STORIA DI UNA COMBRICCOLA E NON SOLO
Intervista a Laura Biagioli in occasione dell’inaugurazione dei locali a Firenze in via della Rondinella di Carmelina Rotundo Auro
“Quando e come prende vita l’idea di creare la Combriccola delle Sferruzzatrici?"
Parrà strano a dirsi, ma è proprio GRAZIE alla pandemia che tutto ha avuto inizio. Mi chiamo Laura Biagioli e lavoro come animatrice presso il Centro Servizi per Anziani Il Gignoro della Diaconia Valdese Fiorentina. Non mi dilungherò su cosa abbia significato la pandemia per ciascuno di noi, e neanche su come essa abbia radicalmente trasformato la vita quotidiana all’interno delle case di riposo, che ancora fanno i conti con qualcosa che ovunque è sparito, tranne che al loro interno, perché sicuramente avete avuto modo di farvene un’idea. Mi limito a condividere qualche riflessione maturata a partire dalla mia esperienza personale e professionale. In un certo senso, se per i colleghi di altri servizi era chiaro cosa e come doveva essere fatto, per noi animatrici la pandemia ha comportato una re-invenzione di tutto ciò che avevamo sempre fatto e, soprattutto, delle modalità con cui lo avevamo sempre fatto. Nel nostro linguaggio quotidiano sono diventate ricorrenti parole come: tamponi, isolamento, distanze, tute, mascherine, visiere, soprascarpe, bolla, stanza degli abbracci, videochiamata, on line, Meet, Zoom … E tutto questo in un’atmosfera assolutamente surreale fatta di silenzi, solitudine e mancanza di contatto. Soprattutto i primi tempi. Poi si sa, o si soccombe o si reagisce …. E’ a questo punto che nasce la Combriccola delle Sferruzzatrici e una tua bellissima frase, ATTRAVERSAR TEMPESTE PER COSTRUIRE ARCOBALENI, restituisce esattamente il senso profondo di questa esperienza. Per spiegare meglio di cosa si tratta, prendo a prestito le parole contenute nel libro Tu cambi il dolore in danza. La forza della resilienza di Licia Saillen, perché è di resilienza che in effetti si è trattato: “La resilienza è la capacità di un gruppo o di un individuo di affrontare grandi difficoltà, che sia un trauma grave, un lutto, una perdita importante, e di crescere nonostante tutto. La resilienza non si limita alla mera resistenza nelle difficoltà, ma comprende la capacità di ricostruire la propria vita, di trasformare una ferita in ricchezza, una sofferenza in un punto di forza che dia senso alla vita. (…) E’ un processo di adattamento creativo e di trasformazione, a dispetto delle circostanze e delle esperienze avverse e sfavorevoli”.
La citazione contiene alcune parole chiave che descrivono in maniera perfetta cosa è stata e cosa continua ad essere la Combriccola: gruppo, grandi difficoltà, crescere, ricostruire, trasformare, dare senso, adattamento creativo.
"Come si è configurato il gruppo?"
La Combriccola si è configurata da subito come un gruppo “informale” di donne eterogenee per età, per provenienza geografica, per condizione sociale, per condizione fisica e altro ancora. Con alcune ci conoscevamo già prima della pandemia, con la maggior parte ci siamo conosciute durante la pandemia, e con altre ci stiamo conoscendo dopo la pandemia. Ho appena volutamente ripetuto tre volte la parola “pandemia”, che, come scrivevo all’inizio, quanto a grande difficoltà credo che negli ultimi tempi e almeno per quanto concerne il nostro paese, abbia avuto pochi uguali.
“Su quali fondamenta si consolida il gruppo?"
