venerdì 13 agosto 2021
DOCENTE seconda versione ridotta
Professione Insegnante per un percorso personale e storico- geografico che prende “ il volo” da la TRASMISSIONE le Ragazze creata da I Pesci Combattenti e trasmessa su Rai tre il primo luglio 2021. 40 anni per –in un avventura che dall’ infanzia attraversa l’adolescenza fino alla maturità e che vede l’ attuarsi di grandi-importanti trasformazioni:
dall’ insegnate unico al gruppo docenti;
dall’orario solo la mattina all’istituzione del tempo pieno poi… modulare ;
dalla valutazione prima del direttore didattico al team docenti
all’ introduzione delle lingue straniere fin dai primi anni della scuola elementare
dal diploma conseguito agli istituti Magistrali all’ istituzione della laurea nella facoltà di Scienze della Formazione Primaria nel .. oggi
Come nasce in te il desiderio di fare l’ Insegnate ?
“ A sei anni quando mi chiedevano che cosa volessi fare da grande?”
Rispondevo pronta: “insegnare alla scuola Elementare ed all’Università.” e tutti persino mia madre ( prima sostenitrice negli studi come nell’ insegnamento e nello scrivere poesie) mi facevano notare che avrei dovuto fare una scelta tra l’essere Maestra o intraprendere la carriera universitaria… finché il 10 - 9 -2003 giunge una lettera che già nel francobollo “cambia la vita tua e degli altri” manifesta i contenuti della lettera che mi nomina Tutor in semiesonero per le attività di tirocinio nel corso di laurea della formazione Primaria segnando un prima e un dopo nella mia vita e nella carriera professionale l’una e l’altra profondamente legate in un intreccio dove dal banco alla cattedra dalla cattedra al banco per capire che è fondamentale restare nel banco imparando molto di più di quello che ho insegnato! un sogno che si è realizzato .... come dicono in molti i sogni dei bimbi perché forti e innocenti diventano veri e.. sono sempre più convinta che ho fatto il MESTIERE PIU' BELLO DEL MONDO: ho insegnato a volare, ma chi è stato con me mi ha insegnato a volare più, più sempre più in ALTO. Nella trasmissione di Rai tre Carmelina Rotundo Auro dichiara infatti in 40 anni sono entrata in aule per vedere l’ innocenza negli occhi di bimbi e di adolescenti ( Carmelina insegna ai bimbi da 6 a 10 anni e ad adolescenti da 20 anni a 48 il suo più grande allievo) il coraggio, la fiducia nel tendere la mano per capire che insieme si può volare respirando l’incoscienza, quell’incoscienza che ha spinto Colombo a superare lo stretto dei Dardanelli per avventurarsi nell’ incognito che ha spronato Galileo a puntare il cannocchiale al cielo e proprio per la trasmissione LE RAGAZZE, Nadia Berni Aphrodia realizza la “lavagna” una tela 70X100cm dipinta di nero che percorre attraverso foto la storia della Maestra Carmelina dal primo anno d’ insegnamento alla scuola elementare all' Università.
La tua Formazione? Le mamme del palazzo dove vivevo a Perugia nella via cortonese di fronte alla antica fabbrica della perugina mi ricordo che già, da quando avevo 12 anni mi affidavano volentieri i loro figli : due, Catia e Carlo, erano quasi fissi. Li portavo direttamente al piazzale del Convento dei frati cappuccini. Si giocava con i sassolini bianchi quanti ce n'erano, con l'erba e poi alle cinque precise tiravo fuori dal sacchetto uno sfilatino gigante che la mamma sempre mi preparava con tante buonissime cosine e mangiavo. Oggi, ripensandoci penso che le mamme mi affidavano quei bambini, poco più piccoli di me, sette e nove anni perché davo, loro un buon esempio di non fare storie per mangiare e non pensassero minimamente alle mie aspirazioni. Ma a quell'età mi piaceva tanto illudermi e pensare che ero " maestra”.
