martedì 2 settembre 2025

riscontri ALESSANDRA CASTELLANI Estetiche dei ribelli storia e cultura dei tatuaggi per la pelle foto della collezione Enrico H Giglioli sono dell' archivio museo nazionale preistorico etnografico luigi pigorini di Roma genesi il primo tatuato è Caino balzac papà Goriot Kafka colonia penale  paul Gauguin primo viaggio a Tahiti l isola dell anima gli antichi culti Maori e i diari di viaggio  Boa Noa 1987 illustrati  da lui stesso greci antichi romani marchiavano gli schiavi campi di concentramento periodo Edo  i samurai giapponesi versetti buddisti le insegne della famiglia Cesare Lombroso  diverse forme di decorazione del corpo hanno costituito una potente tram simbolica entro cui comprendere i rapporti tra i popoli Omai or a trip around the world  chiodi di garofano e noce moscata maori della nuova zelanda taitani non il viso nuova zelanda maori incisione con scalpellini d'osso a tahiti utilizzano aghi  tattoo  la storia e le origini in Italia Silvana editoriale diffusione nel mondo egizio  e greco romano si tatuavano Assiri Dci Sarmati che secondo Plinio corposa sua  inscibunt  traci osservati  da Erodoto angelo Asleel preparazione  dell antimonio un pigmento usato  per dipingere  e tatuare l umanità espressione delle proprie idee la comunicazione  al mondo esterno di se stesso  OETZI  24 settembre 1991 due turisti tedeschi di Norimberga alpi venoste a 321 m slm al confine tra Italia e Austria  a Similaun il corpo mummificato di un uomo 400 5000 mila anni fa che emerge dall' acqua in fusione di un ghiacciaio 3350 3100 prima della  piramide di CHeope di Stonehenge in Inghilterra tatuaggi teraupetici Museo Archeologico dell’Alto Adige Ötzi, la mummia dell'Età del rame di 5300 anni è esposta al Museo Archeologico dell'Alto Adige a Bolzano con tutto il suo equipaggiamento. TATUAGGI. Il fascino e il mistero dell'uomo venuto dal ghiaccio sono anche legati ai tatuaggi presenti sul suo corpo. I primi studi ne individuarono un numero variabile, che oscillava tra 49 e 57. Le difficoltà nei calcoli derivano dal fatto che molti segni – semplici punti, linee e crocette – sono difficili da individuare a occhio nudo, innanzitutto a causa dello stato di deterioramento della pelle, e poi perché collocati in uno strato profondo della cute. Bisogna infatti tenere presente che la tecnica utilizzata all'epoca non prevedeva l'uso di aghi: si praticavano delle piccole incisioni nella pelle e quindi si ricopriva l'incavo con il carbone vegetale. LA SOLUZIONE ITALIANA. Il gruppo di ricerca guidato da Marco Samadelli ha utilizzato un metodo di imaging non invasivo (nello specifico una tecnica di ripresa multispettrale messa a punto da Profilocolore, una società di Roma) capace di mettere in risalto le più impercettibili sfumature della pelle. Questo particolare procedimento fotografico ha permesso di catturare la luce dall’infrarosso all’ultravioletto, facendo emergere in modo nitido tutti i disegni scolpiti sulla mummia. La mappa, pubblicata sul Journal of Cultural Heritage, conta 61 tatuaggi, classificati in 19 gruppi. Estetiche dei ribelli per la pelle. Storia e cultura dei tatuaggi – 16 gennaio 2006 di Alessandra Castellani (Autore) 4,0 4,0 su 5 stelle 4 voti Tutti i formati e le edizioni Un tempo considerato marchio per forzati, prostitute e diseredati, a lungo ritenuto cultura sotterranea e per pochi iniziati, il tatuaggio gode oggi di una fortuna in crescente espansione. Nel giro di pochi decenni il mondo dei tatuatori e dei tatuati si è infatti moltiplicato in maniera esponenziale, annoverando tra i suoi cultori personaggi celebri. Del tatuaggio Alessandra Castellani racconta le radici e la dimensione presente, la sua tradizione e la sua contemporaneità, percorrendone i molteplici mondi in ogni direzione, tra miti e credenze, eroi e narrazioni archetipe, tra le rovine della civiltà industriale di massa e il fascino inesauribile del viaggio: culture urbane e riti maori, esotismo e trasgressione, estetiche della vita quotidiana. Tattoo La storia e le origini in Italia
