lunedì 5 maggio 2008

PRESEPIO NELLA LETTERATURA

Il NATALE E IL PRESEPIO NELLA LETTERATURA

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( 1 ° )

Giovanni Papini STORIA DI CRISTO,


(Pag.3 sgg,) L a s t a l l a .

Gesù è nato in una Stalla.
Una Stalla, una vera Stalla , non è il lieto portico leggero che i pittori cristiani
hanno edificato al figlio di David. quasi vergognosi che il loro Dio fosse giaciuto
nella miseria e nel sudiciume. E non è neppure il presepio di gesso che la
fantasia confettiera de’ figurinai ha immaginato nei tempi moderni ; il presepio
pulito e gentile,grazioso di colore,colla mangiatoia linda e ravviata,l’asinello estati-
co e il compunto bue e gli angeli sul tetto col festone svolazzante e i fantaccini dei
re coi manti e dei pastori coi cappucci in ginocchio a’ due lati della tettoia. Codesto
può essere il sogno dei novizi, il lusso dei curati,il balocco dei bambini il “vaticinato
ostello” d’ Alessandro Manzoni,ma non è davvero la Stalla dove è nato Gesù.
Una Stalla, una Stalla reale è la casa delle Bestie,la prigione delle Bestie che lavorano per l’Uomo. L’antica ,la povera Stalla dei paesi antichi,dei paesi poveri del paese di Gesù non è il loggiato con pilastri e capitelli, ne’ la scuderia scientifica dei ricchi d’oggidì o la capannuccia elegante delle vigilie di Natale. La Stalla non è che quattro mura rozze, un lastricato sudicio,un tetto di travi e di lastre. La vera Stalla è
buia,sporca ,puzzolente ; non v’è di pulito che la mangiatoia,dove il padrone amman-
nisce fieno e biadumi
I prati di primavera,freschi nelle serene mattine,ondanti al vento soleggiati,umidi,
odorosi furon falciati ; tagliati col ferro,l’erbe verdi ,l’alte foglie fini recisi insieme
i bei fiori aperti : bianchi,rossi,gialli,celesti. Tutto appassì ,seccò,prese il colore palli-
do e unico del fieno. I manzi trascinarono a casa la spoglia morta del maggio e del
giugno.
Ora quell’erbe e quei fiori, quell’erbe fatte aride quei fiori che sempre odorano son lì nella mangiatoia per la fame degli Schiavi dell’Uomo. Gli animali l’abboccano adagio coi grandi labbri neri e più tardi il prato fiorito torna alla,luce . sullo strame che serve
da letto, mutato in concio umido.
Questa è la vera Stalla dove Gesù fu partorito¨Il luogo più Lurido del mondo fu la prima stanza dell’unico Puro tra i nati di donna .Il Figlio dell’Uomo che doveva esser divorato dalle Bestie che si chiamano Uomini, ebbe come prima culla la mangiatoia dove i
Bruti digrumano i fiori miracolosi della Primavera,
Non per caso nacque Gesù in una Stalla . Il mondo non è forse un’immensa Stalla,
dove gli uomini inghiottono e stercano ? Le cose più belle, più pure più divine non le
cambiano forse,per infernale alchimia in escrementi? Poi si sdraiano sui monti del letame e chiamano ciò “ godere la vita “
Sulla terra,porcile precario dove tutti gli abbellimenti e i profumi non possono nascon-
dere lo stabbio,è apparso una notte Gesù partorito da una Vergine senza macchia, di nulla armato che di innocenza.
I primi che adorarono Gesù furono animali e non uomini.
Fra gli uomini cercava i semplici,tra i semplici i fanciulli - più semplici dei fanciulli,
più mansueti, lo accolsero gli Animali domestici. Benché umili,benché servi di esseri de-
boli e feroci di loro,l’Asino e il Bove avevano visto inginocchiarsi dinanzi a loro le moltitudini. Il popolo di Gesù,il popolo santo che Jahvè aveva liberato dalla servitù nell’Egitto
il popolo che il Pastore aveva lasciato solo nel deserto per salire a colloquio con l’Eterno veva forzato Aronne a fargli un Bove d’Oro per adorarlo.
L’Asino era consacrato,in Grecia ,ad Ares. a Dioniso. ad Apollo Iperboreo.L’Asina di Balaam aveva salvato colle sue parole il profeta,più savia del savio ; Ochos ,re di Persia pose un Asino nel tempio di Fta e lo fece adorare.
Pochi anni prima che nascesse Cristo ,il suo futuro padrone,Ottaviano,scendendo verso la sua flotta,la vigilia della battaglia di Azio,incontrò un asinaio col suo somaro. La bestia si chiamava Nicon,il Vittorioso, e dopo la battaglia l’imperatore fece innalzare un
asino di bronzo nel tempio che ricordò la vittoria.
Re e popoli si erano fin allora inchinati ai Bovi e agli Asini, Erano i re della terra,i po-
poli che prediligevano la Materia: Ma Gesù non nasceva a regnar sulla terra.ne’ ad amar la materia. Con lui finirà l’adorazione della Bestia,la debolezza di Aronne,la superstizione di Augusto. I bruti di Gerusalemme l’uccideranno,ma intanto quelli di Betlemme lo riscaldano coi loro fiati.Quando Gesù giungerà,per l’ultima Pasqua ,alla città della Morte,cavalcherà un asino: Ma egli è profeta più grande di Balaam, venuto a salvare tutti gli uomini e non gli ebrei soli, e non rivolterà dal suo cammino anche se tutti i muli di Gerusalemme raglieranno contro di lui.




