….dove e quando tutto nasce e tutto muore vide
la luce Leonardo .
"nacque
un mio nipote,figliuolo di Ser Piero mio figliuolo a di' 15 aprile in sabato a ore 3 di notte . Ebbe nome Lionardo"
( dal
registro notarile dove il nonno di Leonardo annotò la nascita).
Bozze in progress
di Carmelina Rotundo Auro
28 aprile 2019 Domenica Leonardo a Vinci
Domenica 5
maggio: Leonardo e Verrocchio fino , con qualche sosta al 28 luglio 2019
per dar lode a LEONARDO, alle organizzazioni che qui dimostran
lungimiranza in un buon investimento di cultura
che, ricadendo a pioggia solo ben
potrà portar progresso e lieto viver;
alle guide Sara, Giulia Michela,
alessia, Alessandra, Elisa …. agli
autisti, Luigi, Donato, Cristiano, al
ristorante Alessandra di Vinci con la
sua ospitalità davvero unica gentilezza e cucina casalinga, a Ramerino Bottega
con cucina di Empoli elegante luminoso, alla cooperativa che gestisc il bar di Montelupo fiorentino, ai compagni di
viaggio ad ognuno ed a tutti perché
nell’ incontro il vero arricchimento reciproco e il segreto per costruir la
pace!
Anelli giammai disgiunti di una catena
500anni passati
come un soffio perché il tempo è galantuomo e passa senza far rumore 1519 -2019
500bandiere
500 frasi
500faccine
500secondi
50 eventi
5 writers
I personaggi dipinti da Leonardo che ritornan
a passeggiar per le vie di Vinci in questo paese a forma di mandorla
allungata che raggiungiamo sotto un
cielo grigio perla godendo di una
bellezza pura di verdi , di pini
marittimi, cipressi e cipressini, olivi, viti,
papaveri rossi che sembran pietre
preziose tanto son belli bellissimi, fiori gialli nei campi e bianchi ….
Vinci addobbata a festa
sventola bandiere verdi bianche
rosse, quelle rosse e gialle e le bandiere europee che han le stelle gli artigiani laboriosamente all' opera dan dimostrazion d' ingegno quello che il
loro illustre antenato ebbe; il vasaio,
il cestaio, la donna che porta come copricapo un grandioso cappello a cui ha attaccati “ cestini miniature”… Attraversiam piazza della libertà dove è
collocato il cavallo della scultrice
Nina Zakamu la quale si ispira al progetto
mai realizzato ideato da Leonardo per
Francesco Sforza donato a Vinci dalla Vinci' horse foundation; dame regalan frasi belle, che molto sprona a
viver lieti in armonia tra di noi ed il Creato tutto, ai cittadini del mondo pellegrini dell' arte cosi’ ci denomina il passaporto che ci è stato consegnato e che porta scritto: “ credenziali del pellegrino
dell' arte”
“SI’ come una
giornata spesa da’ lieto dormire cosi una vita bene usata da’ lieto morire,”
Nella Chiesa di Santa CROCE
il FONTE BATTESIMALE dove Leonardo venne battezzato alla presenza
di 10 persone il 16 di aprile 1452,
intorno e sopra il fonte, il ciclo scultoreo di mano di Cecco
Bonanotte (2010) la storia della salvezza che fan pensare e infondon speranza nei cuori
nostri pellegrini della vita permanentemente transitori eppur diretti verso l’
eternità!
Nella piazza retrostante il castello dei CONTI
GUIDI ci soffermiam sul progetto
di MIMMO PALDINO mosaici
per terra realizzati con tessere di
vetro , frecce a dar indicazioni, teste “vuote
e piene “ numeri molte le mani nell’ intento
di invitare al gioco della Campana e di mettere il riflettore su Leonardo
bambino: in questo 28 aprile 2019 in piazza Conti Guidi è indaffarato quanto mai l' Angelo dell' Annunciazione di Leonardo a ricercar il giglio più bello prima di rimettersi
nella cornice dove anche la Madonna sta per arrivar anch' essa uscita dalla tela come a rende
omaggio al suo dipintore e che si appresta e ritornarvi… il cielo grigio perla
apre all' infinito dove la mente e il
cuore ritorna ai mille verdi di una campagna linda, ricca di olivi e di vigne
paesaggio mozzafiato !!!..
