martedì 19 luglio 2022

LA GIOSTRA DEL SARACINO ( C’è ad Arezzo )

 LA GIOSTRA DEL SARACINO

( C’è ad Arezzo )

Soltanto poche persone e ben distinto ilo suono dei nostri passi sulle grigie pietre delle piccole strade di Arezzo.

Piccole, silenziose, strade senza marciapiede che corrono attraverso le case della città.

Sulle verdi facciate persiane di legno, piccole porte, fiori sui balconcini

Robert,  io e il silenzio di una città.

Gustiamo gnocchi di patate che si sciolgono in bocca con un sugo, fresco di pomodoro, agnello

insalata e formaggio tutto molo buono.

Fuori, nel primo pomeriggio, la città sta perdendo il suo silenzio; alla piazza San Domenico c’è

così tanta gente. Arezzo si sta risvegliando

La gente indossa antichi costumi; 250 i figuranti. alcuni organizzatori nelle tonache larghe, verdi.

Cavalli nitriscono.

I quattro quartieri : S.Andrea, Porta Crocifera, Porta al  Foro, Santo Spirito. Su ogni scalino del grande Duomo suonano chiarine, rullano tamburi sventolano colorati stendardi.

Il vescovo sta impartendo la benedizione.

Tutto mi sembra un perfetto quadro del Medioevo e noi stiamo guardando a questo splendido atto

di storia che rivive. Lungo le strade la sfilata dei 25 figuranti va innanzi ; dovunque il suono della loro musica in un minuto vicino al Comune incontro senza saperlo Sindaco,Vicesindaco.Assessori

la cordialità dello storico professor Greci,g li occhi azzurri del regista Franco Zeffirelli,

I Figuranti rientrano a Piazza Grande dove tra poco inizierà la giostra

Robert ed io stiamo distesi sul prato del parco: io che vivo i suoni, i rumori, le voci della Giostra

da sotto la chioma di un meraviglioso enorme albero.Io guardo alle foglie attraverso questi pezzetti

di turchese : cielo, piccoli pezzetti di cielo, come toppe

- Tu lo sai come di fa a sapere l’età dei pini ?-

.- Certo che lo so, contando i rami principali – risponde Robert

.- Ma tu lo sai come si fa a conoscere l’età dei pesci ? mi chiede lui

No ! - gli rispondo

Devi contare i cerchi sulle squame: mi ricordo quando tutto ben vestito andavo al grande mercato

per prendere i pesci su cui avrei studiato.

Poi ritornavo a scuola e gli altri compagni dicevano “ C’ è un odore, un odore “!

Io,non posso trattenermi dal ridere. .ridere immaginandomi la scena Robert, il suo vestito elegante

con la cravatta, lui così alto! Sì doveva essere proprio buffo notare il contrasto fra il suo aspetto

esteriore elegante, signorile e l’odore di pesce che emanava

La Giostra termina e noi andiamo per la splendida mostra dell’anriquariato

Dovunque recipienti di rame, antiche colonne, libri, orologi, statue, telefoni .. un grande mercato

di voci, da destra, da sinistra, dovunque molti i dialetti anche del Sud.

Robert sta prendendo in mano un telefono molto originale, fatto con una bottiglia di salsa  Sul fondo della stessa ci sono i numeri e a me piace fargli una foto mentre tenta di telefonare chissà dove

Ma sì, forse lo so, in Australia,

Prima di lasciare la città noi passiamo, per Piazza Grande: ora soltanto poche persone che parlano

della Giostra, veranda di legno, alcuni operai che raccolgono i fili della luce

Dietro le scalinate di legno, dove prima c’era tanto, pubblico, una fontana e tutt’intorno tanti om-

brelloni. Passeggiamo per il Corso. Io sono attratta dai venditori, uno di tronchette, uno di galline

padovane o meglio di magiche scatoline attraverso cui facendo, passare un filo si produce un ru-

more che richiama il COCCODE’ delle galline padovane. 

C’era una volta un Re !Così iniziò il

Collodi il suo famoso libro.

No, signori miei, c’è un venditore di piccole cose, di felicità, di momenti che si possono comprare

solo in un città in cui si gioca la Giostra.


C a r m e l i n a

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