vincigliata con il parroco don Giuseppe Pesci, per essere in prima persona commitenti e, con il loro denaro, permettere la creazione di una opera d’ arte unica nel suo genere al mondo.
Amalia Ciardi Duprè tra il 1980-1987 lavora «impreziosendo» l’intera abside della chiesa di San Lorenzo: 3 pareti, ognuna di 4 metri di base per 7 di altezza con la storia dell’umanità nella visione biblica e cristiana, modellate in gran parte in maiolica e refrattario mentre, la piccola porta che va nella cappellina adiacente, è incemento fuso ed il grande crocifisso centrale e l’altare sono in bronzo; dal 1976- 1978 aveva lavorato nella cappellina di San Lorenzo: 3 pareti con i 4 simboli degli evangelisti ed illustrando nella parete centrale la passione di Cristo secondo il vangelo di San Giovanni ed a destra la Madonna con Gesù Bambino, ambedue ambientate nel contesto della Natura di Vincigliata: un grande albero, stormi di uccelli, coniglietti, lucertole tutto modellato in terracotta.
Passano gli anni, la chiesa di San Lorenzo è meta di pellegrini e visitatori da tutto il mondo è inserita in alcuni itinerari turistici.
Nell’animo di Amalia, intorno al 2010, matura il desiderio di far conoscere ad un più grande pubblico l’avventura di questa opera sostenuta da piccoli, costanti contributi di persone di fede che credono nell’arte come mezzo di evangelizzazione, compone così un libro, che testimonia con immagini e parole quel periodo: vengono selezionati brani autobiografici dell’ artista, parti del giornalino voluto da don Pesci intitolato: «La Corrispondenza da Vincigliata» che faceva da unione tra i vari committenti che non solo si trovavano in Italia, ma anche in Francia ed in America tenendoli puntualmente informati sull’andamento dei lavori, delle cotture, su qualche incidente di percorso, sull’aiuto dei commitenti stessi, spesso presenti.
Amalia ricorda come, terminata la decorazione e la cottura di ogni parete, si procedesse alla muratura della storia e si facesse festa con la messa, il pranzo per ogni parete completata e, vedendo il risultato di tanto impegno artistico, il numero dei committenti aumentava.

di Carmelina Rotundo

Pubblicato su Toscana Oggi n. 10 del 10/03/2013

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