NON HO LA BACCHETTA MAGICA!
Con riconoscenza per ciò che rende
gli uomini capaci di realizzare
l’impossibile (dedica da ENDURANCE.)
NON HO LA BACCHETTA MAGICA, MA….
Non ho la bacchetta magica,
ma
ho compreso che le guerre
sono completamente inutili se non terribilmente-irreversibilmente nocive!
Non ho la bacchetta magica,
ma
ho due braccia non atte a usar le armi nella mia giovane età,
ma
atte a soccorrere, sollevare, accarezzare!
Non ho la bacchetta magica,
ma
ho compreso che coltivar- lavorar-vendere la droga è
da folli, da veri folli!
Non ho la bacchetta magica,
per fermare il corona virus,
ma
ho la voce per parlare, dialogare,
pregare e, nella preghiera, ringraziare
l'Altissimo per il dono della vita, meravigliosa
per ogni atomo di vita mille grazie!
Innamorata della vita ho un cuore che mi ha permesso, mi permette e mi permetterà di amare ed ancora amare!!! Come aspetto un raggio di sole e mi siedo di fronte la mattina per goderne a piene mani per vivere una festa e allora volo, volo vicino a te Cesare, al tuo sorriso, un sorriso sincero a cui Alessandro Fratoni, Servo alla Venerabile Arciconfraternita della Misericordia dedica una poesia:
“Il sorriso è terso da
ogni inganno.
le labbra sussurrano ai
cuori puri un’ode d’amore
per la vita ...
L’ardine di vivere distaccato
dall’effimero che solo
i voluti da Dio Posseggono.”
Leonardo da Vinci Scritti scelti favole- allegorie- paesi- pensieri –figure- profezie- facezie. La carta e l’inchiostro. Vedendosi la carta tutta macchiata dalla oscura negrezza dell’inchiostro, di quello si duole: il quale mostra ad essa, che per le parole, che sono sopra lei composte, essere cagione della conservazione di quella. Da le favole.
Ritmi ed abitudini di ognuno di noi cambiate causa lui, l’invisibile corona contagioso e quanto mai pericoloso; limitati all’essenziale sopravvivenza fisica i rapporti sociali lavoro- scuola- divertimento: locali, musei, teatri, palestre, scuole con orari ridotti… poi chiuse per quest’ultime la didattica a distanza che esclude occhi negli occhi, l’empatia con l’insegnate e con i coetanei. Non c’è passaggio e l’offerta non riceve richiesta alcuna: per poter tenere aperto qualsiasi esercizio pubblico: per prendere un caffè o ricrearsi o arricchirsi visitando un museo o andando al cinema corrono le spese: affitti –manutenzione, consumi-bollette, personale, forniture: paesaggi urbani silenziosi; i nastri d’ asfalto vuoti o usati per parcheggiare costretti a vivere in abitazioni-prigioni dove restan mute le sveglie che chiamavano al lavoro; mute le campanelle nelle scuole che scandivano i temi delle materie e della ricreazione. Dopo aver sistemato e risistemato la geografia della casa che è stata dei miei genitori e, in cui, purtroppo manca Cesare, mio fratello imbalsamato vivo e, essermi ingegnata a preparare i pasti della giornata… l’idea di dedicarmi alle letture: all’epoca ero sprovvista di ogni mezzo tecnologico e l’incontro con i libri fu fatale! Li trovavo in tutta la casa dispersi, ammonticchiati, pochi ordinati sullo scaffale della sala, inoltre cominciai a prestare attenzione alle riviste che ricevevo per aggiornamento della mia attuale professione di giornalista o perché vi collaboro; era importante a quel punto trovare il luogo ideale dove potermi dedicare alla lettura e lo trovai in cucina aprendo la porta finestra: il sole vi entrava per tutto il pomeriggio ed io avevo luce a disposizione fino a tardi. Ho scritto:” Nutrimento : cibo e libri” con una prima parte dedicata alla geografia e all’esposizione della casa, ammirando le albe sempre diverse, sempre spettacolari, per poi, leggendo: “Le vite del Vasari”, inoltrarmi nell’idea di scrivere e chiedere agli amici una scheda- vita, progetto che, per prima cosa, mi proiettava verso il dialogo; secondo avevo l’opportunità, nella desolazione circostante, di scrivere della vita degli Amici di poter presentare la loro bellezza dentro; una cosa non di poco conto che ha ed attiva ancora il dialogo e la scoperta di tante nuove realtà culturali come:” il realismo terminale” attraverso Stefano Torre conosciuto a Piacenza in occasione della storica inaugurazione del Piccolo museo della Poesia, unico al mondo fortemente voluto e diretto dal grande insuperabile Massimo Silvotti Proseguivo intanto nelle letture di ogni genere letterario, dalla poesia alla prosa, al teatro ai cataloghi di mostre avuti alle conferenze stampa tenute fino allora in presenza, (Marzo 2020) autori conosciuti e autori -amici contemporanei in una scoperta sempre più entusiasmante e, come una punta di diamante scoprire e incuriosirmi sul come erano stati affrontati i grandi temi dell’ umanità; per poi aprire una finestra su realtà quasi ibernate nell’era del CORONA : il CIRCO e i MERCATI con la dedica ripresa da ” La clessidra” testimonianze e ricordi da una trasmissione televisiva di Giuliano Taddei:
“A tutti coloro che sanno sorridere”.