Mi diplomo col massimo dei voti 60 su 60 all’ istituto Magistrale Assunta Pieralli di Perugia istituto che non so perché mi ha sempre richiamato Il Giornalino di Gian Burrasca ….dal diario testimonianza del mio vivere nel quartiere 4 dove sono arrivata nell'agosto del 1972, donato alla Biblioteca Canova isolotto di Firenze “Avevo diciassette anni e mezzo quando il 7 Agosto 1971 arrivai a Firenze. Era questa la prima volta che vedevo la città Papà vi era stato trasferito per motivi di lavoro già da Febbraio, ma Cesare ed io eravamo rimasti con mamma a Perugia per non interrompere bruscamente un anno scolastico. Per decisione unanime dei genitori infatti troppi cambiamenti, di ambiente, di compagni, di professori avrebbero potuto crearci delle difficoltà….. Ero triste perché avevo lasciato le mie 30 compagne di scuola (in classe eravamo 31) i professori, l'amica del cuore.
Come farò a conoscere altre persone? Maturò in me la decisione di iscrivermi all'Università, se non altro lì avrei conosciuto delle persone, avrei fatto amicizie. Per la scelta della facoltà fu un caso e così mi trovai inscritta a lingue e letterature straniere. In fondo al cuore, però io sapevo perché lo facevo; allora non lo dissi nemmeno a me stessa ad alta voce per paura che qualcuno scoprisse tutto, ma oggi quel segreto voglio svelarlo. La mia famiglia era sempre molto severa per concedermi la libertà di uscire ma se c'erano delle motivazioni allora e solo allora decidevano di dire SI’ Studiare lingue mi avrebbe portato necessariamente a viaggiare ad incontrare gente, ad uscire; insomma era la mia speranza di libertà. Non vedevo perciò l'ora che iniziassero le lezioni…A Novembre, come fu e come non fu, incominciai ad andare all'Università. Sostenni tre esami : intanto usciva il bando per il concorso magistrale. Frequentai allora un corso serale fino alle ore undici, papà mi veniva a prendere per la preparazione; insegnare ai bambini era stato un mio sogno. Ritorniamo però al bando del concorso magistrale.
La situazione nel 1972 era abbastanza buona. Sì c'erano tanti concorrenti, ma anche qualche possibilità, cosa oggi quasi scomparsa. Feci tutte le prove lo scritto, gli orali ed accantonai l'idea della maestra per riprendere la preparazione del quarto esame all'Università.
Il primo anno di " maestra" fu una assegnazione provvisoria vicino a casa alla Montagnola.
Il secondo anno andai trasferita alla scuola Guglielmo Marconi in via Enrico Mayer a Firenze.
Una quinta di ragazzi in gamba. Ricevetti, allora usava, la visita di controllo del direttore Michele Solimando ( purtroppo oggi scomparso ) " Dov'è la vostra maestra ?" chiese entrando . Io che mi stavo mettendo le scarpette da ginnastica per portarmi in palestra mi presento: " Sono io " Non è bugia ciò che scrivo, ma Solimando rispose " ..la avevo confusa tra gli allievi". Ero seduta tra i banchi, infatti, e poi con le scarpette basse! Andammo tutti in palestra, come programmato e dopo in classe. Il direttore volle vedere qualche quaderno. Gli piaceva molto la matematica ed espresse così il desiderio di interrogare qualcuno.
Un tuffo al cuore! Eh, sì proprio in matematica l'asino cade! Ma fortuna volle (oggi lo posso rivelare) che chiamò il più bravo quello che in conti ed in frazioni ne sapeva più di me e con quanta velocità rispondeva. " Se sono tutti così ! " Mi guardò Solimando molto soddisfatto, " Se vuole continuare, faccia pure " " No, no, va benissimo così " E, salutando me e tutti gli allievi, uscì. Ritornai alla cattedra e per un attimo mi sembrò d'incontrare contemporaneamente tutti gli sguardi dei miei alunni. Mi davano coraggio, sembravano dire " ce l'abbiamo fatta !"
All'Università continuavo a studiare; tempo per costruire amicizie non c'era ed io che invece avevo sognato grandi viaggi, grandi incontri.
