mercoledì 21 febbraio 2024
La SPECOLA
Dal 21 febbraio 2024 a Firenze nella via Romana rinnovato e quanto mai interessante ha riaperto la Specola una delle eccellenze del Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino che quest' anno celebra il Centenario.
Tredici le nuove sale ( 700 metri quadri) dove per la prima volta si possono ammirare collezioni quali: le cere botaniche e la mineralogia che si aggiungono alle collezioni della zoologia e delle preziose cere anatomiche, al Salone degli scheletri, alla Tribuna di Galileo e al Torrino astronomico, che ospitava l’osservatorio a cui La Specola deve il nome.
Tredici le nuove sale espositive, per 700 metri quadri complessivi, dove trovano ospitalità i nuovi percorsi dedicati agli inizi della ceroplastica, alle cere botaniche e alla mineralogia, che affiancano da oggi le collezioni della zoologia e delle preziose cere anatomiche, il Salone degli scheletri, la Tribuna di Galileo e il Torrino astronomico, che ospitava l’osservatorio a cui La Specola deve il nome.
Nuova anche la biglietteria, nuovo il bookshop, rigorosamente a norma gli impianti (elettrico, antincendio e di climatizzazione): per una riqualificazione che ha riguardato in totale 2.280 metri quadri, lavori tutti realizzati grazie al contributo della Regione Toscana per complessivi 3,5 milioni di euro e dell’Ateneo fiorentino per un importo di circa 2,5 milioni di euro.
Una riapertura storica questa del 21 febbraio 2024 perchè celebra il “compleanno” del Museo inaugurato il 21 febbraio 1775 come “Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale” segnando l’ingresso nel 250° anniversario dalla sua fondazione.
La Specola è stato primo esempio in Europa di istituzione scientifica aperta a tutti, in anticipo di quasi due secoli e mezzo sull’odierna idea di museo, accessibile e inclusivo e ricompone così l’idea illuministica del Granduca Pietro Leopoldo di presentare la natura nella sua completezza in un percorso che va dalla terra (mineralogia) al cielo (astronomia) passando per la botanica, l’anatomia e la zoologia.
I nuovi percorsi
Le raccolte mineralogiche tornano ad essere esposte al primo alla Specola a distanza di un secolo e mezzo dalla collocazione nella sede di via La Pira. Di eccezionale rilievo è la Collezione medicea di pietre lavorate (coppe, vasi, oggetti ornamentali), già ospitata nella Tribuna degli Uffizi: fra gli esemplari – esibiti in una “Camera delle Meraviglie” che rievoca il collezionismo mediceo tra il XV e il XVIII secolo – spiccano le due coppe in diaspro e una coppa in giada nefrite appartenute a Lorenzo il Magnifico, come riporta l’incisione LAURMED, ma anche la tazza in lapislazzuli a forma di conchiglia (citata da Giorgio Vasari), acquistata da Cosimo I nel 1563 dal celebre lapicida milanese Gasparo Miseroni. Fra i reperti alcuni sono riferibili alla raccolta di Niccolò Stenone, celebre anatomista e padre della moderna mineralogia.
L’esposizione illustra anche l’evoluzione dei minerali attraverso i quattro miliardi e mezzo di storia del nostro pianeta e del Sistema Solare - dai pochi minerali delle meteoriti, alle migliaia di minerali oggi conosciuti – e consente di ammirare campioni unici al mondo, dalle tormaline ed ematiti dell’Elba allo zolfo della Sicilia, fino agli enormi cristalli di topazio e acquamarina del Brasile.
Nelle nuove sale del Museo al secondo piano si snoda il percorso “Arte e Scienza” dedicato alla genesi e all’evoluzione della ceroplastica fiorentina: dai primordi legati alla scuola bolognese e all’opera dell’artista siciliano Gaetano Zumbo (1656-1701) - che realizza una serie di teatrini allegorici su temi tipici del barocco e modella in cera una testa sezionata – alla nascita nel 1771 dell’Officina ceroplastica fiorentina proprio a La Specola, della cui attività è eccezionale testimonianza la Venere smontabile di Clemente Susini (1754 – 1814).