Su argomenti quali la guerra, la giustizia: la legge, i giudici, l’avidità sconfinata di ammassare denaro, la politica, la medicina, la musica, la psichiatria, a che cosa può portare la corruzione ritenendomi IGNORANTE (nel significato di non conoscere) ”semino” le frasi da alcuni autori:“…. Le stelle, che avevano appena acceso il loro lumicino, senza fiatare lo spensero, si chiusero in casa e andarono a letto tremando. "Usciremo un'altra sera", pensarono … Solo una, in un angolino non si decideva a ritirarsi: ma un nuvolone accese all' improvviso un suo potente fiammifero: tutto il cielo per un istante ne fu illuminato. Allora anche l'ultima stella spense il lume ed andò a letto. Che notte! Il nuvolone brontolava: “Dove sono i nemici? Buuumm. Se li trovo li accomodo io!” Buuumm. E accendeva un altro fiammifero per scovarli. Cipì osservava meravigliato e tremante. Il cielo era un campo di battaglia: ad ogni lampo si vedevano sempre nuovi combattimenti: svelte nuvole che scivolavano le une sopra le altre, nuvoloni neri che si guardavano minacciosi pronti a saltarsi addosso. Per tutta la notte si radunarono sonando trombe e tromboni ed al mattino si lanciarono all'assalto. “Passerì, guarda, trottano come cavalli!” Gridò Cipì indicando nuvole nere che in groppa al vento del mare assalivano il nuvolone venuto dalla collina. ”All'attacco!” Urlava una nuvola alle compagne … ”Sterminateli tutti!” Ordinò il nuvolone con un rombo che fece tremare le tegole. Le nuvole galoppanti si slanciarono alla carica contro il muro nero e ad un tratto partì una cannonata: ma il proiettile rimbalzò a zig zag contro le corazze, crepitò e tirandosi dietro il fuoco sbatté con la testa contro la terra che sobbalzò... Allora accadde il finimondo: piccole nubi veloci uscirono dal nuvolone come reattori e lanciarono una mitragliata di proiettili di ghiaccio che crepitarono sui tetti … La guerra durò tutta la mattina e solo nel pomeriggio Palla di fuoco riuscì a mettere un poco di ordine nel cielo devastato. “Ecco che cosa capita a chi si azzuffa! Guardate come siete ridotte!” Esclamò disperdendo le ultime nuvole. Poi allungò le sue grandi braccia nel cortile, nel bosco e sui prati a tirar su la testolina dei fiori e a carezzare pietosamente i corpi freddi dei passeri uccisi. Infine alzò le sue lance dorate in un arco di meravigliosi colori che abbracciava tutta la terra in segno di pace. Allora gli uccellini uscirono dai rifugi e ripresero la vita interrotta dalla guerra …
“Chi ha vinto la lotta?” si domandavano.
“Nessuno. “
“Anche le altre volte?”
“Sempre.”
“E perché lo fanno?”
“Chi lo sa?! Da “CIPI’” di Mario Lodi e i suoi Ragazzi.
Da Endurance di Alfred Lansing l’incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud una elle più grandi avventure dei nostri tempi (New York Times) ... la nave era stata battezzata Polaris, ma Shackleton la ribattezzò Endurance in linea con il motto di famiglia Fortitudine vincimus: con la tenacia vinciamo… A vedersi, l’Endurance era una bella nave in ogni senso: una goletta a tre alberi, dei quali il primo di prua era attrezzato ai lati mentre gli altri due alberi avevano le vele anteriori e posteriori propri delle golette… Endurance era uscita dai cantieri Framnaes di Sandefjiord di Norvegia, cantieri famosi per aver costruito per anni e anni navi per la caccia della balena e della foca dell’ Artico e nell‘Antartico… Ma i tragici avvenimenti politici di quei giorni non solo eclissarono la partenza dell’Endurance; ma minacciarono di mandare a monte l’ intera spedizione. L’Arciduca Ferdinando d’Austria era stato assassinato il 28 giugno ed esattamente un mese dopo l’Austria Ungheria dichiarava guerra alla Serbia ... Mentre l’Endurance era all’ ancora all’estuario del Tamigi, la Germania dichiarava guerra alla Francia. Proprio il giorno in cui Giorgio V consegnava a Shackleton la Union Jack da portare nella spedizione, l’Inghilterra dichiarava guerra alla Germania… Prima di lasciare la Georgia Australe Shackleton aveva calcolato di raggiungere la terra alla fine di dicembre, ma sebbene l’estate fosse ufficialmente iniziata, non aveva ancora superato il Circolo Antartico. La luce durava ventiquattro ore su ventiquattro; il sole scompariva solo per breve tempo, attorno a mezzanotte, in un lungo, magnifico crepuscolo. Molto spesso, a quest’ ora il fenomeno della “pioggia di ghiaccio”, ... L’ Endurance era bloccata: così Orde-Lees, il magazziniere, ha descritto quel momento:” la nave era stretta in mezzo ai ghiacci come una mandorla in una tavoletta di cioccolato “ ...
