lunedì 27 maggio 2019

 MAURO MARRI

CREA IL GIOIELLO IN PIETRA SAPIENTEMENTE INCISO COLORATO in una sintesi di significati che ci proietta verso il futuro




 E  INCIDE NELA PIETRA
  I TESTI non abbiamo altre strade che quelle dell' amore noi capci di attraversa tempeste pe costruire arcobaleni

LEONARDO DA VINCI nelle terre del genio da domenica 28 aprile a domenica 28 luglio 2019


….dove e quando tutto nasce e tutto muore vide la luce Leonardo .

"nacque un mio nipote,figliuolo di Ser Piero mio figliuolo a di' 15 aprile in sabato  a ore 3 di notte . Ebbe nome Lionardo"

( dal registro notarile dove il nonno di Leonardo annotò la nascita).

Bozze in progress di Carmelina Rotundo Auro

 28 aprile 2019 Domenica  Leonardo a Vinci

Domenica 5 maggio: Leonardo e Verrocchio  fino , con qualche sosta  al 28 luglio 2019

                       per dar lode a LEONARDO,  alle organizzazioni che qui dimostran lungimiranza in un buon investimento di cultura  che, ricadendo a pioggia  solo ben potrà portar progresso e lieto viver;  alle guide  Sara, Giulia Michela, alessia,  Alessandra, Elisa …. agli autisti, Luigi, Donato, Cristiano,  al ristorante Alessandra di Vinci  con la sua ospitalità davvero unica gentilezza e cucina casalinga, a Ramerino Bottega con cucina  di Empoli elegante luminoso,  alla cooperativa  che gestisc il bar  di  Montelupo fiorentino, ai compagni di viaggio  ad ognuno ed a tutti perché nell’ incontro il vero arricchimento reciproco e il segreto per costruir la pace!   

 Anelli giammai disgiunti di una catena 

500anni passati come un soffio perché il tempo è galantuomo e passa senza far rumore  1519 -2019

500bandiere

 500 frasi

500faccine

500secondi

 50 eventi

 5 writers

 I personaggi dipinti da Leonardo che ritornan a passeggiar per le vie di Vinci in  questo paese a forma di mandorla allungata  che raggiungiamo sotto un cielo grigio perla  godendo di una bellezza pura di verdi , di  pini marittimi,  cipressi e cipressini,  olivi, viti,   papaveri rossi  che sembran pietre preziose tanto son belli bellissimi, fiori gialli nei campi  e bianchi ….

Vinci addobbata a festa  sventola bandiere  verdi bianche rosse,   quelle rosse e gialle e  le bandiere europee che han le stelle  gli artigiani laboriosamente all' opera  dan dimostrazion d' ingegno quello che il loro illustre antenato ebbe;  il vasaio, il cestaio, la donna che porta come copricapo un grandioso cappello  a cui ha attaccati “ cestini miniature”…  Attraversiam piazza della libertà dove è collocato il cavallo  della scultrice Nina  Zakamu la quale si ispira al progetto mai realizzato ideato da Leonardo per  Francesco Sforza donato a Vinci dalla Vinci' horse foundation;  dame regalan frasi belle, che molto sprona a viver lieti in armonia tra di noi ed il Creato tutto,   ai cittadini del mondo  pellegrini dell' arte cosi’ ci denomina  il passaporto che ci è stato consegnato  e che  porta scritto: “ credenziali del pellegrino dell' arte”

 “SI’ come una giornata spesa da’ lieto dormire cosi una vita bene usata da’ lieto morire,”

 Nella Chiesa di Santa  CROCE

                                              il FONTE BATTESIMALE  dove Leonardo venne battezzato alla presenza di 10 persone il 16 di aprile 1452,  intorno  e sopra il fonte,  il ciclo scultoreo  di mano di   Cecco  Bonanotte (2010)  la storia  della salvezza  che fan pensare e infondon speranza nei cuori nostri pellegrini della vita permanentemente transitori eppur diretti verso l’ eternità!

