Van Gogh e i Maledetti: Paul Cézanne
(Aix-en-Provence 1839 - Aix-en-Provence 1906), Paul Gauguin (Parigi 1848 - Hiva
Oa 1903), Henri de Toulouse-Lautrec (Albi 1864 - Saint-André-du-Bois 1901),
Chaïm Soutine (Smiloviči 1893 - Parigi 1942) e Amedeo Modigliani (Livorno 1884 - Parigi 1920)a
Santo Stefano al Ponte
fino al 31-marzo-2019.
Evento- mostra-
dialogo che, rispetto alle altre
edizioni, sempre organizzate con grande
professionalità da CROSSMEDIA, rappresenta un unicum in quanto le immagini
si dispiegano non su pannelli, ma direttamente sulle pareti per tutto il perimetro della chiesa sconsacrata di Santo Stefano abbracciando dal tetto il pavimento in una circolarità coinvolgente dove l’ ascolto della colonna sonora e la visione delle opere realizzate dai 6 geni riportano al senso del tatto dove- quando il pittore sceglieva i colori,
li stendeva con il pennello, li
tamponava, li sovrapponeva in una gestualità che raccoglieva in quell’ atto-attimo
un universo di emozioni passioni:
tormento,
felicità rabbia forse, desiderio di evasione per “raccontare “ in-di-per un
rapporto puro e diretto con la natura, per narrare di occhi trasparenti
che ci guardano mostrando quanto di più intimo c’è . Di particolare attrazione la sala degli specchi in cui,
le immagini proiettate ci dipingono: il
nostro corpo o meglio i nostri abiti per frazioni di tempo sono dipinti ; una
body art fantastica e, al di sopra di questa stanza , il
balconcino da cui potersi affacciare per
godere di un paesaggio pittorico dall’ alto
in una prospettiva in cui lo sguardo e, non solo, spazia all’ infinito dove- quando le note
divengono colore e il colori si dispongono su pentagrammi di armonie ! Entrando nei paesaggi dei volti
e della natura di Van Gogh non può non colpire la sua religiosità coltivata sul modello del padre il reverendo Theodorus Van Gogh, pastore legato alla scuola di Groninga (un movimento riformista all’interno del calvinismo). Nei quadri che sfilano all’ interno della chiesa e sul nostro corpo ritornan alla mente i percorsi seguiti da Vincent che inizia a dipingere a 27 anni dedicando la sua pittura a persone considerati ai margini della società: ai minatori, ai contadini come nel dipinto:” I mangiatori di patate “ dove anche il mangiar patate, frutto sano della terra, può diventare un momento di condivisione sacro. Con questo i dipinto, ora al Rijksmuseum Vincent Van Gogh, Amsterdam l’ autore voleva far conoscere le difficili situazioni in cui vivevano i contadini nella piccola città di Nuenen, nella regione del Brabante. Nel 1876 ad ottobre Vincent pronunciava il suo primo sermone ispirato da un quadro di Boughton, il Pellegrino sulla via di Canterbury al tempo di Chaucer: «Una volta ho visto un bel quadro; era un paesaggio serale. In lontananza, sulla destra, una fila di colline, azzurre nel cielo della sera. In queste colline lo splendore del tramonto, le nubi grigie costellate d'argento e d'oro e porpora. Il paesaggio è una pianura o una brughiera, coperta d'erba e di steli gialli, era infatti autunno. Il paesaggio è tagliato da una strada che porta a un alto monte, lontano, molto lontano; sulla sua cima una città che il sole al tramonto fa risplendere. Sulla strada cammina un pellegrino col suo bastone. E questi incontra una donna - o una figura in nero - che richiama un'espressione di San Paolo: afflitto ma sempre lieto. Quest'angelo di Dio è stato posto qui per consolare il pellegrino e per rispondere alle sue parole. E il pellegrino le chiede: "Questa strada è sempre in salita?". E la risposta è: "Certo, fino alla fine, sii attento". E di nuovo egli chiede: "E il mio viaggio dovrà durare tutta la giornata?". E la risposta è: "Dal mattino, amico mio, fino a notte". E il pellegrino allora prosegue, afflitto ma sempre lieto». La vita di Van Gogh incontra la psichiatria e durante l'anno di permanenza nella clinica psichiatrica di Saint-Rémy-de-Provence “ il 19 giugno1889 Van Gogh compone ““Notte stellata“, da uno scorcio di una finestra della camera dove era ricoverato capolavoro attualmente al Museum of Modern Art di New York (MOMA) linee- forme –contrasti- colori in movimento in un anelito musicale che verrà colto da Don McLean con una canzone ;” Starry , starry night” sentito tributo al pittore Vincent Van Gogh e al suo celebre dipinto. All’amato fratello Theodorus (Theo), con il quale intrattenne un fitto epistolario e , che fu il primo conoscitore e finanziatore della sua arte Vincent scriveva una lettera la n n. 593 a Theo datata 2 giugno 