mercoledì 25 aprile 2012

E' GIOIA

E’ gioia di Carmelina Rotundo La mia storia col Presepe inizia molto presto nel tempo e quasi sicuramente aiutata da una precisa ragione geografica: la mia famiglia – papà, mamma e mio fratello Cesare – ha vissuto per undici anni vicino ad Assisi, città divenuta meta preferita delle “gite” domenicali. Mio padre, anzi, per motivi di lavoro doveva trasferirsi proprio ad Assisi, ma scelse Firenze per potere stare accanto a sua figlia che aveva deciso di frequentare all’Università la facoltà di lingue e letterature straniere. Ancora oggi mi chiedo che cosa sarebbe stato di me se io fossi andata a vivere ad Assisi (forse mi sarei dedicata alla preghiera e non alla famiglia). Lasciando da parte i se, ritorniamo al Natale, festa magica, festa dei colori, delle luci, degli abeti addobbati, dei pacchetti da scartare, di Babbo Natale, della neve … ma al di sopra di tutto, quello che aspettavo era andare ad Assisi a Natale, in (mi sia concessa la parola) pellegrinaggio per Presepi, pellegrinaggio che iniziava dalla Basilica di San Francesco per arrivare alla Chiesa dedicata a Santa Chiara, su su fino al castello. Allora godevo dei giochi d’acqua, del vedere il sole che dava il posto alla luna e alle stelle, della stella cometa, dei pastori, della neve che scendeva, guardavo Gesù Bambino, S. Giuseppe, la Madonna, il bue, l’asinello in quella capanna: in ogni capanna si compiva un miracolo, il miracolo della Natività. Mio padre e mia madre non parlavano, preferivano far vedere a me e a Cesare, ed io vivevo quell’esperienza con gli occhi da bimba senza capire molte cose, però ero felice, molto felice. Dopo vari anni, adulta, sono ritornata ad Assisi, poco prima di diventare madre, e rivedendo i Presepi ho sentito ritornare un sentimento, questa volta più consapevole, per quel grande mistero che è la Natività. Gesù Bambino, il Verbo incarnato, Gesù venuto in terra per condividere in tutto e per tutto, eccetto che nel peccato, la nostra condizione umana. Oggi madre di due piccole, Sara - nata pochi giorni prima di Natale, il 20 Dicembre1989 - e Nadia, nata il 22 Ottobre 1991, mi chiedo che cosa devo fare per riuscire a trasmettere quell’amore, quella gioia che i miei genitori hanno donato a me, al di là dei doni, al di là della curiosità dei pacchetti da scartare, al di là delle luci dell’abete e dei dolci. Ed è forse per questo che ho cercato di ricostruire un itinerario dei presepi cercando di spaziare nell'universo…da Badia a Settimo - piacevole località dove abitiamo - a Firenze, più che straordinaria "incredibile" città, alla Toscana, alle terre dell'Umbria…nel cielo, dove ancora oggi - nonostante l'inquinamento - possiamo ad occhio nudo vedere la costellazione del Cancro che include un ammasso di stelle al quale fu dato il nome di "Presepio" o "greppia". Pensando a queste stelle Plinio il Vecchio diceva: Thinking about these stars Pliny the Elder used to say: "Sunt in signo Cancri duae stellae parvae aselli appellatae, exiguum inter illas spatium obtinente nubecola quam praesepia appellant." ( Naturalis Historia, l. XVIII, 353 ) . Ho scoperto così che chi fa un Presepe è spesso un poeta, un cantore di amore e dolcezza, perché quel grande mistero d’amore, quel miracolo della Natività, porti ancora pace e amore a tutti gli uomini di buona volontà e gloria nell’alto dei cieli. It is joy Carmelina Rotundo potrei far seguire la traduzione inglese questo mio amore per il PRESEPE mi CONDUCE A CONDIVIDERE ESPERIENZE con la scrittura sulla RIVISTA AMICI DEL PRESEPIO con la cura di mostre quali quelle mitiche nella basilica di SANTA CROCE a FIRENZE con PADRE NICOLA SCARLATINO: a SAN GODENZO collaborando con GIUSEPPE PIANI e TULLIO PARRONCHI fino a CALENZANO con AGOSTINO BARLACCHI...GALILEO GALILEI avrebbe detto NESSUNA COSA è STATICA.......... poi magari si cambia si aggiunge ora ti mando le foto by Carmelina Rotundo

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