Nella piazza retrostante il castello dei  CONTI GUIDI ci soffermiam sul progetto   di  MIMMO PALDINO  mosaici  per terra realizzati con tessere  di vetro , frecce  a dar indicazioni,  teste  “vuote  e piene “ numeri molte le mani nell’ intento di  invitare al gioco della Campana e di  mettere il riflettore  su  Leonardo bambino:   in questo 28 aprile 2019 in piazza Conti Guidi  è indaffarato quanto mai l' Angelo  dell' Annunciazione di Leonardo  a ricercar il giglio più bello prima di rimettersi nella cornice dove anche la Madonna sta per arrivar  anch' essa uscita dalla tela come a rende omaggio al suo dipintore e che si appresta e ritornarvi… il cielo grigio perla apre all' infinito  dove la mente e il cuore  ritorna ai mille verdi  di una campagna linda,  ricca di olivi e di vigne

                                                                 paesaggio  mozzafiato !!!..

 La Biblioteca leonardiana dove ci aspetta Michela che in mano ci da’ nientemeno che  le   riproduzioni in fac simile di alcuni  manoscritti e disegni di Leonardo le edizioni a stampa delle sue opere a   partire dalla prima edizione del trattato della pittura pubblicato nel 1651 inoltre ci informa che esiste  portale digitale E-leoarchivio digitale  di manoscritti e disegni di Leonardo consultabili gratuitamente su


 Fanciullo curioso  metteva in difficoltà i suoi maestri d' abaco,  ingegnoso  in una parola geniale  era  uso “ascoltar ogni cosa  ed ogni essere persin le rocce e perché volea volar  studiò gli uccelli per carpirne il segreto di essere abitanti del cielo  e studiò i pesci che nuotan per capire ed ancor  i fiori e gli alberi,  i cieli e le rocce,  i corsi d' acqua…

”l’ acqua che tocchi de’ fiumi è l’ ultima che andò. E la prima di quella che vien. Cosi’ il tempo presente.” 

sperimentò ogni macchina atta  a tessere, a volar,  a combattere: cannoni e carri armati …  biciclette….quel paesaggio ricco di verdi  di colline  e valli  gli rimase nel cuore:  del corpo umano  tentò di carpine i segreti : dall' alito di vita,  al moto,  al gesto,  al volto  alle espressioni  ai  sentimenti

 nel ritornar  con il passaporto che porta ben tre timbri!

 nell' Art Pilgrim Passaport,  rilasciato dal museo diffuso empolese valdelsa, tre timbri fan già bella mostra :

 del comune di Vinci

del museo leonardiano

 della casa natale  di Leonardo

 palazzo Uzielli dove  sI puo' curiosare tra modellini della macchine del cantiere innalzato per costruir la meraviglia della cupola del Brunelleschi, alla manifattura tessile, agli orologi meccanici alla sezione  studi anatomici di Leonardo

 Castello dei conti Guidi modelli di macchine militari gli strumenti  d’uso scientifico, le macchine per il movimento dell' aria  e della terra..

  in località Anchiano la casa natale di Leonardo incastonata come gioiello tra ulivi e viti, una fila di iris bagnati  ancor più viola azzurro;  dentro  la casa  vanno in onda  coinvolgenti media  ci riportano a lui

” in carne ed ossa “ a  narrar  del suo venir al mondo e del suo operar instancabile:  una missione l’ esplorazione dell’ universo umano e del creato dove quando tutto nasce e tutto muore   eppur ….

fatti non foste a viver

 nel ridiscendere  i pensieri ritornan alla bottega del Verrocchio fucina di talenti  alle opere  esposte a Palazzo Strozzi  in un itinerario tra scultura- pittura - disegni mozzafiato  anche oggi, dandone l’ opportunità botteghe di geni potremm aver  che i nostri giovani arditi e coraggiosi…  se potessi ….. se potessi cambiare questo stato di stasi quasi immobile  ad ognun  lavoro e studio ricerca e opportunità per un futuro all’ insegna della genialità e..

 Ancor di pittura avrem a goder  alla villa il FERRALE  in via di Anchiano  dove son riprodotte ad alta definizione e a dimensione originale  le maggiori  e più famose opere del cittadino illustre di Vinci  e via poi verso  il parcheggio  e prima di salir raccolgo 2 papaveri: uno chiuso e uno aperto  non mi ricordo  che se lo aprivo….

