lunedì 9 gennaio 2023

itinerari di giardini al BARDINI

GIARDINO DI CASA BARDINI



Tra la riva sinistra dell’Arno, la collina di Montecuccoli e le mura medioevali della città si estende per quattro ettari il giardino di Casa Bardini.
Una selva oscura da cui non si vedevano ne’ San Miniato, ne’ i coppi color cotto di Firenze che ritorna a rivivere il 4 Ottobre 2005, festa del Santo innamorato del Creato e delle creature il Poverello di Assisi il quale lasciò sulla piazza della cittadella umbra ogni suo avere materiale per Amore,
solo per Amore del figlio di Dio.
L’oscura selva abbandonata dove regnavano intrighi di rovi, alberi in rovina,,, questo 4 Ottobre ritorna nella sua struttura originale che lo vede parco agricolo con un frutteto di antiche varietà di frutta con la barocca scalinata e il parco anglo-cinese.
La fragranza dei profumi,l a delicatezza delle macchie di colore delle piante ne fanno un quadro di un pittore di divina maestria dove ogni verde ha i suoi toni, ogni fiore la sua segreta bellezza con una ricchezza di azalee, ortensie con più di settanta varietà ed ancora rose, molte oggi rosa chiaro con qualche “lumeggiatura bianca” e i grandi lecci, le maestose querce, i frassini, cipressi che come obelischi egiziani si innalzano al cielo, l’albero di Giuda, mille e più varietà di alberi a cui si aggiunge la melodia dell’acqua delle fontane, acqua regina dei giardini, senza di essa, del sole e dell’ humus della terra, quale pianta sopravvivrebbe ?
.. e le fontane che attraggono anche per la loro bellezza di disegno da quella di Venere, al leone al “grande rio” in cui passano oltre 600 litri di acqua e ove vivono tre varietà di pesci: il rosso classico le carpe, le cambuse ed ancora ninfee e tutto intorno al rio la bordura di piante aromatiche..
Inebriarsi è d’obbligo in questo giardino che del Paradiso è degna introduzione.
Carmelina Rotundo Auro

Ore 15 al giardino Bardini

Tetti di coppi color cotto dell’Impruneta ; chissà perché mi fanno sentire a casa, un colore ”caldo” che accomuna ogni casa a quella grande cupola che Brunelleschi inventò ed un mare di finestre che occhieggiano dalle case.
Il rumore della città – che diventa ovattato come onda, mentre vicino cinguettano uccelli e lo sguardo, che volando oltre l’ultimo coppo, si ferma sulle colline che già, a quest’ora del primo pomeriggio, (sono le quindici) stanno diventando quasi azzurre per entrare nel cielo che tra lampi di luce bianca va più in alto accogliendo nuvoloni neri tra cui si aprono poche finestrelle di un infinito azzurro di un tono che non ricordo di aver mai visto prima.
Ritorno vicino alla balconata ornata ritmicamente di sei composizioni eleganti sui vasi frutti di ogni stagione mentre alle estremità due maestose terrecotte sempre a forma di vasi ed al centro le statue di un uomo di una donna 
L’ amore e la bellezza, il desiderio terreno e quello divino
I grandi vasi in terracotta con rotondi cespugli e la ghiaia con i suoi innumeri sassolini uno diverso dall’altro per forma, colore, leggerezza che mi richiama chissà perché al mare e alle sue onde é sotto i miei piedi nudi. L’ho ritrovato qui il mio anello a fiori azzurri verde smeraldo dagli stami rosa

Carmelina
Vogliamo ?
Vogliamo parlare d’amore, di terra, di mare, di cielo
di una città ?
Vogliamo raccontare di un uomo
della sua voglia di vivere,
del suo amore per la bellezza ?
Sento campane suonare e i cinguettii di uccelli,
suoni gravi, acuti.
Vedo un pezzetto d’Arno oltre il grande cipresso
che vicino mi sta
ed il pergolato di glicini, in questa stagione dell’anno, ancora non fiorito.