Da Il Giornalino di Gian Burrasca rivisto completato e corretto da Vamba … E certo il nostro Giannino non poteva capire i misteri della politica per i quali a volte la difesa fatta da un'anima semplice e ingenua può recar più danno d'un'offesa lanciata dall'anima più nera e perversa... Qui termina il giornalino di Gian Burrasca; ma non terminano qui, naturalmente le sue monellerie e le sue avventure, e a me che ho impresa la pubblicazione di queste memorie corre almeno l' obbligo immediato di completar la narrazione dell'avventura elettorale rimasta interrotta sul più bello.. o sul più brutto, secondo il punto di vista politico-sociale dei miei piccoli lettori. Infatti proprio in una questione politico sociale andò a incappare il nostro povero Giannino Stoppani e non da far meraviglia se la sua buona fede fu tradita da tutte le parti e ogni suo calcolo da cima a fondo sbagliato…
Le avventure di Pinocchio nella edizione i libri dell'Unità con la splendida introduzione di Marco Ferrari. Gli affanni di fine Ottocento ci hanno certo regalato un universale ed eterno Pinocchio ma hanno cominciato a provocare la scomposizione dell'uomo: dall'esaltato superuomo Claudio Cantelmo di D' Annunzio al remissivo Demetrio Pianelli di De Marchi: all' enigmatico Emilio Brentani di Svevo al vinto Mastro Don Gesualdo. Questo fine Novecento assomiglia al capolinea delle illusioni: non è permesso neppure più sognare. Speriamo che ci salvino i marziani...Allora il giudice, accennando Pinocchio ai gendarmi, disse loro: ”Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d’ oro: pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione”. Il burattino, sentendosi dare questa sentenza fra capo e collo, rimase di princisbecco e voleva protestare: ma i gendarmi, a scanso di perditempi inutili, gli tapparono la bocca e lo condussero in gattabuia......., Pinocchio narrerà a papà Geppetto, ritrovato in corpo al Pesce-cane… Del suo incontro con il giudice--motivo per cui andai con la Volpe e il Gatto a sotterrare le quattro monete d' oro …e viceversa di duemila monete non trovai più nulla, la quale il Giudice quando seppe che ero stato derubato, mi fece subito mettere in prigione, per dare una soddisfazione ai ladri,... I libri dell’ Unità. Italiana: quattordici testi tra la fine del Settecento e del Novecento, lì dove nasce la cultura e si forma l'identità del nostro paese, “rivisitati” da scrittori e studiosi. Racconti, romanzi brevi, testimonianze, memorie, invettive, per ritrovar le origini di passioni e di guai che sono nostri e tutti ancora vivi.
dal libro di W.R. Burnett … Piccolo Cesare ...” un libro diviso in sette parti come sette son le note e il prossimo evento dell’estate 2021 si intitola:” Su pentagrammi”
… sotto la direzione di Rico, la banda di Chiggi prosperò. Il Rosso di Chicago, a cui la fama di Rico imponeva rispetto, eseguiva i suoi ordini senza mai discutere e così pure Chiggi…. Rico era rapido nel prendere le decisioni, non chiedeva mai consiglio e aveva quasi sempre ragione…… ma Rico conosceva il gioco da abbastanza tempo, per sapere che, volendo fare soldi, occorreva spenderne. Per mezzo di Antonio Rizzio, amico del vecchio Chiggi, e ora agente elettorale, Rico entrò in relazione con qualche personaggio altolocato e si comperò delle protezioni. I contrabbandieri di Chiggi non vennero più fermati e in poco tempo il suo traffico era raddoppiato……….