 19 MAGGIO Domenica : Leonardo e Pontormo

                        Il viaggio in pullman  è allietato da conversari  con le amiche  ritrovate e quelle nuove.   sull’ Arno,  all’ altezza di Ponte alla Vittoria,   le piccole gocce di pioggia fan cerchi  sul fiume “verde” mentre  Donato è alla guida per condirci verso PONTORME.

 Pontorme

                   un quartiere del comune di Empoli, in provincia di Firenze  che, nato come centro curtense in epoca longobarda, ha più antica testimonianza in un atto di donazione alla badia di San Savino di Pisa nel 780. Il nome? Semplicemente gli fu dato  per  il ponte sul torrente Orme. In seguito fu un castello privilegiato del marchese Corrado nel 1120, poi un feudo dei conti Alberti per diventare infine un comunello soggetto alla Repubblica fiorentina a partire dal 1182. A fine del Quattrocento vi nacque  Jacopo Carrucci, ( Pontormo).  L'espansione edilizia della vicina città di Empoli ha trasformato Pontorme in un quartiere della cittadina

  Viaggiamo nei luoghi, ma anche nel tempo, grazie ad Alessandra guida da 10 e lode ( come tutte le altre fina dalla prima volta ho pensato infatti che avesser scelto le migliori)    che dal Rinascimento ci “conduce” con il suo  semplice-interessante  parlar  al Manierismo;  alla pulizia delle forme e delle geometrie  del Rinascimento  si  va contrapponendo  il Manierismo  a-simmetria dis-armonia  Pontormo allievo alla bottega di Leonardo ne è esempio lungimirante  anche nell’ abbinamento di colori dis -Armonia rosso e rosa….  nella torsione dei corpi torsione dei corpi evidente in scultura  nel ratto della sabine del Giambologna  Rinascimento -  Manierismo…

 Nato dal fiorentino Bartolomeo di Jacopo di Martino Carucci e da Alessandra di Pasquale di Zanobi il padre di Pontormo era stato pittore a sua volta, nella bottega del Ghirlandaio, ma di lui non si conoscono opere. La nascita del primogenito Jacopo avvenne il 24 o il 25 maggio del 1494, ma qualche anno dopo (nel 1499) il padre morì, seguito dopo pochi anni anche dalla madre, che lo lasciò orfano a soli dieci anni, nel 1504. Jacopo fu affidato alla porta dei Pupilli, la magistratura fiorentina che si occupava dei beni degli orfani, e preso in custodia dalla nonna materna Brigida, che gli fece dare istruzione e a tredici anni lo mandò a Firenze, dove poi visse praticamente tutta la vita.

 Giungiamo alla casa natale del Pontormo

 MENTRE LEONARDO E MICHELANGIOLO
PORTAVANO LA PITTURA
A INARRIVABILI ALTEZZE
EBBE I NATALI IN QUESTA TERRA
JACOPO CARRUCCI DETTO IL PONTORMO
(1494 - 1556)
SOLITARIO TORMENTATO INCONTENTABILE
NEI SUOI DIPINTI SEPPE DIRE
UNA NUOVA PAROLA
LA CUI DOLENTE ORIGINALITÀ
SEMPRE PIÙ È CARA E FRATERNA
ALLO SPIRITO DEI MODERNI…..
 nella casa del Pontormo   al primo piano ammiriamo  copia di una sua opera famosa  ed insieme in silenzio assistiamo alla proezione del video  che ci permette di immergerci sguardo e cuore nella vita del grande le opere  del Pontormo e quelle di Leonardo   a confronto  tra loro  e  con quelle ellenistiche  greche e romane viaggi nell’ anima per sentirci uniti  pellegrini in un percorso di vita ….

 Piazza Vittoria  ad Empoli (l’ emporium)  rose  bianche a cascata portan di tanto in tanto rose rosso fuoco…  nella  vicina via Roma  è stato fissato per noi  il pranzo   a

                                Ramerino Bottega con cucina

 che ci attrae per i suoi lindi e ben curati spazi, le mura stile liberty giocate su verdi ,  alle tavole  imbandite  da re  continuano i conversari : la vita? Il passato il presente?... si stemperano alla portato di buon cibo e di un buon bicchier di vino  servito con gentilezza e garbo ..