La Biblioteca leonardiana dove ci
aspetta Michela che in mano ci da’ nientemeno che le riproduzioni in fac simile di alcuni manoscritti e disegni di Leonardo le edizioni
a stampa delle sue opere a partire
dalla prima edizione del trattato della pittura pubblicato nel 1651 inoltre ci
informa che esiste portale digitale
E-leoarchivio digitale di manoscritti e
disegni di Leonardo consultabili gratuitamente su
Fanciullo
curioso metteva in difficoltà i suoi
maestri d' abaco, ingegnoso in una parola geniale era
uso “ascoltar ogni cosa ed ogni
essere persin le rocce e perché volea volar
studiò gli uccelli per carpirne il segreto di essere abitanti del
cielo e studiò i pesci che nuotan per
capire ed ancor i fiori e gli alberi, i cieli e le rocce, i corsi d' acqua…
”l’ acqua che tocchi de’ fiumi è l’ ultima che andò. E la prima
di quella che vien. Cosi’ il tempo presente.”
sperimentò ogni macchina atta a tessere, a volar, a combattere: cannoni e carri armati … biciclette….quel paesaggio ricco di verdi di colline
e valli gli rimase nel
cuore: del corpo umano tentò di carpine i segreti : dall' alito di
vita, al moto, al gesto,
al volto alle espressioni ai sentimenti
nel ritornar con il passaporto che porta ben tre timbri!
nell' Art Pilgrim Passaport,
rilasciato dal museo diffuso empolese
valdelsa, tre timbri fan già bella mostra :
del comune di Vinci
del museo leonardiano
della casa
natale di Leonardo
palazzo Uzielli dove sI puo' curiosare tra modellini della
macchine del cantiere innalzato per costruir la meraviglia della cupola del
Brunelleschi, alla manifattura tessile, agli orologi meccanici alla
sezione studi anatomici di Leonardo
Castello dei conti Guidi
modelli di macchine militari gli strumenti d’uso scientifico, le macchine per il
movimento dell' aria e della terra..
in località Anchiano la casa natale
di Leonardo incastonata come gioiello tra ulivi e viti, una fila di iris
bagnati ancor più viola azzurro; dentro
la casa vanno in onda coinvolgenti media ci riportano a lui
” in carne ed ossa “ a
narrar del suo venir al mondo e
del suo operar instancabile: una
missione l’ esplorazione dell’ universo umano e del creato dove quando tutto
nasce e tutto muore eppur ….
fatti non foste a viver
nel ridiscendere i pensieri ritornan alla bottega del
Verrocchio fucina di talenti alle
opere esposte a Palazzo Strozzi in un itinerario tra scultura- pittura -
disegni mozzafiato anche oggi, dandone
l’ opportunità botteghe di geni potremm aver
che i nostri giovani arditi e coraggiosi… se potessi ….. se potessi cambiare questo
stato di stasi quasi immobile ad
ognun lavoro e studio ricerca e
opportunità per un futuro all’ insegna della genialità e..
Ancor di pittura
avrem a goder alla villa il FERRALE in via di Anchiano dove son riprodotte ad alta definizione e a
dimensione originale le maggiori e più famose opere del cittadino illustre di
Vinci e via poi verso il parcheggio
e prima di salir raccolgo 2 papaveri: uno chiuso e uno aperto non mi ricordo che se lo aprivo….
19 MAGGIO Domenica :
Leonardo e Pontormo
Il viaggio in pullman è allietato da conversari con le amiche
ritrovate e quelle nuove. sull’
Arno, all’ altezza di Ponte alla
Vittoria, le piccole gocce di pioggia
fan cerchi sul fiume “verde” mentre Donato è alla guida per condirci verso
PONTORME.
