lunedì 16 giugno 2008

GIORGIO VASARI

VITA ED OPERE DI GIORGIO VASARI , raccontate da Piero Bargellini

Giorgio Vasari, pittore,scultore,architetto nacque ad Arezzo nel 1511 e morì a Firenze nel 1574. Giorgietto,come lo chiamavano confidenzialmente gli amici ed anche dispettosamente i nemici,
aveva amato l’arte di da ragazzo
Piccplo fanciullo d’otto anni –racconta egli stesso ,io non attendevo ad altro in scuola che a
far figure.
A nove anni sapeva però a mente gran parte dell’Eneide di Virgilio che recitò dinanzi al Cardinale Passerini ospite ad Arezzo,il quale,ammirato “ ordinò che il padre gli conducesse quel putto a Firenze “
E a Firenze fu presso Andrea del Sarto,vicino al Rosso Fiorentino,amico di Baccio Bandinelli.
In Piazza della Signoria lo abbiamo veduto a sedici anni raccogliere col compagno Francesco
Salviati i pezzi del braccio rotto del David di Michelangelo
Ma a 18 quando i Lanzichenecchi si affacciarono all’Apparita, uascì prudentemente dalla città
ce stava per essere assediata Aveva stoffa di artista,non d’eroe ne’ di ribelle,
Infatti,caduta la repubblica,tornò a Firenze,sotto l’ala del Cardi hle Ippolito de’ Medici che lo
portò a Roma,poi lo rimandò a Firenze,dove Ottaviano de’ Medici lo tenne “in luogo di figliolo”
presentandolo al primo Duca della città , Alessandro,
Fu proprio lui, Giorgetto, a ritrarre il nuovo Duca rivestito d’una armatura brunita.
“ E mi ricordo -scrisse poi .-per far il brunito di quell’arme bianco ,lucido e proprio , io vi ebbi
poco meno che a perdere il cervello”
Quando Alessandro fu ucciso dal Bruto fiorentino, Lorenzino de’ Medici Giorgio Vasari passò
al servizio del successore Cosimo I° come pittore, come scultore. come architetto e soprattutto come “facitore” cioè come artista di fiducia, consigliere di opere da lui eseguite o da altri o colletti-
vamente. Si può dire che fosse il primo Soprintendente ai monumento. o alle gallerie di Firebze o de Granducato e colo che lo hanno tacciato di servilismo chissà come si sarebbero comportati
al suo posto, un posto che essendo di fiducia non l’avviliva .

Certo, nei Ragionamenti non lesina lodi a Cosimo ne’ a suo figlio Francesco, col qualeera in confidenza, anche come maestro d’arte nel ripulire e restaurare i bronzetti etruschi