 Da pochi giorni aperto  ci sorprende il  museo del rinascimento del vino; la mostra superba  riporta le opere di Leonardo  interpretate da artisti contemporane,i  i grappoli d’ uva,  la vigna ….  la Gioconda  rivisitata; come un tempo era  comune ad ognun una bottiglietta di vino  c’è persin da scegliere rosso e bainco

  alla casa natale  di Leonardo resto letteralmente affascinata 
 
 
 
da quel filare di iris raggiunto per un sentiero sotto secolari  olivi e in prossimità dell’ ingresso il fico , l’ albero legato alla mia infanzia  nell orto di Nonno cesare  il cui profumo  mi inebrai sempre come la prima volta  gocce di pioggia   e dal cespuglio dove  a bocciolo, aperte o spampanate


son rosse inteso le rose più belle che io abbia mai visto sarà l’ aurea, sarà la vicinanza  con ?

  

 I gossip sulla vita personale di LEONARDO  SALAI e MELZI

 Durante la sua lunga carriera Leonardo ebbe molti allievi, famosi, prima ancora che per la bravura nell'arte per la loro grazia e bella presenza, tra cui Giampietrino, Marco d'Oggiono e Giovanni Antonio Boltraffio, Bernardino Luini e Andrea Solari; ha però mantenuto rapporti di lunga durata soprattutto con due di loro, andati nella sua bottega a lavorare come apprendisti quand'erano ancora dei bambini: questi erano Gian Giacomo Caprotti da Oreno (presentatosi davanti a lui nel 1490 a dieci ann], e il conte Francesco Melzi - figlio di un aristocratico milanese - (nel 1506 a quattordici anni). Quest'ultimo rimase vicino a Leonardo e lo accompagnò fino alla morte

 Chi era Gian Giacomo  soprannominato  "Salaì" o "il salaino"? (contrazione di Saladino) - il nome di uno dei diavoli presenti nel poema Morgante di Luigi Pulci - e intendendo pertanto con questo termine un "piccolo diavoletto Vasari lo descrive come un giovane grazioso coi capelli ricci castano scuri: "Prese in Milano Salaí Milanese per suo creato, il quale era vaghissimo di grazia e di bellezza, avendo begli capegli, ricci et inanellati, de' quali Lionardo si dilettò molto; et a lui insegnò molte cose dell'arte, e certi lavori che in Milano si dicono essere di Salaí, furono ritocchi da Lionardo".Leonardo, come stregato, cominciò subito a fare un elenco delle infrazioni e marachelle commesse dal bambinetto, chiamandolo "ladro, bugiardo, ostinato e ghiottone"; almeno in cinque occasioni gli ha sottratto dei soldi e oggetti di valore per andare subito a sperperarli chissà dove. Nella sua vita dilapidò una fortuna in vestiti e al momento della morte, avvenuta in duello all'età di 43 anni (e poco dopo esser convolato a nozze con una donna di rango superiore che gli aveva portato in dote una somma rispettabile, possedeva ben 24 paia di scarpe di lusso. È a lui che Leonardo aveva lasciato in eredità la Gioconda. Melzi ha invece accompagnato il maestro nei suoi ultimi giorni in Francia. In una lettera scritta per informare i fratelli di Leonardo del suo avvenuto decesso lo descrive come "un ottimo padre per me" Melzi ha svolto successivamente un ruolo importante anche come custode dei taccuini di Leonardo, da cui aveva ricevuto l'incarico di prepararli per la pubblicazione

 

 Nell’ attesa del secondo gruppo  Alessia  ci intrattiene  sul paesaggio  che si scorge nel piazzale  da dove  arrivan e parton a Vinci i Pullman

il  nome  di Vinci?


                             Deriva dalla tradizione agricola e contadina, che si è tramandata fino ai giorni nostri, con le ottime produzioni di vino ed olio…. Il nome Vinci, deriva infatti dal "Vinco" o "Vincastro", l'albero dei Salci che nei mesi autunnali si colora di rosso ed i cui ramoscelli particolarmente morbidi e duttili con i quali ancora oggi in Toscana vengono legate le viti dopo il periodo di potatura

