martedì 25 marzo 2008

PUGLIA

Raggiungere capo S.M.di Leuca non è facile
Una cittadina di mare, ordinata,pulita,luminosa che d’estate esplode su una costa leggendar
Qui, proveniente dall’Oriente, approda San Pietro e dove sorgeva l’antico tempio pagano
a Minerva,oggi c’è il Santuario di S.M. di Leuca dedicato alla Madonna delle Grazie
Nel Santuario è conservata una sacra immagine della Madonna,quadro proveniente dall’Oriente.
In questa terra si ha il punto di incontro di due grandi patrimoni culturali ;:il Greco e il Romano
qui si uniscono.
Esistono ancora in Puglia paesi dove si parla il Greco, come ad esempio Castrignano de’ Greci, Zollino Martignano ed altri.
La costa sul tacco della nostra penisola è quanto di più splendido si possa vedere.
Grotte, grotte in un susseguirsi di merletti lavorati ; strane forme, massi che sembrano pietre preziose incastonate in
un mare pulito:Mare azzurro,profondo e verde,verde smeraldo.
E per quelle grotte il turista vive la paura dell’ignoto, il terrore di aspri ancora sconosciuti sentieri, quelli che la roccia
conserva da secoli e il fascino dei mari, l’Adriatico e lo Jonio che entrano,invadono, penetrano a sconsacrare i segreti
più interni, Una costa che gioca sul tuo desiderio di conoscere e la paura dell’ignoto che però vuoi scoprire.
La cittadina animata d’estate è fin troppo tranquilla , ci ha riferito padre Ubaldo Fina della parrocchia Cristo Re. dì
inverno,
L’estate per Capo S .Maria di Leuca, come per altre zone del Sud,rappresenta l’esplosione attimi di vita, fuochi
d’artificio che per pochi mesi illuminano il sipario di spiagge..
Domenica leccese
e ti senti a tuo agio e
Viaggiare è conoscere un mondo nuovo,venire a contatto, confrontarsi con un altro punto di vista e qui a Lecce la dimensione di una città a misura umana è la cosa che più ti colpisce
Una Lecce nobilmente antica con le sue strade,stradine intagliate tra case che fanno a gara per essere più belle
Come in un grande negozio d’antiquariato all’aperto cose antiche :colonne, capitelli,balconate, archi, tutto in una pro-
rompente festa di merletti scolpiti finemente su pietra.
Gli occhi corrono impazziti, si alzano la gioia di non sapere dove fermarti : austeri porticati,imposte di legno tarlato ,
grandi portoni con aperto un usciolino, insegne antiche un odore buono di città pulita. Vicino alla chiesa di S.Chiara scopriamo il Vicolo della Cartapesta, .strada così denominata perché qui vi erano le botteghe di quest’arte e in fondo il dimenticato gioiello del piccolo anfiteatro romano soffocato tra case e sulle cui scalinate hanno preso ormai fissa di- mora tanti gatti leccesi
Atmosfera, momento di calma che molte volte ricerchi, campane che suonano lontano,lontano si perdono.Poi la chiesa di S,Irene, la chiesa dei teatrini signorile e la conoscenza di Oronzo,il sagrestano. E’ un paesaggio occhi grandi,modi educati e composti, ci parla in maniera singolare, un po’in dialetto , un po’ in italiano in linguaggio all’impronta, come anche la descrizione che ci fa della chiesa “ tutto lavorato, ; guardate da questa parte c’è disegnato un quadro
scolpito,il pescatore,il mare, la casa che affonda nelle alghe, questo aggiunge rappresenta il ponte di Rialto
Lassù c’è l’angelo che fa segno di stare zitti , San Marco col vestito strappato, gli angeli musicisti, violino,tamburello,
arpa.. Ci congeda quasi a malincuore !” Ricordatevi le bellezze che vedrete e raccontatele specialmente la sera. La litoranea è un sogno ; se potete ripassate a salutarmi. E’ il modo cordiale del Sud,una maniera e un desiderio di comunicare con gli altri, sentirli amici e farli sentire a proprio agio
Lasciata S.Irene , il nostro primo impatto con la piazza principale dedicata al santo protettore : Oronzo : una grande
colonna col santo in alto, il Sedile, retaggio veneziano, l’anfiteatro Renzo,la bella chiesa di Santa Cristina.
Domenica ,la piazza è solitaria, pochi leccesi,alcuni militari distratti, gruppetti di turisti, il resto fuggiti al mare al sole.