Da ”Reparto n 6.” Titolo originale “Palata n 6.” Anton Cechov scrive il racconto nel 1892, dopo aver visto l'isola di Sachalin ... è un posto delle sofferenze insopportabili. Noi abbiamo fatto marcire nelle carceri milioni di persone invano, senza ragionare, barbaramente. Abbiamo moltiplicato delinquenti e abbiamo addossato tutta la responsabilità sul sistema d'internamento, e sulla guardia carceraria. Il sistema e la guardia carceraria non sono colpevoli, siamo tutti colpevoli. Non per nulla la secolare esperienza del popolo ammonisce sull’ evenienza per la quale dalla sacca del mendicante e dalla galera nessuno può ritenersi giammai al sicuro. E del resto un errore giudiziario, con l’attuale procedura, può verificarsi benissimo, e non rappresenta un caso eccezionale. Ivan Dmitric sapeva che quel genere di individui per cui la sofferenza degli altri è materia d’ufficio, di mestiere-giudici, poliziotti, medici-con il passar del tempo, in forza dell’abitudine, si incalliscono a tal punto che magari (vorrebbero anche se non possono) trattare più i loro clienti in altro modo che non sia quello formalistico: e sotto questo rispetto, costoro che non differiscono in nulla dal contadino che nel suo cortile sgozza montoni e vitelli senza far caso al sangue. Dato questo formalistico, insensibile atteggiamento, il giudice, per poter privare un innocente di tutti i diritti civili e condannarlo ai lavori forzati, ha bisogno di una sola cosa: un po’ di tempo. Solo il tempo sufficiente all’ espletamento di talune formalità per le quali viene pagato a lui lo stipendio-e poi è tutto finito. Prova poi a cercar giustizia e difesa… E non è addirittura grottesco fantasticare di giustizia quando ogni sorta di violenza viene accolta dalla società come una necessità razionale e giustificatrice, e ogni atto di misericordia, come ad esempio un verdetto di assoluzione, provoca una vera e propria esplosione di sentimenti di scontento e di vendetta? ... per l’ospedale si diffuse la voce che il dottor Andrej Efimyc si era messo a frequentare il Reparto n 6. Nessuno-né l’assistente, né le infermiere-potevano capacitarsene. Perché mai egli andasse in quel luogo? Perché mai si trattenesse là dentro per ore e ore? Di che cosa poteva discorrere, e come mai non prescrivesse ricette di sorta?
Mi brucerà proprio in questo modo, in ultimo, raccontare tutte queste cose, dell’ospedale, e di lei, e dei pazienti ... e di Mc Murphy. Ho taciuto così a lungo che ora tutto ruggirà fuori di me come un fiume in piena e voi potrete pensare che chi racconta queste cose stia farneticando e vaneggiando, Dio mio; è troppo orribile, penserete perché sia potuto accadere realmente, è troppo spaventoso per poter essere la verità! Ma vi prego. E ancora difficile per me avere le idee chiare, pensandoci però si tratta della verità, anche se non è accaduto… da:” Qualcuno volò sul nido del cuculo” … (dedicato a Vik Lovell che disse: i draghi non esistono, e poi mi condusse nelle loro tane.) … Come un mondo di cartone, ove le figure sono piatte e profilate in nero, e sussultano animando una sorta di storia strampalata che potrebbe essere davvero comica se non fosse per il fatto che le figure di cartone sono uomini veri… “Mica può farvi frustare. Mica può ustionarvi con ferri incandescenti. Mica può legarvi alla ruota della tortura. Ci sono leggi al giorno d’ oggi, su questo genere di cose…… E allora le si ripete di andare al diavolo. Si dice a tutti loro di andare al diavolo … Prova a dire cosi e vieni segnato come Potenzialmente Aggressivo, e spedito di sopra nel reparto agitati. E’ successo a me. Tre volte. Quei poveri idioti lassù non escono mai nemmeno per andare a vedere il film del sabato pomeriggio. Non hanno nemmeno un televisore … “L’officina dello Shock, signor McMurphy è come noi chiamiamo l’apparecchio dell’ESTE, l’elettro shock terapia. Un apparecchio che, si piò dire, agisce come la pillola del sonnifero, la sedia elettrica, la ruota della tortura. E’ uno scaltro piccolo procedimento, semplice, rapido, quasi indolore, tanto è fulmineo, ma nessuno vuole mai ripetere l’esperienza. Mai ...”
La quaterna secca di Luciano De Crescenzo.
E chi se la scorda più la sera in cui Alfonso Pisacane, anche detto Fofò, vinse la quaterna secca sulla ruota di Napoli!... “Eccolo qui colui che ha fatto il miracolo, il biglietto vincente: questo è l’oggetto che ha modificato da così a così il vostro parere nei miei confronti. Guardatelo con attenzione: sono “solo” otto milioni. Domani mi recherò nella sede napoletana dell’ente Lotto e Lotterie, debitamente scorato dall’ avvocato Gambardella qui presente e i dirigenti dell’Ente mi addebiteranno in banca l’intera somma. Otto milioni! Ma a cosa possono servire, mi chiedo otto milioni? A essere amato? A non ammalarsi? A diventare immortale? … Non è col denaro che si può comprare la felicità, è solo l’inaspettato, la sregolatezza, la follia, il disordine, che può compensarvi dell’attesa. Ed è per questo motivo che io, questa sera, ho per tutti gli amici presenti un’ultima sorpresa. Voi, nel frattempo, cercate di praticare l’akremata, il distacco dalla ricchezza, e non lasciatevi corrompere!”
