lunedì 16 aprile 2012

LO SCOPPIO DEL CARRO nel suo significato

Un ritorno al significato più profondo di questa tradizione, ricollegandolo alla sua origine cioè la veglia pasquale». Così il vescovo ausiliare Claudio Maniago ha spiegato la decisione di introdurre, quest’anno, alcune modifiche al rito dello «scoppio del carro» che da molti secoli ormai segna la Pasqua dei fiorentini. Un rito che rischiava di perdere il suo valore, diventando una delle tante manifestazioni folcloristiche amate dai turisti. La novità è stata presentata durante una conferenza stampa in Palazzo Vecchio: anche il vicesindaco di Firenze Dario Nardella ha colto l’occasione per esprimere il suo apprezzamento per l’iniziativa. L’aspetto storico, culturale, turistico, ha detto, «non deve adombrare il significato religioso e liturgico di questa tradizione alla quale tutti i fiorentini sono così legati». Il preposto della Cattedrale, mons. Giancarlo Corti, ha manifestato la condivisione dell’intero Capitolo del Duomo per una riorganizzazione del rito che richiama l’unitarietà tra la veglia pasquale e lo scoppio del carro.
I cambiamenti sono stati illustrati da don Roberto Gulino che, da esperto liturgista, ha progettato il nuovo rito dopo un’accurata ricostruzione storica. Nei secoli passati, infatti, l’uso del carro era legato proprio alla veglia pasquale, e serviva per distribuire il fuoco acceso con le tre pietre provenienti dal Santo Sepolcro di Gerusalemme. Solo in tempi recenti, nel 1959, lo scoppio del carro fu spostato alla mattina della domenica. Il fuoco veniva quindi acceso nella chiesa dei Santi Apostoli (dove le pietre del Santo Sepolcro sono conservate) e da lì portato in Battistero, dove riceveva una seconda benedizione e giungeva quidi in Cattedrale, dove veniva usato per l’accesione della «colombina» che dà inizio allo scoppio del carro.
Da quest’anno invece saranno le pietre stesse ad essere trasportate in Cattedrale la sera del Sabato Santo, accompagnate dal corteo storico della Repubblica fiorentina (partenza dalla chiesa dei Santi Apostoli intorno alle 21,30). Il fuoco sarà acceso sul sagrato del Duomo, sarà benedetto e servirà poi per l’accesione del cero pasquale. Al termine della veglia, la fiamma resterà accesa in Cattedrale. La mattina di Pasqua, il Carro giungerà come di consueto davanti al Duomo, accompagnato dal corteo storico; alle 10,30 la celebrazione dell’Ora Sesta in Battistero, quindi (intorno alle 10,45) il Cardinale darà inizio alla celebrazione eucaristica già sul sagrato della Cattedrale, con il rito di aspersione dell’acqua lustrale, benedicendo così i fedeli presenti sulla piazza e il carro. La celebrazione proseguirà quindi all’interno del Duomo, dove il Cardinale intona il canto del Gloria e, con lo stesso fuoco acceso durante la Veglia, accende la «colombina». Inizia così lo scoppio del carro che, simbolicamente, irradia la luce del Signore Risorto su tutta la città.

Cosa cambia
I due cambiamenti nel rito dello scoppio del carro (anticipazione dell’accensione del fuoco alla sera del Sabato Santo durante la veglia Pasquale in Cattedrale, e inserimento dell’aspersione dell’acqua lustrale all’interno dei riti iniziali della celebrazione eucaristica sul sagrato della Cattedrale) hanno l’obiettivo di ricollocare il rito dello Scoppio del Carro nel suo autentico legame con la veglia pasquale, per riscoprire e valorizzare il suo profondo valore simbolico-spirituale di diffondere la luce nuova del Cristo Risorto su tutte le persone presenti e su tutta la città di Firenze.

La benedizione
del «fuoco nuovo»
L'accesione del cero pasquale, segno della luce del Cristo Risorto, è uno dei momenti fondamentali della Veglia pasquale. Il fuoco viene benedetto con questa formula: «O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo, fa che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno».

Il corteo storico
La riorganizzazione del rito vuole recuperare il significato religioso originario, senza per questo cancellare gli aspetti spettacolari che da sempre appassionano fiorentini e turisti. Per questo, come ogni anno, l’arrivo in Cattedrale delle pietre del Santo Sepolcro (la sera del sabato) e l’arrivo in piazza del Carro (la mattina di domenica) saranno accompagnati dal corteo storico della Repubblica fiorentina, con i costumi tradizionali.

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