Percentualmente
Programmazione : Mare a Porto Cesareo
L’acqua è QUALCOSA, le spiagge di Puglia ci attraggono sempre più ; la sabbia,Isabella la fa scorrere fra le dita, sabbia finissima e dentro conchigliette minuscole, trasparentissime. bianche, pure Ci immergiamo , camminiamo lontano. l’acqua è ancora bassa e poi nell’azzurro mani , piedi, capelli azzurro più azzurro.
“Perché non noleggiamo un pedalino ?”
“ Certo,però ci vorrebbe qualcuno ..da Osvaldo e Roberto ci aiuteranno”
Il noleggiatore capisce al volo,che non siamo “percentualmente “ gente di mare..Roberto gli conferma l’impressione. “ Se non ci vedesse tornare fra un’ora,ci mandi a ricercare”Ridiamo.
Io e Osvaldo davanti a pedalare. Isabella e Roberto questa volta fanno i passeggeri di.lusso
Forza ! Issa “ Ce la facciamo ad allontanarci dalla riva ; acqua limpida, si vede il fondo ; Sulla scia di un motoscafo si va su e giù, ma è un attimo, Osvaldo riprende il timone.
Sole, tanto sole, ci divertiamo a spruzzarci l’acqua sul corpo. oltrepassiamo isolotti , nuotatori passano oltre verso l’Isola
“ Sentite, sentite rumori di tamburi”Osvaldo guarda Isabella, poi mi fa cenno di fermare i piedi
I tamburi scompaiono sì,” era bello immaginarli”
Sulla spiaggia lasciamo.il pedalino a guardia ad alcuni turisti per esplorare l isola dei Conigli . un fiore tra i capelli e via per i sentieri verdi…
“Percentualmente tutto bene” ripete Roberto. Al ritorno a sera un “,,arrivederci all’Isola dei Conigli” Un barcone sta fermo, mare limpido;il tempo sta cambiando; percentualmente piove.
“ C A R M E L I N A
MAGO MALECORE
ad Antonio Malecore. maestro della Cartapesta
( Luglio ‘82)
Tocca la carta
La piega, la spalma
Una manica di pennello la sua
bacchetta magica
Strappa la carta
Taglia la giacca
Crea le pieghe:
Ecco il ginocchio
il cappello
e la borsa
L’anima di ferro
diventa pupo,

UN PAESE CHE ( a Piazza Duomo Lecce Luglio ’82)
Squittiscono a destra
rispondono a sinistra
ricantano in coro.
Intorno poca gente
si perde nella,piazza chiusa
Zimbalo quanto ti
costò fare
rifare la grande fabbrica
del Duomo
I lampioni ormai
solo lo scheletro si vede.
Squittiscono da destra
e intanto ti confondi
le due facciate
del duomo.
il grande porticato laterale
il seminario austero
le case basse
di un paese che sa di pescatori e di terra.


UN SALUTO

Terra di Gallipoli
sapore di mare e d’amore.
Alla stazione di Gallipoli ci accoglie una festa dì impalcature
Luci grandi,piccoline che si rincorrono su telai traforati di un bellissimo candore,
Passiamo sotto le arcate, create da Villari e su su fino alla fontana,grande fontana greca,
L’uomo ,fatto trasparenza della natura ad essa strettamente unito da qui lancia il suo messaggio
d’ amore come forza continuativa della vita ; il cuore ne è toccato piano ma profondamente.
Isabella mi richiama alla realtà poco discosto vicino al ponte un gruppo di pescato sta stendendo
le reti
Un quadro vivo di mare . le loro mani, le braccia forti abbronzare, un berretto con visiera in testa. attori di un grande mestiere curano le reti
Isabella vuole continuare, attraversiamo il ponte, saliamo su su nella storia del paese;
La visita alla grande chiesa ci presenta un interno diverso, ricchissimo di quadri ;mi pare più
una pinacoteca che una chiesa, All’uscita.la scoperta di un museo avico
Entriamo,Le cose sono tante ci stiamo perdendo quando ci offre di partecipare la sua grande cultura
Zampì Cesare. E’ lui che guida i nostri pensieri “ qui è racchiuso un po’ di tutto, dalla zanzara alla
balena dal grande respiro. Ci fa ammirare le tombe messapiche, siamo addirittura prima dei greci.
Armi dal 600 al 900 fucili del 1690 ,cannoni
Non manca un tocco folkloristico negli abiti gallipolesi del 700-800. E poi i retaggi delle grandi
civiltà turche giapponesi arabe, cinesi

Gallipoli, ci spiega Cesare,nera un fiorente porto dell’olio e del vino con l’Oriente,,Vastissimo il patrimonio di anfore trozzelle messapiche,tintinnabuli , anelli,orecchini,spille ceramiche,ampolle
finissime
Che dire poi della raccolta mozzafiato di conchiglie da tutti i mari Giappone, Filippine,coralli spugne
e la collezione di uccelli,pesci,insetti in alto sono raccolti i feti di bambini.

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