lunedì 16 giugno 2008

PERSONE'

ALTRA VERSIONE SECONDO I GUSTI E LA GRAMMATICA DI CARMELINA

Sa usare la penna come se fosse un pennello tanta è l’abilità di scolpire con le parole a tutto tondo ,di colorare il personaggio di turno che ha deciso di incontrare.
Lui, LUIGI MARIA PERSONE’ il 30 Giugno 1902 a Nardò (Lecce) viene alla luce con la curiosità dentro con la voglia di conoscere sempre al di là di
questa siepe che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Bambino , dietro alle spalle di papà Giuseppe, legge il giornale anche lui.
Ha solo quattro anni quando viene iscritto alla prima elementare.
Gli è sempre piaciuto conoscere quelle persone che hanno dentro “ la scintilla “
A quattordici anni comincia a corrispondere per lettera con Benedetto Croce e si presenta a Eleonora Duse ( lei voleva metterlo alla porta,ma un provvidenziale temporale diede avvio al dialogo che continuerà con altri due incontri).
Il primo articolo , Luigi Maria Personè lo scrive a Firenze, città a cui approda nel 1920 dopo aver frequentato a Bologna il primo anno della facoltà di lettere. Lo compone sulla scrivania di Giovanni Papini e lo dedica a Gino Capponi a 50 anni dalla scomparsa.
Voce,mente vivace,sono gli strumenti che usa ad una condizione essenziale , di trattenersi a dialogare a quattr’occhi .
Grande nella sua professione di giornalista che esercita sul “Piccolo” di Trieste il “Corriere” di Milano, “La Nazione” ( il direttore di allora,Aldo Borelli, gli dà subito fiducia anche perché gli è presentato da Papini offrendogli la collaborazione di due pezzi al mese,) “l’Osservatore Romano”
“ La Gazzetta di Venezia” “Il Giornale di Brescia”,testate ,queste ultime tre con cui collabora ancora alla “giovane” età di cento anni compiuti,
Non ha mai scritto un articolo a macchina. Emilio ( il pittore degli alberi)entrato in casa Personè a 17 anni scriveva sotto dettatura prima a penna,poi a macchina tutti gli articoli del Professore,

L.M.Personè conquista l’Italia e l’Europa con la sua abilità di conferenziere : una professione anche questa che parte da Firenze con la sua conferenza al Palazzo dell’Arte della Lana.


“ Si spensero le luci, successe un grande trambusto e quando si riaccesero erano rimaste tre persone in prima fila che non potevano muoversi

Un aneddoto che porterà Personè ad aggiustare la lunghezza del tiro.
In Sicilia,accompagnato dalla moglie,contessa Maria Risolo, tiene un ciclo di conferenze su De Robertis, Capuana, Verga.
A Siviglia , la città più caliente un indimenticabile soggiorno,come anche nei paesi del Nord Europa, da Helsinki a Stoccolma Helsinki a Stoccolma.
Tiene le sue conferenze a braccio senza mai usare fogli scritti o una scaletta.
Ambasciatore della cultura italiana e quella fiorentina essendo della “Dante” ha avuto il merito di parlare in italiano ( in un tempo in cui le tradizioni simultanee erano ancora da venire) anche se lui,il Professore, conosce il latino,il greco,il francese e l’inglese.
Ha insegnato per quattro anni latino e greco al “ Cicognini” di Prato, alla “Querce”,al “Dante;
gli è stata proposta una cattedra all’Università degli studi in Sicilia che ha rifiutato per insegnare al Conservatorio Cherubini letteratura,poetica e grammatica.

Scrittore di libri,nel suo 35° volume “ A quattr’occhi” decide di iniziare a raccontare degli incontri con le persone famose su cui ha già in mente due tomi.
Tra le città più amate l’indimenticabile Lecce: Alla mia domanda infatti che cosa desidererebbe per i suoi cento anni la risposta è chiara “ la pace, la tranquillità ,ritornare a Lecce.
In questa città la famiglia si trasferisce da Nardò quando lui ha otto anni ed è qui che frequenta il ginnasio e il liceo.. si ferma a guardare quelle vetrine della libreria in via Templari ( di cui egli ricorda il nome del proprietario) i libri di Benedetto Croce come fossero gioielli così che il padre gli donerà la collezione completa.
Giuseppe,il padre ha giocato un ruolo importante nelle decisioni di Personè .
Il giovane infatti, che si era iscritto a Bologna alla facoltà di lettere , esternò a lui il desiderio di venire a Firenze.
Il padre acconsentì di buon grado ,avendo lui stesso da giovane studiato a Firenze: Luigi accortosi che ad un professore dispiaceva voleva tornare sui suoi passi ,ma il padre non ritornò indietro sulla decisione presa. Così Firenze ospitò Personè e lui a questa città dedica il libro
“ La Firenze che ho visto”( edizioni Polistampa)

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