A lui Cosimo affidò la trasformazione, l’ampliamento e lr decorazione de Palazzo della Signoria
quando volle abitarla uscendo da Palazzo Medici di via Larga,
Per quest’opera Giorgio Vasari fu architetto,scultore,pittore,decoratore a capo di una squadra di
muratori di falegnami di intagliatori, creando quelli che oggi vengono chiamati i Quartieri monumentali,.
Come ciò non bastasse,Cosimo gli ordinò la grande fabbrica degli Uffizi nella quale il Vasari
si rivelò grande architetto. E grande ingegnere si affermò nella costruzione dridore che
doveva unire Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti.attraversando l’Arno
Fu uomo del suo temèp e dopo il Brunelleschi e il Michelangelo giudicò negativamente
quella “ maledizione “ dei tabernacoli ,uno sopra l’altro che chiamò architettura gotica” in senso dispregiativo ,inventando un attributo che è rimasto nella storia in senso ammirativo.
Inoltre credeva che la pittura ,con Leonardo e Raffaello fosse giunta “ a quella perfezione
e grandezza in che lo veggiamo al tempo nostro” Perciò come abbatte i tabernacoli e le cspidi
dell’architettura gotica, imbiancò molti affreschi trecentesci ritenendoli “goffi” .
Di ciò gli è stata data colpa anche da niu. ma dobbiamo considerare come il gusto artistico fosse mutato e come il Vasari interpretasse spesso con genialità,sempre con bravura gli idrali della società cinquecentesca
A Roma, ove spesso si recava per consultare il “ divino Michelangelo” trovava approvazione per il suo operato.
E proprio a Roma .in casa del Cardinale Farnese, ebbe modo di incontrare letterati ed erudikti come il Molza, Annibal Caro ,Claudio Tolomei, Romolo Amaseo e l’eruditissimo monsignor Giovio,collezionista di ritratti di uomini illustriil quale una sera manifestò l’intenione di scrivere l’elogio di artisti ,ma “ favellando di detti artefici o scambiavo a nomo,i cognomi, ,le patrie, le
opere o non dicea come le cose stanno appunto ,ma così alla grossa m”.
Il Vasari narrò poi la scena.
“ Finito che ebbe il Giovio quel suo discorso voltandosi a me disse il Cardinale
Che ne dite Giorgio , non sarà questa una bell’opera a fatica ?
“ Bella - rispos’io – monsignor illustrissimo se il Giovio sarà aiutato da chicchessia dell’arte
a mettere le cose a luoghi loro ed a dirle come stanno; parlo così perciocché, so bene ,è stato questo
discorso meraviglioso,ha scambiato e detto molte cose una per l altra.
- Potrete dunque –soggiunse il Cardiale – dargli un sunto voi ed una ordinata notizia di tutti i detti
- artefici e dell’opera loro,secondo secondo l’ordine dei tempi; e così avranno anche da voi quest benefizio ,e vostre arti. Ancorché io conoscessi essere la cosa sopra le mie forze pro-
- misi, secondo il poter mio di far ben volentieri
- Ma quando portò al Giovio il risultato del suo lavoro,l’onesto erudito consigliò al Vasari
- di compir l’opera per proprio conto e col proprio nome,
- Fu così che nel 1550 in Firenze videro la luce le
- Vite dei più eccellenti pittor,scultori ed architetti
- e nel 1568 seguì la seconda edizione dell’opera vasariana,
- riveduta. corretta e ristampata dal grande tipografo fiorentino Giunti
- che avrebbe diritto ad avere una strada a lui dedicata in virtù delle
- celebrate edizioni ”giuntine” degne di stare al fianco deke3 veveziane
- edizioni “ aldine
- Era la prima Storia dell’arte, tessuta per biografie dove il Vasari da solo, senza
- nessuna precedente opera storica o critica raccolga notizie con abbondanza stupe-
- facente esprimendo giudizi con una acutezza prodigiosa
Le inesattezze biografiche erano dovute alla mancanza assoluta di documenti anagrafici e anche certe sue attribuzioni errate dipendevano da informazioni tradizionali,
Si fa prestoa deplorare colui che mieteva per la prima volta il campo cche poi l’erudizione
storica e clinica d’arte avrebbe solcato in tutti i sensi e concimato abbondantemente.
Anche oggi le Vite del Vasari che in quattro secoli hanno avuto modo dio essere annotate
e commentate costituiscono la fonte più fresca ed abbondante alla quale anche noi abbiamo
attinto per le biografie degli artisti,
La crtica erudita e quella estetica si sono fatte più attente e più esigenti correggendo dati e rettificando giudizi,ma ciò non toglie al Vasari, anzi gli aumenta il grande merito e addirittu-
ra la gloria d’aver tessuto uno splendido e resistente canovaccio che successivi rammendi e
ricami non hanno alterato,ne’ sfibrato
Grande instancabile lavoratore il Vasari che aveva il suo studio come abbiamo veduto in Borgo Santa Croce ,fu di una grande probità cme risulta da una sua lettera indirizzata ad unRicasoli.
A me basteria una casa cn un orto da filosofare ed un’opera che durasse parecchi annik
che o leifinisse me o io finissi lei con tanto quanto consumasse mia madre vecchia
la mia donna e una fante ed un famiglio che avesse cura di una ghinea (cavalla) vecchia
che non può attingere acqua.ne’ stregghiarsi da sé-
L’artista di fiducia della corte medicea,il primo Soprintendente ai monumenti e alle gallerie
di Firenze si sarebbe accontentato di scampare la vita con la vecchia madre,,la moglie ,una
domestica ed un famiglio che gli strigliasse la vavalla.
L’importante era il lavoro ed un’opera che finisse lui i che lui finisse lei-
La piazza che porta il suo nome non ha nulla di monumentale ,anzi è una delle più sgraziate della città, Vi confluiscono quattro vie ..
( ma caro Bargellini, Vasari è già ricordato nelle strade a differenza di quanto diceva !)

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