Il defunto signor Venanzio Maralli era veramente un originale: ma a me non sta giudicarlo, e il mio dovere di notaio è di seguire fino all’ ultimo le sue volontà testamentarie, siano esse espresse per iscritto che a voce. A voce dunque il signor Venanzio mi disse:-io ho qui un involto contente mille lire in tanti biglietti di banca da cinque che desidero, dopo la mia morte, siano consegnati a brevimano e senza che nessuno venga a saperlo, al cognato di mio nipote, Giovannino Stoppani col patto che egli li prenda e li tenga con sé e ne disponga a suo piacere e non dica a nessuno di possedere tale somma……E’ appena giorno e io sono qui a contare i miei duecento biglietti da cinque lire che mi si parano davanti come duecento punti interrogativi: -Che ne farò? Il fatto è che da quando ho tutti questi quattrini non sono più io: ho la testa piena di pensieri, di preoccupazioni, di paure. Stanotte non mi è riuscito chiudere occhio: ogni tanto mi svegliavo di soprassalto perché mi pareva sempre che venissero i ladri a rubarmi le mie mille lire, o il babbo a domandarmi di dove provenivano, ciò che per me, in fondo, rappresentava lo stesso pericolo di perderle. E ora apro una finestra sulla nostra condizione di isolamento e la mancanza di una vita sociale Quel contatto con gli altri nella condivisone di emozioni: gioie, dolori, curiosità, nel complimentarsi come nell’arrabbiarsi, quel contatto che viene dalla frequentazione di persone e di luoghi, se ce ne fosse stato bisogno, il corona ha acceso i riflettori sulla loro importanza; quel virus invisibile ad occhio nudo ha fatto risaltare in tutta la sua vitalità quanto siamo stati creati per vivere insieme in una crescita continua in un arricchimento e confronto che percorre tutta la nostra vita dal grembo materno, fino all’ ultimo giorno del nostro respirare! Scuole che hanno funzionato con la didattica a distanza, teatri, edifici pubblici dove si svolgevano convegni, mostre, biblioteche chiuse in una rinuncia forzata all’uscire che ci ha relegati nelle nostre dimore (per quelli più fortunati che hanno un tetto sotto cui vivere). Di spettacoli dal vivo nemmeno ad immaginarli, sia perché gli attori non potevano frequentarsi e quindi provare, sia perché i luoghi predisposti ad accoglierli sono stati chiusi: il virus ha una potenzialità di contagio talmente elevata che ci ha costretti a viver separati, distanti con mascherina in una dimensione completamente inusuale per una società come la nostra dinamica talvolta all’ eccesso; dallo stress causato dalle troppe attività allo stress del silenzio e dell’ immobilità non solo fisica, ma emozionale. Telefonate, video chiamate, computer ancora più usati in una realtà virtuale senza contatto occhi negli occhi, mano nella mano. Tra gli spettacoli il Circo da molti amato, da molti odiato e del Circo riporto le parole del regista dei registi Federico Fellini:” Una specie di riverberazione esaltante, profetica, anticipatrice è quanto ricordo che provai la prima volta che misi piede sotto il pancione respirante, umido silenzioso di un chapiteau. Ero a casa mia in quel gran vuoto incantato, la segatura umida, i colpi di martello, tonfi sordi che venivano da qualche parte, il nitrito di un cavallo… Era il circo di Pierino, che ho raccontato nei Clowns, un circo probabilmente piccolissimo che a me parve immenso, un’astronave, una mongolfiera, qualcosa con cui avrei viaggiato. Quando fu l’ora dello spettacolo, ed esplosero intorno a me, che stavo sulle ginocchia di mio padre, le trombe, le luci, gli applausi, i rulli di tamburo, i lazzi gridati dai clowns, la loro ciabattante, buffonesca stracciona ilare irrazionalità, mi sembrò confusamente di essere atteso, che aspettassero me. (Fellini le parole di un sognatore da Oscar). Del clown Fellini scisse: incarna i caratteri della creatura fantastica, che esprime l’aspetto irrazionale dell’uomo, la componente dell’istinto, quel tanto di ribelle e di contestatario contro l’ordine superiore che è in ciascuno di noi. E’ una caricatura dell’uomo nei suoi aspetti di animale e di bambino, di sbeffeggiato e di sbeffeggiatore. Il clown è uno specchio in cui l’uomo si rivede in grottesca, deforme, buffa immagine. E’ proprio l’ombra. Ci sarà sempre. E’ come se chiedessimo. “E’ morta l’ombra? Muore l’ombra?” ”Per far morire l’ ombra occorre il sole a picco sulla testa, allora