PAN DI RAMERINO DEL GIOVEDI' SANTO.
Una ricetta antica, che i fornai e le famiglie toscane si tramandano di generazione in generazione, dal Medioevo fino ai giorni nostri: il pan di ramerino.
25 pasticcerie si sono trovate a gareggiare giovedì Santo 2023 nalla bottega Buonamici.
pasticceria Buonamici molto Amata e conosciuta nel quartiere di San Frediano tanto che, mentre chiedevo come arrivarci, tutti mi rispondevano la pasticceria Buonamici ? Certo in via dell' Orto
con un sorriso che faceva capire l'apprezzamento per questa bottega storica nata nel 1949
Il pan di ramerino è un pane piccolo e dolce, con una crosta spessa ma morbido dentro, preparato con pasta di pane arricchita con olio extravergine aromatizzato al rosmarino e uvetta passa.
La parola ramerino indica, in dialetto toscano, la pianta del rosmarino che dona un sapore unico e particolare a questi panini! Per una migliore riuscita della ricetta vi consigliamo di usare rosmarino fresco e olio extravergine toscano di ottima qualità.
Come tutte le ricette regionali, la ricetta del pan di ramerino cambia da città a città e persino da famiglia a famiglia.
Il pan di ramerino è un pane buono e profumato, che racchiude i sapori di una volta!
"Ramerino” antica parola toscana del XIV secolo ed è il nome che indica la pianta del rosmarino, pianta tipicamente mediterranea, che si trova in abbondanza sulle colline fiorentine. Il Pane di Ramerino più che un dolce vero e proprio è più propriamente un pane tipico del periodo della Quaresima che un tempo veniva preparato per il Giovedì Santo. Il Pan di ramerino era ritenuto un pane di devozione e veniva preparato con grandissima cura.
Ogni ingrediente aveva il suo esatto significato simbolico:
Nel Medioevo si riteneva che il rosmarino avesse delle proprietà specifiche adatte ad allontanare gli spiriti malvagi, veniva utilizzato alla stregua dell’incenso odierno, in molte funzioni: durante i riti esoterici, come amuleto per difendersi dalle forze maligne e dalle malattie, nei riti propiziatori ed in quelli funebri.
Nell'antica Grecia prima, e per il cristianesimo poi, divenne simbolo di immortalità dell'anima; il suo profumo, era equiparato al ricordo, alla costanza, alla devozione, alla memoria. Sempre legata al rosmarino c’è la leggenda che narra che durante la fuga in Egitto, il mantello della Madonna scivolò su una pianta di rosmarino e che da quel giorno i fiori della pianta da bianchi divennero azzurri.
L’Uva e il Grano, da sempre considerati simbolo di vita, dal VII secolo assunsero un significato più specifico legato alla cristianità: essi rappresentano la comunione, simboleggiando la presenza mistica di Cristo. L’origine di questo pane è sicuramente medioevale: il rosmarino, lo zibibbo (uva secca) e l’olio d’oliva, creano un particolarissimo contrasto di sapori di una fragranza inconfondibile. In tempi moderni la ricetta è stata modificata con l’aggiunta dello zucchero. Il dolce si presenta come una piccola pagnottella con un taglio a croce che serve per favorirne la lievitazione ma che gli conferisce anche la fisionomia di un pane devozionale.
Il pan di ramerino è legato tradizionalmente al periodo antecedente la Pasqua. Un tempo, al grido "ce l' ho coll'olio", i venditori ambulanti lo offrivano alle donne che andavano in chiesa per la messa del giovedì santo affinchè si procedesse, durante la messa, alla tradizionale benedizione.
Oggi lo si trova frequentemente e durante tutto l’anno nei forni, ma il Giovedì Santo si può trovare ancora quello benedetto, come da tradizione
Per le foto ringrazio Tiziana Cini
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