Nell’itinerario museale è di grande rilievo la collezione delle cere botaniche che torna a essere visibile dopo oltre un secolo: è costituita da piante e frutti di grande realismo e bellezza, in un’esposizione suggestiva e coinvolgente. Sono anche esposte, nel nuovo percorso, le straordinarie tavole in cera di anatomia, istologia e patologia botanica realizzate da Clemente Susini in collaborazione col grande scienziato Giovan Battista Amici (fautore di fondamentali innovazioni nel campo della microscopia ottica), al fine di rendere partecipe il grande pubblico delle nuove scoperte scientifiche.
Ma la produzione di modelli scientifici sperimenta, oltre alla cera, anche altri materiali come la cartapesta, il legno, la terracotta, la pietra o il vetro. Il singolare connubio di arte e scienza, tipico delle realizzazioni ceroplastiche fiorentine, è riflesso nei dipinti di Bartolomeo Bimbi (1648-1729), pittore a servizio di Cosimo III de’Medici e poi dell’Elettrice Palatina, autore di numerose nature morte di fiori, frutti e meraviglie naturali, caratterizzate da un intento di catalogazione scientifica.
I percorsi “storici”
Accanto alle novità, nelle vetrine del percorso “storico” corredate da un nuovo impianto illuminotecnico, i visitatori potranno ammirare nuovamente la collezione zoologica con animali di tutto il mondo (4.600 gli esemplari oggetto di speciale manutenzione per l’occasione), fra cui diverse specie estinte. E, inoltre, l’intera collezione delle cere anatomiche settecentesche, famose in tutto il mondo; il Salone che ospita gli scheletri di numerose specie di vertebrati, soprattutto mammiferi; la Tribuna dedicata a Galileo Galilei, raro esempio di architettura tardo neoclassica fiorentina, e infine il Torrino che ha il suo fulcro nella Sala della Meridiana (chiamata così dallo strumento astronomico posto sul pavimento e ancora funzionante), impreziosita da stucchi neoclassici che rappresentano le cicogne nell’atto di prendere il volo: da lì si accede alla sala ottagona, l’antico osservatorio.
Tutte le info su ingressi e prenotazioni sono su www.sma.unifi.it
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piccola guida del museo
LA SPECOLA –
Il Museo della Specola fu istituito come Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale dal Granduca Pietro Leopoldo il 21 febbraio 1775. Deve l’appellativo all’Osservatorio astronomico realizzato nel Torrino che ne sovrasta la storica sede.
Si tratta del primo esempio di Museo scientifico aperto a tutti, senza limitazioni di provenienza, di genere o di ceto. Concepita sulla base delle idee illuministe, anticipa di quasi due secoli e mezzo l’odierna visione di Museo, basata sui valori dell’accessibilità, dell’inclusività e di una più ampia comprensione del patrimonio culturale in relazione alla società.
Percorsi storici
Zoologia
In 23 sale sono esposti esemplari zoologici provenienti da tutto il mondo in un impianto espositivo che, da due secoli e mezzo, porta avanti la tradizione del progetto originale del Museo che mira a rendere manifesto il Sistema della Natura.
Gli esemplari esposti sono solo una piccola parte degli oltre 4 milioni di reperti conservati nelle collezioni e documentano, tra le altre, diverse specie ormai estinte ed altre in via di estinzione, oltre a moltissimi esemplari di notevole interesse scientifico e storico.
Cere anatomiche
Una collezione unica al mondo di modelli anatomici in cera di fama internazionale, prodotta in circa un secolo dall’Officina di Ceroplastica creata presso il museo nel 1771. Ne fu maggior artefice Clemente Susini, seguito da Francesco Calenzuoli, Luigi Calamai, Egisto Tortori.