l’ombra scompare. Ecco: l’uomo completamente illuminato ha fatto sparire i suoi aspetti caricaturali, buffoneschi, deformi. San Francesco non si è definito forse, giullare di Dio? E Lao Tse diceva:” Appena ti fabbrichi un pensiero, ridici sopra (Fare un film, cit.). Tra le varie attività: i mercati per i quali si è decisa la chiusura o la riduzione… Che fortuna aver avuto in dono la vita ed insieme ad essa la maternità: Nadia era lontana geograficamente a Madrid, commessa da Intimissimi, ma non nel cuore. La sua salute? Per ora viveva in una camera con un cane gigante un labrador di 30 kg, Ron che dormiva su una brandina io la pensavo e spesso intonavo una preghiera per dirle che le volevo bene. Sara era tornata in questa casa che l’aveva vista bambina con Nadia educate dai miei genitori, da Cesare che suonava la chitarra, ora donna tornava in questa casa con la generosità che le avevano insegnato Maria e Rosario e che buone cose Sara portava per impedirmi di uscire a fare la spesa: carote, finocchi, cipolle, patate, arance, limoni ...yogurt al mirtillo, fragole profumate che mi facean andare in visibilio. Le comprava da una bancarella che incontrava sul tragitto per andare al lavoro partiva un po’ prima e si fermava là dove la qualità di ogni prodotto, venduto in confezioni eleganti e pulite mi riportava con la mente alla dignità del lavoro di queste persone che fanno il mercato, che si espongono ad ogni tipo di intemperie per guadagnarsi da vivere; il mercato mi è sempre piaciuto per quell’ incontrar incontrarsi per quel magico scambio di parole e desideri che vengon esauditi… appena potrò uscir voglio passar da li a salutar il Venditore di frutta e verdura: (Pegi Riccardo mercato via Maccari). In cucina, (come ho scritto) dato il sole prima e dopo i pasti, leggo; ho letto, prima i libri degli amici, alcuni addirittura riletto e poi altri via via che li trovavo per la casa!
Se le stelle e i pianeti non "ubbidissero" alle regole
un disastro, collisioni!
Se le stelle e i pianeti non "rispondessero" all' armonia
un disordine!
Se le stelle e i pianeti,
se l'umanità non riconoscesse di aver avuto tutto in dono
se le stelle e i pianeti, se l'umanità si credesse padrona ed eterna
quel che accade tra il 2019 e il 2020 lo testimonia!
La notte e le stelle come sono descritte nel libro: “Il Piccolo Principe” gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide. Per altri sono delle piccole luci. Per altri che sono dei sapienti, sono dei problemi. Per il mio uomo d' affari erano dell'oro. Ma tutte queste stelle stanno zitte. Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha “… “Sarà come se ti avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere” … E mi piace la notte ascoltare le stelle. Sono come cinquecento milioni di sonagli… Dalle stelle alla pasta con un elenco che testimonia la fantasia - l’estro, la buona volontà- intraprendenza tradizione serietà professionale italiana per questo prodotto apprezzato in tutto il mondo che non teme rivali! “La parola pasta deriva dal tardo latino; che a sua volta proviene dal greco pàstè, con cui si indicava una sorta di farinata. I tipi più antichi di pasta alimentare di cui si ha notizia sono i lasàni, già noti agli Etruschi ed agli abitanti di alcune regioni italiane: si trattava di una pasta che veniva cotta nel brodo, simili nella forma alle attuali lasagne. Venivano cotti nel brodo anche i maccheroni il cui nome deriva probabilmente dal greco Makròs che significa “lungo” oppure da makàrios che significa beato erano quindi i maccheroni il cibo che rende beati oppure il cibo degno degli dei …”
Mezze maniche rigate, ditali lisci di Alica pasta lavorata a freddo e trafilata a bronzo,
pasta di semola di grano duro essiccata con metodo tradizionale.
Ziti tagliati lisci di Gragnano
Italian macaroni spaghettoni primo grano.
TagIiatelline matassa a sfoglia rustica spessa De Cecco fior di semola solo il cuore del grano,
Sedani lisci 56 De Cecco dal 1886.
Spaghetti e Curve pasta di semola di grano duro Mancini pastifico agricolo. Esiste una azienda agricola che produce pasta nel mezzo d’ un campo di grano. Coltivare in modo sostenibile la terra rispettando i suoi tempi e valori. Scegliamo la varietà di grano duro più adatta al nostro territorio.
Fusilli 64 coop.
Tripolini n57 Esselunga pasta di semola di grano duro, Conchigliette n40 Esselunga.