Amore che entra in me.
Amore per questa natura generosa e discretamente colorata
palpitante di cui tento di ascoltare il battito più segreto
Piccola goccia nell’immensità di un paesaggio dove Firenze é nelle mie mani.

Il ricordo che va a Stefano Bardini al suo coraggio di quando a Bezzecca, da camicia rossa combatteva nelle truppe di Garibaldi, il mitico Giuseppe per ricollocarlo nella calma di spazi dove e il cielo e i coppi di Firenze e la facciata vista di profilo di Santa Croce e il campanile della Badia e la cupola del Brunelleschi e la scompigliata chioma di alcuni alberi e le due statue bianche di un uomo e una donna e gli innumeri sassolini di forma e colore uno diverso dall’ altro…Voglio !

Era da tempo che non in innamoravo e mi sto innamorando davvero come la prima volta, come sempre, amore che nel silenzio cresce, come le più tempestose maree
Per rumorosi sentieri sono arrivata a te e tu mi hai portata in quel giardino nel giardino Bardini dove sono nate parole, colori, note.
Queste campane che ritornano a suonare ( ore 16)
L’acciottolato di queste scale a spina di pesce mi riporta a paesi a strade antiche con un profumo ..
e lo sguardo che sale senza respiro sfiora le statue ora di spalle ora che mi guardan su,vsu fino alle statue di un uomo e una donna bianche che oggi delimitano uno spazio di cielo mosso da nuvole penetrate da luce chiara.
Ridiscendo senza dimenticare gli spazi erbosi i bassi cespugli per riposare sul sedile ad arco che a destra e sinistra è delimitato da due busti, ancora un uomo e una donna i fiori nelle piccole aiuole sono aperti e dal loro piccolo cuore giallo,petali rosa chiaro profumano.
Una grotta di conchiglie, stalattiti, stalagmiti e la coppia che ritorna.
Ora lei e lui sono impegnati in soavi conversari Lei ha il capo leggermente reclinato di profilo e la guancia poggia sul dorso della sua mano sinistra L’espressione del volto dolcissima,quasi parlante,
di fronte a destra alla distanza della lunghezza di 14 scalini lui con il copricapo, le maniche della giacchetta ripiegate quasi a mostrare tutte le braccia il suo corpo vigoroso e giovane, lo sguardo penetrante e nella sua mano sinistra tiene il manico di un cestino pieno di ogni ricchezza di frutta.
Dietro di loro disegni di mattonelle dove prevale il bianco che porta petali ora color viola celeste di fiori in verde intenso bellissimo,il giallo e l’arancio che disegnano rose dei venti, tre grandi dietro di lui e due dietro di lei, mentre di nuovo il color cotto fa da cornice.... e prima di uscire seduta con le spalle alla scenografica scalinata barocca,mi soffermo sui tetti dei coppi sul loggiato nudo suddiviso da cinque colonne sui comignoli e le antenne, sul profilo di altre colonne ed ancora scalette di tetti e le case appena il campanile poi i rami ricchi di foglie verdi scure che si inchinano dal grande albero per me in primo piano.
il Cielo il Cielo che meraviglia di una luce celeste chiaro con nuvole bianche che mutano forma e colore. colore e forma. Ora lo so che quando avrò finito di contare questi sassolini,nessuno uguale all’altro per dimensione colore, forma leggerezza che allora,solo allora, potrò amarti

Mia madre aveva una collina nel suo paese nativo ed io c’ero stata una sola volta ad abbeverare con l’aiuto di nonno Cesare i castagni.

La fedeltà per il mio grande amore in Firenze per Boboli stava per essere messa a
dura prova dal grandioso giardino di casa Bardini,
4 Ottobre 2005 Festa del Santo Francesco il mistico autore del meraviglioso Cantico delle Creature.