Le opere, circa 1400 in 562 urne, sono proposte in un impianto museografico giunto pressoché inalterato dal XVIII secolo, accompagnate da disegni e apparati didattici realizzati da esperti disegnatori e calligrafi.
Nuovi percorsi
Arte e scienza
Dopo oltre un secolo, la collezione delle cere botaniche fiorentine, costituita da piante, frutti e tavole di anatomia, istologia e patologia vegetale di eccezionale realismo e straordinaria bellezza, torna ad essere visitabile.
Il percorso, che illustra il valore didattico dei modelli naturalistici e anatomici a partire dal Seicento, comprende anche i teatrini allegorici barocchi di Giulio Gaetano Zumbo, i dipinti di natura morta di Bartolomeo Bimbi, due statue anatomiche in legno e una in cartapesta, oltre a realizzazioni in vetro, in gesso e in altri materiali.
Mineralogia
Il percorso documenta la genesi dei minerali, partendo dalle loro più antiche tracce nei meteoriti e dalla differenziazione del regno minerale avvenuta durante l’Archeano, con il progressivo raffreddamento della Terra.
Illustra inoltre la loro variabilità e le proprietà chimiche e fisiche per le quali vengono sfruttati dalle società umane.
Di eccezionale pregio è la Collezione medicea di pietre lavorate, in gran parte provenienti dalla Tribuna degli Uffizi. In essa figurano, tra gli altri capolavori di arte glittica, quelli appartenuti a Lorenzo il Magnifico.
Altri percorsi
Tribuna di Galileo
Tempio laico dedicato alla memoria di Galileo Galilei per celebrare il genio toscano e il metodo sperimentale, è un raro esempio di architettura tardo neoclassica fiorentina, realizzato su progetto di Giuseppe Martelli e inaugurato nel 1841.
Vi lavorarono i principali artisti toscani del tempo sulla base del piano iconografico concepito da Vincenzo Antinori. La statua di Galileo fu scolpita da Aristodemo Costoli, mentre gli affreschi sono opera di Giuseppe Bezzuoli, Gaspero Martellini, Nicola Cianfanelli e Luigi Sabatelli.
Torrino astronomico
Progettato da Niccolò Maria Gaspero Paoletti alla fine del XVIII secolo, ospita oggi un’esposizione che riporta alle origini del Museo e riproduce l’unitarietà del sapere scientifico alla base dell’idea originale. Ha il suo fulcro nella Sala della meridiana, o Sala delle cicogne, ricca di stucchi neoclassici che rappresentano gli uccelli nell’atto del prendere il volo. Sul pavimento è posta la meridiana in marmo, rame, argento e scagliola realizzata nel 1784 e ancora funzionante. Dalle otto finestre della sala ottagona superiore si può godere una vista di Firenze a 360 gradi, di rara bellezza.
Salone degli scheletri
Situato al piano terra, presenta un impianto espositivo di inizio Ottocento, realizzato in boiserie con ballatoio e 120 vetrine che ospitano scheletri di numerose specie di Vertebrati, soprattutto Mammiferi. I circa 3000 reperti osteologici esposti costituiscono un grande tesoro scientifico consultato ogni anno da esperti di tutto il mondo. Comprendono autentiche rarità ed esemplari di particolare interesse storico. Tra questi l’Elefante asiatico che, giunto vivente a Firenze nel 1655 ed esposto sotto la Loggia dei Lanzi, servì nel XVIII secolo a Linneo per descrivere la specie.
DIETRO LE QUINTE
I reperti in esposizione non sono che la punta dell’iceberg delle ricche raccolte della Specola. Nei depositi si conservano oltre 4 milioni di esemplari che sono oggetto di studio da parte di ricercatori di tutto il mondo e forniscono importanti informazioni sulla storia naturale e sull’evoluzione degli organismi e del Pianeta. Le collezioni, molto antiche o di recente acquisizione, sistematicamente ordinate e con campioni appartenenti a migliaia di specie diverse, sono occasionalmente accessibili al pubblico con visite guidate su prenotazione.
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