Pontorme
un
quartiere del comune di Empoli, in provincia di Firenze che, nato come centro curtense in epoca
longobarda, ha più antica testimonianza in un atto di donazione alla badia di
San Savino di Pisa nel 780. Il nome? Semplicemente gli fu dato per il
ponte sul torrente Orme. In seguito fu un castello privilegiato del marchese
Corrado nel 1120, poi un feudo dei conti Alberti per diventare infine un
comunello soggetto alla Repubblica fiorentina a partire dal 1182. A fine del
Quattrocento vi nacque Jacopo Carrucci,
( Pontormo). L'espansione edilizia della
vicina città di Empoli ha trasformato Pontorme in un quartiere della cittadina
Viaggiamo nei luoghi,
ma anche nel tempo, grazie ad Alessandra guida da 10 e lode ( come tutte le
altre fina dalla prima volta ho pensato infatti che avesser scelto le migliori)
che dal Rinascimento ci “conduce” con
il suo semplice-interessante parlar
al Manierismo; alla pulizia delle
forme e delle geometrie del Rinascimento si va
contrapponendo il Manierismo a-simmetria dis-armonia Pontormo allievo alla bottega di Leonardo ne
è esempio lungimirante anche nell’
abbinamento di colori dis -Armonia rosso e rosa…. nella torsione dei corpi torsione dei corpi
evidente in scultura nel ratto della
sabine del Giambologna Rinascimento - Manierismo…
Nato dal fiorentino
Bartolomeo di Jacopo di Martino Carucci e da Alessandra di Pasquale di Zanobi
il padre di Pontormo era stato pittore a sua volta, nella bottega del
Ghirlandaio, ma di lui non si conoscono opere. La nascita del primogenito
Jacopo avvenne il 24 o il 25 maggio del 1494, ma qualche anno dopo (nel 1499)
il padre morì, seguito dopo pochi anni anche dalla madre, che lo lasciò orfano
a soli dieci anni, nel 1504. Jacopo fu affidato alla porta dei Pupilli, la
magistratura fiorentina che si occupava dei beni degli orfani, e preso in
custodia dalla nonna materna Brigida, che gli fece dare istruzione e a tredici
anni lo mandò a Firenze, dove poi visse praticamente tutta la vita.
Giungiamo alla casa natale del Pontormo
MENTRE LEONARDO E MICHELANGIOLO
PORTAVANO LA PITTURA
A INARRIVABILI ALTEZZE
EBBE I NATALI IN QUESTA TERRA
JACOPO CARRUCCI DETTO IL PONTORMO
(1494 - 1556)
SOLITARIO TORMENTATO INCONTENTABILE
NEI SUOI DIPINTI SEPPE DIRE
UNA NUOVA PAROLA
LA CUI DOLENTE ORIGINALITÀ
SEMPRE PIÙ È CARA E FRATERNA
ALLO SPIRITO DEI MODERNI….. nella casa del Pontormo al primo piano ammiriamo copia di una sua opera famosa ed insieme in silenzio assistiamo alla proezione del video che ci permette di immergerci sguardo e cuore nella vita del grande le opere del Pontormo e quelle di Leonardo a confronto tra loro e con quelle ellenistiche greche e romane viaggi nell’ anima per sentirci uniti pellegrini in un percorso di vita ….
PORTAVANO LA PITTURA
A INARRIVABILI ALTEZZE
EBBE I NATALI IN QUESTA TERRA
JACOPO CARRUCCI DETTO IL PONTORMO
(1494 - 1556)
SOLITARIO TORMENTATO INCONTENTABILE
NEI SUOI DIPINTI SEPPE DIRE
UNA NUOVA PAROLA
LA CUI DOLENTE ORIGINALITÀ
SEMPRE PIÙ È CARA E FRATERNA
ALLO SPIRITO DEI MODERNI….. nella casa del Pontormo al primo piano ammiriamo copia di una sua opera famosa ed insieme in silenzio assistiamo alla proezione del video che ci permette di immergerci sguardo e cuore nella vita del grande le opere del Pontormo e quelle di Leonardo a confronto tra loro e con quelle ellenistiche greche e romane viaggi nell’ anima per sentirci uniti pellegrini in un percorso di vita ….
