martedì 28 marzo 2023

Perugino e la mia giovinezza in un intreccio ancora non risolto

 Perugino e la mia giovinezza  in un intreccio ancora non risolto e riscoperto alla Galleria Nazionale umbra e a Palazzo Sorbello.  


Nella giovinezza  lo scenario delle passeggiate su è giù "le vasche", come qui si chiamano,  è stato il corso Vannucci vi ritornavo nell'anno domini 2023 il giorno  in cui inizia Primavera per  condividere la gioia  di essere parte dell'antologia poetica e  mossa dal desiderio di  vedere la mostra dedicata al Perugino,  con grande interesse infatti  avevo ascoltato Marco Pierini, Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria e  Francesco Salvestrini, docente di Storia Medioevale Università di Firenze nell'incontro di studi tenutosi Lunedì 13 marzo,  alla Galleria dell’Accademia Percorsi artistici e culturali in occasione del cinquecentenario di Pietro Vannucci detto il Perugino e dell’Abate Generale vallombrosano Don Biagio Milanesi. La Galleria dell’Accademia di Firenze partecipava cosi  alle celebrazioni ufficiali per i 500 anni dalla morte del Perugino (1448-1523) di cui conserva la Pala di Vallombrosa, datata 1500 e commissionata al pittore umbro dall’abate generale vallombrosano Don Biagio Milanesi (1444 -1523) per l’altare maggiore dell’Abbazia. 

Pietro di Cristoforo Vannucci  detto Perugino  è  presentato dal banchiere e mecenate Agostino Chigi in una lettera  del 7 novembre 1500, il "Meglio Maestro d'Italia". 

  Con l'entrata alla Galleria Nazionale dell'Umbria si crea  un qualcosa che potrei definire "magico" basta poco delle volte a farci sentire bene accolti:  il Direttore, da me conosciuto a Firenze,  mi ha lasciato la cartella stampa  e alcune pubblicazioni  in una  borsetta che porta stampato un bellissimo primo piano di una donna, con quel dono principesco inizio un percorso nelle sale  al terzo piano del palazzo dei  Priori per una serie d'incontri e di dialoghi  che mi confermano la valenza dell'arte  nel farci star bene con noi stessi e con gli altri ...con lei  ci divertiamo a cercare il volto stampato sulla borsetta  che troviamo nel quadro:" lo sposalizio della Vergine"  del 1504  ( opera che conclude il percorso-mostra del Perugino ) e che  testimonia la grandezza e la fortuna  della straordinaria carriera di Perugino. Creato per la cappella del  Santo Anello del Duomo di Perugia  ed attualmente in Francia;ci sofferimmo sul rosa  colore del marmo che viene dal monte Subasio, il monte di Assisi, sul particolare del cappello rosso, sull'autoritratto del perugino...,

Le persone che qui lavorano mi avvolgono  nella   piacevolezza,  nell'aria di fermento culturale sperimentale- innovativo   che si respira:  particolari,  effetti cromatici,  il rosso, l' influsso fiammingo e   di Leonardo, compagno si direbbe oggi di classe del Perugino alla bottega del Verrocchio, l'amicizia con Piero della Francesca ...  scolpendo il Perugino come   genio e manager  dalla fine anni settanta del quattrocento  al primo lustro del cinquecento tanto da  riunire nel campo delle arti figurative il Piemonte alla Campania, alla Toscana, alle Marche,  alla Romagna alla Lombardia;  del trionfo del Perugino   a Roma per  gli affreschi della cappella Sistina,  del ruolo importantissimo  della bottega aperta  a Firenze. 
Il dialogo  si allarga all'uomo  alla sua bellissima moglie  alla quale  egli amava acconciare i capelli e di teste  con  particolari pettinature tante ve ne sono curate nei minimi dettagli!
Vasari lo descrive come un eretico ma allo stesso tempo non amava la povertà, venendo da un infanzia povera, quindi realizzava le commissioni che gli chiedevano.  "Di quanto benefizio sia agli ingegni alcuna volta la povertà, e quanto ella sia potente cagione di fargli venir perfetti et eccellenti> in qual si voglia facultà, assai chiaramente si può vedere nelle azzioni di Pietro Perugino."
Verrocchio non fu il suo primo maestro, ma di certo quello più importante, Vasari non dice il nome del primo maestro ma era un perugino, poi appena ventenne si trasferisce a Firenze infatti spunta iscritto nella compagnia di San Luca.
 Mezzo millennio portato splendidamente  dove  il linguaggio pittorico è moderno aggiornato: dalla rimozione del fondo oro sostituito da quinte architettoniche  e paesaggio,  il gusto fiammingo del dettaglio  l'originalità dell'opera: Amore e castità commissionata da Isabella d'Este che tanto ebbe  ad aspettare prima di poter ricevere l'opera, quasi 5 anni testimoniati da un corposo carteggio;
 del io scritto  dal pittore nell'opera: dipinto su tavola (241 x 180 cm) l' Adorazione dei Magi  databile, a seconda degli studi, 147o-1473 o al 1476   della  Galleria Nazionale dell' UMBRIA dove  il giovane che vediamo  all'estrema sinistra è  l'autore stesso in un autoritratto confermato  dal professor Pierini che ha scoperto IO scritto nel colletto.
 Emerge dai dialoghi con il personale la stima e l'ammirazione per  coloro che hanno curato  la mostra  Marco Pierini  e Veruska Picchiarelli  e  si aggiungono i riconoscimenti  per  il nuovo allestimento della Galleria: delle luci, delle strutture architettoniche e delle facilitazioni per accedervi  facilmente. 
Non mancano gli spazi  attrezzati per chi vuole allattare o cambiare il bimbo_ la bimba  e gli interventi multimediali  site-specifico curati da Magister  Art  alla bellezza della mostra alla competenza e gentilezza del personale al grande valore  e interesse di questa galleria  che si pone come meta irrinunciabile per conoscere il tessuto culturale  storico non solo dell' Umbria, ma del mondo intero le opere  del Perugino si trovano in Europa come oltre oceano  e la mostra si concluderà l1giugno proprio per l'importanza dei prestiti e del voler riaverli.
Il progetto grafico è curato da Muttnik, studio grafico con sede a Firenze specializzato in progetti di comunicazione visiva con particolare attenzione nei confronti di realtà culturali e espositive. Lo studio mantiene un rapporto di collaborazione continuativa con la Galleria Nazionale dell’Umbria da diversi anni, dopo averne progettato il rebranding nel 2017 (progetto premiato con un bronzo al European Awards del 2018).www.muttnik.it