1889«[…] Questa mattina dalla mia finestra ho guardato a lungo la campagna prima del sorgere del Sole, e non c'era che la stella del mattino, che sembrava molto grande. Daubigny e Rousseau hanno già dipinto questo, esprimendo tutta l'intimità, tutta la pace e la maestà e in più aggiungendovi un sentimento così accorato, così personale. Non mi dispiacciono queste emozioni. […] Credo che faresti bene a lavare quelle tele che sono ben asciutte con acqua e un po' di alcool etilico per togliere il grasso e l'essenza della pasta. Così anche per il Caffè di notte, il Vigneto verde, e soprattutto per il paesaggio che era nella cornice in noce, Anche per la Notte (ma lì ci sono ritocchi recenti, che con l'alcool etilico potrebbero spandere). […] Per quanto riguarda la mostra degli indipendenti, mi è assolutamente indifferente, fa' come se non ci fossi. Per non rimanere assente e per non esporre qualcosa di troppo pazzo, forse potresti mandare Notte stellata e il paesaggio verde-giallo, che era nella cornice di noce. Poiché sono due quadri di colori contrastanti, forse riusciranno a dare agli altri lo spunto per ottenere effetti notturni migliori. […]»
si dispiegano non su pannelli, ma direttamente sulle pareti per tutto il perimetro della chiesa sconsacrata di Santo Stefano abbracciando dal tetto il pavimento in una circolarità coinvolgente dove l’ ascolto della colonna sonora e la visione delle opere realizzate dai 6 geni riportano al senso del tatto dove- quando il pittore sceglieva i colori,
e della natura di Van Gogh non può non colpire la sua religiosità coltivata sul modello del padre il reverendo Theodorus Van Gogh, pastore legato alla scuola di Groninga (un movimento riformista all’interno del calvinismo). Nei quadri che sfilano all’ interno della chiesa e sul nostro corpo ritornan alla mente i percorsi seguiti da Vincent che inizia a dipingere a 27 anni dedicando la sua pittura a persone considerati ai margini della società: ai minatori, ai contadini come nel dipinto:” I mangiatori di patate “ dove anche il mangiar patate, frutto sano della terra, può diventare un momento di condivisione sacro. Con questo i dipinto, ora al Rijksmuseum Vincent Van Gogh, Amsterdam l’ autore voleva far conoscere le difficili situazioni in cui vivevano i contadini nella piccola città di Nuenen, nella regione del Brabante. Nel 1876 ad ottobre Vincent pronunciava il suo primo sermone ispirato da un quadro di Boughton, il Pellegrino sulla via di Canterbury al tempo di Chaucer: «Una volta ho visto un bel quadro; era un paesaggio serale. In lontananza, sulla destra, una fila di colline, azzurre nel cielo della sera. In queste colline lo splendore del tramonto, le nubi grigie costellate d'argento e d'oro e porpora. Il paesaggio è una pianura o una brughiera, coperta d'erba e di steli gialli, era infatti autunno. Il paesaggio è tagliato da una strada che porta a un alto monte, lontano, molto lontano; sulla sua cima una città che il sole al tramonto fa risplendere. Sulla strada cammina un pellegrino col suo bastone. E questi incontra una donna - o una figura in nero - che richiama un'espressione di San Paolo: afflitto ma sempre lieto. Quest'angelo di Dio è stato posto qui per consolare il pellegrino e per rispondere alle sue parole. E il pellegrino le chiede: "Questa strada è sempre in salita?". E la risposta è: "Certo, fino alla fine, sii attento". E di nuovo egli chiede: "E il mio viaggio dovrà durare tutta la giornata?". E la risposta è: "Dal mattino, amico mio, fino a notte". E il pellegrino allora prosegue, afflitto ma sempre lieto». La vita di Van Gogh incontra la psichiatria e durante l'anno di permanenza nella clinica psichiatrica di Saint-Rémy-de-Provence “ il 19 giugno1889 Van Gogh compone ““Notte stellata“, da uno scorcio di una finestra della camera dove era ricoverato capolavoro attualmente al Museum of Modern Art di New York (MOMA) linee- forme –contrasti- colori in movimento in un anelito musicale che verrà colto da Don McLean con una canzone ;” Starry , starry night” sentito tributo al pittore Vincent Van Gogh e al suo celebre dipinto. All’amato fratello Theodorus (Theo), con il quale intrattenne un fitto epistolario e , che fu il primo conoscitore e finanziatore della sua arte Vincent scriveva una lettera la n n. 593 a Theo datata 2 giugno 1889«[…] Questa mattina dalla mia finestra ho guardato a lungo la campagna prima del sorgere del Sole, e non c'era che la stella del mattino, che sembrava molto grande. Daubigny e Rousseau hanno già dipinto questo, esprimendo