26 MAGGIO CERRETO GUIDI

Il toponimo da una aprtesi rifà al cerro l’ albero che qui abita”   signori della zona.  la villa medicea  o palazzina dei cacciatori patrimonio della Curia di San Miniato  Villa Medicea di Cerreto Guidi e Museo storico della caccia e del territorio  Direttore Marco Mozzo


in gran parte e ai conti Guidi

marco.mozzo@beniculturali.it

 

Al centro di Cerreto Guidi, in posizione dominante su un poggio, sorge la poderosa villa, edificata su disposizione del duca Cosimo I de’ Medici quale residenza di caccia (in considerazione della vicinanza con la bandita del cosiddetto “Barco Reale”), e punto di controllo strategico sul territorio circostante, in particolare del Padule di Fucecchio. La costruzione della villa, eretta impiegando i materiali della diroccata Rocca dei conti Guidi e della seconda cerchia di mura, fu condotta, secondo quanto si evince dai documenti, tra il 1564 ed il 1566 quando l’edificio è citato come “murato di nuovo”. È attestata nel 1566 la direzione dei lavori da parte dell’architetto Davide Fortini, già collaboratore di Tribolo, al quale dovette poi subentrare Alfonso Parigi il Vecchio.

A Bernardo Buontalenti è riferita l’ideazione delle rampe d’accesso “a scalera”, denominate “ponti medicei”, che costituiscono la caratteristica saliente della villa. Sono quattro imponenti rampe di scale perfettamente simmetriche in mattoni e pietra della Gonfolina. Presentano alcune aperture, un tempo di accesso alle scuderie poste al di sotto del grande piazzale, e si pongono in rapporto con l’intonaco della facciata della villa, disegnando quel basamento che viene a svolgere la funzione di supporto naturale del terreno, quale innalzamento del piano prospettico, secondo un modulo adottato dallo stesso Buontalenti in altri edifici.

 

La villa,  dichiarata dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'Umanità nel 2013, deve in parte la sua fama alla tragica vicenda di Isabella de’ Medici, morta a Cerreto nella notte fra il 15 e il 16 luglio 1576. Isabella, figlia prediletta di Cosimo I e di Eleonora di Toledo, sposa nel 1558 del duca Paolo Giordano Orsini, secondo una leggenda per lungo tempo accreditata in chiave anti-medicea ed alimentata dalla letteratura romantica, sarebbe stata strangolata da sicari su disposizione del marito geloso. Studi recenti hanno fatto luce sulla vita di Isabella, sfatando la leggenda di nefandezze e sregolatezze; le cause della sua morte si devono, presumibilmente a una gravissima forma di idropisia, una grave occlusione renale.

 

La villa, appartenuta a don Giovanni de’ Medici, don Pietro e don Lorenzo, ebbe un assetto più residenziale intorno al 1671 quando passò al cardinale Leopoldo de’ Medici. Nel 1780 gli Asburgo-Lorena alienarono la villa e dopo vari passaggi di proprietà pervenne ai marchesi Geddes da Filicaia, che affidarono al pittore Ruggero Focardi la decorazione ad affresco della sala a pianterreno. Acquistata nel 1966 da Galliano Boldrini che destinandola a museo la donò poi nel 1969 allo stato Italiano; il 18 giugno 1978 è stata aperta al pubblico.

 

L’arredo della villa è stato ricostituito in riferimento analogico alle descrizioni degli inventari storici (1667, 1705, 1728) con l’intenzione di riproporre il gusto sofisticato e multiforme delle raccolte medicee. Accanto a un cospicuo e significativo nucleo di ritratti medicei – provenienti dalle Gallerie Fiorentine – si segnala quello a figura intera di Cosimo nell’abito dell’incoronazione quale Granduca (1570) e il ritratto di Isabella de’ Medici – figurano arazzi provenienti dalla manifattura medicea integrati con una ricercata selezione delle opere della Eredità di Stefano Bardini (acquisita dallo Stato nel 1996) comprendente dipinti su tavola e su tela, cassoni intarsiati e dipinti, stipi, sculture in marmo e terracotta, maioliche, manufatti in pietre dure.

Dal 2002 la villa accoglie, inoltre, il  Museo storico della caccia e del territorio, comprendente curiose testimonianze iconografiche, un casino da caccia d’epoca lorenese e una raccolta di armi, principalmente da caccia e da tiro. Nei loggiati a triplice fornice e nei suggestivi i ambienti sottostanti i ponti medicei sono esposti, a mo’ di antiquarium, marmi d’epoca romana e medievale. Scopri il museo anche con i più piccoli: scarica la mappa dedicata a bambini e ragazzi.

