lunedì 20 dicembre 2010

INTERVENTO DEL PROFESSOR PAOLO BORIN

A Carmelina.

Conoscendo un po' più a fondo Carmelina, si ha l'impressione che incarni lo stupore: lo stupore in due dei suoi aspetti più affascinanti e coinvolgenti.

Dapprima, colpisce il suo proprio stupore per il mondo, quasi lo sguardo curioso e assetato di conoscenza di un bambino, uno stupore che si lascia stregare dalle persone e dagli eventi, come se fosse calato all'interno di una fiaba che avvince ed incanta. Una fiaba, da cui succhiare la linfa vitale del bene e del bello, ma che può arrivare a colpire con tutta la forza della prevaricazione e del sopruso.
Carmelina si stupisce davvero, si immedesima e si meraviglia dei racconti degli amici, partecipa alle loro emozioni con trasporto genuino: non finge. Quando racconta di sé, lascia trasparire la disarmata semplicità con la quale va incontro alla vita.

Ed è proprio questo che mette in evidenza il secondo aspetto dello stupore: lo stupore che Carmelina suscita negli altri intorno a sé. È qualcosa che ha il sapore del sogno, dell'irrealtà, dell'impossibile. Come per incanto, di fronte a chi offre soltanto la propria disponibilità e la propria pacifica e fiducia si rimane sorpresi e inermi a nostra volta. È, soprattutto, l'evidente genuinità e sincerità del parlare e dell'agire conseguente che porta a ripensare al valore della relazione tra le persone.

Come se il tempo trovasse una sosta di fronte a noi si apre uno spazio virtuale che ci lascia intravedere valori dimenticati. Valori di amicizia e di solidarietà o, come a Carmelina piace dire, di amore.
PAOLO BORIN ALLA CERIMONIA DI AUGURI

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