La pasta di semola integrale di grano duro coltivato a Maglie in terra d’ Otranto del pastificio Benedetto Cavalieri Casa fondata nel 1872-pastificio dal 1918 da agricoltura biologica di cui riporterò i suggerimenti per la cottura. Scegliendo questa pasta avete premiato le mille cure e fatiche del coltivatore, del mugnaio e le nostre. Vi ringraziamo ma l’avventura non è finita ... infatti è importante la vostra collaborazione, per una cottura perfetta. Per ogni 100 grammi di pasta fate bollire un litro d’ acqua con 10 grammi di sale marino. Quando l’acqua bolle versate la pasta, mescolate di tanto in tanto e tenete l’acqua sempre in ebollizione. Questa pasta merita la vostra vigilante presenza durante la cottura: infatti solo l’esperienza vi dirà quando è giunto il momento in cui è cotta “al dente”! Per ottenere una più gustosa fusione e fragranza con i vostri buoni condimenti, scolate, condite, rimescolate rapidamente e servite subito ... Sua Maestà la PASTA non può attendere. Per eventuali informazioni o per darci suggerimenti scriveteci. Tra le informazioni per il consumatore, questo stabilimento fu inaugurato nel 1918 da mio nonno Benedetto Cavalieri col preciso intento di produrre pasta di qualità. La tradizione di famiglia continua e la pasta che vi presentiamo con orgoglio è prodotta ancor oggi nello stesso stabilimento, opportunamente ristrutturato, per conservare lo stesso metodo originale definito “Delicato” prolungata impastatura e pressatura, lenta trafilatura ed essicazione a bassa temperatura. Questo assicura alla nostra pasta la sua tipica gustosità, la sua consistenza assolutamente naturale e l’integrale conservazione dai preziosi valori biologici e nutritivi del buon grano duro: proteine vegetali e carboidrati, elementi base della Dieta Mediterranea….
Maccheroncini di Campofilone - I primi di Campofilone dal 1933 Spinosi… L’impasto a base di sole uova fresche e semola di grano duro viene lavorato lentamente per seguire il naturale processo di approntamento, limitando quindi la quantità ma esaltando la qualità. La trafilatura in bronzo, la cura nella selezione degli ingredienti, le uova rotte a mano e a lenta naturale essiccazione rivelano una pasta dalla consistente ed inconfondibile porosità, che trattiene meglio i condimenti e conserva tutte le caratteristiche organolettiche… I tagli vengono ancora pettinati sul dorso di un coltello, adagiati a mano sul tipico foglio di carta bianca piegata e messi ad asciugare a basse temperature per almeno 24 ore. La pasta così ottenuta, conserva ancora oggi il gusto della pasta fatta in casa.
Cappelletti al prosciutto crudo, tortellini alla bolognese con mortadella bologne IGP e parmigiano reggiano. Prodotti del Gratificio l’arte della pasta di Bologna via Mattei 6° 40061 Minerbio Bologna www.gratifico.it OrtichinI, Perle nere, Balanzoni, Orticoni, Cappellacci di zucca, Tortelloni al prezzemolo, Garganelli…. La tradizione del vero tortellino di Bologna detto anche Ombelico di Venere è celebre per il gusto e le leggende come quella della “secchia rapita” del Tassoni, quando un locandiere al risveglio di Venere, affascinato dalla sua bellezza, volle riprodurne l’ombelico riempiendo e ripiegando un pezzo di pasta sfoglia dando così origine al tortellino. Sempre dal depliant, preso a TASTE- Pitti Immagine-, cito ecco l’occasione per chi vuole gratificarsi e gratificare, con una esperienza che esalti tutti i sapori della tradizione e dell’eccellenza Bolognese genuini e locali, vi offriamo ogni giorno la qualità originale dei nostri prodotti anche grazie all’ innovativa tecnica d lavorazione disponibile in esclusiva, frutto della collaborazione con il centro di ricerca CIRI agroalimentare dell’Università di Bologna. Non mancano i BIBANESI ai quali tante poesie dedico.
Quando un cibo diventa mito!! Originali, unici nel gusto ottimissimissimi e differenti nelle forme perché fatti a mano, creati nel 1989 da Giuseppe Da Re. I Bibanesi se li assaggi ti vien voglia di mangiarne a volontà! Famiglia DA RE era il caso? Quello era il cognome della famiglia che cosi nobilita già nel nome ogni prodotto ”Unico” nella forma e nel gusto appassionante- appassionato come una avventura-sinfonia di sapori che sempre ti coinvolge mai uguale, mai monotona… il segreto? Qualità negli ingredienti e la lavorazione a mano. Giuseppe è riuscito a trasferire nel prodotto alimentare la sua genialità, artista di fama mondiale era impegnato a realizzare opere per abbellire chiese anche in Africa nel solco della tradizione proiettandosi verso il nuovo, l’avveniristico. A Taste Pitti Immagine ad ogni edizione il suo stand era meta aspettata e desiderata per assaggiar e per godere del sorriso di Giuseppe aperto ad invitare alla speranza sempre nonostante le difficoltà della vita e come si divertiva a tracciar disegni simpatici sui piatti di porcellana bianchi con corona da RE, dediche tracciate col pennarello in pochi minuti simpatiche curiose! Volume storico: “Una storia