Come animazione abbiamo dovuto cercare prima di tutto di dare un senso a tutto quello che stava succedendo intorno a noi, trasformando le criticità in opportunità e ricostruendo le nostre modalità di lavoro, le nostre attività, le nostre relazioni anche, e soprattutto, con quelle realtà con le quali negli anni avevamo costruito dei progetti, e che, a causa della pandemia, non potevano più varcare il cancello. Una di queste realtà era AILO (The American International League of Florence ODV) con la quale avevamo realizzato un innovativo progetto denominato Svecchi-Art che metteva in dialogo due generazioni e combinava due linguaggi artistico-espressivi urbani: quello della street art e quello dello yarn bombing. Nel frattempo, nella casa di riposo (il centro diurno era chiuso e con alcuni ospiti facevamo attività a domicilio) era sorta la prima bolla, all’interno della quale ogni ospite era isolato. Ad un certo punto, ha iniziato a farsi sempre più pressante la richiesta da parte degli operatori dell’assistenza di avere ferri e lana per le signore. Della cosiddetta lana-terapia applicata in diversi ambiti sentiamo parlare ormai da qualche tempo. Ecco, in maniera del tutto spontanea, era quanto stava accadendo per le nostre signore: il lavoro a maglia come reazione terapeutica all’isolamento a all’angoscia che stavano vivendo. E’ così che abbiamo deciso di riprendere i contatti con AILO e dare un senso a tanto sferruzzamento. Abbiamo intercettato il progetto dei pacchi di Natale di ACP al quale aderiva la chiesa cristiana evangelica di via della Vigna Vecchia (che insieme alla chiesa Valdese e a quella battista, è regolarmente presente nella gestione del momento biblico settimanale al Gignoro) e abbiamo realizzato degli splendidi cappellini per bambino da inserire nei pacchi. All’inizio, un po’ su Whatsapp, e un po’ su Meet, sferruzzando a distanza per piccoli progetti di solidarietà promossi dalle varie realtà associative (e non solo) fiorentine, di cui ognuna era singolarmente parte (Il Centro Servizi per Anziani Il Gignoro, la Chiesa Cristiana Evangelica di via della Vigna Vecchia di Firenze, la Rete di Solidarietà del Q1, l’American International League of Florence,…), ci siamo aperte all’altro, siamo uscite “fuori”, pur restando chiuse ognuna nella propria abitazione. Poi, finalmente, siamo riuscite a vederci di persona e abbiamo dato vita a un vivacissimo knitting caffè all’interno di un locale denominato Cirkoloco, non troppo distante dalla nostra struttura.
“Il gruppo iniziale di quante persone era formato?"
Quando abbiamo iniziato, eravamo circa una quindicina, tra anziane, operatrici e familiari del Centro Servizi per Anziani Il Gignoro, membri della chiesa evangelica, volontarie di AILO. Ma via via che i progetti si sono susseguiti, il gruppo si è ampliato grazie al passaparola prima e alla pagina Facebook poi. Oggi siamo circa una settantina.
"Ci ricordi i manufatti realizzati "
Dopo i 60 cappellini, sono seguite 165 borsine portacellulare che abbiamo consegnato come dono natalizio agli ospiti del Centro Servizi per Anziani Il Gignoro e a quelli di un’altra RSA di Montespertoli. E’ stata poi la volta di circa 30 copertine per passeggino che la Rete di Solidarietà del Q1 di Firenze ci ha “commissionato” per le famiglie con neonati con le quali sono in contatto. A Pasqua 2021 ci siamo sbizzarrite con circa 100 coniglietti e a Pasqua 2022 con più del doppio di galline. Ne abbiamo fatto di nuovo dono agli anziani del Gignoro, ai bambini seguiti dalla Rete di Solidarietà e a quelli che Zia Caterina col suo colorato Taxi Milano 25 accompagna all’ospedale pediatrico Meyer.
L’entusiasmo, la creatività e l’impegno delle donne che via via si univano ci ha permesso di rendere realtà un sogno che custodivamo da tempo nel cassetto: quello di realizzare un albero di Natale all’uncinetto. Lo abbiamo chiamato L’Albero di Natale Viaggiante e lo abbiamo collocato davanti all’ingresso del Centro Servizi per Anziani Il Gignoro. Alto 4 metri e composto da quasi 4000 quadratini 10cmx10cm illuminati da lucine intermittenti e, quindi, ben visibile agli abitanti del quartiere, è diventato un simbolo di luce, di speranza e di rinascita che ha chiuso il nostro anno 2021 dopo i mesi bui della pandemia.
I progetti che via via si sono susseguiti hanno finito per dar vita ad autentici rapporti di amicizia, che ci hanno permesso, in quei mesi così strani e duri, di condividere in maniera molto naturale anche gioie e dolori, ognuna portando le peculiarità che le erano proprie, incoraggiandoci, pregando le une per le altre e progettando con creatività ogni tipo di iniziativa per stare insieme, compresi numerosi mercatini. E’ proprio vero, come dici tu, che NON ABBIAMO ALTRE STRADE CHE QUELLE DELL'AMORE
Durante il 2022 avete lanciato l'idea che poteva sembrare un sogno
Sì, abbiamo iniziato a immaginare di poter rendere reale un altro sogno, ancora più grande dell’albero di Natale: quello di organizzare a Firenze, in una delle sue più belle piazze, per l’esattezza Piazza Santa Croce, la manifestazione VIVA VITTORIA, nata a Brescia nel 2015 e che ha come finalità la realizzazione di un’opera relazionale condivisa per sensibilizzare contro la violenza sulle donne. Quella di Firenze, che si terrà l’11 e il 12 novembre 2023, sarà la 29esima edizione e sarà la sola ed unica a Firenze. E’ organizzata da AILO – The American International League of Florence ODV con il sostegno, oltre che del Centro Servizi per Anziani Il Gignoro, di CONAD e Campolmi Filati, e il patrocinio del Comune di Firenze, della Regione Toscana e della Città Metropolitana.