Piazza Vittoria ad Empoli (l’ emporium) rose
bianche a cascata portan di tanto in tanto rose rosso fuoco… nella
vicina via Roma è stato fissato
per noi il pranzo a
Ramerino
Bottega con cucina
che ci attrae per i
suoi lindi e ben curati spazi, le mura stile liberty giocate su verdi , alle tavole
imbandite da re continuano i conversari : la vita? Il passato
il presente?... si stemperano alla portato di buon cibo e di un buon bicchier
di vino servito con gentilezza e garbo
..
Da pochi giorni
aperto ci sorprende il museo del rinascimento del vino; la mostra
superba riporta le opere di
Leonardo interpretate da artisti
contemporane,i i grappoli d’ uva, la vigna ….
la Gioconda rivisitata; come un
tempo era comune ad ognun una
bottiglietta di vino c’è persin da
scegliere rosso e bainco
alla casa natale di Leonardo resto letteralmente
affascinata
da quel filare di iris raggiunto per un sentiero sotto secolari olivi e in prossimità dell’ ingresso il fico , l’ albero legato alla mia infanzia nell orto di Nonno cesare il cui profumo mi inebrai sempre come la prima volta gocce di pioggia e dal cespuglio dove a bocciolo, aperte o spampanate
son rosse inteso le rose più belle che io abbia mai visto sarà l’ aurea, sarà la vicinanza con ?
da quel filare di iris raggiunto per un sentiero sotto secolari olivi e in prossimità dell’ ingresso il fico , l’ albero legato alla mia infanzia nell orto di Nonno cesare il cui profumo mi inebrai sempre come la prima volta gocce di pioggia e dal cespuglio dove a bocciolo, aperte o spampanate
son rosse inteso le rose più belle che io abbia mai visto sarà l’ aurea, sarà la vicinanza con ?
I gossip sulla vita
personale di LEONARDO SALAI e MELZI
Durante la sua lunga
carriera Leonardo ebbe molti allievi, famosi, prima ancora che per la bravura
nell'arte per la loro grazia e bella presenza, tra cui Giampietrino, Marco
d'Oggiono e Giovanni Antonio Boltraffio, Bernardino Luini e Andrea Solari; ha
però mantenuto rapporti di lunga durata soprattutto con due di loro, andati
nella sua bottega a lavorare come apprendisti quand'erano ancora dei bambini:
questi erano Gian Giacomo Caprotti da Oreno (presentatosi davanti a lui nel
1490 a dieci ann], e il conte Francesco Melzi - figlio di un aristocratico
milanese - (nel 1506 a quattordici anni). Quest'ultimo rimase vicino a Leonardo
e lo accompagnò fino alla morte
Chi era Gian
Giacomo soprannominato "Salaì" o "il salaino"?
(contrazione di Saladino) - il nome di uno dei diavoli presenti nel poema
Morgante di Luigi Pulci - e intendendo pertanto con questo termine un
"piccolo diavoletto Vasari lo descrive come un giovane grazioso coi
capelli ricci castano scuri: "Prese in Milano Salaí Milanese per suo
creato, il quale era vaghissimo di grazia e di bellezza, avendo begli capegli,
ricci et inanellati, de' quali Lionardo si dilettò molto; et a lui insegnò
molte cose dell'arte, e certi lavori che in Milano si dicono essere di Salaí,
furono ritocchi da Lionardo".Leonardo, come stregato, cominciò subito a
fare un elenco delle infrazioni e marachelle commesse dal bambinetto,
chiamandolo "ladro, bugiardo, ostinato e ghiottone"; almeno in cinque
occasioni gli ha sottratto dei soldi e oggetti di valore per andare subito a sperperarli
chissà dove. Nella sua vita dilapidò una fortuna in vestiti e al momento della
morte, avvenuta in duello all'età di 43 anni (e poco dopo esser convolato a
nozze con una donna di rango superiore che gli aveva portato in dote una somma
rispettabile, possedeva ben 24 paia di scarpe di lusso. È a lui che Leonardo
aveva lasciato in eredità la Gioconda. Melzi ha invece accompagnato il maestro
nei suoi ultimi giorni in Francia. In una lettera scritta per informare i
fratelli di Leonardo del suo avvenuto decesso lo descrive come "un ottimo
padre per me" Melzi ha svolto successivamente un ruolo importante anche
come custode dei taccuini di Leonardo, da cui aveva ricevuto l'incarico di
prepararli per la pubblicazione
Nell’ attesa del
secondo gruppo Alessia ci intrattiene sul paesaggio
che si scorge nel piazzale da
dove arrivan e parton a Vinci i Pullman
il nome
di Vinci?