Al terzo anno di insegnamento mi fu assegnata la sede definitiva a Oste di Montemurlo. Per arrivarci mi alzavo molto presto; prendevo l'autobus 9, poi il treno poi la CAP. La cosa a cui subito mi affezionai era la luna che spesso mi faceva compagnia alla fermata dell'autobus. A Prato il piccolo tratto di strada tra la Stazione e il Duomo lo avevo chiamato " il frigorifero" tanto mi sembrava ghiacciato, ma la pasticceria proprio alla fermata della CAP era una dolce, dolcissima tentazione. Arrivavo a Firenze tardi, alle quindici del pomeriggio e perciò spesso non tornavo a casa; via direttamente all'Università Fu un anno stancante!
Firenze per me allora era la Stazione di Santa Maria Novella, il cartellone degli orari., la biglietteria, i binari il treno. Intanto nasceva in me l'amore per le poesie.
La scuola era così lontana ed allora feci la domanda per il tempo pieno a Scandicci. L'esperienza del tempo pieno era uno stimolo; l'idea di lavorare in due mi piaceva e mi terrorizzava. Mi allettava perché per troppo tempo mi ero isolata a studiare e perciò volevo sperimentare le mie capacità riposte nel cassetto, di stare con altre persone. Ero terrorizzata perché ..e se non sarei riuscita ad andare d'accordo con la mia collega? Un anno è lungo da passare ! Sandra si dimostrò bravissima : aveva le doti che io non possedevo; le piaceva la matematica e in più era ordinata e precisa. Andammo tanto d'accordo che decidemmo di frequentare insieme il corso per animatori sportivi Eravamo sempre in coppia , capirai, gli altri erano studenti dell'ISEF tutti agilissimi io non ne parliamo. Intanto cominciavo la tesi di laurea Sono stata tra i docenti selezionata nel 1981 per il progetto ministeriale I.L.L.S.S.E. insegnamento lingue straniere nella suola elementare1981/82 delle classi seconde e conclusione nelle classi quinte. 1982-83/1983-84 Successivamente ho continuato l’insegnamento della lingua straniera fino all’anno 1988-89, prima con il distacco degli insegnamenti speciali, dopo ai sensi del 6° comma art. 144 della legge 27° del 20/05/1982. 1991 L’insegnamento della lingua straniera anche nelle classi seconde delle scuole Marconi e Olmo Pieve. 1998/99 – Sperimentazione nelle classi prime delle scuole Marconi e Pettini.
Occuparsi dell’inserimento della lingua straniera nelle scuole elementari è stato uno stile di vita, di lavoro imperniato sulla metodologia di ricerca con un’attenzione particolare nei confronti di tutto ciò che ci circonda al fine di offrire un insegnamento che integri le competenze linguistiche, capacità di comunicazione e conoscenza delle culture diverse da noi che aiuti gli alunni, ogni alunno a crescere.
La ricerca metodologica didattica si è accresciuta positivamente iniziando una sperimentazione didattica per quegli anni rivoluzionaria non esistevano testi e che venivano creati da me maestra con gli alunni inizio il tirocinio con gli studenti della scuola americana tra cui l’Univesità Gonzaga, progetti tutti favoriti dall’appoggio e dall’autorizzazione del Direttore Didattico Federico Marucelli, dal sostegno dei genitori degli allievi e dalla costruttiva collaborazione del direttore della Università Gonzaga, prof. Anthony Via.Firenze è un microcosmo di attività culturali. Allo scopo di creare un rapporto con l’università, ho posto delle domande: POTREBBE il mondo dell’Università mobilitare attenzione ed energie per considerare maggiormente le specifiche necessità dell’apprendimento della lingua straniera nella scuola elementare?
POTREBBE un’università diventare partner stabile per l’inserimento della lingua straniera nelle elementari e mettere a disposizione innovazioni e proposte? Ho proposto questi quesiti al Direttore dell’Università Americana Gonzaga, di Firenze, prof. Anthony Via il quale ha individuato nel tirocinio di futuri insegnanti od operatori della scuola americana la risorsa da attivare per favorire il contatto tra Università e Scuola elementare.
Chi sono i tirocinanti? Studentesse che hanno scelto di frequentare in Italia un anno accademico con un curriculum di studi universitari miranti ad inserirle nel mondo della scuola negli U.S.A.
Realizzazione del progetto. Osservazione e conoscenza della struttura della scuola elementare in Italia e dei loro curricoli.