Ma in cosa consiste l’opera relazionale condivisa promossa da VIVA VITTORIA?
In un tappeto di copertine realizzate cucendo insieme 4 quadrati di 4 persone diverse, fatti a maglia o all’uncinetto, grandi 50 cm x 50 cm e uniti da un simbolico filo rosso. Le copertine, stese su una piazza centrale della città che ospita l’evento, sono oggetto di una raccolta fondi il cui ricavato è devoluto ad associazioni che operano per il sostegno delle donne vittime di violenza. A Firenze riceveranno tale contributo Artemisia Centro Antiviolenza, ACISJF Firenze e Nosotras Onlus.
Giovedì 6 luglio 2023 è stato ufficialmente inaugurato alla presenza di Cristina Begni, Presidente di Viva Vittoria, e Maria Federica Giuliani, assessora del Comune di Firenze, lo spazio dove inizieranno a prendere vita le copertine. Tale spazio è stato messo a disposizione da Luigia, una delle fantastiche sferruzzatrici che si sono aggiunte negli ultimi tempi, e si trova in via Rondinella 62 a Firenze. A partire da lunedì 10 luglio, ogni giorno (tranne la domenica) dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 lo “Spazio Viva Vittoria” sarà aperto e accoglierà chiunque voglia unirsi alle volontarie presenti per la cucitura delle copertine, oltre che per la consegna dei quadrati ultimati e il ritiro dei filati per continuare a farne, visto che il numero stimato di quadrati necessari è almeno di 12 mila! Ad oggi circa 4 mila quadrati sono già arrivati, creati dalle “mani ballerine” (come qualcuno le ha definite) di tantissime donne di Firenze, ma non solo, che grazie all’adesione al progetto Viva Vittoria, hanno dato vita a momenti di incontro e relazione, che è poi il senso ultimo del progetto stesso. Quadrati sono, infatti, arrivati da tutta la Toscana, da Reggio Emilia, da Modena, dalla Valle Cadore nelle Dolomiti, dalla Costiera Amalfitana e sappiamo che in tanti stanno lavorando per Viva Vittoria Firenze non solo in Italia ma anche in Europa, negli Stati Uniti e in Australia. A realizzarli donne, ma anche uomini, di età compresa tra i 6 e i 102 anni, all’interno di centri sportivi, misericordie, centri diurni per anziani e per disabili, case di riposo, carceri e scuole. Chiunque può ancora unirsi a questo progetto nel modo che preferirà. Ve ne suggeriamo alcuni:
1. ovviamente realizzando i famosi quadrati di lana o di cotone come più piace, o come meglio riesce, e consegnandoli entro il 10 ottobre. Due uniche condizioni non negoziabili: devono misurare 50 cm x 50 cm e devono portare sul davanti il nome o una sigla di chi lo ha realizzato, perché ogni quadrato equivale al proprio no contro la violenza sulle donne
2. procurandoci lana (quella dimenticata in un armadio, quella della vicina, ecc…) di tutti i colori, di tutti gli spessori;
3. condividendo questa iniziativa con chi ritenete potrebbe essere interessato (ci sono mamme che hanno iniziato a sferruzzare mentre guardano la partita di calcio dei loro figli, …)
4. venendo a cucire i quadrati nello “Spazio Viva Vittoria” in via della Rondinella 62
5. partecipando nei giorni 11 e 12 novembre all’evento in piazza Santa Croce e portando amici e…
6. in qualsiasi altro modo la vostra creatività vi suggerirà
Sai, il giorno dell’inaugurazione dello spazio Viva Vittoria Firenze tra le sferruzzatrici ce ne era una con la quale ci conoscevamo già per via della facoltà di scienze della formazione primaria, perchè tutor, che della biblioteCanova perché direttore del giornale “Aghi di pino”. Si tratta di Renza del Biblioknitcaffè-Bibliotecanova- Firenze Isolotto. Lei è a conoscenza che io scrivo poesie e così mi ha invitato a proporre una sorta di esperimento poetico su Viva Vittoria… Pensi che possa essere una buona idea?
Ma certo!!! Sarebbe davvero un bellissimo dono se la poetessa Carmelina Rotundo Auro partecipasse con i suoi versi ispirati a Viva Vittoria!
Per maggiori informazioni potete consultare www.vivavittoria.it, la pagina facebook Viva Vittoria Firenze, la pagina Instagram vivavittoria_firenze o scrivere a vivavittoria.firenze@gmail.com o a dvfanimazione@diaconiavaldese.org







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