Deriva dalla tradizione agricola e contadina, che si è tramandata fino ai giorni nostri, con le ottime produzioni di vino ed olio…. Il nome Vinci, deriva infatti dal "Vinco" o "Vincastro", l'albero dei Salci che nei mesi autunnali si colora di rosso ed i cui ramoscelli particolarmente morbidi e duttili con i quali ancora oggi in Toscana vengono legate le viti dopo il periodo di potatura
26 MAGGIO CERRETO GUIDI
Il toponimo da una aprtesi rifà al
cerro l’ albero che qui abita” signori della zona. la villa medicea o palazzina dei cacciatori patrimonio della
Curia di San Miniato Villa Medicea di
Cerreto Guidi e Museo storico della caccia e del territorio Direttore Marco Mozzo
in gran parte e ai conti Guidi
Al centro di Cerreto Guidi, in
posizione dominante su un poggio, sorge la poderosa villa, edificata su
disposizione del duca Cosimo I de’ Medici quale residenza di caccia (in
considerazione della vicinanza con la bandita del cosiddetto “Barco Reale”), e
punto di controllo strategico sul territorio circostante, in particolare del
Padule di Fucecchio. La costruzione della villa, eretta impiegando i materiali
della diroccata Rocca dei conti Guidi e della seconda cerchia di mura, fu
condotta, secondo quanto si evince dai documenti, tra il 1564 ed il 1566 quando
l’edificio è citato come “murato di nuovo”. È attestata nel 1566 la direzione
dei lavori da parte dell’architetto Davide Fortini, già collaboratore di
Tribolo, al quale dovette poi subentrare Alfonso Parigi il Vecchio.
A Bernardo Buontalenti è riferita
l’ideazione delle rampe d’accesso “a scalera”, denominate “ponti medicei”, che
costituiscono la caratteristica saliente della villa. Sono quattro imponenti
rampe di scale perfettamente simmetriche in mattoni e pietra della Gonfolina.
Presentano alcune aperture, un tempo di accesso alle scuderie poste al di sotto
del grande piazzale, e si pongono in rapporto con l’intonaco della facciata
della villa, disegnando quel basamento che viene a svolgere la funzione di
supporto naturale del terreno, quale innalzamento del piano prospettico,
secondo un modulo adottato dallo stesso Buontalenti in altri edifici.
La villa, dichiarata dall'UNESCO Patrimonio mondiale
dell'Umanità nel 2013, deve in parte la sua fama alla tragica vicenda di
Isabella de’ Medici, morta a Cerreto nella notte fra il 15 e il 16 luglio 1576.
Isabella, figlia prediletta di Cosimo I e di Eleonora di Toledo, sposa nel 1558
del duca Paolo Giordano Orsini, secondo una leggenda per lungo tempo
accreditata in chiave anti-medicea ed alimentata dalla letteratura romantica,
sarebbe stata strangolata da sicari su disposizione del marito geloso. Studi
recenti hanno fatto luce sulla vita di Isabella, sfatando la leggenda di
nefandezze e sregolatezze; le cause della sua morte si devono, presumibilmente
a una gravissima forma di idropisia, una grave occlusione renale.