I "viaggi nei mari del sud" fanno riferimento alle spedizioni di esplorazione del Pacifico e sono legati alla nascita del tatuaggio moderno, come ad esempio quella del capitano James Cook e la scoperta della tradizione dei tatuaggi in Polinesia nel XVIII secolo. I marinai hanno introdotto questa pratica in Occidente, da cui deriva il cosiddetto "tatuaggio di vecchia scuola" con motivi marittimi, e la storia delle spedizioni ha segnato l'origine del tatuaggio moderno. La storia dei tatuaggi Il tatuaggio ha una storia ricca e antica che attraversa molte culture ed epoche. Le origini del tatuaggio risalgono a tempi preistorici, con evidenze archeologiche che mostrano tatuaggi su mummie di oltre 5.000 anni. La pratica del tatuaggio in effetti era diffusa per scopi rituali o simbolici in molte società antiche, tra cui quella romana, quella greca e quella egizia. Nell’Antico Egitto, le donne spesso sfoggiavano tatuaggi come segni di fertilità e protezione durante la gravidanza. I Romani li praticavano principalmente su schiavi e criminali come forma di marchio punitivo, nonostante alcuni membri dell’élite li utilizzassero anche per motivi estetici. Nelle prime comunità indigene dell’America del Nord, invece, erano considerati come segni protettivi. Il termine tatuaggio, o meglio “tautau”, fa però la sua prima apparizione in Polinesia. Le isole del Pacifico, in effetti, come la Polinesia, la Nuova Zelanda e le Hawaii, vantano tradizioni di tatuaggio profondamente radicate, spesso utilizzate per indicare status sociale, genealogia e riti religiosi, e hanno ampiamente contribuito all’introduzione del concetto di tatuaggio in Occidente. Nel Giappone feudale, i tatuaggi erano associati a samurai e criminali. Nel corso del tempo, questa forma d’arte però si è evoluta, diventando l’importante tradizione dell’Irezumi, con significati culturali e storici. Oggi tuttavia in moltissimi Onsen (terme pubbliche molto comuni in Sol Levante) ancora non è possibile accedere se si hanno tatuaggi visibili. Durante l’era delle esplorazioni, i tatuaggi divennero una pratica comune tra i marinai. Spesso si tatuavano simboli che rappresentavano il coraggio, le loro esperienze e i porti visitati. Nel XVIII secolo, il termine “tatuaggio” fu introdotto in Europa dal navigatore inglese James Cook, che aveva osservato la pratica durante i suoi viaggi nei Mari del Sud. I tatuaggi nel XX secolo Nel corso del XX secolo, i tatuaggi hanno sperimentato varie fasi di popolarità e stigmatizzazione nella cultura occidentale. Dagli anni ’70 in poi, la pratica è diventata sempre più diffusa e accettata. Molte persone scelgono di farsi tatuare per esprimere la propria identità, le esperienze personali o semplicemente per motivi estetici. Oggi, il tatuaggio è diventato una forma d’arte rispettata e una modalità di espressione personale diffusa in tutto il mondo. La sua evoluzione riflette le trasformazioni sociali e culturali nel corso della storia. Perché si sente il bisogno di tatuarsi? Il desiderio di tatuarsi può derivare da una molteplicità di motivazioni personali e psicologiche. Alcune delle ragioni più comuni includono: • Espressione di sé, della propria identità, personalità e stile. Possono rappresentare le passioni, le esperienze e gli interessi che definiscono un individuo • Ricordo e la commemorazione. Molte persone scelgono di tatuarsi per commemorare eventi significativi, persone care che non ci sono più o tappe fondamentali della loro vita. In questo modo, fungono da simboli permanenti di ricordi importanti • Autoaffermazione. I tattoo possono essere un modo per affermare la propria individualità e differenziarsi dagli altri. Sono una forma di autoespressione che trasmette un senso di unicità e originalità • Cura personale e guarigione post traumatica. Alcune persone scelgono di farsi tatuare come parte di un processo di guarigione personale. I tatuaggi possono rappresentare la forza, la resilienza o la trasformazione attraverso periodi difficili • Appartenenza a un gruppo, tribù o comunità. Soprattutto in alcune culture o sottoculture. Possono fungere da simboli di identità condivisa • Esplorazione artistica. Per molti, i tattoo sono considerati opere d’arte corporea. Le persone possono desiderare di decorare il proprio corpo con opere creative e significative, spinte dalla passione per l’arte e l’estetica • Risposta a eventi traumatici. In alcuni casi, i tatuaggi vengono utilizzati come una strategia di copingcon esperienze traumatiche. Possono rappresentare una sorta di presa di controllo sulla propria narrazione e sull’esperienza vissuta • Modificazione corporea rituale. In alcune culture, tatuarsi è parte integrante di rituali o cerimonie di passaggio. Simboleggia una transizione da uno stato a un altro • Simbologia sessuale. Spesso ci si tatua per rendere il corpo più attraente, realizzando disegni su parti del corpo nascoste con un messaggio erotico specifico • Rituale magico e superstizione. Sono sempre di più le persone che decidono di tatuarsi simboli portafortuna, formule beneauguranti o veri e propri mantra quotidiani. Tabella riassuntiva delle possibili motivazioni alla base di un tatuaggio A CURA DI Luisa Gnecchi Ruscone RILEGATURA Brossura con alette DIMENSIONI 17 x 24 cm PAGINE 64 ILLUSTRAZIONI 40 LINGUA Italiano ANNO 2017 ISBN 9788836636846 PREZZO € 12,00 Non disponibile

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