( 2 ° ).

Jean Galot

Oggi

è nato per voi il Salvatore

La nascita di Gesù,che consideriamo come punto di partenza di una nuova era
nella storia dell’umanità non attirò l’attenzione del mondo al momento che ebbe luogo.
Così non sappiamo neppure la data esatta dell’avvenimento.
Il primo Natale è stato capito nella sua importanza e intimamente festeggiato solo
da Maria e Giuseppe
Alcuni pastori che “ pernottando all’aperto,facendo la guardia al loro gregge “furono
associati a questa festa da un messaggero celeste. Un angelo si presentò per comunicar
loro la gioia del cielo.Non temete : ecco, vi annunzio una grande gioia,che sarà di tutto
il popolo : oggi nella città di Davide,è nato per voi il Salvatore, che è Cristo Signore.
( Lc 2 .8.11)
L’esortazione “ Non temete” è caratteristica : la presenza e l’intervento di Dio nello
sviluppo degli avvenimenti del mondo o nel corso dell’esistenza personale di ognuno
erano spesso considerati come oggetti di timore.
Ma in questa circostanza non c’era nessun motivo,per cedere alla paura : il nuovo
annuncio poteva soltanto essere fonte di gioia. E questa gioia era destinata a tutto il
popolo,perché la nascita del Salvatore non poteva rimanere un avvenimento limitato ad
una famiglia.
Era un evento che colmava le aspirazioni di un popolo
Da molto tempo questo popolo aspettava un Messia, un liberatore che sarebbe stato
anche un re ideale per inaugurare un regime di abbondanza di tutti i beni desiderabili
Il messaggio dell’angelo non limitava tuttavia al solo popolo giudaico la gioia che
procurava la nascita.Il antico attribuito a tutte le milizie celesti annuncia la pace su tutta
la terra per “ gli uomini della benevolenza”, cioè per tutta l’umanità in quanto ormai è
l’oggetto della benevolenza divina. La nascita di Gesù fornisce la garanzia che una bene-
volenza speciale di Dio viene offerta ad ogni persona umana.
Il neonato è il Salvatore di tutta l’umanità, ma la grandezza e l’importanza della
Nascita non appariscono nel quadro esterno nel quale si è prodotto.
Esternamente, si tratta di una nascita simile alle altre, senza nessun segno visibile dell’identità misteriosa del neonato.
Invitando i pastori a recarsi presso il bambino annunciato come il Salvatore.
l’angelo addita loro a che segno potranno riconoscerlo : è un segno che non mani-
festa per niente il grandioso destino del bambino e pone il luce l’estrema povertà che
caratterizza la nascita . “ Troverete un bambino avvolto in fasce.adagiato in una man
giatoia”
Maria aveva trovato soltanto una mangiatoia di animali, in una grotta per adagiare
il piccolo destinato a salvare il mondo
Questa povertà nell’accoglienza del neonato si spiega,secondo il racconto evangelico,
dal fatto che Maria aveva dovuto lasciare Nazareth per andare a Betlemme e che in questo viaggio il momento della nascita era venuto.
Secondo un disegno superiore del Padre. il Figlio doveva essere accolto non con van-
taggi materiali,ma con l’apertura dei cuori: Maria e Giuseppe aprivano il loro cuore.of-
frendo al bambino la loro fede e il loro amore
La provvidenza che guida gli avvenimenti aveva voluto per il Salvatore una nascita
di povero tra i poveri.
Dall’inizio della sua venuta sulla terra ,il bambino era destinato ad assumere il peso
della miseria umana. Veniva nel mondo con la potenza divina di un Salvatore, ma questa potenza poteva solo esercitarsi con un amore perfettamente umile che voleva portare la povertà umana per arricchirla con la sua ricchezza divina.
E’ l’umiltà dell’amore che aveva condotto il Figlio di Dio ad entrare nell’universo umano come bambino.
La stessa umiltà si è tradotta più tardi nel comportamento del Figlio dell’uomo,venuto non per essere servito,ma per servire
E’ l’umiltà che finalmente ha rivelato il suo valore nel dramma della croce ed ha riportato vittoria sulle forze del male
Il neonato bambino adagiato nella mangiatoia era già il Salvatore che cominciava ad operare la salvezza e portava all’umanità tutta la gioia divina della buona novella.


Da “ L’Osservatore Romano “, 25 Dicembre 1999
e da “Fiamma che arde”delle Piccole Serve del Sacro
Cuore di Gesù per gli ammalati poveri.”Ottobre 2000

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