La vita nelle ville e nei giardini medicei e  informazioni, pubblicazioni e fotogallery nel sito dedicato alle Ville e giardini medicei della Toscana

 
 
 
fatta costrure da Cosimo I  sobria elegante  affascinate con il ritratti dei Medici alle parti affresci ottocenteschi nelle teche le opere si rifanno a periodi precedenti  persino etruschi di grande importanza ed interesse le armi

 

 MuMELOC TOUCH SREEN OGGI PARLANTI CI INTRODICON ALLA STORIA ALL’ ECONOMIA  ECCIDIO AVVENUTO A FUCECCHI23 AGOSTO1944 DOVE PERSRO LA VITA DOMNNE E BAMBINI ANZIANIMumeloc è un museo multimediale, un centro culturale, un progetto in corso aperto al libero contributo di chiunque sia interessato a condividere le finalità. Il suo scopo è quello di promuovere la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale locale, facendone conoscere le radici storiche, il vissuto umano e le prospettive di sviluppo, con un occhio fisso al passato e l'altro ben puntato verso il presente nel suo divenire.Al suo centro sta uno degli eventi più drammatici della storia locale:l'eccidio nazifascista del Padule di Fucecchio (23 agosto 1944).Attorno, le vicende del territorio e dei suoi abitanti nel lungo divenire che attraversa il tempo ed ancora scopirem il museo della porcellana di MONTELUPO a



CASTELFIORENTINO  BE -GO  museo dedicato a Benozzo Gozzoli davati a cui finalmente scattiamo le foto di gruppo grazie ad ANGELA
  Carmelina  Rotundo Auro


 

giovedì 23 maggio 2019

con PAZZI DA FILARE progetto INCOMPLETA FILIPPA GIUSEPPE TOCCHETTI MARCO FAGGI


GRAZIE  mille per la fiducia  a cui aggiungo la speranza di non deludervi!
  Questa che mi state offrendo è una grande carta da giocare. Rimettersi in gioco per inventare qualcosa  e per questo percorso  mi è venuto in mente MICHELAGELO e il nonfinito  pensando al non finito come qualcosa che rispetta la materia e ne asseconda  la vocazione  in questo caso ho pensato a:
                                                            “ INCOMPLETA”
 riferendomi ad una poesia incompleta  a qualcosa che abbia bisogno dell’ altro per completars nel dialogo  l’ arricchimento   proprio come nella coppia  madre figlio; padre figlia;  sorella fratello;  amici amiche  un progetto che vede la realizzazione di  due maglie una per lei una per lui, una per la madre una per la figlia e  inserita nel cartellino o stampata discreta una parte di frase che  rimandi ad una seconda  su  una altra maglia  che la completi esempi pratici :
non abbiamo altre strade che ….
 2° maglia quelle dell’ amore …
 Secondo esempio:
 noi capaci di
 Seconda maglia
 attraversar tempeste per costruire arcobaleni
 Per gli abbinamenti si potrebbe giocare sui colori complementari o in contrasto o dal chiaro allo scuro allo sfumato ,  su un particolare che definito difetto potrebbe divenire identità:  un bottone diverso, una asola chiusa,  ma sui particolari ci dilungheremo in seguito se il progetto
                                                 incompleta
soddisferà le vostre esigenze.
  Il progetto Incompleta  potrebbe essere preceduto da il
 MANIFESTO 
 il  FILO
 La magia del filo che lega le parole,  tieni il filo del discorso  si sa quel che si dice  ci si fa capire:
  i fili  usati per muovere le marionette o peggio ancora le persone:  più fili che creano una trama la trama del romanzo,  la trama del filato per poi far notare che  le  tre parche Figlie di Giove e Temi (la Giustizia) stabilivano il destino degli uomini. In arte e in poesia  raffigurate come vecchie tessitrici scorbutiche o come oscure fanciulle. In un secondo momento furono assimilate alle Moire (Clòto, Làchesi e Àtropo) e divennero le divinità che presiedono al destino dell'uomo. La prima filava il filo della vita; la seconda dispensava i destini, assegnandone uno a ogni individuo stabilendone anche la durata; la terza, l'inesorabile, tagliava il filo della vita al momento stabilito. Le loro decisioni erano immutabili: neppure gli dèi potevano cambiarle. Venivano chiamate anche Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino Fatum  "destino” proposte di Carmelina Rotundo  Auro  realizzano le maglie