Dal 5 aprile   fino al 2024 per il quinto centenario dalla morte di Pietro Vannucci, l’artista umbro universalmente noto come “il Perugino”,  la Fondazione Ranieri di Sorbello propone ai cittadini del mondo una " preziosa " e quanto mai particolare  mostra dedicata alla figura di uno dei Maestro del Rinascimento visto attraverso gli occhi dei viaggiatori alla scoperta dell’Umbria, di Perugia e altri centri legati al Vannucci, mostrando come questa sia stata soggetta nel corso dei secoli ad alterne fortune, inizialmente poco considerata dai colti viaggiatori del Grand Tour, tra XVII e XVIII secolo, per poi venire riscoperta e rivalutata lungo un arco cronologico che, dagli inizi del XIX secolo, ci conduce fino al Novecento e ad un’idea di viaggio e di turismo molto più simile a quello al quale noi oggi siamo abituati. La mostra è accolta  nelle tre sale dell'antica biblioteca del  palazzo Sorbello  in piazza Piccinino di fronte alla vera pozzo etrusco ( importante monumento ipogeo cittadino di epoca etrusca (III secolo a. C.), il cui accesso è dato da alcuni locali situati proprio nei sotterranei dello stesso palazzo. Proprietà, dalla fine del XVIII secolo, dei marchesi Bourbon di Sorbello, è attualmente sede della Fondazione Ranieri di Sorbello che dal 2010 ha dato una destinazione museale ad alcuni ambienti del pianterreno e del piano nobile).  «Il percorso si snoda attraverso i secoli, partendo dal Settecento e i viaggiatori del Grand Tour, passando per l’Ottocento, dal Romanticismo alla “Bell’Epoca” e terminando con il Novecento e l’inizio del moderno turismo culturale.»

 L’ideale viaggio nel tempo si conclude significativamente con il ricordo della mostra allestita nell’aprile 1945 alla Galleria Nazionale dell’Umbria per il quinto centenario della nascita del Perugino in collaborazione con i “Monuments Men”il reparto speciale dell’esercito anglo-americano formato da intellettuali ed artisti che dal 1943 al 1951 recuperarono e misero in salvo migliaia di capolavori dell’arte europea sottratti dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

“Una mostra-ha osservato Ilaria Borletti Buitoni nella cerimonia di inaugurazione- che offre un contributo originale e di altissima qualità a quel percorso di promozione dell’opera di Pietro Vannucci e del territorio umbro che il comitato Perugino Cinquecento sta portando avanti. I paesaggi del Perugino non sono reali, eppure in loro non si può non vedere l’Umbria, una regione che si spera possa diventare sempre più meta di viaggiatori interessati a un turismo di qualità”. Accanto ai magnifici volumi selezionati dalla ricca collezione libraria messa insieme da Marilena de Vecchi Ranieri di Sorbello (1921-2013), che della letteratura di viaggio è stata insigne    studiosa, in mostra vengono presentate  preziose tavole di scuola del Perugino, una matrice originale in rame sulle decorazioni del Collegio del Cambio e stampe del XIX secolo. Ad arricchire l’allestimento ci sono inoltre le fiabesche creazioni in carta delle “Grimm Twins”Barbara Lachi e AyumiMakita.

“Nel 1945 l’allestimento della mostra sul Perugino segnò la rinascita della città dopo la tragedia della guerra -ha ricordato Ruggero Ranieri, Presidente della Fondazione Ranieri di Sorbello- ci auguriamo che questo anno di celebrazioni del grande maestro possa segnare un nuovo inizio per la valorizzazione del nostro territorio e delle sue straordinarie risorse culturali”.

La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni con visite alle ore: 10.30; 11.30; 12.30; 16.00; 17.00.

(Per maggiori informazioni: www.casamuseosorbello.org – 075 5732775 – 339 2222833)

Carmelina  Rotundo Auro



  


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