Individuazione all’interno della programmazione curriculare annuale di unità didattiche da poter svolgere con l’insegnante specialista di lingue da attivare con gli alunni.
Realizzazione di materiale linguistico: dalle parole a frasi, dialoghi, canzoni, fumetti, scenette mimate, disegni, foto, video. I bambini ricordano meglio ciò che imparano quando durante il processo di apprendimento vengono attivati tutti i canali sensoriali ( T.P.R.) di Asher.
Interscambio tra alunni tirocinanti di lingua madre inglese e alunni che imparano la lingua inglese nelle classi della scuola elementare
Stimolo alla ricerca degli interessi.
Costituzione di una rete informativa: genitori degli alunni italiani e genitori dei tirocinanti. Coinvolgimento, questo, che ha portato spesso le famiglie dei tirocinanti a voler venire a visitare i figli e contemporaneamente conoscere gli allievi, dove essi svolgono le attività di tirocinio.
La corrispondenza sia con classi in America che Inghilterra in una scuola dove istituirò l’italian day una giornata in cui tutta la scuola è coinvolta a realizzare attività che richiamano la cultura,la storia la cucina italiane; scambio epistolare che con la casa reale inglese con musei quali il madame toussaud senza dimentica quei personaggi tanto cari ai bimbi la befana e babbo natale
Le interviste perché? a conoscere altri “mondi “ tenendo presente il concetto “lingua e civiltà”. Come ? Preparando domande su sette argomenti : il viaggio, la lingua, la scuola, l'Italia, gli italiani, il mangiare, il tempo libero Le domande sono state rivolte in lingua italiana o in inglese a stranieri. Domande e risposte sono state registrate, poi, dove necessario, tradotte e infine trascritte in classe, cercando di conservare il tono colloquiale originario. Dove ? In giro per Firenze, perché è una città che offre la possibilità di incontrare turisti in ogni periodo dell'anno. Le interviste ci sono servite anche come confronto e stimolo per conoscerci meglio, guardarsi allo specchio qualche volta è utile !
In Nome dell’Europa Unita il progetto Comenius dal titolo “We are Euro kids differerent,but equal” si incontreranno le insegnanti del II° Circolo didattico di Scandicci ( dirigente sig. Federico Marucelli) insegnanti dal Belgio, dalla Finlandia, dalla Spagna.
Viaggi studio a Brigthon , Londra, Saffron Walden, Cambrige dove ho scritto direttamente in inglese diari di viaggio inediti intrecciano lo studio con le conoscenze, gli apprendimenti linguistici con i luoghi
2003 2004 dopo aver superato il concorso prova scritta ed orale vengo assunta come tutor in semiesonero all’ università un avventura stimolante per la presenza di colleghi attivi e propositivi era la prima volta che sbocciava questa professione e ognuno di noi si impegnava al massimo anni di studi e di idee creai un collegamento con attività esterne quali mostre-eventi ho inviato scrittori contemporanei a presentare le loro opere e creai l’ usanza di chiudere l’ anno scolastico in istituzioni che rappresentavano un toccare con mano le tematiche affrontate durante quell’ anno scolastico incontri di studio ai quali si aggiungeva il piacere della convivialità il primo anno al centro internazionale Giorgio la Pira per preparare una cena insieme e dibattere sull’intercultura con studenti provenienti da diversi paesi del mondo in prevalenza dal’ Africa che avevano frequentato cosi d’ italiano al Centro… Uno studente, Fabio Vivarelli, al primo anno di Scienze della Formazione primaria, così si è espresso in risposta ad una delle domande formulate nel questionario di fine corso 2003-2004:" la Tutor nelle prime lezioni poteva apparire una professoressa come tante, ma se l'anno scolastico si è concluso col suo lancio in alto da parte di tutto il gruppo, tale azione deve pure avere un significato?! Non interpretatelo in malo modo, poiché la professoressa è stata a tutti gli effetti attenta alle nostre esigenze scolastiche ed extra scolastiche, Per me il tirocinio non è stato un ulteriore impegno universitario ma bensì un momento nel quale affrontare l'apprendimento in modo diverso". il secondo alla Fondazione Il Fiore dove Alberto Caramella ci ha magistralmente intrattenuto sulla poesia
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