GIUSEPPE TOCCHETTI
CON  IL QUALE DA ANNI  è IN ATTO UNA ATTIVA COLLABORAZIONE
  PER QUESTO PROGETTO EGLI REALIZZA 3 MAGLIE  UTILIZZANDO 
                          noi capaci di attraversar tempeste per costruir arcobaleni  la scelta del carattere gotico valorizza  il significato profondo della frase  nel segno della speranza e del coraggio  un messaggio
  CON   MARCO FAGGI 


CI CONOSCIAMO DA ANNI ma 

 LA COLLABORAZIONE INIZIA  CON OCEANI D' AMORE  e con ESISTENZA CIELO 
A come artista, A come amore, A come ...
 tornare alle radici  per riscoprire  forza, coraggio 
essere se stessi  sempre nonostante tutto
                                  ESISTENZA CIELO
  NESSUNA COSA CHE HO AMATO MI HA DIMENTICATA 
                            REMO E MARCO FAGGI 
 l' arte  s' impara ? l' arte si tramanda? l' arte .... spesso alla mia domanda: “Come potesse  il grande compositore Ludwig van Beethoven, nato a Bonn il 16 dicembre 1770,  affetto da sordità che nel 1819, otto anni prima della morte era completamente sordo, a  continuare a comporre: la celebre nona sinfonia con l'Inno alla gioia fu scritta nel 1824.—“
 una volta un amico rispose:  “ la musica l’ aveva  dentro” 
                      c' è un modo che va ed uno che vorremmo 
  Remo e Marco Faggi 
                                           stanno lottando per il  mondo che vorremmo  un mondo di bellezza non solo esteriore, ma  quella che  c'è  in ognuno di noi pur profonda che  traspare dagli occhi , dalle labbra quando parliamo,  quando con la mano doniamo una carezza ed è "azzurra" la capacità di esistenza cielo di trasmetterci coraggio di cercare insieme risposte al nostro anelito la volo
BASTA.

Basta guardare il cielo
cinque minuti al giorno
per essere felici.

Basta cadere
nella trappola del possesso
per condannarci all' inquietudine.

Basta non aver paura di amare
sempre e comunque
per essere felici.

Basta cadere nella ragnatela della menzogna
per condannarci alla disperazione.

Basta guardarci negli occhi
per aprire le strade del cuore.

Basta l' omertà: non vedo, non sento, non parlo
per renderci complici.

Basta la forza del coraggio dell' onestà
per essere sereni.
     Solidarietà, amore, rispetto
    comprensione, aiuto reciproco, apertura
 
  bellezza , onestà ascolto
    perché insieme possiamo vedere oltre, questo e molto di più è esistenza cielo
Carmelina Rotundo Auro
 

venerdì 17 maggio 2019

LA RIVISTA ACCADEMIA IL MARZOCCO DEDICA TRE PAGINE ALLA MOSTRA OCEANI D' AMORE




IO RIFLESSA
NELLA VASCA
 MATRIMONIO CON
MIO PADRE E

PUTTO DEL VERROCCHIO

MARIO MAZZIONI

 MARIO MAZZIONI



DIRETTORE PEGASO

sara nadia foto mostrra giocattolo E CON sergio seletti

SARA NADIA


foto  mostra giocattolo

LA STAMPA

 la STAMPA
  DIEDE VOCE







ALLA GIORNATA DELLA CAMERATA DEI POETI IN MILLE COLORATI MODI

opere

 FRANCESCO DE MASI IN UN ACCIRATO LAVORO PRESENTA UNA CARRRELLATA DELLE OPERE

  SCRITTE DA CARMELINA ROTUNDO


VOLUMI 








ANTOLOGIE  GIORNALI  COME IL NUMERO UNICO IL FIORINO  NOTIZIARIO DELL' UNIONE FIORENTINA  PER L' INAUGURAZIONE DELLA CASA DI DANTE