buona come il pane forse di più” Amici, aneddoti, caricature, racconti, tavole, farine, segreti, testimonianze, passione, personaggi, sorprese. E, naturalmente, i panetti più buoni del mondo 308 pagine, una diversa dall’ altra, a formare una storia unica: quella de i Bibanesi che traccia fama e fortuna del prodotto inventato da Giuseppe nel 1989. Indimenticabili incontri a Taste tutto era gioia in quell’ essere umano: gli occhi, il sorriso incastonati nel volto simpatico e sereno sotto la bella chioma di capelli; oggi a portare avanti la tradizione alimentare sono i suoi figli: Francesca, Nicola, Armando con lo stesso entusiasmo, la stessa forza e onestà grande-grande, immensa. Che fortuna averli conosciuti aver condiviso gusto e sorrisi Da RE. Tra un primo e il secondo mi concedevo alla piacevole tentazione di un ottimo prosecco quello prodotto da Daniele Bressan a Farra Di Soligo (TV) una azienda agricola di origini antiche che mi ha onorato di contraddistinguere una serie di bottiglie con etichetta d’amor realizzata dalla grafica Isabella Taddeo con la frase usata dalla Venerabile Arciconfraternita della Misericordia per fare gli auguri di Natale il 10 dicembre 2010 “non abbiamo altre strade che quelle dell’amore” che quasi sempre firmano i brindisi dei miei eventi e, di tanto in tanto, un ottimo bicchiere di Rosso Attila www.bressandaniele.it Da la premessa del volume: ” Leonardo e i suoi libri”. La biblioteca del genio universale di Paolo Galluzzi Direttore del Museo Galileo “Nonostante amasse definirsi ”omo sanza lettere”, Leonardo non si limitò a trarre insegnamento dall’ indagine diretta dei fenomeni di natura. Dedicò non minore attenzione al dialogo con gli autori antichi e moderni. Negli anni della maturità era divenuto non solo appassionato lettore, ma anche un insaziabile cacciatore di libri e manoscritti, che concepiva come mappe sulle quali erano segnati sentieri di conoscenza dalla cui esplorazione trarre ispirazione per tracciare percorsi nuovi e meglio illuminati. Alla fine della propria esistenza, arriverà a possedere quasi duecento opere, una biblioteca straordinaria per un ingegnere – artista del Quattrocento. E di questi volumi registrò nei propri manoscritti puntuali inventari per averne certezza di rientrarne integralmente in possesso al momento di ritirarli dai depositi nei quali li aveva lasciati prima di intraprendere uno dei continui viaggi che scandirono le sue esperienze di vita.” Da articolo di Carlo Vecce. Nel contesto dell’ideologia familiare, dominate in Toscana fra Trecento e Quattrocento, i libri erano oggetti preziosi, trasmessi da generazione in generazione, accuratamente registrati nei testamenti e negli inventari dell’eredità. Al centro di queste biblioteche (non più di venti, trenta volumi) il libro più importante era il libro di famiglia dei Ricordi o delle Ricordanze, in cui il mercante (oltre alle memorie minute della sfera economica) poteva diventare scrittore autore registrando la propria esperienza della vita e gli insegnamenti morali da lasciare ai figli e ai discendenti, e anche creando una antologia personale delle lettere preferite, nella forma di Zibaldone …” In questo contesto riporto la lettera scritta da papà il 7- 10- 1995
Carissimo Cesare
Ti raccomando di essere leale e sincero nella vita, dire sempre la verità e non parlare mai male di tutte le persone, cercare sempre di migliorare nel lavoro ed interessarsi dei tuoi fatti propri e non intrometterti mai nei fatti degli altri. Devi essere sempre disponibile in modo da suscitare l’entusiasmo di chiunque avrà a che fare con te. Stare sempre attento a recepire le esigenze altrui e cercare di riuscire ad instaurare nel lavoro un tale clima di collaborazione al fine di motivare una promozione. Non dire continuamente delle cavolate che ti portano al rovina. Per il bene che ti voglio, ti consiglio di non lasciare né cambiare il posto di lavoro che attualmente svolgi per nessun motivo, perché un proverbio dice: chi lascia il vecchio lavoro per intraprenderne uno nuovo sempre peggio trova. Caro Cesare ti raccomando e ti prego di fare il bravo con tutti e prega il Signore Gesù che ti farà stare bene in salute e che ti farà progredire nel tuo lavoro. Ciao, ciao il tuo aff.mo papà che ti vuole tanto bene
Rosario Rotundo.
Da “Illusioni” Le avventure di un Messia riluttante di Richard Bach il nuovo libro dell'autore del Gabbiano Jonathan Livingston…Notai qualcosa di strano nel libro. "Le pagine non sono numerate, Don:
"No " disse lui. "Devi soltanto aprirlo e troverai qualsiasi cosa ti occorra di più.”
“un libro Magico!"
"No.” Puoi riuscirci con qualunque libro. Puoi riuscirci anche con un giornale vecchio, se leggi con sufficiente attenzione. Non ti è mai capitato di avere un problema in mente e di aprire un qualsiasi libro a portata di mano per vedere che cosa abbia da dirti?"
"No."
"Be’, provaci qualche volta.”
Carmelina Rotundo Auro
FINE
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