CARMELINA ROTUNDO in ascolto

La corposità di questo suono
d’organo, sonoro, maestoso.
Vibrazioni. Suono cupo, penetrante,incalzante.
Preghiera
Tu con gli altri
ritmicamente ascoltiamo
sentieri,sontuosi sentieri che non hanno fine
scintillanti nell’anima
riprendono le note
vibrazioni tempestose
poi la calma nell’immensità-

Dimenticherò la terra ?
Preghiera profonda verso Te
Altissimo Nostro Signore :
Una preghiera dell’anima

Sono disperata, sono felice, sono qui
a pregarti a voce pacata .a voce altissima.

Nel silenzio, nel dolore,nella gioia.
Tu, Iddio, sei la mia forza, la mia sicurezza
e passeranno i giorni
e il cielo, cosi immenso, così irraggiungibile
che non vedrò più con gli occhi del corpo
perchè sarò nel cielo parte del coro degli Angeli
passando tempo a lucidare ora una nuvola, ora una stella
ora il mare, onda dopo onda e le sue stelle e le sue perle
quando tutto sarà presente.

Maestoso, ancora più maestoso
quante lacrime
quanto sorrisi
l’andare e il venire dell’onda
Maestosa nella tempesta,
pacata nella calma:
Tu, Dio sei amore e libertà
ed io Ti prego:

Al di là della vita
nel soffio del vento
nelle tempeste
nella solitudine
nella lotta
nella pace
nella disperazione
e nella gioia
Ti ho cercato
e Tu Ti sei lasciato trovare.
GRANDE ONNIPOTENTE DIO .


Non posso aggiungere un attimo alla 
tua vita,
lo so.
impotente piccola
non ho saputo
quando dovevo nascere
e non so
il giorno della partenza
vivo nella ciclicità di una storia
che da terra generata mi ricondurrà 
alla terra.

Le tue carezze, così avvolgenti
mi condurranno per sentieri
sconosciuti, per i quali mi piacerà
che la rugiada risvegli i nostri corpi
amanti
Andata, ritorno.
ritorno,andata
acqua,fuoco-aria terra.
vibrazioni verso l’eterna bellezza
volare, amare, vivere, morire
risuscitare.  

Non occorrono parole.
è tutto qui nell’alito
della tua presenza nel moto
del tuo corpo

Nel silenzio delle tue labbra
ti amo.

Ti sono vicina
e ciò mi basta

Forte nel silenzio
forte nell’animo
forte nella mente
é Amore che può cambiare il mondo.
Vibro di
tempesta di note
penetranti in questa divina serata
che non saprei raccontare  

Una serata che vede ritornare al suo antico splendore il grande Organo delle 2818 canne ideato dal Maestro Clemente Terni (figura illustre di musicista,compositore,insegnante di storia della musica presso l’Università degli Studi di Firenze, fondatore del Quintetto Polifonico Italiano) organo
costruito dalla celebre, fabbrica d’organi comm. Giovanni Tamburini di Crema, fondata nel 1893; il cui primo concerto fu effettuato nel 1975.
Sotto la supervisione di Saverio Tamburini, presente alla serata inaugurale. appartenente alla quarta generazione dell’illustre famiglia dei maestri organari è avvenuto il restauro di questo particolare strumento musicale, oggi divinamente suonato dal Maestro Gianluca Lambertucci, organista della Basilica di S. Pietro in Vaticano e della Cappella dei Santi Martiri e Sebastiano. della Pontificia Guardia Svizzera.
Insieme all’Organo è avvenuto anche il restauro e la messa a nuovo dell’immobile dove si trova l’Organo in via Folco Cortinari, luogo che fu la Camerata femminile del Nosocomio di Santa Maria Nuova che si apre ad accogliere incontri di varia natura compresi quelli di intrattenimento artistico, letterario, musicale.

4 Ottobre 2005 festa del Santo Francesco, l’innamorato del Creato e del Suo Creatore 

In questa sala, alla mia poesia è stata dedicata una mitica indimenticabile serata dalla Camerata dei Poeti Presidente Marcello Fabbri (28 Aprile 2004) 
 Carmelina Rotundo Auro 

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