tutta l'intimità, tutta la pace e la maestà e in più aggiungendovi un sentimento così accorato, così personale. Non mi dispiacciono queste emozioni. […] Credo che faresti bene a lavare quelle tele che sono ben asciutte con acqua e un po' di alcool etilico per togliere il grasso e l'essenza della pasta. Così anche per il Caffè di notte, il Vigneto verde, e soprattutto per il paesaggio che era nella cornice in noce, Anche per la Notte (ma lì ci sono ritocchi recenti, che con l'alcool etilico potrebbero spandere). […] Per quanto riguarda la mostra degli indipendenti, mi è assolutamente indifferente, fa' come se non ci fossi. Per non rimanere assente e per non esporre qualcosa di troppo pazzo, forse potresti mandare Notte stellata e il paesaggio verde-giallo, che era nella cornice di noce. Poiché sono due quadri di colori contrastanti, forse riusciranno a dare agli altri lo spunto per ottenere effetti notturni migliori. […]»
Sui -
per
i girasoli che per Van Gogh incarnavano la gioia e rimandavano al sole realizza una prima serie a Parigi ne 1887, la seconda durante il soggiorno ad Arles 1888 MA DEI 7 solo 5 quadri dei Girasoli sono ancora esistenti o visibili pubblicamente e si trovano in musei sparsi da una parte all’altra del mondo: in Europa, negli Stati Uniti e perfino in Asia orientale per curiosità si possono ammirare: alla National Gallery, Londra; a Van Gogh Museum, Amsterdam: a Neue Pinakothek, Monaco di Baviera; a Philadelphia Museum of Art, Philadelphia; a Seiji Togo Memorial Sompo Japan Nipponkoa Museum of Art, Tokyo. Un grande anche nella formazione Van Gogh il quale frequentava le gallerie di Hampton Court, dove poteva ammirare le opere di Holbein, di Rembrandt, del Rinascimento italiano e della scuola olandese del Seicento arricchendosi nel guardare osservare senza dimenticare il suo essere artista lettore appassionato: il libri li faceva suoi con annotazioni e rimandi li teneva a memoria VAN Gogh un genio che molto ha contribuito al progresso dell’ umanità testimoniando quel coraggio di vivere che talvolta ci insegnano le grandi difficoltà le profonde crisi, gli alti scalini da dove non si vede l’ orizzonte che ognuno nella sua dimensione di passeggero su questa terra sperimenta . Da non PERDERE nella cripta le postazioni con gli Oculus per sperimentare la realtà virtuale 3D di un viaggio sensoriale all’interno degli studi di alcuni dei pittori maledetti .
i girasoli che per Van Gogh incarnavano la gioia e rimandavano al sole realizza una prima serie a Parigi ne 1887, la seconda durante il soggiorno ad Arles 1888 MA DEI 7 solo 5 quadri dei Girasoli sono ancora esistenti o visibili pubblicamente e si trovano in musei sparsi da una parte all’altra del mondo: in Europa, negli Stati Uniti e perfino in Asia orientale per curiosità si possono ammirare: alla National Gallery, Londra; a Van Gogh Museum, Amsterdam: a Neue Pinakothek, Monaco di Baviera; a Philadelphia Museum of Art, Philadelphia; a Seiji Togo Memorial Sompo Japan Nipponkoa Museum of Art, Tokyo. Un grande anche nella formazione Van Gogh il quale frequentava le gallerie di Hampton Court, dove poteva ammirare le opere di Holbein, di Rembrandt, del Rinascimento italiano e della scuola olandese del Seicento arricchendosi nel guardare osservare senza dimenticare il suo essere artista lettore appassionato: il libri li faceva suoi con annotazioni e rimandi li teneva a memoria VAN Gogh un genio che molto ha contribuito al progresso dell’ umanità testimoniando quel coraggio di vivere che talvolta ci insegnano le grandi difficoltà le profonde crisi, gli alti scalini da dove non si vede l’ orizzonte che ognuno nella sua dimensione di passeggero su questa terra sperimenta . Da non PERDERE nella cripta le postazioni con gli Oculus per sperimentare la realtà virtuale 3D di un viaggio sensoriale all’interno degli studi di alcuni dei pittori maledetti .
Una esperienza personale:
durante i mie soggiorni a LONDRA
in una vista alla National Gallery mi imbatto nei Girasoli di Van
Goh entrando per assistere allo spettacolare
evento a Santo Stefano al Ponte, a
distanza di una vita tanti anni sono passati , li trovo proiettati i girasoli e percepisco che non sono quelli che ho visto
a Londra uscendo ne parlo con uno delle
persone preposte alla mostra ricevendone
conferma questi sono a Monaco non sapevo molte cose di Van Gogh e molte ancora non so ma questa mostra mi sta
stimolando ad approfondirne la conoscenza .
Carmelina Rotundo
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