La villa, appartenuta a don
Giovanni de’ Medici, don Pietro e don Lorenzo, ebbe un assetto più
residenziale intorno al 1671 quando passò al cardinale Leopoldo de’ Medici.
Nel 1780 gli Asburgo-Lorena alienarono la villa e dopo vari passaggi di
proprietà pervenne ai marchesi Geddes da Filicaia, che affidarono al pittore
Ruggero Focardi la decorazione ad affresco della sala a pianterreno. Acquistata
nel 1966 da Galliano Boldrini che destinandola a museo la donò poi nel 1969
allo stato Italiano; il 18 giugno 1978 è stata aperta al pubblico.
L’arredo della villa è stato
ricostituito in riferimento analogico alle descrizioni degli inventari storici
(1667, 1705, 1728) con l’intenzione di riproporre il gusto sofisticato e
multiforme delle raccolte medicee. Accanto a un cospicuo e significativo nucleo
di ritratti medicei – provenienti dalle Gallerie Fiorentine – si segnala quello
a figura intera di Cosimo nell’abito dell’incoronazione quale Granduca (1570) e
il ritratto di Isabella de’ Medici – figurano arazzi provenienti dalla
manifattura medicea integrati con una ricercata selezione delle opere della
Eredità di Stefano Bardini (acquisita dallo Stato nel 1996) comprendente
dipinti su tavola e su tela, cassoni intarsiati e dipinti, stipi, sculture in
marmo e terracotta, maioliche, manufatti in pietre dure.
Dal 2002 la villa accoglie,
inoltre, il Museo storico della caccia e
del territorio, comprendente curiose testimonianze iconografiche, un casino da
caccia d’epoca lorenese e una raccolta di armi, principalmente da caccia e da
tiro. Nei loggiati a triplice fornice e nei suggestivi i ambienti sottostanti i
ponti medicei sono esposti, a mo’ di antiquarium, marmi d’epoca romana e
medievale. Scopri il museo anche con i più piccoli: scarica la mappa dedicata a
bambini e ragazzi.
La vita nelle ville e nei giardini
medicei e informazioni, pubblicazioni e
fotogallery nel sito dedicato alle Ville e giardini medicei della Toscana
fatta costrure da Cosimo I sobria elegante affascinate con il ritratti dei Medici alle parti affresci ottocenteschi nelle teche le opere si rifanno a periodi precedenti persino etruschi di grande importanza ed interesse le armi
MuMELOC TOUCH SREEN OGGI PARLANTI CI
INTRODICON ALLA STORIA ALL’ ECONOMIA
ECCIDIO AVVENUTO A FUCECCHI23 AGOSTO1944 DOVE PERSRO LA VITA DOMNNE E
BAMBINI ANZIANIMumeloc è un museo multimediale, un centro culturale, un
progetto in corso aperto al libero contributo di chiunque sia interessato a
condividere le finalità. Il suo scopo è quello di promuovere la tutela e la valorizzazione
del patrimonio culturale locale, facendone conoscere le radici storiche, il
vissuto umano e le prospettive di sviluppo, con un occhio fisso al passato e
l'altro ben puntato verso il presente nel suo divenire.Al suo centro sta uno
degli eventi più drammatici della storia locale:l'eccidio nazifascista del
Padule di Fucecchio (23 agosto 1944).Attorno, le vicende del territorio e dei
suoi abitanti nel lungo divenire che attraversa il tempo ed ancora scopirem il museo della porcellana di MONTELUPO a
CASTELFIORENTINO BE -GO museo dedicato a Benozzo Gozzoli davati a cui finalmente scattiamo le foto di gruppo grazie ad ANGELA
Carmelina Rotundo Auro
CASTELFIORENTINO BE -GO museo dedicato a Benozzo Gozzoli davati a cui finalmente scattiamo le foto di gruppo grazie ad ANGELA
Carmelina Rotundo Auro
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