Il Bastione Sangallo è solitario
appena trascorsi i fasti imperiali
è ancora più imponente, mi riporta....
Il nostro essere parte del Creato tutto, il nostro esistere come anelli di una catena umana giammai disgiunti nei tempi e nei luoghi aveva avuto mirabile conferma a Fano, in questa mia partecipazione alla Fano dei Cesari non programmata non premeditata.
Le cose ci vengono incontro, quelle belle, quelle brutte ci trovano ed il mio percorso a gennaio 2007 nella Fano sottoterra negli scavi archeologici, il mio approdare ai bronzi dorati di Cartoceto a Pergola, anche se io non lo sapevo era stato di preparazione a vivere la Fano dei Cesari.
Il caso? Il destino?
L’amore di vivere con le persone e con le cose nel dialogo, una curiosità sempre all’erta seguendo il flusso della corrente, nel flusso delle maree mi ero ritrovata a passare sotto l’Arco d’Augusto: i musici davanti, il corteo dei bimbi che mi segue, tra voli di petali e di note al vento, nel vento, scintille di luce, silenzi, tempeste, colori per un attimo nell’attimo, bianco vestita, dentro di felicità colorata, nel flusso della corrente, nel flusso delle maree completamente abbandonata, avevo, allora, abbassato gli occhi.
Felicità condivisa, sabbia, bighe, aurighi, cavalli, popolo in festa, l’Imperatore, le vestali, i centurioni, gli schiavi.... avevo colto il bocciolo di rosa alla vita che scorre poi, lo so, sarebbero arrivate le spine ed io che a Stella, il vasaio, prego di farmi la maschera che, a seconda di come la guarderò, sarò felice, sarò triste, sarò triste, sarò felice per quel gioco della vita che non sai mai se…
Carmelina Rotundo
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